Siracusa. Inquietante intimidazione: bruciata l’auto del giornalista Gaetano Scariolo

Intimidazione questa notte ad un giornalista di Siracusa. È stata bruciata l’auto di Gaetano Scariolo, cronista di nera e giudiziaria, collaboratore del Giornale di Sicilia e dell’agenzia di stampa Agi. L’auto era parcheggiata vicino alla sua abitazione e poco dopo la mezzanotte è stata data alle fiamme. Per gli investigatori pochi dubbi sulla natura dolosa dell’episodio. Un inquietante gesto che sarebbe riconducibile all’attività giornalistica di Scariolo che segue da sempre i principali fatti di cronaca della città, soprattutto operazioni e processi di mafia. Qualcuno avrebbe cosparso di liquido infiammabile il cofano dell’autovettura, una Ford Festa, che si trovava posteggiata in strada, nei pressi dell’abitazione. E’ stata completamente distrutta nella parte anteriore.
“Nessuna intimidazione potrà mai fermare il lavoro giornalistico”. Da Assostampa Siracusa e dai colleghi giornalisti, piena e totale solidarietà è stata espressa con una nota.
“Questo episodio, che siamo certi sarà in breve tempo ricostruito per giungere ai responsabili, dimostra che il giornalismo fatto di ricerca, approfondimento, rispetto delle fonti e, quindi, di professionalità, continua ad essere un fastidioso avversario per la criminalità e il malaffare in genere. Gli attestati di stima e la solidarietà già espressa in questi momenti dimostrano che i giornalisti sono ancora visti come baluardo di legalità e democrazia. Se ne facciano tutti una ragione. L’Assostampa di Siracusa, e i giornalisti siracusani tutti, stanno con Gaetano Scariolo”.
Al collega Gaetano ed alla moglie, l’abbraccio sincero delle redazioni di SiracusaOggi.it ed FMITALIA. Anche il mondo politico siracusano, dal sindaco Francesco Italia ai deputati nazionali e regionali, arriva la ferma condanna dell’accaduto.




Siracusa. Ztl: tornano per il week end le due nuove corse di bus navetta

Saranno attive anche per la giornata di domani, sabato 11 maggio, le due corse nuove di bus navetta da e per il  centro storico. La decisione è del Comune, che ha sperimentato il servizio in occasione del Primo Maggio. Le due linee saranno operative “al fine di limitare il flusso veicolare verso Ortigia”
Il servizio prevede due nuove corse di bus navetta verso il centro storico. Confermati anche gli orari ed i percorsi: la prima partirà dal Parco archeologico, la seconda dal parcheggio Von Platen.

Ecco, nel dettaglio, orari e percorsi:

Parco Archeologico dalle ore 10.00 alle ore 18.00(ultima corsa di arrivo), con frequenza di circa 25 minuti.

Molo S. Antonio (Capolinea di partenza); Via Sen. Maielli; Via Malta; Riva della Darsena; Corso Umberto; Viale Regina Margherita;Via A. Diaz;Viale Luigi Cadorna;Viale Teocrito;Casina Cuti (Parco Archeologico); Via Cavallaro; Corso Gelone; Via Catania; Via Bengasi; Via Rodi (Molo S.Antonio)
Parcheggio Von Platen (Navetta di trasferimento con Ortigia) dalle ore 18.00 alle ore 01.00(ultima corsa di arrivo), con frequenza di circa 25 minuti.

Parcheggio Von Platen (Capolinea di partenza); Viale Luigi Cadorna;
Viale Regina Margherita; Corso Umberto; Riva Garibaldi; Via Chindemi; Via XX Settembre; Piazza Pancali ( Capolinea di arrivo); Corso Umberto; Viale Regina Margherita; Via A. Diaz; Viale Luigi Cadorna; Parcheggio Von Platen(Capolinea di arrivo e ripartenza);




Siracusa. Ritrovato in Calabria il ragazzo scomparso: ” Sta tornando a casa”

Ritrovato il quindicenne che all’alba si era allontanato da casa, lasciando solo un biglietto ai familiari. Davide è stato raggiunto in Calabria. È in viaggio con il padre verso Siracusa.Sta tornando a casa. Lieto fine per una vicenda che da tenuto per ore familiari e conoscenti con il fiato sospeso. Davide si era allontanato da casa questa mattina. Si era svegliato presto, teoricamente per andare a scuola, come sempre a bordo della sua moto. Al risveglio, i genitori e la sorella hanno rinvenuto un biglietto, in cui parlava di questioni familiari. Rinvenuti, poco dopo, la moto , nella zona di via Nino Bixio.




