Diretto a casa a Villasmundo, il bus lo lascia a Francofonte: panico per un 14enne

Era convinto di essere diretto a casa, a Villasmundo. Ma l’autobus su cui era salito lo ha condotto a Francofonte. Sono state ore di panico per un 14enne che si è ritrovato solo e senza indicazioni alla periferia del comune agrumicolo della zona nord. Con il cellulare scarico, era riuscito solo ad effettuare poco prima una chiamata alla mamma perchè la strada presa dal bus non gli sembrava la solita. Ed in effetti non lo era.
La donna, preoccupata per l’incolumità del figlio, ha chiesto aiuto ai Carabinieri che in pochi minuti si sono messi alla ricerca dello studente che nel frattempo era sceso dall’autobus a Francofonte. Giunti all’altezza della Villa Idria, lo hanno scorto. Era solo ed impaurito. Lo hanno rassicurato, rifocillato e prontamente assicurato…all’abbraccio della madre, precipitatasi a Francofonte.




Sindacati edili in marcia su Roma: “Troppe emergenze per il nostro territorio”

Conferenza stampa congiunta questa mattina di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil alla Cassa Edile in vista dello sciopero nazionale del 15 marzo a Roma che caratterizzerà le categorie sindacali edili per presentare al Governo tutta una serie di criticità che coinvolge il comparto. “Uno sciopero che non è contro le imprese ma per il lavoro, dalla Sicilia partiranno circa mille persone fra segretari e lavoratori – dicono i tre segretari Saveria Corallo, Paolo Gallo e Salvo Carnevale – per una grande mobilitazione che coinvolgerà il settore delle costruzioni per trovare un punto d’incontro col Governo. Il settore Edile è diventato fondamentale per la categoria visto tutto ciò che si tratta fra pubblico, privato, legge sugli appalti e tutto quello che in questi anni ha bloccato il settore. Stiamo proponendo uno sciopero costruttivo perché da qui può ripartire la rinascita del paese, il Governo deve darci risposte su come fare ripartire il settore edile”. Settore che non può non essere legato ad alcune grandi opere del territorio: “Per la Siracusa-Gela aspettiamo notizie da un momento all’altro e per quanto riguarda la “Ragusana”, assistiamo a tante riunioni durante le quali si dà il via ad un’opera che poi però non viene mai inaugurata, quindi ci sono tante questioni legate alla sicurezza del territorio che è a forte rischio sismico e dunque anche la sicurezza per la scuola”. A Roma per costruire un tavolo di confronto permanente, dunque, “un grido d’allarme forte perché questo nostro settore edile – proseguono i tre segretari delle categorie edili di Cgil, Cisl e Uil – è stato bistrattato, ci sono 800mila posti di lavoro in meno e in Sicilia una percentuale altissima di nuovi disoccupati, quindi le infrastrutture siciliane sono sempre sotto osservazione, se ne parla da sempre come il discorso del Ponte sullo Stretto. Ecco spiegata la nostra nutrita presenza a Roma, affinché si faccia un focus sulle tre province Siracusa, Catania e Ragusa con tutte le emergenze che questo territorio rappresenta”. E a tal proposito domani ci sarà un’assemblea ad hoc dei lavoratori del settore edile nella zona industriale.




Noto. Chiusi i reparti di Pediatria, Ostetricia e Neonatologia al Trigona, la Cisl insorge

