Ciccio Midolo nuovo coordinatore di Cantiere Popolare a Siracusa

“E’ con grande soddisfazione che accolgo nel nostro partito, su indicazione del nostro coordinatore Nicky Paci, una personalità di grande esperienza politico-amministrativa come Ciccio Midolo, per quattro volte consigliere comunale e per due assessore a Siracusa”. Così, Massimo Dell’Utri, coordinatore regionale di Cantiere Popolare-Noi con l’Italia saluta l’adesione al partito dell’imprenditore siracusano. “Si consolida sempre di più il nostro progetto politico che vuole farsi interprete delle esigenze del territorio, alle prese con problematiche complesse”, aggiunge.
Anche il leader di Cantiere Popolare, Saverio Romano, saluta l’ingresso di Ciccio Midolo. “Riscuote sempre maggiore consenso l’obiettivo politico che ci siamo prefissat, ossia il rafforzamento del Centro in una fase delicatissima e alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali. All’amico Ciccio Midolo il pieno sostegno della nostra comunità politica e l’augurio di buon lavoro”.




Contropiede di Lealtà & Condivisione, stretta sul sindaco: “Provocazione? No, coerenza”

Alla fine Lealtà & Condivisione ha sciolto gli ultimi nodi. Il movimento politico rimane a sostegno della giunta Italia e mantiene i suoi assessori ma su almeno tre punti rimangono le distanze con il sindaco Francesco Italia: il nome del candidato sindaco 2023, l’apertura al Pd e il ritorno del Consiglio Comunale.
Ad una prima lettura, la nota stilata da L&C al termine dell’ultima assemblea pare proprio una provocazione all’indirizzo di un primo cittadino politicamente in difficoltà “Provocazione? No, siamo semplicemente coerenti con le nostre posizioni. Non è la prima volta che chiediamo l’apertura in prospettiva a tutto il centrosinistra, per una coalizione ampia e non elitaria. E non è la prima volta che sproniamo la giunta, di cui facciamo parte, a rispettare il Patto con la Città siglato nel 2018. E non possiamo fare finta che non nel frattempo non si siano persi pezzi di maggioranza”, spiega il presidente di Lealtà&Condivisione, Giovanni Randazzo. Certo, non deve essere stato semplice trovare l’equilibrio tra le anime del movimento nato attorno alla figura del suo presidente. Non è un mistero che vi siano almeno tre correnti di pensiero, con mal di pancia interni circa il sostegno alla giunta Italia. “Fortunatamente al nostro interno c’è un dibattito vivace e ci confrontiamo. Non è stata una battaglia di posizione ma la sintesi della volontà del nostro movimento”, spiega allontanando ogni voce ancora Randazzo.
Ma cosa succederà se Francesco Italia dovesse recepire le richieste di L&C – alcune francamente lontane dalla sua visione – come una dichiarazione ostile e quindi non raccoglierne le sollecitazioni? “Non credo che succederà nulla di questo tipo. C’è dialogo. Ma in quella eventualità, dovremmo prendere atto della mancata risposta”, dice chiaro Giovanni Randazzo.
