Priolo. Bufera giudiziaria, Zappulla-Marziano: "Si dimetta il sindaco"

“Accuse pesanti e gravissime, impongono una valutazione di ordine politico”. E’ secco il commento del parlamentare nazionale del Pd, Pippo Zappulla, e del collega regionale, Bruno Marziano, in ordine alla bufera giudiziaria che si è abbattuta sul Comune di Priolo. “Siamo per il rispetto dei principi costituzionali e per la piena applicazione dello stato diritto e quindi attendiamo con fiducia le decisioni che saranno assunte dagli organi preposti della Magistratura. Icapi di imputazione e le precise accuse che vengono rivolte in primo luogo al Sindaco  sono gravi.  Una amministrazione e un Sindaco con quelle accuse non potrà, a nostro avviso, restare ancora a lungo a dirigere un Comune così importante per le drammatiche necessità e urgenze sul tappeto”.
I due parlamentari chiedono insomma le dimissioni di Rizza. “Occorre un sindaco nel pieno della sua legittimità, dell’autorevolezza e credibilità per guidare un consiglio e una amministrazione che deve sapersi misurare con le emergenze del lavoro, della tutela ambientale, della sicurezza e bonifica del territorio, delle politiche sociali, etc”.  Poi spazio alla diatriba tutta interna al Partito Democratico siracusano. “Cogliamo  l’occasione – scrivono Zappulla e Marziano – per esprimere il pieno compiacimento e il ringraziamento al segretario del circolo e all’intero gruppo dirigente del Pd di Priolo Gargallo per avere resistito, nella conclusa fase congressuale, ai tentativi di indebita appropriazione del Pd locale con evidenti rischi di inquinamento e di grave esposizione giudiziaria e politica. Quando parlavamo e denunziavamo i tentativi di appropriazione, indebitamente attivati, del Partito democratico nel territorio non eravamo, quindi, visionari. E temiamo che quello di Priolo non è e non sarà un caso isolato”.

(foto: Priolo Notizie)




Siracusa. Elezioni suppletive, Gennuso: "Non cambia nulla sulla base degli elementi forniti adesso dalla Procura"

“La nota della Procura della Repubblica di Siracusa sulle elezioni Regionali del 2012 non cambia in nessun modo l’esito dell’intera vicenda. Fa sapere che c’è un indagato per la soppressione del materiale elettorale e che non ci sono altri soggetti coinvolti nell’indagine penale”.  Pippo Gennuso, ex deputato regionale che da febbraio lotta per l’indizione delle elezioni suppletive in nove sezioni tra Pachino e Rosolini dopo la sentenza del Cga commenta così le ultime novità nell’inchiesta sui presunti brogli. “La magistratura siracusana – afferma – ha restituito il fascicolo che era stato sequestrato al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, confermando che l’azione dei giudici  è stata lineare e trasparente. E poiché non sono stati riscontrati elementi nuovi, la sentenza del Cga depositata il 5 febbraio scorso che ordina il ritorno alle urne in sei sezioni di Pachino e tre di Rosolini, va applicata”, insiste Gennuso.
Per l’ex deputato la nota diffusa alla stampa dal procuratore capo di Siracusa, non fa riferimento alle buste 5/R e 4/R oggetto di verifica da parte della prefettura di Siracusa su ordine del Cga.  “Lo scorso 22 dicembre il funzionario delegato dal prefetto comunicò ai miei avvocati con una lettera ufficiale che la verifica non si poteva effettuare in quanto il tribunale di Siracusa non era in grado di fornire questi due plichi. Oggi mi chiedo, ma soprattutto l’opinione pubblica vuole sapere per trasparenza e giustizia, se queste due buste sono state trovate oppure sono andate distrutte. Qualora fossero ancora nell’archivio dov’è custodito il materiale elettorale, a distanza di cinque mesi, è venuta meno la genuinità della stesse”.
Poi un nuovo attacco al presidente della Regione, Crocetta. “Contro di me si è formato un cartello che ha voluto difendere a tutti i costi l’indifendibile. Comprendo che la Giustizia in Italia è lenta, ma alla fine trionfa. Adesso valuterò insieme ai miei avvocati se sono state commesse omissioni su questa storia. Una cosa è certa: per le Regionali del 2012 in provincia di Siracusa sono state violate le regole della democrazia”.




