Depuratore Ias e modifiche alla legge regionale: Melilli chiama a confronto l’assessore Turano

E’ stato invitato anche l’assessore regionale alle attività produttive, Mimmo Turano, alla seduta straordinaria che il Consiglio comunale di Melilli vuole dedicare alla discussione delle modifiche alla legge regionale 8 del 12 gennaio 2012 e della gestione del depuratore gestito da Ias. L’invito è partito questa mattina dal palazzo di città ibleo, diretto all’assessorato a Palermo. Nei giorni scorsi, accesso scambio di battute a distanza tra il sindaco, Giuseppe Carta, e proprio Turano. Lunedì alle 17.30 l’assise.
Il Consiglio Comunale di Melilli ha richiesto un confronto all’indomani delle modifiche apportate agli articoli n. 15 e n. 19 della legge regionale in questione. Alla seduta sono stati invitati anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, i parlamentari nazionali e regionali del territorio, il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, i segretari dei sindacati di categoria, Uiltec – Uil, Femca – Cisl, Filctem – Cgil e le associazioni del territorio.
“Spero che l’assessore Turano accetti l’invito del residente del Consiglio comunale e participi alla seduta per meglio chiarire, davanti ai rappresentanti dei cittadini di Melilli, gli aspetti di una questione che tocca l’animo di tutta la città e che ha mortificato l’intero territorio”, le parole del sindaco Carta.
Anche l’ex presidente Ias, Giuseppe Assenza, critica le modifiche alla legge regionale. “La legge che assegna al comune di Priolo la gestione dell’impianto mi rende fortemente perplesso, sia perchè tutti i costi di gestione che sino ad ora sono stati sostenuti dai soci privati passano completamente al pubblico, considerata la fase storica di crisi economica in cui versano gli enti locali siciliani, sia per la conseguente ripartizione dei costi.
Se fino ad ora infatti i comuni di Priolo e Melilli, soci in quota parte del depuratore IAS hanno contribuito alle spese di gestione con canone sociale, dunque irrisorio, la nuova gestione, così come da ultima modifica della legge, comporterà l’assunzione del costo complessivo”, il commento di Assenza.
“Inoltre – insiste – la gestione affidata agli enti privati ha garantito fino ad ora il corretto e continuo espletamento del servizio grazie agli investimenti milionari effettuati, non per ultimo quello relativo allo smaltimento dei fanghi, un investimento di circa 60 milioni di euro. E’ chiaro che affidare la gestione dell’impianto a un comune comporterà che i costi di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria, oggi coperti per la totalità dai privati, dovranno essere sostenuti non solo dai privati ma anche dal comune che pertanto non potrà che ripartirlo in quota parte sulla platea dei contribuenti, aumentando di fatto il prelievo sui cittadini”. E qui si inseriscono i timori espressi anche dal sindaco di Melilli circa gli aumenti esorbitanti in bolletta. “Mi rammarica – conclude Assenza – che un tema con una ricaduta sul territorio così importante sia stato trattato con tanta superficialità ma soprattutto non sia stato oggetto di confronto preventivo e complessivo con le parti sociali e con le associazioni di categoria. Certamente una politica miope, di parte e distratta ha perso un altra occasione di confronto, dimostrando di non favorire lo sviluppo virtuoso del territorio e di penalizzare invece i cittadini”.




Cosa farà Lealtà&Condivisione dopo esser stata messa alla porta dalla giunta Italia?

