Gli errori, le accuse, le resistenze. La politica attorno al Caravaggio: "torna a dicembre"

La preoccupazione diffusa a Siracusa è che, dopo la partenza, il Seppellimento di Santa Lucia possa non tornare più. Una paura, invero, immotivata. Semmai il ragionamento va fatto sulla data effettiva di rientro perchè a dicembre la città festeggia la sua patrona Lucia e quel dipinto rientra tra i “simboli” del culto luciano. “Il Caravaggio tornerà entro il 13 dicembre, ho avuto la conferma dal Fec che è il proprietario del bene”, ufficializza a proposito il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s). “Tornerà in perfette condizioni nella sede originaria”, commenta invece Vittorio Sgarbi. E quel “ritornerà nella sede originaria” conferma la volontà di riportare il Caravaggio alla Borgata, nella chiesa di Santa Lucia extra moenia per cui fu dipinto. A patto che le condizioni di sicurezza ed ambientali consentano una simile operazione. Intanto, da Santa Lucia alla Badia è scomparsa la targa che ricordava all’esterno la presenza del dipinto.
A livello politico il clima resta incandescente. “In effetti ci sono aspetti che ora vanno chiariti, a livello istituzionale”, ammette Ficara insieme al deputato regionale Stefano Zito. “Ad esempio il perché di una decisione assunta dal Fec in assoluta solitudine: ci riferiamo al via libera per la partenza, nonostante l’espresso e manifesto parere contrario del Comune di Siracusa e della Curia. Non ci lascia soddisfatti l’atteggiamento del ministero diretto dalla Lamorgese e rispettosamente ci domandiamo che senso abbia avuto il vertice in Prefettura a Siracusa della scorsa settimana se tutto era già deciso, o quasi. Avere ignorato la volontà espressa di una città capoluogo è istituzionalmente irrispettoso, a nostro parere. Ma ciò non toglie che diversi errori siano stati condotti anche a Siracusa, di posizione e di gestione. Ad esempio, l’avere puntato in una prima fase sullo stato di salute dell’opera, ritenuta bisognoso di restauro, si è rivelato un boomerang e non solo comunicativo. Pur con tutte le buone volontà messe in campo, la mossa ha finito per rafforzare la posizione di chi chiedeva il trasferimento del Seppellimento”, analizzano i due.
Anche la parlamentare Stefania Prestigiacomo (FI) si sofferma su quanto accaduto. “L’immagine del Caravaggio trasportato via su un carrellino è l’immagine di una sconfitta, di una città che non è riuscita a difendere un bene artistico di immenso valore”. Una “Caporetto di credibilità”, lo definisce l’ex ministro. “Siamo terra di conquista, una comunità che può essere presa in giro. Una città il cui parere non conta niente. Mi spiace doverlo ricordare, ma 10 anni fa, nel 2009, quando da Roma lo stesso Fec reclamó il nostro Caravaggio, non per portarlo a Trento, ma alle Scuderie del Quirinale, la città in pieno slancio turistico, coesa e compatta si seppe fare sentire e il quadro rimase al suo posto. Ma si dai, consoliamoci con le mostre dei Caravaggio farlocchi e delle ‘sensazioni caravaggesche’ oppure con i nastri tagliati. Oggi è’ una pessima giornata che Siracusa non meritava”. Ed anche l’ex sindaco Roberto Visentin rievoca quel precedente dal diverso esito con protagonista sempre il Seppellimento di Santa Lucia. “Vero è che la proprietà della tela è del Fec e non del Comune di Siracusa – ricorda a proposito Visentin – ma la nostra esperienza dimostra che se un’amministrazione ha capacità e forza politica è possibile bloccare provvedimenti ed iniziative lesive per l’immagine e l’economia della città. L’attuale giunta ha, invece, mostrato ambiguità, scarsa compattezza e nessuna determinazione consentendo così, con il suo atteggiamento, il trasferimento odierno”. Sin qui Roberto Visentin.
“Sorridiamo leggendo le critiche di esponenti di primo piano del centrodestra che dimenticano, però, come al governo della Regione ci siano proprio loro. E il via libera all’intera operazione arrivato da Palermo è, dall’inizio di questa storia, desolante”, replicano Zito e Ficara che non lesinano critiche alla giunta comunale. “Troppe zone ibride e giravolte attorno al Caravaggio, al punto che ci si domanda chi davvero comandi a Palazzo Vermexio, dove l’intraprendenza dell’assessore Granata ha avuto la meglio su di una certa timidezza istituzionale del sindaco Italia”.
Ma intanto il dipinto è partito. “Se tutti i beni e tesori che Siracusa conserva e custodisce nel nome di Lucia, da Ortigia alla Borgata, fossero messi in rete attraverso un percorso cultural-turistico, questo avrebbe garantito una diversa difesa dello spirito identitario e di culto dell’opera del Merisi. Invece, la debolezza del tessuto locale, dove ogni cosa è staccata e distanziata da quella accanto, ha permesso al Fec di decidere senza avvertire la benchè minima pressione. E’ lecito attendersi, in questo senso, una pronta iniziativa dell’amministrazione comunale, per quanto di sua competenza e nel coinvolgimento degli altri enti interessati. Alle volte, accettare un buon consiglio non è segnale di debolezza…”, chiudono i due pentastellati.
La partita, però, non è ancora chiusa. Tra accessi agli atti, relazioni ed approfondimenti continuano a “scontrarsi” sul Caravaggio i due fronti opposti: i fautori del “si” ed gli strenui difensori della siracusanità dell’opera.




