Siracusa. Ex Provincia Regionale, numeri da profondo rosso: perchè non proclamare il dissesto?

I numeri sono contro il Libero Consorzio siracusano. E’ gravato da circa 9 milioni di euro di mutuo all’anno, “fino al 2044” spiega il deputato regionale Enzo Vinciullo. E poi ci sono i costi ordinari di gestione pari a 1,7 milioni al mese senza considerare investimenti o altro.
Di fronte ad una situazione simile, con risorse ormai insufficienti a garantire l’ordinario (e gli stipendi), diventa difficile capire perchè il default – unica soluzione che appare logica – faccia così paura.
Con il dissesto i lavoratori sarebbero comunque tutelati e subentrerebbe il Ministero degli Interni nella “ricostruzione” dell’ente siracusano. A meno che non ci sia qualcosa da nascondere, il default sembra l’unica soluzione plausibile all’agonia a cui sono costretti dipendenti della ex Provincia e lavoratori di Siracusa Risorse.
Il commissario straordinario Arnone prenda il coraggio a due mani e prenda atto dell’irreversibilità della crisi. A dicembre chiuderà la tesoreria regionale, immaginare una pioggia di milioni di euro per Siracusa (almeno 18) in poche settimane è pura utopia. Basta guardare cosa è successo nelle scorse settimane: Palermo ha destinato 4 milioni a Enna e solo 750.000 euro a Siracusa. E poi, comunque, tra tre mesi di nuovo punto e a capo?
In queste condizioni non si possono aspettare le elezioni di febbraio 2017 (se la data verrà confermata) per “scaricare” la responsabilità della scelta sulla politica. In fondo, la Regione Puglia ha dichiarato lo stato di dissesto tempo addietro ed oggi è ente modello, specie per la programmazione e l’uso delle risorse comunitarie.




Priolo. Sciopero Ias, rallenta per 24 ore la depurazione dei fanghi industriali: "no rischio ambientale"

Si ferma per 24 ore il depuratore Ias. Braccia incrociate da questa mattina per i circa cento lavoratori coinvolti, tra diretti ed indotto. Con loro i segretari delle sigle dei chimici di Cgil, Cisl e Uil (Tripoli, Rizzuti e Bottaro).
Una fermata controllata per la struttura che si occupa di depurare in particolare fanghi e reflui della zona industriale. I processi di depurazione rimangono garantiti ma il conferimento da parte delle aziende dell’area industriale è fortemente rallentato. Lo sciopero, quindi, non avrà riflessi diretti dal punto di vista ambientale. Discorso diverso, però, se l’agitazione dovesse proseguire. Il depuratore consortile è infatti considerato il “fegato” della zona industriale. Insomma, organo vitale.
I lavoratori, con la protesta di oggi, vogliono sollecitare la Regione ancora attendista nella scelta di un modello di governance per il depuratore. Per i sindacati (e per i lavoratori) sarebbe utile continuare con la partecipazione mista pubblico-privato che sin qui ha permesso alla struttura di svolgere bene il suo lavoro. Ma da Palermo si guarda anche ad altre soluzioni, senza ancora decidere. In questa situazione di limbo, Ias non può assicurare gli investimenti necessari per la manutenzione, con tutti i rischi annessi. Non solo, anche i lavoratori iniziano a nutrire preoccupazioni per il loro stesso futuro.
Più lo stallo perdura, più la situazione si complica.
I lavoratori hanno ricevuto la solidarietà della deputata regionale Marika Cirone Di Marco, che li ha raggiunti al presidio. Attesi anche i sindaci di Priolo, Melilli e Siracusa.




