Sbarca a Palermo la protesta dei dipendenti ex Provincia, ma in Regione è scaricabarile

La protesta dei dipendenti della ex Provincia Regionale si è spostata oggi a Palermo. Mentre prosegue l’occupazione del palazzo di via Roma, a Siracusa, una nutrita delegazione di lavoratori ha raggiunto il capoluogo regionale. Con loro anche i dipendenti di Siracusa Risorse, la società partecipata dell’ente aretuseo.
Sono circa 150. Sotto palazzo dei Normanni, si sono raccolti e concentrati, rendendo visibile anche alla politica isolana la disperazione di una crisi che non conosce sosta.
Negli uffici dell’assessorato al Bilancio è in corso un incontro a cui prendono parte anche le segreterie regionali e provinciali dei sindacati unitari. Le prime indicazioni non sarebbero, però, confortanti. Al tavolo, infatti, la strategia ricorrente pare essere lo scaricabarile. “La colpa è del governo nazionale”, avrebbero indicato alcuni esponenti istituzionali. La Regione – peraltro da due mesi in esercizio provvisorio – non pare aver compreso la gravità della situazione e non vuole nemmeno provare ad assumersene la responsabilità.
Su questo i sindacati sono stati chiari: basta rimpallino, il problema è di evidenza pubblica. L’incontro si è concluso senza grosse novità. La situazione non è delle migliori. Serviranno, con ogni probabilità, altri presidi a Palermo. Sebbene vi sia in dirittura di arrivo un accordo Stato-Regione migliorativo, molte cose restano da risolvere. Il bilancio della Regione fa acqua da tutte le parti ma servono risorse subito per le ex Province e Siracusa su tutte. Entro venerdì saranno convocati a Palermo i deputati nazionali eletti in Sicilia. Chiesto anche un incontro al presidente dell’Ars, Miccichè. Tra un incontro ed un altro, però, rischiano di passare ancora giorni e settimane.




Nuovo ospedale di Siracusa. Lunedì 18 vertice a Palermo: Pizzuta si, Pizzuta no

Dopo le richieste, adesso c’è la data. Lunedì 18 febbraio, alle 16.00, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, incontrerà a palazzo d’Orleans i sindaci della provincia di Siracusa che hanno manifestato la loro contrarietà alla scelta della Pizzuta quale area su cui costruire il nuovo ospedale di Siracusa.
All’incontro parteciperà anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e il sindaco del capoluogo Francesco Italia insieme ai vertici dell’Asp.
A dicembre il presidente Musumeci era stato comunque chiaro. “Se non si troverà un accordo, la politica deve assumersi la responsabilità della scelta come effettuata dal Consiglio comunale di Siracusa”, le sue parole.




Siracusa. Pronto Soccorso, l’Asp prova a snellire le attese. Il direttore: “più umiltà”

Non è stata una settimana semplice per il Pronto Soccorso dell’ospedale di Siracusa. L’accesa colluttazione tra un paziente ed almeno un medico del delicato reparto ha dato la stura ad una serie di critiche e polemiche che hanno investito la struttura. Oltre che a denunce incrociate alle forze dell’ordine.
L’Azienda Sanitaria Provinciale è intervenuta esprimendo ferma condanna per l’accaduto ed annunciando una serie di significativi interventi per una migliore gestione delle attività e del sovraffollamento dei pronto soccorso. L’attesa che spesso si prolunga per ore, specie per i casi meno urgenti come da codice di ingresso, finisce per esasperare gli utenti e, alle volte, anche alcuni atteggiamenti del personale del reparto alimentano tensioni verbali. A dirigere l’area di emergenza è il dottore Carlo Candiano, raggiunto da SiracusaOggi.it

“Non è tollerabile assistere ad una così grave recrudescenza di aggressioni violente fisiche, o anche soltanto verbali, nei confronti di medici ed infermieri dei pronto soccorso”, ha però puntualizzato il manager dell’Asp, Lucio Ficarra. Il problema della sicurezza nei pronto soccorso diventa una priorità. “Abbiamo istituito un tavolo tecnico per l’implementazione delle linee guida sulle procedure legate alle consulenze monospecialistiche atte a snellire le procedure e ad eliminare le file”. In altri termini, i pazienti giunti al pronto soccorso e che vengono indirizzati ai reparti per effettuare delle consulenze specialistiche, non dovranno, al termine della consulenza, ritornare al pronto soccorso per la chiusura della cartella clinica, ma la procedura potrà essere chiusa e definita direttamente presso i reparti con un notevole decongestionamento degli afflussi del pronto soccorso. Una prima misura per provare a snellire i tempi di attesa.
Un’altra iniziativa che il tavolo tecnico sta mettendo in essere è l’organizzazione del cosiddetto bed management, vale a dire la gestione oculata dei posti letto da liberare giornalmente e da mettere a disposizione per i ricoveri provenienti dal pronto soccorso.