Siracusa. Elezioni suppletive, Gennuso: "Non cambia nulla sulla base degli elementi forniti adesso dalla Procura"

“La nota della Procura della Repubblica di Siracusa sulle elezioni Regionali del 2012 non cambia in nessun modo l’esito dell’intera vicenda. Fa sapere che c’è un indagato per la soppressione del materiale elettorale e che non ci sono altri soggetti coinvolti nell’indagine penale”.  Pippo Gennuso, ex deputato regionale che da febbraio lotta per l’indizione delle elezioni suppletive in nove sezioni tra Pachino e Rosolini dopo la sentenza del Cga commenta così le ultime novità nell’inchiesta sui presunti brogli. “La magistratura siracusana – afferma – ha restituito il fascicolo che era stato sequestrato al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, confermando che l’azione dei giudici  è stata lineare e trasparente. E poiché non sono stati riscontrati elementi nuovi, la sentenza del Cga depositata il 5 febbraio scorso che ordina il ritorno alle urne in sei sezioni di Pachino e tre di Rosolini, va applicata”, insiste Gennuso.
Per l’ex deputato la nota diffusa alla stampa dal procuratore capo di Siracusa, non fa riferimento alle buste 5/R e 4/R oggetto di verifica da parte della prefettura di Siracusa su ordine del Cga.  “Lo scorso 22 dicembre il funzionario delegato dal prefetto comunicò ai miei avvocati con una lettera ufficiale che la verifica non si poteva effettuare in quanto il tribunale di Siracusa non era in grado di fornire questi due plichi. Oggi mi chiedo, ma soprattutto l’opinione pubblica vuole sapere per trasparenza e giustizia, se queste due buste sono state trovate oppure sono andate distrutte. Qualora fossero ancora nell’archivio dov’è custodito il materiale elettorale, a distanza di cinque mesi, è venuta meno la genuinità della stesse”.
Poi un nuovo attacco al presidente della Regione, Crocetta. “Contro di me si è formato un cartello che ha voluto difendere a tutti i costi l’indifendibile. Comprendo che la Giustizia in Italia è lenta, ma alla fine trionfa. Adesso valuterò insieme ai miei avvocati se sono state commesse omissioni su questa storia. Una cosa è certa: per le Regionali del 2012 in provincia di Siracusa sono state violate le regole della democrazia”.




Melilli. Politica nel caos, l'opposizione fa il punto

La delicata situazione politica che si è venuta a creare  a Melilli dopo la sospensione del sindaco, Pippo Cannata e dei  consiglieri comunali Antonino Scollo, Salvatore La Rosa , Sebastiano Gigliuto e Pippo Sorbello. Sarà il tema al centro di un incontro convocato per domani mattina alle 10,30 all’hotel Panorama di Siracusa. L’argomento sarà approfondito dai responsabili di partiti politici e associazioni di opposizione “Amo Melilli”, Centro Democratico, “Comunità e Territorio”, NCD, Pd e Sel .
 




Siracusa. Di Lorenzo presidente della Quinta Commissione, Minimo si è dimesso

Elio Di Lorenzo è il nuovo presidente della Quinta Commissione Consiliare. Ufficiali le dimissioni di Fortunato Minimo che lascia, quindi, la guida della Commissione che si occupa di Contenzioso, Personale e Patrimonio. Tutto come anticipato diverse settimane fa da SiracusaOggi. Di Lorenzo non era però componente della Quinta Commissione e quindi per poter diventarne il presidente ha dovuto prima “cambiare” posto con Luciano Aloschi che lo sostituisce nella terza. Hanno votato per la presidenza tutti i componenti della Quinta Commissione: Antonio Moscuzza, Enrico Lo Curzio, Gaetano Malignaggi, Cosimo Burti,  Gianluca Romeo, Simona Princiotta, e Massimo Milazzo. Lo Curzio, intanto, pare aver annunciato la sua volontà di dimettersi e di non essere incluso in nessun altra Commissione, operazione però non consentita dai regolamenti.




