Sbarchi di migranti, la Lega siciliana protesta ad Augusta: c'è il segretario Minardo

La Lega siciliana in protesta oggi ad Augusta, scelta perchè ospita un porto dove frequenti sono gli sbarchi di migranti. “Oggi è il giorno della nostra protesta, tanto civile quanto dura e decisa; la facciamo ad Augusta mentre arriva l’ennesima nave con oltre 400 migranti. Oggi è il giorno in cui viene confermato come le preoccupazioni e le richieste inderogabili della Lega Sicilia siano le medesime di tutto il partito e del nostro leader, Matteo Salvini, con cui stamattina mi sono confrontato. Subito dopo Matteo ha portato le istanze della Lega in materia di immigrazione direttamente al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ha detto benissimo: non si può pensare ad un’estate di sbarchi!”. Sono le parole del segretario regionale della Lega Sicilia, Nino Minardo, presente alla protesta.
“Diamo man forte a Matteo Salvini da Augusta, perché vi sia la consapevolezza di tutti che la Sicilia, questa estate, debba ritrovare serenità sanitaria, economica e sociale e non lo possa fare senza uno stop immediato all’immigrazione clandestina. Queste povere persone non devono finire in mano ai trafficanti di esseri umani, devono restare a casa loro e lì essere aiutate. Nella nostra terra non siamo disposti a sopportare altri flussi migratori incontrollati e oggi pomeriggio lo ribadiamo con assoluta chiarezza”, ha aggiunto ancora Minardo.




Quale clausola sociale per i lavoratori del servizio idrico? Zito (M5s) chiede chiarimento in Regione

Il deputato regionale Stefano Zito (M5s) ha portato all’attenzione dell’assessorato delle Infrastrutture, dell’Energia e dei Pubblici Servizi il quesito più dibattuto nell’affidamento del servizio idrico a Siracusa e al centro di accesa diatriba: quello relativo alla salvaguardia dei lavoratori.
“Ho chiesto chiarimenti definitivi circa la modalità di apposizione della clausola sociale, nell’ambito delle procedure di affidamento del servizio idrico integrato e se non fosse più indicato nel caso in questione fare ricorso all’art. 173 del Decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (codice dell’Ambiente) che prevede una disciplina speciale per gli appalti che riguardano i servizi idrici”, spiega l’esponente pentastellato. “Ho letto con attenzione il bando, una clausola di garanzia c’è ma rimane il dubbio che la salvaguardia assicurata dal codice Ambiente sia più indicata. Per questo ho presentato richiesta di chiarimento alla Regione”.
“Il quesito non è da poco, perché riguarda il futuro degli oltre 80 lavoratori impiegati nella gestione attiva del servizio idrico integrato a Siracusa”, aggiunge il parlamentare Paolo Ficara (M5s). 
“Riteniamo che tutto l’attuale personale debba essere tutelato nel passaggio, diretto ed immediato, al nuovo gestore. Invitiamo pertanto il Comune di Siracusa a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per garantire piena tutela dei lavoratori nel caso in cui si debba, invece, procedere ad una ponderazione tra necessità di personale per l’esecuzione del nuovo contratto e la libertà di scelta organizzativa ed imprenditoriale del nuovo appaltatore”, argomentano Zito e Ficara. “Il bando presenta alcune novità importanti, ma una cosa deve essere ben chiara: non può essere avallata alcuna scelta che possa condurre alla perdita anche di un solo posto di lavoro e per di più sulla base della valutazione di un ente pubblico che, in questa fase soprattutto, deve garantire se non aumentare la capacità di sostegno ed occupazione del territorio con decisioni lungimiranti”.