Spettacolare Livermore, a Siracusa colpisce e manda un messaggio a Salvini

Corteggiato dai teatri d’opera di mezzo mondo, applaudito a scena aperta alla Scala di Milano ed ora protagonista a Siracusa. Davide Livermore firma la regia e le scene di una “Elena” che ha subito conquistato pubblico e critica. “Anche i greci erano tecnologici e se avessero avuto i raggi laser, li avrebbero usati in scena”, dici al termine della prima. Mostra rispetto per il pubblico (“paga il biglietto, merita uno spettacolo”) e attacca la politica attuale che nutre l’idiozia.




Siracusa. Rompe gli schemi e convince l’Elena hi-tech di Livermore al Teatro Greco

È con ogni probabilità una delle migliori produzioni della fondazione Inda degli ultimi anni. Per sforzo tecnico, tecnologico e artistico. L’Elena di Davide Livermore rompe con gli schemi del dramma antico tradizionale. Non è solo voglia di innovare, più contaminazione di stili e di arti. Sembra già pronta per la tv, eppure è concepita per il teatro.




Augusta. “Aperto” il porto, sbarcano 36 migranti soccorsi dalla Marina Militare

“I 36 migranti che erano a bordo di una imbarcazione che stava per affondare sono stati messi in salvo dal personale della nostra Marina Militare che era a bordo della nave Cigala Fulgosi e ora sono stati tutti trasferiti sull’unità Stromboli”. Lo rende noto la presidenza del Consiglio dei ministri. “La nave Stromboli informa una nota- viaggia adesso verso il porto militare di Augusta, dove i migranti verranno fatti sbarcare”. Disponibilità ad accoglierli è arrivata da Francia, Malta, Lussemburgo, Germania.




Siracusa. Traffico internazionale di droga: 16 arresti tra Catania e Siracusa

Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di 16 persone indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e, nello specifico, al commercio di hashish, marijuana, cocaina ed eroina.L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e coordinata da questa Procura Distrettuale, convenzionalmente nota come operazione “Stop and Go”, ha consentito già di pervenire, tra gennaio 2016 e maggio 2017, all’arresto in flagranza di reato di 27 soggetti per traffico di stupefacenti (artt. 73 e 80, D.P.R. 309/90) e al contestuale sequestro complessivo di circa 100 chilogrammi di hashish, 70 di marijuana, 10 di cocaina e 4 di eroina. Gli stupefacenti sequestrati, destinati al mercato della Sicilia orientale, avrebbero fruttato alle strutturate compagini criminali oltre 5 milioni di euro.Nel dettaglio, l’indagine dei finanzieri del G.I.C.O. di Catania ha permesso di disarticolare due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio Calabria) e all’estero (Spagna e Sud America).Un primo sodalizio era composto dai fratelli Maggiore, Alfio Giuseppe (cl.1988), Giuseppe (cl.1965), Orazio Valentino (cl.1987), quali promotori, catanesi originari e attivi nel quartiere Librino, nonché da Vincenzo Oneto (cl.1961, origini palermitane) e dal catanese Daniele Stivala(cl.1987), i quali si occupavano di procurarsi rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per poi trasportarla a Catania rivendendola all’ingrosso ai fornitori di piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata.Alla stessa compagine appartiene Giuseppe Vasta (cl.1988), già noto alle cronache giudiziarie per essere stato tratto in arresto, nel quartiere Zia Lisa, con 1,3 kg di cocaina celata tra salumi nonché per la detenzione illegale di un’arma clandestina e munizioni; Vasta era il principale collettore degli illeciti traffici orchestrati dal gruppo capeggiato dai fratelli Maggiore.Ulteriori acquirenti dell’associazione criminale dei Maggiore, nonché destinatari del provvedimento restrittivo eseguito, sono: Gianluca Giarrusso (cl.1982), tratto in arresto nel marzo 2017, destinatario di un carico di 27 kg di hashish; lo stupefacente era occultato in una cassa di legno per vini all’interno della quale vi erano 53 pacchetti, protetti ciascuno da un palloncino colorato e doppiamente avvolti con plastiche sottovuoto; Omar Sacco (cl.1984) e Marco Gallo Cassarino (cl.1985), organizzatori di due compravendite di stupefacenti, una di cocaina proveniente dalla Calabria e destinata alle citate piazze di spaccio catanesi e una di hashish da Torino al mercato della Sicilia orientale; Salvatore Stivala (cl. 1980), tra i promotori di una compravendita di hashish
sulla rotta Torino-Catania.Differente compagine associativa delinquenziale, con proiezioni internazionali, che alimentava le piazze di spaccio di Siracusa, era costituita da: Angelo Messina (cl.1947, siracusano), quale committente e acquirente finale; Gino Guzzardi (cl. 1967, siracusano), organizzatore dell’importazione di cocaina dal Sud America (principalmente da Santo Domingo e dalla Colombia); Emanuele Bussoletti(cl.1966) e Simonetta Mazzolai (cl.1956) corrieri dello stupefacente; Leandro De Jesus “Leon” Herasme Matos (cl.1973) e Bizchmar Capellan Gomeris (cl. 1973), entrambi della Repubblica Dominicana, quali fornitori della cocaina.Nel corso delle indagini, i Finanzieri catanesi specializzati nelle operazioni antidroga intercettavano – seguendo i fornitori sudamericani che rifornivano il gruppo siracusano capeggiato da Messina e Guzzardi – due consegne di prova: una prima, dalla Spagna alla Sicilia, nel marzo 2016 a Genova, pari a kg. 1,6 di cocaina occultata all’interno della batteria dell’autovettura in uso al corriere. Una seconda, sempre sulla rotta Liguria/Sicilia, nel settembre dello stesso anno, di kg. 2,6 di cocaina confezionata con cellophane e nastro da imballaggio abilmente occultati all’interno di un “tower” (diffusore acustico) trasportato come valigia da uno dei corrieri giunto, tramite treno, nella stazione ferroviaria di Catania.




