Le altre reazioni: Ternullo, “grave errore del governo”; Cutrufo, “Convocare Stati Generali”

Ancora reazioni politiche, in uno dei giorni più complessi per la zona industriale di Siracusa finita sotto pressione a causa delle sanzioni internazionali alla Russia. Per la deputata regionale Daniela Ternullo (FI), “il governo centrale sta commettendo un grave errore sulla vertenza legata alla raffineria Isab di Priolo e l’embargo del petrolio russo imposto dall’Unione Europea entro fine anno. Quale sarebbe la sorte dei lavoratori attualmente contrattualizzati con Lukoil? Si tratta di migliaia di padri e madri di famiglia, improvvisamente sbattuti fuori dalla porta di servizio della raffineria. Mi spiace tornare nuovamente sull’argomento ma se il governo Draghi aspetta il momento più opportuno per intervenire, bene quel momento è arrivato. Di certo Forza Italia non starà a guardare lo scempio economico e sociale causato dall’effetto domino di una guerra insensata, in cui si fanno gli interessi più assurdi fuorché dei lavoratori. Come ribadito dall’on. Stefania Prestigiacomo, il cui ragionamento è da me condiviso nella sua interezza, serve un tavolo tecnico nazionale per evitare l’irreparabile”.
Interviene anche l’esponente Pd, Gaetano Cutrufo. “Più di un mese fa ho ritenuto necessario sollecitare le forze politiche perché intervenissero nei confronti del governo regionale e di quello nazionale per attivarsi al fine di evitare che il conflitto in Ucraina avesse una pesante ricaduta anche sul territorio aretuseo. La preoccupazione che il domino sanzioni alla Russia-Lukoil-Isab-intero bacino di Priolo potesse concretizzarsi immediatamente era ed è evidente. Solo la miopia politica di una classe dirigente lontana dagli interessi dei siciliani e dei siracusani in particolare può continuare a sostenere una posizione di attesa. Condivido le preoccupazioni del Presidente di Confindustria Diego Bivona – scrive Cutrufo – e credo che istituzioni e organizzazioni di categoria e sindacati debbano promuovere una sorta di ‘Stati Generali’ aperti anche agli istituti di credito del siracusano per elaborare una strategia a salvaguardia del polo di Priolo-Melilli. Lo dobbiamo ai siracusani e al futuro del territorio”.




Mancano i medici in ospedale, soluzione tampone: “specializzandi dall’Università”

Per evitare che possa ripetersi una nuova chiusura dell’ambulatorio di Ginecologia dell’ospedale di Siracusa, “arriveranno dall’Università di Catania 4 medici specializzandi”. La notizia arriva dal mondo della politica prima che dall’Asp di Siracusa. E’ infatti il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia) ad informare le redazioni sull’esito di un incontro con il dg dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa, dedicato al problema della mancanza di medici per l’ospedale del capoluogo che pure si vorrebbe presto dotare di una nuova, grande sede.
L’intesa raggiunta vale come soluzione tampone. “Si colma per ora una lacuna”, conferma Cafeo. “Ma sia chiaro che senza un potenziamento reale del personale sanitario il problema rischia di ripresentarsi in altre occasioni. L’appello, che rivolgo alle forze politiche e sociali di questo territorio, è di lavorare, insieme, perché il Governo decida di investire, in modo concreto, sulla sanità. Il potenziamento di un settore così strategico può avvenire soltanto attraverso risorse umane e innovazione tecnologica”.
“Discutere sulla chiusura di un reparto di un ospedale non è un tema su cui costruire polemiche – conclude Giovanni Cafeo – meglio spendere risorse e attenzioni su come farli meglio funzionare, perché non dobbiamo dimenticare la nostra principale missione: dotare il territorio di un’adeguata assistenza sanitaria”.
E’ corretto però ricordare che le assunzioni in sanità spettano alla Regione. Per mille traversie, la Sicilia non è tra quelle più attente al tema.

