Siracusa. Chiudere le scuole per pioggia? Niente ordinanza con allerta meteo gialla

“Ma perchè non sono state chiuse le scuole e gli uffici pubblici?”. Dite la verità, anche voi questa mattina – sotto l’intensa pioggia – vi siete domandati se non fosse stato il caso di emanare un’ordinanza in tal senso. Anche gli uffici comunali della Protezione Civile si sono posti la domanda ieri pomeriggio, dopo il bollettino regionale che segnalava per il settore siracusano l’allerta meteo di colore giallo. Secondo livello di allarme in una scala di quattro.
“Non ci sono le condizioni di rischio per valutare una eventuale chiusura cautelare delle scuole”, la conclusione della veloce riunione operativa, con i tecnici che quindi hanno informato l’amministrazione.
E’ bene anche ricordare che è divenuta prassi di questi anni disporre la chiusura delle scuole solo in presenza di un’allerta arancione se non rossa. Sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Siracusa ha ribadito che “la normativa prevede la chiusura delle scuole ed, eventualmente, degli uffici pubblici in caso di allerta rossa”.
Spesso, poi, con una allerta gialla si è poi presentata l’indomani una giornata soleggiata (nonostante le previsioni). Non era, chiaramente, il caso odierno e in fondo per il pomeriggio di ieri e fino alla mezzanotte era stata indicata allerta arancione per il settore regionale G, ovvero la provincia di Siracusa, poi alleggerita in giallo per martedì 8 ottobre.
La chiusura delle scuole e degli uffici pubblici è una misura cautelare a cui si fa ricorso per far si che, in presenza di condizioni meteo avverse, sia limitato il numero di auto in circolazione sulle strade e quindi diminuito il potenziale fattore di rischio per la popolazione.




Siracusa. Anagrafe canina, l’ambulatorio dell’ex Onp apre anche il lunedì pomeriggio

 

Apre in via sperimentale per i mesi di ottobre e novembre, anche il lunedì pomeriggio, dalle 15 alle 17, l’Ambulatorio veterinario dell’area ex ONP di contrada Pizzuta  per l’identificazione dei cani e l’iscrizione all’anagrafe canina regionale. A darne notizie è  il direttore del Servizio Igiene degli Allevamenti e delle produzioni Zootecniche dell’Asp di Siracusa Sebastiano Ficara che ha voluto estendere ad una seconda giornata il servizio, erogato tutti i venerdì dalle ore 9 alle 12 e da oggi anche il lunedì pomeriggio fino al 30 novembre, al fine di agevolare i proprietari dei cani e le Associazioni animaliste che operano per conto delle Amministrazioni comunali della provincia di Siracusa.Le operazioni di compilazione della scheda anagrafica e di impianto del microchip sono effettuate gratuitamente dal personale medico veterinario della Azienda sanitaria. Il tariffario regionale prevede il pagamento di un ticket di 2.50 euro, che i proprietari possono versare alla cassa di riscossione presente all’interno dell’ex ONP di traversa La Pizzuta




Buccheri. Frane e detriti, danni del maltempo lungo le Provinciali 5 e 10

Il maltempo che si abbatte da ieri sera sulla provincia di Siracusa ha causato alcuni danni alla circolazione sulla provinciale 5 Buccheri–San Giovanni e sulla Sp10.
Diversi detriti, causati da frane, rendono difficoltosi gli spostamenti per cui è consigliabile procedere con estrema prudenza ed evitare di mettersi in auto se non indispensabile.
Il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, ha disposto un sopralluogo esplorativo nelle scuole al fine di verificare eventuali criticità. Non è stato riscontrato alcun problema dal personale dell’Ufficio tecnico comunale.