Con i due ex assessori Gentile e Gradenigo accanto, Giovanni Randazzo ha raccontato oggi la verità di Lealtà&Condivisione sui motivi che hanno portato alla rottura con la giunta Italia. Uno strappo quasi imprevisto, pochi giorni dopo l’incontro proprio con il sindaco, ma in qualche misura atteso. Vero nodo del contendere, l’appoggio richiesto (dal primo cittadino) e non ricevuto a scatola chiusa per la ricandidatura.
Da qui l’invito ai due ex assessori a proseguire il lavoro in giunta “a titolo personale” e la reazione di L&C che ha fatto sentire la sua presenza, chiedendo il passo indietro a Rita Gentile e Carlo Gradenigo. Sarebbe, altrimenti, stata una debacle politica per il movimento che Randazzo vuole ora traghettare verso un nuovo campo largo di intese e di prospettive (amministrative 2023), aprendo al dialogo con Pd e M5s. Come, invece, Italia ha spiegato dal canto suo di non voler fare, dopo aver ricevuto da quello schieramento contumelie e critiche.
Randazzo rivela che la improvvisa escalation è avvenuta dopo una sua intervista su FMITALIA nel corso della quale ribadiva che non avrebbero sottoscritto già oggi il sostegno alla ricandidatura di Italia nel 2023. Non ritendo di potersi “fidare” di quegli alleati, il sindaco ha allora accelerato l’uscita di scena del movimento di Randazzo dalla giunta.
Cosa farà ora Lealtà & Condivisione? La risposta prefigura una posizione ibrida: non opposizione tout court ma neanche morbida camera di compensazione. “Continueremo a lavorare da fuori per realizzare gli obiettivi sottoscritti nel patto per la città del 2018”, è il mantra di Giovanni Randazzo. Così come il Pnrr lo è, adesso, per la giunta. Il vero tema, però, è quello delle candidature per il 2023.




Prove di grande centro, sabato convention a Palermo per Noi per l’Italia-Cantiere Popolare

Ci sarà anche una nutrita pattuglia siracusana sabato mattina a Palermo, per l’assemblea nazionale di Noi per l’Italia – Cantiere Popolare. Si riorganizza il “grande centro” e alla convention del Politeama parteciperanno anche i leader nazionali Maurizio Lupi e Saverio Romano.
A guidare i delegati e partecipanti siracusani saranno Nicki Paci, Peppe Germano e Ciccio Midolo che stanno occupandosi nella provincia aretusea della ricostruzione di una forza moderata di centro, pronta a misurarsi già in occasione delle prossime tornate elettorali. “E’ importante che nell’alveo del centrodestra possa esserci un segno distintivo di centro, con i suoi valori, anche in Sicilia”, dicono all’unisono i tre.




“Autoreferenziale, solo e debole”: il M5s boccia Italia e spinge per tornare al voto

Qualora vi fosse ancora qualche dubbio residuo, il Movimento 5 Stelle di Siracusa marca la distanza dalla giunta Italia. Di più, chiede di staccare la spina e tornare a dare la parola agli elettori.
“Un sindaco debole ed autoreferenziale, senza il sostegno dei partiti e supportato da pochi, rende debole l’intera città. E non è questa la premessa ideale per agganciarsi, come ha ripetuto decine di volte quasi come non avesse altro tema, alla sfida del Pnrr. Il sindaco ed i suoi più stretti collaboratori, peraltro ormai tutti in giunta, prendano atto della necessità di tornare al voto per restituire a Siracusa la piena rappresentatività democratica”. Inizia così un lunga nota polita dei cinquestelle aretusei.
“Quanto successo negli ultimi giorni dalle parti del Vermexio  (e forse non è ancora finita)  lascia più di una preoccupazione sul terreno”, e poco vale per il M5s l’alibi della pandemia (“vale anche per gli altri 8000 comuni italiani”), o della carenza di personale qualificato (“vale per la stragrande maggioranza degli enti locali italiani”).
Il M5s sottolinea come la maggioranza che appoggiò Italia nel 2018 al ballottaggio “non esiste più”. E per essere ancora più chiaro, affonda il colpo: “non è rimasto niente e nessuno. Un amministratore responsabile e che realmente ha a cuore le sorti della sua comunità, avrebbe già preso atto della situazione e restituito la parola agli elettori. Nei fatti, Siracusa è già commissariata perché manca ogni forma di dibattito o confronto con la società siracusana. Si decide tutto chiusi dentro al Vermexio o tutt’al più in qualche salotto ortigiano. Senza avvertire la necessità di informare o spiegare e con una tendenza a rispondere alle critiche con lo scontro o l’insulto. Atteggiamenti da uomo solo al comando. Eppure il sindaco Italia si sente accerchiato quando invece si è semplicemente isolato. E lo ha fatto, anche questo, da solo”. 
Il M5s accusa Francesco Italia di tenere “sotto scacco una città che non lo segue e non lo percepisce. Ne prenda atto e misuri oggi, non tra due anni e per virtù ricevuta, quanto è gradito all’elettorato. Ma non giustifichi questo rimpasto ripetendo decine di volte la parola PNRR. È solo sopravvivenza politica, la sua”.
Per nilla tenero, il M5s riconosce però anche alcune cose buone fatte, specie da assessori “ora fuori dalla giunta”. E vengono citati il nuovo bando sul servizio idrico o le nuove politiche di mobilità. “Ma sono stati casi isolati e forse osteggiati persino dentro la giunta”.
Il giudizio politico equivale ad una sonora bocciatura. “Oggi la città mostra tutte le sue sofferenze, che non sono certo responsabilità totale del sindaco Italia. Ma è lui che non riesce a fornire risposte, anche parziali, a quelle sofferenze evidenziate dai cittadini. Emerge con forza la mancanza di una visione,  di un progetto. Manca il coraggio di prendere decisioni o impegni anche ambiziosi e coraggiosi. C’è bisogno di dire oggi cosa vuole diventare Siracusa nel 2030 e iniziare a prendere le decisioni conseguenti, non vivacchiare e ripetere con insistenza Pnrr, sigla vuota e di retorica se non la si riempie di fatti e progetti, al momento ignoti”. 
Per il M5s di Siracusa “la città ha bisogno di risposte e prospettive concrete. Di qualcuno che la guidi e che la senta”. E aprendo ad un dibattito su nuove proposte per la città, tende la mano alle “forze civiche e progressiste che in questi anni hanno dimostrato di pensare al bene della città, e non al loro tornaconto elettorale. Fuori dalla sindacatura Italia, come dall’inizio, e fuori dalla disperata voglia del sindaco di essere il candidato anche per il 2023”.