Fondo per i Comuni sciolti per mafia e in dissesto, in arrivo 1,8 milioni per Pachino

Poco meno di 1,8 milioni di euro in arrivo dal governo centrale per il Comune di Pachino. Sono note le attuali difficoltà economiche dell’ente, con stipendi non pagati ed operazioni economiche a singhiozzo. Atteso, arriva il sostegno, nell’ambito dell’intervento nazionale che interessa i Comuni in dissesto e sciolti per mafia.
La notizia arriva al termine della Conferenza Stato-Città e autonomie locali. “Il sostanzioso contributo per Pachino è stato possibile grazie alle economie disponibili grazie a un fondo ad hoc inserito nel Decreto Rilancio”, spiega il parlamentare Filippo Scerra (M5s), tra i fautori proprio di quel fondo a cui ha lavorato insieme al vice ministro all’Economia, Laura Castelli.
Nello specifico, si tratta di un fondo da 10 milioni di euro che sarà ripartito a 8 enti locali tra cui, per l’appunto, anche quello della provincia di Siracusa che per l’esattezza riceverà 1 milione 736 mila 552 euro. “Lo scorso luglio – sottolinea il deputato nazionale – avevo già dichiarato il mio interessamento per la situazione di Pachino e per quella dei suoi lavoratori, producendo la modifica all’emendamento grazie al quale oggi verranno stanziati i fondi. Con questo provvedimento abbiamo dato una prima risposta alle necessità del territorio. Un segnale ancor più importante perchè nasce all’indomani dell’ennesimo grido d’allarme lanciato dai dipendenti comunali che non ricevono le retribuzioni da vari mesi.” Le somme stanziate, così come si legge dal documento, sono stabilite in base alla popolazione residente al 31 dicembre 2018.
“Sono grato – prosegue Scerra – al vice ministro Castelli per l’impegno profuso e per l’attenzione rivolta alla problematica in questione. Con questo atto non solo daremo una boccata d’ossigeno ai dipendenti comunali, ma garantiremo la prosecuzione dei servizi che il Comune di Pachino eroga ai cittadini. In questi giorni – ancora il vice presidente del gruppo parlamentare alla Camera – lo stesso viceministro Castelli mi ha assicurato la volontà di voler fare un sopralluogo nei comuni interessati dal provvedimento e per questo stiamo concordando insieme date e modalità”.
Sempre all’interno dello stesso Decreto Ministeriale sono stati stanziati fondi in favore degli enti locali in dissesto per la ristrutturazione di beni comunali o provinciali da destinare a Polizia di Stato e Carabinieri. Per Cassaro sono previsti 3.221 euro, 88 mila euro per Rosolini, 93 mila euro per Pachino e 1,6 milioni per la Provincia di Siracusa. Ai fini dell’effettiva assegnazione delle risorse gli enti potenzialmente beneficiari del contributo dovranno comunicare entro 15 giorni dalla data di pubblicazione del decreto al Ministero dell’Interno di avere o non avere necessità delle risorse, indicandone l’importo.
In questo modo, il Decreto in questione stanzia fondi per gli enti più in difficoltà della Provincia di Siracusa per un ammontare totale di circa 3,5 milioni di Euro. “Il Comune di Pachino – conclude Scerra – per l’incapacità delle precedenti amministrazioni ha ereditato una situazione disastrosa che l’ha portato al dissesto. Oggi grazie al M5S e all’azione politica portata avanti dal sottoscritto e dagli attivisti del territorio, si sta invertendo la rotta e questo primo passo è un tassello fondamentale ma ovviamente non del tutto risolutivo. Per la prima volta però da parte della politica si è avuta una risposta tangibile attraverso fatti e atti concreti, supportando i cittadini, i servizi e i dipendenti del Comune”




