Transizione energetica, approvata in Parlamento mozione per la zona industriale di Siracusa

E’ stata approvata nella serata di ieri, a Roma, la mozione unitaria riguardante l’impatto della transizione ecologica sul settore dell’industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione. Il documento condiviso da diverse forze politiche di maggioranza è stato redatto nella sua formulazione originaria da Stefania Prestigiacomo (FI) ed ha trovato l’appoggio di esponenti parlamentari siracusani di diversi partiti.
In aula a Montecitorio, prima della votazione, è intervenuto – ad esempio – Paolo Ficara (M5s). “Dobbiamo ridurre le emissioni che contribuiscono a produrre il surriscaldamento del Pianeta e dobbiamo farlo al più presto. Quest’azione, però, porta con sé un cambiamento radicale nel nostro modello economico e produttivo: le attività più impattanti devono riconvertirsi e questo processo non è né automatico né indolore”, ha affermato in Aula l’esponente del MoVimento 5 Stelle. a margine della discussione sulle linee generali della mozione presentata da Stefania Prestigiacomo e condivisa dalle forze politiche di maggioranza.

“La transizione ecologica ed energetica – ha proseguito – è urgente e necessaria e non più rinviabile, ma per arrivare a una sua definizione e a una totale decarbonizzazione dobbiamo accompagnare quelle attività, quelle imprese classificate hard-to-abate, cioè difficili da gestire e da trasformare, come quello della raffinazione. In Sicilia, ad esempio, insistono tre poli produttivi e assorbono quasi il 46% della capacità di raffinazione dell’Italia. Rischiamo, senza una transizione efficiente, equa ed inclusiva la perdita di migliaia di posti di lavoro”. E qui si inseriscono i contenuti della mozione con cui vengono chiesti al governo impegni precisi affinchè “la transizione sia orientata allo sviluppo e alla crescita, aiutando le imprese a riconvertirsi e salvando le eccellenze del nostro Paese, guardando, soprattutto, al futuro nell’interesse delle nuove generazioni”, ha concluso il suo intervento Paolo Ficara.
Subito dopo la votazione, il parlamentare siracusano ha confermato le interlocuzioni in corso per l’attivazione un tavolo tecnico-operativo al Mise, al quale definire le linee di intervento per la zona industriale di Siracusa. “Si deve evitare che il costo della non rinviabile transizione ecologica ricada su occupazione ed economia del Sudest siciliano”.
L’ex ministro Prestigiacomo si mostra soddisfatta per il risultato. “Il testo è divenuto unitario a seguito di un grande lavoro di mediazione tra tutti i gruppi parlamentari della maggioranza”, ha spiegato nei giorni scorsi. Si tratta di un atto particolarmente importante e che rafforza la zona industriale di Siracusa in ottica di green deal e transizione ecologica. La mozione impegna il governo a favorire gli investimenti nelle regioni del Meridione da parte delle imprese operanti nel settore della raffinazione e bioraffinazione, “al fine di perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile”, con la contestuale attivazione di risorse da destinare all’operazione. Tra queste, l’istituzione di un fondo per la decarbonizzazione, “finalizzato a uno specifico sostegno per quei settori produttivi che, per le specifiche caratteristiche produttive, hanno oggettive evidenti difficoltà ad abbattere le emissioni di anidride carbonica e a riconvertirsi, con conseguenze negative in termini economici e occupazionali, con particolare riguardo ai settori dell’autotrasporto, dell’agricoltura, della pesca e dei settori maggiormente energivori”. Il senso del provvedimento è chiaro: sostenere e agevolare le imprese nella ristrutturazione produttiva e per la riconversione ai fini della transizione energetica, attraverso anche una valutazione circa la possibilità di utilizzare allo scopo una quota delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.




