Caso Schiavo: la commissione regionale del Pd non decide

Potrebbe complicarsi ulteriormente la vicenda relativa alla candidatura alla segreteria provinciale del Pd di Siracusa. Ieri, la commissione di Garanzia regionale avrebbe deciso di non decidere, dopo avere analizzato il ricorso presentato da Liddo Schiavo, escluso dal comitato provinciale del Partito Democratico dalla corsa verso la guida della forza politica di via Socrate, sulla base di una norma statutaria che parla di incandidabilità di chi ricopre alcune cariche istuzionali. Schiavo, secondo quanti hanno votato contro la sua candidatura, essendo assessore alle Politiche sociali della giunta Garozzo, sarebbe fuori. Il diretto interessato e l’area dei renziani, che sostiene la sua candidatura, avrebbero fatto notare che Schiavo si è dimesso dalla carica che ricopriva nell’esecutivo di palazzo Vermexio venerdi della scorsa settimana e anche su questo si è aperto un dibattito dai toni alti, con una querelle “infuocata” tra il deputato regionale, Bruno Marziano e l’ex assessore, a cui il parlamentare dell’ Ars ha mosso pesanti accuse, rigettate dal collega di partito con altrettanta determinazione. La commissione di garanzia regionale avrebbe ritenuto di non avere competenza sulla questione, rimettendosi alle decisioni che assumerà la commissione di garanzia nazionale. A questo punto l’area dei renziani potrebbe avere maggiori chances di vedere confermato il diritto di Schiavo a candidarsi a segretario provinciale. L’area dei renziani, infatti, avrebbe a Roma un peso certamente maggiore rispetto a quanto avviene a Palermo e questo potrebbe rappresentare un punto a favore di quanti sperano di affidare il partito all’ex assessore alle Politiche sociali.

(foto:Liddo Schiavo durante un’intervista su Fm Italia)




Ma cosa succede in casa Pd?

Il Pd ha un elettorato generoso pronto a capire le lotte, le dispute e le divisioni. La base vota per convinzione ideologica reale e così si spiegano i risultati delle urne a dispetto delle mille beghe, specie nazionali. Siracusa non fa eccezione. Anzi, diventa a suo modo un paradigma. Ma vallo a spiegare ad un elettore del centrosinistra cosa sta succedendo qui, in riva allo Jonio.
Ci si aspettava in fondo una nuova stagione,  dopo oltre due lustri Siracusa è retta da un sindaco di sinistra.  La realtà, invece, è sempre la stessa: divisioni, correnti, mille anime, lotta di potere. Il caso Schiavo è sintomaticato di un partito a parole unitario ma sempre più spaccato. In gioco c’è la leadership dei prossimi anni. Forse anche la sopravvivenza di un’area a discapito di un’altra. I rampanti renziani da una parte, l’establishment dem ed ex bersaniani dall’altra.
L’area Innovazione, di cui Schiavo era il candidato prima dell’esclusione, è data in forte ascesa. Sarebbe numericamente superiore, praticamente con la segreteria in tasca. Ma non è forse avvezza a quelle battaglie inevitabili quando in ballo c’è un avvicendamento al potere. Più “smaliziata” – nessuno si offenda – la controparte, che da anni tira le fila delle manovre del partito in provincia. E certo senza nessuna voglia di mettersi da parte adesso.
Fazioni in lotta, ma non nel chiuso della segreteria. Tutto in pubblico, con comunicati stampa al vetriolo e interviste di fuoco. Pacificazione? Praticamente impossibile. Come sembra lontana la tregua elettorale di pochi mesi fa.
Certo le dimissioni di Schiavo potevano essere rese pubbliche subito, sin dal venerdì in cui sono state protocollate. Si potevano “pacificamente” studiare soluzioni alternative tra le pieghe di uno Statuto mai veramente rigido nelle norme e nell’interpretazione, per mantenere un equilibrio apparente. Chissà, forse da una parte e dall’altra si cercava, anche incosciamente, lo scontro.
Che sia una “rivincita” per lo “sgarbo” subìto in Consiglio Comunale (Castellucio pareva avere la presidenza in mano, ndr) o una lotta per le regole ed il loro rispetto poco toglie alla sostanza della vicenda. Cosa ne sarà di un Pd provinciale con una segreteria a metà, al comando ma senza il supporto interno pieno o almeno maggioritario? Posto che nessuno dei contendenti vuole finire all’angolo, quale sarà il finale della storia? Ma soprattutto, il primo partito della provincia può sopportare uno strappo e la nascita – eventuale – di un nuovo soggetto?