foto: Giovanni Cafeo (a destra) in un recente incontro con l’assessore regionale alla salute, Rizza




Civico4: “Polizia Municipale, non ci sono vigili ma a Bilancio entrate per multe faraoniche”

Le gravi carenze all’interno dell’organico della Polizia municipale di Siracusa sono al centro di un nuovo intervento di Civico4. L’analisi del movimento politico guidato di Michele Mangiafico parte dalla proposta di Bilancio per il 2022 e dalla proposta pluriennale 2022-2024, approvata dalla Giunta lo scorso 24 maggio. “Con grave ritardo e passando la palla al commissario”, spiega Mangiafico.
Tra gli allegati che vanno a comporre il bilancio di previsione 2022, c’è la delibera numero 79 dello scorso 10 maggio (Piano del Fabbisogno del Personale per gli anni 2022-2024). Quest’ultima “contiene 41 profili professionali, per un totale di spesa di 207.613,33 euro, senza neanche un agente di polizia municipale”, spiega Mangiafico il quale ricorda l’intervento, in un Consiglio comunale del 2019, del comandante Enzo Miccoli e della dirigente Maria Grazia Di Stefano i quali confermavano le grandi carenze.
“Da parte di entrambi i dirigenti veniva rappresentata l’urgenza di almeno 40 nuovi ingressi nel corpo di Polizia Municipale, che comunque non avrebbero colmato il gap tra vigili in servizi e vigili in pianta organica, ovvero 121 al 2019 per un totale auspicato – a detta loro – di 245. Un gap numerico che si aggiunge a quello anagrafico (ovvero un’età media di 55 anni). Nonostante ciò, di fronte all’urgenza di un corposo investimento col piano del fabbisogno e con i successivi concorsi comunali, l’Amministrazione comunale che in questi anni ha governato la città ha guardato altrove, lasciando al corpo di Polizia Municipale solo le briciole”, il pensiero di Michele Mangiafico.
L’ultimo Piano di miglioramento dell’efficienza dei servizi approvato dalla Giunta Municipale (delibera di Giunta numero 167/2021) “riferisce di 134 unità impegnate all’interno del corpo di Polizia Municipale. Di queste, sei non più in servizio nel 2021 e due a tempo determinato. Altre autorizzate a prestare servizio nei vicini comuni della provincia. Tuttavia – fa notare Mangiafico -l’Amministrazione comunale (delibera 67/2022) ha la pretesa di allegare al bilancio una cifra folle di 9.499.060,90 di euro di contravvenzioni per il 2022 di cui 7.530.354,30 a carico delle famiglie: ogni cittadino inizia l’anno con un carico medio di 63 euro di multa!. Ma come pensate di fare tutte queste multe? Il corpo di Polizia Municipale sarà destinato solo a fare contravvenzioni ai cittadini?”, si chiede.
Civico4 fa notare, infine, che sullo stesso capitolo di bilancio, il 5636, già il Rendiconto 2020 riportava minori entrate per -5.353.460,41. “Siamo certi della ‘veridicità’ di questi bilanci e del fatto che sia una politica responsabile e lungimirante quella di fondarli sulla previsione di astronomiche contravvenzioni a carico dei cittadini? Ancor più se in assenza di adeguate forze di polizia municipale?”. Ecco perchè Civico4 chiede la revisione del piano del fabbisogno del personale con integrazione di nuove unità per il corpo di polizia municipale e la revisione delle previsioni di entrata del Bilancio con cifre oggettivamente più credibili rispetto a quelle riportate.




