Ma sulla Siracusa-Gela il Cas ha il fiato sul collo del Ministero: “troppe inadempienze”

“Da Roma, i tecnici ministeriali dimostrano di mantenere un controllo attento per contrastare le tante inadempienze da parte del Cas (Consorzio Autostrade Siciliane), il cui operato è da mesi sotto la lente di noi parlamentari del territorio, insieme agli uffici ministeriali. Siamo molto soddisfatti dell’azione dell’Ufficio territoriale del Ministero di Catania”, commenta Paolo Ficara assieme al collega Adriano Varrica (M5s).
“Qualche mese fa ho sottoposto all’attenzione del Ministero la condizione di pericolosità della tratta Siracusa-Rosolini. Subito dopo sono partiti i sopralluoghi dei tecnici che il 14 maggio hanno contestato al Cas ulteriori 15 non-conformità per il persistente stato di ammaloramento della pavimentazione ed è stato intimato al concessionario di adottare urgentemente ogni necessaria misura o provvedimento per garantire idonee condizioni di sicurezza per la circolazione autostradale”, spiega Ficara.
Il 3 luglio scorso il Ministero delle Infrastrutture ha svolto una visita di verifica sulle certificate non-conformità, che sono risultate ancora “non risolte”. E pertanto “lo scorso lunedì 15 è stato intimato ancora una volta al Cas di mettere immediatamente in atto idonei provvedimenti a tutela della sicurezza della circolazione”. Dovesse continuare l’inadempienza, il Mistero ha assicurato in commissione che “saranno messe in atto tutte le misure convenzionalmente contemplate”, sino ad una eventuale revoca della concessione.
Quanto poi alla barriera provvisoria di Cassibile, rimasta un inutile e pericoloso ostacolo dopo la sua costruzione nel 2013, e mai entrata in funzione, prossima è la sua demolizione d’iniziativa regionale. “Dopo aver speso 650 mila euro per costruirla, se ne spenderanno 274.500 euro per demolirla, a cui bisognerà aggiungere quelli che saranno investiti per ricostruirla, stando alle parole dell’assessore regionale Falcone. Uno spreco di cuo dovrebbero essere chiamati a rispondere i responsabili perché non possono sempre e solo pagare i siciliani”, specificano Paolo Ficara e Adriano Varrica.
“Per il M5S la priorità è che, chi gestisce la rete autostradale siciliana, sia in grado di assicurare la realizzazione delle opere infrastrutturali attese da troppo tempo, come appunto la Siracusa-Gela, e che sappia mantenere il giusto grado di manutenzione per garantire la sicurezza degli automobilisti siciliani”, concludono Ficara e Varrica.




Una nuova gettonopoli, questa volta ad Avola? Zito (M5s) chiede verifiche sui conti

“Da alcune segnalazioni che ho ricevuto dal MeetUp di Avola, sembrerebbe che, almeno dall’anno 2018, siano state rilevate alcune anomalie all’interno della documentazione riguardante le sedute di alcune commissioni consiliari, per cui ne figurerebbero a rimborso alcune di dubbia validità. Si è ripetuta più volte la circostanza per cui, a fronte di sedute di commissione rinviate dopo qualche minuto per mancanza del numero legale, sembrerebbe che i consiglieri presenti abbiano comunque percepito il gettone di presenza”. Il deputato regionale Stefano Zito apre così allo scenario di una possibile nuova Gettonopoli, questa volta ad Avola. Il parlamentare ha presentato una interrogazione all’Ars. “La storia non è nuova – incalza il deputato, il quale si era già occupato di analoghe problematiche nel Comune di Siracusa – per cui è necessario far chiarezza una volta per tutte su circostanze che, se accertate, potrebbero dare luogo a casi di danno erariale”.
Insieme al gruppo parlamentare in Ars, ha chiesto all’assessore delle Autonomie Locali di verificare l’operato del comune di Avola. “Ritengo che sia il caso di valutare se e quali anomalie possano essersi verificate in relazione ai principi di buon andamento ed economicità cui sempre dovrebbe conformarsi l’attività della pubblica amministrazione. E colgo l’occasione per esprimere la mia solidarietà al commissario Fabio Aurilio in merito alle recenti dichiarazioni del sindaco di Avola, Luca Cannata”, conclude Stefano Zito.