Siracusa-Catania, gallerie al buio. Il Prefetto convoca Anas, troppe cicliche criticità

Gallerie dell’autostrada Siracusa-Catania ciclicamente al buio, nonostante interventi, migliorie e milioni di euro. Sembra quasi serva l’esercito per proteggere i cavi, rame o alluminio che sia, presi di mira da astute e ineffabili gang.
Ma adesso scende in campo la Prefettura. Alle 11.00 di domani, il prefetto Armando Gradone presiederà una riunione per una urgente valutazione congiunta “delle perduranti criticità del sistema di illuminazione delle gallerie e connessi impianti tecnologici dell’autostrada Catania-Siracusa”.
Alla riunione sono stati invitati a partecipare i rappresentanti della Direzione Generale Anas, regionale e Area, i vertici della Polizia Stradale Sicilia Orientale, dei comandi provinciali dei Vigili del Fuoco di Catania e Siracusa e delle sezioni di Polizia Stradale di Catania e Siracusa.




Siracusa. Nuovo stop ai collegamenti in treno con Catania da gennaio a marzo 2017

Nei primi mesi del 2017 chiude di nuovo la tratta ferroviaria Siracusa-Catania. Stop ai treni, tornano i pullman per i pendolari. Almeno da gennaio a marzo 2017 secondo le previsioni di Rfi e Trenitalia.
La chiusura è necessaria per completare i lavori di ammodernamento e velocizzazione della tratta ferroviaria, avviati in estate con una prima interruzione del collegamento da giugno a settembre.
I lavori dovrebbero avere durata di 60 giorni e riguardano il secondo appalto Bicocca-Augusta con rifacimento di un viadotto esteso circa 3 km. Costo complessivo pari a 28 milioni di euro.
“Questo darà una boccata di ossigeno ad alcuni settori produttivi coinvolti nel rifacimento e ristrutturazione della linea ferrata”, esulta Vera Uccello, segretaria della Filt Cgil.
La chiusura del servizio ferroviario creerà però disagi a quanti, passeggeri, studenti, famiglie, lavoratori utilizzato il trasporto ferroviario quindi all’intero territorio.
“Abbiamo chiesto un incontro specifico con Rfi e Trenitalia per ricevere impegni precisi per tamponare i problemi”.




Siracusa e le intemperie: città impreparata? Nuove difese e barriere per Ortigia e la linea di costa

Certo che la natura non ha riguardo per i tempi della burocrazia. I fenomeni più intensi colpiscono Siracusa nel fine settimana. Quando gli uffici sono chiusi e bisogna attendere il lunedì (almeno) per avere una qualche minima reazione di fronte alle intemperie che frustano il territorio.
Pensate alla pioggia eccezionale a limite della calamità naturale tra sabato e domenica di inizio ottobre. E poi il vento che spazza tutto e tutti con tanto di schiuma sospetta in strada al sabato, nel fine settimana trascorso. Verrebbe da dire che la natura chiama agli straordinari. In ogni senso. Episodi che autorizzano ad un interrogativo: ma in caso di emergenze, Siracusa è preparata?
Per rispondere, cominciamo col dire che gli uomini ed i volontari di Protezione Civile sono certamente una preziosa ed utile risorsa, capace di grandi cose. Il problema, semmai, è che la città non ha difese sufficienti. Pensate agli ultimi eventi: piove in maniera eccezionale e la città si allaga, da nord a sud tutto in tilt, in particolare il sistema viario. Forte vento e mareggiate, pezzi di strada vengono mangiati dall’Isola ad Ortigia senza che nessuno dica o faccia niente per ripristinare le normali condizioni dei luoghi.
Vista così, il dubbio che Siracusa non sia preparata a fenomeni eccezionali sorge spontaneo. Dai frangiflutti agli interventi di consolidamento contro il rischio idrogeologico: trent’anni di politica e finanziamenti inghiottiti dal buio (informativo).
La città ha bisogno di nuove difese, fisiche e visibili. Frangiflutti a difesa dei muraglioni di Ortigia contro l’ingrottamento del mare, innanzitutto. E poi il resto dell alinea di costa, da consolidare contro crolli e sfarinamenti già in corso da lido sacramento in avanti.
Cambiano i tempi, cambiano le emergenze. Servono risposte nuove. Perchè quella che una volta era una delle città greche più fortificate e con un castello gioiello di tecnica militare e difensiva, oggi non può prestare il fianco ad ogni intemperia. In una parola, di gran moda, oggi si chiama “prevenzione”.