Siracusa. La “prima” di Elena: con Livermore il Teatro Greco entra nell’era dell’hi tech

Videoproiezioni e un mare da cui riaffiorano un relitto e memorie. Si alza così il sipario sulla stagione 2019 degli spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa, con Elena di Euripide. Scene che si presentano subito ad effetto perchè con Davide Livermore il Teatro Greco entra nell’era dell’hi tech. Durante i lunghi minuti di applausi finali il regista torinese si apre ad un sorriso con cui abbraccia tutti i suoi attori. L’Elena di Livermore è spettacolare, un compendio di teatro e di generi d’arte varia, di citazioni e contaminazioni. Alcune scene filano come si fosse davanti ad un film.
Accompagnate da musiche ed effetti, battute divertenti e danze. Un purista avrà forse da ridire, ma questa Elena è davvero tanta roba. Ci sono anche baci appassionati per la prima volta al teatro greco, tra Elena e Menelao. E poi nacchere che suonano in una studiata colonna sonora capace di cambiare sempre forma, seguendo i momenti in scena ed innovare nell’uso dell’acqua come strumento musicale.
Abiti da sera e paiette per le protagoniste femminili e persino per i dioscuri. E poi c’è anche una palpatina, neanche troppo accennata, tra elementi scenici che si muovono di continuo riempiendo e ridisegnando sempre le scene. Il risultato è da spellarsi le mani dagli applausi. Livermore di teatro ne sa, e questo era noto. Con stilettate e tanti saluti ad una politica che nutre l’idiozia, tra porti chiusi ed un re che sa di essere tale solo se segue la giustizia. Parole di Euripide, rilanciate filologicamente da Livermore.
Laura Marinoni è una strepitosa Elena: leggera, sapientemente arguta, perfetta in ogni soffio. I duetti con Menelao/Sax Nicosia intorno alla poltrona sono persino divertenti, pure nel brindisi di morte. Ironica Mariagrazia Solano, con una trovata che vede una sigaretta spuntare a sorpresa. E poi c’è Simonetta Cartia che raccoglie applausi nella sua Teonoe versione operetta. E Giancarlo Judica Cordiglia è un Teoclimeno versione cicisbeo che da ancor più il senso del tragicomico su cui anche Euripide si era divertito a scrivere secoli orsono. Assolutamente da vedere.