Siracusa. La proposta di L&C: sul nuovo ospedale un patto tra forze politiche

Non si arresta ancora la lunga onda polemica dopo la seduta aperta di Consiglio comunale sul nuovo ospedale andata praticamente deserta. Domani Progetto Siracusa promette rivelazioni sulle “bugie” attorno alla vicenda mentre Lealtà & Condivisione oggi parla di polemiche sterili. “Il Consiglio comunale aveva messo una pietra tombale sulla possibilità di rivedere la propria posizione in assenza di una decisione del governo regionale sull’attribuzione di un ospedale di 2° livello. Ma a Palermo dicono di attendere una determina del Consiglio per dare seguito ad un impegno solennemente assunto nella direzione auspicata a livello locale. Nel frattempo, l’Asp si dice pronta a consegnare un progetto definitivo purchè le si dica dove collocare la nuova struttura, considerato che l’area precedentemente individuata dal massimo consesso cittadino non è più praticabile, e non solo per un DEA di II livello ma anche per quello attualmente previsto dalla programmazione regionale, varata non più tardi di sei mesi fa nel silenzio condiviso di tutti i protestari odierni”, si legge nella nota firmata dal presidente Ezio Guglielmino. Per L&C si tratta di vicenda “schizofrenica (…) nella consumata trama di una fisiologica dialettica politica, se non fosse che i più risoluti duellanti, almeno per quanto riguarda l’obiettivo massimo, appartengono, a Siracusa come a Palermo, alla medesima famiglia politica”.
Guglielmino poi si fa criptico, mescola i temi e chiama in causa anche i cinquestelle per il bando periferie tracciando una parallelo difficile con il nuovo ospedale di Siracusa, se non nel passaggio in cui auspica una revisione della Balduzzi per rendere più facile la qualifica di Dea di II livello per la nuova struttura sanitaria siracusana. “Basterebbe sedere tutti insieme, per una volta, attorno allo stesso tavolo e decidere insieme quali tematiche (in questo caso nuovo ospedale, bando periferie) portare avanti, in quali sedi e come. E in questa direzione un ruolo determinante potrebbe avere il sindaco, massimo referente degli interessi del territorio, promuovendo un vero e proprio, anche se circoscritto Patto per la città”. Questo l’invito di Lealtà & Condivisione.




Cavagrande, Val d’Anapo e Vendicari: Mastriani, “che fine ha fatto il ticket d’ingresso?”

E’ ancora senza applicazione il provvedimento regionale che istituiva nel 2015 il ticket d’ingresso nelle riserve naturali orientate della provincia di Siracusa. Sul tema, presentata una interrogazione parlamentare in Ars, dal deputato Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia.
Per il dirigente regionale del partito, il siracusano Marco Mastriani, Cava Grande del Cassibile, Pantalica Val d’Anapo e Oasi Faunistica di Vendicari soffrono a causa del mancato rispetto del dispositivo. “Con l’applicazione di un ticket d’ingresso, i cui proventi sarebbero destinati all’incremento della dotazione dei servizi per i fruitori, l’Azienda Foreste Demaniali (ente gestore, ndr) potrebbe non solo completare tutti i servizi basilari ad oggi assenti in molto aree protette ma soprattutto potrebbe avere risorse economiche per incrementare interventi di manutenzione ordinaria”. Interventi come steccati, servizio toilette, cartine turistiche e segnaletica verticale, con un maggior presidio e controllo delle riserve naturali nei periodi di maggiore affluenza. Per fare un esempio, la sola Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari, annualmente conterebbe secondo alcune statistiche quasi 800.000 visitatori.
“Quello che è successo il 23 giugno 2019 ad Eloro, con un incendio di 41 autovetture, è assurdo e in una riserva naturale gestita in maniera adeguata non dovrebbe succedere, perchè i fruitori con il pagamento del ticket d’ingresso dovrebbero avere anche l’ingresso a un parcheggio custodito e gestito dall’ente gestore dell’area protetta. Non è più accettabile assistere all’immobilismo della macchina amministrativa regionale”, dice secco Mastriani.
Restano, intanto, in attesa gli interventi per la messa in sicurezza del sentiero Scala Cruci, lato Avola antica, a Cava Grande del Cassibile. E’ chiuso da 5 anni. “E che fine hanno fatto gli interventi per la messa in sicurezza dell’antico tracciato ferroviario della Valle dell’Anapo, con la chiusura di una parte del sentiero dall’ingresso Fusco? Perchè non interviene l’Assessore Regionale all’Agricoltura e Sviluppo Rurale, Edy Bandiera, che ha la competenza sulle aree protette elencate?”.




