Un comitato per il Pd, in attesa della scelta del segretario: l’idea piace ai Giovani Turchi

E’ stata convocata per lunedì 1 agosto l’assemblea provinciale del Pd di Siracusa. All’ordine del giorno, l’elezione del nuovo segretario dopo le dimissioni di Salvo Adorno. Bisogna fare in fretta, “in considerazione degli impegni urgenti che il partito deve affrontare” e l’urgenza è tutta riferita alle prossime elezioni nazionali e regionali.
L’intesa su di un nome, condiviso dalle varie anime e correnti del Pd siracusano, ancora non c’è. Motivo per cui è altamente probabile che l’incontro si concluda con l’elezione di un comitato che coordinerà le attività del partito fino alla nomina del segretario.
“Noi siamo per questa soluzione”, spiega Marco Monterosso rappresentante della corrente dei giovani turchi. In giro per la provincia di Siracusa quest’oggi con il parlamentare Matteo Orfini. Alle 18 Orfini interverrà durante l’incontro sul tema “Il Partito Democratico tra vocazione maggioritaria e politica delle alleanze”, all’hotel Villa Fanusa.
Monterosso, in tema di maggioranze e alleanze, si sofferma sull’elezione del nuovo segretario provinciale. “Onde evitare guerre interne, sarebbe meglio in questa fase convergere su di un comitato e poi con calma e serenità valutare. Gli equilibri interni sono tornati fragili, ripeto sarebbe la soluzione migliore. E credo che ci sia condivisione, al punto che questa dovrebbe alla fine essere la scelta finale”.
I nuovi rapporti di “forza” interni saranno indicati dalle elezioni, più forse le regionali che le nazionali. E fino ad allora difficilmente si potrà trovare una intesa stabile sul nome del nuovo segretario del Pd.
Marco Monterosso dice la sua anche su Giuseppe Carta, il sindaco di Melilli che si è avvicinato al Pd, accolto da Fausto Raciti. “Carta per me è un valore aggiunto, una opportunità per il partito. Il tema è tutto politico, per cui ritengo non sia corretto spostare la discussione sui codicilli dello statuto: la presenza di Giuseppe Carta è un valore aggiunto, è una proposta che facciamo agli organismi del Pd che poi decideranno”.
Subito dopo le regionali inizieranno le grandi manovre per le amministrative a Siracusa, a metà 2023. “Alla luce dell’ufficialità della ricandidatura del sindaco di Siracusa, il Pd siracusano rinnova la sua proposta alla cittadinanza, ai partiti ed alle associazioni che hanno a cuore il futuro della nostra città. Una proposta che deve portare ad una candidatura alternativa sia all’attuale amministrazione che ad una destra sempre più polarizzata e lontana da quelle che sono le idee progressiste che il mio partito rappresenta”, dice il segretario cittadino Pd, Santino Romano. “Già nei mesi scorsi abbiamo iniziato come segreteria ad incontrare alcuni partiti e associazioni con cui abbiamo condiviso il nostro Manifesto Programmatico, aperto ora al contributo di quanti vorranno contribuire a perfezionarlo in spirito di collaborazione e apertura”.
Santino Romano apre all’idea delle primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco di Siracusa. “Un metodo democratico che lascia ai cittadini l’ultima parola sulla scelta”.

In foto: a sinistra il segretario cittadino Romano, a dx il parlamentare Matteo Orfini




Italia Viva e Garozzo: le regionali, il Pd e FdI, il nodo alleanze e un pizzicotto al sindaco Italia

