Siracusa. I consiglieri comunali con i marò. "Quando con i siracusani?", l'ironia della rete

Per una volta tutti insieme sorridenti e senza polemiche al Consiglio Comunale di Siracusa. Non c’è neanche stato bisogno di discutere quando il consigliere Salvo Castagnino ha presentato all’attenzione dei suoi colleghi di ogni colore politico l’idea di un appello da inviare al presidente della Repubblica. Votato all’unanimità da tutti i presenti che si sono poi fatti immortalare con indosso le magliette preparate per l’occasione, alla maniera dei calciatori che festeggiano sotto la curva dopo un gol.
I consiglieri comunali di Siracusa si appellano al capo dello Stato “affinchè si faccia garante della sorte dei Marò trattenuti in India”. Nella lettera inviata agli uffici del Campidoglio, il consesso civico chiede a Napolitano “di voler comunicare quanto ad oggi è stato fatto e cosa prevederà l’Italia per garantire i diritti della nostra nazione”. Poi un riferimento all’emergenza migranti “che come città abbiamo gestito nell’indifferenza dell’Unione Europea. Non possiamo subire la stessa indifferenza nel caso dei marò”.
Iniziativa già “copiata” da altri consigli comunali italiani. Vista da Siracusa, però, ha il sapore di una manifestazione di folklore. Peraltro presa di mira dall’ironia della rete. Se il tema è lodevole e certamente condiviso, lo sono anche i rifiuti, il trasporto urbano, la pulizia, le strade e le infrastrutture, le tasse e i servizi sociali. Ai “sensibili” consiglieri comunali, magari, la prossima volta chiederemo di indossare una maglietta con la scritta “Noi per Siracusa”, giusto come un utile promemoria. Perchè tra chi sciopera per la riforma elettorale e chi chiede attenzione per i marò Siracusa si scopre caput mundi a sua insaputa. Attenta – vagamente – a quanto accade all’esterno più che all’interno dei suoi confini. Non è un invito al provincialismo spicciolo ma un modesto richiamo ad un maggiore realismo locale.

atto indirizzo pro maro




Siracusa. Niente fondi regionali, chiude il Movimento apostolico ciechi. Marziano: "Chi rispetta regole non può essere trattato così"

Il Movimento apostolico ciechi non ha più fondi e chiude. Licenzia in tronco i suoi 14 dipendenti, dopo un anno di ritardo nell’erogazione dei loro stipendi. E’ una delle conseguenze dei tagli alla formazione decisi dal governo regionale. Scelte legate alla volontà di mettere un freno ad un fenomeno, quello delle assunzioni facili, che nel passato ha raggiunto livelli preoccupanti, con pesanti conseguenze economiche per le casse regionali. Non è su questo che discute il deputato regionale del Pd, Bruno Marziano quando protesta per la chiusura del Mac. “Chi rispetta le regole- commenta il parlamentare dell’Ars, presidente della commissione Attività produttive- non può essere costretto a chiudere. Se è vero che in passato il campo della formazione è stato travolto da vicende scandalose, è vero anche che non si può fare di tutta l’erba un fascio, trattando allo stesso modo enti che hanno operato diversamente. Il Mac ha operato, nello svolgimento dei propri compiti”. Marziano difende a spada tratta l’operato del Movimento apostolico ciechi. “Ha dovuto chiudere battenti nonostante siano stati presentati tutti i rendiconti agli uffici dell’assessorato regionale alla Formazione professionale- precisa Marziano  – Se i risultati della riforma sono questi, si può parlare di una “falcidia””. Il deputato regionale del Pd preannuncia un’interrogazione all’assessore Nelli Scilabra, affinchè “verifichi ed approfondisca la vicenda”.




