Siracusa. Qualità dell’aria, il Comune pubblicherà il report giornaliero

Il Consiglio comunale di Siracusa si è occupato oggi di materia ambientale, impegnando il presidente Moena Scala ad inserire al primo punto della prossima seduta l’ordine del giorno illustrato in aula dal consigliere Chiara Catera. Verrà integrato con altre richieste oltre a quelle inserite nel testo e potrà prevedere l’eventuale convocazione di un Consiglio comunale aperto sulle tematiche ambientali. L’atto approvato impegna il Comune “a pubblicare il report giornaliero sulla qualità dell’aria, compresi i dati che riguardano gli inquinanti industriali immessi in atmosfera che ad oggi non vengono divulgati, come idrocarburi non metanici e composti solforati. Si tratta di sostanze che oltre ad essere fortemente inquinanti sono protagoniste dei sempre più frequenti casi di miasmi. L’amministrazione- ha aggiunto Catera- deve diventare portavoce, presso la Regione, della richiesta di implementare fondi da destinarte all’Arpa, cosicchè l’agenzia possa attuare una migliore e costante attività di controllo nel quadrilatero industriale; e rappresentare alla Regione l’urgente necessità della copertura delle vasche di Ias, impianto che ad oggi, a differenza delle aziende del polo petrolchimico, non è soggetto ad Aia, le autorizzazioni integrate ambientali. Chiediamo infine- ha concluso Catera- una maggiore attenzione sulle tematiche ambientali e che l’amministrazione si adoperi per riavere l’unità di rilevazione”. Al dibattito che ne è seguito hanno dato il loro contributo i consiglieri Castagnino, Costantino, Gradenigo, Lo Curzio, Favara, Buonomo, Barbagallo, La Mesa, Buccheri e Zappalà; per l’amministrazione l’assessore Fabio Moschella ha ricordato la delibera con la quale la Giunta ha approvato il “Piano di qualità dell’aria” ed il “Patto di responsabilità sociale” con le associazioni, ricordando comunque che “la questione riguarda tutti i Comuni dell’area industriale e non solo Siracusa”.




Porto di Augusta e deposito di Gnl: le prospettive degli industriali, critici gli ambientalisti

Il gas naturale liquefatto (gnl) è leva competitiva per il sistema industriale e logistico della Sicilia Orientale e di tutto il Sud Italia. In Confindustria Siracusa vince la linea del “si” al deposito nel porto di Augusta. L’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale ha recentemente pubblicato un avviso esplorativo di manifestazione di interesse per la sua realizzazione e gestione.
Il progetto consentirà allo scalo siciliano di diventare il sito “core” della rete italiana di distribuzione e gestione di impianti di stoccaggio GNL, prevista dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attraverso il progetto GAINN4MOS. Inoltre, grazie alla realizzazione del deposito, l’Autorità di Sistema Portuale potrà aderire alle indicazioni delle politiche nazionali e comunitarie in tema di pianificazione energetica: il Governo italiano ha infatti disposto che entro il 2025 tutti i porti “core” della rete TEN-T dovranno essere in grado di fornire GNL alle navi e che dovranno essere previsti, opportunamente distanziati, distributori GNL per mezzi pesanti sulla rete stradale.
Nel pomeriggio, se ne è discusso in Confindustria con esperti del settore. Nel corso del dibattito Mario Dogliani, direttore generale della Fondazione CS Mare, ha ricordato che, nel momento in cui il GNL diventerà come previsto una quota significativa (20-30%) del combustibile utilizzato per il trasporto marittimo, ogni porto dovrà essere dotato di molteplici sistemi di rifornimento per poter servire in contemporanea diverse utenze anche di vario tipo. “In quest’ottica – ha spiegato – sono due i tasselli fondamentali di cui la Sicilia, a beneficio dell’intera area del Sud Italia, deve dotarsi: la realizzazione ad Augusta di un deposito costiero small scale (3.000-15.000 metri cubi) per la fornitura di GNL a mezzi navali e la messa a punto di un’infrastruttura mobile che potrà rifornire, direttamente o indirettamente, l’utenza marittima, terrestre, e di altro genere della Sicilia e del Sud Italia”.
All’incontro, aperto da Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa, e concluso da Andrea Annunziata, presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia Orientale, hanno preso parte anche Salvatore D’Urso, dirigente generale del Dipartimento Energia della Regione Sicilia, e Cettina Di Pietro, sindaco di Augusta. Relatori di giornata, oltre a Mario Dogliani, altri tre esperti internazionali della materia: Rosario Lanzafame (professore ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania), Antonio Maneri e Rosina Barbuscia (Fosen Ulstein Design & Engineering).
Non così entusiasti, invece, gli esponenti delle associazioni ambientaliste ed alcuni comitati cittadini.




