Elezioni Amministrative. Avola, nel segno dei Cannata: dopo Luca, sindaco è Rossana

Dopo il fratello Luca, è Rossana Cannata il nuovo sindaco di Avola. Per la deputata regionale un successo annunciato ma non per questo meno importante e che conferma la città dell’esagono “roccaforte” di Fratelli d’Italia nel siracusano. A sostenere la candidatura di Rossana Cannata dieci liste: #Coerenza Avola, Avola – la Forza dei Fatti, Avola… la Nostra Terra, Continuiamo la Favola, Forza Italia, Fratelli d’Italia, I Love Avola, Lista Civica – Futuro migliore, Noi con l’Italia, Primavera Italia. Avuta la certezza di avere matematicamente superato la soglia percentuale prevista per l’elezione al primo turno, è partita la festa.
“Ha vinto la credibilità, l’onestà, la concretezza. Ha vinto la competenza. Ha vinto la voglia di continuare a fare”, ha detto. “Sono orgogliosa e onorata di essere la prima sindaco donna di Avola e di mettere al servizio della città la sensibilità, la grinta, le capacità e le qualità femminili, nonché tutta l’esperienza che ho maturato in questi anni al parlamento siciliano. Il Palazzo di città continuerà ad essere la casa di tutti gli avolesi che hanno a cuore il bene e la crescita di Avola e dei suoi cittadini. Grazie infinite a tutta la mia coalizione e a tutta la comunità avolese per il prezioso sostegno, la forza, la stima e l’affetto che mi sono stati trasmessi in questa movimentata e straordinaria campagna elettorale. Grazie a quanti hanno permesso di continuare a scrivere una bellissima pagina per la nostra splendida Avola”.
Rossana Cannata ha superato la concorrenza di Nino Campisi (candidato della Destra supportato da C’è un’Altra Avola, No Gender nelle Scuole Avola con il Popolo della Famiglia, Progetto Avola, Siamo Avola, Sicilia Futura-Iv) e di Corrado Loreto (Avola in Movimento, Idee per la Città, Partito Democratico, Rinascita & Libertà, Sicilia Libertas Unione di Centro).




Elezioni Amministrative. A Melilli vince Giuseppe Carta, “risultato storico nella portata”

“Insieme a voi, ancora per altri 5 anni”. Così Giuseppe Carta ha commentato sui suoi canali social la rielezione a sindaco di Melilli. A poche ore dall’inizio delle operazioni di spoglio è apparso subito netto il divario con lo sfidante, Pippo Sorbello. Tant’è che la festa è potuta cominciare ben presto dell’ufficialità dei dati, con Carta accredito di un possibile 73%-75% che avrebbe il sapore di un plebiscito. “La più alta percentuale di gradimento di tutta la provincia, risultato record”, sottolinea subito durante il suo intervento in diretta su FMITALIA.
“Abbiamo portato a casa un risultato storico che punisce la coalizione avversaria e premia il nostro lavoro. E’ stata una campagna elettorale dai toni troppo accesi e alle volte d’attacco alla mia persona. Un metodo che non ha premiato i miei avversari”. Il futuro? “Continueremo con umiltà, ascoltando tutti, operando con i fatti”.




Elezioni Amministrative. A Canicattini Bagni fa festa Paolo Amenta, tornato sindaco

Paolo Amenta torna sindaco a Canicattini Bagni. Dopo la “parentesi” affidata a Marilena Miceli (che non si è ricandidata), il presidente provinciale del Pd ritorna a guidare la cittadina del liberty e della musica. Lo fa superando un avversario “ostico” come Danilo Calabrò.
Paolo Amenta ha chiuso con il 52,1% (1.848 voti) mentre Calabrò si è fermato al 47,9%. Festa nel quartier generale di Paolo Amenta, con i sostenitori che hanno gremito la centrale via di Canicattini. Hanno votato in 3.986, a fronte di 6.958 elettori (57.28%, -3.52% rispetto alle passate amministrative).




