Ex Province siciliane, Stefania Prestigiacomo (FI): “cosa vuole fare il governo?”

“Sull’emergenza finanziaria nella quale versano le province siciliane il governo nazionale dica in commissione Bilancio, alla Camera, dove stiamo discutendo la proposta di legge di Forza Italia a firma Germanà, cosa intende realmente fare per risolvere la drammatica situazione”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. “Il tempo degli annunci estemporanei, vaghi – aggiunge – di cui leggiamo in Sicilia da parte di esponenti del governo nazionale è abbondantemente scaduto. Le province siciliane hanno subito una intollerabile e grave disparità di trattamento dal punto di vista dei tagli finanziari rispetto alle altre regioni d’Italia che si ripercuotono pesantemente sulla fruizione di servizi essenziali costituzionalmente rilevanti. Scuole cadenti e senza riscaldamento e strade dissestate. Forza Italia non arretrera’ di un solo millimetro su questo tema e chiediamo con forza che l’esecutivo e la sua maggioranza si pronuncino al piu’ presto per scongiurare vere e proprie sollevazioni popolari”.




Siracusa. Consuntivo 2017, falsa partenza: i consiglieri tornano in aula domani

Rimandata a domani, in seconda convocazione, la discussione in Consiglio comunale sul consuntivo 2017. E’ mancato il numero legale al termine di un lungo confronto su una pregiudiziale di trattabilità della proposta sollevata da Cetty Vinci che ha lamentato carenza negli allegati. In sostanza, la consigliera ha evidenziato come non ci fossero i bilanci 2017 di due società partecipate, il Consorzio Universitario e l’Ato Idrico, chiedendo anche come fosse stato possibile per i revisori dei conti esprimere un parere.
Per i revisori, Sebastiano Brancati ha chiarito che il parere era stato rilasciato sulla base dei documenti disponibili, che per le due partecipate sono i bilanci 2016. Il ragioniere generale, Giorgio Giannì ha spiegato che i bilanci 2017 non sono stati approvati dalle due società ed è per questo che mancano dagli allegati.
La presidente Scala ha, quindi, messo ai voti la trattabilità della proposta ma è mancato il numero legale.
Prima che si sviluppasse il confronto sulla trattabilità, il presidente della commissione Bilancio, Castagnino, aveva abbandonato l’aula per l’assenza dei revisori dei conti e del ragioniere generale, giunti a dibattito iniziato. Castagnino aveva sostenuto che in loro assenza i consiglieri non avrebbero potuto avere i chiarimenti necessari per votare la proposta sollevando in particolare tre criticità: com’era stato possibile che, a dicembre 2017, il doggy park di piazza Adda fosse stato realizzato con 25mila euro prelevati dal fondo di riserva del sindaco; la corrispondenza della spesa sociale rispetto a quanto previsto dalle norme; l’attinenza tra preventivo e consuntivo 2017 vista che il primo era stato votato allo scadere dell’anno anno.




Melilli. Sospeso anche il trasporto studenti dopo la refezione scolastica: “caos”

“Si avvisa che da domani, 27 Febbraio 2019, il servizio di trasporto scolastico comunale a favore degli alunni delle scuole materne e dell’obbligo delle frazioni di Villasmundo e Città Giardino, residenti nei centri abitati e contrade sparse, è temporaneamente sospeso, causa assenza di adesione delle ditte invitate all’espletamento del servizio”. Con questa parole pubblicate sulla pagina facebook del Comune di Melilli viene comunicata la sospensione del servizio di trasporto scolastico. Sospensione temporanea per assenza di adesione delle ditte invitate. Sarà solo una coincidenza, ma proprio il trasporto degli studenti era uno di quegli affidamenti finiti nell’indagine della Procura di Siracusa soprannominata Muddica. Ai domiciliari è finito il sindaco, Giuseppe Carta.
Nei giorni scorsi era stato sospeso anche il servizio di refezione scolastica. Non un gran momento per il Comune di Melilli. Con l’opposizione che torna a ruggire. “E’ l’ennesima prova del caos che ormai si percepisce e si tocca con mano nella nostra comunità”, dice il consigliere di Ritorniamo al Futuro, Pierfrancesco Scollo. “Stiamo attraversando una indubbia crisi politica a cui l’attuale amministrazione non riesce a dare risposte adeguate.
Insieme al mio gruppo consiliare abbiamo chiesto da giorni un Consiglio comunale per affrontare le problematiche che purtroppo si presentano quotidianamente nel nostro territorio. Da parte nostra c’è la massima attenzione ai bisogni di tutti, ma di fronte a questi fatti rimaniamo basiti”.




