Il Comune di Siracusa dovrà formula un’offerta risarcitoria ad Igm entro 60 giorni. Così ha stabilito nei giorni scorsi il Cga di Palermo che ha anche nominato un commissario ad acta qualora non dovesse giungersi ad un accordo. Al momento, le parti sono distanti: almeno 10 milioni la richiesta di Igm, mentre Palazzo Vermexio sarebbe disposto a riconoscere una somma decisamente inferiore, come aggiornamento dei canoni di servizio.
“Il periodo oggetto del contenzioso con Igm riguarda gli anni dal 2011 al 2016. Le ragioni per le quali il Comune deve formulare un’offerta risarcitoria risiedono tutte, esclusivamente, nelle Ordinanze di proroga del servizio di igiene urbana susseguitesi nel tempo, invero dal 2011 al 2016. Quali colpe quindi avrebbero le due ultime amministrazioni che, loro malgrado, si sono trovate questo macigno sulle spalle causato da chi ha gestito in precedenza la cosa pubblica?”, commenta Andrea Buccheri, assessore all’igiene urbana. “Chi lancia accuse dimentica che proprio loro, e i loro sodali, al tempo erano al governo della città. E governavano la città quando il servizio di igiene urbana con il servizio di raccolta a cassonetto (più economico del porta a porta) costava 7 milioni di euro in più di quanto oggi costa il servizio di porta a porta. Non sarebbe più logico domandarsi cosa fece l’amministrazione di centrodestra dal 2011 al 2013 per evitare tutte queste proroghe? In quegli anni espletavo il mio mandato di consigliere presso la Circoscrizione Tiche, interessata in quel periodo da una importante espansione urbanistica nella zona della Pizzuta, e alle ricorrenti richieste, bipartisan, di interventi ordinari di pulizia, spazzamento e manutenzione del verde (all’epoca in carico ad igm). La risposta era sempre la stessa: ‘Le nuove strade non sono coperte da servizio in quanto non previste dal capitolato’. Furono anni di battaglie, di tutto il Consiglio di Circoscrizione, per far riconosce un sacrosanto diritto agli abitanti di quelle zone. Un grido rimasto inascoltato per mesi, anni, sanato solo in seguito”, prosegue Buccheri.
“È opportuno chiarire che, al fine proprio di scongiurare le Ordinanze di proroghe, fu avviata nel 2014 la procedura per l’affidamento con gara ad evidenza pubblica del servizio di igiene urbana, procedura durata più di due anni e che dopo l’annullamento dell’affidamento del servizio ad Igm, poichè la stessa e le altre due partecipanti avevano formulato un’offerta non valida, sono state espletate ben due gare ad evidenza pubblica, la prima la cosiddetta gara ponte e la seconda gara settennale in corso di esecuzione”.
A Buccheri replica l’ex sindaco Roberto Visentin, in carica durante alcuni degli anni interessati dalla decisione del Cga. “Vorrei consigliare all’assessore, prima di fare affermazioni gratuite e prive di riscontro, di informarsi correttamente presso gli uffici e studiare con attenzione la documentazione in loro possesso”, dice l’ex primo cittadino. “Il centrodestra ha governato questa città dal 2000 al 2012. In particolare, l’amministrazione da me presieduta è rimasta in carica dal 23 Giugno 2008 al 31 Dicembre 2012 e quindi, con riferimento al periodo indicato da Buccheri, solo due anni, mentre il centrosinistra ha governato per gli altri quattro anni e continua a governare tutt’ora”, appunta Visentin indicando quindi che le responsabilità non sono imputabili al centrodestra.
Quanto alle proroghe, “quelle concesse sono previste per legge e non gentile concessione dell’amministrazione in carica. Vi è ancora da dire, ed è facile riscontrarlo dagli atti del Comune, che nel periodo di mia sindacatura era
stato comunque predisposto un bando per l’espletamento della gara mai autorizzato dall’Ato Sr 1 proprio
per la situazione giuridica della stessa società d’Ambito. In questa situazione di assoluta carenza normativa e di indirizzo da parte della Regione, era assolutamente indispensabile garantire un servizio fondamentale per cui sono stati adottati i provvedimenti necessari al fine di non lasciare la città in gravi condizioni igieniche con pericolo per la salute dei cittadini”.
Visentin rispedisce le accuse al mittente. “Sono assolutamente infondate e rappresentano solo un puerile e populistico attacco politico. E dimostrano una assoluta ignoranza degli atti amministrativi e tutto ciò nella speranza di poter accrescere il proprio consenso fra i cittadini attualmente ridotto ai minimi termini”.
C’era un altro modo per evitare comunque il rimborso ad Igm? Per Visentin si. “La vicenda, secondo i criteri stabiliti nella sentenza del CGA del 2020, poteva essere definita prima senza aspettare la notifica del giudizio di ottemperanza quantificando a mezzo dei propri uffici l’eventuale importo da riconoscere all’IGM. La somma di 10 milioni è stata determinata unilateralmente dall’Igm ma, in virtù della sentenza relativa al giudizio di ottemperanza, potrà ancora essere rideterminata. Si spera che questa volta l’amministrazione non faccia decorrere inutilmente il termine assegnato”.