Servizio idrico a Siracusa, Giancarlo Garozzo: "Tutelare i lavoratori? Si può, io l'ho fatto"

Aumenta la pressione su Palazzo Vermexio per chiedere la modifica del bando per l’affidamento ponte del servizio idrico a Siracusa. Anche l’ex sindaco Giancarlo Garozzo invita ad ascoltare le proteste e ricorda la sua esperienza, senza risparmiare bordate all’attuale amministrazione. Da primo cittadino, sette anni addietro, si trovò ad affrontare una situazione analoga con la necessità di procedere ad una gara di affidamento e, al tempo stesso, dii dover stemperare tensioni sociali.
“Sette anni fa mi sono trovato nella stessa condizione. Era stata predisposta una gara dagli uffici, secondo il codice dei contratti. I lavoratori, però, mi sottoposero il problema circa l’utilizzo del codice dell’ambiente per una clausola di salvaguardia ancora più esplicita ed ampia”, ricorda Garozzo in diretta su FMITALIA. “E’ vero che oggi nel bando una clausola c’è. Ma non è ritenuta efficace a copertura di tutto il personale. E questo porta scompensi”.
Allora Garozzo, oggi responsabile regionale legalità per Italia Viva, ricorda come lui – di fronte alle richieste ed alle proteste dei lavoratori – trovò una strada. “Quando mi sono reso conto che era possibile modificare il bando, ho detto agli uffici che, se quella strada era strada percorribile, avremmo dovuto inserire la clausola sociale piena per salvaguardare più personale possibile. E così abbiamo fatto”.

Certo, era un altro momento, si veniva dal fallimento Sai 8 e da diversi mesi di gestione in house diretta del Comune. “Siamo riusciti a metter dentro tutti gli ex Sogeas, fino a completamento organico. Però non mi sento di dare consigli a questa amministrazione. D’altronde, il sindaco oggi era mio vicesindaco quindi sa benissimo di cosa stiamo parlando”.
I rapporti tra i due, Giancarlo Garozzo e Francesco Italia, appaiono oggi piuttosto freddi. “Con Italia non ci sentiamo. E’ una persona impegnata, facendo il sindaco da tre anni. Io mi sono allontanato dalla politica attiva. Diciamo che mi sono disinteressato io e non abbiamo avuto modo di parlarci….”, taglia corto Garozzo.
La discussione torna subito sul bando idrico e la tensione tra lavoratori ed amministrazione comunale. “Questo motivo di confusione e attrito in città era evitabilissimo. Perchè accendere gli animi quando si può ascoltare e trovare una soluzione che già esiste?”, si chiede l’esponente di Italia Viva. “Si rischia di dare l’impressione così di non voler affrontare il problema. O peggio, non voler tornare indietro ammettendo non dico un errore ma una possibilità di migliorare il bando. Si può tornare indietro, come ho fatto io. Si prenda atto che c’è una clausola migliorativa e si da conto ai lavoratori”, la chiara posizione dell’ex primo cittadino.
Quanto alla possibilità che il nuovo bando possa addirittura assicurare nuove assunzioni ed investimenti, Giancarlo Garozzo mostra tutti i suoi dubbi. “E’ una gara per due anni di affidamento, prorogabile di un anno. Con questo
limite temporale non vedo possibilità di investimenti o di incremento personale. Penso all’imprenditore che dovrebbe investire su una gara ponte che non prevede neanche che quando finisce l’affidamento venga restituito dal subentrante parte dell’investimento fatto e non ammortizzato. La gara andava certamente fatta, perchè non si può andare avanti di proroga in proroga. Però, dopo che affidano il servizio, sono proprio curioso di vedere che
tipo di investimenti verranno fatti…”.




Servizio idrico a Siracusa, il bando delle polemiche. Cafeo (IV): "ritirarlo in autotutela"