Il deputato siracusano Stefano Zito abbatte l’Ars: “costa quanto la Casa Bianca, ma…”

L’Assemblea Regionale Siciliana non è esattamente un modello di produttività. Anzi, a spulciare i numeri contenuti del dossier preparato dal deputato siracusano Stefano Zito (M5s) è proprio l’opposto. Non solo, “costa” anche tanti soldini ai contribuenti.
I numeri sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata a palazzo d’Orleans. Zito ha analizzato le ore e i giorni in cui si è lavorato in aula e in commissione durante il 2018. I calcoli statistici riservano sorprese oltre l’immaginabile: in totale i deputati hanno “lavorato” per 246 ore e 33 minuti in aula, 7,25 giorni al mese, 87 giorni complessivi nel periodo esaminato. Ma il costo complessivo dell’Ars è di 1.000 euro al minuto che in un anno ammonta a 137,5 milioni di euro contro i 136 milioni della Casa Bianca.
“Il dato aiuta dare un’idea del come e del perché la nostra regione si trovi ancora 20 anni indietro rispetto ad altre parti d’Italia”, ha spiegato Stefano Zito. “I numeri che abbiamo elaborato provengono da fonti ufficiali, non si tratta di considerazioni personali. Sono dati che riguardano i verbali delle sedute in aula, a cui si aggiungono anche quelli della commissione, delle presenze e, soprattutto delle assenze dei deputati, dei decreti legislativi e di atti parlamentari di vario genere che sono stati presentati e approvati durante il periodo esaminato. Quel che salta all’evidenza dai dati esaminati è il mese di maggio 2018, il caso più emblematico, in cui abbiamo lavorato 4 ore e 34 minuti. Fatta eccezione per il mese di agosto 2018, che si potrebbe definire anche quello meno produttivo in quanto è quello in cui ci sono le vacanze e l’assemblea è chiusa, il mese di maggio 2018 è senza dubbio quello più improduttivo. Dopo il mese di aprile 2018 in cui abbiamo lavorato una media di circa 66 ore, dopo l’approvazione del bilancio, magicamente la media delle ore si abbassa arrivando a un calcolo effettivo di 246 ore e 33 minuti di lavoro in aula. Se consideriamo che un operaio impiegato full time accumula quel monte di ore solo in un mese e mezzo, è un dato davvero sconcertante”.

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Elaborata anche la quantità dei decreti legislativi: su 394 presentati solo 21 hanno visto la luce e sono diventati legge. “Non si tratta di leggi che produrranno effetti di rilancio della nostra terra. Abbiamo fatto anche un’analisi delle presenze dei deputati, da cui è venuta fuori una parte del servizio di Stefania Petyx andato in onda su Striscia la notizia, durante la puntata del 23 febbraio. L’articolo 36 del regolamento prevede la decadenza del deputato quando si verificano più di 3 assenze consecutive non giustificate, in questi 6 anni non è mai applicato”. A sala d’Ercole alcuni parlamentari hanno partecipato a meno della metà delle già poche sedute. A “salvarli” sarebbero le presenze automatiche che li considera sempre sugli scranni anche quando non ci sono. Per correggere alcune falle del sistema i deputati del M5S stanno mettendo a punto alcune proposte di modifiche al regolamento che prevedono, oltre all’abolizione delle presenze automatiche, anche multe o altre sanzioni per gli assenteisti ingiustificati.




La politica siracusana spinge per il riconoscimento dello stato di calamità naturale

“Nessuno sarà lasciato da solo e, come già fatto per i danni dovuti alle alluvioni di ottobre e novembre, siamo pronti ad affiancare le istituzioni locali nella richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale”. I deputati siracusani del MoVimento 5 Stelle (Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana, Pino Pisani, Stefano Zito e Giorgio Pasqua) hanno seguito nelle ore scorse l’evoluzione della situazione legata al maltempo che ha flagellato la provincia di Siracusa. In continuo contatto con la Prefettura ed i sindaci dei Comuni maggiormente colpiti, confermano oggi la volontà di sostenere in Regione ed a Roma la giusta richiesta di supporto e assistenza avanzata in queste ore da tutti quei settori colpiti e gravemente danneggiati dall’eccezionale maltempo: attività commerciali, aziende agricole e ortofrutticole, privati. “Stiamo compiendo diversi sopralluoghi nei territori colpiti e sosterremo in Regione ed al Governo centrale le richieste della provincia di Siracusa. L’arrivo dell’Assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Edy Bandiera, dovrebbe garantire l’attenzione della Regione sui danni provocati dal maltempo, condizione imprescindibile per il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. Solo un lavoro sinergico, a difesa di tutte le componenti del nostro territori o, potrà portare ad un miglioramento della situazione”, concludono i deputati siracusani del MoVimento 5 Stelle.
Anche il deputato regionale del Pd, Giovanni Cafeo, spinge per il riconoscimento dello stato di calamità. “Sarà mia premura sollecitare il governo regionale affinché chieda di far riconoscere al più presto al governo nazionale lo status di calamità naturale per i Comuni vittime del maltempo, fornendo immediato sostegno a imprenditori e cittadini, per salvaguardare le nostre produzioni d’eccellenza e soprattutto tutelare i posti di lavoro”.




