La versione di Reale: “La politica? Non c’è. Il sindaco può anche fare assessore un cavallo”

“E’ un tema ipotetico quello della mozione di sfiducia al sindaco Italia. Prima dobbiamo vedere se il Consiglio Comunale tornerà in carica. Solo allora mi porrò il problema. Inutile parlarne oggi, potrebbe anche non succedere. Non mi sembra quindi ragionamento produttivo. E poi mette una pressione sul sindaco che mi pare inopportuna in questo momento”. Ezechia Paolo Reale quasi sorprende con le sue parole ed un ragionamento che pare anche un invito rivolto agli alleati del centrodestra che, invece, hanno già iniziato a pensarci – eccome – all’eventualità della sfiducia. “Alla gente non frega niente. I cittadini vogliono risposte, con o senza Consiglio Comunale. Dobbiamo tutti cercare di dedicarci a temi concreti”, aggiunge in diretta su FMITALIA.
Poi traccia un’analisi dell’attuale momento vissuto dalla giunta comunale, dopo l’uscita dalla maggioranza di Italia Viva e l’atteggiamento ondivago del Pd. “E’ una crisi senza senso. Non essendoci l’istituzione democratica per eccellenza, dove sono rappresentate le varie forze politiche, non è neppure una crisi definibile politica”, dice ancora Reale che di Italia fu avversario al ballottaggio. “Il sindaco non deve rapportarsi con un Consiglio che non c’è e quindi può fare quello che vuole, persino nominare come assessore un cavallo, e non succede nulla. Nessuno può dire nulla”, argomenta citando Caligola e l’episodio del cavallo nominato senatore. “Capirete, quindi, perchè dico che non è una crisi politica. L’uscita del Pd e quella di Italia Viva dalla giunta non hanno alcun significato. Il sindaco può andare avanti da solo”.
Ecco, secondo Reale, uno degli effetti dell’assenza di un Consiglio comunale. “Non essendoci, non c’è democrazia. E senza democrazia non c’è politica. A mio avviso, avrebbe dovuto essere reinsediato in via cautelare lo scorso anno scorso. E invece Siracusa continua a pagare l’inefficienza del sistema”.
Ma il consesso potrebbe tornare in carica nelle prossime settimane, dopo il parere dell’ufficio legale della Regione? “Se il Cga e poi il presidente della Regione confermeranno il parere dell’ufficio legale regionale, certamente il Consiglio Comunale tornerà in carica”. Ecco quindi messi in fila i passaggi ancora mancanti.
Reale, però, non si fa illusioni. “Quelli sono i passaggi ma non c’è una tempistica ipotizzabile per il loro completamento. Di certo non dipende in alcun modo dai ricorrenti, ma da come viene organizzato il lavoro al Cga e nell’ufficio di presidenza delle Regione. Ma principalmente guarderei al Cga, il cui parere è obbligatorio. Lo si attende da un anno. Magari ci saranno ora le ferie e allora se ne riparlerà a settembre, non ho idea. Non so come funziona, vedo che in alcuni casi provvede in un giorno ed in altri casi, invece, ci vogliono anni. Fu giusto dare una risposta al sindaco in 24 ore, ma non darne una per anni al Consiglio comunale non mi sembra corretto”, dice in diretta su FMITALIA.
“Vivo l’attesa con serenità. Abbiamo già ottenuto dei risultati: è stata cambiata la legge regionale e quello che è avvenuto a Siracusa non avverrà più. Il Consiglio comunale si è sacrificato per dimostrare quanto fosse folle la legge in vigore in precedenza. Ora abbiamo riacquistato civiltà. L’ufficio legale ha dato una interpretazione condivisibile, ma con la giurisprudenza siamo abituati a tanti voli, possibili riflessioni diverse e tutto finisce in un nulla di fatto”.