“Insieme a quello della raccolta dei rifiuti, il servizio idrico per un comune rappresenta il perno centrale attorno a cui si sviluppa la salubrità e la qualità sanitaria della vita dei cittadini: per questo motivo è fondamentale affidarne la gestione secondo adeguati criteri di efficienza, sostenibilità e programmazione futura”.
Ad intervenire è il deputato regionale Giovanni Cafeo (IV) che invita l’amministrazione comunale a ripensare l’impostazione del bando, “ritirando in autotutela quello attuale, anche al fine di evitare gli inevitabili contenziosi le cui conseguenze, come sempre, ricadrebbero sulla qualità del servizio e quindi sugli stessi cittadini”.
E questo anche alla luce di quelle che definisce come “incongruenze e disattenzioni che, se viste nell’insieme, rischiano di renderlo più un disincentivo agli investimenti che un’opportunità per la città. Non mi riferisco in particolare alla tanto discussa clausola sociale che, seppur presente nel bando come atto dovuto secondo il codice degli appalti, non garantisce comunque l’assunzione di tutta la forza lavoro attualmente in capo al gestore, ma più in generale all’intera impostazione del bando – prosegue Cafeo – incentrato non sugli investimenti e sull’ammodernamento della rete ma sull’erogazione dei servizi”.
Nella sua analisi l’esponente regionale di Italia Viva punta il criterio dei punteggi. “Su un massimo di 75 punti assegnabili infatti, soltanto una decina riferiscono a nuovi investimenti mentre il resto del punteggio sembra voler premiare non un gestore che con spirito imprenditoriale decide di puntare a migliorare impianti e condotte, ma chi si impegna a svolgere il semplice ruolo di erogatore di servizi, provvedendo in caso di guasti ai soliti interventi emergenziali di ‘tappatura’ delle falle”.
E per Cafeo “le conseguenze di questo approccio sono evidenti, in primo luogo, alla luce delle condizioni attuali degli impianti, l’assenza di prospettiva di ritorno degli investimenti disincentiva la partecipazione al bando senza dimenticare la durata prevista, di soli due anni con possibilità di una proroga, altro elemento che blocca sul nascere qualunque velleità di investimento serio sulla rete. Si sarebbe potuto prevedere ad esempio una durata del bando legata all’effettiva partenza dell’ATI pubblica destinata in futuro alla gestione del servizio idrico – continua Giovanni Cafeo – ma soprattutto si sarebbe potuto impostare la necessaria rimodulazione dei costi non a scapito del personale ma sul taglio dei costi fissi, ad esempio quelli spropositati dell’energia, dando un punteggio maggiore a chi si impegnerà nell’ammodernamento dei macchinari e nella riduzione della dispersione idrica”.
Poi Cafeo continua: “l’idea che per rispettare l’obiettivo di riduzione dei costi e al contempo ampliare la teorica platea dei partecipanti al bando si possa intervenire soltanto sul personale è concettualmente sbagliata perché distrae l’attenzione dal vero problema degli impianti, ossia la necessità di investimenti volti all’ammodernamento dell’intera rete. Gli investimenti effettuati avrebbero poi la tutela della cosiddetta clausola Arera – precisa ancora Cafeo – ossia la possibilità, prevista dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, di spalmare i costi sostenuti nel tempo anche nei confronti dell’eventuale gestore subentrante”.




Floridia verso il dissesto, alta tensione in Consiglio comunale: botta e risposta Pd-maggioranza