Chiudono le unità operative complesse di Pediatria e Ostetricia e quella Semplice di Neonatologia all’ospedale di Nono. Questa decisione sarà effettiva da domani, proprio mentre si inaugura il restaurato reparto di Ostetricia di Siracusa. Insorge la Cisl con il segretario generale Paolo Sanzaro e con Vincenzo Romano, segretario della Cisl Medici territoriale. “Da domani nascite vietate a Noto – commentano  Sanzaro e Romano – Una decisione paradossale che svuota un territorio che serve un’utenza media di almeno 120 mila persone che, in estate, raggiunge anche le 200 mila. È incredibile che si chiudano questi tre reparti adducendo il motivo della mancanza di pediatri.
Figure professionali che, dopo essersi formati qui, preferiscono andare altrove perché non rassicurati da strutture e organizzazione.
Da domani tutto il personale medico ed infermieristico di quei tre reparti, sarà trasferito in massa e distribuito negli ospedali di Avola e Siracusa. Si lascia sguarnito un territorio e si toglie un riferimento di assistenza ai cittadini.”
La decisione arriva alla vigilia dell’inaugurazione del nuovo reparto Ostetricia dell’Umberto I di Siracusa che domani sarà aperto ufficialmente dal Presidente della Regione Musumeci e dall’assessore alla Sanità Razza.
“Sicuramente positivo quanto avviene nel capoluogo – aggiungono ancora Sanzaro e Romano -, ma riteniamo inaccettabile questa decisione che elimina Noto dal sistema sanitario e non ci rassicura sicuramente chi sostiene che si tratta di una chiusura provvisoria.
Tutto quello che sta accadendo sembra un inevitabile preludio a ciò che subirà la sanità siracusana. Piuttosto che guardare al dito, parlando esclusivamente del nuovo ospedale di Siracusa, ci si concentri sulla difesa della sanità nella nostra provincia. Tre reparti chiusi da domani e – concludono amaramente Paolo Sanzaro e Vincenzo Romano – ben quindici anestesisti che si trasferiranno al nuovo ospedale San Marco di Catania. L’ennesimo episodio che allunga i tanti scippi consumati a danno del nostro territorio in favore del vicino capoluogo etneo. Questa parte di sud est siciliano non può essere visto come colonia e terra di conquista; si rialzi la testa e si difenda il futuro di questo territorio.”




Siracusa. Via Nazionale pericolosa, Chiara Ficara(M5S): “Intervengano Comune e Anas”

Una soluzione al problema dell’alta velocità a Cassibile. La consigliera del Movimento 5 Stelle, Chiara Ficara ha presentato un’interpellanza con cui chiede all’amministrazione comunale di avviare un’interlocuzione con l’Anas, “a garanzia dell’incolumità dei cittadini, in modo che la strada, in cui convergono competenze dei due enti, possa essere resa piu’ sicura”.<< La situazione che si presenta giornalmente nel centro abitato di Cassibile-spiega la consigliera pentastellata-  è di assoluto pericolo, la strada principale che attraversa tutto il paese e che di fatto è il centro economico del paese è la strada statale 115 Sud Occidentale Sicula, arteria statale che collega la città di Siracusa a quella di Trapani . Strada statale lungo la quale autoarticolati e autovetture sfrecciano a velocità sostenuta. >>Numerose le segnalazioni ai vigili urbani che si sono accumulate negli anni. Nessun rimedio , questo il motivo di malcontento espresso da Chiara Ficara, è stato ad oggi individuato. La richiesta, nel dettaglio, è quella della messa in sicurezza della strada, individuando una soluzione di rallentamento lungo il rettilineo.