Ritorna il Consiglio comunale? La strategia dell’opposizione: subito mozione di sfiducia

Se il Consiglio comunale di Siracusa tornerà in carica tra agosto e settembre, come lascia intendere l’ultimo parere dell’ufficio legale della presidenza della Regione, uno dei suoi primi atti potrebbe essere la mozione di sfiducia al sindaco Italia. La tesi non è fantasiosa, anzi tra i principali partiti di opposizione – che in Consiglio avevano numeri da maggioranza – ci sarebbe già un accordo di massima.
Lo conferma Enzo Vinciullo (Siracusa Protagonista/Lega). “Ne abbiamo parlato con i vertici provinciali e cittadini di Forza Italia, adottando una linea comune: mozione di sfiducia subito”, spiega l’ex deputato regionale che ha espresso tre consiglieri comunali. “Ci sarebbero anche i tempi per arrivare a votare tra ottobre e novembre. Con il sindaco e la sua giunta non c’è dialogo. La situazione è ormai compromessa. Il dialogo è sempre mancato. Noi ripetiamo da anni che l’uomo che guida la barca ci sembra inadeguato. Ha carenze lampanti di natura politica”, aggiunge ancora Vinciullo.
Ma le posizioni, in realtà, sarebbero più sfumate tra (ex) consiglieri comunali in procinto di ritornare in carica, specie se a fine mese la sezione consultiva del Cga confermerà il parere dell’ufficio legale della Regione nel ricorso straordinario presentato direttamente al presidente Musumeci.
“Io sono fermamente all’opposizione ma penso che un Consiglio comunale che manca da due anni deve occuparsi prima di altri temi”, dice invece Ferdinando Messina che, fin quando l’assise era in carica era il capogruppo di Forza Italia (5 consiglieri). “C’è tempo per pensare alle elezioni ed al nuovo sindaco. la città ha bisogno di essere amministrata e non di ritrovarsi per mesi sotto commissariamento”, il suo pensiero. “La mozione di sfiducia non è comunque una ipotesi fantasiosa”, dice ancora Messina. Sul punto servirà magari un chiarimento in Forza Italia, perchè l’orientamento ufficiale del partito, espresso dal referente provinciale Bruno Alicata, punta senza messe misura alla sfiducia come prima opzione. E’ logico immaginare che anche Ezechia Paolo Reale (promotore del ricorso straordinario, ndr) ed i suoi consiglieri comunali saranno d’accordo sulla sfiducia come primo atto. Il Movimento 5 Stelle, diviso in due da inizio sindacatura, potrebbe ritrovare unione proprio nella sfiducia verso l’amministrazione. I numeri sembrerebbero esserci. Ma nell’arte del possibile che è la politica, con un rimpasto da giocare e possibili allargamenti, le sorprese possono sempre essere dietro l’angolo.




La crisi al Vermexio, Forza Italia chiude le porte: “non ci sono margini per dialogare”

Rimane un rebus la soluzione della crisi politica tutta interna all’amministrazione comunale di Siracusa. Fuori Italia Viva, con il Pd poco allettato dall’idea di sostenere il sindaco Italia, solo i due movimenti Oltre e Lealtà & Condivisione fungono da pilastri della maggioranza. Non a caso, nei giorni scorsi, il primo cittadino aveva aperto alla possibilità di allargare in senso tecnico la giunta, aprendo magari anche al centrodestra in chiave di responsabilità cittadina.
“Invito fuori tempo massimo”, taglia corto Bruno Alicata, coordinatore provinciale di Forza Italia. “Non ci sono margini per discuterne e confrontarsi. Il tempo è ampiamente scaduto. Con l’attuale sindaco non c’è mai stato dialogo. Eppure ci abbiamo anche provato. Ha giocato sempre in solitudine, specie dopo l’uscita di scena del Consiglio comunale. Gli è piaciuto? Bene, vada avanti se ci riesce…”, spiega Alicata.
Nessuna apertura, quindi. Invito al dialogo rispedito subito al mittente. “Italia ha perso l’occasione della sua vita politica. All’indomani dello scioglimento del Consiglio comunale, avrebbe dovuto organizzare un tavolo di confronti con i partiti che erano rappresentati nel consesso. Un modo per lavorare insieme, senza chiedere posti in giunta o visibilità, ognuno nella sua posizione. Sarebbe stata una garanzia per il mantenimento della vita democratica cittadina. Occasione persa. E ora è tardi”.