Elezioni Amministrative. A Solarino è il momento di Peppe Germano, “la città svolta”

Il nuovo sindaco di Solarino è Giuseppe Germano (La Svolta Buona). Nome importante del grande centro in provincia di Siracusa, ha superato la concorrenza di Paola Gozzo (Cambio Passo) e Salvatore Oliva (Oliva Sindaco). L’ultima proiezione accredita Germano di circa 1.900 preferenze su 4.652 voti validi (affluenza al 62.32%).
Festa composta per il neo primo cittadino, la cui marcia di avvicinamento a palazzo di città era iniziata circa due anni addietro. “Mi sono sorpreso della serenità con cui ho affrontato questo momento. Ero fiducioso di poter fare bene. Ho formato squadra competitiva e siamo riusciti a creare un progetto credibile. Abbiamo fatto un lungo cammino, giocando una partita a volto scoperto sin dal primo momento. I risultati ci premiano. Solarino ha deciso finalmente di svoltare”.




Elezioni Amministrative: nella piccola Cassaro riconferma per Mirella Garro

Il comune più piccolo chiamato alle urne in questa tornata elettorale, in provincia di Siracusa, è stato quello di Cassaro. Su 879 aventi diritto, sono andati a votare in 504 (57.33%). Le urne hanno premiato l’uscente Mirella Garro (Cassaro Vale), riconfermata alla guida di Cassaro con il 72.46% delle preferenze (350 voti). Ha avuto la meglio sullo sfidante Salvatore Pisasale (Viviamo Cassaro) che non è andato oltre le 133 preferenze (27.54%).
“Sono molto contenta e grata ai miei concittadini. E’ stato evidentemente apprezzato il lavoro condotto in questi cinque anni. Quando sono stata eletta la prima volta, ho dovuto dichiarare subito dissesto. Adesso, a distanza di cinque anni, posso dire di avere rimesso in ordine i conti del Comune”, ha detto la Garro intervenuta in diretta su FMITALIA.




La crisi della zona industriale siracusana, lettera a Musumeci: “Siete governo disattento”

“Ho inviato una lettera politicamente violenta all’indirizzo del presidente della Regione”, diceva nei giorni scorsi su FMITALIA il sindaco di Priolo, Pippo Gianni. Oggi quella missiva è diventata pubblica. E sul tema della zona industriale di Siracusa, in crisi tra situazione internazionale e transizione energetica, il primo cittadino priolese tira le orecchie ad un governo Musumeci quantomeno, a suo giudizio, disattento. “Disattenzione politica e amministrativa davanti ad uno scenario sociale martoriato prima dai disastri della pandemia ed ora dai disastri della guerra”, scrive Gianni.
“Lo stato di disattenzione e di abbandono diventa tragedia per le popolazioni del Comune di Priolo Gargallo e dei Comuni limitrofi ubicati ai margini della più grande area industriale del Paese, allorquando cessati gli effetti letali della pandemia si è presentato il mostro della guerra con le prevedibili disastrose conseguenze economiche per i lavoratori delle raffinerie e delle loro famiglie”, puntualizza poche righe dopo.
“Non è tollerabile la disattenzione del Governo regionale da Lei presieduto e tantomeno l’atteggiamento di inerme attesa davanti alla possibilità reale e di quasi immediata attuazione di quei processi virtuosi che permetterebbero con le risorse economiche comunitarie di percorrere la strada della riconversione industriale dell’area interessata in perfetta sintonia con l’obiettivo della transizione energetica e, non di meno, l’attivazione delle iniziative necessarie al miglioramento delle condizioni ambientali e, quindi, della salute delle popolazioni”. Gianni salva, invero, l’assessore regionale Mimmo Turano – forse per vicinanza politica – e scarica ogni responsabilità su Musumeci.
Comunque, sarebbe “auspicabile un autorevole intervento del Governatore della Sicilia nell’ambito delle iniziative con le quali la Commissione Europea affronterà nella seduta di fine giugno il problema relativo alle eventuali deroghe di ottemperanza al rispetto dell’embargo petrolifero che dovrebbe attuarsi a decorrere da gennaio 2023 e quello relativo alla possibilità di deliberare un canale di garanzia bancaria per le aziende che come la Lukoil hanno la necessità di acquisire la materia prima presso fornitori diversi dalla Russia. Occorre – è l’analisi di Pippo Gianni – un rigurgito di dignità politica da parte del Governo per mettere insieme organicamente dette proposte e includerle in un crono programma esecutivo sul quale l’Amministrazione regionale è tenute solamente ad esprimere una manifestazione di interesse ed un parere di fattibilità economica”.




