“Irregolarità nelle elezioni regionali replay di Rosolini e Pachino”. Pippo Gianni passa al contrattacco. Dopo aver “perso” il seggio in Assemblea Regionale proprio in seguito ai risultati della mini consultazione elettorale, l’ex sindaco di Priolo ha inviato una dura nota al presidente della Repubblica, al ministro dell’Interno, al presidente della Regione e a tutti i deputati regionali.
La denuncia è forte: il 5 ottobre sarebbero state commesse “illegittimità di natura amministrativa, al di là di evidenti risvolti di carattere penale”. Pippo Gianni segnala come “nei seggi elettorali del Comune di Pachino, gli elenchi degli aventi diritto al voto, in palese contrasto con quanto disposto dalla sentenza del C.G.A n. 394/2014, contenevano diverse
anomalie, finanche i nominativi dei defunti, causando la vidimazione di un numero maggiore di schede elettorali rispetto al reale corpo elettorale”. Non solo, il deputato regionale uscente lamenta come “gli elettori del Comune di Pachino non sono stati regolarmente informati della ripetizione del voto nelle sei sezioni previste nella sentenza del C.G.A.” ma “l’affissione e la pubblicazione dei manifesti elettorali è avvenuta in palese contrasto con quanto previsto
dalla norma e nessun adempimento relativo alla comunicazione ed all’informazione è stato
ottemperato nei confronti degli elettori residenti all’estero”. Non solo, “la documentazione e i prospetti regionali contenenti il numero di voti validi dei gruppi di liste provinciali (mod. n. 34 R/1), non sembra essere stato rielaborato secondo le nuove cifre della circoscrizione di Siracusa a seguito del voto del 05/10/2014, tant’è che le restanti otto circoscrizioni provinciali non hanno ricevuto alcuna comunicazione dall’ufficio centrale regionale e, quindi, non hanno provveduto a tutti gli adempimenti previsti dalla legge”.
Estrema rilevanza avrebbe poi la stessa ripetizione della tornata elettorale. “Si è superata l’autonomia del Parlamento regionale siciliano, introducendo una deroga inammissibile quanto illegittima alla norma che prevede la eliminazione dal conteggio dei voti di tutte quelle schede affette da vizi e/o anomalie. Cosi operando, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha aperto una falla nel sistema, che consentirà ad ogni elezione la predisposizione di ricorsi tendenti ad una ripetizione del voto, quando la normativa in materia elettorale ha principio opposto, ovvero quello tendente alla massima salvaguardia della volontà espressa dal corpo elettorale, fra l’altro nella vicenda in esame nessun broglio è stato commesso, ma una inizialmente innocua, poi rivelatasi diabolica, sottrazione di alcune buste contenenti riepiloghi dei voti di alcune sezioni”.