Elezioni regionali: il 25 settembre si vota per i 70 nu0vi deputati, 5 per la provincia di Siracusa

Le elezioni regionali per il Presidente della Regione e l’Assemblea regionale siciliana per la diciottesima legislatura si svolgeranno il prossimo 25 settembre, in concomitanza con le consultazioni nazionali, come deciso dal presidente Nello Musumeci con le dimissioni appositamente rassegnate.
Lo ha stabilito la giunta regionale approvando stamane, su proposta dello stesso Musumeci, la delibera di convocazione dei comizi elettorali: il decreto di indizione dei comizi e quello di ripartizione dei seggi nei vari collegi saranno emanati dalla Segreteria generale della Presidenza della Regione e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione entro giovedì prossimo, 11 agosto.
Le urne saranno aperte nell’unica giornata di domenica, dalle 7 alle 23. La ripartizione dei 70 seggi dell’Assemblea nell’ambito dei collegi elettorali, è elaborata sulla base della popolazione residente nell’Isola (5.002.904 abitanti), secondo l’ultimo censimento disponibile. Nel dettaglio, 62 seggi sono così distribuiti nei collegi provinciali: 6 ad Agrigento, 3 a Caltanissetta, 13 a Catania, 2 ad Enna, 8 a Messina, 16 a Palermo, 4 a Ragusa, 5 a Siracusa, 5 a Trapani.
Degli otto seggi residui, sette andranno alla lista regionale del candidato presidente vincente (il cosiddetto “listino”) e uno al candidato presidente secondo classificato.




Università a Siracusa, Salvo Baio: “Beni culturali è un flop. E non ci sono nuovi corsi”

Per l’ex presidente del Consorzio Universitario Archimede, lo sbandierato rilancio dell’offerta formativa a Siracusa sarebbe solo “un vecchio e logoro ritornello”. Salvo Baio non usa troppi giri di parole e mette nel suo mirino il sindaco, Francesco Italia, e l’assessore alla cultura, Fabio Granata. “Si sono ben guardati dal dire quali sarebbero i nuovi corsi di laurea destinati a Siracusa per la semplice ragione che non ne è previsto neanche uno, oltre a quelli già esistenti e cioè Architettura e Promozione del patrimonio culturale. Quest’ultimo attivato nell’anno accademico 2020/2021. Ancora una volta la giunta Italia promette ciò che non farà e che non è riuscita a fare in questi anni. Peraltro il corso in beni culturali è stato, spiace dirlo un flop, se solo si tiene conto che tra il primo e il secondo anno accademico in tutto si sono iscritti poco più di cinquanta studenti”.
L’atto d’accusa di Salvo Baio non si ferma a questo. “A giugno di due anni fa Italia e Granata avevano promesso l’attivazione di master internazionali e l’avvio di collaborazioni con università di altri Paesi e che, il solito refrain, avrebbero ampliato l’offerta formativa. Niente di tutto questo è avvenuto”.
L’ex presidente del Consorzio Archimede porta indietro il nastro. “A dicembre del 2009, l’allora rettore Recca comunicò all’assessorato regionale ai Beni culturali i dati riguardanti l’insediamento universitario siracusano, che comprendeva, tra lauree triennali e specialistiche, tre corsi in Architettura e cinque in Beni culturali, oltre alla Scuola di Archeologia. Inoltre risultavano attivati un master di primo livello con la facoltà di Giurisprudenza, un master di secondo livello in lingua inglese per studenti di vari Paesi del Mediterraneo con la Scuola superiore di Catania e un master di secondo livello con la facoltà di Lettere. A Siracusa erano iscritti 2265 studenti universitari. Quell’insediamento, per ragioni complesse da spiegare, venne in buona parte smantellato (ma non per responsabilità dei sindaci Garozzo e Italia) e ridotto alla sola Architettura. Al netto delle buone intenzioni e sorvolando sulle promesse, rimaste tali, di Italia e di Granata, resta il fatto che l’attuale amministrazione non ha purtroppo saputo dar vita ad un razionale e moderno progetto universitario per Siracusa”.
Non solo critiche. Anche per Salvo Baio la ristrutturazione di Palazzo Impellizzeri è una buona notizia, “benchè tardiva”. Ancora più importante l’annuncio del progetto di ristrutturazione dell’ex caserma Abela, “perchè conferma la volontà dell’ateneo catanese di consolidare l’insediamento siracusano. Di ciò va dato atto al rettore Priolo. Deve essere chiaro che una cosa sono i contenitori, le sedi universitarie, altra cosa sono i corsi di studio, i quali richiedono scelte mirate da parte del comune (e non solo) d’intesa con l’università”.




