La presentazione ufficiale sarà sabato mattina, alla presenza di tutte le forze politiche che danno vita alla coalizione progressista di centrosinistra, dal Pd al M5S passando per Lealtà&Condivisione ed altri partiti. Ma Renata Giunta parla già da candidata sindaco di Siracusa. Unica donna in un mondo a guida tradizionalmente maschile, ma non una novità assoluta per il capoluogo che già cinque anni addietro aveva visto una candidata sindaco donna. Allora, era Silvia Russoniello il nome scelto per il M5S. Nonostante il buon risultato della lista, non riuscì ad arrivare al ballottaggio.
La Giunta piazza subito un distinguo. “La candidatura che espressero cinque anni era molto debole. Persona armata di buona volontà ma che difficilmente poteva sembrare agli occhi dei più pronta a gestire la sfida della sindacatura”. Dalla sua, la candidata progressista vanta esperienze professionali e politiche a più livelli. Certo, il suo nome è quasi una sorpresa: spuntato fuori quando lo si riteneva “bruciato” e con una mezza intesa tra alleati già raggiunta su Ferrarini. Poi la concitata direzione del Pd, l’ultimatum del M5s e la virata proprio su Renata Giunta. “Ma io amo le competizioni leali e anche se il nome scelto dalla colazione fosse stato un altro, sarei stata felice di collaborare per una proposta nuova e unitaria. Alla fine, la coalizione ha ritenuto che il mio nome potesse fare sintesi tra le varie anime e rappresentare un elemento di novità, anche per il Pd firmato Schlein”, racconta in diretta su FMITALIA.
“La sosterremo con entusiasmo, per offrire una proposta di governo di Siracusa chiara, limpida, riconoscibile e moderna”, scrivono in una nota congiunta Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lealtà e Condivisione, Alleanza Verdi e Sinistra, Cento Passi, Area Costituente Verso il Partito del Lavoro.
“Le competenze e la storia di Renata sono le migliori garanzie per interpretare i valori e i contenuti del programma innovativo condiviso dalla coalizione e per liberare le migliori energie della città, al riparo da trasformismi di varia provenienza dove l’unica visione comune è il potere e la sua gestione”, si legge subito come ad individuare subito avversari.
Laureata in economia politica alla Bocconi, con master in Scienze del Lavoro, Renata Giunta è esperta in progettazione per l’uso di fondi comunitari. Collabora con enti locali, istituzioni e imprese per un più efficace utilizzo dei fondi comunitari rivolti al miglioramento della qualità della vita nei territori.
Ha coordinato il gruppo di lavoro, organizzato dal Patto di Responsabilità Sociale, che ha redatto il Piano Strategico di area vasta finalizzato ad agevolare il territorio – nelle sue componenti pubblica e
privata – nell’accesso ai fondi del PNRR. È stata coordinatrice dell’associazione Libera, associazione di nomi e
numeri contro le Mafie e sin da giovane coinvolta nel mondo del volontariato con l’AGESCI.
Lei si presenta così: “lavoro come tecnico, a servizio anche della politica. Questo non vuol dire che non abbia chiaro il senso del valore politico del ruolo del sindaco. Un ruolo che deve anzitutto tornare a dare una visione alla città. Oggi non c’è, precipitata in terra. Siracusa non può andare a tentoni, deve definire le priorità e le azioni da perseguire. Per lavoro e mia forma mentis, prediligo i piani strategici e per questo dico che si deve avere il coraggio di prendere posizione”. E allora ecco subito i punti caldi: “transizione verde, con visione anche industriale e produttiva; maggiori collegamenti per non allungare ulteriormente le distanze tra centro, zone commerciali e periferie; quindi mobilità integrata, con servizi che permettano di lasciare l’auto a casa, incluso il servizio di trasporto pubblico; strumenti di supporto alle fragilità commerciali, con le nostre attività da troppo tempo in difficoltà in assenza di azioni”, sintetizza la Giunta.
Uno dei problemi da risolvere da qui all’appuntamento con le urne? “La tendenza al disfattismo che pervade la citta. Mi preoccupa quel disinteresse che ha dato vita ad un approccio solo polemico ai fatti siracusani, senza volontà di capire cosa succede davvero e se una cosa detta è vera o falsa…”.