Crisi al Vermexio: Oltre conferma la fiducia in Italia. Fabio Granata: “sostegno forte”

Dopo Lealtà & Condivisione, un altro movimento politico cittadino (presente in giunta) serra le fila a difesa di Francesco Italia. Si tratta di Oltre, di cui è espressione l’attuale assessore alla Cultura, Fabio Granata. La conferma del sostegno è “forte”, a dispetto “di chi ha iniziato le proprie piccole campagne elettorali senza avere alcun riguardo per la città e per la fase delicata che attraversa. Ma niente paura: ci aspettano due anni di duro lavoro nei quali saranno più chiari a tutti gli obiettivi raggiunti e gli schieramenti in campo”, dice Granata.
“Una parte dell’arcipelago Pd e Italia Viva, hanno preso le distanze dalla nostra amministrazione. Le motivazioni ufficiali sono tanto formali quanto strumentali, oltrechè incomprensibili per i cittadini”, scrive in una lunga nota proprio Granata.
“L’amministrazione Italia nacque da un Patto civico e programmatico tra i 4 candidati a sindaco alternativi a un centrodestra privo di identità politica e mal rappresentato; centrodestra paradossalmente sostenuto al ballottaggio
da buona parte degli stessi ambienti che oggi dichiarano la propria distanza da Francesco Italia. Il primo vulnus al Patto per la città è stato senz’altro determinato dalle dimissioni di Fabio Moschella e di Giovanni Randazzo, poichè da quel momento la coalizione civica è diventata gradualmente potenziale preda di giochetti stucchevoli e antichi rituali che hanno provocato un rallentamento di quel processo di cambiamento che ha comunque già intaccato santuari e interessi che apparivano eterni”, è l’analisi di Fabio Granata.
“Pierpaolo Coppa prima e Andrea Buccheri adesso, valorosi colleghi di giunta con tessera Pd, hanno frantumato una storia infinita che ha riguardato la gestione dei rifiuti nella nostra città. Gestione, tengo a precisare, i cui limiti non erano tanto negli imprenditori storici ma nel loro inesorabile e progressivo cedere a una politica locale che, gonfiando gli organici per fini clientelari (a voler tacere delle pressioni malavitose) avevano trasformato l’impresa in un grande ente previdenziale (per usare un eufemismo)”, l’accusa postuma dell’assessore alla legalità.
Granata rivendica poi i risultati raggiunti dalla differenziata e ripesca le navette elettriche rimesse su strada nel 2013 “che facevano, vuote, il giro di Ortigia e costavano alla Amministrazione circa 900 mila euro l’anno di manutenzioni. Con Francesco Italia abbiamo semplicemente detto basta e costruito un accordo con Ast che con meno di 100 mila euro annui adesso trasporta gratuitamente, con bus nuovissimi e 5 corse giornaliere chiunque voglia venire a Ortigia senza utilizzare la macchina, mentre ci accingiamo finalmente alla completa pedonalizzazione del Centro storico. Tutto questo tra le vedove inconsolabili della vecchia gestione e delle vecchie manutenzioni ovviamente”.
E’ un elenco di cose fatte e progetti quello servito da Granata a difesa del sindaco Francesco Italia. Lo sgombero del campo rom ed il villaggio di Cassibile, la rigenerazione urbana (in prospettiva) della Borgata, della Mazzarrona, di via Tisia e via Pitia e ancora progetti da 56 milioni di euro per social housing ed interventi strategici per la qualità della vita dei siracusani.
“Abbiamo già bandito importanti concorsi pubblici per colmare i vuoti dell’organico comunale e ne stiamo per bandire altri che potranno dare spazio a nuove professionalità ma che altresì contribuiranno alla graduale stabilizzazione di molti dipendenti, con una selezione basata sul merito”.
Il futuro? “Siamo in prima linea, con Francesco Italia, contro il racket e contro i veleni industriali. Cosi come nella difesa del suolo e del paesaggio dalle nuove speculazioni energetiche fintamente sostenibili. E siamo convinti e coerenti sostenitori dell’acqua pubblica e della intangibilità dei beni comuni, tra le vedove inconsolabili di cda, posti di sottogoverno e altre utilità soprattutto elettorali. Potrei scrivere di tanti altri progetti e di tanto altro ma non serve”.