Sono cinque i temi posti da L&C, dopo l’incontro dei giorni scorsi tra il primo cittadino e Giovanni Randazzo che, in passato, di Italia è stato vice. Il primo: “non è sufficientemente inclusiva l’ipotesi di una coalizione elettorale che riunisca le sole forze politiche che sostengono l’attuale amministrazione, pur apprezzando l’ impegno e l’ abnegazione dell’ attività del sindaco e della giunta, con alcune criticità sulle quali lavorare insieme”. Insomma, si deve aprire al Pd. Ma proprio tra la principale forza di centrosinistra ed il sindaco, i rapporti sono gelidi. Qui si inserisce il secondo tema, quello relativo al candidato 2023. Italia aveva chiesto a L&C una posizione a supporto e sostegno della sua candidatura. Ma la risposta del movimento politico rimane la stessa di mesi addietro:” si deve lavorare alla formazione di un ampio e compatto schieramento progressista, comprendente forze che si riconoscono nell’area del centrosinistra e non solo, in grado di rappresentare un’alternativa credibile alla destra, ribadendo che il candidato sindaco di questo schieramento, unitamente al programma che esso si darà, non potrà, naturalmente, che essere il frutto di una scelta condivisa dai soggetti politici che ne faranno parte, senza pregiudiziale nei confronti di alcuno, ivi compreso ovviamente l’attuale sindaco”. Non un no tout court al nome di Francesco Italia ma neanche quel sostegno aperto e dichiarato che si aspettava l’attuale primo cittadino.
L&C non ritiene poi che serva un nuovo Patto per la Città, come invece sostenuto dal sindaco. “Allo stato riteniamo prioritaria l’ attuazione, per quanto possibile, del Patto per la Città siglato nel 2018, ivi compresa l’approvazione nella sede competente, nei mesi a venire e prima della prossima stagione turistica, di un Regolamento volto alla limitazione degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nel Centro Storico, per arrestarne l’attuale incontrollata proliferazione, secondo quanto da L&C già posto nelle settimane scorse all’esame della Giunta”. Quest’ultima posizione non appare in linea, però, con le linee di sviluppo seguite sin qui per il centro storico.
Ci sono poi le famose risorse del PNRR a cui potenzialmente Siracusa potrebbe ambire. Lealtà & Condivisione chiede l’apertura di un tavolo di confronto periodo, la cui partecipazione deve essere “estesa a tutta la comunità locale nelle sue variegate espressioni politiche ed associative, non circoscritta alle sole forze politiche che sostengono l’amministrazione comunale”. Insomma, non si chiuda tutto a decisioni assunte all’interno di un presunto cerchio magico.
Ma la vera provocazione di Lealtà & Condivisione arriva in chiusura del documento vagliato dall’assemblea del movimento. “In una prospettiva di confronto ampio sul futuro della città e sulle opportunità offerte dal PNRR si invita il sindaco, e le forze politiche che condividano l’ iniziativa, di valutare una proposta di appello all’ Assessorato Enti Locali perché, prescindendo dal ricorso straordinario in atto pendente, e sulla base di una nuova riconsiderazione della questione in coerenza con la volontà espressa dal parlamento siciliano sulla abrogazione della norma che aveva determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale, voglia disporre la revoca di tale atto ripristinando per il futuro la funzionalità del Consiglio e della normale dialettica democratica, anche in vista delle prossime elezioni dei rappresentanti dei Liberi Consorzi Comunali”. Una richiesta irricevibile per un sindaco che ha battagliato anche nelle aule di giustizia amministrativa contro i ricorsi di questi o quegli ex consiglieri comunali.