Stefania Prestigiacomo e la Presidenza della Regione: “Sono a disposizione del partito”

Stefania Prestigiacomo scioglie la riserva. Se il centrodestra siciliano sarà unito sui programmi e sul nome del candidato alla presidenza della Regione, potrebbe cedere alla corte serrata di queste ultime ore ed accettare la candidatura per il dopo Musumeci. Da capire adesso come Lega e Fratelli d’Italia si posizioneranno rispetto alla eventualità Prestigiacomo, parlamentare di rango e due volte ministro della Repubblica.
“Ringrazio Gianfranco Miccichè per le espressioni di stima nei miei confronti”, le parole dell’esponente di Forza Italia. “Da siciliana, profondamente legata alla mia terra, non posso che ritenere la proposta di candidatura alla presidenza della Regione un onore altissimo e una altrettanto altissima responsabilità. Sono dal 1994 una militante di Forza Italia, un partito che mi ha dato tanto e al quale ho dedicato tutto il mio lavoro politico. Oggi come ieri il mio impegno è a disposizione del partito”.
Stefania Prestigiacomo spiega però che condizione base per accettare la proposta di candidatura è “l’unità in termini di proposte programmatiche e per la candidatura alla Presidenza. La forza della nostra alleanza – spiega – è sempre stata l’unità d’intenti con la quale ci siamo presentati dinnanzi agli elettori. Venire meno a questo tratto distintivo significherebbe disperdere il patrimonio di credibilità e di fiducia che i siciliani ci riconoscono e favorire così una sinistra senza idee, che ha come unico obiettivo la restaurazione”.




Prestigiacomo verso la Presidenza della Regione: le reazioni della politica siracusana

