Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è intervenuto telefonicamente su Fm Italia. In RadioBlog, durante la conversazione con Mimmo Contestabile, ha voluto parlare del suo nuovo governo e del rapporto con i partiti. “Voglio innanzitutto ringraziare gli assessori della precedente squadra. Non quadravano più ai partiti, perchè nel frattempo sono cambiati anche alcuni equilibri all’Ars. Il riassetto di governo era necessario”. Poi la stoccata. “Mi sarei atteso più collaborazione, soprattutto dal Partito Democratico. In fondo erano loro a volere con forza il rimpasto. Alla prova dei fatti, si sono chiamati fuori. Non ci posso fare nulla”. L’ex sindaco di Gela – organico comunque al Pd – rivendica con forza ruolo e indipendenza del Megafono. “Non ho dato vita a una corrente ma ad un movimento in cui possono ritrovarsi tutte le persone che condividono particolari idee come la lotta all’illegalità, alla mafia, più trasparenza e sviluppo. Un movimento libero e senza una organizzazione che richiede organismi interni e figure di garanzia. E questo è bellissimo. Con il Megafono il Pd è cresciuto nei consensi in Sicilia, questo è innegabile”, appunta Crocetta.
Alla nuova giunta chiede impegno a tempo pieno. “Gli assessori non devono essere distratti da altre cose. Questo è un braccio di ferro che porto avanti da tempo con i partiti”. Poi assicura che la corsa alle Europee di due assessori non sarà una distrazione. “Lo prova il fatto che la candidata dell’Udc, Patrizia Valenti, ha avuto anche la carica di vicepresidente. Anche io da sindaco di Gela ho corso per le Europee senza che l’attività amministrativa ne risentisse”. Altra candidata è Michela Stancheris, assessore al Turismo. E per una crocettiana della prima ora, il presidente lancia la volata. “E’ una persona speciale che si è innamorata lavorando della Sicilia. Conosce quattro lingue, la legislazione e le istituzioni europee. A mio giudizio ha il profilo ideale per andare a Bruxelles”, dice il governatore della Sicilia.
Come Matteo Renzi, Rosario Crocetta continua a spingere sulla strada di quella che chiama “destrutturazione”, ovvero la versione siciliana della rottamazione renziana. “E sono partito subito con la riforma delle Province. Tante polemiche, anche a Siracusa che temeva di sparire. E invece Siracusa sarà capofila di un Libero Consorzio. Quella che sparisce è la cassa politica, quindi si risparmiano tanti soldi. Diamo più potere ai sindaci, che sono eletti direttamente dai cittadini evitando la duplicazione dei centri di comando e delle funzioni”. Per Crocetta è questo che blocca lo sviluppo. “Lo chiamo autoritarismo della burocrazia. Da abbattere. Servono grandi riforme”.
E al conduttore di Radioblog che lo invita a Siracusa per la prima del cinquantesimo ciclo di rappresentazioni classiche, quelle del Centenario, il presidente della Regione risponde così: “Vedremo. Temo di avere un impegno per il 9 maggio. Ma mi piacerebbe esserci”.