Adorno (Pd): “Amministrazione Italia? Debole, incerta e confusa. Solo provocazioni”

Dopo i mal di pancia di Lealtà&Condivisione – che alla fine rimarrà in giunta in attesa di decidere se appoggiare o meno Italia nel 2023 – è il Pd ad animare la settimana che dovrebbe condurre al rimpasto. La proposta del sindaco circa un nuovo patto per la città, avanzata in una intervista a La Sicilia, è per il Partito Democratico “una grande provocazione”. A spiegarne il motivo è il segretario provinciale del Pd, Salvo Adorno. “Se Italia avesse voluto veramente rifondare un patto per la città, avrebbe dovuto azzerare la giunta e ridiscutere tutto. Non solo non lo fa, ma continua ad ignorare che il Partito Democratico ha già deliberato 4 mesi orsono, a maggioranza assoluta della direzione cittadina, di uscire dall’amministrazione contestandone la tenuta amministrativa, programmatica e politica. Italia ignora questo deliberato, afferma invece che ha dentro la giunta un pezzo del Pd e annuncia nuove entrate. È una chiara strategia offensiva intollerabile, tanto più grave in quanto espressa da un sindaco che fa parte di un altro partito”.
Il problema, quindi, è anche di etichetta. “Una mancanza di rispetto delle regole minime di convivenza politica. Gli organismi statutari del Pd hanno deliberato che il Partito è fuori dall’amministrazione. Quanto ai nostri ex iscritti (Coppa, Buccheri ndr) sono in giunta a titolo personale e non possono parlare a nome del Partito democratico. Il Pd riconferma che la distanza dal sindaco dopo queste dichiarazioni è totale non solo dal punto di vista della gestione amministrativa. Oggi si carica anche di un più profondo discrimine politico che non può sfuggire a nessun dirigente politico, né della maggioranza né della minoranza del partito”. Ed il riferimento è, in particolare, relativo alle voci che chiamano in causa l’area Cutrufo del Pd, apparentemente disposta a dialogare con la giunta.
Salvo Adorno piazza poi un altro tema ed è quello degli investimenti da assicurare alla città attraverso il Pnrr. “Il sindaco ci dica se intende affrontarlo nel suo cerchio magico o se vuole aprire un ampio tavolo di incontro con le forze sociali e politiche, per costruire una visione condivisa del territorio. È un tema troppo importante per essere discusso solo all’interno della giunta, senza peraltro il confronto con il consiglio comunale. Su tutti i temi che riguardano il futuro della città, il Pd ha detto e continuerà a dire le sue posizioni, si confronterà con tutti e su tutto, come ormai e abituato a fare. Su questi temi continueremo a dare il nostro apporto da fuori l’amministrazione; infatti il partito ha aperto diversi tavoli programmatici, che l’amministrazione non è stata fino ad ora in grado di aprire ad esempio sul tema della coesione sociale, dell’area industriale, dei bonus per l’edilizia, della questione climatica e della riforestazione urbana, della questione dei rifiuti, della cultura, dello sport. La sfida sui programmi è il nostro campo di battaglia e non la deleghiamo di certo a questa amministrazione, debole, incerta e confusa”.




Telenovela Lealtà&Condivisione: dentro o fuori? L’area Gradenigo ago della bilancia

Prendendo a prestito un’espressione dal linguaggio sportivo, i rapporti tra Lealtà&Condivisione e l’amministrazione Italia sono all’extratime. Un non scontato tempo supplementare, per provare a ricucire in extremis e trovare un equilibrio che possa guardare fino al 2023 ed al nuovo appuntamento elettorale. “All’ esito dell’incontro tenutosi tra il sindaco Francesco Italia ed il presidente L&C Giovanni Randazzo, il direttivo di detta associazione ha ritenuto la necessità di procedere alla convocazione di una prossima assemblea per riferire quanto discusso ed acquisire le opportune relative determinazioni”, recita una stringata nota del movimento politico che ha ritrovato il suo presidente originario.
Non una sconfessione della linea Randazzo, a colloquio con il sindaco ieri mattina per quello che più fonti definivano il momento dei saluti, semmai la conferma che Lealtà&Condivisione è preda – come molti altri partiti dell’area del centrosinistra – di correnti e divisioni interne.
L’area Gradenigo-Gentile, ad esempio, spinge per il ritorno al dialogo ed all’appoggio al lavoro di una amministrazione che i due conoscono dal di dentro, essendo assessori in giunta. Il loro pensiero è semplice: non disperdere il patrimonio di quanto si sta costruendo per una questione meramente ideologica. Ma per l’area dura e pura del movimento, quella che ha chiesto a Randazzo di togliere il sostegno alla maggioranza, il punto non è secondario e mal digeriscono il ritrovarsi fianco a fianco con esponenti che ritengono lontani dalla loro cultura politica e di cui non sposano le visioni. Sembra un riferimento più o meno diretto a Fabio Granata ed a Maura Fontana a cui non verrebbe perdonato il trascorso nelle fila del centrodestra.
Ma la politica è da sempre arte del possibile, dove le eccessive semplificazioni non trovano spazio. Tant’è che a chiedere oggi se Lealtà&Condivisione è dentro o fuori dalla maggioranza, la risposta è paradossalmente dentro&fuori. Questione di anime, vicende di correnti in un deejau in tipico stile Pd. Servirà un terzo direttivo in una settimana per dirimere la questione. Ma se ieri sembrava fatta per la rottura, oggi invece l’atmosfera pare diametralmente opposta. Una telenovela del ribaltamento che rischia però di spiazzare l’elettorato di riferimento di Lealtà&Condivisione, movimento che pure vuole essere protagonista alle prossime tornate elettorali.




