Cos’hanno in comune Marica Cirone Di Marco e Pippo Gennuso. Non molto, invero. Ma entrambi hanno deciso di prendere carta e penna e, in occasione della visita di Matteo Renzi a Siracusa, consegnare al presidente del Consiglio delle loro riflessioni e richieste di intervento.
La deputata regionale si rivolge al premier con un confidenziale “tu” e, con un velo di garbata polemica, ricorda come non sia stato programmato un incontro con la deputazione siracusana all’Ars “ma desidero egualmente inoltrarti l’appello a esaminare attentamente la condizione della nostra provincia, e segnatamente di quei Comuni che si stanno generosamente adoperando in favore dell’accoglienza dei migranti”. Il discorso punta allora su Augusta, l’operazione Mare Nostrum e un’accoglienza che deve andare oltre il Palajonio. “L’attivazione quanto più celere degli Sprar finanziati dal Ministero degli Interni anche nella nostra provincia può costituire sollievo, ma se non si interviene a supporto delle casse dei Comuni, cui è’ obbligo di assicurare adeguata accoglienza ai minori non accompagnati in strutture idonee continueremo ad assistere a rifiuti legittimati da trasferimenti incerti, che creano timori fondati dello sforamento dei patti di stabilità. Ti invito, quindi, ad assumere le iniziative necessarie a supportare il nostro territorio e la comunità affinché sia possibile far fronte in modo adeguato ad una domanda di assistenza che per le sue caratteristiche sarebbe un errore continuare a ritenere emergenziale”.
L’ex parlamentare regionale Pippo Gennuso, con un istituzionale “lei”, porta a conoscenza di Renzi “che in questa provincia ci sono stati brogli elettorali ed è stata emessa una sentenza del Cga, inappellabile, che ordina la ripetizione del voto in sei sezioni di Pachino e tre di Rosolini”. Nella sua missiva, Gennuso ripercorre in breve la sua storia recente. “Caro presidente, in fase di scrutinio sono state cambiate le carte in tavola ed io mi sono ritrovato fuori dall’Assemblea regionale siciliana soltanto per 93 preferenze. Poi sono anche spariti i plichi elettorali dall’archivio del tribunale di Siracusa, venti giorni dopo la verifica ordinata dal Cga e adesso c’è il solito ostruzionismo di Palazzo che ritarda la indizione delle elezioni. Il cambiamento – scrive ancora Gennuso – è vero che passa attraverso le Riforme, una nuova legge elettorale, la sburocratizzazione del Paese, ma anche dalla legalità e dalla Giustizia”. Quindi la richiesta diretta al premier: “si attivi affinché si faccia piena luce sulla sparizione dei plichi elettorali dal palazzo di giustizia, inviando ispettori dei Ministeri competenti”.