Renziano della prima ora, Giancarlo Garozzo è il nome forte di Italia Viva in provincia di Siracusa e dirigente regionale del partito. Ma non sarà l’ex sindaco di Siracusa a concorrere per un posto all’Ars. “Il candidato siracusano nella lista che andremo a comporre, insieme alle forze ed ai movimenti con cui condividiamo il percorso, sarà Saverio Bosco”, attuale coordinatore provinciale insieme ad Alessandra Furnari.
Quanto al candidato presidente della Regione, la partita è tutta aperta. “Vediamo intanto se regge fino alla fine la candidatura di Caterina Chinnici. Al momento, essendo stata scelta in alleanza con il M5s, noi di Italia Viva non la sosterremo. Ma non è difficile prevedere che la coalizione di centrosinistra cambierà. Magari salteranno le presidenziali. Comunque tutto lo scenario è fluido. Ancora bisogna pure capire chi sarà il candidato del centrodestra, se un sovranista o un moderato. Ad oggi, non mi sento di escludere anche un nostro eventuale candidato presidente in una coalizione di centro”.
Quanto alle amministrative in programma a Siracusa il prossimo anno, Garozzo tiene aperta la porta ad una alleanza con “le forze alternative a questa amministrazione, quindi in primo luogo il Pd”. I rapporti con il suo ex delfino Francesco Italia sono saltati da un pò. Non è un mistero che il loro cammino politico comune si sia interrotto dopo pochi mesi della nuova sindacatura. “Sono uno dei pochi che non si aspettava le dimissioni del sindaco Italia. Ho certezza che non si è dimesso perchè non aveva il posto certo in Parlamento, che poi è diversa dalla candidatura certa. Azione, il suo partito, è forte nel Lazio e in centro Italia; in Sicilia percentuali più basse che non garantiscono nel proporzionale, nel collegio Siracusa-Ragusa, di essere eletto alla Camera. Questo significa che la partita te la devi giocare. Un sindaco uscente il suo valore aggiunto lo deve garantire nel suo territorio e pertanto immagino che Azione non poteva garantirgli un posto in lista, ad esempio, nel Lazio. Io – continua Garozzo – ho rifiutato una candidatura ed un posto certo in Parlamento nel 2017. Ero ancora nel Pd, il seggio era sicuro. Non mi dimisi da sindaco di Siracusa per evitare l’arrivo di un commissario alla guida del Comune. Un commissario che, con ogni probabilità, tra i primi atti avrebbe operato una transazione con Open Land che chiedeva milioni di euro. Comunque, non rivanghiamo. Tanta acqua è passata sotto i ponti…”
Chiediamo a Giancarlo Garozzo un suo commento sulla situazione del Pd. “Per me è sempre complicato, ci ho passato 12 anni di attività politica, ricoprendo ruoli istituzionali. Oggi di certo non vive un momento di linearità e chiarezza. A livello nazionale deve decidere se parla con il polo moderato, riformista e liberista, o se sta coi ciuffetti di sinistra. Nel campo del centrosinistra i programmi devono essere bandiere. A livello locale, non mi impressiona la vicenda dell’adesione del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta. Nessuna si scandalizza più per un cambio di casacca. Semmai, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Forza Italia dell’opportunità della candidatura di poche settimane prima, alle amministrative melillesi”.
A destra, avanza anche in provincia Fratelli d’Italia. “E’ fisiologico. C’è stato il momento della Lega, quello dei Cinquestelle e ora di Fdi. Di fodno, però, c’è un errore di coalizione: e non a caso Forza Italia si svuota dei suoi pezzi migliori. Tre ministri che se ne vanno può voler dire – spiega Giancarlo Garozzo – che quello non è più il centrodestra ma solo la destra, a trazione FdI. Con me e con la mia cultura politica non ha nulla da dividere, rappresentano un altro mondo. Quello che sta prendendo FdI, lo stanno perdendo Lega e Fi. Il quantum finale di coalizione non cambia, si rafforza una lista a dispetto delle altre alleate. Mi preoccupa che possano andare al governo e cambiare la costituzione da soli. La partita è ancora aperta, non c’è nulla di scritto”, chiosa la sua analisi il renziano Giancarlo Garozzo.