La crisi al Vermexio: Lealtà & Condivisione conferma il sostegno e chiede verifica interna

Si cercano nuovi equilibri politici a Palazzo Vermexio. E il movimento Lealtà & Condivisione, in giunta con due assessori (Gradenigo e Gentile) non resta a guardare. Il presidente Ezio Guglielmino chiama in causa direttamente il sindaco, Francesco Italia, a cui chiede un passo deciso per uscire dall’impasse. “Convochi attorno al medesimo tavolo tutte le forze politiche che nel 2018 siglarono il patto politico programmatico, ponendo le premesse per dar vita alla odierna compagine amministrativa”.
Ma di quella compagine restano oggi pezzi sparsi. “Le improvvise ed impreviste dimissioni dei due assessori di Italia Viva, al di là delle reali ragioni che le hanno determinate, aggiunte al problematico rapporto con il PD, pongono seri interrogativi a chiunque abbia a cuore gli interessi della città”, analizzano correttamente da Lealtà & Condivisione. Una soluzione? “Procedere urgentemente alla verifica delle forze politiche che intendono accompagnare il residuo periodo di vigenza della attuale amministrazione comunale, mettendo al centro del confronto i temi e i progetti sui quali continuare insieme a lavorare per il futuro di Siracusa”.
Potrebbe, allora, arrivare dal movimento politico nato attorno alla figura di Giovanni Randazzo la “stampella” per uscire dalla crisi e guardare con serenità ai restanti due anni di mandato.




Dall’opposizione alza la voce Fratelli d’Italia: “sindaco sfiduciato, si dimetta”

Sulla crisi del Vermexio, arriva da Fratelli d’Italia una spallata diretta all’amministrazione comunale. E’ una delle prime voci che si leva dalle opposizioni. Il coordinatore provinciale, Peppe Napoli, chiede le dimissioni del primo cittadino. “Non avere il sostegno della Giunta in assenza del Consiglio Comunale è oggettivamente segno dell’impossibilità di amministrare”, si legge nella nota di FdI dai toni duri e provocatori. Napoli definisce Siracusa una “città violentata ed abbandonata” ed il sindaco viene accusato di avere seguito solo “ambiziosi interessi personali”.
Per Fratelli d’Italia, il primo cittadino aretuseo sarebbe stato sfiduciato più volte dai suoi stessi alleati. Rivolgendosi direttamente al sindaco, il coordinatore provinciale di FdI lo invita ad abbandonare “la regia di questa rappresentazione teatrale ormai priva di attori e comparse, sicuramente sarà il primo gesto
apprezzato dai siracusani ed un modo per riabilitarti per i tuoi ambizioni progetti nazionali. Per
cortesia libera Siracusa!”.




Crisi politica a Palazzo Vermexio: il Pd si defila, il segretario Adorno marca la distanza

Nonostante una nuova giornata ricca di impegni professionali – è docente universitario – il segretario provinciale del Pd, Salvo Adorno, segue da vicino le evoluzioni della crisi politica che si è abbattuta su Palazzo Vermexio dopo l’uscita di Italia Viva.
Nei giorni scorsi, il sindaco Francesco Italia aveva rivolto un invito-appello al Partito Democratico interpretato come l’apertura di un canale di dialogo privilegiato per la ricomposizione della giunta comunale. Ma il segretario provinciale, seppur alle prese con gli instabili umori delle varie anime del partito, non pare intenzionato a rispondere a quella chiamata. “Non vedo le condizioni necessarie per instaurare un dialogo con l’attuale amministrazione comunale”, dice lento quasi senza attendere la domanda. “La decisione spetta alla direzione cittadina che, nei prossimi giorni, si pronuncerà sulla vicenda. Non voglio anticiparla, ma credo che quella espressa sia l’opinione della maggioranza del Partito Democratico siracusano”.
Insomma, dopo Italia Viva l’amministrazione rischia di perdere anche l’appoggio del principale partito del centrosinistra. Ma gli effetti immediati potrebbero essere limitati. I due assessori che, in qualche modo, sono in quota Pd – Coppa e Buccheri – appaiono piuttosto slegati dalle dinamiche interne di un partito spaccato, dove alcune anime hanno anche apertamente sfiduciato l’operato dello stesso segretario provinciale. Insomma, qualora il Pd dovesse decidere di rompere, non è così scontato che i due si dimetterebbero come, invece, hanno fatto Burti e Schembari.
Cosa non viene perdonato al sindaco di Siracusa dal segretario Adorno? In sintesi: poco confronto, poco dialogo e un atteggiamento poco attento verso il Pd. In attesa della decisione della direzione cittadina, sembra acuirsi la crisi politica tutto attorno a Palazzo Vermexio.