Siracusa. Asili nido comunali, Mangiafico: "tanti dubbi sulla riapertura entro settembre"

Non tutti gli asili nido comunali sarebbero in condizione di riaprire entro la fine di settembre. L’ex vicepresidente del Consigli comunale, Michele Mangiafico, avanza i primi dubbi. “Purtroppo, le informazioni che mi giungono dalle famiglie e dagli operatori sociali che mi hanno contattato in questi giorni vanno in direzione contraria rispetto a quanto detto dal Comune di Siracusa secondo cui il servizio inizierà non oltre la quarta settimana di settembre”.
Mangiafico riporta, ad esempio, il caso degli asili nido Baby Smile di via Regia Corte e dell’Arcobaleno di via Mazzanti. “Sembrerebbe che l’amministrazione abbia già deciso di non aprirli, riducendo per qualità e quantità l’offerta che aveva messo a gara. La preferenza è andata alla ristrutturazione degli immobili che ospitano questi due asili. Perché una nuova ristrutturazione di asili dopo i 249 mila euro dell’emendamento numero 66 al Bilancio di previsione 2019, votato il 30 agosto 2019, e che ha introdotto il nuovo capitolo nel bilancio 2019 ‘adeguamento alle norme sanitarie e di sicurezza degli asili nido con risorse comunali’? Non sarebbe più qualificante erogare dopo quasi due anni il servizio alla città?”, si domanda l’esponente politico.
Ma anche nei restanti 5 asili nido comunali ci sarebbero problemi tali da far ritardare ancora l’apertura. “Perché non dire esattamente come stanno le cose, rischiando di creare ulteriori difficoltà alle famiglie della nostra città?”, si domanda Mangiafico.