“Vecchia Maniera”: il video dell’operazione e le parole degli investigatori

Operazione “Vecchia Maniera”, parlano gli investigatori. Nella intervista sopra le parole di Rosario Scalisi, vice dirigente della Squadra Mobile di Siracusa. Smantellato un gruppo prettamente “familiare”, organico al clan Trigila, che utilizzando proprio le vecchie maniere di gestione degli affari, si era specializzato nel traffico di droga senza però disdegnare le estorsioni. Proprio un caso, relativo all’esplosione di diversi colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei mezzi di cantiere della ditta impegnata nella costruzione dello svincolo autostradale di Noto, viene documentato nelle intercettazioni ambientali della Polizia, nel video qui sotto:

Destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sono Hamid Aliani,56 anni; Nunziatina Bianca, netina di 62 anni; Pietro Crescimone, di Lucca Sicula in provincia di Agrigento; Elisabetta Di Mari,siracusana, 55 anni; Giuseppe Lao, di Rosolini 38 anni; Said Lemaifi, marocchino espulso dal territorio nazionale lo scorso dicembre; Angelo Monaco, di Rosolini, 64 anni; Antonino Rubbino, rosolinese di 51 anni. In corso le ricerche di altre due persone. I dettagli nell’articolo di apertura.




Mafia: droga ed estorsioni. Operazione “Vecchia Maniera”, arresti da Siracusa a Milano

Associazione finalizzata al traffico di droga, alla tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, al porto e detenzione illegale di armi ed estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Trigila. La Squadra Mobile di Siracusa ha eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare in carcere, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. E’ l’operazione “Vecchia Maniera”, condotta in collaborazione Milano, Messina e Novara.Le misure riguardano Hamid Aliani,56 anni Nunziatina Bianca, netina di 62 anni, Pietro Crescimone, di Lucca Sicula in provincia di Agrigento, Elisabetta Di Mari,siracusana, 55 anni, Giuseppe Lao, di Rosolini, 38 anni, Said Lemaifi, marocchino espulso dal territorio nazionale lo scorso dicembre, Angelo Monaco, di Rosolini, 64 anni, Antonino Rubbino, rosolinese di 51 anni. In corso le ricerche di altre due persone. Il gruppo sarebbe stato capeggiato da Monaco, ritenuto esponente di spicco del clan Trigila. Tornato in libertà il 25 agosto, l’uomo avrebbe deciso di ricalcare un modello delinquenziale tradizionale, con i pregressi legami instaurati nel corso delal sua carriera criminale con i trafficanti di droga e basati sull’intimidazione mafiosa perpetrata con l’uso di colpi di arma da fuoco o attraverso atti incendiari ai danni delle ditte che non si piegavano. Monaco sarebbe stato affiancato da Elisabetta Di Mari e da Crescimone, uomo da sempre di sua fiducia.Tra gli episodi di rilievo, a febbraio del 2017, il rinvenimento di 1 chilo di cocaina occultato nella portiera di un veicolo su cui viaggiava il figlio di Elisabetta Di Mari, bloccato dalla polizia di Messina a Villa San Giovanni. Nel maggio dello stesso anno Monaco e Crescimone furono arrestati a Villa Sal Giovanni perchè trovati in possesso di 71 chili di hashish nascosti a bordo di un furgone su cui viaggiavano. Secondo la ricostruzionr dell’episodio, i due, partiti da Noto, avevano raggiunto Milano per prelevare un grosso carico di droga.I cittadini marocchini inseriti nell’associazione avrebbero avuto base operativa a Milano, con ramificazioni a Messina e Novara. Un sodalizio fatto di contatti tra l’Italia e il Marocco, con la possibilità di portare nel territorio nazionale rilevanti quantitaviti di droga, ceduti poi ai vari acquirenti presenti sul territorio nazionali, tra cui il gruppo capeggiato da Anelo Monaco. Insieme a Crescimone, l’uomo è anche gravemente indiziato per il tentativo di estorsione ai danni dell’impresa impegnata nella realizzazione dello svincolo autostradale di Noto lungo l’autostrada Siracusa- Gela. Inizialmente Monaco avrebbe fatto delle “visite” al cantiere, che avrebbero lasciato presagire successive richieste di denaro. Tra le frasi più significative: “Sono venuto tre volte, non vengo più”. Un segnale indirizzato ai vertici dell’azienda. Intanto il 19 maggio 2017,nella notte, un gruppo armato composto da Monaco, Crescimone e Rubbino, insieme a Lao avrebbe raggiunto il cantiere ed esploso colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei mezzi della ditta. Diversi anche i tentativi di incendio degli escavatori della impresa priolese. Tentativi resi vani dai servizi di polizia predisposti. Anello di congiunzione, Rubbino, ritenuto il referente del clan Trigila. Insieme a Nunziatina Bianca, moglie del capoclan Antonio Trigila e ad un’altra persona, attualmente ricercata, avrebbe posto in essere un’estorsione aggravata nei confronti di un’impresa agricola di Rosolini, al cui proprietario sarebbe stato imposto l’acquisto di pedane in legno prodotti nella fabbrica della famiglia Trigilia, gestita dal genero del capo clan Antonio. Ruolo fondamentale quello della moglie del boss “Pinuccio Pinnintula”, che si sarebbe presentata personalmente al titolare dell’azienda, facendo valere la forza di intimidazione mafiosa e la valenza simbolica derivante dal rapporto di parentela, al fine di vincere la resistenza della vittima