Industrie sotto esame, Ficara e Zito: “i miasmi non erano allucinazione collettiva”

“Avere riportato al centro delle attenzioni la salute dei cittadini ed il controllo di un fenomeno così impattante sulla qualità della vita come l’inquinamento sono fattori positivi, dopo decenni in cui si è guardato maggiormente ad altri indicatori”. Sono le parole con cui il parlamentare nazionale Paolo Ficara ed il deputato regionale Stefano Zito (MoVimento 5 Stelle) commentano l’indagine No Fly della Procura di Siracusa ed i sequestri preventivi eseguiti.
“Significativa l’attenzione della magistratura siracusana che ha saputo ascoltare le decine di esposti di associazioni e cittadini. I miasmi sembrava fossero una sorta di allucinazione nasale collettiva ma forse, come pare indicare questa inchiesta, ci sarebbero elementi per giungere a ben diverse conclusioni. Posto che sarà compito della magistratura individuare quelle conclusioni, come parlamentari del Movimento 5 Stelle solleciteremo nelle prossime ore il ministero dell’Ambiente, chiamato in causa con le Aia, e la Regione, proprietaria del depuratore consortile, soggetti da cui ci aspettiamo elementi per far chiarezza, ciascuno per le proprie competenze, su quanto contestato dalla Procura”, aggiungono Zito e Ficara.
Sostanze inquinanti da normare, processi autorizzativi da uniformare e controlli univoci per monitorare le emissioni sono le richieste a cui vent’anni di politica italiana non hanno saputo fornire adeguate risposte.
E le industrie? Anche loro – come sistema – hanno bisogno di regole certe e uguali su tutto il territorio nazionale per operare correttamente, come avviene in gran parte dei paesi occidentali. “Lo sviluppo industriale ha anche prodotto benessere, incidendo sullo sviluppo complessivo del Paese. Questo deve continuare ad avvenire però in maniera rispettosa delle leggi, dell’ambiente e della salute dei cittadini”, la chiosa finale dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle.




Siracusa. Italia tra i 600 sindaci a Montecitorio, incontro con il premier Conte

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia tra i 600 primi cittadini che questa mattina hanno partecipato all’incontro su “Lo Stato dei Beni Comuni” con il premier Conte. Ad aprire l’iniziativa, il Presidente della Camera, Roberto Fico. La seduta è stata trasmessa in diretta su Rai Due. Durante il suo intervento, il sindaco di Siracusa ha parlato dell’esperienza di Siracusa degli ultimi anni e della visione dei “beni comuni come strumento di crescita sociale e sviluppo sociale, baluardo contro egoismo e individualismo. Nell’epoca della condivisione-ha detto Italia- ritrovare il valore della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica significa costruire fiducia e responsabilità sociale.
Beni comuni- ha aggiunto il primo cittadino di Siracusa- per condividere non solo spazi fisici ma soprattutto quel fragile sistema di valori che costruisce la base per ridurre il solco tra cittadini e amministratori tra persone e decisori pubblici”.




Impianti industriali sequestrati, Granata (Oltre): “l’aria è cambiata”

Ci sono anche dettagli esposti presentati da cittadini ed associazioni alla base dell’operazione che ha portato al sequestro di quattro stabilimenti dell’area industriale siracusana. Uno di questi è stato promosso dal movimento politico Oltre che, attraverso il suo leader Fabio Granata, plaude all’iniziativa della Procura. “I provvedimenti odierni rappresentano un segnale di vita e di attenzione verso il sacrosanto diritto alla salute e alla qualità della vita dei cittadini. Tanta strada ancora va fatta per rigenerare territorio e atmosfera ma, e’il caso di dirlo, l’aria è cambiata e sono fiducioso. Adesso – conclude Granata – le istituzioni facciano la
Loro parte con il Piano di qualità dell’aria e imponendo bonifiche e rigenerazione industriale”.