Siracusa. Domani l’ultimo saluto a Gianluca Ruvioli: allestita la camera ardente

Saranno celebrati domani nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, alla Pizzuta, i funerali di Gianluca Ruvioli, il giovane di 23 anni vittima di un tragico incidente in contrada Targia. Oggi, camera ardente allestita presso la ditta Guastalla di corso Gelone. Dopo l’autopsia effettuata ieri dal medico legale, Francesco Coco, il magistrato ha dato il via libera alla celebrazione delle esequie del ragazzo che, quando si è verificato il tragico impatto, si trovava alla guida della sua moto. Dall’esame autoptico sono emerse numerose lesioni mortali.Nel frattempo, sono stati disposti anche degli esami per accertare se, prima di mettersi alla guida del mezzo a due ruote, il giovane avesse assunto droghe. Secondo la prima ricostruzione effettuata, sembrerebbe che Gianluca viaggiasse in direzione Priolo. Poi, l’impatto contro un’auto, una Ford e successivamente contro una Volkswagen che viaggiava in direzione Siracusa.




Siracusa. Chiusa la scuola di via Algeri, l’edificio non è sicuro: “trasferiti” gli studenti

Il Comune ha chiuso la scuola di via Algeri. Lo ha fatto con un provvedimento del settore Lavori Pubblici. Da lunedì i cancelli sono chiusi. L’edificio non è idoneo ad ospitare bambini e lavoratori per condizioni strutturali denunciate da anni dai responsabili del plesso. Le relazioni tecniche dopo le ultime ispezioni e soprattutto la nota dell’Asp sulla salubrità e sicurezza degli ambienti non lasciavano margini di manovra. Così com’è oggi, quell’edificio non può essere aperto perchè non garantisce di poter svolgere senza rischi attività a scuola. Una follia sarebbe stata continuare così, fino alla fine dell’anno.
Non ci saranno sconvolgimenti, i 70 alunni saranno distribuiti tra il plesso di via Basilicata e quello di via Temistocle del comprensivo Chindemi, di cui via Algeri era terza sede. Niente doppi turni, l’attività didattica proseguirà regolarmente per le quattro classi di primaria e le due di scuola media che erano nel plesso adesso chiuso.
La scelta era obbligata ed anche coraggiosa perchè impopolare. Rumoreggiano infatti i genitori che non hanno compreso come era l’unico modo di garantire la sicurezza dei loro figli.
Secondo una prima stima, servono lavori per circa 500.000 euro. Nel nuovo piano triennale dell eopere pubbliche era stato considerato l’intervento che adesso, è ovvio, deve diventare una priorità.