La sempre più ricorrente ipotesi di una candidatura Prestigiacomo per la presidenza della Regione non sembra scaldare particolarmente la politica siracusana. Nello stesso centrodestra, si operano alcuni distinguo. Per il deputato di Prima l’Italia (Lega), Giovanni Cafeo, “la scelta del candidato presidente non è questione di simpatia. Abbiamo lavorato per scongiurare la ricandidatura di Musumeci e ci siamo riusciti. A Stefania Prestigiacomo riconosco l’ottimo lavoro condotto per il nuovo ospedale di Siracusa e la zona industriale. La scelta del o della candidata spetterà ai vertici nazionali. Fosse Stefania Prestigiacomo, bene per Siracusa. Ma la nostra provincia non sarebbe comunque dimenticata dalla Regione, qualunque candidato la nostra coalizione dovesse esprimere”.
Per Fratelli d’Italia, altra anima importante del centrodestra, parla invece Paolo Cavallaro. “Il candidato di FdI è Nello Musumeci. Se a livello nazionale si farà un accordo diverso, allora si può discutere di qualsiasi altra candidatura, compresa quella della Prestigiacomo. Ma le questioni vanno risolte nelle sedi opportune. Ci sono stati momenti di acredine tra alleati durante la legislatura, ma nessuna sfiducia o assessori di Forza Italia che si sono dimessi. La maggioranza è andata avanti. Per tradizione consolidata, l’uscente si ricandida. Ci spieghino cosa è cambiato adesso. Se non tocca più a Musumeci, qualunque nome va bene purchè sia una candidatura che ci vede tutti uniti”. Per l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera (Forza Italia), la candidatura di Stefania Prestigiacomo “sarebbe una occasione straordinaria per la provincia di Siracusa. Lei ne ha tutti i titoli. E lo dico senza retorica. Un presidente siracusano obiettivamente sarebbe un momento unico per il nostro territorio”.
Osservatore non interessato è Stefano Zito, il deputato del M5s che ha già annunciato che non si ricandiderà dopo due mandati a Palermo. “Non vedo un centrodestra compatto. E Musumeci, a mio avviso, resterà in corsa per le regionali. Quanto a Stefania Prestigiacomo, massimo rispetto. E’ noto però che io non ne abbia condiviso le decisioni politiche, anche da ministro dell’Ambiente, e non la voterei. Non è la città di nascita a dire se uno è buono o meno per la presidenza della Regione. Abbiamo avuto ad esempio Crocetta, che è di Gela, e non mi pare che abbia brillato. Guardate, i temi regionali sono molto complessi e tra Palermo e Roma ci sono un bel pò di differenze. La Prestigiacomo non ha esperienza in Regione. Vediamo cosa succederà”.
Alessandra Furnari, coordinatrice provinciale di Italia Viva, mette al centro i programmi elettorali: “per noi è importante andare in coalizione con soggetti che abbiano le stesse nostre idee programmatiche e non ritrovarci in alleanze con profondi contrasti interni. Cerchiamo una candidatura moderata, lontana da populismi e sovranismi. In questo senso, la Chinnici potrebbe essere una bella candidatura ma bisogna capire se è appoggiata o meno dai 5s. La Prestigiacomo di suo potrebbe essere una moderata, anche qui però occorre capire chi sosterrà questa candidatura. Se dovessero esserci supporti estremi, parlo di estrema destra, non potremmo condividerla. Con FdI e Lega per noi sarebbe impossibile. La moderazione della Prestigiacomo si perderebbe nelle linee di un governo con troppi estremismi a destra”.

foto dal web




Rifiuti, il M5s: “Bloccato provvedimento del governo che premiava le città meno virtuose”

C’è anche la firma del deputato siracusano Giorgio Pasqua (M5s) nell’emendamento soppressivo con cui è stato bocciato un provvedimento del governo regionale contenuto nel cosiddetto maxiemendamento al ddl sulle variazioni di bilancio. “Con la scusa dell’emergenza sanitaria a causa dei rifiuti, il governo voleva destinare 150 milioni di euro a Palermo e 20 a Catania, ignorando tutti gli altri Comuni che soffrono, anche quelli più virtuosi, per una sorta di perversa legge del contrappasso che bastona chi si comporta bene e avvantaggia chi ignora le regole ed è in ritardo con la raccolta differenziata”.
Nelle casse delle due Città Metropolitane sarebbero così arrivati 170 milioni di euro dei 405 ancora in contrattazione con lo Stato. “L’ulteriore cosa assurda – dice Pasqua – è che di questi soldi non è nemmeno stata contrattata la destinazione con Roma. In pratica volevano vendere la pelle dell’orso non solo prima di averlo catturato, ma anche prima di averlo intravisto. Chi ci dice che lo Stato avrebbe avallato questa scelta? Una scelta tra l’altro eticamente inaccettabile. Quasi tutti i Comuni in questo momento soffrono e il governo che fa? Premia quelli che si comportano peggio in materia di rifiuti e ignora i virtuosi che vantano percentuali di raccolta differenziata ottime, ottenute con grande impegno dei cittadini. Una norma del genere avrebbe mandato alla popolazione un messaggio pericolosissimo: comportarsi bene non premia, anzi… e questo non è tollerabile”.