Rimpasto: il sindaco non ha fretta, apre al Pd e guarda anche a destra. “Ricandidarmi? Forse”

“Volevo dire Viva Italia, Italia Viva ma oggi non posso proprio…”. Con una battuta che mescola calcio e politica, il sindaco di Siracusa prova a stemperare le tensioni conseguenti all’uscita dalla giunta dei due assessori di Italia Viva e la necessità di procedere con il rimpasto. “Niente fretta per comporre la nuova giunta. Ho saputo da poco delle dimissioni protocollate da Burti e Schembari. Avvieremo confronto con le forze politiche e poi una necessaria pausa di riflessione”, dice Francesco Italia a proposito della genesi di quella che sarà la nuova giunta, da rivedere e correggere dopo l’addio dei renziani.
Il primo pensiero è per il litigioso Partito Democratico. “Mi auguro, e faccio per questo appello al Pd, affinchè trovi unità”. Un’apertura al dialogo con vista su di una maggiore rappresentanza? Forse, ma bisognerà vedere cosa ne pensano gli alleati. “Alle altre forze della coalizione dico rinsaldiamoci attorno a nuove progettualità ed al lavoro che stiamo portando avanti. Fare quadrato e andare avanti, mettendo da parte personalismi ed appetiti”, aggiunge chiaro Italia. Il dibattito di coalizione potrebbe essere anche esteso ad un eventuale coinvolgimento del centrodestra. “Io non mi pongo limiti di destra o sinistra, specie se al centro si mette il bene comune. Devo parlarne con gli alleati”.
Quanto ad Italia Viva, il primo cittadino conferma “delle divergenze politiche”. Nella nota dei coordinatori provinciali di IV si parla di mancata condivisione sulla gestione pubblica dell’acqua, ad esempio. “All’unanimità, con i sindaci della provincia, abbiamo fatto quella scelta. Giusto che se loro non condividono, vadano su altra strada…”, taglia corto il sindaco Italia.
Tra le critiche mosse al suo indirizzo, anche quella relativa alla gestione del personale. “Esiste un provvedimento sulla pianta organica, approvato dalla giunta ed anche dagli assessori di Italia Viva. Votano favorevole, approvano e poi dopo non sono d’accordo? Strano. Noi stiamo cercando di determinare un cambiamento, anche all’interno della macchina amministrativa. Come tutti i cambiamenti, richiede tempo e pazienza. La situazione complessiva delle risorse umane del Comune è estremamente delicata, con organico svuotato a causa di Quota100. Si deve affrontare la necessità del cambiamento. Noi lo stiamo facendo. Chi ricerca consenso di poca durata, visto che ci avviciniamo ad elezioni, pensa a definire nuove alleanze e non a lavorare per la comunità. Da queste logiche, io mi chiamo fuori”, dice ancora Francesco Italia.
“Spero di completare la squadra con soggetti validi e competenti che sappiamo mettere al centro il bene per i siracusani. Specie in un momento in cui siamo riusciti a produrre 53 milioni di nuove progettazioni. Dopo la fine luglio, sapremo esattamente quali progetti saranno finanziati. Ma possiamo già contare su di un tesoretto da investire in una realizzazione come scuole, social housing, strade”, riassume il sindaco. Gli alleati chiedono rilancio per gli ultimi due anni di mandato. Francesco Italia si ricandiderà? “Se sulla mia persona ci sarà consenso per dare continuità all’azione amministrativa, allora sarò nuovamente il candidato sindaco. Altrimenti, sarò felice di contribuire a scegliere il nuovo candidato. La mia ricandidatura non è un dogma. Pertanto non sarò d’ostacolo alla formazione di coalizioni, purchè basate su temi e progetti concreti”.