Nuovo ospedale di Siracusa: la risposta equivoca, l’Asp e Pippo Gianni

Bene l’incontro a Palermo per parlare di sanità a Siracusa e nuovo ospedale. Ma tutto troppo aleatorio così, senza un documento scritto che possa valere come “agreement” e fotografia di una intesa o accordo – pure programmatico – tra la Regione ed il territorio, rappresentato lunedì pomeriggio dai sindaci della provincia. Tra loro anche Pippo Gianni, primo cittadino di Priolo con esperienza politica da vendere. E sarà lui, domattina, ad incontrare nella sede dell’Asp di Siracusa il commissario Ficarra per mettere nero su bianco alcune linee programmatiche di intervento per la sanità siracusana.
Al primo punto, il nuovo ospedale: Dea di II livello o no? La provincia, compatta, chiede il massimo dell’offerta sanitaria possibile, ma la Regione ha fornito una risposta equivoca e coniugata al futuro: vedremo, faremo. Gianni, allora, chiederà all’Asp di inviare una richiesta di chiarimenti al ministero sulla distribuzione degli ospedali nel bacino Catania-Siracusa-Ragusa, per tramite dell’assessorato regionale alla Salute. Quanto all’area su cui costruirlo, attesa per le verifiche degli esperti esterni nominati dalla Regione. Pare, però, piuttosto chiaro che si renderà necessario un nuovo pronunciamento del Consiglio comunale di Siracusa. L’area della Pizzuta, che negli ultimi vent’anni ha subito notevoli modifiche, non sarebbe rispondente alle esigenze dell’ospedale immaginato – in linea di massima – dall’Asp di Siracusa (5 piani, struttura modulare, forma a P greco). Gianni ritiene quindi sempre attuale l’indicazione di un terreno nei pressi della grande viabilità, a nord o a sud del capoluogo.
Posto comunque che ci vorranno non meno di 8/10 anni (partendo oggi…) per vedere costruito il nuovo ospedale, il sindaco di Priolo invita a predisporre interventi per l’Umberto I attuale, individuando fondi che possano anche portare all’apertura di necessarie specialistiche come Chirurgia Toracica, Chirurgia Plastica, Neurochirurgia e Radiologia Interventistica. Oltre ad un vero e proprio centro oncologico. Ed a proposito di fondi, proporrà al commissario Asp, Ficarra, di dirottare parte di quelli previsti dall’ex articolo 20 all’assunzione di primari, tecnici e radiologici.




Anomala concentrazione di ospedali nella sola Catania: interrogazione al ministro

Non si arresta la battaglia per avere a Siracusa un ospedale di II livello, il massimo dell’offerta sanitaria. Se, da questo punto di vista, il recente incontro palermitano non ha prodotto le buone nuove sperate, a Roma torna alla carica la parlamentare Stefania Prestigiacomo. Ha presentato una interrogazione con risposta scritta al ministro della salute, Grillo.
Alla responsabile del dicastero chiede di prendere atto degli errori contenuti nel piano regionale della rete ospedaliera della Regione per poi garantire il necessario riequilibrio dell’offerta sanitaria del bacino sud-orientale siciliano. Un riequilibrio che passa anche dalla previsione di un ospedale di II livello a Siracusa.
“La rete ospedaliera regionale – spiega Stefania Prestigiacomo – è rimodulata in quattro bacini territoriali e quello di Siracusa-Ragusa-Catania prevede tre ospedali di II livello che, però, sono attualmente ubicati solo a Catania in un raggio di tre chilometri e quindi lontani dalla maggioranza degli utenti del medesimo bacino”. Cosa che comportata un costo di circa 33 milioni “spostati” dalla sanità siracusana a quella catanese.
“La provincia di Catania ha 1.116.168 abitanti e secondo il decreto 70/2015, avrebbe diritto a 2 ospedali di II livello. In realtà può beneficiare della presenza di tutti i e tre gli ospedali previsti per il bacino Sr-Rg-Ct, mentre a Siracusa e Ragusa, che assieme hanno i numeri per un nosocomio di II livello, rimane di fatto la sanità minore. Per i cittadini siracusani e ragusani la riorganizzazione prevista dalla Regione li costringe quindi alla pendolarità per qualsivoglia terapia complessa”, insiste la deputata azzurra.
Una concentrazione di ospedali nella sola città di Catania che, per Stefania Prestigiacomo, è “una anomalia”.
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