Ironia pungente di Cafeo: “auguri alla giunta ed all’asse svelato Coppa-Favi-Cutrufo”

Altra bordata all’indirizzo della giunta comunale, poche ore dopo il giuramento dei nuovi assessori. Ci pensa il deputato regionale Giovanni Cafeo. “Tanti auguri alla nuova giunta di Siracusa che svela l’asse tra gli avvocati Pierpaolo Coppa e Francesco Favi e l’esponente del Pd Gaetano Cutrufo”, il suo ironico commento.
“L’augurio – dice il deputato regionale della Lega – è che il sindaco e la nuova amministrazione lavorino nell’interesse della città, mettendo da parte quegli stucchevoli balletti legati all’assegnazione degli assessorati rimasti scoperti. Di certo, le scelte operate dal sindaco di Siracusa – aggiunge Cafeo – fanno emergere l’influenza degli avvocati Pierpaolo Coppa, attuale vicesindaco, e Francesco Favi, componente del Consiglio nazionale forense, considerato che tra gli assessori appena nominati c’è un altro avvocato, collega di studio. Allo stesso tempo, in questa amministrazione riveste un peso politico non indifferente Gaetano Cutrufo, componente della segreteria regionale del Pd che ha avuto, nella nuova giunta, una sua forte rappresentanza con ben due assessori”.




Cinque nuovi assessori per il sindaco Italia: “Giunta di necessità? No, di scopo”

Nel momento politicamente più complessa della sua sindacatura, Francesco Italia rilancia. Cinque nuovi assessori per la squadra di governo cittadina, poche ore dopo l’ufficialità dall’uscita dalla maggioranza di Lealtà&Condivisione e all’indomani delle dimissioni di Maura Fontana.
Mesi fa, la giunta aveva perso l’appoggio di Italia Viva e Pd, tranne l’area Cutrufo che mantiene la sua rappresentanza. “Io ci vorrei parlare con il Pd, ma proprio non riesco”, dice il sindaco nell’intervista di SiracusaOggi.it. Parla anche di L&C e delle ragioni per cui – a suo avviso – gli (ex) alleati si sono ritirati alla spicciolata. Il collante del nuovo gruppo è il Pnrr e la possibilità di sfruttare l’unicità dell’occasione. La città, però, chiede attenzione anche per le piccole cose: strade, verde pubblico, pulizia.