Mazzarona, pochi controlli e mille discariche. Cavallaro (FdI): “Sindaco, avii percorso di riscatto”

Un ampio tratto di via Algeri versa in un grave stato igienico-sanitario. “Ci sono diverse discariche abusive, in parte sui marciapiedi e in parte sulla carreggiata, e poi ancora su un terreno incolto e non edificato in fondo alla strada. Non viene risparmiato neanche l’edificio scolastico oramai dismesso”, denuncia il dirigente regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Cavallaro. In questi giorni ha incontrato alcuni residenti e visto con i suoi occhi quello che è il quadro di disagio igienico per chi vive da quelle parti.
“Diversi cittadini mi riferiscono che i rifiuti abbandonati sulla strada vengono spesso trasportati da soggetti provenienti da altre zone della città. Indisturbati, li gettano sulla strada confidando nell’assenza di controlli. E così gli abitanti della zona si trovano a subire le condotte illecite di quanti si recano in via Algeri solo per realizzare e alimentare discariche, lì dove i controlli sono allentati, come avviene spesso nelle periferie”, analizza Cavallaro.
Il quadro generale, anche dando uno sguardo alle condizioni delle palazzine popolari, è tutt’altro che idilliaco. “Sembra di vivere ai confini del mondo, in una zona franca. Le periferie sono spesso prive di servizi e in stato di abbandono, soprattutto quando prive di attività commerciali e luoghi di attrazione e di aggregazione. Senza servizi, peggiorano sempre più le condizioni di queste aree che ora devono subire anche l’onta delle discariche”, il pensiero dell’esponente siracusano di FdI.
Per Paolo Cavallaro il Comune dovrebbe subito istituire un tavolo tecnico permanente, con il coinvolgimento del Prefetto e delle forze dell’ordine, “perché si avvii un percorso difficile e lungo, ma possibile, di riscatto di tutte le periferie della città e di coloro che vi abitano e che cercano di combattere, spesso senza alcun aiuto delle Istituzioni, una battaglia di riscatto sociale”.
Intanto, oggi, è stata condotta una prima operazione di bonifica di ampie aree di Mazzarona sepolte dai rifiuti. “Ma senza controlli e senza servizi tra pochi giorni saremo di nuovo punto e accapo”.




Autorità del Mare, Di Sarcina non piace a Forza Italia: continua il pressing sul ministro

Non si arresta il pressing di Forza Italia sul ministro Giovannini. Dopo la parlamentare siracusana Stefania Prestigiacomo, anche il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè ha chiesto la revoca della indicazione di Francesco Di Sarcina per la presidenza dell’Autorità del mare di Augusta e Catania. “Consideriamo un grave precedente politico, da parte del ministro Giovannini, la scelta del presidente dell’Autorità Portuale di Catania-Augusta senza la consueta condivisione da parte di tutti i gruppi parlamentari e, segnatamente, senza aver prima consultato Forza Italia, che fa parte della maggioranza di Governo e senza aver tenuto conto poi delle giuste rimostranze del gruppo che gli ha chiesto di rivedere la sua scelta”, scrive in una nota Miccichè richiamando così le motivazioni ripetute anche in aula nei giorni scorsi dall’ex ministro Prestigiacomo.
“Altrettanto grave – rincara Miccichè – appare il concerto che il Presidente della Regione Musumeci ha dato per una nomina in cui la Sicilia viene relegata a innocua e irrilevante provincia dell’impero al punto di mandare da noi un dirigente che bisognava spostare per lasciare libero un posto a La Spezia. Questa vicenda segna un vulnus di affidabilità nei rapporti fra Forza Italia e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Mobilità sostenibile e una pagina triste e grigia per la Presidenza della Regione siciliana che non ha colto il valore di questa battaglia”.




Gianni e l’incarico a Musco: “Il tecnico che serviva per un progetto ambientale da 40mln”