Siracusa-Gela: barriera di Cassibile e cantieri lumaca, il caso in Parlamento

Il caso dell’autostrada infinita, la Siracusa-Gela, e dei suoi cantieri lumaca arriva in Parlamento. Mercoledì il Ministero delle Infrastrutture fornirà le sue risposte alle interrogazioni presentate dal parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s) sull’opera di competenza della Regione ma con finanziamenti ministeriali.
La prima interrogazione è relativa alla barriera di Cassibile, di cui recentemente la Regione ha ipotizzato l’abbattimento per poi procedere con la ricostruzione una volta completata l’autostrada fino a Modica. La seconda sulla manutenzione (“non più rinviabile”) del tratto Noto-Rosolini, il cui tappetino di asfalto “presenta segni di usura e degradamento che non possono essere ignorati”.
Nei prossimi giorni, inoltre, previsto un sopralluogo di una delegazione di parlamentari pentastellati ai cantieri dei lotti 6, 7 e 8. “I lavori da Rosolini a Modica procedono a rilento, a dispetto delle ottimistiche dichiarazioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. I finanziamenti sono tutti ministeriali, è insopportabile lo stallo attuale. Visto che la Regione non riesce a far sentire la sua presenza, chiederò al Ministero di premere per la necessaria buona riuscita dell’opera”, spiega Ficara anticipando quella visita.




Nuovo ospedale, intervista con l’assessore Razza: “Consiglio comunale faccia in fretta”

Quanto è vicino l’avvio dell’iter di costruzione del nuovo ospedale di Siracusa? Lo abbiamo chiesto all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, sette giorni dopo la deliberazione della giunta Musumeci che porta a 160 milioni la dotazione finanziaria per l’opera che deve nero su bianco anche la qualifica di Dea di II livello, una volta edificata. “Quella delibera è stata un passaggio fondamentale, che consentirà di adeguare il finanziamento da 140 a 160 milioni. Le procedure ed i tempi sono questi: ho già trasmesso la delibera alla sesta commissione per il parere e subito dopo verrà adottato il decreto che trasferirà l’istruttoria al nucleo investimenti del Ministero della Salute”.

Di solito quali tempistiche ha il Ministero?
“Proprio domani il nucleo libererà il primo stralcio dell’articolo 20, che è stato adottato dal nostro governo lo scorso anno. Nel caso di questa ultima delibera, a differenza di quella precedente che prevedeva numerosi interventi in tutta l’Isola, si tratta di solo 3 nuove misure e tutte di costruzione ex novo; ritengo, quindi, che si possa essere più rapidi nell’esame anche a Roma. Sono ottimista, perché – come sollecitato dai vertici di Ismett e UPMC Italia – in autunno partirà il cantiere del Ri.Med a Carini ed è obiettivo del management che guida entrambe le istituzioni procedere alla costruzione del nuovo ospedale, anch’esso nella delibera del 9 luglio, parallelamente con quella del centro di ricerca. Spero che sia a Palermo, che a Siracusa si possa mantenere il medesimo passo”.