La prossima dichiarazione di dissesto del Comune di Floridia, annunciata dal sindaco Carianni su FMITALIA, fa litigare il Consiglio comunale. Il Pd attacca il primo cittadino: “prendiamo atto con grande rammarico che, ancora una volta, i rifiuta di aprire una discussione seria con le opposizioni su un tema così importante. L’amministrazione e l’assessore al bilancio avevano preso impegni chiari in commissione bilancio, affinché, prima di definire le modalità di riequilibrio dei conti dell’ente, ci si potesse confrontare in maniera schietta e senza preclusioni, sui diversi aspetti e sulle possibili alternative al dissesto. Il dissesto finanziario è una procedura traumatica per l’Ente e porta conseguenze pesantissime anche dal punto di vista sociale”.
Il Pd floridiano teme il pesante effetto della ristrutturazione dei debiti commerciali “con tagli previsti tra il 40 ed il 60%. Questo vuol dire che tutti quegli imprenditori e quei padri di famiglia che nel corso degli anni hanno lavorato per l’ente, anticipando anche delle somme, sostenendo costi per onorare gli impegni assunti con il Comune, non solo dovranno rinunciare al loro legittimo guadagno, ma addirittura subiranno pesanti perdite e saranno costretti a licenziare il personale”.
Per il Partito Democratico di Floridia, “il dissesto rappresenta l’ultima ratio per i conti dell’ente e che prima di arrivare a questo si sarebbe dovuta percorre la via, forse meno comoda per chi amministra, del Piano pluriennale di riequilibrio che certamente rende ancor più rigida la capacità di spesa nel breve periodo, ma quantomeno, evita le conseguenze drammatiche del dissesto. A questo punto il sindaco, la giunta ed i consiglieri comunali di maggioranza dovranno assumersi la responsabilità politica di queste scelte. Non si può semplicemente dire che è stata la Corte dei conti a decretare il dissesto, anche perché non corrisponde al vero. La Corte ha evidenziato la sussistenza di squilibri e la necessità di opportune correzioni”.
Replicano dalla maggioranza i gruppi di Floridia Futura, Rinascita Floridiana e Progetto Floridia. “Non possiamo che allargare le braccia di fronte al tentativo di buttare in caciara una discussione pubblica importante come quella che riguarda la situazione finanziaria dell’Ente e i provvedimenti che il Consiglio Comunale adotterà per cercare di risolvere la situazione di crisi che coinvolge il Comune da tanti anni”, scrivono in una nota le forze che appoggiano il sindaco Carianni. “Le gravissime criticità evidenziate dalla Corte dei Conti, in due diverse delibere, per gli anni dal 2015 al 2020 che certificano lo stato di dissesto in cui da anni versa il Comune, non sono una opinione di questa o quella parte politica, sono una evidenza che non può essere ignorata”.
I tre gruppi politici si soffermano poi sul senso tecnico del default: “procedura che serve proprio ad evitare il peggio quando l’Ente non è più in grado di funzionare regolarmente e di fornire i servizi essenziali previsti dalla legge.
In caso di dissesto gli stipendi ai dipendenti vengono pagati regolarmente; si potrà accedere a fonti di finanziamento esterne come già in questi mesi l’amministrazione sta facendo; il servizio di raccolta dei rifiuti verrà garantito regolarmente; tutti i servizi essenziali verranno garantiti ed erogati (a differenza di quanto accaduto fino allo scorso anno)”. C’è poi il nodo tributi locali: aumenti in vista? “No perché le aliquote sono già al massimo”.
E sempre in riferimento alla nota del Pd, dalla maggioranza ammettono che “l’Organismo Straordinario di Liquidazione potrà chiudere delle trattative con i fornitori che vantano dei crediti nei confronti dell’Ente, ma il Pd dovrebbe anche spiegare che l’alternativa in questo momento sarebbe quella di non pagare nulla viste le difficoltà di cassa e l’impossibilità di provvedere in altro modo al pagamento di questi debiti”.
Dalla maggioranza invitano a guardare indietro nel tempo, alla ricerca dell’origine delle cause del dissesto con “fornitori che vantano debiti fuori bilancio dal 2012 e Servizi obbligatori non resi per decenni…”.
Sull’aspetto prettamente politico-amministrativo, i tre gruppi di maggioranza rimproverano al Pd di avere dimenticato “che ci sono già state due Commissioni sulla situazione finanziaria dell’Ente e sul dissesto. E, nell’ultima in particolare, l’assessore al Bilancio e il responsabile del Servizio Finanziario, dopo aver spiegato ai presenti la insostenibilità di qualsivoglia piano di riequilibrio, che finirebbe solo per bloccare ancora di più l’attività del Comune, immobile ormai da quasi 10 anni, comunicavano che, a breve, la proposta di atto deliberativo sarebbe stata inviata al Presidente del Consiglio per gli atti conseguenti. Non appena perverrà il necessario parere del Collegio dei Revisori dei conti, verrà convocata nuovamente la Commissione consiliare e infine il Consiglio Comunale per la delibera finale. I consiglieri di opposizione avranno quindi tutto il tempo per continuare a studiare le carte e per proporre eventuali soluzioni alternative credibili, ad oggi invero mai pervenute”.
Quanto alla chiamata ala responsabilità partita dal centrosinistra, dalla maggioranza rispondono diretti: “noi ci assumeremo tutte responsabilità necessarie, affinché i problemi siano finalmente affrontati con coraggio e non nascosti come polvere sotto il tappeto, com’è stato fatto in tutti questi anni. Certo, rimane il fatto che coloro che ci hanno preceduto, avrebbero dovuto negli anni passati fare altrettanto. Sarebbe quindi quantomeno auspicabile che qualcuno, prima o poi, chiedesse scusa per la situazione finanziaria in cui oggi l’Ente si trova. Noi avevamo messo in conto di dover affrontare questo scoglio e non ci tireremo indietro nell’interesse dei cittadini floridiani”.