Il Pd ritrova la pace: stop alle lacerazioni sulla segreteria, unità per costruire un’alternativa

Secondo la lettura più rosea, il Pd di Siracusa ha ritrovato unità. Di fatto, un segnale chiaro di pacificazione interna è arrivato dall’approvazione all’unanimità della relazione del segretario provinciale, Salvo Adorno. Un dato che è facile leggere come riconoscimento dell’impegno nella gestione del partito e un implicito superamento delle “battaglie” da tempo in corso attorno alla sua segreteria. Le divisioni, in particolare tra cutrufiani ed adornisti, sarebbero alle spalle. In una breve nota della segreteria provinciale si parla di “una nuova fase di dialogo e confronto unitario dentro gli organismi del partito”.
Durante l’assemblea del PD di Siracusa eletta anche la direzione del partito, approvato il bilancio e la sostituzione di un membro dimissionario della Commissione di garanzia. La neo costituita direzione – come da statuto – diventa adesso “luogo” del confronto in cui affrontare le questioni che di volta in volta saranno poste sul tavolo della politica.
La relazione del segretario ha evidenziato “l’importanza di aprire dentro gli organismi un dibattito ampio e partecipato su tutti i problemi posti dal territorio e di costruire un solido partito unito, nell’affrontare i temi politici e le scadenze elettorali sia a livello provinciale, sia nei circoli comunali, a partire dall’organizzazione delle prossime primarie per l’elezione del candidato alla presidenza della Regione”. L’assemblea ha riconfermato l’attuale posizione espressa dal partito nei confronti dell’amministrazione comunale del capoluogo, motivo per cui lavora ad una alternativa per Siracusa in occasione delle amministrative del 2023.

foto archivio




Verso le amministrative: Canicattini, sfida a due tra Paolo Amenta e Danilo Calabrò

Sono cinque i comuni del siracusano chiamati alle urne il prossimo 12 giugno. Occhi puntati, in particolare, su Avola e Melilli ma è politicamente interessante anche il caso di Canicattini Bagni. Due i candidati sindaco: Paolo Amenta, in passato già primo cittadino e nome di primo piano del Pd siracusano, e Danilo Calabrò, avvocato che cinque anni fà non diventò sindaco per poco meno di 30 voti. Ha deciso di non ripresentarsi, invece, il sindaco uscente, Marilena Miceli.
Si vota il 12 giugno, lo spoglio inizierà l’indomani. Il sistema è quello maggioritario: chi prende più voti, anche uno solo in più dello sfidante, viene proclamato sindaco.
Nello schieramento a sostegno di Calabrò ci sono insieme pezzi del M5s locale (mentre il Pd è compatto al fianco di Amenta) e di Forza Italia, in particolare il gruppo di Forza Canicattini, vicino all’ex assessore regionale Edy Bandiera. “L’unica strada da percorrere è la via del cambiamento, del rinnovamento e della discontinuità amministrativa, rispetto agli ultimi tanti anni. Calabrò e la squadra che lo affiancherà, qualora, come auspichiamo, risultasse eletto, può invertire la tendenza e dare, alla nostra comunità, le chance e il futuro che merita”, spiega il coordinatore locale Sebastiano Randazzo.




Siracusa e il metodo Tafazzi: sulla Pillirina l’avvertimento di Cafeo, “rimpiangeremo i no”