Siracusa. Ospedale, telecamere nascoste di La7 immortalano pazienti con cateteri in buste di plastica

L’ospedale di Siracusa, l’Umberto I, ha ricevuto la visita delle telecamere nascoste della trasmissione de La7, Tagadà. Dopo il caso del bidone usato per i drenaggi in urologia, il programma di Tiziana Panella è andato a vedere com’è la situazione dal punto di vista igienico tra corsie e reparti del nosocomio siracusano.
Per scoprire che se i bidoni sono scomparsi, rimangono alcune situazioni “strane” come il caso di pazienti con catetere trasportato all’interno di una busta di plastica.
Parla al telefono anche il primario autosospeso Bartolo Lentini che invita ad una indagine retroattiva per scoprire come negli anni passati venivano usati anche vasi e tinozze quando le sacche non erano disponibili. Insomma, ancora un quadro poco confortante.
SiracusaOggi.it ha anche scoperto che era stato presentato all’Asp di Siracusa un macchinario per i drenaggi che avrebbe risolto i problemi attuali di urologia ma l’apparecchio – giudicato valido dai medici – non è stato acquistato perchè caro per le economie dell’azienda sanitaria. Una scelta, però, che ha “costretto” il reparto ad andare avanti con i bidoni.




Siracusa. Caso Open Land: i vari processi costano alle casse del Comune, si sfiorano i 100.000 euro

Caso complicato quello che vede opposti Comune di Siracusa e Open Land. Gran lavoro per gli avvocati, impegnati sul fronte amministrativo e penale. Le sentenze ed i pronunciamenti si susseguono, seguendo linee anche opposte in base al “capitolo” d’indagine.
E così succede che Palazzo Vermexio sorride da una parte, si corruccia dall’altra. L’assoluzione dell’ex dirigente dell’Urbanistica Emanuele Fortunato e dell’avvocato D’Alessandro con formula piena dall’accusa di abuso d’ufficio ha rappresentato un punto a favore di palazzo di città. Commento forte e deciso da parte del sindaco Garozzo, soddisfatto della decisione dei giudici. Le casse del Comune dovranno però provvedere al pagamento delle parcelle degli avvocati che hanno difeso gli accusati usciti “puliti” dal processo. E comunque si parla in totale di 5 funzionari per una spesa legale “importante” che oscillerebbe tra 50 e 60 mila euro.
Poche settimane prima, sempre nell’annosa diatriba tra Open Land e Comune di Siracusa, la Cassazione ha bocciato come inammissibile un ricorso presentato da palazzo Vermexio. Non solo, ha condannato il Municipio (e Legambiente Sicilia, ndr) al pagamento a favore della società privata di 12.200 euro oltre spese accessorie, ovvero 17.801,26 euro. A stretto giro di posta è poi arrivata anche la parcella dell’avvocato D’Alessandro che aveva presentato il ricorso (“inammissibile”) per conto del Comune di Siracusa: 19.928,88 euro. In totale fanno quasi 40.000 euro. A pagare è sempre la stessa tasca.
“Il professionista ha deciso di costituirsi in Cassazione. Non lo avesse fatto, sarebbe stato probabilmente accusato di negligenza e di non aver difeso il Comune. Le cause poi si vincono e si perdono”, spiega il sindaco Garozzo. “Come si potrebbe sostenere che si tratti di eccesso di difesa. Ma è materia complessa – aggiunge il primo cittadino – proprio per questo ci si affida a professionisti”. Quanto costeranno al Comune le parcelle degli avvocati dei funzionari assolti dalle accuse di Open Land? “Ancora nessuna cifra precisa ma sicuramente siamo abbondantemente sopra i 40.000 euro del ricorso in Cassazione per una accusa che i giudici hanno ritenuto totalmente infondata”.