Un pò di destra sociale e un pizzico di sinistra radicale: nasce “Vespri Siracusani”

Si chiama “Vespri Siracusani” ed è un nuovo movimento politico che nasce a Siracusa con uno sguardo alle amministrative del prossimo anno. A fondarlo sono personaggi che potrebbero considerarsi in antitesi: da una parte Giuseppe Giganti, rappresentante della destra sociale, dall’altra Abelaziz Mouddih, rappresentante della sinistra
radicale e della comunità extracomunitaria della città aretusea.
“Vogliamo essere un innovativo movimento politico, capace di inglobare le idee e proposte della destra sociale e della sinistra radicale, al fine di elaborare un progetto politico davvero nuovo, che non disperda risorse inutilmente, in diatribe storiche o di ideologie”, spiega Giganti.
I “Vespri Siracusani” guardano ad alleanze a destra o sinistra ma “mai con il Movimento 5 Stelle”, precisa ancora Giganti.
“Si può costruire un città multicolore, che dovrà operare per l’integrazione dei nuovi siracusani, una gestione
turistica brillante, un commercio ordinato. Unire le forze porterà una ventata di entusiasmo per la
rinascita della città”, le parole di Aziz Mouddih.




Il sindaco si dimette? Francesco Italia: “Mai avuto intenzione di lasciare per il Parlamento”

“Non mi dimetto”. Con una diretta sui suoi canali social istituzionali, Francesco Italia ha allontanato seccamente le indiscrezioni circa le sue imminenti dimissioni per partecipare alle prossime elezioni nazionali. “Da una settimana ribolle il mio telefono, mille domande e fake news. Vi comunico che non ho mai avuto nessuna intenzione di dimettermi da sindaco e neanche per il Parlamento. E questo nonostante anche persone a me vicine mi avessero consigliato di dimettermi per fare il parlamentare, ambizione legittima per chi fa carriera politica”, dice il sindaco di Siracusa. “Io ho preso un impegno con i cittadini di Siracusa. Cerco di interpretare il mio ruolo come servizio per questa città. Il lavoro di un sindaco è importante e consegnare la città ad un commissario è cosa molto diversa rispetto ad avere una città con una guida, un indirizzo politico e una giunta che lavora per portare avanti quanto costruito in questi anni. Un lavoro che ha avuto brusca pausa per il covid ma che adesso da i suoi frutti, come dimostrano i tanti cantieri avviati negli ultimi mesi”, chiosa Italia.




Politiche turistiche a Siracusa, Cafeo: “Resort di lusso si, Parco degli Iblei no”