Siracusa. Box di souvenir del Teatro Greco: “Con la pioggia non si può aprire, copertura colabrodo”

Inizia la stagione delle piogge e i commercianti dei box per la vendita di souvenir di Casina Cuti, accanto alla biglietteria per l’ingresso al Parco Archeologico, non possono nemmeno aprire i loro negozietti. Piove sulle bancarelle, sulla merce  e ovviamente sui turisti e gli operatori.   Non è soltanto un imprevisto legato al maltempo di queste ore, ma l’acuirsi di un problema strutturale che i commercianti denunciano da tempo. La copertura è danneggiata. L’incendio dello scorso anno ha creato una sorta di colabrodo e nessun intervento di ripristino, nonostante le ripetute richieste, è ancora stato predisposto dal Comune. I commercianti pagano un canone per potere occupare i box di souvenir, quest’anno- secondo quanto evidenziano- con un aumento di 50 euro al mese. La manutenzione spetterebbe all’amministrazione comunale. La situazione diventa, invece, sempre piu’ difficile. Lo scenario è di merce fortemente danneggiata, fughe per ripararsi dalla pioggia, l’esigenza di utilizzare protezioni di plastica da stendere in fretta sui banchi, turisti che, anzichè ripararsi sotto la struttura, fuggono. L’aspetto legato alla manutenzione della struttura dipenderebbe dal settore Patrimonio (l’assessore di riferimento è Rita Gentile), mentre gli aspetti legati alla commercializzazione dei prodotti dipendono dalle Attività Produttive, assessorato attribuito di recente a Cosimo Burti. Anche sulla possibilità di vendere determinati prodotti è in corso da tempo una querelle. I commercianti ritengono di essere in possesso di licenze che consentirebbero loro di vendere anche cibi confezionati e bevande. L’unica possibilità concessa riguarda invece prodotti gastronomici confezionati.




Pachino. A rischio l’anno scolastico per l’istituto Bartolo, audizione in commissione Cultura

La vicenda dell’istituto superiore Michelangelo Bartolo di Pachino approda in commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Ars. La richiesta è stata avanzata dalla deputata regionale di Fratelli d’Italia, Rossana Cannata. Il tentativo è quello di scongiurare che le lezioni possano subire interruzioni per una questione legata ai locali.  Lo scorso 17 settembre, Rossana Cannata ha presentato al presidente della V Commissione, Luca Sammartino, una richiesta urgente di audizione a cui invitare il presidente della Regione, Nello Musumeci; l’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, Roberto Lagalla; l’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Bernardette Grasso; i dirigenti generali dei rispettivi assessorati; il dirigente scolastico Antonio Boschetti; il commissario straordinario del Libero Consorzio di Siracusa, Carmela Floreno; il proprietario dell’immobile della scuola; il rappresentante d’istituto degli studenti e quello dei genitori e tutte le parti fondamentali per giungere a una soluzione che eviti lo sgombero della scuola e garantisca il normale svolgimento delle attività didattiche per l’anno scolastico in corso, evitando tensioni e disservizi. Come spiega Rossana Cannata nella richiesta di audizione al presidente della V Commissione dell’Ars, “il Libero Consorzio di Siracusa, a causa della situazione di dissesto economico–finanziario, non è riuscito a far fronte ai canoni di locazione dell’immobile sede dell’istituto di istruzione secondaria superiore “Michelangelo Bartolo” di Pachino. In seguito alla morosità accumulata, il Tribunale di Siracusa ha emesso, in favore del proprietario, l’ordinanza di sgombero, fissando al 23 ottobre 2019 il termine ultimo per il rilascio dell’immobile. Una circostanza – conclude Rossana Cannata – che metterebbe seriamente a rischio la regolare prosecuzione delle attività didattiche dell’anno scolastico in corso per i circa 500 studenti e che quindi bisogna scongiurare mettendo in campo ogni soluzione possibile”.




Siracusa. Autobus contro camion, incidente a Tivoli: un uomo rimasto incastrato

Forse a causa della strada resa viscida dalla pioggia, un autobus dell’Ast e un camion si sono scontrati all’altezza della rotonda di Tivoli.
L’uomo alla guida del camion è rimasto incastrato all’interno del mezzo, nella cabina di guida. I Vigili del Fuoco hanno faticato non poco per soccorrerlo, con l’ausilio anche di una gru. È stato estratto poco prima delle 20, lucido e cosciente.
Non risultano altri feriti.