L’amaro commiato di Gradenigo che critica L&C: “Forse c’erano altre strade…” “

“È stata la peggiore settimana dell’ultimo anno e mezzo ma alla fine, preso atto dell’impossibilità di dialogo tra il sindaco e Lealtà e Condivisione, ho deciso di non andare avanti da solo, senza l’appoggio dell’associazione e delle persone con le quali ho fin qui lavorato. Occorrerà chiedersi se non c’erano altre strade se non quella di ritirarsi dal campo da gioco”. Carlo Gradenigo affida ai social le sue prime parole dopo essersi dimesso da assessore. Fosse dipeso da lui, avrebbe certamente proseguito. Ha prevalso l’ordine di scuderia e la responsabilità verso il movimento politico fondato da Giovanni Randazzo.
“Personalmente ritengo che questa amministrazione abbia avuto fino ad oggi i requisiti fondamentali, in termini soprattutto di impegno e lavoro anche da parte dello stesso sindaco che davanti a carenze organiche e strutturali non ha mai fatto mancare il proprio personale contributo. Tutto ciò mi ha permesso in questo anno e mezzo di lavorare serenamente ai tanti progetti in campo.
Una nuova sfida adesso è alle porte: le nuove risorse che arriveranno a disposizione della città aprono un nuovo scenario. Ma questa nuova partita la guarderemo in tv”, l’amaro sfogo di Gradenigo che disvela così il suo turbamento e l’amarezza per aver dovuto presentare le sue dimissioni in ossequio ad equilibri politici.
“Avevo due opzioni: essere un assessore in rappresentanza di se stesso per continuare a seminare oppure rappresentare la posizione di quella realtà che abbiamo costruito insieme e che quei semi mi ha aiutato a piantare.
È stata una decisione sofferta ma coerente con il mio modo di fare politica, nella consapevolezza di non poter raccogliere i frutti di tanto lavoro ma con la speranza che sarà la città a goderne comunque. Resta forte il rammarico di un’occasione persa che nessuno stratega delle alleanze potrà essere certo di restituire e un augurio a chi seguirà di poter fare sempre meglio”.




Siracusa. Si sgretola la giunta Italia, gli assessori di Lealtà&Condivisione pronti a dimettersi

La giunta comunale perde altri due pezzi. A 24 ore dalle dimissioni dell’assessore alla Viabilità Maura Fontana, il sindaco, Francesco Italia, secondo fonti vicine  a Palazzo Vermexio, attende analoghe comunicazioni ufficiali da parte degli assessori di Lealtà&Condivisione, Carlo Gradenigo (Verde Pubblico) e Rita Gentile (Politiche Comunitarie). Questo avrebbe deciso l’assemblea del movimento politico guidato dall’ex vice sindaco, Giovanni Randazzo dopo giorni di tribolazioni interne e prese di posizione nette. L’ultimo documento ufficiale diffuso da L&C, infatti, poneva al sindaco delle chiare condizioni per restare nell’esecutivo. Tra queste, la richiesta di ricorrere in appello per chiedere il reintegro del consiglio comunale, ma anche alcune misure a tutela dei residenti di Ortigia.

Il sindaco, Francesco Italia ha convocato per le 11 di questa mattina una conferenza stampa. Si terrà nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio. Il tema, appunto, l’ “attuale momento politico-amministrativo”.

Potrebbe essere l’occasione, non solo per fare il punto della situazione ma anche per annunciare i suoi prossimi passi. I due nuovi assessori dati ormai come ingressi certi sarebbero Andrea Firenze (figlio dell’ex consigliere Tanino) e Dario Tota, che subentrerebbe con il gruppo che fa riferimento a Gaetano Cutrufo.

Nei mesi scorsi si erano dimessi già Cosimo Burti e Alessandro Schembari. L’uscita dalla giunta in quel caso sancì la spaccatura con Italia Viva.

I rapporti tesi con il Partito Democratico provinciale potrebbero avere ulteriori conseguenze.




L’addio di Ansaldi e le critiche: l’improvvisa “loquacità” social di Lealtà&Condivisione