Aggiungere Megara Hyblea nel nome del parco archeologico di Leontinoi: la richiesta

Il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia) ha chiesto di modificare il nome del parco archeologico di Leontinoi, aggiungendo anche il nome di Megara Iblea. La richiesta è stata inviata all’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà.
“All’interno del parco – afferma Cafeo – emergono le vestigia di Megara Iblea, anch’essa un’antica città i cui resti rappresentano un patrimonio storico di inestimabile valore. Quell’area è rimasta intatta, sotto l’aspetto archeologico”.
Ma non è questo l’unico motivo per cui Cafeo chiede la modifica del nome del parco. “E’ giusto ricordare che ospita due tesori culturali di inestimabile valore ed è giusto riconoscerlo. I visitatori devono sapere che l’area archeologica è ricca di due esperienze storiche con uguale importanza, anzi sono certo – conclude Cafeo – che contribuirà ad aumentarne il successo, in termini di presenze turistiche”.




L’endorsement che non ti aspetti, Lo Giudice: “Prestigiacomo presidente della Regione”

Stefania Prestigiacomo candidata alla presidenza della Regione Siciliana. Al momento, una suggestione. Nessuna conferma ufficiale dall’entourage della parlamentare azzurra, ex ministro, curriculum politico di tutto rispetto. Un importante endorsement arriva, inatteso, da Donatella Lo Giudice (Italia Viva). “Se Stefania Prestigiacomo dovesse accettare di essere candidata alla presidenza della Regione Sicilia, nessun siracusano di destra, di sinistra o di qualsivoglia connotazione politica e soprattutto di buon senso, potrebbe non esserne fiero e non attribuirle consenso. A meno che gli siano totalmente indifferenti le sorti della sua città, salvo poi andarle a lamentare sulle pagine social. Una presidente non solo donna, che nel suo caso è un valore aggiunto, ma anche siracusana e determinata fino all’ostinazione”, dice con trasporto la Lo Giudice.
“Non so quanti siracusani lo ricordano, o peggio, lo sappiano ma da ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo ottenne la modifica all’articolo 51 della Costituzione, introducendo la parità nella carta fondativa del nostro sistema. Ha poi promosso l’approvazione di leggi a tutela delle donne e dei soggetti deboli fra cui: la legge sulle mutilazioni genitali femminili; la legge sulla pedopornografia che ha introdotto il reato della pedopornografia on line; la legge contro la riduzione in servitù e schiavitù che affronta anche la piaga della prostituzione coatta; la legge contro le discriminazioni per le origini etniche. Da Ministro per le Pari opportunità – elenca Donatella Lo Giudice – Stefania Prestigiacomo ha istituito l’UNAR (Ufficio contro le discriminazioni razziali) e servizio telefonico “1522” a sostegno delle donne vittime di violenza intra ed extra familiare e di stalking. Stefania Prestigiacomo si è battuta nel 2005 a favore dei referendum sulla procreazione assistita e per l’introduzione delle quote rosa al fine di garantire la rappresentanza femminile nelle assemblee elettive. L’obiettivo è stato raggiunto per il parlamento europeo mentre per il parlamento nazionale la legge venne approvata dal Senato ma non dalla Camera a fine legislatura. La battaglia sulla rappresentanza femminile ha indotto comunque molti partiti a introdurre il principio delle pari opportunità nei loro statuti e il numero delle donne nel parlamento eletto nel 2008 è stato il più alto della storia della Repubblica”.
Da ministro dell’ambiente, poi, “l’Italia ha approvato la strategia europea per la riduzione dei gas serra, il cosiddetto 20-20-20. È stato anche avviato, dopo anni di attesa e di rinvii il divieto di uso per i sacchetti di plastica non biodegradabile. Nel triennio Prestigiacomo è stata modificata la normativa sulle trivellazioni petrolifere off-shore, introducendo limiti molto più rigidi per le estrazioni degli idrocarburi in mare. È stato varato il piano nazionale di prevenzione per il dissesto idrogeologico. Sono state velocizzate le procedure autorizzative per le autorizzazioni integrate ambientali (AIA)”.
Senza dimenticare che nel 2009 l’Italia ha ospitato il G8 ambiente, con Siracusa cuore pulsante del meeting internazionale nel corso del quale è stata approvata la “Carta di Siracusa” per la tutela della biodiversità.
“Stefania Prestigiacomo in più occasioni si è distinta per la sua autonomia di giudizio, mostrando di non essere ingabbiata dentro l’ideologia di partito, come conferma la linea adottata sul referendum sulla fecondazione assistita dove si schierò a favore dell’abrogazione della legge in contrasto con la linea maggioritaria adottata dal PdL. E più volte, in altre occasioni non ha risparmiato critiche nei confronti delle posizioni del suo partito o della maggioranza. Basterebbe solo questo – conclude Donatella Lo Giudice (IV) – a cui aggiungo per arrivare ad oggi, solo la battaglia per il nuovo Ospedale di Siracusa e l’importante convocazione al Mise convocato dal Ministro Giorgetti su sua richiesta per scongiurare la crisi del polo petrolchimico”.