Italia Viva, accuse e dimissioni: va via la Lo Giudice, ma la frattura non turba il partito

La lettera di dimissioni è arrivata mentre i maggiorenti provinciali di Italia Viva Siracusa, insieme al senatore Davide Faraone, stavano illustrando in conferenza stampa la posizione del partito verso i quesiti referendari di domenica 12 giugno. La segretaria cittadina, Donatella Lo Giudice, la responsale Disabilità Mirella Abela e la responsabile Pari Opportunità Maria D’Andrea hanno lasciato Italia Viva.
La comunicazione non sembra, però, aver turbato i vertici locali di IV. Nessun commento ufficiale, ma fonti vicine alla segreteria provinciale spiegano che il direttivo cittadino era già stato sciolto il giorno precedente alla lettera di dimissioni. Quindi sarebbero delle dimissioni inutili, perchè collegate ad una carica già congelata. Una circostanza, però, smentita dalle tre dimissionarie. La frattura interna non pare, comunque, colpire al cuore gli equilibri di Italia Viva a Siracusa.
Rimangono sul tavolo, però, le forti critiche di Donatella Lo Giudice all’indirizzo, in particolare, di Giancarlo Garozzo. “La profonda frattura che si è creata e via via amplificata nel rapporto sia umano che politico nei riguardi di Giancarlo Garozzo, nonché della segretaria provinciale e del mio omologo cittadino Salvatore Piccione, non mi consentono di proseguire il cammino politico”, spiega la Lo Giudice.
L’ex segretaria cittadina rimprovera ad Italia Viva “un approccio populistico e avvelenatore di pozzi che ormai perfino i 5stelle hanno abbandonato. Un approccio che affronta i contenuti ed i temi di questa città come un match, aduso sferrare un colpo al sindaco o alla sua giunta, è la negazione della mia idea di politica. Lo dico, lo scrivo e lo affermo non condividendo molte delle scelte operate da questa amministrazione”, aggiunge a proposito.
Le ragioni profonde delle dimissioni sarebbero da ricercare anche nel ruolo del direttivo cittadino che, per la Lo Giudice, era diventato “esecutore materiale di servizi fotografici e comunicati stampa purchè si scriva tutto il male possibile. Ritengo che così facendo non si lavori nell’interesse della città e dei cittadini, ritengo che si stia provando a dare la caccia ai voti cavalcando un dissenso che è pur presente ed ampio in questa città”, dice amara l’ex segretaria cittadina.
Ma a tenere banco dentro Italia Viva, in verità, al momento è la discussione sul nome del possibile candidato sindaco per il capoluogo. Pare raffreddarsi la pista che conduceva all’indicazione della segretaria provinciale, ed ex assessore comunale, Alessandra Furnari. In questa fase, poi, da definire ci sono anche le modalità di scelta di un eventuale candidato condiviso con gli alleati, dal centrosinistra al campo largo.




Mazzarona e le periferie, Italia Viva: “impegni disattesi dall’amministrazione comunale”

“Bene il punto denunce dei Carabinieri nella ex scuola di via Algeri, ma considerato lo stato attuale dell’immobile, ristrutturato ma ancora privo di porte e infissi, temiamo che se il completamento dell’opera sarà a carico del Comune i tempi per la consegna dello stabile ai Carabinieri saranno molto lunghi”. A dare voce al dubbio sono il coordinatore cittadino di Italia Viva, Salvatore Piccione, e il responsabile politiche per le periferie, Francesco Umina.
“Purtroppo questa amministrazione ci ha abituati agli annunci che non vedono sbocco concreto: lo sviluppo delle
periferie era tra gli impegni più importanti assunti dal sindaco Italia in campagna elettorale, ma la
cruda realtà dei fatti ha fatto emergere l’inconsistenza di quell’impegno”, l’affondo di Piccione e Umina. “Proprio la Mazzarona costituisce lo specchio più impietoso del fallimento della sindacatura Italia: un quartiere totalmente
abbandonato dall’amministrazione. Sempre alla Mazzarona, in via Barresi, nell’edificio in cui era ubicato l’ex ufficio casa, dovrebbe esistere una guardia medica, secondo l’accordo siglato nel 2016 tra Comune e ASP. Tuttavia, a distanza di sei anni l’ASP non ha dato seguito agli impegni assunti e la struttura è chiusa: perché l’amministrazione comunale non si è attivata per revocare la convenzione e per rientrare nel possesso dell’immobile? Nello stesso stabile sono chiusi pure i locali dell’ex Circoscrizione Grottasanta e la biblioteca di quartiere”, spiegano gli esponenti di Italia Viva. “È concepibile che pur avendo una struttura comunale inutilizzata, l’amministrazione preferisca spendere centinaia di migliaia di euro dei contribuenti in locazioni per uffici comunali? Nulla si sa del recupero dell’edificio scolastico di Via Algeri, rimasto in preda ai vandali. L’intera gestione del patrimonio comunale è un esempio di cattiva amministrazione”, il giudizio senza appello di Salvatore Piccione e Francesco Umina.