“L’evento firmato Dolce&Gabbana che, per alcuni giorni, ha permesso a Siracusa di stare al centro dell’attenzione internazionale, pone il tema sul modello di sviluppo che il territorio intende perseguire.” Così il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia) torna ad occuparsi di turismo.
“La vocazione della città è certamente turistica ma occorre individuare quale tipologia di visitatori si intende intercettare. Certamente non è la Riviera romagnola l’obiettivo a cui ambire, d’altra parte Domenico Dolce e Stefano Gabbana, individuando Siracusa e Marzamemi come location per il decennale dell’Alta moda, hanno puntato sull’eleganza unica dei nostri luoghi, come hanno avuto modo di appurare i 700 ospiti al seguito dell’evento, tra cui numerose celebrity.”
Pubblicità gratuita di riflesso per Siracusa. “Per cui non ci sarebbe da stupirsi se già nei prossimi mesi il numero di visitatori dovesse crescere in modo esponenziale. È, però, necessario analizzare il profilo di questi visitatori, personalità facoltose che, oltre ad amare la bellezza, in questo caso i nostri tesori artistici, scelgono di soggiornare in ambienti ed in contesti di alto profilo, di cui siamo carenti. Lasciarsi sfuggire questa opportunità – continua il parlamentare regionale – sarebbe un grave autogol per il territorio, soprattutto alla luce degli eventi che stanno scuotendo il mondo, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica che cambieranno le economie, specie in Europa. Investire nel turismo d’eccellenza significa avere dei ritorni cospicui per l’intera provincia di Siracusa.”
Per questo Cafeo auspica “un cambio di passo che deve coincidere con un atteggiamento più flessibile nei confronti degli investimenti privati. Catene mondiali del turismo, nel recente passato, avevano deciso di puntare su Siracusa, come nel caso della Four Season (resort Pillirina, ndr) ma quel progetto è stato ostacolato da associazioni, movimenti e partiti politici che si sono barricati dietro un integralismo ambientale fine a sé stesso. Morale della favola: una multinazionale ha cambiato obiettivo spostando altrove i suoi investimenti.”
Per Giovanni Cafeo quella rimane “un’opportunità straordinaria perduta. Ma non possiamo sprecarne un’altra perché proprio nella zona della Pillirina, peraltro in stato di abbandono, altri imprenditori intendono edificare un residence di pregio, a zero impatto ambientale, sui ruderi di una batteria risalente alla Seconda Guerra mondiale e non su un’area archeologica. Ancora una volta, per affossare l’investimento, alcune associazioni hanno presentato ricorso al Tar che, però, ha dato torto alle loro ragioni, ma quel che è più grave è il sostegno dell’amministrazione comunale di Siracusa alle tesi degli oppositori. È davvero paradossale che il Governo della città da un lato promuova un evento così esclusivo come quello di Dolce&Gabbana ma dall’altro ostacoli iniziative private di alto profilo che porterebbero ricadute economiche, occupazionali e d’immagine per Siracusa davvero straordinarie.”
Cafeo richiama anche il caso simile, con il progetto della One and Only ad Ognina. “Pure in questo caso, abbiamo assistito ad una campagna di demonizzazione di un investimento privato, anch’esso ecocompatibile, che ha tirato dentro la stessa amministrazione”. A questi temi si lega la recente vicenda dell’istituzione del Parco degli Iblei. “Per come è concepito, il Parco rischia di paralizzare l’iniziativa privata. Pende, infatti, la spada di Damocle di una perimetrazione sconfinata in un’area vasta ed i vincoli rigidissimi affosserebbero gli investimenti già pianificati delle imprese, peraltro tagliate fuori dal dibattito sulle osservazioni al piano presentato dal Ministero per la Transizione ecologica. Il paradosso è tale che – conclude Cafeo – potrebbe addirittura capitare, ad esempio, che vecchi ed inutilizzabili ruderi da trasformare in strutture turistiche di alto livello, su cui le imprese hanno pianificato risorse impegnandosi con gli istituti di credito, restino così come sono, mortificando ancora una volta l’iniziativa imprenditoriale sul territorio”.




Presidenziali: Melilli e Floridia fanno vincere Chinnici anche nel siracusano

In attesa di capire se PD e Cinquestelle proseguiranno veramente insieme, tra le stilettate dei leader nazionali, si è consumata l’inedita scelta del candidato alla presidenza della Regione. Le presidenziali sono state vinte da Caterina Chinnici (PD) con 13.519 voti tra online e gazebo. Barba Floridia (M5S) poco dietro con 10.068 preferenze. Terzo Claudio Fava con 6.977.
A Siracusa città maggioranza grillina, in occasione delle presidenziali. Il maggior numero dei siracusani del capoluogo iscritti alle primarie (312) ha votato per la Floridia, seguita dalla Chinnici (263). Guardando alla provincia intera, però, l’esponente PD torna in testa: 1.039 Chinnici, 789 Floridia e
666 Fava. A fare la “differenza” due insolite roccaforti Pd: Floridia e soprattutto Melilli. A Floridia, l’azione pro Chinnici del sindaco Carianni, insieme a Tiziano Spada, è dato che il PD non può sottovalutare. Com’è evidente a Melilli è l’effetto Carta, il sindaco che da poche settimane ha aderito al Partito Democratico. Il dato è netto, a Melilli ben 206 voti per la Chinnici, appena 11 per la Floridia e 16 per Fava. A Floridia 111 preferenza per la candidata PD, 23 per la pentastellata e 56 per Fava. Sono queste due città a permettere alla Chinnici di vincere le primarie anche in provincia di Siracusa. E adesso nel Pd tutti sanno di dovere fare i conti con le forze emergenti in provincia.