Siracusa. Ansaldi si riprende "l'onore": illegittima esclusione dal Consiglio

Se il Consiglio comunale di Siracusa non si fosse dissolto, oggi dovrebbe fare posto a Pippo Ansaldi. La Corte di Appello di Catania ha infatti accolto il ricorso avverso la delibera consiliare che ne aveva dichiarato la decadenza da consigliere comunale. “Giustizia è fatta”, esulta il movimento politico Lealtà&Condivisione. “Era un torto ingiustamente arrecato alla persona ed alle istituzioni, in nome di una strumentale battaglia politica. Aveva ragione Pippo Ansaldi, confortato dall’autorevole parere del Segretario comunale, quando provava a convincere i consiglieri comunali d opposizione sulla correttezza del suo comportamento relativamente all’incarico a titolo gratuito espletato nel consorzio dell’Area Marina protetta nell’esclusivo interesse della comunità. Incarico dal quale si era, peraltro, dimesso in tempo utile per candidarsi al Consiglio comunale, senza che fosse strettamente necessario, non sussistendo alcuna incompatibilità, come hanno riaffermato i giudici di Catania”, spiegano da L&C. Tra i più felici, il neoassessore Carlo Gradenigo. “Era giusto riconoscere la correttezza e trasparenza di Ansaldi, anche in questa vicenda. È stato un atto di pura arroganza politica che ha privato il Consiglio Comunale di una persona che per correttezza e coerenza all’epoca si è astenuta dal voto sulla sua espulsione”.
Da Lealtà&Condivisione parte anche una stoccata postuma ai consiglieri di opposizione. “Avevano torto. Capitanati dai rappresentanti del centrodestra, hanno cercato una rivincita politica ammantata da argomenti giuridici pretestuosi. La sentenza della Corte di Appello di Catania restituisce onorabilità ad Ansaldi e sconfessa sostanzialmente una condotta politica pregiudizialmente ostile ed irresponsabile dalla quale le istituzioni hanno conseguito un danno non facilmente rimediabile. Ci auguriamo che tale provvedimento induca a comportamenti più costruttivi nell’interesse, in primo luogo, della nostra comunità”.




Migranti, Prestigiacomo: "no a politiche muscolari alla Salvini, ma il governo è distratto"

Sull’immigrazione e gli sbarchi in Sicilia in tempi di pandemia, continua il duello muscolare tra il presidente della Regione, Musumeci, e il governo nazionale. Gli ultimi sbarchi a Lampedusa alzano ulteriormente il livello di tensione.
La parlamentare siracusana Stefania Prestigiacomo (FI) dice no a politiche muscolari alla Salvini ma chiede l’impegno concreto di un governo “distratto” sull’allarme sociale causato dal fenomeno migratorio in Sicilia. Quanto a Musumeci, “conosco la sua umanità”, dice ancora l’ex ministro dell’Ambiente. “La sua ordinanza resta un grido di allarme per reclamare l’attenzione del governo”.




Piano Qualità dell'Aria, la Regione apre al confronto e chiede sospensione Aia. "Strada giusta"

Con una nota formale la Regione Siciliana chiederà al Ministero dell’Ambiente la sospensione delle procedure di riesame AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e procederà, nel frattempo, a insediare due gruppi di lavoro per superare tutte le criticità fin qui emerse per la piena applicazione del Piano regionale di tutela della qualità dell’aria.
Entro metà settembre verranno convocati un Tavolo tecnico tra rappresentanti delegati dal governo regionale e gli esperti degli impianti industriali e un Tavolo di programmazione politica, richiesto dalle sigle sindacali.
Al primo toccherà il compito di affrontare e trovare soluzioni alle criticità scaturenti dall’applicazione del Piano della qualità dell’aria e dalla successiva decisione del Tar Sicilia che ne ha messo in discussione alcune prescrizioni tecniche. Il secondo momento di confronto servirà invece a definire la strategia di sviluppo, di innovazione e di transizione energetica che le industrie hanno dichiarato di volere perseguire, tenendo fermo l’obiettivo della tutela dei livelli occupazionali e della difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Una strategia per la quale il governo Musumeci è pronto a fornire il proprio sostegno anche attraverso i finanziamenti comunitari in tema di new green deal.
“Il nostro obiettivo – ha sottolineato l’assessore regionale Totò Cordaro – è quello di pervenire a una soluzione condivisa che risolva tutte le questioni allo stato pendenti e che ci consenta finalmente di definire, e applicare, un piano di sviluppo sostenibile. Qualora dovessimo incontrare rigidità e dinieghi che non ci convincono, siamo pronti a valutare autonomamente le successive azioni da intraprendere a tutela del nostro territorio, del nostro ambiente e della salute pubblica. Naturalmente, sempre nel pieno e completo rispetto della normativa vigente”.
Per il deputato regionale siracusano Giovanni Cafeo (IV), “l’esito del tavolo di confronto tra la Regione e le parti sociali seguito alla bocciatura del Piano dell’aria da parte del Tar, fa ben sperare. Ma visti i precedenti è bene mantenere alta l’attenzione”.
E’ un modo per riprendere “con serietà la discussione sullo sviluppo industriale in Sicilia. Resto convinto – dice sempre Cafeo – che terminata una volta per tutte la forte contrapposizione ideologica sul Piano dell’Aria, alla politica spetta oggi il delicato compito di stimolare un dialogo sano e produttivo tra Governo e parti sociali finalizzato non alla vittoria di una fazione su un’altra ma alla programmazione di un futuro legato a grandi investimenti, sviluppo e quindi lavoro”.