Siracusa. Auto in fiamme in via Unione Sovietica, ennesimo caso

Dopo le due auto distrutte dalle fiamme due notti fa a Priolo, ancora un rogo. Incendio di una vettura in via Unione Sovietica, a Siracusa. Nella serata di ieri, poco prima delle 18.30, la chiamata ai Vigili del Fuoco, prontamente intervenuti. L’auto era posteggiata lungo la strada. Le fiamme hanno parzialmente distrutto la parte anteriore. Indagini in corso.




Siracusa. Abbandono di rifiuti, sanzionate in Borgata agenzie di onoranze funebri

Dopo le agenzie pubblicitarie multate e richiamate per il comportamento dei loro attacchini, tocca anche alle agenzie funebri. Nuovo intervento del nucleo Ambientale della Polizia Municipale. Alla Borgata, tra via Piave e via Agatocle, sono stati “sorpresi” in azione non corretta anche i responsabili delle affissioni di onoranze funebri. Anche in questo caso, per fare spazio sulle apposite tabelle, venivano staccati precedenti manifesti poi abbandonati per terra, configurando il contestato abbandono di rifiuti. Scattate subito le sanzioni da 600 euro. I responsabili delle agenzie di onoranze funebri sono stati convocati tutti al comando di Polizia Municipale. Verranno diffidati dal ripetere simili comportamenti, pena anche la perdita della concessione.




Siracusa. Appello dell’Avis, donazioni del sangue in calo: “serve 0 Rh Negativo”

Appello dell’Avis di Siracusa: donazioni di sangue in calo. Una situazione delicata che ha spinto il direttore di Medicina trasfusionale dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, Dario Genovese, a chiedere ai donatori di recarsi presso le unità di raccolta di sangue per dare il proprio contributo. “Così sarà possibile assicurare la stabilità nelle disponibilità delle scorte”. Al momento segnalata particolare necessità del gruppo sanguino Zero RH Negativo.
Appello rilanciato dal presidente dell’Avis Comunale di Siracusa, Nello Moncada. “Vista l’urgenza di sangue si rende indispensabile l’attivazione dei donatori per evitare possibili blocchi di attività nei nostri ospedali. Per tanto esorto tutti i nostri donatori e tutti i cittadini in buone condizioni di salute a recarsi presso i nostri punti di raccolta sangue per effettuare la donazione”.




Siracusa. Intesa Asp-Federfarma: “Le farmacie diventano Cup”

Le farmacie della provincia di Siracusa diventeranno anche Cup per le prestazioni sanitarie. Sarà siglato a breve il relativo protocollo d’intesa. L’Asp e Federfarma lavoreranno in sinergia per fare in modo che, nel giro di pochi mesi, le farmacie del territorio possano essere utilizzate anche per la prenotazione degli esami diagnostici erogati dalle strutture pubbliche sanitarie. Sarà realizzata un’unica rete. Le farmacie, attraverso la loro postazione, entreranno all’interno del sistema dell’Asp, inserendovi le prenotazioni richieste dai clienti-pazienti. I cittadini potranno pagare il ticket, dunque, proprio in farmacia. “Sarà un servizio utilissimo- commenta il presidente di Federfarma Siracusa, Salvo Caruso- che consentirà alle farmacie di ribadire il proprio ruolo di presidio in grado di erogare servizi a 360 gradi, non solo, quindi, legati alla vendita di medicinali e degli altri prodotti. Il servizio sarà attivato in tutti i comuni della provincia, con un importante snellimento delle file agli sportelli del Cup”.




Sentenze Pilotate: perquisizioni e arresti al Cga, c’è anche l’ex presidente De Lipsis

C’è anche l’ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, Raffaele De Lipsis, tra i destinatari di un ordine di custodia cautelare disposti del gip di Roma, Daniela Caramico D’Auria. A diverse persone vengono contestati i reati di corruzione in atti giudiziari commessi al Consiglio di Stato e al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia. L’indagine è quella relativa a presunte sentenze pilotate a Palazzo Spada. Lo riferiscono le agenzie di stampa.
Come scrive La Repubblica, “il nome di De Lipsis era stato uno dei primi a finire nel mirino dei pm di Roma e Messina che da oltre un anno indagano sul giro di sentenze aggiustate nei processi che riguardano la giustizia amministrativa. Le sue sentenze, a cominciare da quelle sul contenzioso della Open Land a Siracusa, sono state passate al setaccio dagli investigatori della Guardia di Finanza. Secondo gli inquirenti, insieme ad un altro ex presidente del Cga Riccardo Virgilio, già finito agli arresti a febbraio dell’anno scorso, De Lipsis sarebbe stato tra i giudici sui quali Amara e il suo socio di studio Calafiore ricorrevano in favore dei loro clienti”.