“La pervicacia con cui una parte della città si ostina ad erigere barricate contro ogni progetto imprenditoriale dà il senso dell’incapacità di pianificare lo sviluppo economico ed occupazionale di questo territorio”. Con queste parole il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia) entra nel dibattito in atto sulla Pillirina.
“La contrarietà al progetto di un residence in quella zona, a basso impatto ambientale, in un’area abbandonata a sé stessa dove si ergono dei ruderi risalenti alla Seconda guerra mondiali, su cui i privati intendono realizzare delle costruzioni, ha solo il sapore di una battaglia ideologica”, dice Cafeo. “Evidentemente si preferisce l’incuria ad un piano di valorizzazione di una zona che andrebbe recuperata e considerata le difficoltà, in termini di risorse economiche ed umane, delle amministrazioni pubbliche nel poter svolgere questo compito, girare le spalle ai privati è una scelta senza logica”.
Il deputato regionale assicura che nel progetto “non ci sono grattacieli, né colate di cemento a danno della costa, come, invece, è accaduto negli anni scorsi nelle nostre zone balneari come l’Arenella, Ognina o Fontane Bianche, sotto gli occhi dei nostri difensori dell’ambiente. Se l’idea è quella di blindare la città, respingendo, aprioristicamente, ogni piano di sviluppo, peraltro in un momento così delicato, allora io non ci sto”, chiarisce ulteriormente.
La linea dominante del “no” potrebbe essere oggetto di rimpianti futuri, secondo l’esponente di Prima l’Italia. “Capiterà che dovremo rimpiangere di non esserci opposti alla politica del No, come già accaduto nei mesi scorsi, con l’inizio della guerra in Ucraina che ha messo in luce la debolezza energetica italiana. Si è scoperto che servono i rigassificatori ed allora a molti è tornato in mente il progetto della Ionio Gas che, nel 2007, avrebbe voluto realizzare un rigassificatore nella rada tra Siracusa ed Augusta ma la strenua opposizione dei ‘Tafazzi’ non solo ha fatto perdere un’opportunità al Paese, che oggi si ritroverebbe con importanti scorte di gas, ma al nostro territorio.”




Sanità e politica, Pasqua (M5s): “Riconsiderare per sicurezza l’apertura di ginecologia ad Avola”

La recente sospensione delle attività ambulatoriali di ginecologia all’Umberto I di Siracusa arriva fino all’Ars. Il deputato regionale Giorgio Pasqua (M5s) chiama direttamente in causa l’Asp aretusea. “Ha la metà dei medici necessari previsti dalla dotazione organica. Nonostante questo, è stato aperto il punto nascita di Avola, previsto dalla Rete ospedaliera del 2019, limitato a 4 posti letto. La sospensione delle attività ambulatoriali di ginecologia presso l’ospedale Umberto I di Siracusa, disposta giorno 25 dal responsabile del dipartimento Materno Infantile, altro non è che la cartina di tornasole di un problema irrisolto di carenza di personale, problema peggiorato con l’apertura del punto nascita di Avola”.
Pasqua ricostruisce la vicenda così: “parte del personale allocato presso l’ospedale Umberto I di Siracusa è stato dirottato verso il nuovo punto nascita, determinando carenza di personale poiché a Siracusa sono in servizio 9 medici più il primario, su una dotazione di 18, quindi la metà dei medici previsti. Eravamo certi che sarebbe stato impossibile gestire tutti i tre punti nascita della provincia con questa carenza di personale, cosa che la chiusura dell’ambulatorio presso l’Umberto I ha confermato”.
Cosa fare adesso? “Intanto riflettere, sulla sicurezza della migliore assistenza per madri e nascituri e sulla sicurezza per il personale che rischia, mancando sufficiente personale a garantire turni ben coperti, di soffrire di stress lavoro correlato, specie se si pensa ai legittimi periodi di riposo estivo. Forse è proprio il caso di fermarsi e riconsiderare la scelta ostinata di apertura del punto nascita di Avola, se l’Asp non dovesse riuscire in breve termine a reperire nuove forze lavorative, anche per evitare facili strumentalizzazioni elettorali”.




L’ex sindaco di Floridia aderisce alla Lega: “Gianni Limoli personalità apprezzata”

L’ex primo cittadino di Floridia, Gianni Limoli, ha aderito alla Lega. La coordinatrice comunale del partito, Nella Giarratana, conferma la notizia. “Do il benvenuto e ringrazio Gianni Limoli, la sua scelta di adesione al nostro progetto politico ci onora”, spiega in una nota.
“Limoli è persona stimata e apprezzata da anni non solo a Floridia ma in tutto il comprensorio della provincia di Siracusa, ciò che lo contraddistingue principalmente è la sua professionalità e la sua grande umanità dimostrata in ogni occasione ed in particolar modo durante il periodo della pandemia, quando ha ricoperto il ruolo di responsabile del covid center 2 all’ospedale Trigona di Noto”, ricorda Nella Giarratana.
Limoli è stato più volte consigliere comunale, poi assessore ed infine sindaco di Floridia.