Dopo settimane trascorse in rigoroso silenzio e poche, filtrate comunicazioni adesso Lealtà&Condivisione trova una insolita loquacità, specie sui social. Il movimento politico rimane in giunta ma con lo sguardo critico, mantiene i suoi due assessori ma rischia di confondere il suo elettorato.
Uno dei “suoi” due assessori, Rita Gentile ha avuto un acceso dibattito social con l’ex assessore Salvatore Piccione che ha aspramente criticato il suo operato. Sarà stato probabilmente condotto un ottimo lavoro, ma alla città è arrivato davvero poco nelle rubriche di competenza, forse perchè non adeguatamente comunicato e promosso.
C’è poi il “caso” del presidente Giovanni Randazzo. Cortesemente attento ad evitare interviste sino alla settimana scorsa e adesso autore anche di un lungo post dedicato a Pippo Ansaldi. Quest’ultimo era uno dei nomi forti di L&C però nei giorni scorsi ha ufficializzato il suo addio al movimento politico perchè non ne condivide le scelte, a metà tra forza di governo e forza di lotta forse senza il coraggio delle estreme conseguenze. A lui risponde proprio Randazzo.
Pippo Ansaldi è “un punto di riferimento nella mia vita” e addirittura “un fratello maggiore”, scrive Randazzo. Le critiche rivolte a Lealtà&Condivisione? “Va bene, sta parlando un maestro. Lo si ascolta. Punto! E si medita sulle sue parole”, spiega netto Randazzo che, però, rivendica anche quelli che sarebbero i meriti della sua creatura politica. “Tanto per fare esempi: la battaglia per l’accoglienza dei migranti della Sea Watch 3, la piena attuazione degli istituti di Democrazia Partecipata in cui Siracusa svolge un ruolo di avanguardia in Sicilia, l’ avere creato le premesse per uno insediamento stabile per i braccianti stagionali di Cassibile, l’avvio dei primi brani di mobilità sostenibile dopo l’ adozione del Piano correlativo, l’approvazione del Regolamento dei Beni comuni, gli interventi per la cura del verde pubblico, il nuovo bando per la gestione dei servizi idrici ed altro ancora. Sono pochi, sono molti, sono quel che ci volevano, sono insufficienti? Non lo so, sono frutto dell’impegno di uomini dediti al bene comune ed ho sentito il bisogno di ricordare anche questo”.
Non su tutti i temi l’apprezzamento è univoco e proprio verso l’operato di Gentile e Gradenigo – assessori in quota L&C – non mancano critiche, anche aspre. E in parte accennate da Pippo Ansaldi nel suo commiato. Giovanni Randazzo cerca di tenersi comunque lontano dalla polemica. “Resta per noi e nel nostro sentire uno dei nostri. Non intendendo tuttavia personalmente opporre, per rispetto alla sua libertà e per l’affetto e gratitudine che tutti al nostro interno dobbiamo alla sua persona, alcuna forzatura sulla scelta da lui operata e confermando che le sue parole, anche quando aspre e critiche, saranno per noi sempre ed in ogni caso ben accette ed oggetto delle nostre riflessioni ed anche torciniamenti”.

in foto, da sx: Ansaldi, Randazzo e Gradenigo




Daniela Ternullo (FI): “Ddl Irsap, non è automatico alcun aumento in bolletta”

All’appello rivolto alla deputazione regionale dal sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, risponde l’azzurra Daniela Ternullo. Più che una risposta, però, è una puntura al primo cittadino ibleo. “Nella mia pluriennale attività politica, poche volte sono stata testimone di imbarazzanti scivoloni amministrativi, come in questo caso. Le disposizioni ancora in discussione all’Ars e di indirizzo governativo, che modificano la legge 8 del 2012, agli articoli 15 e 18, nulla hanno a che fare con la gestione degli impianti di acquedotto, fognature e depurazione”, taglia corto l’esponente di Forza Italia, secondo cui il sindaco sarebbe rimasto vittima di “un abbaglio”.
“Mi permetto di utilizzare certi termini – aggiunge Daniela Ternullo – perché è lui stesso che ha tirato in causa me e il partito di cui faccio parte, arrivando addirittura a parlare di slealtà e assenza di confronto democratico da parte nostra. L’unica grande verità è la totale mancanza di dialogo perchè lui continua a snobbare me e le Istituzioni regionali”.
Quanto al rischio legato all’aumento dei canoni tariffari del 1000% a danno dei cittadini, “non dimostra come tecnicamente e soprattutto giuridicamente ciò sarebbe consentito dalla riforma. Il disegno di legge, ancora in discussione, non entra nel merito dei canoni bensì enuncia dei principi generali. Sarà poi compito del potere esecutivo provvedere ad attuare quanto previsto. Da parte mia posso garantire l’impegno in prima linea a difesa del territorio”, conclude Daniela Ternullo.