Siracusa. Anche il Consiglio comunale chiede un ospedale di Secondo Livello

Con un atto di indirizzo approvato all’unanimità, il Consiglio comunale di Siracusa ha giudicato “insoddisfacente” la rete ospedaliera regionale ed ha chiesto per Siracusa un nosocomio di secondo livello. Il documento è l’esito di un lungo dibattito su una richiesta del consigliere Franco Zappalà per l’istituzione di un Osservatorio incaricato di seguire la vicenda, richiesta che poi è stata momentaneamente ritirata per dare spazio, appunto, ad un atto su quelle che sono le reali aspettative della comunità siracusana.
Rispetto agli altri punti all’ordine del giorno, la seduta proseguirà domani (in seconda convocazione) per discutere il bilancio consuntivo del 2017: è infatti mancato il numero legale al termine di un lungo confronto su una pregiudiziale di trattabilità della proposta sollevata da Cetty Vinci. Ritirato invece dalla proponente, Chiara Catera, l’ordine del giorno dedicato ai controlli sulla qualità dell’aria perché – come detto dalla stessa consigliera – l’argomento in questo momento è oggetto di un approfondimento nella commissione competente.
La riunione è iniziata con l’osservanza di un minuto di raccoglimento, chiesto dal presidente Moena Scala, per ricordare l’ex consigliere comunale Sergio Claudio, recentemente scomparso a causa di una lunga malattia.
Poi ha preso la parola Ferdinando Messina che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione sulle modalità di utilizzo dell’Urban center, che sarà oggetto di una successiva seduta.
Sempre in fase preliminare, di contenuto più politico è stato l’intervento di Giuseppe Impallomeni che ha annunciato l’abbandono di Cantiere Siracusa per passare al Gruppo misto. Impallomeni ha lamentato un distacco della politica locale da quella nazionale: “Una forza locale priva di un respiro nazionale e regionale e privo di riconoscibilità ha un’azione limitata”, ha detto.
Sul tema del nuovo ospedale, la proposta di Zappalà era per la costituzione di un Osservatorio formato da tre poche persone che, “senza spreco di tempo e di denaro”, seguisse la vicenda e avesse il preciso mandato di incontrare il presidente della Regione e il ministro della Salute. La proposta ha dato però l’opportunità di aprire un dibattito sul nuovo nosocomio con la partecipazione di diversi consiglieri. Per Ezechia Paolo Reale, che ha proposto di organizzare un presidio davanti la Regione, siamo in una fase molto fumosa, sulla quale ha chiesto al sindaco di fare chiarezza; Mauro Basile ha evidenziato le responsabilità della rappresentanza politica siracusana nei ritardi accumulati e la preoccupazione che altri se ne possano accumulare; Salvatore Castagnino ha chiesto la conferma dell’area della Pizzuta perché ha le caratteristiche necessarie e ha bollato come sperpero di soldi il nuovo incarico dato dalla Regione a un tecnico per valutarne l’idoneità; Salvatore Costantino Muccio, Federica Barbagallo e Curzio Lo Curzio hanno insistito sulla necessità di avere un ospedale di secondo livello tenendo anche conto della presenza di uno dei petrolchimici più grandi di Europa; per Michele Mangiafico l’Asp è tenuta a produrre un progetto che tenga conto delle caratteristiche dell’area, avanzando il sospetto che qualcuno non voglia far fare il nuovo ospedale; per Andrea Buccheri la decisione sul progetto deve comunque tenere conto della decisione del consiglio comunale sull’area.
Anche l’amministrazione è interventa sull’argomento. Il sindaco, Francesco Italia, ha detto che in tutte le sedi ha sempre sostenuto la necessità di avere un ospedale di secondo livello, evidenziando come l’Asp non abbia finora detto cosa pensa dell’area scelta e non abbia mai mostrato un progetto; l’assessore Fabio Moschella ha invitato tutti a concentrarsi sulla procedura più breve da seguire, poiché la caratteristica modulare del nuovo nosocomio consentirà di adattarlo ai reparti che si deciderà di attivare e poiché ci sono i margini finanziari per dotare la struttura della viabilità necessaria.
Dopo il dibattito, il presidente Scala ha concesso una breve pausa per consentire una sintesi e la stesura dell’atto di indirizzo che poi è stato approvato dall’aula. Il documento affronta tre questioni. Innanzitutto dichiara “insoddisfacente” la destinazione a Siracusa di un ospedale di primo livello e “rivendica la necessità che nel territorio sia individuata una struttura di secondo livello”. Chiede, dunque la modifica della rete ospedaliera regionale e, intanto, l’immediata previsione di “reparti ospedalieri aggiuntivi” che tengano conto della presenza del più grande polo petrolchimico di Europa con tutte le ricadute in termini di salute e di sanità”. Infine, che la progettazione da parte dell’Asp abbia caratteristiche idonee alla classificazione di secondo livello e “abbia caratteristiche di modularità”.




Zona industriale, lo scenario chiusura se scattano i sigilli al depuratore consortile