Siracusa. Servizio idrico, silenzio del Consiglio Comunale e si profila il ritorno dei privati. Interessi dall'Alto Adige

Il futuro del servizio idrico a Siracusa non riesce davvero ad appassionare il Consiglio Comunale. E dire che i motivi non mancherebbero. Ancora poco più di un mese di gestione provvisoria, a guida dei curatori fallimentari, e poi bisognerà spiegare ai siracusani a cosa si andrà incontro.
Da una ipotetica società pubblica di cui si è tanto parlato ma la cui costituzione potrebbe slittare (se non saltare, ndr) dopo il cambio di assessore regionale e le conseguenti dimissioni del commissario straordinario dell’Ato idrico, Buceti, sino al ritorno dei privati. Il Tribunale potrebbe infatti autorizzare la cessione del ramo d’azienda (dipendenti, mezzi, banca dati) e si parla insistentemente di una società dell’Alto Adige che avrebbe mostrato vivo interesse per Siracusa, mentre si raffredda la pista che conduce a Caltacqua.
Al momento, proprio quest’ultima eventualità pare guadagnare consensi per le difficoltà della politica – soprattutto regionale – di condurre in porto lo sbandierato ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Ma in Consiglio Comunale non se ne parla. E non se ne parlerà, almeno per il momento. Ieri sera, in seconda convocazione, è stata bocciata la richiesta del consigliere Milazzo (Progetto Siracusa) che aveva chiesto di convocare una nuova seduta ad hoc con la presenza dei curatori di Sai 8. Non erano in aula ieri dopo essersi sorbiti l’intera convocazione di lunedì senza che il punto venisse poi trattato per mancanza del numero legale.
Eppure, il profilarsi all’orizzonte del ritorno dei privati nella gestione dell’acqua a Siracusa dovrebbe richiedere qualche interesse preventivo. “Devo registrare che la maggioranza consiliare e l’amministrazione comunale che da quella è sorretta si sono sottratte in maniera chiara ad un doveroso atto di assunzione di responsabilità. Hanno preferito fare calare il silenzio su temi  come il futuro dei tanti dipendenti della fallita Sai 8 e degli ancor più numerosi dipendenti delle aziende dell’indotto. Nessuna discussione sui costi del servizio per i cittadini, sulla qualità dell’acqua oggi  erogata, l’eventuale garanzia di nuovi investimenti”.
Chi prenderà la guida del servizio idrico quando il 26 maggio scadrà la gestione provvisoria, si troverà tra le mani un servizio che fa acqua – non è solo un modo di dire – da tutte le parti. Tra le perdite conclamate della rete e quelle economiche. Se Sai 8 perdeva al mese circa 600 mila euro, ora la curatela ha ridotto il disavanzo mensile a circa 200 mila euro. Anche per questo i responsabili della curatela sarebbero pure  disponibili a consegnare al Comune in anticipo gli impianti, persino prima della scadenza dell’incarico. “Ma la verità è che la maggioranza ha voluto fuggire dall’incontro e dal confronto con i curatori per nascondere la mancanza di idee e di iniziative politiche per risolvere il problema del servizio idrico”, attacca ancora Massimo Milazzo.
Non è stato l’unico ad intervenire in Consiglio Comunale. Hanno preso la parola anche Rodante, Bottaro, Acquaviva e Di Lorenzo. Poi la votazione che ha bocciato la richiesta dell’esponente di Progetto Siracusa e quindi il rompete le righe dopo circa 90 minuti di seduta.