"A insulti pubblici seguano scuse pubbliche"

Una lettera aperta, attraverso la quale Liddo Schiavo esprime tutta la sua amarezza per le dichiarazioni rilasciate sul suo conto, questa mattina, dal deputato regionale Bruno Marziano su Fm Italia . I “veleni” che stanno creando profonde spaccature all’interno del Partito Democratico provinciale sono legati alla corsa per la segreteria provinciale del partito. Dopo l’esclusione di Schiavo e la decisione dell’ex assessore di ricorrere, non ritenendo la decisione giustificata, Marziano ha ipotizzato che Schiavo possa avere assunto comportamenti discutibili, fingendo di non essersi dimesso e partecipando ad incontri nella veste assessoriale o, altra ipotesi avanzata dal deputato dell’area degli ex bersaniani, addirittura modificando il numero di protocollo della lettera con cui lasciava il posto in giunta per dedicarsi alla sua candidatura alla guida del Pd.  Accuse gravi, in entrambi i casi. “Ritengo che Marziano su questa vicenda abbia notevolmente esagerato- commenta Schiavo-  preso forse dalla frenesia di poter vincere il congresso provinciale a tavolino e che il suo  comportamento   vada pesantemente censurato da chi può e deve farlo, in quanto non prende di mira solo un compagno di partito, un dirigente, un ex capogruppo del Partito Democratico alla Provincia, un ex assessore della giunta cittadina designato dal Pd,  una persona impegnata da 40 anni nel volontariato e nell’associazionismo democratico oggi a livelli apicali, che – prosegue Schiavo – forse immeritatamente,  gode  della stima di tanti suoi concittadini; ma mina proprio quelle che sono le norme etiche che ci siamo imposte e che tanto abbiamo rilanciato nei nostri dettati, ma che purtroppo poco pratichiamo nelle azioni quotidiane”. Schiavo definisce le parole pronunciate da Marziano nei suoi confronti  “insulti gratuiti, irriguardosi, dannosi per l’ onorabilità della quale per fortuna godo e soprattutto privi di qualunque fondamento reale. Si è rivolto a me dandomi praticamente dell’imbroglione – ricorda l’ex assessore  – del millantatore, del manipolatore dei protocolli del Comune, del soggetto passibile di reato penale e nel migliore dei casi dello scemo di turno che continua a fare l’assessore anche dopo essersi dimesso. Nel corso della mia esperienza politica e associativa- aggiunge Schiavo –  non ho mai usato tali toni neanche con i peggiori oppositori e ho sempre contrapposto l’identità di ruolo a quella personale, non considerando mai un avversario come un nemico da abbattere o calunniare, specialmente se appartenente alla mia medesima cultura politica e se con esso vi è condivisione di valori e ideali”. Schiavo consiglia a chi può consigliare Marziano, di porgergli delle scuse pubbliche, “così come incautamente ha ritenuto opportuno indirizzarmi pubblici insulti- puntualizza l’ex assessore  – Questo riporterebbe il dibattito interno nella giusta misura e darebbe fiducia a tanti cittadini che continuano a non capire perchè nel Pd si litiga tanto”.




Consiglio Comunale, date e ordini del giorno

Il Consiglio Comunale di Siracusa torna a riunirsi il 22 e il 29 ottobre. Oggi la conferenza dei capigruppo ha programmato gli ordini del giorno.
Nella seduta di martedì prossimo, il Consiglio dovrà pronunciarsi sull’approvazione di un’integrazione all’articolo 3 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio e delle Commissioni e sul piano attuativo per l’insediamento di 501 alloggi di edilizia convenzionata a Tremmilia. Questi due argomenti si aggiungono a quelli già fissati nella precedente riunione e che riguardano l’appalto per gli asili nido, proposto da Simona Princiotta, e l’interruzione dell’assistenza domiciliare agli anziani e ai diversamente abili, promosso dal Salvatore Castagnino.
Due i punti previsti nella seduta del 29: il question time e la questione dei lavori per la realizzazione della nuova scuola di via Calatabiano, anche questa proposta da Castagnino.