Siracusa. La nuova pianta organica del Comune bocciata da Mangiafico: "irrealizzabile"

“La nuova pianta organica del Comune di Siracusa, approvata a Ferragosto dalla giunta, è irrealizzabile”. Secca bocciatura del piano studiato da Palazzo Vermexio da parte dell’ex vicepresidente del Consiglio comunale, Michele Mangiafico.
“È irrealizabile perché immaginata probabilmente traendo spunto da tanti modelli di altri comuni italiani, ma senza tenere conto della mancanza di tutto il personale necessario per farla funzionare. Mancano, infatti, 424 lavoratori al numero di 1.207 previsto dalla stessa delibera per il buon funzionamento di questa pianta organica, cioè oltre il 30%”. Insomma, estremizzando il pensiero di Mangiafico, si sarebbe trattato di maldestro copia e incolla, che non ha tenuto conto del numero reale dei dipendenti comunali. Nuove assunzioni? “I bene informati sanno anche che è impossibile coprire questi 424 posti con le norme attualmente in vigore e, di contro, quanto lunghi siano i tempi necessari per la copertura anche di quei pochi posti che possono essere messi a concorso. Su alcune categorie, lo scenario vede uno sparuto numero di figure disponibili, come nel caso dei funzionari amministrativi (15 su 76) o dei funzionari amministrativi esperti (1 su 10)”, spiega Mangiafico.
Dietro l’angolo, secondo Mangiafico, ci sarebbero anche funzioni e posizioni in contrapposizione tra loro. Ed anche questo per via di varie “ispirazioni” tratte dalle strutture di altri comuni.
“Appare uno spreco l’introduzione di uffici di staff amministrativo a supporto degli assessori per assicurare loro l’esercizio delle funzioni di indirizzo politico. Se da un lato, la scelta è comprensibile in ragione della contingenza legata ad una giunta per molti versi caratterizzata da soggetti alla prima esperienza, dall’altro significherà un ulteriore depauperamento di risorse umane dai servizi da erogare ai cittadini, con la conseguente inefficienza della macchina amministrativa”.
Il giudizio negativo di Mangiafico è netto e senza attenuanti.