Servizio idrico, Gradenigo respinge le accuse: "clausola sociale c'è, basta fake"

Dopo la protesta dei lavoratori del servizio idrico e l’intervento della parlamentare Stefania Prestigiacomo, arriva la replica a brutto muso dell’assessore comunale Carlo Gradenigo. “Da una parte c’è l’attuale gestore del servizio che fa ricorso al TAR per l’annullamento della gara, giudicando il nuovo bando per l’affidamento del servizio idrico integrato di Siracusa antieconomico e poco remunerativo, dall’altra i sindacati che dichiarano lo stato di agitazione. In mezzo un parlamentare come la Prestigiacomo che getta benzina sul fuoco, agitando fake news e accusando l’amministrazione di voler agevolare il profitto d’impresa a danno dei lavoratori. Chi dice o scrive che non è stata prevista la clausola sociale o non ha letto gli atti di gara o afferma fatti non veri”, dice Gradenigo.
“Il disciplinare e il capitolato prevedono espressamente l’obbligo, per i partecipanti alla gara, di presentare un piano dettagliato di riassorbimento del personale e di assumere prioritariamente il personale dell’impresa uscente. Un lavoro durato mesi che al netto delle onorevoli speculazioni mediatiche e delle giustificabili preoccupazioni sindacali lascia trasparire la voglia reale, da parte di questa amministrazione, di uscire dalla stagnante idea che nulla può cambiare, puntando ad aumentare e migliorare i servizi, nell’interesse di tutti i cittadini siracusani, garantendo e inserendo i termini qualità, efficienza e soprattutto lavoro” e passa a sciorinare i numeri: “1.943.000 euro all’anno (ovvero oltre 6 milioni di euro) per opere idriche e fognarie; 2 milioni di euro all’anno di manutenzione ordinaria; un progetto esecutivo per l’eliminazione dei reflui depurati dal porto grande di Siracusa; un progetto esecutivo di captazione dell’acqua potabile dalla presa di Petino/Galermi (Pantalica) per la dismissione dei pozzi insalinati e la distribuzione dell’acqua dolce; 5 nuovi sportelli di contatto con il pubblico dislocati nei quartieri; 7 nuove casette dell’acqua per ridurre la produzione di plastica e garantire alle zone più periferiche l’accesso all’acqua potabile a prezzi vantaggiosi; 9 nuove docce temporizzazione presso solarium e spiagge libere (Ortigia, Borgata, Fanusa, Arenella, Ognina, Fontane Bianche)”.
Gradenigo torna quindi a difendere le scelte dell’amministrazione sul servizio idrico. “Stanno dentro una cornice legislativa comunitaria e nazionale che i dirigenti del Comune hanno l’obbligo di rispettare. Chi ha responsabilità legislativa dovrebbe sapere bene in quale contesto agisce l’amministrazione, ovvero quello individuato dal legislatore comunitario, nazionale e regionale. Nel bando è stata richiamata la clausola sociale prevista da una legge nazionale. Scaricare sulle amministrazioni locali le tensioni sociali, soprattutto in questo momento storico, non appare un comportamento responsabile”.




Autorità portuale, l'ex Di Pietro: "un presidente siciliano ma hanno tutti consulenti del nord"