Siracusa e il suo nuovo ospedale: i sindaci vanno da Musumeci spaccati in due fronti

Attesi, sono arrivati ai sindaci della provincia di Siracusa gli “inviti” a partecipare all’incontro di lunedì pomeriggio a Palermo. Alle 16, con il presidente Musumeci e l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, si parlerà di nuovo ospedale di Siracusa. Obiettivo: far partire l’iter che condurrà alla sua costruzione.
Ma le posizioni sono ancora distanti. I primi cittadini del siracusano rimangono divisi in due schieramenti, come è chiaramente emerso durante l’ultima conferenza dei sindaci. Da una parte c’è chi vuole presentarsi a Palermo per ottenere la promozione del nosocomio in Dea di II livello, altrimenti sarà rottura su tutti i fronti; dall’altra chi, invece, chiede moderazione e di inseguire obiettivi raggiungibili, senza forzature e strumentalizzazioni al sapore di campagna elettorale.
Un documento unitario non c’è. E se dovessero rimanere così le cose, alla fine deciderà la Regione. Musumeci, sul punto è già stato chiaro in passato. “Se non ci sarà intesa tra i sindaci, si va avanti seguendo quanto deciso dal Consiglio comunale di Siracusa”. Quindi ospedale di I livello da costruire alla Pizzuta.
La richiesta di avere un Dea di II livello (il massimo, ndr) a Siracusa è certamente cosa giusta e condivisa dal territorio e da tutti i sindaci. Ma alcuni primi cittadini la ritengono tardiva e non rispettosa dei criteri di legge e degli standard al momento previsti e dunque anche fuori tempo massimo. Meglio – è la loro posizione – andare a puntare i piedi per obiettivi raggiungibili come più unità operative con primari, più personale infermieristico e reparti funzionanti. Magari con più branche specialistiche, concesse con deroghe a norma di legge con dialogo e confronto e non arroccandosi nel bunker del II livello o niente.
C’è poi la querelle sull’ospedale di Lentini, quello di Augusta e il riunito Avola-Noto con un continuo tira e molla che trova ragione nelle richieste dei territori, vogliosi ognuno di avere di più per se. Ma nel documento di rifunzionalizzazione pure approvato all’unanimità nel 2015 è previsto, ad esempio, che l’emergenza-urgenza vada Ad Avola perchè ospedale dotato della migliore viabilità. In effetti, il Di Maria è a due passi dallo svincolo autostradale mentre il Trigona rimane complicato da raggiungere.
Per avvicinare le posizioni, si muovono le “colombe”. Difficile operazione da pontieri e dall’esito realmente incerto. Anche perchè prima di lunedì pomeriggio, data dell’incontro a Palermo, non sono previste ulteriori conferenze dei sindaci.




Ponte Cassibile: doveva essere abbattuto nel 2014 ma nel 2019 è ancora così

Doveva essere abbattuto e ricostruito nel 2014. Eppure il ponte sul fiume Cassibile è ancora lì, al suo posto. Tra Fontane Bianche ed Avola, mantiene misure di limitazione del traffico, con i new jersey che restringono la carreggiata e permettono il passaggio in senso unico alternato. Vige poi il divieto di transito per i mezzi più pesanti, oltre le tre tonnellate. Silenzio sui lavori che, eppure, nel 2014 erano considerati necessari. Al punto che a settembre di quell’anno la strada era stata effettivamente chiusa ed il cantiere allestito, da parte di Anas. In tre mesi il ponte andava abbattuto e ricostruito. Ma tutta la vicenda si inceppò per l’intervento della Soprintendenza: il manufatto di epoca fascista ha valenza storica, non si può abbattere. Iniziò allora uno stillicidio di notizie su lavori di consolidamento, progetti per la costruzione di un ponte sul ponte per non abbattere nulla, vertici in prefettura e così via.
Quasi cinque anni dopo, il nuovo progetto di Anas dovrebbe essere pronto. Magari non guasterebbe però ricordare ai vertici regionali di quell’opera lasciata in sospeso. Si tratta di un ponte che avrebbe bisogno di interventi di consolidamento, come lasciava intende il primo progetto. E in un Paese che mette toppe spesso solo dopo le tragedie, meglio sarebbe giocare d’anticipo anche se attualmente – bisogna dirlo – la possibilità di un cedimento del Cassibile è considerata dagli esperti davvero remota.
Ciò nonostante, dopo l’ondata di maltempo dello scorso ottobre il sindaco di Avola, Luca Cannata, aveva chiesto verifiche strutturali. Ed ancora prima, subito dopo il crollo del Morandi, lo stesso aveva fatto in Regione la deputata Rossana Cannata.