Il PD siracusano si affida ad un comitato di coordinamento: sei nomi verso le elezioni

L’assemblea provinciale del Partito Democratico ha dato il via libera al comitato di coordinamento che dovrà condurre il Pd verso gli appuntamenti elettorali di questa seconda parte del 2022. Troppo fragili gli equilibri interni per riuscire a puntare su un nome unico per la segreteria. Più saggio, e meno divisivo, puntare invece su di un gruppo ristretto, espressione delle principali correnti interne, per poter contare su di una sorta di camera di compensazione in cui far decantare le divisioni, evitando altri colpi scena.
Le dimissioni di Salvo Adorno, ufficialmente motivate con ragioni di salute, hanno fatto saltare il tappo. Non è sfuggita la quasi contemporaneità degli eventi: dal suo addio all’adesione di Carta con l’ennesima contrapposizione tra aree che adesso cercano un nuovo rapporto di forza. Saranno gli appuntamenti elettorali, nazionali e regionali, a “pesare” ed a decidere i nuovi equilibri e, quindi, il nuovo segretario.
Nell’attesa, l’assemblea ha affidato all’unanimità il coordinamento del partito al presidente Paolo Amenta, a Bruno Marziano, a Raffaele Gentile, Marco Monterosso, Enzo Pupillo e Marika Cirone Di Marco. Il comitato si è già riunito per stabilire l’ordine del giorno della direzione provinciale che dovrà pronunciarsi su elezioni nazionali e regionali oltre che su valutazioni generali interne.




Paolo Ficara (M5s), niente ricandidatura: “Secondo mandato? Io mi fermo qui”