E’ scontro politico a tutto campo sulla bocciatura da parte della Regione della nomina per la presidenza dell’Autorità Portuale di Augusta di Alberto Chiovelli. Il presidente Musumeci, insieme ai sindaci di Augusta, Melilli e Priolo, ha spiegato la mancata intesa con il governo adducendo la necessità di ricorrere a professionalità formatesi in Sicilia e che ben conoscono la realtà portuale dell’Isola e di Augusta. Non una valutazione su capacità e curriculum ma basta sulla provenienza geografica.
“È davvero paradossale che un sindaco che si sceglie un consulente per l’ambiente proveniente e residente nel Nord Italia (Ave Vezzoli, da Novara) poi accampi scuse davvero risibili davanti alla nomina da parte del Governo del presidente della Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale nella persona del dottor Alberto Chiovelli. Il primo cittadino di Augusta vuole uno del posto, sostenuto dai sindaci di Catania, di Priolo e di Melilli. Ma il luogo esattamente qual è? Magari di provenienza etnea, per colmare l’affronto subito appena qualche anno fa quando l’Autorità fu restituita legittimamente ad Augusta, sua sede naturale?”, attacca l’ex primo cittadino megarese, Cettina Di Pietro.
“L’asse dei sindaci ha trovato sponda nel presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Anche lui avrà dimenticato di aver nominato assessori Roberto Pierobon ‘siciliano’ di Padova e Vittorio Sgarbi eccellente professionalità, forse pensando che fosse nativo di Salemi. In realtà, Nello di Militello ha espresso il suo niet alla nomina di Chiovelli poiché le competenze non gli sembrano adeguate. Ma si sa: il nostro presidente è un pò smemorato – rincara la dose la pentastellata Di Pietro – e dimentica che l’attuale commissario straordinario è un alto dirigente del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Troppo poco dice lui: curiosi invece di conoscere chi sarebbe l’alto profilo proposto da lui e dai sindaci di destra che governano il nostro territorio. Magari ci proporrà un presidente che ‘spalmi’ il traffico navale e, soprattutto, gli investimenti nel porto che più gli sta a cuore”.
Poi la sfida diretta: “se qualcuno intende proporre un nome migliore di Chiovelli, lo faccia ‘apertis verbis’. Così magari ne possiamo parlare e discutere tutti quanti insieme, ben al di là della provenienza del nuovo presidente. La posizione di chiusura assunta dall’asse sindaci-Regione assomiglia invece più a una battaglia di retroguardia per accaparrarsi una posizione che fa evidentemente gola e fa gioco a determinati rapporti di potere. A perdere, nell’attuale soluzione, è, soprattutto, il porto di Augusta e la portualità. Sono tante e molto grandi le sfide che attendono il nostro scalo nell’ambito del nuovo quadro dei trasporti venutosi a delineare anche con la creazione delle ZES e la ripartenza post covid, con gli investimenti del PNRR. E invece, ancora una volta, c’è chi pensa esclusivamente agli affari propri”, dice a brutto muso la Di Pietro.
Intervistato su FMITALIA, intanto, il sindaco di Melilli tira dritto per la strada tracciata. “Serve una personalità che conosca il territorio e non calata dall’alto. Abbiamo proposto dei nomi ma secondo il governo sarebbero politicizzati. Ma chi è che oggi, lavorando con le pubbliche amministrazioni, non ha mai avuto contatti anche con la classe politica e per ovvi motivi di collaborazione?”.




Autorità portuale di Augusta, il segretario Pd: "c'è un asse politico che cerca posti di potere"