Nuova giunta: "politica siracusana anestetizzata", Reale da voce all'opposizione

Mortificazione del ruolo di assessore, l’improvvido aumento di indennità in periodo di grave crisi, la quasi scomparsa delle donne in giunta. Sono alcune delle critiche mosse da Ezechia Paolo Reale dopo il rimpasto operato dal sindaco Italia.
“La nuova composizione scelta dal solitario sindaco di Siracusa ha suscitato poche reazioni, forse anche in relazione alla scarsa rilevanza della funzione di assessore in un contesto democratico brutalizzato dalle irregolarità elettorali, desertificato e vilipeso dallo scioglimento del Consiglio Comunale, perpetrato in base ad un’interpretazione liberticida di una legge regionale sciocca e probabilmente illegittima, nata nottetempo in Assemblea Regionale solo per salvare la poltrona di alcuni sindaci amici”, scrive il leader di Progetto Siracusa in una nota inviata alle redazioni.
“Si è giustamente sottolineato come sia gravemente inopportuna, anche in relazione al momento economico di disperazione di tanti cittadini, la scelta del sindaco Italia di aumentare a nove il numero degli assessori, portandolo al massimo consentito dalla legge per le città con popolazione da 100.000 a 250.000 abitanti. Si è giustamente evidenziato – continua Reale – come, ad onta dell’immagine progressista spesso sbandierata e praticata in favore di telecamere dal sindaco Italia, la sostituzione di due donne con tre uomini mortifichi quel principio di equa distribuzione di genere delle cariche istituzionali che permea tutta la legislazione nazionale e che solo in Sicilia è possibile violare, grazie alla retrograda scelta dell’Assemblea Regionale Siciliana”.
E, secondo Reale, ci sarebbe anche un evidente dato politico. “Secondo le dichiarazioni dello stesso sindaco, oggi Siracusa ha una nuova giunta municipale, dichiaratamente politica, con la partecipazione attiva e il sostegno di tre partiti di rilevanza nazionale (il PD, Italia Viva e Azione) ed un movimento regionale (Diventerà Bellissima). L’affermazione del Sindaco, se non la si considera una menzogna o una millanteria, non merita la poca attenzione che, stranamente, le si è dedicata. Se, da un lato, cade finalmente l’ipocrita pretesa di definire civica e tecnica una compagine sin dal primo momento evidentemente e marcatamente politica, dall’altro è degno di nota il sostegno politico espresso dal movimento fondato dall’attuale presidente della Regione Siciliana Musumeci, che, dopo aver contribuito con il suo simbolo all’elezione a Slsindaco di Francesco Italia, conserva il suo assessore di riferimento nella giunta, anche nella nuova veste politica che oggi caratterizza la composizione della giunta municipale”.
Secondo Ezechia Paolo Reale non sarebbe fatto indifferente, “per le scelte alle prossime elezioni regionali sia dei partiti politici che dei cittadini, che l’alfiere della destra isolana sostenga apertamente un’amministrazione politica dichiaratamente di sinistra. Certamente è bene saperlo ed è giusto che si sia fatta chiarezza. Stranisce, invece, l’assenza di reazione da parte di tutti i partiti politici, come se Siracusa fosse un piccolo paese dove le scelte locali vivono di dinamiche personali e non un importante capoluogo. Ma forse oramai è proprio così”.




Amministrative a Floridia, i 7 candidati a sindaco: "covid, ridurre sottoscrittori liste"

I sette candidati a sindaco di Floridia hanno chiesto alla Regione di ridurre “drasticamente” il numero dei sottoscrittori per le liste civiche. E questo per garantire il rispetto delle norme anticovid.
La richiesta è stata avanzata al presidente della Regione siciliana, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, all’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica e al commissario straordinario del Comune di Floridia. Porta la firma dai sette candidati a sindaco di Floridia: Salvatore Burgio, Marco Carianni, Claudia Faraci, Cristian Fontana, Gaetano Gallitto, Giovanni Limoli e Lino Romano.
Una richiesta, come si legge nel documento sottoscritto dai sette candidati, supportata dal Decreto legge del 20 aprile 2020 n. 26, convertito in Legge, e non ancora recepito dalla Regione, in cui si legge che: “Limitatamente alle elezioni comunali e circoscrizionali dell’anno 2020, il numero minimo di sottoscrizioni richiesto per la presentazione delle liste e delle candidature è ridotto a un terzo”.
Ci sarebbe anche la necessità – evidenziano i sette candidati a sindaco di Floridia – “imposta dall’attuale situazione emergenziale e dalle relative misure per il contenimento del contagio da Covid-19, quali il divieto di assembramenti di ogni genere e il distanziamento sociale. A ciò si aggiunga la situazione in cui versa il Comune di Floridia, in stato di commissariamento straordinario – continuano Burgio, Carianni, Faraci, Fontana, Gallitto, Limoli e Romano – che non permette l’ausilio di consiglieri comunali al fine della autenticazione delle firme necessarie e il numero ridotto di dipendenti comunali necessari a tale scopo. Non c’è dubbio che concentrare la raccolta delle firme all’interno degli edifici comunali per un numero così elevato di sottoscrittori (la presenza di 9 liste civiche, con la normativa in vigore, imporrebbe la concentrazione di circa 3.000 elettori in uno spazio temporale assai ridotto) comporterebbe inevitabilmente la violazione delle norme per il contenimento da Covid-19”.
I sette candidati a sindaco di Floridia concludono: “Il mancato accoglimento delle nostre legittime richieste comporterebbe l’impossibilità a svolgere in sicurezza e correttezza le operazioni di presentazione delle liste elettorali con evidente violazione degli articoli 3, 32 e 49 della Costituzione italiana”.