“Grazie, ma io mi fermo qui”. Nel momento in cui ribolle il calderone delle candidature, arriva il passo indietro di Paolo Ficara, parlamentare del M5s e vicepresidente della commissione Trasporti della Camera. “E’ stato un onore che ho cercato di ripagare con il massimo impegno personale, dal primo all’ultimo giorno. Torno alla mia professione e lo faccio con la consapevolezza di non aver mai tradito le promesse fatte, di aver rispettato sempre gli impegni presi con una forza politica come il M5S, nella quale non è semplice stare se non ci si crede fortemente, per via di quelle regole con le quali siamo nati”, scrive Ficara sui suoi canali social.
Da parlamentare, può vantare il 95% di presenze in Aula, 79 atti tra interrogazioni, interpellanze e risoluzioni e diverse proposte di legge. “Ho restituito alla collettività più di 106mila euro, oltre a rinunciare all’ulteriore indennità di 21mila euro per aver ricoperto la carica di vicepresidente della Commissione Trasporti dal luglio del 2020. I trasporti e le infrastrutture sono stati i temi che ho principalmente seguito a livello nazionale, sapendo bene quanto enormi siano le carenze nella nostra Regione. I risultati concreti si vedranno tra qualche anno, serve tempo per poter progettare e costruire una opera pubblica, ma abbiamo finalmente messo al centro dello sviluppo infrastrutturale la nostra Sicilia. Ferrovie, strade, porti. E non solo”.
Alla voce risultati ottenuti iscrive “la riqualificazione di numerose strade provinciali, il tanto atteso restauro del ponte di Cassibile, la realizzazione della fermata ferroviaria presso l’aeroporto di Catania. Tanti interventi sono stati avviati e tante sono le risorse stanziate per opere che vedremo nei prossimi anni, molte infatti dovranno essere completate entro il 2026 perchè finanziate con il PNRR. Sono orgoglioso di aver contribuito a portare nella nostra provincia di Siracusa circa 500 milioni di euro per quanto riguarda i trasporti e le infrastrutture”. Risorse per la manutenzione delle strade provinciali, il finanziamento della ciclovia della Magna Grecia, il recupero della ferrovia Noto-Pachino, il bypass ferroviario ad Augusta, l’acquisto di nuovi treni notte. “Di questi 500 milioni, quasi 200 hanno riguardato il Porto di Augusta con il finanziamento di opere come la manutenzione della diga foranea, il collegamento ferroviario nel porto, l’elettrificazione delle banchine. E circa 75 sono stati i milioni per Siracusa, tra il lavoro fatto per la conferma dei fondi del bando periferie, il rinnovo del parco autobus della nostra città, le risorse per la mobilità sostenibile e la riqualificazione urbana. Senza dimenticare i finanziamenti del PNRR per la Stazione di Siracusa e l’elettrificazione delle banchine del nostro Porto, per fare qualche esempio”.
Da aggiungere grandi interventi che interesseranno in parte la provincia di Siracusa, come lo sblocco e il finanziamento della Ragusa-Catania (1 miliardo e 200 milioni) e l’avvio delle procedure per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa (circa 200 milioni). Senza dimenticare il risanamento economico della ex Provincia di Siracusa, in dissesto dal 2018 con un buco di 200 milioni di euro. “Con un lavoro costante in questi anni – scrive Ficara – siamo riusciti a ridurre il prelievo forzoso a carico delle province siciliane di 90 milioni l’anno, che per Siracusa vogliono dire più di 8 milioni”.
Tra i temi affrontati, transizione e sviluppo della zona industriale siracusana, oltre all’attenzione dedicata in questi mesi al pericolo derivante dalle sanzioni al petrolio russo per le attività di Isab-lukoil. Sullo sfondo, la ripresa della conferenza dei servizi per la bonifica della rada di Augusta (“iter bloccato da anni”).
“Piccole soddisfazioni sono state anche le donazioni che con i colleghi della provincia abbiamo fatto per l’acquisto di ventilatori polmonari donati all’Asp nelle prime settimane dell’emergenza covid o i nuovi attrezzi regalati al Comune di Siracusa per la palestra del Campo Scuola Pippo di Natale”, a concludere l’elenco stilato da Paolo Ficara.
Difende a spada tratta le misure del M5s: il Reddito di cittadinanza, il superbonus, il decreto dignità, l’assegno unico per le famiglie, l’avvio del taglio del cuneo fiscale, la legge spazzacorrotti e il carcere ai grandi evasori, la legge salvamare, le risorse stanziate per una nuova stagione di concorsi e assunzioni. “Questi importanti risultati avranno bisogno di tempo per mostrare la loro efficacia ma soprattutto hanno bisogno che i vari livelli istituzionali li facciano funzionare: regioni, province, comuni. Ci hanno costantemente attaccato, sminuendo le vittorie ottenute. Spesso del male ce lo siamo fatti da soli, con persone alla ricerca solo della gloria personale e noi stessi che abbiamo dato più importanza alla critica del singolo più che valorizzare il risultato ottenuto. Abbiamo fatto degli errori, sicuramente, sempre però con la volontà di fare il giusto, pensare ai più e ridurre le disuguaglianze. E su questa strada bisogna continuare, l’Italia ha ancora un enorme bisogno di una forza politica come il M5S, anche alla luce di quello che avviene a livello dei partiti, con un Pd che supera a destra la destra, imbarcando di tutto e di più”, la nota politica di Ficara.
Spazio per ripensamenti sulla volontà di non candidarsi? “No, la mia è una decisione presa da parecchio tempo, per diversi motivi personali. Torno alla mia professione. Lo farò tornando ad essere un cittadino attivo, che segue e si interessa della gestione della cosa pubblica, a partire dalla propria comunità”. Una frase che lascia però aperta la porta alla possibilità di un impegno comunque attivo con il M5s, magari come coordinatore provinciale, anche fuori dal Parlamento.