Che cosa serve adesso per partire con le gare?
“Stiamo valutando una innovativa gestione delle procedure. In Italia, anche per la difficile gestione dei cantieri sulle “opere strategiche”, si è fatto troppo raramente ricorso al dialogo competitivo, una fattispecie prevista dal codice degli appalti proprio per le grandi opere. La prossima settimana incontrerò i direttori dell’Asp di Siracusa, del Villa Sofia-Cervello e del Civico, perché vorrei chiedere ad un esperto di gare d’appalto di aiutarci a costruire una procedura trasparente e in tempi rapidi”.

Che tipo di atteggiamento si attende del Consiglio comunale di Siracusa?
“Ho grande rispetto per le istituzioni locali. Il Consiglio comunale ha i suoi poteri in materia e mi auguro li eserciti pienamente. Mi auguro, ovviamente, che lo faccia entro poche settimane, perché Siracusa attende questo risultato da quasi trent’anni. E penso sia arrivato il momento di mettere la parola fine a questa lunga telenovela”.

Sulla scelta dell’area, la Regione può sostituirsi al Consiglio comunale? Detterete comunque dei tempi entro cui ricevere un pronunciamento definito da Siracusa?
“Esiste una procedura per le grandi opere di interesse regionale, che è stata approfondita nella seconda consulenza commissionata dall’Asp di Siracusa e che vede protagonista l’Assessorato al Territorio e Ambiente. Ma vorrei ci fosse una condivisione di obiettivi con le istituzioni locali, senza inutili forzature ma anche senza inutili polemiche o, peggio, perdite di tempo. Ne abbiamo parlato molto con il sindaco Italia, con cui il rapporto di dialogo e collaborazione istituzionale è assai proficuo. Non riesco a pensare che possa esistere una sola forza politica, in Consiglio Comunale, che non avverta – al pari del presidente Musumeci e di tutto il nostro governo – la necessità non più rinviabile di realizzare questa opera”.

Come farà il nuovo ospedale ad ottenere la qualifica di Dea di II livello? Nel bacino, Ragusa o Catania dovranno rinunciare a qualcosa?
“Nessuno dovrà rinunciare a niente e sono pronto a un confronto pubblico su questa come su altre questioni. Un confronto con gli operatori, ovviamente, e non certo con chi specula sulla salute dei cittadini. Poi mi lasci dire una cosa: su questa qualificazione ho letto le peggiori mistificazioni. Persino che si debba modificare adesso la rete, per qualificare domani il nuovo presidio come Dea di II livello. Le faccio due esempi molto concreti: a Catania il San Marco è stato inserito nella rete ospedaliera solo dopo la sua effettiva costruzione e, quindi, non appena pronto per l’apertura. Allo stesso modo si è fatto per il nuovo Ismett 2, che avrà una diversa dotazione di posti letto, ma che ovviamente verrà predisposta al momento necessario. Poi c’è un’altra cosa che mi lascia molto perplesso…”.

Cioè?
“Si continua a confondere, penso a questo punto dolosamente, il “livello” dell’ospedale con la sua classificazione nell’ambito della rete dell’emergenza. Facciamo chiarezza: l’Ospedale di Siracusa, oggi, ha già più unità complesse di quello di Caltanissetta che è l’hub di riferimento della Sicilia centrale ed è Dea di II. Perché? Molto semplice: perché la classificazione nella rete emergenziale è cosa diversa dal numero delle strutture e dal numero delle unità. Penso che la più grande urgenza per Siracusa sia il reclutamento di professionisti, i concorsi per mantenere tutte le strutture aperte e il rinnovamento delle infrastrutture, soprattutto in provincia. Su questo mi aspetto dall’Asp un lavoro enorme, esattamente come mi aspetto una maggiore organizzazione dei servizi territoriali”.

Perchè per il governo Musumeci gli ospedali di Siracusa e Palermo sono così importanti, al punto da rilanciare la posta per la loro costruzione?
“Perchè nel 2019 non è tollerabile vedere infrastrutture sanitarie di un secolo fa. Se avessi iniziato a fare politica negli anni ’90… avrei più di una ragione per chiudermi a casa e non farmi vedere in giro. Ma faccio parte di un governo che guida la Sicilia da 18 mesi, non 18 anni. Vorrei che tutti comprendessero che la gente che lascia la Sicilia per farsi curare altrove lo fa anche per ragioni di una percezione di inospitalità delle nostre strutture. E i migliori professionisti non andranno mai in ospedali non adeguati tecnologicamente e strutturalmente. A Siracusa e Palermo dal momento del mio insediamento ho potuto riscontrare le più grandi difficoltà. E questa è una responsabilità politica che il governo Musumeci avverte come la vera priorità per garantire pari diritti a tutti i cittadini della Regione”.