“Tutelare gli interessi dell’Italia, evitare chiusure nella zona industriale”: il M5s scrive a Draghi

Dopo il vertice convocato dal Mise ieri a Roma e dedicato ad una nuova analisi del caso Isab-Lukoil, in attesa di quelle che saranno le mosse del governo, il M5s torna ad incalzare l’esecutivo Draghi ed i ministeri competenti. I parlamentari siracusani Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana e Pino Pisani apprezzano la nuova attenzione “ma non basta” per risolvere la delicata vicenda. Per questo hanno inviato una nuova nota al premier Draghi ed ai ministri Giorgetti e Di Maio. Si tratta di un secondo appello dopo quello dello scorso 30 aprile, recapitato sempre al presidente del Consiglio dei Ministri.
“Con il blocco delle importazioni via mare di petrolio dalla Russia, rischiamo di avere conseguenze disastrose per la Sicilia e non solo. Con la chiusura di Isab collasserebbe l’intera zona industriale di Siracusa, si avrebbero gravi perdite per il porto di Augusta che movimenta ogni anno milioni di tonnellate di merci, in cui i prodotti Isab hanno un peso determinante, per non parlare delle pesanti ripercussioni sul futuro occupazionale dei circa 10.000 lavoratori del settore”, sottolineano nella loro lettera i parlamentari pentastellati.
Per questo, la deputazione cinquestelle siracusana chiede a Draghi ed ai ministri Di Maio e Giorgetti “la massima attenzione per la vicenda”, insieme all’indicazione “di una strategia chiara con soluzioni tecniche adeguate per salvaguardare la zona industriale di Siracusa” attraverso le necessarie “misure concrete che scongiurino una vera e propria emergenza sociale”.
Come rappresentanti del territorio siracusano, i parlamentari pentastellati hanno poi chiesto al Governo “misure per salvaguardare in ogni sede gli interessi del nostro Paese e che permettano all’Italia di mettere in sicurezza il polo siracusano ed assicurarne la continuità produttiva”.




Il futuro della zona industriale di Siracusa, parla Salvini: “Operai sono la priorità”

A Palermo per presentare i candidati della lista di Prima l’Italia alle amministrative del capoluogo di regione, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato del caso Isab-Lukoil e del futuro a rischio per l’intera zona industriale anche a causa del contraccolpo delle sanzioni internazionali contro la Russia. “Gli operai di Priolo sono una priorità. Per ora le sanzioni danneggiano l’Italia non la Russia. Qui c’è il rischio che restino per strada migliaia di persone che lavorano alla raffineria”, riporta l’Ansa.
Un’altra agenzia, l’AdnKronos, riferisce anche di una ulteriore dichiarazione del leader leghista in risposta a chi faceva presente quanto davvero fosse concreto il rischio di lasciare migliaia di persone senza lavoro. In quel caso, “vanno a mangiare a casa di Renzi, di Letta o Di Maio” la provocatoria risposta di Salvini.
Ieri a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico, nuovo incontro dedicato all’esame della complessa situazione. Fonti vicine alla società petrolifera definiscono l’incontro “interlocutorio”. Non manca chi sottolinea con sorpresa l’assenza del ministro Giorgetti, esponente della Lega. E proprio dal suo partito spiegano però che non era prevista la partecipazione del titolare del Mise che non aveva in agenda alcun incontro sul tema. Almeno, non per il momento. Sarebbero altre le strutture ministeriali incaricate, per ora, di esaminare la vicenda.