Ambiente e industria, Cafeo: “No alle contrapposizioni, soluzione condivisa per il futuro”

“Le notizie sullo stato di salute dell’ambiente nell’area della zona industriale sono molto rassicuranti. Da un lato, l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha accertato la balneabilità delle acque di Marina di Priolo, dall’altro la Lipu ha annunciato il ritorno dei fenicotteri rosa nella Riserva Saline di Priolo. Anzi, gli stessi volontari dell’associazione hanno aggiunto che sono riprese le nidificazioni delle tartarughe. È di tutta evidenza che la zona attorno a Priolo, dove insiste una consolidata presenza di stabilimenti industriali, registra una qualità ambientale e marina di alto livello, altrimenti i tecnici dell’Arpa avrebbe compiuto altre scelte e l’istinto dei fenicotteri li avrebbero dirottati in altri luoghi per depositare le proprie uova”. Sono questi i punti di partenza di una riflessione su ambiente ed industria, svolta dal deputato regionale (Prima l’Italia) Giovanni Cafeo e che punta subito sul caso Ias.
“Come è ormai risaputo, la struttura è stata posta sotto sequestro dal Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura di Siracusa che ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale. Per andare al concreto, l’ipotesi accusatoria è che il malfunzionamento del depuratore avrebbe prodotto l’inquinamento del mare. Una tesi su cui non intendo entrare, c’è un procedimento giudiziario in corso ma qualche domanda è lecito porsela: se è vero che l’Ias sversava reflui sul mare, procurando un danno ambientale, come è possibile che l’Arpa non abbia rilevato nulla di anomalo nel campionamento dell’acqua di Marina di Priolo, a due passi dall’impianto? E poi: è lecito ritenere che fenicotteri e tartarughe, peraltro ritenute specie protette, decidano di riprodursi in un luogo malsano?”.
Cafeo non cede alla facile tentazione di demonizzare le industrie. “La zona industriale, negli ultimi anni, ha compiuto passi da gigante nella tutela dell’ambiente. Questo grazie ad un lavoro sinergico tra istituzioni, che hanno compreso quanto sia determinante la salvaguardia del territorio, associazioni ecologiste, che hanno avuto un ruolo di persuasione importante, e le aziende del petrolchimico, che hanno investito in tecnologie.”
E questa sinergia, secondo Cafeo, è uno schema da continuare a seguire “per provare a salvare l’intero comparto industriale siracusano. Una contrapposizione tra le parti in causa, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, il sequestro dell’Ias e la crisi legata agli effetti della guerra in Ucraina, è la strada sbagliata che porterà solo alla desertificazione del territorio con conseguenze drammatiche sul lato economico, occupazionale, sociale ed ambientale”.
Ecco perchè, per il deputato regionale di Prima l’Italia, diventa indispensabile “individuare una soluzione condivisa che possa consentire da un lato di riaccendere il motore della zona industriale e dall’altro di proteggere l’ambiente. La transizione ecologica deve essere un’opportunità per le imprese del petrolchimico e non una sorta di condanna a morte”.