“Ho scelto una persona con le opportune conoscenze da giurista ambientale e capace di far si che il Comune di Priolo potesse partecipare ad un bando importantissimo, con fondi del Pnrr. Se per il PD e per Italia Viva non ha più diritto di lavorare perchè è stato destituito dalla magistratura, sono problemi loro…”. Senza mai nominarlo, il sindaco di Priolo Pippo Gianni risponde così alle critiche mosse per la decisione di nominare l’ex pm Maurizio Musco consulente del Comune, per la redazione di un progetto per un nuovo impianto di riciclo dei rifiuti urbani. “Non è un mio consulente, gli è stato assegnato un incarico una tantum per fornire la dovuta assistenza tecnico-giuridica per il nostro progetto innovativo”, spiega ancora il primo cittadino priolese.
Il “progetto innovativo” per il quale Musco ha fornito la sua assistenza tecnico-giuridica è quello relativo alla costruzione a Priolo di un impianto di biogas. Per la sua realizzazione, il Comune di Priolo sta partecipando ad un bando del Pnrr con la richiesta di 40 milioni di euro. La somma dà la dimensione dell’impianto, destinato nei piani dei suoi progettisti a servire l’intera provincia di Siracusa. L’area su cui potrebbe sorgere – qualora venisse finanziato – è stata già individuata: si tratta di un terreno ex Asi, acquistato dal Comune di Priolo negli anni scorsi. Si trova poco fuori il centro abitato e presenterebbe già le caratteristiche necessarie per ospitare un simile impianto. Tutti i Comuni della provincia di Siracusa potrebbero conferire qui la loro frazione organica, tagliando i costi di trasporto e conferimento del rifiuto e – di rimando – il costo del servizio in bolletta.
Il rifiuto organico verrebbe trattato all’interno di un sistema chiuso che utilizza due processi, la digestione anaerobica e il compostaggio. Il biogas prodotto viene sottoposto a upgrading, un trattamento di “purificazione” per eliminare CO2, impurità ed inquinanti. Il biometano, per fare un esempio, è un combustibile rinnovabile usato oggi per produrre elettricità, calore o per l’autotrazione.
Per la sua collaborazione come esperto esterno, a Maurizio Musco è stata riconosciuta dal Comune di Priolo la somma di 4.900 euro.




Treni, potenziare i collegamenti da e per Siracusa e sperimentare idrogeno: si alla mozione

Via libera all’Ars per la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, primo firmatario il deputato regionale Stefano Zito, con cui si impegna il governo Musumeci a potenziare i servizi ferroviari nel Sud-est della Sicilia, tra le province di Siracusa e Ragusa. L’atto parlamentare è stato approvato nel corso della seduta d’Aula di ieri e prevede l’incremento dei treni previsti per le tratte da e per Siracusa, in particolare con le città metropolitane di Catania e Messina, oltre a collegamenti giornalieri diretti tra Siracusa e Catania, con fermata nella stazione realizzata all’aeroporto Fontanarossa. Inoltre, la mozione spinge a finanziare il potenziamento della tratta Siracusa-Ragusa già nel prossimo contratto di programma 2022-2026 tra Rfi e il ministero; a proporre la Sicilia e le tratte Siracusa-Modica, Modica-Gela, Gela-Canicattì, Lentini-Gela per la sperimentazione dei treni ad idrogeno; ad avviare un servizio ferroviario suburbano tra la stazione di Siracusa e quella di Targia o di Priolo, per incentivare l’uso della mobilità sostenibile nel polo petrolchimico.
“Lieto per l’approvazione, che è avvenuta con il parere favorevole del governo – commenta il deputato regionale M5S, Zito – ma questo non cancella i diversi errori gestionali della Regione. Il governo Musumeci pare aver dimenticato che sono di sua competenza decisioni come quelle relative al numero di treni in servizio, alle tratte ed agli orari delle corse. Capita così, ad esempio, che da quando è attiva la fermata per l’aeroporto di Catania, non solo non è stato programmato nessun treno diretto ma non è stato neanche aumentato il numero dei treni in servizio”, precisa Zito.
“Il futuro delle province di Siracusa e Ragusa – aggiunge il deputato regionale M5S Giorgio Pasqua – è condizionato fortemente dalla possibilità per i turisti di potersi muovere su rotaia. Il potenziamento dei collegamenti fra l’aeroporto di Catania, la provincia di Siracusa, e da qui la provincia di Ragusa, può costituire la prima tappa per l’esplosione turistica della Sicilia sud orientale”. Posizione condivisa dalla collega deputata M5S all’Ars, Stefania Campo, che evidenzia la necessaria “intermodalità tra i mezzi di trasporto, dalla quale non si può prescindere – dichiara Campo – e infatti sono necessari collegamenti diretti da e per le ferrovie e gli aeroporti. Basti pensare all’aeroporto di Comiso, privo di collegamenti degni di uno Stato civile. Non possiamo che essere critici con il presidente Musumeci per non aver proposto al ministero, tra i finanziamenti del Pnrr, la creazione degli hub, dei punti di scambio fra le diverse tipologie di trasporto, così da permettere una fruizione agevole per tutti gli utenti”, conclude la deputata iblea.
Congratulazioni per l’approvazione della mozione anche dal vice presidente della commissione Trasporti della Camera, il 5 Stelle Paolo Ficara: “Il governo regionale – dichiara – aveva tutto il tempo necessario per agganciare queste richieste al Pnrr, assicurandosi così anche finanziamenti utili per la necessaria spinta infrastrutturale. Purtroppo c’è voluta una mozione e mesi di interlocuzione per vedere riconosciuto quello che un territorio importante, come la provincia di Siracusa, deve avere riconosciuto anche in termini di collegamento ferroviario”. Ficara ricorda poi come di queste prospettive si era discusso durante un incontro con Confcommercio Siracusa, nelle settimane scorse: “Avevamo assicurato in quella occasione un impegno non formale per evitare la marginalizzazione della stazione di Siracusa. Il risultato odierno conferma la credibilità del Movimento 5 Stelle”.