Siracusa. Progetto Siracusa e Articolo 4 sulle barricate: "tasse alte, difenderemo noi i siracusani"

Tasse a Siracusa. “Troppe e alte” secondo Progetto Siracusa e Articolo 4. Il movimento politico che fa riferimento a Paolo Ezechia Reale affila le armi e annuncia battaglia sul tema. “Chiederemo la rateizzazione degli esosi importi imposti ai contribuenti siracusani dalle scelte sbagliate della maggioranza e il massimo accesso ad esenzioni e agevolazioni previste dalla legge e dal regolamento comunale”, annuncia. Givoedì, alle 10, nella sede di via Brenta porte aperte per incontrare i cittadini “per dare loro le informazioni necessarie per proteggersi dal diluvio di tasse e cartelle pazze in arrivo e le indicazioni utili per fruire dei servizi tecnici che saranno messi gratuitamente a disposizione dei contribuenti dalle associazioni più sensibili, che hanno già dato la propria disponibilità ad affiancarci in difesa dei cittadini”, continua l’ex candidato sindaco.
Dagli uffici comunali, intanto, sono partiti migliaia di avvisi di accertamento per il recupero di presunte evasioni Ici relative agli anni 2010 e 2011. “Da un’analisi a campione delle notifiche, emerge che oltre il 75% è stato emesso per somme non dovute, in tutto o in parte, dai contribuenti”, denuncia ancora Paolo Reale. Il 24 gennaio scadenza per il pagamento della maggiorazione Tares e  il 28 febbraio la “temuta quarta rata, che sarà quasi del tutto equivalente all’enorme innalzamento del tributo voluto dall’assessore al bilancio e da 18 consiglieri comunali di maggioranza che, incuranti delle ragioni dell’opposizione e del disagio dei cittadini, hanno aumentato di oltre dieci milioni di euro il carico tributario sui cittadini del già costoso e poco efficiente servizio di raccolta dei rifiuti urbani”.




Siracusa. "Un digiuno per un voto": il capogruppo Pd Pappalardo da giovedì in sciopero della fame

Comincerà giovedì il suo digiuno di protesta. Prima leggerà in Consiglio Comunale il suo documento, nella seduta di mercoledì sera, chiedendo anche adesioni trasversali. Quindi dalla mattina seguente, il capogruppo del Pd, Francesco Pappalardo, darà il via al suo sciopero della fame. In queste ore sta predisponendo tutti gli atti formali preliminari, in primis le comunicazioni necessarie alle forze dell’ordine. Una richiesta sarà inviata anche all’ufficio del presidente del Consiglio Comunale con cui chiederà di poter essere ospitato nei giorni del digiuno all’interno della sala consiliare, al quarto piano di Palazzo Vermexio.
Pappalardo ha già pronto lo slogan: “un digiuno per un voto”. Un digiuno che aveva anticipato nei giorni scorsi, qualora non fossero tornate le preferenze nella nuova legge elettorale. E siccome nel progetto Renzi-Berlusconi le preferenze non ci sono, anzi si va avanti con delle mini liste di nominati, ecco esplodere la rabbia di Pappalardo. “Dobbiamo reagire, come singoli e come popolo civile. Non possiamo essere presi in giro in questa maniera. Io sono del Pd e ricordo che il segretario Renzi ha sempre parlato di preferenze. Poi si incontra con Berlusconi e in un buon impianto di legge elettorale acconsente alle liste bloccate. Ora, la mia battaglia non è contro Renzi o Berlusconi. A me da fastidio questo principio ancora negato a noi cittadini, di Siracusa come di Roma. Il ritorno alle preferenze era atteso come il sole dopo la tempesta. E invece…”. Di certo le energie non mancano a Francesco Pappalardo, che parla senza pause e con un trasporto sentito. “Dobbiamo fare capire a chi dirige la vita pubblica italiana che siamo essere pensanti” e per questo Pappalardo chiede a chiunque voglia appoggiare la sua protesta di raggiungerlo da giovedì in piazza Duomo, anche solo qualche minuto,  per manifestare solidarietà. “L’operazione che stanno portando avanti con questa nuova legge elettorale è un’offesa alla società civile”, dice ancora il capogruppo del Pd al Consiglio Comunale di Siracusa. Che ripete ancora di non avercela con il suo partito o con Forza Italia. La sua è una rabbia da cittadino che vuole sfruttare il ruolo pubblico per far sentire una voce e un pensiero che possa catalizzare consensi e supporto, da ogni parte, per fermare quella che per Pappalarod – e molti altri italiani – sarebbe un torto anche agli stessi rilievi mossi dalla Consulta al Porcellum. Di cui il cosiddetto Italicum non sembra aver fatto tesoro.