Inquinamento al porto Grande, Legambiente: “condanne in un processo importante”

In attesa delle motivazioni, festeggia Legambiente Siracusa per le condanne arrivate al termine del processo di primo grado per lo sversamento di reflui non trattati nel porto Grande di Siracusa. “E’ il primo processo in materia di inquinamento di una certa importanza alla luce della natura del bene paesaggistico e ambientale che ne è stato oggetto (il Porto Grande) e per il ruolo rivestito dagli imputati: tutti ex dirigenti e funzionari della società che gestiva il depuratore cittadino”, spiegano dall’associazione ambientalista. “Giusto sottolineare che a questo risultato si è giunti grazie alla collaborazione virtuosa tra cittadini attivi ed enti di controllo. Infatti, sulla base delle segnalazioni di ingenti formazioni di mucillagine nel porto da parte di cittadini e associazioni, nell’estate del 2011, sotto la direzione dei sostituti procuratori Marco Bisogni e Delia Boschetto, ebbe inizio una complessa attività d’indagine che nel marzo del 2012, all’esito di una ispezione notturna, portò al sequestro dell’impianto di depurazione. Va evidenziato il ruolo fondamentale svolto nel corso delle indagini dalla sezione Nictas, oggi diretta da Maurizio Messina, che nel corso dell’inchiesta è riuscita a ricostruire le modalità attraverso le quali avveniva lo smaltimento illegale dei fanghi di depurazione dell’impianto biologico di Siracusa. Oltre alle analisi delle acque e alle ispezioni nell’impianto di depurazione – dice ancora Legambiente – di grande efficacia è stato il raffronto tra i dati riportati sui registri di carico e scarico dei rifiuti nei diversi anni di gestione dell’impianto, da cui è risultato, negli anni 2010 e 2011, un ammanco di fanghi di più di 3.700 tonnellate, con consistenti risparmi in termini di costi di smaltimento per il gestore”.
Marzio Ferraglio, ex amministratore delegato di Sai 8 e Salvatore Torrisi e Alessandro Aiello, rispettivamente ex direttore generale Gestioni Reti ed Impianti e responsabile Infrastrutture della medesima società, sono stati dichiarati responsabili dei reati di smaltimento illegale dei fanghi provenienti dall’impianto di depurazione di contrada Canalicchio, mediante l’immissione in mare attraverso il torrente Grimaldi e di deposito incontrollato presso il depuratore dei medesimi fanghi e attraverso tali condotte avere danneggiato e deteriorato sia le acque del torrente Grimaldi sia quelle del Porto Grande di Siracusa. Gli imputati sono stati anche condannati per avere omesso di adempiere agli obblighi derivanti dal contratto di servizio e affidamento del Servizio Idrico Integrato sia facendo mancare le opere necessarie allo svolgimento del pubblico servizio in oggetto, sia commettendo frode nell’esecuzione della convenzione di gestione del Servizio Idrico Integrato.
Sono stati anche condannati al pagamento del risarcimento dei danni e delle spese legali in favore delle parti civili costituite (Legambiente, WWF Italia, Natura Sicula, Comune di Siracusa, Libero Consorzio Comunale di Siracusa e Ato Idrico).




Siracusa. Un milione e 200 mila euro per la messa in sicurezza di contrada Targia

Un milione e 200 mila euro circa per rendere definitivamente sicuro il tratto di contrada Targia di competenza del Comune. E’quanto la giunta comunale ha inserito nel nuovo Piano delle Opere Pubblico, tra i lavori da avviare nel corso del 2019. Si tratta, in realtà, di due distinti interventi. Il primo, per circa 850 mila euro è relativo alla manutenzione straordinaria della strada. Il secondo, per 340 mila euro è, invece, destinato alla realizzazione della barriera divisoria definitiva tra le due corsie. Quella temporanea, invece, secondo quanto garantito dall’assessore Giovanni Randazzo, sarà realizzata a breve. Oggi pomeriggio, vertice con i funzionari del settore Mobilità e Trasporti per assumere una decisione sulle ipotesi di intervento studiate dai tecnici dell’ente.