Siracusa. Consiglio comunale, che vergogna sul nuovo ospedale: presenti solo in 9

Nell’insolita sede dell’Urban Center (troppo caldo in aula Vittorini, ndr), il Consiglio comunale di Siracusa scivola sul nuovo ospedale. In un momento storico in cui la sua possibile costruzione è davvero sul tavolo, con una apertura della Regione mai vista prima, la stragrande maggioranza dei consiglieri comunali mostra la sua indifferenza per il tema invece centrale per la città. Si presentano solo in 9 all’appello della seduta aperta, su 32 consiglieri comunali.
Ci sono la presidente Moena Scala, il vice Michele Mangiafico, i cinquestelle Roberto Trigilio e Chiara Ficara, Carlo Gradenigo, Rita Gentile, Pamela La Mesa, Chiara Catera e Laura Spataro. Assenti tutti gli altri. Impossibilitati a partecipare Silvia Russoniello (tutore alla gamba) e Francesco Burgio (lutto in famiglia).
Salta quindi la seduta aperta che era stata convocata per un utile punto della situazione. Per evitare la malafiura totale con le istituzioni presenti (il direttore dell’Asp Ficarra, i parlamentari nazionali Scerra e Pisani, il deputato regionale Zito, il sindaco Italia e i sindaci) dopo una consultazione con il segretario generale si decide di andare avanti come “adunanza cittadina” e non quindi “seduta consiliare”. Furiosa per le assenze di massa la presidente dell’aula, Moena Scala.
Sa che l’irrigidimento del Consiglio comunale – che pure lei ha sempre difeso – rischia di allontanare il raggiungimento dell’obiettivo. L’ospedale di Siracusa è da sempre ostaggio di una battaglia politica che risulta sempre più incomprensibile ad una opinione pubblica provinciale ormai stanca di questa telenovela. La scelta dell’area non appassiona nessuno se non azzeccagarbugli e appassionati di tecnicismi. La gente normale vuole il nuovo ospedale, dove si può costruire e prima possibile. Punto.
A questo punto, è chiaro, la Regione farà da sè. Come lasciava intendere l’assessore Razza nella nostra intervista odierna, aumenta la possibilità che possa avocare a sé la procedura: sceglierà l’area bypassando il Consiglio comunale. Può farlo, come extrema ratio. Non c’è dialogo con il Consiglio comunale di Siracusa.
Quanto al dibattito odierno, Roberto Trigilio ha ritenuto non idonea la scelta della Pizzuta e, rivendicando il lavoro di studio realizzato dal gruppo del Movimento 5 Stelle, ha indicato come più idonea l’area nei pressi del futuro centro di protezione civile, che è una delle quattro previste nella perizia Pillitteri.
Michele Mangiafico, dopo avere giudicato positivo il confronto con gli altri sindaci, ha considerato le numerose assenze dei consiglieri come il sintomo di una mancanza di dialogo tra le istituzioni impegnate su questo tema. Per Mangiafico, l’area della Pizzuta fu scelta perché era coerente con l’attuale Prg, che prevede un assetto viario nuovo capace di rendere raggiungibile il futuro nosocomio in pochi minuti dai tutti i quartieri della città, soprattutto da quelli in cui risiede il maggior numero di siracusani. Il consigliere, poi, ha riconosciuto gli importanti passi in avanti compiuti dalla Regione negli ultimi mesi ma ha proposto un problema sostanziale: il consiglio comunale per rivedere la vecchia decisione ha bisogno di ricevere dall’amministrazione una proposta formale definita che ad oggi non c’è. D’accordo con Mangiafico si è detto anche Carlo Gradenigo, che ha inoltre sollevato dubbi un’altra delle aree individuate da Pillitteri: quella di Tremmilia perché ricade nel Parco archeologico della Nepolis recentemente istituito. Infine, ha concluso con un appello ai rappresentanti istituzionali affinché, in attesa del nuovo ospedale, si impegnino a mantenere in provincia adeguati livelli di assistenza sanitaria.
Pamela La Mesa ha auspicato che dalla discussione si tragga spunto per un atto di indirizzo rivolto all’amministrazione comunale, aggiungendo che sarebbe ingiusto puntare il dito solo sui consiglieri assenti perché tante altre istituzioni che hanno un ruolo in questa vicenda hanno deciso di non presentarsi sebbene invitati.
In conclusione la presidente, Moena Scala, ha definito la riunione “un importante momento di confronto su un aspetto essenziale per tutti i cittadini come il diritto alla salute, rispetto al quale la Politica non può non dare risposte”. Infine, dalla presidente un appello al senso di responsabilità di tutti i consiglieri comunali: “La città ci chiede delle risposte e noi le dobbiamo dare. Diversamente non avremo di che lagnarci se altri decideranno per noi”.
Al dibattito hanno dato il loro contributo: Franca Mandanici, della Consulta comunale femminile; il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio; il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato; il deputato regionale Giovanni Cafeo; l’ex deputata regionale Marika Cirone Di Marco; il segretario provinciale della Cisl, Paolo Sanzaro; Vincenzo Tommasello; il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo; il senatore Pino Pisani; il deputato Filippo Scerra; il deputato regionale, Stefano Zito; il sindaco di Rosolini, Giuseppe Incatasciato; il sindaco di Priolo, Pippo Gianni; l’architetto Angelo Troia e il sindaco di Buscemi, Rossella La Pira.