Siracusa. Pappalardo pronto allo sciopero della fame. "Legge elettorale, ridateci le preferenze"

Sciopero della fame in piazza Duomo. Il capogruppo del Pd al consiglio comunale di Siracusa, Francesco Pappalardo, annuncia la sua clamorosa protesta. L’esponente lettiano guarda a Roma ed alla riforma della legge elettorale: “se non sarà prevista l’introduzione delle preferenze dei candidati al Parlamento dalla direzione nazionale del Partito Democratico di oggi e se la proposta del segretario lascerà fuori le preferenze, comincerò subito lo sciopero della fame”. Pronti a seguirlo ci sarebbero altri colleghi.
Pappalardo ha già manifestato la sua contrarietà al modello spagnolo, quello senza le preferenze, lo ha fatto scrivendo a Letta ed a Renzi. E su Facebook ha lanciato una iniziativa: “non negateci ancora le preferenze. Abbiamo bisogno di deputati eletti dai cittadini. No alle liste bloccate! È una furto alla democrazia”.

 




Siracusa. E mentre si celebra l'assemblea provinciale, i renziani tornano a chiedere le dimissioni della Castelluccio

Se il Pd “ufficiale” – quello della segretaria Castelluccio – prosegue nella sua riorganizzazione, il Pd “ombra” – quello dei renziani – non rinuncia alle barricate. Assenti all’assemblea provinciale, tutti gli esponenti locali della corrente che fa capo al segretario nazionale, ad eccezione di Michelangelo Giansiracusa. Il sindaco di Ferla ha però una ragione particolare per intervenire in assemblea, su delega di quella parte che con l’assenza marca distanza e differenza: chiedere le dimissioni del segretario. “Fare un passo indietro, oggi, carissima Carmen,  significherebbe volgere lo sguardo verso l’alto. Verso le istanze del nostro tempo e delle nostre comunità”, dice rivolgendosi direttamente alla Castelluccio. “Lo scollamento tra la nostra rappresentanza nelle Istituzioni e la realtà è sempre più evidente”, dice ancora Giansiracusa. Che poi ripercorre davanti all’Assemblea tutte le polemiche che hanno preceduto e seguito la campagna per le primarie.  “La volontà di partecipazione  di centinaia di democratiche e democratici è stata, gravemente, frustrata e bloccata sul nascere”, torna ad accusare prima di esprimere “massima fiducia negli organi di garanzia del nostro partito, in primis la Commissione Nazionale di Garanzia che si esprimerà sul ricorso presentato e dovrà pronunciarsi sulla legittimità del congresso”. Ai renziani andrebbe bene anche il commissariamento, già chiesto dai lettiani. “Non era una provocazione, ma un’opportunità di governare un cambiamento che si impone, oggi più che mai, come una sfida ineludibile e di farlo sulla base di una rappresentatività reale e non falsata”, le parole di Giansiracusa.




Siracusa. Pd, Turi Raiti presidente dell'assemblea provinciale. Lupo: "Dirigenza legittimata a lavorare"

E’ Turi Raiti il nuovo presidente dell’assemblea provinciale del Pd. La sua elezione ha avuto luogo oggi. Non una dirigenza ‘variegata’, dunque, al contrario di quanto auspicato dalla segretaria provinciale, Carmen Castelluccio. Non una gestione in cui tutte le aree del partito siano rappresentate. Ai “renziani” siracusani la proposta della segreteria non interessa. Lo hanno detto in maniera chiara subito dopo il congresso provinciale e lo hanno ribadito nei giorni scorsi, quando Carmen Castelluccio ha proposto a Liddo Schiavo la presidenza dell’assemblea. Comunicazioni “a distanza”, da leggere sui giornali. Nulla che faccia presagire una ricucitura degli strappi, sempre più profondi, che si sono venuti a creare all’interno della forza politica.  I sostenitori della candidatura a segretario di Schiavo attendono  gli sviluppi dei ricorsi ancora “in itinere”. Per loro l’attuale dirigenza non sarebbe legittimata a svolgere il ruolo di guida del partito provinciale.  Eppure, proprio da un “renziano” , il segretario regionale, Giuseppe Lupo, è arrivato , anche se per  ‘interposta’ persona, un incoraggiamento. Ha affidato il suo pensiero al responsabile organizzativo del partito, Enzo Napoli. “L’assemblea provinciale del Pd di Siracusa- per i vertici regionali della forza politica – è  stata costituita nel pieno rispetto delle regole e in quanto tale è legittimata ad eleggere tutti i componenti e a lavorare”. Improbabile l’ipotesi prospettata dal neo presidente, Raiti. Improbabile, quindi, anche l’eventuale conseguenza annunciata. L’ex presidente dell’Ias ha assicurato che, nel caso in cui Saggio accettasse di presiedere l’assemblea, sarebbe pronto a dimettersi immediatamente. Ecco perchè la dirigenza del partito parla di “presidente pro – tempore”. Carmen Castelluccio ha ribadito l’intenzione di lavorare su alcune priorità del territorio, “mettendo in campo passioni e competenze che contraddistinguono il Partito democratico”. Lo immagina unito. “Guardo- prosegue la segretaria provinciale- ad un Pd autorevole, più ricco di proposte per lo sviluppo sostenibile delle nostre comunità. Un territorio, il nostro, che non può più sopportare partiti che si guardano l’ombelico”. Le priorità indicate sono due: fare funzionare i nuovi organismi della forza politica, superando il correntismo interno e lavorare per un progetto per lo sviluppo del territorio, analizzando a fondo i problemi e confrontandoci con intensità con i cittadini, i movimenti, le associazioni, i sindacati, gli amministratori che, con noi, – conclude Castelluccio- vogliono determinare il rilancio sociale ed economico di questo territorio”. Prima della conferenza programmatica di aprile, il Pd organizzerà una serie di “focus”.