Nuvoloni pesanti si addensano sulla zona industriale siracusana. A preoccupare per il futuro immediato dell’intera area è il “caso” depuratore consortile. Lo scenario peggiore è quello che arriva persino ad ipotizzare lo stop di ogni attività e la chiusura di raffinerie e stabilimenti. Tanto ipotetica non deve essere questa possibilità se oggi a Palermo gli industriali siracusani sono stati convocati a Palermo, in commissione attività produttive. E nei giorni scorsi, in Confindustria Siracusa, hanno avuto un incontro interlocutorio anche con la deputazione regionale e nazionale.
Il depuratore consortile, oggi gestito da Ias ma di proprietà della Regione, è stato sequestrato settimana scorsa dalla Procura di Siracusa insieme agli impianti Versalis e Sasol. Queste due società hanno però anticipato la volontà di collaborare ed alla scadenza dei 30 giorni si faranno trovare pronte a soddisfare i due requisiti richiesti dai magistrati siracusani: cronoprogramma per gli investimenti che possano limitare le emissioni in atmosfera e fidejiussione a garanzia degli stessi investimenti.
Per il depuratore consortile – considerato il “fegato” della zona industriale, di cui tratta i reflui – non ci sono le stesse certezze. Il quesito centrale è: chi deve occuparsi di ottemperare alle richieste della Procura? Ias è la società mista pubblico-privata che si occupa da anni della gestione dell’impianto, ultimamente in proroga, e non pare intenzionata a farsi carico degli investimenti necessari. La Regione, proprietaria dell’impianto, neanche (al momento). E se lo stallo dovesse continuare, il sequestro preventivo porterebbe all’apposizione dei sigilli. Depuratore fermo, industrie impossibilitate a proseguire nella loro attività e stop ad ogni produzione. Scatterebbero a cascata chiusure e licenziamenti, diretti e nell’indotto. Non c’è da dormire sereni e forse la Regione sta iniziando a prendere contezza del problema. Ma bisogna fare in fretta.
Ias sta gestendo l’impianto in proroga. L’ultima scadrà a giugno ed alla luce del nuovo bando pubblicato dalla Regione appare difficile possa continuare. Il contratto stilato anni addietro prevedeva che Ias deve occuparsi della manutenzione ordinaria e della gestione, riconoscendo alla Regione 550mila euro all’anno da reinvestire per ammodernamento ed efficentamento delle strutture del depuratore consortile. Ma secondo diverse fonti interne, la Regione non avrebbe esattamente rispettato quell’impegno. Tant’è che dal 2015 quella somma viene “trattenuta” da Ias per investimenti diretti sugli impianti. Cosa che non è andata giù a Palermo che ha “reagito” spostando i crediti vantati in altre società.
Da anni e da più parti – industriali, Comuni di Priolo e di Melilli – sono partite richieste di chiarimenti all’indirizzo degli assessori regionali che si sono succeduti. Senza ottenere grosse risposte. Allora, a in assenza di interlocutori, ad ottobre scorso gli industriali presentarono una loro proposta di gestione “in supplenza”, annunciando investimenti per rendere il depuratore davvero efficace. L’unica richiesta era l’assenza di ogni ingerenza politica, quindi una sorta di esautoramento del cda di Ias. Alla fine del programma di investimenti concordato, gli industriali (che sono già in Ias, ndr) avrebbero riconsegnato la gestione al soggetto nel frattempo individuato dalla Regione. E il depuratore sarebbe stato rimesso a nuovo.
Ma dal 2015 ad oggi nessuno ha preso decisioni su Ias e sulla struttura consortile. Si va avanti con proroghe da sei mesi ciascuna, un orizzonte temporale troppo limitato per programmare investimenti.
E in questa sorta di scaricabarile, è la Procura di Siracusa che agisce per colmare quelle che appaiono come mancanze altrui. Il termine dei 30 giorni prima di far scattare i sigilli mette tutti spalle al muro. O meglio, di fronte alle loro responsabilità perchè arrivare alla chiusura dell’impianto consortile avrebbe conseguenze inimmaginabili. Le prime due: chiusura delle industrie e caos nel trattamento dei reflui dei Comuni di Priolo e Melilli; coinvolto sarebbe anche il Comune di Siracusa, la cui zona nord “depura” utilizzando il consortile.