Il caso Siracusa all'antimafia regionale, Zappulla: "ho confermato sistema malato"

Continua in commissione regionale Antimafia l’analisi del caso Siracusa. Oggi è stato ascoltato il deputato nazionale del Pd, Pippo Zappulla.
“Ho confermato le mie valutazioni sulle note vicende comunali: molte zone d’ombra e un sistema malato a causa di una asticella della legalità e della trasparenza scivolata troppo in basso”, commenta al termine. “Dodici fascicoli e e forse più di indagini e 31 richieste di rinvio a giudizio testimoniano che le vere ipotesi di infiltrazione emerse davvero riguardano le accuse di concussione, di corruzione e di tante anomalie e irregolarità amministrative e gestionali. Si tratta, quindi, di attendere con grande fiducia l’ottimo lavoro delle Commissioni Antimafia e soprattutto quello egregio della Procura della Repubblica per fare piena luce, verità e giustizia”, l’analisi di Zappulla.
“Ma mi appare abbastanza chiaro che lo scenario che già si intravede nitidamente è quello di un grande flop e chi si è dilettato in improvvide e irresponsabili dichiarazioni infamanti contro alcune persone e l’intero Partito presto sarà chiamato a risponderne in ogni sede politica e istituzionale”, dice rivolto al sindaco di Siracusa.
“Ho consegnato, infine, alla Commissione e al suo Presidente ampi stralci delle conferenze stampa tenute da solo e insieme alla consigliera comunale del Pd, Simona Princiotta, sulle vicende comunali. Sintesi esemplificative del vero scontro in atto in questi anni”.




Furto di cavi di rame, la Camera dice si all'inasprimento pene. Amoddio (Pd): "speriamo il Senato sia celere"

“Per contrastare gli innumerevoli casi di furto di rame e di altro materiale elettrico che avvengono su tutto il territorio italiano e che nella nostra provincia raggiungono il loro culmine nell’incresciosa situazione delle gallerie della Siracusa – Catania, la Camera dei Deputati, ha approvato una legge che rende il furto di rame autonoma fattispecie di reato punendolo con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 1.000 a 5.000”. La parlamentare Sofia Amoddio (Pd) presenta così la novità.
“Il furto di rame e di altri metalli, benché diminuito negli ultimi anni, ha delle pesanti conseguenze sull’economia del paese, causando decine di milioni di euro di danni e disservizi nella fornitura di energia elettrica e nelle telecomunicazioni. Tenuto conto che in molti casi il furto di rame è diventato business della criminalità organizzata, si prevede la punibilità espressa con pena detentiva più aspra se il reato è commesso da organizzazioni criminali”.
A Siracusa, purtroppo, è un fenomeno criminale ben noto. “Nel nostro territorio ci sono vere e proprie bande strutturate, dedite a questo tipo di reato. Inutile dire che, senza bicameralismo perfetto, il provvedimento in questione sarebbe già legge dello Stato invece, dovrà andare al Senato, passare dalle commissioni, essere calendarizzato per il voto in aula e se ne verrà cambiata anche solo una virgola, dovrà tornare alla Camera nel solito, estenuante, gioco di rimbalzi”.




Classifica città intelligenti: Siracusa migliora di 16 posizioni, 80.o posto

Presentato a Bologna il rapporto annuale “ICityRate 2016”, la classifica delle città intelligenti. E’ l’indagine realizzata da FPA che stila la classifica dei 106 Comuni capoluogo sulla base di 105 indicatori statistici e sette dimensioni tematiche: Economy, Living, Environment, People, Mobility, Governance e Legality. In testa alla classifica Milano sempre più internazionale e in volata rispetto alle altre, Bologna salda al secondo posto e punta di diamante nella smart governance e Venezia, la new entry che sale sul podio spingendo Firenze in quarta posizione.
Sorpresa Siracusa: sale di ben 16 posizioni dall’anno passato, superando Palermo e Catania ed esprimendo le migliori performance in indicatori quali la dispersione idrica, l’equilibrio occupazionale di genere, l’accessibilità degli istituti scolastici, la bassa presenza di giornalisti e amministratori minacciati.
Rimane comunque nelle posizioni basse della classifica: è 80.a mentre nel 2015 era al 96.o posto. Piccola consolazione: è la prima delle siciliane.