Siracusa. Riforma delle Province, per il deputato Bandiera si avvicinano le elezioni. "O si aboliscono del tutto o si torni al voto"

Riforma delle Province ancora in alto mare. Il tempo stringe, bisogna approvarla entro metà febbraio o si torna alle urne. Ma un testo condiviso ancora non c’è. Lunedì la maggioranza ci riprova, con l’Udc che preme per l’abolizione totale degli enti.
La commissione Affari istituzionali sta esaminando gli emendamenti e conta di esitare il disegno di legge entro la fine della prossima settimana. Uno dei punti da chiarire riguarda il numero dei liberi consorzi che andranno creati al posto delle Province. Due le alternative: crearne nove come le Province oppure un numero maggiore  tenendo come parametro di riferimento aree territoriali con un numero di abitanti compreso tra i 150 mila e 500 mila. Palermo, Messina e Catania saranno città metropolitane.
Chiara la posizione del deputato regionale dell’Udc, Edy Bandiera, in linea con l’atteggiamento assunto da subito su questa vicenda. “Sulle province nessuna mediazione. O si aboliscono del tutto,  e si trasferiscono personale e competenze ai Comuni, senza creare strani organismi di nominati dalla politica e aree metropolitane che favoriscono Catania, Messina e Palermo oppure si torni subito al voto”.
Le elezioni per presidente e consiglieri provinciali sembrano lentamente avvicinarsi.




Siracusa. La politica ai tempi dell'happy hour, "Aperitivo azzurro" per "Forza Italia". Germano: "C'è una nuova classe dirigente pronta a lavorare"