Terremoto politico: Italia Viva sbatte la porta ed esce dalla giunta Italia, “non lo sosteniamo”

Italia Viva esce dalla giunta comunale di Siracusa. Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, arriva l’ufficialità con la nota dei coordinatori provinciali Alessandra Furnari e Tiziano Spada. Due dei tre assessori renziani nella squadra di governo cittadino sono con le dimissioni in mano: si tratta di Alessandro Schembari e Cosimo Burti che questa mattina hanno protocollato le proprie dimissioni. Il terzo, Sergio Imbrò, sembra più slegato rispetto alle logiche di partito.
“Riteniamo utile per tutti interrompere questa esperienza, sperando che questo gesto possa rappresentare per il sindaco Italia lo scossone necessario per un autentico rilancio dell’azione amministrativa, nell’esclusivo interesse di tutti i siracusani”, spiegano Furnari e Spada.
“Nel corso dell’ultimo anno abbiamo continuato a sostenere il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, provando a dare il nostro contributo nell’esclusivo interesse della città, con la speranza che i temi da noi considerati centrali, come ad esempio la tutela delle fasce deboli, il mantenimento dei livelli occupazionali, il funzionamento della macchina amministrativa tornassero al centro del dibattito e dell’attenzione dell’amministrazione. Abbiamo provato a rendere organico il nostro punto di vista e abbiamo detto la nostra sui temi da noi considerati centrali – proseguono – ma è ormai evidente l’entità dello scollamento tra le esigenze reali e le scelte amministrative compiute, basti guardare alle vicende della definizione della pianta organica, da noi più volte criticata in quanto non funzionale alla realtà della macchina amministrativa, o la scelta sul modello di gestione dell’ATI, fatta in antitesi alle posizioni espresse dalle componenti politiche, senza dimenticare le posizioni assunte sul servizio idrico che per noi non tengono in nessun conto i giusti investimenti e la tutela del personale”.
Ad accelerare l’uscita di Italia Viva dalla giunta di Siracusa l’annunciata “necessità di una verifica dell’azione amministrativa” in vista di una eventuale ricandidatura del sindaco Italia, rivelano ancora Alessandro Furnari e Tiziano Spada. Italia Viva non sosterrà una nuova candidatura di Francesco Italia: “oggi per noi, alla luce di quanto fin qui sostenuto, non sussistono le condizioni per sostenere tale eventualità”.




Si dimette il coordinatore provinciale di Iv, Tiziano Spada: “vicenda mal gestita dal principio”

Tiziano Spada si è dimesso da coordinatore provinciale di Italia Viva. Una telefonata dai toni cordiali con il deputato regionale Giovanni Cafeo, poi l’annuncio. “Mi dimetto perchè la voglia e l’entusiasmo iniziale oggi non ci sono più”, dice Spada a SiracusaOggi.it. “Italia Viva è un partito che doveva parlare ai giovani e però non lo facciamo. Dovevamo dare una impronta diversa alle dinamiche amministrative ed ai temi da affrontare, e invece parliamo delle stesse cose di 30 anni fa. Con questo sindaco, l’errore è stato entrare in giunta. Non avremmo dovuto. Dovevamo proporre la nostra idea di amministrazione di politica”, spiega l’ex coordinatore provinciale di IV. “Ringrazio i nostri assessori per l’impegno profuso, purtroppo in una giunta priva di visione politica. E in questo momento devo ammette che anche il nostro partito non ce l’ha. Io penso di avere altra visione e altro entusiasmo”, racconta con serenità.
La decisione è maturata nelle ultime ore ma arriva al termine di una lunga introspezione personale. “Non vedo in questo momento una prospettiva politica o un ragionamento logico in giunta a Siracusa. E rispetto a come è gestita Italia Viva a livello provinciale, non credo sia un partito strutturato e capace di dare una prospettiva a chi vuole fare davvero politica”.
Rottura totale? “No, Giovanni Cafeo è e rimane un amico con cui avrò sempre il piacere di collaborare. Continuerò a fare politica. Non cambia il mio rapporto, ma oggi non condivido come viene gestita la vicenda. Dobbiamo ammettere che non siamo stati in grado di interpretare le esigenze cittadine, dopo aver aderito ad una giunta che non sa dare risposte. Le persone che ci hanno dato fiducia si attendevano altro. Siamo entrati in giunta senza capire quali obiettivi raggiungere ed Italia non è un sindaco che condivide. E’ preso dalla sua missione che interpreta come se fosse circondato solo da malaffare e tutto quindi va cambiato e stravolto. Non è così. Dice il vecchio adagio che non si può gettare il bambino insieme all’acqua sporca”.