Siracusa. Nuovo ospedale, il centrodestra: “assenti per scelta, nostro il vero atto concreto”

“I gruppi di opposizione in Consiglio comunale hanno volontariamente deciso di non partecipare alla seduta odierna, perché indisponibili a perseverare in chiacchiere inutili, ricercate sfilate e défilé mediatici con lo scopo ultimo di soddisfare l’ego di qualcuno, inducendo in inganno opinione pubblica e mezzi d’informazione, con l’immancabile articolo di qualche compiacente strumento mediatico”. Inizia così la nota firmata dai maggiorenti del centrodestra siracusano, dopo le critiche piovute per l’assenza alla seduta aperta di Consiglio comunale dedicata al tema del nuovo ospedale. “Appare quantomeno volgare attribuire al centrodestra superficialità e strafottenza per avere disertato il Consiglio comunale aperto, che peraltro, non potendo avere luogo in mancanza di numero legale, è stato trasformato in risibile adunanza popolare. L’atto concreto sulla vicenda ospedale, va ben chiarito, è stato già compiuto nei giorni scorsi, con l’approvazione dell’Odg voluto dal centrodestra e che impegna la giunta su ospedale e Dea di secondo livello. Un atto amministrativo – continuano Prestigiacomo, ALicata, Reale, Vinciullo e Scrofani – concreto e non frutto di futili passerelle mediatiche, come quelle consumate nell’odierna riunione al teatro Salvo Randone, oggi Urban Center. Anche i sassi sanno quanta passione, onore ed impegno sta mettendo in campo il centrodestra in questa battaglia epocale che vuol difendere, in primo luogo, la dignità della nostra collettività dall’arroganza di chi, in silenzio, vorrebbe calpestare diritti indisponibili ed il nostro orgoglio. Abbiamo già chiarito la nostra avversione a subire indifferenti e senza colpo ferire, lo faremo anche con ben altre, ravvicinate iniziative”.