La crisi di Floridia: l’ex sindaco Scalorino, “Quante bugie contro di me. Ma non gioisco”

Ha atteso l’esito della votazione della mozione di sfiducia. Poi Orazio Scalorino, ex sindaco di Florida, rompe gli indugi e risponde alle accuse a lui indirizzate da Giovanni Limoli anche nel momento delle dimissioni. “In questi anni ho ascoltato la barzelletta delle colpe di chi c’era prima. Ho più volte invitato l’ex sindaco ad un confronto pubblico, senza mai ricevere risposta. Oggi leggo che scappa anche dalla seduta di Consiglio, dove si sarebbe potuto difendere in contraddittorio con i gruppi politici. Ha preferito nascondersi dietro una conferenza stampa solitaria e sterile, lontano dai cittadini. L’ex sindaco è stato abbandonato da tutti, soprattutto dai suoi assessori”, dice Scalorino.
“Comprendo lo stato d’animo del fallimento personale, è un intimo stato di solitudine che può portare alle farneticazioni che ho ascoltato, ma merita rispetto. Per questo credo che non ci sia da gioire in un giorno in cui si celebra la morte della Politica. Semmai è un giorno utile per riflettere su quello che è accaduto. Lo sapevano in molti che sarebbe andata a finire male. Avrò commesso degli errori, ma continuo a camminare a testa alta e con dignità nelle piazze e nelle vie del luogo in cui sono nato e cresciuto. Era, il loro, un progetto nato contro qualcuno, e non per la città. Non poteva che avere breve respiro”, analizza ancora Scalorino che ha guidato Floridia nei cinque anni che hanno preceduto la (breve) esperienza della sindacatura Limoli.
“Ci lasciano una Floridia in ginocchio, in frantumi, senza prospettive. Mi dispiace, ma non si amministra una città con le bugie e dando le colpe agli altri. Ci vuole coraggio, il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, ci vuole una squadra competente, ci vogliono umiltà, equilibrio e sacrifici e, soprattutto, ci vuole lealtà e rispetto verso i propri concittadini. Tutto ciò è mancato in questi anni e il risultato politico e sociale è sotto gli occhi di tutti. Buona fortuna a chi verrà dopo”.
Ed è una frase, l’ultima, che lascia pensare che Scalorino non abbia in animo una nuova candidatura a sindaco quando – verosimilmente in aprile – a Floridia si tornerà a votare.




Floridia. Si dimette il sindaco Limoli, passa pure la sfiducia: decade il Consiglio comunale

Si è dimesso il sindaco di Floridia, Giovanni Limoli. La comunicazione ufficiale questa mattina, prima della prevista riunione di Consiglio comunale che avrebbe dovuto votare la mozione di sfiducia al primo cittadino. Per “dribbarla”, Limoli ha preferito giocare d’anticipo. Pezzi di maggioranza si erano ormai smarcati e la stessa giunta aveva perso molti dei suoi assessori.
Dopo poco più di due anni di mandato, il sindaco passa la mano. A questo punto, la sessione pomeridiana di Consiglio sarà dedicata alla presa d’atto delle dimissioni e alla votazione della sfiducia nonostante il passo indietro di Limoli.
Con le dimissioni del sindaco e la contestuale approvazione della mozione di sfiducia (subito esecutiva) decade anche il Consiglio Comunale. Hanno votato per la sfiducia tutti e 10 i consiglieri presenti. Assenti il presidente dell’assise e i consiglieri rimasti “fedeli” al sindaco dimesso. Verrà nominato un commissario ad acta fino a nuove elezioni.




Floridia. Limoli lascia e attacca tutti: “volevo dichiarare default, me lo hanno impedito”

