L’intervento di Salvo Pogliese, nome forte di FdI in Sicilia, è letteralmente rimbalzato sulle manovre di rimpasto in corso a Siracusa. Sabato, forse già venerdì secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe chiudersi il primo e complesso aggiustamento della giunta comunale, con l’ingresso di due assessori in quota Mpa. Fratelli d’Italia mal digerisce quello che legge, a Siracusa, come un tradimento dell’unità del centrodestra. E lo ha ribadito Pogliese, paventando ripercussioni a Palermo.
Ma a Siracusa, in casa Mpa, le acque sono chete. “Mi spiace dover ancora riaffermare la nostra visione politica che, della credibilità, ha fatto un baluardo”, replica 24 ore dopo il coordinatore provinciale degli Autonomisti, Roberto Di Mauro.
“Non abbiamo ingaggiato una battaglia contro FdI. Forse prima di puntare il dito su altri, bisognerebbe guardare a Palermo dove il vicesindaco e co-segretario di FdI, Giampiero Cannella, non sembra disdegnare il compagno di giunta Fabrizio Ferrandelli che sicuramente è politicamente più vicino a Calenda che alla Meloni. Se quel senso di appartenenza alla coalizione di centrodestra vacilla non è per una causa da imputarsi a noi, bisognerebbe riflettere sulle ripercussioni che questi continui attacchi nefasti hanno sugli alleati. La responsabilità del ‘libera tutti’ a Pachino non è certo da imputarsi a noi che in ogni modo abbiamo tentato di placare queste immotivate ire”.
Parole a cui replica il presidente provinciale di FdI, Giuseppe Napoli. “Palermo non calza a paragone per giustificare il comportamento politico del Mpa, difatti nel capoluogo di Regione la coalizione di centrodestra amministra compatta la Città, avendo vinto con il sindaco Lagalla sostenuto da tutto il centrodestra, recentemente entra nella Giunta di Centrodestra Ferrandelli, il quale lascia il partito Azione, insieme al collega Canto, per aderire alla Lista Civica Lavoriamo per Palermo che fa riferimento a Lagalla e quindi il gruppo di Azione sparisce dal consiglio comunale di Palermo. A Siracusa, invece – prosegue Napoli – è il Mpa che si stacca dalla coalizione di centrodestra per entrare in giunta con la coalizione antagonista, dalla quale il Mpa in campagna elettorale prendeva le distanze dichiarandosi alternativa e facente parte naturale della coalizione di centrodestra”.
Quanto agli accordi per la presidenza del Consiglio comunale, “nessun accordo ne prevedeva l’assegnazione, tout court, al Mpa. L’accordo sottoscritto – dice ancora Napoli – prevedeva che nel caso in cui il candidato sindaco del centrodestra fosse stato eletto, FdI avrebbe rinunciato alla posizione relativa alla Presidenza del consiglio comunale”. Una condizione che non si è poi verificata, con la vittoria al ballottaggio di Francesco Italia. “A quel punto, per dare un segnale di unità dei partiti di centrodestra, FdI ha proposto di eleggere alla presidente del Consiglio comunale Ferdinando Messina, uomo su cui la coalizione di centrodestra aveva trovato la sintesi ed unico
soggetto che incarnava la figura del garante dell’intera coalizione. Una proposta condivisa da tutte le liste componenti la coalizione di centrodestra, ad eccezione del Mpa”.
Al di là di accordi interni su poltrone che poco appassionano l’opinione pubblica, Fratelli d’Italia rinnova la sua posizione: “l’ingresso del Mpa nella giunta Italia violerebbe il patto di coalizione, con inevitabili ripercussioni su tutto il fronte provinciale”.