Siracusa. Miasmi, vertice in prefettura: “Uno studio per risalire all’origine”

Si chiama “Studio dell’impatto odorigeno nel territorio di Siracusa-Priolo-Melilli-Augusta” e , tradotto in parole semplici, vuol dire uno studio attraverso cui sarà possibile individuare da dove provengono i miasmi della zona industriale. E’  il progetto illustrato oggi al tavolo della Prefettura e che si “propone l’obiettivo di evidenziare le modalità di diffusione dei miasmi”. All’associazione degli industriali è stato chiesto di sostenere economicamente il progetto. La risposta dovrebbe arrivare in tempi rapidi.I Comuni, invece, si sono detti disponibili a mettere a disposizione tutti i dati in loro possesso. Su questo  il Tavolo tematico Ambiente sulla qualità dell’aria ha focalizzato l’attenzione questa mattina, durante il vertice presieduto dal prefetto, Luigi Pizzi con i  rappresentanti dei comuni di Siracusa, Augusta, Priolo,  del Libero Consorzio Comunale, dell’ Associazione Industriali , dell’ASP 8 di Siracusa, dell’ARPA; i Segretari Generali provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Alla riunione hanno partecipato anche rappresentanti del Consiglio Nazionale delle Ricerche — CNR e dell’Istituto di Scienze dell’ Atmosfera e del Clima — ISAC.
Paolo Bonasoni, Dirigente di ricerca, del CNR ha illustrato il Progetto dal titolo:
L’Arpa ed il Libero Consorzio Comunale di Siracusa “hanno manifestato l’interesse ad aderire al progetto proposto, contribuendo alla sua realizzazione con la messa a disposizione dei dati in loro possesso”.
All’Associazione Industriali di Siracusa è stata formulata la richiesta di farsi carico del finanziamento del progetto. Una risposta in tal senso è stata assicurata in tempi molto brevi.




Siracusa. La foto dei ragazzini in gita: “mancanza di decoro? No, è lo scatto dell’anno”

Ha riacceso il dibattito su decoro ed “uso” dei monumenti in città la foto che ritrae ragazzini in gita che mangiano un panino seduti sullo stilobate dell’antico tempio che è poi diventato la Cattedrale di Siracusa. Trovato un cono d’ombra sul lato di via Minerva, in maniera disordinata si sono “accomodati” sulle secolari pietre. E in molti hanno gridato allo scandalo ed all’affronto, lamentando mancanza di regole e di chi le fa rispettare.
Va controcorrente Paolo Giansiracusa che oltre ad essere uno affermato storico dell’arte è stato anche assessore comunale al decoro. “Questa è la foto dell’anno. Ci mostra quello che la città dovrebbe essere: generosa, accogliente, materna, solidale, a misura dei più piccoli. In questa foto c’è tutta la tenerezza di una città-madre che, come oltre duemila anni fa, sa accogliere ancora i suoi ospiti sui gradini più nobili della civiltà trascorsa, quelli del tempio di Athena. L’allegra, gioiosa presenza di questi fanciulli che, all’ombra delle colonne doriche, consumano il loro panino, mi fa dimenticare il fracasso volgare di certe bettolacce spennagalline. Viva la spensieratezza di questi ragazzi, viva la mia città che sa farsi casa per loro”, ha scritto su Facebook. E conferma tutto parola per parola, raggiunto dalla redazione di SiracusaOggi.it.
“Non ci vedo alcuna mancanza di decoro. I monumenti sono fatti per essere usati. Si badi bene, usati e non abusati. Ne abbiamo fatto carne da macello a Siracusa ben venga questa immagine quasi tenera: i ragazzini seduiti non fanno niente di male. E’ un uso tenero del monumento, bellissimo. Ci sono tavoli ovunque in Ortigia ma non un solo spazio pubblico pensato per chi vuole rifocillarsi all’ombra, nei pressi delle nostre bellezze. Dove si mettono i piccoli che vengono in gita? Quale luogo di accoglienza sappiamo offrire?”, si domanda Giansiracusa. “I ragazzini seduti su quei gradoni ci dicono, con spontaneità, cosa dobbiamo fare per migliorare la nostra città”.
Non la pensa così l’archeologa Flavia Zisa che, sempre sul noto social network, mostra il suo dissenso: “capisco lo spirito umano, ma nessuno deve poter bivaccare sullo stereobate di un tempio. Non accade in nessuna parte al mondo, neanche nella povera Grecia. Solo da noi”.
Non si può però non sottolineare la particolarità della situazione: è sì un tempio greco, ma da secoli è inglobato in una basilica cristiana (il Duomo) aperto a tutti e vissuto anche all’interno, dove si trovano le antiche colonne greche. Non per questo, con migliaia di mani protese ogni giorno verso quelle colonne, si grida allo scandalo o alla mancanza di tutela del luogo.