Caso Schiavo. Scambio di accuse sulle dimissioni

Dalle polemiche ad una vera e propria bufera nel Pd. I toni, già alti, del caso scaturito dall’esclusione della candidatura dell’assessore alle Politiche Sociali, Liddo Schiavo, alla segreteria del Partito Democratico, per via del ruolo che ricopre e sulla base di una norma statutaria, si spostano su un versante che potrebbe non essere più esclusivamente politico.
Ad accendere una nuova ‘miccia’ è il deputato regionale Bruno Marziano che, intervenendo su FM Italia durante la trasmissione Radioblog di Mimmo Contestabile,  lancia accuse pesantissime a Schiavo. “L’assessore ha dichiarato di essersi dimesso dalla carica assessoriale venerdì- racconta il parlamentare dell’Ars- e per questo vorrebbe lasciare intuire che il principio di incandidabilità verrebbe meno. Eppure nei giorni successivi -prosegue Marziano – Schiavo ha partecipato, per conto del Comune, ad alcuni incontri con i rappresentanti di  associazioni a tutela dei disabili, annunciando i suoi progetti a vantaggio delle categorie svantaggiate per i prossimi cinque anni. Strano- osserva il deputato regionale – che un assessore dimissionario continui a parlare come se fosse in carica, senza fare riferimento alle proprie dimissioni”. Secondo l’esponente dell’area degli ex bersaniani questa vicenda avrebbe soltanto due letture possibili. “La prima è che Schiavo sia un millantatore e questo sarebbe grave dal punto di vista politico – tuona Marziano – impossibile, se così fosse,  che  possa diventare il segretario provinciale del più grande partito della provincia”. Ancora peggiore l’alternativa, a detta del deputato regionale. “Non vorrei che le dimissioni non fossero, in realtà, state consegnate venerdi- suppone  – ma che, in qualche modo, fosse stato trovato  un numerino di protocollo da assegnare  alla lettera di  dimissioni. In tal caso ci troveremmo addirittura davanti ad un reato penale”.
Immediata la replica che arriva direttamente dal sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. “Marziano –  ribatte il sindaco- non sa, forse, che il Comune utilizza un protocollo elettronico che è assolutamente inviolabile”. Il primo cittadino entra, poi, nel merito dell’incontro a cui avrebbe partecipato Schiavo.  “L’assessore dimissionario – racconta il primo cittadino – ha preso parte alla riunione soltanto perchè gli era stata chiesta, nei giorni precedenti, la disponibilità di locali in cui affrontare tematiche che non riguardano in alcun modo l’amministrazione comunale, ma la Provincia Regionale di Siracusa. L’assessore dimissionario ha soltanto assistito al dibattito, nella sala Archimede di via Minerva,  senza assumere alcun impegno per conto del Comune che non era nemmeno parte in causa”. Garozzo fa,poi, delle considerazioni politiche sulla vita interna al Partito Democratico locale. “E’ una forza politica sempre debole e dilaniata quando si parla di rinnovamento – premette il primo cittadino – questo è’ un partito dalle mille difficoltà e probabilmente assistiamo in questi giorni  al tentativo, da parte di qualcuno, di non fare partecipare l’area maggioritaria in provincia a questo congresso”.
Il primo cittadino non ha dubbi. “Il problema- ribadisce- è puramente politico e di fronte ad un atteggiamento di questo tipo non faremo sconti a nessuno. Ricorreremo in tutte le sedi possibili, a garanzia dei numerosi iscritti e simpatizzanti che non si riconoscono nelle vecchie logiche di una cordata minoritaria”. Duro il commento anche nei confronti dell’unica candidata, al momento, alla guida del Pd, Carmen Castelluccio, che avrebbe dichiarato di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro. “Da una persona che aspira a ricoprire il ruolo di segretario- conclude Garozzo- non mi aspetterei un comportamento lontano dalla volontà di avviare un confronto aperto. Non mi sembra che si stia partendo con il piede giusto”.