Parco degli Iblei, il deputato regionale Cafeo condivide le preoccupazioni dei sindaci

Il Parco nazionale degli Iblei finisce in una interrogazione al ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. A presentarla è stato il deputato leghista Nino Germanà che ha raccolto così i dubbi e le perplessità manifestate nei giorni scorsi dagli enti e dai soggetti su cui ricade, al momento, la prevista area del parco, in particolare dai sindaci dei Comuni di Buccheri, Ferla, Sortino, Carlentini, Rosolini, Noto e Lentini. Il loro mancato coinvolgimento e gli effetti dei vincoli previsti dall’attuale perimetrazione sono anche condivisi dal deputato regionale, Giovanni Cafeo (Prima l’Italia). “I motivi delle perplessità sull’istituzione del Parco degli Iblei – spiega – non riguardano il merito del provvedimento, perché in generale la nascita di un nuovo parco naturalistico non può che essere una bella notizia, ma soprattutto il metodo impositivo scelto. E’ lontano da un vero confronto con i protagonisti del territorio, è calato dall’alto e totalmente slegato dalle effettive necessità di un’area che ancora oggi fatica a venire fuori dalla crisi produttiva e socio-economica subita in questi ultimi anni”.
Secondo Cafeo, particolarmente critico verso Cingolani anche sulla zona industriale siracusana ma indulgente con il titolare dello Sviluppo Economico per lo stesso motivo (leghista, ndr), “ascoltare comuni, associazioni e imprese del territorio dovrebbe rappresentare l’atto propedeutico fondamentale per avviare un iter così importante come quello dell’istituzione di un nuovo parco”.




Crisi del petrolchimico, stoccata di Baio e Blancato: “Il Pd è passivo, sparito dai radar”

L’unico segnale del governo sulla situazione del petrolchimico siracusano è, al momento, la convocazione di un tavolo tecnico in remoto per lunedì 31 maggio con la partecipazione del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde. “Iniziativa utile, frutto delle pressioni dei parlamentari siracusani dei Cinque Stelle”, dicono Salvo Baio e Mario Blancato (Pd). “Deve essere chiaro però che quando il governo istituisce un tavolo negoziale o ha soluzioni concrete da proporre oppure l’incontro accentuerà la tensione”, la specifica dopo il bon ton istituzionale. E’ chiaro che si attendono novità sulla dichiarazione di area di crisi industriale complessa, attesa come un salvagente.
I due dirigenti siracusani del Pd non possono non notare come di fronte alla “gravità della situazione” non ci siano segnali di “mobilitazione generale, unità delle forze sociali e politiche, degli enti locali, delle associazioni di categoria. Finora le reazioni sono state deboli ed evanescenti”.
Il silenzio più rumoroso? “Quello del nostro partito, il Pd, che a Siracusa è sparito dai radar della politica e sul caso del petrolchimico non ha detto una sola parola. Addirittura un assessore comunale Dem ha scritto sui social che bisogna boicottare la russa Lukoil. Stesso silenzio da parte dei ministri e sottosegretari del Pd”.
Una situazione che preoccupa Baio e Blancato, che non vogliono “assistere passivamente al declino del nostro insediamento industriale”.
Poi una pizzicata al sindaco di Siracusa. “Da quanto abbiamo letto, ci sembra di capire che il sindaco di Siracusa non prenderà parte al tavolo negoziale. Delle due l’una: se si tratta di una sua rinuncia, è grave; se non è stato neanche invitato è ancora più grave, perchè le istituzioni prescindono da chi le rappresenta”.