Siracusa. "Veleni" nel Pd provinciale, dura replica di Schiavo a Castelluccio. "Si strumentalizzano richieste lecite"

Si fa sempre più profonda la frattura all’interno del Pd provinciale. Ormai un lontano ricordo i tentativi di ricucitura dei rapporti tra l’area che sostiene la segretaria provinciale, Carmen Castelluccio e l’ “anima” che avrebbe voluto alla guida del partito, Liddo Schiavo. E’ proprio l’assessore alle Politiche sociali, vicino al sindaco, Giancarlo Garozzo ad esprimere una dura opinione nei confronti dell’attuale gruppo dirigente locale, a sua volta fortemente critico nei confronti del primo cittadino (leggi qui), soprattutto per la vicenda relativa alla richiesta di rimpasto avanzata da un gruppo di consiglieri di maggioranza. “Mi chiedo se il Pd che “rinnega” Garozzo – esordisce Schiavo – sia quello che qualche settimana fa è arrivato in città con il premier, Matteo Renzi o quello che in occasione del congresso provinciale ha interdetto al voto centinaia di sostenitori, militanti ed elettori”. Una “ferita” ancora aperta, “vicenda- chiarisce l’assessore alle Politiche sociali- su cui pesa ancora un mio ricorso”. Schiavo puntualizza di non voler sostenere che “esistono diversi Pd, ma che non si può riconoscere una segreteria provinciale unilaterale, eletta con soli 400 voti”. L’esponente della giunta Garozzo ricorda di non avere mai “rinnegato il Pd, così come non l’ha mai fatto il sindaco. “Al contrario -prosegue Schiavo- abbiamo svolto un costante ruolo di dirigenti politici e rappresentanti nelle istituzioni di Comune e Provincia, entrambi come capogruppo”. Poi il tono si fa più duro. “Non è sufficiente -osserva l’esponente dei “renziani” – elargire poltroncine, presidenze o posticini negli organismi per ottenere un consenso effimero. Se si vuole veramente il bene e l’unione provinciale occorre fare scelte drastiche, compiere un passo indietro e lasciare esprimere liberamente i nostri elettori, senza pregiudizi e prevaricazione”.Altrettanto chiara la chiosa di Schiavo. “Strumentalizzare il diritto di alcuni consiglieri di richiedere la rimodulazione della giunta- conclude l’assessore alle Politiche sociali- per lanciare anatemi contro il primo cittadino e costringerci a riconoscere organismi e segreteria sulla quale elezione abbiamo denunciato ufficialmente pesanti irregolarità non è corretto”.




Siracusa. "Veleni" nel Pd provinciale, dura replica di Schiavo a Castelluccio. "Si strumentalizzano richieste lecite"

Si fa sempre più profonda la frattura all’interno del Pd provinciale. Ormai un lontano ricordo i tentativi di ricucitura dei rapporti tra l’area che sostiene la segretaria provinciale, Carmen Castelluccio e l’ “anima” che avrebbe voluto alla guida del partito, Liddo Schiavo. E’ proprio l’assessore alle Politiche sociali, vicino al sindaco, Giancarlo Garozzo ad esprimere una dura opinione nei confronti dell’attuale gruppo dirigente locale, a sua volta fortemente critico nei confronti del primo cittadino (leggi qui), soprattutto per la vicenda relativa alla richiesta di rimpasto avanzata da un gruppo di consiglieri di maggioranza. “Mi chiedo se il Pd che “rinnega” Garozzo – esordisce Schiavo – sia quello che qualche settimana fa è arrivato in città con il premier, Matteo Renzi o quello che in occasione del congresso provinciale ha interdetto al voto centinaia di sostenitori, militanti ed elettori”. Una “ferita” ancora aperta, “vicenda- chiarisce l’assessore alle Politiche sociali- su cui pesa ancora un mio ricorso”. Schiavo puntualizza di non voler sostenere che “esistono diversi Pd, ma che non si può riconoscere una segreteria provinciale unilaterale, eletta con soli 400 voti”. L’esponente della giunta Garozzo ricorda di non avere mai “rinnegato il Pd, così come non l’ha mai fatto il sindaco. “Al contrario -prosegue Schiavo- abbiamo svolto un costante ruolo di dirigenti politici e rappresentanti nelle istituzioni di Comune e Provincia, entrambi come capogruppo”. Poi il tono si fa più duro. “Non è sufficiente -osserva l’esponente dei “renziani” – elargire poltroncine, presidenze o posticini negli organismi per ottenere un consenso effimero. Se si vuole veramente il bene e l’unione provinciale occorre fare scelte drastiche, compiere un passo indietro e lasciare esprimere liberamente i nostri elettori, senza pregiudizi e prevaricazione”.Altrettanto chiara la chiosa di Schiavo. “Strumentalizzare il diritto di alcuni consiglieri di richiedere la rimodulazione della giunta- conclude l’assessore alle Politiche sociali- per lanciare anatemi contro il primo cittadino e costringerci a riconoscere organismi e segreteria sulla quale elezione abbiamo denunciato ufficialmente pesanti irregolarità non è corretto”.