Marziano: "Ospedale nuovo si, non dimentichiamo il vecchio"

Va bene parlare – e sperare – di un ospedale nuovo per Siracusa ma “non dimentichiamoci dell’esistente”. E’ l’opinione del parlamentare regionale siracusano, Bruno Marziano. “L’Umberto I ha bisogno di interventi e di risorse perché sarà il punto di riferimento, ancora per molti anni, per 120 mila siracusani e molti pazienti della provincia”. Mentre si discute del dsito dove sorgerà un giorno il nuovo presidio e di progetti preliminari, Marziano sposta l’attenzione sull’ospedale di oggi “che è in condizioni disastrose. Non può essere manutenuto con il solo intervento annuale dell’Asp che è di appena un milione all’anno”. Senza parlare di carenze di personale in pianta organica, il deputato del Pd parla però della necessità di “sbloccare i concorsi e riportare dentro gli ospedali della Sicilia, della provincia e all’Umberto I i medici che mancano, consentendo la mobilità di giovani medici che vogliono misurarsi nella propria città”.
Bruno Marziano ha chiesto al commissario dell’Asp, Mario Zappia, di avviare tutte le procedure necessarie per ottenere uno stanziamento straordinario per operazioni di restyling garantendo l’impegno di tutta la deputazione regionale.




"Adesso stipendi per i dipendenti Siracusa Risorse"

“La Regione Siciliana ha già accreditato alla Provincia Regionale di Siracusa la somma di 6 milioni e 597 mila euro”. Il parlamentare regionale del Pdl, Enzo Vinciullo certifica l’avvenuto passaggio.
“Adesso la Provincia Regionale di Siracusa, che ha già provveduto a pagare lo stipendio di settembre ai propri dipendenti e ha accreditato a Siracusa Risorse le somme per il mese di luglio, potrà accreditare sempre a Siracusa Risorse le somme che la stessa attende per i mesi di agosto e settembre, in modo che i lavoratori possano avere pagate tutte le loro spettanze”, annuncia Vinciullo.
L’accreditamento delle somme, così come deliberato dalla Commissione Bilancio, consente al Commissario Giacchetti di attivare tutti i servizi inerenti gli alunni diversamente abili della provincia in modo che gli stessi possano frequentare la scuola “con il rispetto e la dignità loro dovuta”.




Segreteria Pd, Castelluccio: "Le regole vanno rispettate"

L’altra faccia del Pd è quella di Carmen Castelluccio. La candidata alla segreteria provinciale, espressione dell’area Dem ed ex bersaniani, sta ovviamente seguendo con attenzione quanto accaduto nelle ultime ore. L’esclusione del suo “antagonista” Liddo Schiavo, le polemiche, le accuse. E la spaccatura che emerge sovrana in casa dei democratici siracusani.
“Personalmente sono dispiaciuta”, esordisce l’attuale consigliera comunale. “Non mi aspettavo che gli amici dell’area Foti/Renzi (dice proprio così, ndr) potessero commettere una svista di questo tipo. Lo Statuto del partito parla chiaro”. Se non ci saranno colpi di scena dal preannunciato ricorso presentato da Schiavo, assessore comunale alle politiche sociali, si arriverà al congresso provinciale con un solo candidato da votare per la segreteria, Carmen Castelluccio appunto. “Un congresso con un confronto, anche serrato, sarebbe stato decisamente più appassionante”, spiega lei. “Dovessi diventare il segretario provinciale, non chiuderei certo le porte all’area Innovazione. La mia visione prevede un partito unito, anche nella composizione degli organismi interni”, precisa sibillina la Castelluccio.
Che evita di entrare nel merito delle polemiche. “Dico solo che le regole ci sono e vanno rispettate. Almeno se si vuole fare un congresso davvero democratico. In verità, fosse capitato a me non credo loro sarebbero stati clementi”. Insomma, di ritirare anche la sua candidatura non ne vuol sentire. “E perchè mai? Ripeto, le regole ci sono e non dobbiamo mandare messaggi sbagliati alla base del partito”.