La politica ai tempi degli happy hours. La politica che per incontrare i giovani usa il loro stile di vita, le loro preferenze, la strada più usata per incontrarsi. E’ l’idea di Peppe Germano che per la nuova Forza Italia, a cui ha aderito, pensa anche ad un linguaggio nuovo. Così nasce l’idea dell’ “Aperitivo azzurro”. Non una conferenza vecchio stile, ma un’occasione informale per avviare un confronto, politico questo si, ma informale. Oggi pomeriggio, a partire dalle 17,30 , il ristorante “Toro Loco” di Siracusa ospiterà l’iniziativa a cui sono stati invitati alcuni esponenti di quella che Germano definisce “la nuova classe dirigente. Persone che si sono più volte misurate con l’elettorato, uscendone vincenti, ma mettendoci sempre la faccia”. Non è una considerazione buttata a caso, ma la premessa ad una posizione ben precisa e, in parte, polemica anche nei confronti degli attuali vertici provinciali di “Forza Italia”, Angelo Bellucci e la parlamentare Stefania Prestigiacomo. “Mentre, a livello nazionale, Matteo Renzi parla di svecchiamento della classe dirigente- spiega Germano- chi milita nel centrodestra non può restare a guardare. Nella forza politica di Silvio Berlusconi esiste la possibilità, per chi ne ha le capacità e la volontà, di trovare un proprio spazio. Vogliamo essere protagonisti, su questo nessuno nutra alcun dubbio”. Germano si spinge anche oltre questa affermazione. “Entro un mese- annuncia- organizzeremo un nuovo appuntamento politico, una grande convention nel corso della quale ci proporremo alla guida del partito”. Non si tratterebbe della volontà di contrapporsi all’attuale dirigenza di “Forza Italia”. Non è, insomma, una dichiarazione di “guerra”, puntualizza Germano. “E’ solo un modo per far presente che abbiamo il consenso e la capacità per incidere in questo territorio, parlando di problemi concreti e ipotizzando soluzioni. Non ci interessano le nomine calate dell’alto. Abbiamo sempre ricoperto dei ruoli che ci sono stati affidati dagli elettori”. Non parla solo di sè ma anche di diversi esponenti della politica locale: ex amministratori, consiglieri provinciali, assessori del centrodestra. Minimo comune denominatore: un’età inferiore ai 40 anni. “L’Aperitivo azzurro – prosegue Germano- è un appuntamento da cui ripartire per rilanciare l’azione politica sul territorio. E’ un evento aperto. Chiunque, se ne ha voglia, può partecipare. Ad alcuni è stato recapitato un invito ufficiale. Tra i destinatari: l’ex consigliere provinciale, Giuseppe Bastante, l’ex capogruppo di An al consiglio provinciale, Salvo Andolina, gli ex consiglieri di via del Laberinto, Mariano Caldarelal e Francesco Saggio. “Vedremo- ironizza Germano,  concludendo il suo intervento- chi potrà fregiarsi dell’aggettivo “coraggioso” e chi no. Un tavolo di confronto grazie al quale esprimere e concretizzare il proprio pensiero non è necessario. E’ indispensabile e lavoreremo in questa direzione”




Siracusa. "Non sono io quello che non ha studiato sulle royalties petrolifere". Castagnino vs Bandiera, atto secondo

Si conoscono da anni. E anche piuttosto bene. Alleati mai, ma si sono sempre guardati con rispetto. Sino a quest’ultima polemica sulle royalties in materia di estrazione e produzione di idrocarburi liquidi gassosi in Sicilia. Da una parte Salvo Castagnino, consigliere comunale di Siracusa, dall’altra Edy Bandiera, ex presidente dell’assemblea cittadina e ora deputato regionale.
Castagnino da fuoco alle polveri sollevando il caso sei giorni fà: “quattro deputati regionali siracusani, con il loro voto favorevole alla riduzione delle royalties, danneggiano il loro territorio”, il suo pensiero in sintesi (leggi qui). Bandiera non ci sta e replica, fornendo le sue spiegazioni (leggi qui) e passando al contrattacco accusando Castagnino di non essere informato e di non studiare le carte.
Polemica chiusa? No, per niente. Perchè il consigliere comunale non ci sta a passare per il “ragazzino” impreparato, lui che di professione fa il commercialista non vuole certo far la figura di uno che sconosce il diritto tributario regionale. E così torna all’attacco, solo per difendersi dall’accusa di non avere studiato, assicura, e non per rinfocolare la diatriba.
“Bandiera ha detto  che le royalties sono applicate sull’estrazione e non sulla lavorazione di gas e petrolio, per cui la provincia di Siracusa, in termini economici, non perde nulla con questa riduzione.  Io voglio, invece, fare notare che l’articolo 13 della legge di stabilità regionale del 13 maggio 2013, al comma 1 parla espressamente di produzioni di idrocarburi liquidi e gassosi per cui il titolare di ciascuna concessione è tenuto a corrispondere annualmente un’aliquota di prodotto annuale pari al 20%”.  Castagnino non si ferma qui. “Il testo che hanno votato in Regione di recente riprende peraltro questo articolo, lo fa nel passaggio dedicato alle modifiche ed integrazioni delle norme in materia di entrate, all’articolo 5 del Capo II. Nel secondo comma si sostituiscono le parole ’20 per cento’ con ’13 per cento’. Vale a dire che la riduzione delle royalties si applica anche alla produzione e quindi alla lavorazione del petrolio, vale a dire la raffinazione, e non solo all’estrazione di idrocarburi. Per cui il provvedimento che hanno votato ha in effetti ricadute sulla provincia di Siracusa”.