Nota del direttore
Purtroppo non si riesce ad andare oltre lo schema per cui se si parla bene di qualcuno o qualcosa si è bravi, se invece si critica si è cattivi o peggio compiacenti. Accusare uno dei principali organi di informazione locale di essere un “compiacente strumento mediatico” è una caduta di stile da parte di personaggi che hanno scritto importanti e recenti pagine politiche. La critica che parte forte dall’opinione pubblica non è forse solo e soltanto colpa di un “compiacente strumento mediatico”. Alle volte della sana autocritica, anche sulle scelte comunicative messe in campo, potrebbe non guastare. Ad maiora.




Siracusa. L’anima critica della maggioranza, L&C: “rimpasto non sia solo giro di poltrone”

Lealtà e Condivisione si conferma anima “critica” della maggioranza. E dopo l’ultimo incontro con il sindaco, nella prospettiva di un rimpasto che ancora non vede la genesi, dirama una nota da cui emerge qualche perplessità. “Le dimissioni di Moschella e Randazzo pongono problemi politici ineludibili che vanno al di là della necessità di un semplice avvicendamento tra persone. Sarebbe politicamente sbagliato gestire questo passaggio in modo riduttivo, puntando esclusivamente alla ricomposizione tout court della squadra di governo. Occorre, invece, cogliere questa occasione per provare a ricucire la rete di relazioni politiche che è stata alla base del successo della candidatura di Italia alle elezioni amministrative dello scorso anno e che ha registrato, nel corso degli ultimi mesi, un evidente processo di logoramento, che ha inciso non poco sulle difficoltà incontrate dalla amministrazione comunale”. Parole attente ma che lamentano una sorta di isolamento della giunta al momento di assumere decisioni. “Tutti i soggetti politici, partiti e associazioni, che hanno dato vita alla attuale amministrazione e che, come noi, concordano sulla opportunità del proseguimento di questa esperienza, debbono, in questa fase cruciale, farsi carico collegialmente del rilancio dell’attività amministrativa con l’obiettivo, certamente, di portare a compimento tematiche fondamentali (a cominciare dal bilancio di previsione),ma puntando, soprattutto, a ridefinire l’agenda politica mediante la individuazione di obiettivi qualificanti , riconoscibili e praticabili per il futuro della città in linea con il programma di governo. Solo all’interno di questa cornice sarà possibile apprezzare la congruità politica della scelta dei nuovi assessori”, è poi l’altro messaggio lanciato alla compagine di governo cittadino.
“E’ quanto abbiamo prospettato al Sindaco,nel corso di un incontro nel quale abbiamo anche sottolineato la importanza di un efficientamento dell’ufficio preposto alla gestione dei progetti ricompresi in Agenda Urbana e Bando delle periferie, in quanto ambito strategico per le politiche di sviluppo cittadino, per il ruolo che ha ma che soprattutto deve avere per l’attivazione di ulteriori progetti e l’acquisizione di risorse economiche”, la chiosa di Lealtà e Condivisione.




Siracusa. Rimpasto, nuovo ospedale e Prg: Democratici per Siracusa scaldano i motori

“I Democratici per Siracusa continueranno nel sostegno all’amministrazione Italia. La nostra eventuale presenza in giunta, sarà un atto di responsabilità politica, per il bene della città nel rispetto di tutti quei cittadini che con il loro voto hanno espresso la volontà di un cambiamento e rinnovo”. Sono parole del capogruppo Salvatore Costantino ed aprono la settimana “calda” del rimpasto con il nome di Andrea Buccheri (Democratici per Siracusa) dato tra quelli dei possibili nuovi assessori.
“Il nostro sostegno c’è sulla base di una rinnovata intesa programmatica, che trovi confronto con la città e i gruppi presenti in Consiglio Comunale. Pertanto ci auspichiamo che l’interlocuzione tra tutte le forze politiche sia alla base del confronto per scelte programmatiche a breve periodo e a lungo periodo, a titolo indicativo e non limitativo”, il messaggio di Costantino che guarda soprattutto alla vicenda nuovo ospedale e al nuovo Prg. “Ma in generale per ciò che riguarda i temi fondamentali dello sviluppo del nostro territorio. In quest’ottica, con particolare attenzione e con il dovuto rispetto, guardiamo alle scelte che i partiti, soprattutto il PD, intendono fare nell’imminente futuro”.