Un quarto ospedale di comunità in provincia, Pachino spera. “Razza mi ha detto che…”

L’ufficialità della correzione del piano regionale Sanità, finanziato con il Pnrr, si avrà martedì dopo il previsto vertice in Commissione Salute all’Ars. In quella sede, l’assessore Ruggero Razza dovrebbe confermare che per la provincia di Siracusa saranno quattro, e non tre, i nuovi ospedali di comunità. Si tratta di strutture da 20 posti letto, non per acuti. Il quarto ospedale di comunità verrebbe assegnato a Pachino. Questa almeno la richiesta partita dalla deputazione regionale ed in particolare da Rossana Cannata (FdI). “Ho avuto un’interlocuzione sull’argomento con l’assessore Razza – spiega – ed in riferimento all’impegno preso proprio pochi giorni fa, mi ha assicurato che in provincia di Siracusa verrà inserito un quarto ospedale di comunità”.
L’offerta di servizi di sanità pubblica a Pachino è oggi carente. Problemi per la guardia medica e problemi per il Pte, a causa della penuria di medici. Una serie di carenze lamentate da tempo e che hanno portato il sindaco Carmela Petralito a scrivere una lettera di formale protesta all’indirizzo dell’Asp di Siracusa, nel testo della quale parla di “situazione inaccettabile” a Pachino.




Autorità del Mare di Augusta, Stefania Prestigiacomo contro il ministro Giovannini

Continua la battaglia della parlamentare Stefania Prestigiacomo, contraria alla indicazione di Francesco Di Sarcina come presidente dell’Autorità del Mare con sede ad Augusta. Oggi in aula a Montecitorio, durante il question time, l’ex ministro ha sollecitato l’attenzione del ministro Giovannini sulla vicenda. La risposta ottenuta ha lasciato insoddisfatta l’esponente di Forza Italia. “Non le chiederò le dimissioni, in quest’occasione, perché faccio parte di questa maggioranza. Ma dovrei. È grave e inaccettabile ciò che è accaduto”, ha detto.
Prestigiacomo ha rivolto a Giovannini la richiesta di “ritirare la nomina del Presidente Autorità Portuale della Sicilia-Orientale, condivisa solo con un pezzo della maggioranza di governo, perché altrimenti si incrina in modo serio il rapporto di fiducia con un gruppo della maggioranza di governo. Forza Italia non può essere considerata dal ministro Giovannini un parente povero. L’invito pertanto è quello di ripensare una scelta manageriale assolutamente di ripiego, solo per liberare posizioni al nord e che di fatto affossa i porti di Augusta e Catania e le prospettive di sviluppo di un pezzo significativo del Mezzogiorno”.
La Prestigiacomo non ha risparmiato critiche per la scelta all’indirizzo del viceministro Cancelleri. “Dietro le polemiche probabilmente si nasconde la grave crisi nel centrodestra esplosa dopo la settimana del Quirinale. Ad oggi, è un dato di fatto, tutti i nomi proposti sono stati criticati, compreso l’ultimo”, argomenta sponda M5s il parlamentare siracusano, Paolo Ficara. “La nostra unica intenzione era quella di chiudere la gestione commissariale, convergendo sul nome proposto dal ministro che ha scelto tra una rosa di professionisti con ottimi curricula ed esperienza nel mondo della portualità”, aggiunge.