Siracusa. Con Reale a Palermo scossone nella giunta Garozzo?

Sino a questa mattina, Ezechia Paolo Reale non aveva ricevuto una telefonata “ufficiale” da Palermo. Insomma, Crocetta non lo ha ancora chiamato ma il suo nome lo ha fatto presentando la nuova giunta regionale. L’avvocato siracusano evita pertanto di commentare il suo ingresso nella squadra di governo. Almeno per il momento.
Se ne parla, invece, a Siracusa. Politicamente l’avvicinamento di Ezechia Paolo Reale alle posizioni del centrosinistra rischia di avere una ripercussione immediata nella geografia del Consiglio Comunale. Perchè Articolo 4, che ha portato alla Regione Reale, è federato con Progetto Siracusa, attualmente all’opposizione con tre consiglieri: Milazzo, Sorbello e Rodante. Ma dopo quell’intesa regionale, si può a Siracusa fare i bastian contrari a quella stessa alleanza politica che a Palermo viene invece sostenuta con tanto di presenza in giunta?
Tant’è che, secondo una lettura, l’amministrazione Garozzo si ritroverebbe così sostenuta da una seconda maggioranza “parallela” eventualmente pronta a correre in soccorso dovessero continuare le frizioni con l’area cuperliano del Pd, tecnicamente partito del sindaco.  E Progetto Siracusa potrebbe anche chiedere un “riconoscimento” ufficiale del sostegno “virtuale” con una rubrica assessoriale a discapito di Centro Democratico, le cui quotazioni sarebbero in discesa, vista anche l’assenza di consiglieri comunali. Ma non è detto che alla fine possano essere accontentati sulla strada del rimpasto i “garozziani” che hanno chiesto ne più ne meno la “cacciata” di Lo Giudice e Moschella, rei di essere troppo Pd.




Siracusa. Richiesto un Consiglio Comunale urgente per la Cittadella dello Sport

Rilanciamo l’appello, come fatto qualche giorno fa con un articolo (leggi qui): salvate la Cittadella dello Sport dall’incuria. Non è il caso di rifare l’elenco dei guasti. Se non si vuole davvero arrivare a chiudere i cancelli per “impraticabilità” il tema deve essere tra le priorità del dibattito pubblico cittadino. Un dato è chiaro: per troppi anni, forse decenni, la manutenzione ordinaria e soprattutto straordinaria sul grande complesso voluto da Concetto Lo Bello non è mai stata fatta o almeno non a dovere. E inevitabilmente il tempo mostra tutti i suoi danni.
Una seduta di Consiglio Comunale sarà dedicata alla Cittadella dello Sport. Questa mattina, la consigliera Simona Princiotta (Pd) ha protocollato la richiesta di convocazione urgente, corredata dalla firme necessarie. L’ufficio di presidenza ha adesso venti giorni di tempo, da regolamento, per fissare la data. “L’assessore parla di project financing, vogliamo capire di cosa si tratta. Quali privati sono coinvolti, quanto peserà sulle casse pubbliche l’impegno del Comune per la sua parte, che idee hanno questi privati. Ovvero, vogliono aprire dentro anche negozi e paninerie? Alzeranno le tariffe imposte facendo diventare lo sport roba da ricchi? Senza dire che vorremo conoscere le condizioni reali degli impianti, con un gestore voluto dall’assessore Cavarra che a giugno vedrà  la convenzione scadere”.
Critico nei confronti dell’assessore è anche il consigliere Castagnino (Ncd) che ha co-firmato la richiesta di convocazione urgente. “Invece di fare passerella con lo sport o pubblicare a ripetizione selfie mentre corre, sarebbe carino che per l’occasione di questa seduta parlasse concretamente di impiantistica sportiva…”.