Ex Province, è la volta buona? Si torna al voto dieci anni dopo, la data: 22 gennaio 2022

Dopo oltre dieci anni si torna a votare, in Sicilia, per eleggere i rappresentanti delle ex Province Regionali. Dopo vari rinvii disposti dall’Ars, il governo Musumeci ha fissato la data: si andrà alle urne il 22 gennaio 2022. Si tratta di consultazioni di “secondo livello” per eleggere i Consigli metropolitani (a Palermo, Catania e Messina), i presidenti e i Consigli dei Liberi consorzi comunali (ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani). Il corpo elettorale è rappresentato dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica. Si vota, un solo giorno, dalle 8 alle 22, mentre le operazioni di scrutinio avranno inizio il giorno successivo dalle 8.
Nelle tre Città metropolitane, il Consiglio è composto, oltre che dal sindaco metropolitano (che di diritto è il primo cittadino del Comune capoluogo) da: 14 consiglieri (se la popolazione residente è fino a 800mila abitanti) o 18 consiglieri (se superiore). Altro organo è la Conferenza metropolitana, composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla Città metropolitana. Nei sei Liberi consorzi comunali devono essere eletti: il presidente e il Consiglio (10 componenti se popolazione fino a 300mila abitanti, 12 se fino a 700mila o 16 se superiore a 700mila). L’Assemblea è invece composta da tutti i sindaci dei Comuni del Libero consorzio.
Tutti i componenti durano in carica cinque anni, ma se un sindaco o un consigliere cessa dall’incarico avviene la decadenza immediata da qualsiasi carica ricoperta negli organi delle Città metropolitane o dei Liberi consorzi. In caso di rinnovo del Consiglio del Comune capoluogo della Città metropolitana si procede a nuove elezioni del Consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del nuovo sindaco.
Nelle tre Città metropolitane, le elezioni verranno indette dal sindaci metropolitani; nei sei Liberi consorzi – in sede di prima applicazione – dal presidente della Regione, a regime dal presidente del Libero consorzio uscente. Gli uffici elettorali saranno costituiti nelle sedi degli enti di area vasta.
Sono eleggibili a presidente del Libero consorzio i sindaci dei Comuni, a consiglieri delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi i sindaci e i consiglieri comunali. Sono candidabili: a presidente i soli sindaci, a consiglieri i sindaci e i consiglieri comunali.
La presentazione delle liste deve avvenire tra le ore 8 del primo gennaio e le ore 12 del 2 gennaio 2022.




Danni del maltempo, il M5s: “risorse straordinarie per la Sicilia, già in legge di Bilancio”

I parlamentari nazionali del MoVimento 5 Stelle in pressing sul governo per lo stanziamento di risorse straordinarie a favore della Sicilia colpita dal maltempo. “Dalla fine di ottobre, sono stati oltre 20 gli eventi atmosferici estremi: medicane, perturbazioni cicloniche, trombe d’aria, nubifragi e temporali. Il territorio non è in grado di resistere ad una simile pressione ed il tema dei cambiamenti climatici richiede un serio approfondimento. Nel frattempo, bisogna fare in fretta per assicurare giusti ristori a quanti hanno subito danni. Senza dimenticare una stagione agricola compromessa se non addirittura azzerata. Il riconoscimento dello stato di calamità serve ma non basta. Ed è per questo che abbiamo preparato alcuni emendamenti in legge di Bilancio a sostegno di quanti, privati ed imprenditori, hanno subito danni a causa delle perturbazioni che hanno flagellato la Sicilia dalla fine di ottobre”, spiegano Paolo Ficara ed Eugenio Saitta a nome dei colleghi pentastellati siciliani. “In questi giorni avremo una stima precisa delle risorse necessarie sia per affrontare l’emergenza che dei danni subiti da cittadini e imprese, specie quelle agricole. Purtroppo sembra di assistere ad un triste dejavu perchè anche nel 2018 ci impegnammo all’indomani dei violenti nubifragi, facendo stanziare somme importanti per i risarcimenti e la messa in sicurezza del territorio. Quasi 300 milioni in gran parte però non spesi, mentre quelle poche opere realizzate, sono state quasi spazzate via dalla furia dell’acqua dei giorni scorsi. Bisogna fare di più, ne siamo consapevoli e per tutelare il nostro territorio stiamo lavorando in maniera congiunta per ottenere le misure necessarie e in tempi certi, sin dalla legge di Bilancio. Confidiamo nella collaborazione degli altri colleghi siciliani. Non possono esserci divisioni di ordine politico quando si chiede la giusta attenzione per la Sicilia”. I parlamentari del MoVimento 5 Stelle siciliano si uniscono al cordoglio per le vittime del maltempo che flagellato l’Isola. “Il dolore va rispettato e partecipato in silenzio, ciò non toglie che non lasceremo che possano esserci di tragedie considerate di serie A ed altre di serie B”.




