Niente riconteggio delle schede per Pippo Gennuso. I documenti che, secondo una sentenza del Cga, avrebbero dovuto essere ricontrollati per chiarire se alle ultime elezioni regionali qualche calcolo sia stato errato, non esistono più. Sono andati distrutti, annegati tra i liquami. Già, perchè pochi giorni prima delle verifiche predisposte dalla prefettura, a quanto pare, in Tribunale, dove le schede erano depositate, si sarebbe verificato un danno alle tubature della rete fognaria, le cui acque reflue si sarebbero riversate su parte della documentazione custodita in un ufficio del palazzo di Giustizia. Ad avvertire l’ex deputato autonomista dell’impossibilità di dare seguito a quanto il consiglio di giustizia amministrativa aveva disposto sarebbe stata un’email della prefettura, in cui si fa riferimento ad una comunicazione del Tribunale di Siracusa. Ma Gennuso non sembra convinto di quanto accaduto e si dice determinato ad andare fino in fondo. “Ho incaricato due legali, due penalisti questa volta – dice l’ex parlamentare dell’Ars – di tutelare i miei interessi, con tutte le azioni che riterranno opportuno portare avanti. Ci sono troppe domande senza risposta. Ci sono persone, in questa vicenda, che avrebbero dovuto agire in maniera più lineare e trasparente”. Il 14 gennaio prossimo dovrebbe svolgersi l’udienza fissata dal Cga . In quella sede occorrerebbe rendere noti i risultati delle verifiche predisposte, ma in realtà non condotte, su 18 sezioni dei comuni di Siracusa, Floridia, Avola, Francofonte, Rosolini, Pachino e Noto. Gennuso è convinto che i “brogli” che ha denunciato subito dopo le elezioni per il rinnovo della Regione ci siano effettivamente stati. “Non si spiega altrimenti – conclude l’ex deputato regionale del Movimento per l’Autonomia – il fatto che io, per tre giorni, sono stato deputato e poi, improvvisamente, il mio seggio è andato ad un’altra persona”. Il riferimento è a Pippo Gianni, che per una differenza di 93 voti, ha ottenuto lo scranno a palazzo dei Normanni.