Piano Sanità della Regione, “per la provincia di Siracusa mancano due ospedali di comunità”

Il piano studiato dall’assessore regionale Razza per la provincia di Siracusa, non convince. Con la quota parte degli 800 milioni del Pnrr destinati alla sanità Sicilia, mancano all’appello – nel territorio aretuseo – “almeno due ospedali di comunità in più”. Lo sostiene Enzo Vinciullo, responsabile provinciale della Lega. A trarre in inganno la Regione, secondo Vinciullo, sarebbero stati gli errati dati demografici allegati alla relazione, che stimano i cittadini della provincia in 360 mila anziché 404 mila.
Ieri sera, a Pachino, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Pachino, Portopalo e Rosolini hanno rilanciato la proposta di istituire un ospedale di comunità nella Zona Sud. “MA occorre un ospedale di comunità anche nella Zona Montana”, ha ricordato Vinciullo.
“Nel caso non assegnassero il quinto ospedale di comunità alla nostra provincia, quello assegnato alla città di Siracusa può benissimo essere assegnato alla Zona Montana, in quanto la città di Siracusa, insieme alla sua provincia, non ha bisogno di un ulteriore ospedale di comunità ma, come da accordi già stabiliti, dell’Ospedale di Secondo Livello. Mi appello, quindi, al Presidente dell’Unione dei Comuni ‘Valle degli Iblei’, il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, e al sindaco del Comune di Palazzolo Acreide affinché, con l’urgenza del caso, possa essere convocato un consiglio comunale aperto, in modo tale che la prossima settimana, sul tavolo della Commissione Sanità e della Commissione Bilancio, possa arrivare anche la richiesta della comunità montana che rivendica, giustamente, il rispetto dei propri diritti ad avere una sanità vicina, così come avviene nel resto della Sicilia”.
E Vinciullo cita il caso di Palazzo Adriano, cittadina di 2000 anime del palermitano, a cui sono stati assegnati 2 ospedali di comunità. “Non capisco il motivo per cui la Zona Montana della provincia di Siracusa, che vale 20 volte il noto centro palermitano, famoso per essere stato il set cinematografico di Nuovo Cinema Paradiso, non debba avere almeno un ospedale di comunità”.




Emendamento “salva conti” della ex Provincia, primo si. Ficara: “Evitato un nuovo dissesto”

Il parlamentare siracusano Paolo Ficara è il primo firmatario di un emendamento che “salva” i conti della ex Provincia Regionale. Il testo, in verità, è determinante per la vita di molti enti pubblici oggi in dissesto finanziario.E’ stato approvato in commissione alla Camera, con il parere favorevole del Mef e del Ministero dell’Interno, durante la discussione del decreto Milleproroghe.
Concede, in sintesi, cinque anni di tempo in più alle Province ed ai Liberi Consorzi in dissesto finanziario per dimostrare l’equilibrio finanziario, a patto che abbiano presentato una ipotesi di bilancio riequilibrato entro il 2022. “E’ il caso della ex Provincia Regionale di Siracusa – spiega, ad esempio, Ficara – che quest’anno presenterà un bilancio riequilibrato ma con un disavanzo ancora da ripianare. Con il mio emendamento, potrà recuperare questo disavanzo in cinque anni, evitando di incorrere in un secondo default, i cui effetti sarebbero stati devastanti”. Un ente in dissesto ha, infatti, cinque anni di tempo per rimettere i conti in piedi ed evitare una seconda procedura di default.
“Con questo emendamento si permette invece di dare piena concretezza al grande lavoro svolto in questi anni per chiudere il dissesto. Fondamentale la sensibile assistenza fornita dalla viceministra Laura Castelli e dall’Unione delle Province Italiane, senza dimenticare quanto fatto dagli uffici dello stesso ente siracusano”, spiega il parlamentare pentastellato. “Rimane fondamentale la necessità di una riforma dell’assetto delle ex Province siciliane, trasformate in Liberi Consorzi dalla finta riforma Crocetta. Una revisione dell’assetto fondamentale anche per attivare il percorso virtuoso dei fabbisogni e costi standard nella quantificazione dei servizi erogati”.
L’emendamento di cui è primo firmatario Paolo Ficara, alla luce della sua rilevanza per il territorio siracusano, è stato condiviso e sottoscritto anche dal collega pentastellato Filippo Scerra e la forzista Stefania Prestigiacomo (FI).
Questo il testo integrale oggi approvato in Commissione: “Per le Province delle Regioni a Statuto ordinario, per i Liberi consorzi comunali della Regione Sicilia e per le Province della Regione Sardegna in dissesto finanziario che presentano l’ipotesi di bilancio riequilibrato entro il 31 dicembre 2022, dimostrando l’impossibilità di realizzare l’equilibrio finanziario durevole nel periodo di riferimento dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, sulla base della relazione della Commissione Stabilità finanziaria di cui all’art. 155 del D. Lgs. 267/2000 e al D.P.R. 8 novembre 2013, n 142 e del Collegio Revisori dell’ente, dal 1 gennaio 2023 decorre il nuovo termine di cinque anni di cui al comma 1-ter dell’art. 259 del Decreto legislativo 267/2000“.