Siracusa. Aggressione omofoba, la denuncia: “io, insultata per il mio aspetto”

Prima risatine di scherno, poi gli insulti che presto sono diventati una vera e propria aggressione verbale. Vittima dell’aggressione omofoba una giovane ragazza siracusana, socia dell’associazione Stonewall GLBT. I fatti, denunciati in Questura, sono avvenuti tra via Catania e via Malta, nella serata di martedì scorso.
“Forse il mio aspetto o il mio modo di vestire un pò mascolino lo ha indotto a pensare che fossi un ragazzo gay”, racconta la ventenne. “Cercando di mantenere tutta la mia freddezza, gli ho chiesto il motivo di quei terribili e violenti insulti, cercando di farlo ragionare ma l’uomo, che non conoscevo, per tutta risposta continuava ad urlarmi di tutto e poi ad un certo punto si è tolto la giacca preparandosi a picchiarmi. Botte che per fortuna ho evitato grazie all’intervento della fidanzata dell’uomo. Tutto sembrava finito lì – continua a raccontare – ma pochi minuti, dopo mentre percorrevo a piedi via Malta, ho sentito il rumore di un’auto che accelerava e quasi provava ad investirmi, bloccandosi al centro della strada. Era ancora quell’uomo che prima ha continuato ad insultarmi pesantemente e successivamente scendendo dall’auto, alla mia mancata reazione, si è nuovamente tolto la giacca minacciando stavolta di farmela pagare sul serio. A quel punto è intervenuta nuovamente la fidanzata dello sconosciuto, invitandolo a lasciar perdere”.
La denuncia è stata sporta a distanza di tempo. “Ho riflettuto. Volevo minimizzare la cosa. Poi ho deciso di denunciare tutto perché penso che nessuno dovrebbe subire quello che ho subito io. Le parole spesso feriscono molto più di schiaffi e pugni. Non è la prima volta che mi insultano ma per fortuna cerco sempre di mantenere la calma e non rispondere alle offese. Da quella sera però non posso fare a meno di pensare che se al mio posto si fosse trovata una ragazzina o un ragazzino con meno esperienza chissà come sarebbe finita…”.
Interrogativi raccolti e condivisi dall’associazione Stonewall di la ragazza è socia e volontaria. “Siamo sgomenti ed arrabbiati per quanto accaduto – dichiara Tiziana Biondi vice presidente di Stonewall -tanto più che l’aggressione, per fortuna solo verbale, è avvenuta per futili motivi e con l’aggravante dell’omofobia. Ci è sembrato davvero assurdo e surreale, che ancora oggi si possa essere aggrediti solo perché si è scambiati per omosessuali o perché il proprio aspetto non riscontra il gradimento di qualcuno”.




Floridia. Incidente sul lavoro in via Pinnone, operaio incastrato: interviene elisoccorso

Momenti di paura a Floridia, questa mattina, per un incidente sul lavoro che ha avuto come protagonista un operaio al lavoro nei pressi di via Pinnone. A seguito di una manovra di un mezzo pesante, l’uomo è finito incastrato tra il mezzo ed una ringhiera durante operazioni di potatura di alberi. Immediati i soccorsi, con l’elisoccorso atterrato in piazzale dei Caduti di Nassyria. Fortunatamente, le condizioni dell’operaio 35enne non sarebbero particolarmente serie. Prudenzialmente è stato comunque deciso il trasporto in elisoccorso al Cannizzaro di Catania per maggiori accertamenti. L’uomo non sarebbe comunque in pericolo di vita.




Siracusa. Pesca “miracolosa”, improvvisa abbondanza di orate fuggite da acquacoltura

La scena non è inedita però sempre curiosa. Decine e decine di pescatori sulla banchina del porto Grande di Siracusa, tra spiaggetta Aretusa e il deposito mezzi della Guardia Costiera. Pare che si siano dati appuntamento con un rapido passaparola per una pesca “miracolosa”: orate e spigole all’interno del porto siracusano.
L’improvvisa abbondanza di pescato sarebbe dovuta alla “fuga” di intere colonie da una acqua coltura della zona, verosimilmente danneggiata dal maltempo del fine settimana scorso.




Siracusa. Giornata della Fierezza Massonica, visite alla casa massonica di via Archia

Anche a Siracusa apre al pubblico la casa massonica. In occasione della Giornata della Fierezza Massonica, il Grande Oriente d’Italia torna ad aprire le porte delle sue case nei vari Comuni italiani promuovendo visite gratuite.
A Siracusa, venerdì 1 marzo, i visitatori saranno accolti nella sede di via Archia 14, dalle 18.00 alle ore 21.00. E’ obbligatoria la prenotazione attraverso una mail inviata a casamassonicasiracusagoi@gmail.com