Anche il Pd di Siracusa punta l’indice contro la Regione ed i sindaci di Augusta, Melilli e Priolo circa la bocciatura della nomina di Chiovelli quale presidente della importante Autorità Portuale di Sistema con sede ad Augusta. “Sempre più insistenti sono gli attacchi dei sindaci di Augusta, Melilli e Priolo, in sintonia con il presidente Musumeci”, spiega il segretario del partito, Salvo Adorno.
“Colpisce l’assoluta mancanza di motivazioni concrete a supporto della richiesta di sostituzione: una generica accusa di continuità con la precedente gestione, cui si aggiunge la richiesta della nomina di un commissario espressione della realtà locale che sarebbe, a detta dei sindaci, solo per questo più vicino alle esigenze del territorio. Nessuna critica circa le strategie e i progetti dell’Autorità di Sistema, nessun addebito sulla gestione ordinaria, nessuna individuazione di errori microscopici o macroscopici, neppure un dubbio più o meno fondato sulla competenza del curriculum del commissario. Tutto ciò è inquietante perché sembra avvalorare l’idea di un asse politico che mira a una mera sostituzione con figure omogenee alla destra che i sindaci e il presidente rappresentano, oppure ancora peggio, sembra adombrare che i veri motivi per cui si chiede la sostituzione siano pubblicamente indicibili, come spesso avviene in politica”, dice Adorno senza andare per il sottile.
“Ma vorrei soffermarmi sull’unica critica proposta: il commissario non è espressione del territorio. In primo luogo la nostra Autorità portuale risponde, direi fortunatamente, a una governance complessiva e integrata del sistema portuale nazionale capace di inserirla in modo competitivo nel quadro portuale europeo, la vera forza del sistema della Sicilia Orientale e quindi del porto di Augusta risiede nella capacità di relazioni virtuose con lo Stato, che sono appunto garantite dalla nomina ministeriale, che deve prescindere da qualunque localismo è mirare solo ed unicamente alla competenza. D’altronde la governance dell’Autorità di sistema è pensata in modo tale da garantire le domande e le esigenze dei territori attraverso il Comitato di gestione che ha ampi poteri di controllo e deliberativi e che vede la presenza dei rappresentanti della Regione dei comuni, inoltre c’è la Commissione consultiva, che raccoglie le rappresentanze degli interessi delle imprese e dei lavoratori, permettendo al territorio partecipazione e trasparenza sulle scelte strategiche. È una governance pensata in modo da garantire un rapporto sinergico tra interessi nazionali e esigenze dei territori. Difronte a questa impostazione rivendicare un commissario siciliano a tutela degli interessi locali, appare pretestuoso e mostra tutte le debolezze politica di una operazione clientelare”.
Il segretario del Pd invita i tre sindaci ed il presidente della Regione ad aprire un confronto ampio sulle strategie globali dell’Autorità di Sistema “in relazione ai temi cruciali della bonifica del porto, della costituzione della Zes, dei finanziamenti del Pnrr, della crisi ambientale e del ruolo e del modello di sviluppo dell’area industriale, e su questo confrontarsi pubblicamente con il Commissario e con le forze politiche, dell’impresa e del lavoro. Poi eventualmente dopo questo confronto porre il problema della figura apicale. Ma la domanda è: quale idea hanno i sindaci sul futuro dell’area industriale e del porto di Augusta? L’impressione è che la richiesta di sostituzione risponda solo a vecchie e usurate logiche di potere, le stesse che hanno portato la Sicilia all’attuale stato di crisi strutturale”.




Edy Bandiera: "Siracusa ha enormi potenzialità, puntualmente non sfruttate"

“Siracusa è una provincia dalle enormi potenzialità, puntualmente non sfruttate”. C’è profonda amarezza nelle parole di Edy Bandiera. L’ex assessore regionale all’Agricoltura – il più longevo tra i non deputati – conosce bene il territorio e le varie realtà produttive del settore, difese a Palazzo d’Orleans anche dalla contraffazione e dai prodotti non conformi che invadono i porti. E poi il sostegno e supporto garantito in occasione delle calamità (maltempo) e degli eventi avversi (pesca).
Intervistato da SiracusaOggi.it, Bandiera evidenzia la crisi dei partiti (“strutture fossilizzate”), conferma il ruolo all’opposizione di Forza Italia al Comune di Siracusa e boccia la gestione della cosa pubblica di Palazzo Vermexio (“deludente”).
Poi uno sguardo al futuro prossimo, con una scadenza recente: il 2023, anno delle nuove elezioni regionali e delle amministrative a Siracusa. Ecco il progetto di Edy Bandiera.




"Mai con la Lega": Salvo Castagnino lascia Vinciullo e si avvicina a Fratelli d'Italia

Agli osservatori più attenti non è passata inosservata l’assenza di Salvo Castagnino accanto ad Enzo Vinciullo. Dopo l’annuncio della federazione tra Siracusa Protagonista e la Lega, Castagnino non è più apparso in pubblico accanto al suo mentore politico, Vinciullo.
“Mai con la Lega”, spiega a SiracusaOggi.it l’ex assessore e consigliere comunale. “Nessuna rottura nei rapporti umani con Vinciullo ma il nostro percorso politico non è più comune”. E non nasconde simpatie per Fratelli d’Italia, partito di cui – in provincia – sono Luca e Rossana Cannata le principali anime.