Staffetta in famiglia, la proposta: “Rossana Cannata sindaco di Avola dopo il fratello Luca”

Una staffetta tra fratelli, nel segno della continuità. Dopo Luca Cannata, il prossimo sindaco di Avola potrebbe essere la sorella Rossana, attualmente deputata regionale di Fratelli d’Italia. Più che una semplice supposizione, è adesso una vera e propria proposta. E’ stato l’assessore alle attività produttive del Comune di Avola, Paolo Guarino, a chiedere al sindaco Luca Cannata “un segnale inequivocabile di continuità, che può arrivare solo tramite la candidatura a sindaco dell’onorevole Rossana Cannata”.
Nessun commento ufficiale, al momento, da parte dei diretti interessati. Guarino spiega sui social il senso della sua richiesta. “E’ necessario dimostrare alla città che il modus operandi del fare, che tanto ha fatto innamorare di Avola gli avolesi stessi, le altre città siciliane e non solo, possa continuare con un nome vicino agli elettori di Luca Cannata, capace allo stesso tempo di continuare a far crescere la nostra bellissima città.
Avola non può permettersi avventori della politica, ma ha bisogno di essere amministrata con capacità e determinazione, la stessa che ha dimostrato l’onorevole Rossana Cannata in questi anni di deputazione regionale.
Spero che questa mia richiesta possa essere accolta e condivisa”, scrive Guarino.
Queste settimane saranno decisive per la scelta del candidato del centrodestra.




Pronto Soccorso di Siracusa: “bene ma non sufficiente riavvio reparto Medicina”, dice Cafeo

I posti letto di Medicina tornati disponibili al quarto piano dell’Umberto I di Siracusa non sono sufficienti a normalizzare l’attività del Pronto Soccorso. Lo sostiene il deputato regionale Giovanni Cafeo (Lega), dopo la protesta degli infermieri e la prima mossa disposta dall’Azienda Sanitaria Provinciale. “Per garantire il diritto alla salute ai cittadini di Siracusa, è necessario al più presto sbloccare l’utilizzo dei posti privati in convenzione, conteggiati nelle statistiche ufficiali ma attualmente inaccessibili”, spiega Cafeo.
“Le sacrosante proteste degli operatori del Pronto Soccorso di Siracusa hanno portato ad un primo parziale successo, con la disponibilità di ulteriori 24 posti letto ordinari all’ospedale Umberto I. Ma si tratta soltanto di un primo passo verso la normalizzazione di un sistema sanitario messo in crisi dalla pandemia di Covid e che adesso deve trovare forze e risorse per ripartire”.
Per Cafeo, “i 14 posti di medicina interna uniti ai 10 di geriatria potranno alleggerire il carico sopportato dal Pronto Soccorso, ma non rappresentano la soluzione del problema. Per questo abbiamo preparato un ordine del giorno per far revocare la sospensione di utilizzo dei posti letto nelle cliniche private per completamento del budget, al fine di ripristinare il diritto alla salute che spetta, anche se non sembrerebbe, anche ai cittadini del territorio di Siracusa”.