Che succede nella sinistra siracusana? L’analisi di Bruno Marziano, da Adorno a Carta

In una intervista a SiracusaOggi.it, Bruno Marziano dice la sua sul momento vissuto dal Partito Democratico a Siracusa. L’ex assessore regionale ed ex presidente della Provincia inizia la sua analisi dalle dimissioni del segretario provinciale Adorno (“che hanno rimesso in discussione l’unità ritrovata”) e dalla quasi contemporanea richiesta di adesione al partito del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta.
Marziano definisce Carta un arricchimento per il Pd ma mette in guardia da una eventuale adesione mirata solo alla candidatura alle regionali (“non siamo carmelitane scalze”).




Effetto Carta sulle primarie Pd: boom di iscrizioni online a Melilli in poche ore

Al di là delle polemiche che hanno accompagnato l’adesione di Giuseppe Carta al Partito Democratico, un primo benefico effetto il sindaco di Melilli lo ha prodotto. Nelle ultime ore sono infatti schizzati gli iscritti online alle primarie del campo progressista nella cittadina iblea. Secondo l’ultimo aggiornamento, sono adesso 191 quando ieri – secondo i dati del segretario regionale Pd, Barbagallo – erano 115. Una crescita continua che sta portando proprio Melilli, a pochi giorni dal voto online e dopo l’adesione di Carta, al secondo posto per iscritti tra i 21 comuni della provincia.
A meno di una improvvisa esplosione grillina o pro-Fava, non c’è altra chiave di lettura di questo boom melillese se non l’onda lunga della new entry Carta. Lo sanno bene anche all’interno del Pd provinciale. E ne prendono nota in queste giornate delicate, in cui si stanno ridefinendo gli equilibri nel partito ed i rapporti di forza che saranno decisivi nella scelta dei candidati alle regionali, alle nazionali ed alle amministrative 2023 a Siracusa. E non troppo sullo sfondo c’è la questione segreteria provinciale, dopo le dimissioni di Salvo Adorno.
Intanto, non è passata inosservata la presenza di un altro sindaco alla convention di ieri del Pd: Marco Carianni, primo cittadino di Floridia. “Sono un estimatore della Chinnici, non c’entro nulla con le dinamiche attuali del Partito Democratico”.




Da Siracusa la Chinnici “ricuce” con gli alleati di primarie. E Barbagallo avvisa il Pd siracusano

In una delle fasi più convulse della sua storia recente, il Pd siracusano ha accolto questa mattina Caterina Chinnici. Indicata dal partito Democratico come candidata alle primarie del campo progressista per le presidenziali della Regione Sicilia (barbara Floridia del M5s e Claudio Fava gli altri nomi, ndr), è stata accolta dal presidente provinciale Paolo Amenta che al momento riveste anche il ruolo di segretario facente funzioni, dopo le dimissioni di Salvo Adorno.
Caterina Chinnici ha illustrato la sua candidatura ed il percorso verso le elezioni regionali. Da Siracusa ha allontanato l’ipotesi che le primarie del campo progressista possano saltare a pochi giorni dal voto online.

Ad accompagnare la Chinnici anche il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo. Non è un mistero che il partito a Siracusa sia una polveriera. “Affronteremo la questione dopo le primarie”, taglia corto. Ma ha anche un messaggio per alcuni dirigenti provinciali.




Gaetano Cutrufo: “Sono e resto Pd, non sono io l’intruso o l’ultimo arrivato”

L’adesione al Pd di Giuseppe Carta agita da giorni il partito siracusano. All’incontro con Caterina Chinnici, questa mattina, il sindaco di Melilli era assente. Ma viene considerato una sorta di “concorrente” interno a Gaetano Cutrufo, e non solo in una eventuale lista per le prossime elezioni regionali.
Cutrufo ha seguito l’incontro del Pd con la candidata alle presidenziali del campo progressista. E risponde alla domanda sul suo futuro, dopo la vicenda Carta. “Sono dirigente del Partito Democratico, non vedo il motivo per cui dovrei andare da altra parte. Non sono io l’intruso o l’ultimo arrivato”.