“Me ne vado sereno”. Lascia senza rimpianti Giovanni Limoli. Si è dimesso da sindaco di Floridia a poche ore dalla discussione in Consiglio della mozione di sfiducia. Niente rimpianti ma qualche critica, quella si. “Ho trovato una situazione finanziaria disastrosa. I debiti che mi hanno lasciato ammontano a circa 7 milioni di euro e la Corte dei Conti vuole vederci chiaro. La situazione, dal punto di vista contabile, è drammatica. È chiara ed evidente la incapacità finanziaria di chi mi ha preceduto e che si è espressa nel pre-dissesto nel nostro comune”.
Ma a zavorrare la sua sindacatura sarebbe stata soprattutto la politica. “Già nel primo consiglio comunale, per la poltrona di presidente, ho perso 6 consiglieri. Dopo ne ho persi altri. Il nome del presidente del Consiglio era stato suggerito da Salvo Burgio, con cui mi sono alleato dopo il primo turno: non l’avessi mai fatto. Quando Burgio si è dimesso mi ha creato notevoli problemi all’interno della maggioranza, soprattutto con il Gruppo Gennuso. Da lì è nata una situazione politica oggi insostenibile. Lo stesso Burgio, nonostante avesse una minoranza all’interno del suo gruppo, ha scelto di far votare la mozione di sfiducia, tradendomi e sposando l’azione dei perdenti alle scorse elezioni. La mia esperienza amministrativa si sta concludendo troppo precocemente. I miei avversari hanno paura, perché sto amministrando bene il mio paese. La cosa più disastrosa è che il commissario che si insedierà dichiarerà il dissesto finanziario. Volevo farlo anche io ma non mi è stato permesso”.




Dove costruire il nuovo ospedale: è una partita (con tifosi) tra la Regione e il Comune

Ma ora che alcuni dei grossi nodi relativi alla costruzione del nuovo ospedale sono risolti, chi deve scegliere dove costruirlo? E dove?
Iniziamo dall’ultima domanda. Ancora nel luglio del 2017 il Consiglio comunale di Siracusa rinnovava la scelta della Pizzuta. Una scelta superata dagli eventi. Il nuovo ospedale è un grande Dea di II livello, con 420 posti letto, struttura modulare, pista elisoccorso e servizi accessori che richiedono una estensione ben diversa rispetto a quella lì disponibile. E poi c’è l’indicazione oramai universalmente accettata secondo cui, essendo una struttura sovracomunale, deve essere vicina alle grandi vie di comunicazione. E la Pizzuta proprio non lo è.
Allora restano tre possibilità: nelle immediate vicinanze dello svincolo della SS 114 – A 18; contrada Pantanelli, nell’area dove il Prg aveva immaginato il nuovo stadio; contrada Tremilia, lungo la provinciale 77 a 700 metri dall’incrocio con via Bandini.
La super-perizia commissionata dall’Asp di Siracusa aveva indicato quest’ultima come la più adatta. Ma le polemiche roventi seguite, in particolare circa l’esistenza di vincoli derivanti dall’istituzione del parco archeologico, hanno convinto l’Azienda Sanitaria a disporre ulteriori approfondimenti tecnici su tutte le quattro aree individuate. E’ questione di giorni, forse settimane, prima di avere qualche certezza in più. E’ ipotizzabile che, questa volta, non si assisterà al solito cordone di polemiche e distinguo dopo l’individuazione della nuova area dove costruire l’ospedale. Avere ottenuto il Dea di II livello con valenza di bacino e 420 posti letto “placa” fiere opposizioni.
Semmai ci sarà da litigare sulla procedura da seguire per la scelta della nuova area. In via ordinaria, dovrebbe provvedere il Consiglio comunale di Siracusa con una variante ordinaria. Tempi mediamente lunghi e rischio “imboscate” sempre dietro l’angolo. Ci sarebbe allora l’alternativa tutt’altro che remota di un’approvazione del progetto in variante, direttamente da parte della Regione. L’assessorato regionale Territorio e Ambiente può avocare a se la procedura, in quanto progetto sovracomunale. Tempi più spediti ma completo esautoramento del civico consesso siracusano. Da destra e da sinistra invocano il ricorso a questa procedura. Lo ha fatto il centrodestra locale in maniera esplicita. Ma anche il deputato regionale Giovanni Cafeo (Pd) propende per questa soluzione, “dopo vent’anni poco produttivi di politica siracusana”. E ancora prima era stato il Movimento 5 Stelle ad immaginare la possibilità. Chi non è assolutamente d’accordo è, comprensibilmente, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che non può certo permettere l’uscita dalla scena del Comune in un passaggio storico o quasi.