Pd, documento al 'vetriolo' firmato Foti, Cafeo, Corso

Ancora “veleni” all’interno del Pd provinciale di Siracusa. Dopo il voto espresso ieri sera dal comitato per il congresso, che ha ‘bocciato’ la candidatura dell’assessore comunale alle Politiche Sociali, Liddo Schiavo, proprio per il ruolo istituzionale che ricopre, facendo leva su una norma statutaria, nel primo pomeriggio tre dei componenti del comitato, Armando Foti, l’ex segretario provinciale Giovanni Cafeo e Vera Corso hanno diffuso un documento che conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che la corsa verso la guida della forza politica di via Socrate è già contrassegnata da profonde divisioni interne. Foti, Cafeo e Corso parlano di un “grave atto, consumato nei confronti, non soltanto del candidato, ma anche e soprattutto dei tanti amici e simpatizzanti del Pd, che si riconoscono in tale candidatura”. Secondo i tre componenti del comitato sarebbe “superficiale licenziare una decisione così importante e delicata nell’arco di circa un’ora e mezza, senza sottoporre la questione ai dovuti approfondimenti”. La spiegazione di tanta fretta sarebbe, per Foti, Cafeo e Corso, da ricercare in una precisa volontà politica, quella di “un’ala, oggi minoritaria, che tenta così di escludere dalla competizione elettorale una grossa parte di simpatizzanti, che si riconoscono nella candidatura di Schiavo”. Frasi che riportano alla memoria vecchie dispute interne al Pd. L’ex segretario del partito, Foti e Corso parlano anche di “prevaricazione” . “Sotto il profilo politico e democratico- prosegue il documento- siamo convinti che un partito non possa pensare di procedere alla celebrazione di un congresso con una sola candidatura alla segreteria. Soltanto questa considerazione dovrebbe portare l’organismo provinciale competente a porre tale questione agli organismi regionali di garanzia”. Un passaggio che sarà probabilmente compiuto, anche perché lo stesso Schiavo ha già preannunciato l’intenzione di presentare ricorso. Entrando nei dettagli tecnici, se l’articolo 21 dello statuto è quello che determinerebbe l’incandidabilità di Schiavo in quanto assessore, ce ne sarebbe un altro, il 25 dello statuto regionale che, stando a quanto spiegano i firmatari della nota, “inquadra tale fattispecie nei casi di incompatibilità e non di ineleggibilità”. Vicende che andranno chiarite nelle sedi opportune, ma che lasciano intuire che il percorso verso l’elezione della nuova dirigenza provinciale del Pd non sarà affatto, al di là degli auspici espressi nelle scorse settimane, all’insegna della serenità e della condivisione.




Servizio Idrico e via Puglia in Consiglio Comunale

Il Consiglio Comunale di Siracusa ha fatto le ore piccole. E questa volta la “responsabilità” non è di beghe o polemiche prettamente politiche. In aula, discussioni con diversi spunti di interesse su due temi di stretta attualità per i siracusani come il servizio idrico e i lavori di via Puglia, con l’annosa questione dell’arretramento del muro dei Cappuccini.
In apertura, sono stati nominati i tre componenti della Commissione Elettorale. Poi attenzioni puntate sul servizio idrico integrato, con l’approvazione dell’atto di indirizzo sulla costituzione di parte civile del Comune di Siracusa nella vicenda processuale degli sversamenti nelle acque del porto. L’ultima parola spetta all’amministrazione perchè il parere del Consiglio non è vincolante ma certo dovrà essere tenuto in conto a Palazzo Vermexio.
Il consigliere Elio Di Lorenzo, primo firmatario delle mozioni sul servizio idrico, ha anche chiesto che vengano poste in essere tutte le procedure necessarie per tornare in possesso degli impianti e delle strutture oggi gestite da Sai 8. Una richiesta che si allaccia ai recenti pronunciamenti circa la rescissione del contratto con l’attuale gestore del servizio idrico integrato in provincia di Siracusa.
Si è parlato anche dei lavori in via Puglia e del muro della chiesa dei Cappuccini. La posizione dell’amministrazione è già chiara: il muro è da arretrare. Si attende un nuovo pronunciamento dalla Soprintendenza dopo il primo “no” di qualche tempo fa. Il  consigliere Alessandro Maiolino ha sostenuto che la costruzione sia “vecchia e non antica”. Le strutture di difesa del convento non prevedevano, in origine, mura ma solo fossato e ponti levatoi. Dopo l’unità d’Italia e la presa di possesso dei beni della Chiesa da parte dello Stato – ha illustrato insieme all’associazione Syracosia e Syracosiani – si sarebbe pensato alla cerchia muraria che Maiolino fa comunque risalire al 1931.
Il consigliere Castagnino ha quindi presentato una interrogazione sui lavori in corso in via Puglia. A lui ha risposto l’assessore Alessio Lo Giudice, presente in aula.
Rinviata la trattazione degli altri punti all’ordine del giorno ovvero i lavori della scuola di via Calatabiano e la proposta di cittadinanza onorario al ministro per l’integrazione, Kyenge.