Petrolchimico di Siracusa, Cafeo: “compitino della Regione”. Turano replica: “Impegno vero”

“Sul Polo petrolchimico di Siracusa il Governo Musumeci è e resta in prima linea, orgoglioso del lavoro, tutt’altro che formale, fin qui svolto con Comuni, imprese e parti sociali. Sono certo che adesso che Roma dovrà decidere sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non mancherà lo sforzo e l’impegno anche del partito che l’onorevole Cafeo rappresenta”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, replica al deputato della Lega, Giovanni Cafeo. Poche righe per assestare un pizzicotto politico che sposta attenzione e partita a Roma con il timore – velato da parte di Turano che forze nordiste possano rallentare se non appesantire il cammino della richiesta partita da Palermo.
Cafeo rimprovera alla Regione di aver svolto un “compitino” con la preoccupazione che – dopo aver presentato la richiesta – il governo Musumeci possa “lasciar correre gli eventi” senza una puntuale azione di vigilanza e spinta. “In ballo c’è la tenuta sociale di un intero territorio”, ha ricordato Cafeo.
“Il governo regionale non può sottrarsi al confronto con il MISE vista la nostra peculiare situazione che vede la dichiarazione di crisi non come conseguenza di uno smantellamento degli impianti ma al contrario con l’obiettivo di un rilancio e una ripartenza in chiave sostenibile e di transizione”. Il deputato della Lega non manca di sottolineare che “salvare il petrolchimico significa salvare posti di lavoro, aumentare la produttività delle aziende e conseguentemente gli investimenti per la transizione e la modernizzazione degli impianti, migliorando anche la qualità della vita dei cittadini”.
Poi un messaggio conciliante: “se il governo regionale si intesta questa battaglia saremo tutti al suo fianco, indipendentemente dal colore politico”. La risposta di Turano non tarda. “La Regione in prima linea per lo status di area di crisi complessa. Confido nell’impegno a Roma anche del partito che Cafeo rappresenta in Sicilia”.




Reti idriche, Siracusa senza finanziamenti: Ficara, “Cerchiamo soluzione, i sindaci si attivino”

La provincia di Siracusa resta ai margini del bando del Mims che stanzia 313 milioni per i progetti di rifacimento o ammodernamento delle reti idriche nelle regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). “Ad oggi non è stato completato il previsto iter di riordino dei vari ambiti territoriali, con l’individuazione di un gestore di un unico piano d’ambito provinciale. I sindaci siracusani, riuniti in assemblea territoriale idrica, sanno da tempo della necessità di procedere con urgenza per non perdere i fondi del Pnrr per questo tipo di intervento”, spiegano il parlamentare Paolo Ficara ed il deputato regionale Stefano Zito, entrambi del MoVimento 5 Stelle. Risultato? I Comuni siracusani non potranno avere accesso a questa tranche di fondi.
“Ho avuto rassicurazioni dal Ministero che a questo primo bando ne seguirà un secondo. La provincia di Siracusa non può permettersi di perdere anche questo treno. L’Ati dovrebbe riunirsi a breve e mi auguro che i sindaci procedano senza ulteriori indugi. E’ vitale per non rischiare di rimanere fuori anche dalla seconda possibilità per ammodernare e rendere funzionali le reti idriche del siracusano. Non riuscirci per un insopportabile ritardo burocratico sarebbe un disastro, per Siracusa e per tutta la provincia”, si sforza di sollecitare Paolo Ficara. 
“Nei prossimi giorni cercheremo di organizzare un confronto tra il Ministero e il dipartimento regionale per cercare di trovare ogni soluzione possibile per non perdere queste fondamentali risorse, che sono uno dei tanti tasselli degli investimenti sul territorio previsti nel PNRR”, aggiungono Ficara e Zito. 
Nel rapporto di Legambiente viene segnalato come i livelli di dispersione di acqua potabile in rete sia da “record” per la provincia di Siracusa con il 64,5% dell’acqua immessa in rete che viene disperso. L’associazione ambientalista ha sottolineato come sia urgente la programmazione di investimenti consistenti per risolvere il problema
“Non è un mistero che le nostre reti siano colabrodo, ben vengano quindi investimenti mirati e decisi. Diminuire la dispersione idrica significa aumentare la qualità del servizio e ridurre i costi, anche per il cittadino. Con questi bandi – conclude Ficara – mettiamo a disposizione quelle risorse che i Comuni hanno sempre chiesto e cercato. Ora devono dimostrare di saper intervenire”.