Siracusa. “Disco verde” al nuovo Piano Triennale delle Opere Pubbliche

Pronto il nuovo Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2019-2021. La proposta della giunta comunale, retta dal sindaco, Francesco Italia, è stata approvata nei giorni scorsi e dovrà adesso essere sottoposta al consiglio comunale a cui spetterà il varo definitivo.”Avevamo promesso tempi celeri- commenta l’assessore ai Lavori Pubblici, Pierpaolo Coppa- e a inizio anno abbiamo una vera e propria programmazione per il futuro della nostra città”. Per il 2019, tra i lavori previsti, figurano la ripavimentazione e l’arredo stradale di Passeggio Aretusa e via Maniace, con oltre 3 milioni di euro, il consolidamento dei muraglioni di Ortigia, per 2 milioni 600 mila euro circa, la riqualificazione di via Alessandro Specchi, a cui si destinerebbe in questa prima fase un milione e mezzo di euro.
Con il Bando Periferie, l’amministrazione comunale vorrebbe finanziare i lavori di riqualificazione di Piazza Euripide, Largo Gilippo e l’ingresso dello Sbarcadero. Cifra indicata, poco più di un milione e 600 mila euro. Poi la sistemazione della pavimentazione di viale Zecchino (circa 300 mila euro). Ancora con il Bando Periferie, la riqualificazione della Borgata, con la rifunzionalizzazione dell’asse viario di via Piave. Per la Mazzarrona, con apposito bando, la previsione riguarda il Parco delle Sculture, spazio pop up, Giano svelato per 230 mila euro. Si pensa, inoltre, alla riqualificazione di via Unità d’Italia (400 mila euro). A Cassibile, via dell’Amarando. Fondi per l’Edilizia scolastica, con interventi da avviare nelle scuole di via Algeri, adesso chiusa perchè inagibile, per cui serviranno 500 mila euro e di via Gela, tra le altre. Fondi anche per l’efficientamento energetico delle scuole, gli istituti comprensivi. Ricompare il completamento del parcheggio di via Mazzanti, con fondi regionali. La cifra indicata ammonta complessivamente a un paio di milioni di euro. Spunta anche la realizzazione di un nuovo canile, per 250 mila euro. Per il 2020, tra i progetti che prevedono stanziamenti piu’consistenti, in previsione la sistemazione di via Salibra, per un milione e 200 mila euro, via Monte Cervino, per un milione, con un milione anche per le vie dell’Arenella Filippe e della Sonda. Altri 2 milioni riguarderanno varie strade della Pizzuta, quasi tre milioni per la viabilità di Cassibile. Figurano nel piano anche progetti molto importanti, che non avrebbero, tuttavia, una prospettiva di realizzazione a breve. Uno fra tutti, il nuovo campo sportivo di Cassibile, per circa 25 milioni di euro.




Siracusa. Sversamento di reflui non trattati nel porto Grande: 3 condanne e 3 assoluzioni

Si è chiuso con tre condanne e tre assoluzioni il processo sullo sversamento nelle acque del porto Grande di reflui non trattati dal depuratore di Siracusa dal 2010 al settembre del 2012.
Marzio Ferraglio, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Sai 8, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione; 3 anni per Salvatore Torrisi, direttore generale gestioni Reti ed Impianti e co-amministratore delegato; 2 anni e 6 mesi per Alessandro Aiello, responsabile delle Infrastrutture.
Assoluzione per il presidente del cda e legale rappresentante della Sai 8, Riccardo Lo Monaco, per Gianpiero Pappalardo, responsabile del coordinamento del servizio gestioni e per Rosario Fiore, responsabile della manutenzione del depuratore.
Sentenza emessa dal gup del Tribunale di Siracusa, Carla Frau.