Di Sarcina verso la presidenza dell’Autorità del Mare. Prestigiacomo (FI): “Inaccettabile”

Dopo l’intesa con tra il ministro Giovannini ed il presidente della Regione Musumeci sul nome di Francesco Di Sarcina, manca solo il voto delle commissioni parlamentari per la definizione conclusione della lunga partita per la presidenza dell’autorità Portuale della Sicilia Orientale (Augusta-Catania). Non ci sta l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, contraria dal primo minuto. “La nomina del Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta-Catania da parte del ministro Giovannini è stata concordata con i gruppi di maggioranza ad esclusione di Forza Italia. E’ stata infranta una prassi di condivisione fra i gruppi che sostengono il governo, un metodo che invece aveva condotto a scelte condivise per altre autorità portuali come Ancona e la stessa La Spezia. Affossare Augusta con una scelta manageriale di ripiego significa compromettere la crescita del Mezzogiorno. Una scelta scellerata e che richiede una assunzione di responsabilità del Governo nel suo complesso”.
La parlamentare azzurra si appella al presidente Draghi ed ai ministri di Forza Italia (Gelmini, Carfagna e Brunetta): “Dicano come la pensano, assumano una posizione chiara su questo caso che non è solo politico, è anche economico e sociale, per i riflessi che potrebbe avere sullo sviluppo dell’area e sugli assetti occupazionali.
Da parte nostra sottoporremo la questione anche a livello UE coinvolgendo il direttore generale delle politiche regionali di Bruxellese, Marc Lemaitre”.
Per la Prestigiacomo, la scelta di Francesco Di Sarcina sarebbe “frutto di un accordo a spese della Sicilia e, ahi noi, che vede la condivisione personale del presidente Musumeci, forse poco attento al fatto che pur di liberare il posto di segretario generale a La Spezia si è promossa una figura che altrimenti non avrebbe mai potuto ambire a ricoprire tale incarico. Il porto petrolifero di Augusta, riconosciuto dall’Europa come porto ‘core’, ha potenzialità di crescita e sviluppo che da oltre 20 anni, a causa di scelte scellerate, restano inespresse. Siamo l’unico porto privo di progetti finanziabili pur avendo immense possibilità di diventare scalo principale del Mediterraneo. Una ennesima scelta sbagliata per i prossimi 4 anni penalizzerà lo sviluppo dell’isola. Siamo basiti dal fatto che non si vuole comprendere che ciò che ci sta a cuore è esclusivamente il futuro del nostro paese. Giovannini sembra non sapere che abbiamo dovuto subire anni di gestione inconcludente tanto per la bonifica della rada per la quale da 12 anni giacciono fondi non spesi in una contabilità speciale presso la regione siciliana, quanto per la trasformazione dello scalo in hub internazionale. Un ritardo che ha penalizzato e continuerà a penalizzare il Mezzogiorno, la sua crescita e l’occupazione. Chiedo quindi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di ripensarci. Di tornare indietro. Ribadisco altresì l’invito al presidente Musumeci di revocare l’intesa su una scelta non condivisa che non rispecchia le esigenze del territorio e della portualità della Sicilia sud orientale”.