Fuoco amico sul neo assessore: il je accuse di padre Lo Bello, la replica di Gradenigo

La prima scintilla polemica all’indirizzo della nuova giunta varata dal sindaco Italia arriva dal fuoco amico. Un nome importante dell’ambientalismo siracusano, padre Rosario Lo Bello, “punta” la nomina di Carlo Gradenigo come assessore all Tutela dell’Ambiente. Eppure proprio il neo assessore è una delle anime di Sos Siracusa. “Lui assessore all’ambiente significa bruciare anni di battaglie ambientaliste”, taglia corto il prelato. “Quando il movimento ambientalista siracusano prese corpo, anche col supporto e la guida politica di Ettore Di Giovanni, gli interventi sono tutti andati nella direzione della tutela del paesaggio e dello sviluppo urbanistico della città”, ricorda padre Lo Bello. “Nell’ambiente circolava sommessamente la voce che, se un ambientalista fosse entrato in una giunta di centrosinistra, questo avrebbe dovuto ricoprire la rubrica urbanistica per delineare le linee di sviluppo future della città. La nuova giunta politica di Francesco Italia è una giunta che di tutela della ambiente continua a non avere nulla e quindi la presenza di Gradenigo è un controsenso e una sostanziale presa in giro ai 5.000 siracusani che affollarono la Pillirina al culmine di una sfida che allora vide il movimento vincente ed incisivo. Gradenigo avrebbe fatto meglio a chiedere di dissolvere le nebbie estremamente liberiste che avvolgono la città chiedendo una posizione netta, riformista e progressista e realmente ambientalista dell’azione amministrativa. Mobilità sostenibile, raccolta rifiuti, asili nido, e tante altre azioni amministrative poco chiare, più rispetto per il castello svevo, stop al consumo del suolo. Gradenigo avrebbe fatto meglio a ringraziare e rinunciare, ma a me, e per quel che ne capisco, sembra chiara la sua brama di poltrona. Sfallita la possibile candidatura M5s alla Camera dei Deputati ha forse trovato una a comoda poltrona assessoriale. E soprattutto comprendo la cosa che mi sta più a cuore: la chiusura di SOS Salviamo Siracusa. Finché bisognava conquistare il potere si usavano gli ambientalisti come testa di ariete. Oggi si cercano posti di potere, non si riuniscono più le associazioni che trasversalmente costituiscono la federazione SOS Siracusa, si cheta chi protesta e si distribuiscono soldi ad associazioni e incarichi a professionisti. Meglio tacere e far sì che la città si continui a cementificare. A me non interessa nulla di politica attiva. Ma dispiace che le battaglie ambientali cui sono stato protagonista vengano svendute e strumentalizzate in tale modo”.
Accuse pesanti per una posizione “forte” e senza peli sulla lingua come è nello stile di padre Lo Bello che si spende molto anche nel sociale con l’attività dei ragazzi della sua parrocchia di San Paolo.
L’assessore Gradenigo, contattato dalla redazione di SiracusaOggi.it, prova a gettare acqua sul fuoco. “Onestamente ho sempre avuto grande stima di padre Rosario. Riconosco a lui, ad Andrea La Monica e ad Andrea D’Angelo il merito di essere state le tre persone con le quali mi sono affacciato per la prima volta nel mondo dell’associazionismo, qualche anno prima della nascita di SOS Siracusa. Personalmente non rinnego mai nessuno né credo di aver mai avuto bisogno di arrogarmi meriti sul lavoro degli altri. Ho sempre dato tutto ciò che ho potuto per la causa ambientale e non solo. Mi spiace che a gioire per questo nuovo ruolo e impegno non vi sia anche Rosario”.