Industrie sotto esame, Ficara e Zito: “i miasmi non erano allucinazione collettiva”

“Avere riportato al centro delle attenzioni la salute dei cittadini ed il controllo di un fenomeno così impattante sulla qualità della vita come l’inquinamento sono fattori positivi, dopo decenni in cui si è guardato maggiormente ad altri indicatori”. Sono le parole con cui il parlamentare nazionale Paolo Ficara ed il deputato regionale Stefano Zito (MoVimento 5 Stelle) commentano l’indagine No Fly della Procura di Siracusa ed i sequestri preventivi eseguiti.
“Significativa l’attenzione della magistratura siracusana che ha saputo ascoltare le decine di esposti di associazioni e cittadini. I miasmi sembrava fossero una sorta di allucinazione nasale collettiva ma forse, come pare indicare questa inchiesta, ci sarebbero elementi per giungere a ben diverse conclusioni. Posto che sarà compito della magistratura individuare quelle conclusioni, come parlamentari del Movimento 5 Stelle solleciteremo nelle prossime ore il ministero dell’Ambiente, chiamato in causa con le Aia, e la Regione, proprietaria del depuratore consortile, soggetti da cui ci aspettiamo elementi per far chiarezza, ciascuno per le proprie competenze, su quanto contestato dalla Procura”, aggiungono Zito e Ficara.
Sostanze inquinanti da normare, processi autorizzativi da uniformare e controlli univoci per monitorare le emissioni sono le richieste a cui vent’anni di politica italiana non hanno saputo fornire adeguate risposte.
E le industrie? Anche loro – come sistema – hanno bisogno di regole certe e uguali su tutto il territorio nazionale per operare correttamente, come avviene in gran parte dei paesi occidentali. “Lo sviluppo industriale ha anche prodotto benessere, incidendo sullo sviluppo complessivo del Paese. Questo deve continuare ad avvenire però in maniera rispettosa delle leggi, dell’ambiente e della salute dei cittadini”, la chiosa finale dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle.




Siracusa. Una Guardia Medica al Pronto Soccorso per ridurre i tempi di attesa

Da venerdì 1 marzo 2019 una delle due Guardie mediche attualmente allocate nel presidio ospedaliero Rizza di viale Epipoli sarà trasferita nell’area interna al Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa, negli stessi locali del punto di primo intervento. Garantita così nell’area di emergenza anche la presenza nelle 24 ore di medici di continuità assistenziale.
Questa soluzione dovrebbe consentire agli utenti che si recano al Pronto soccorso con patologie di bassa complessità di trovare sul posto l’assistenza gratuita della Guardia medica evitando di sovraffollare l’area di emergenza.
L’Azienda Sanitaria ha predisposto la cartellonistica sia stradale che interna e l’insegna luminosa all’ingresso del nosocomio, completa di recapiti telefonici fisso e cellulare (0931 724250 – 3346455519), per rendere più facilmente individuabile la Guardia medica nella nuova postazione dell’ospedale Umberto I.
La seconda guardia medica del capoluogo sarà mantenuta nel presidio ospedaliero Rizza.
L’iniziativa rientra nell’ambito delle misure avviate dalla direzione strategica dell’Asp di Siracusa per contrastare il fenomeno del sovraffollamento nei Pronto soccorso, in linea con il recente decreto dell’assessorato regionale della Salute.
Il provvedimento è già stato adottato anche per l’ospedale di Noto, dove Guardia Medica e PPI sono operativi da ieri nell’area del Pronto soccorso.
All’ospedale di Lentini da lunedì 25 febbraio sarà attivo nell’area del Pronto soccorso il Punto di Primo intervento mentre ad Avola la guardia medica è già allocata nei pressi dell’area di emergenza dell’ospedale Di Maria, cosi come all’ospedale Muscatello di Augusta dove è presente anche il PPI.
“Da una analisi a livello locale – spiega il commissario straordinario Salvatore Lucio Ficarra – si è avuto modo di evidenziare che buona parte del sovraffollamento al Pronto soccorso è dovuto all’afflusso di accessi inappropriati che sono di pertinenza delle guardie mediche. Basti pensare che nel 2018 su 65 mila accessi al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I il 30% di essi erano inappropriati o a bassa complessità. La presenza dei medici di continuità assistenziale all’interno dei Pronto soccorso, pertanto, consentirà ai pazienti con patologie non urgenti di essere assistiti dalle guardie mediche riducendo l’afflusso nell’area di emergenza con una drastica riduzione dei tempi di attesa”.




Alpino e Auvergne “riavvicinano” Italia e Francia: ormeggiate a Siracusa, visite a bordo

I rapporti tra Italia e Francia sono stati ultimamente tesi ma al porto di Siracusa i due tricolori sventolano uno accanto all’altro. Sono infatti ormeggiate a poca distanza le fregate Alpino e Auvergne, banchina 3 per l’unità della Marina Militare Italiana, banchina 4 per la nave da guerra francese.
Nave Alpino è una fregata missilistica consegnata alla Marina nel 2016 e nel corso del 2018 ha attraversato l’oceano Atlantico per una campagna svolta in collaborazione con altre marine alleate. Della stessa classe e dello stesso programma Francia-Italia anti-sottomarino è la francese Auvergne.
Durante il fine settimana c’è la possibilità di visitare le unità, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.




Siracusa. I volontari ripuliscono la spiaggia della Playa, tanta plastica sull’arenile

Volontari all’opera questa mattina sulla spiaggia nota come “playa”, nell’area della riserva delle Saline di Siracusa. Armati di guanti e sacchetti hanno ripulito il litorale dalla plastica e da altri rifiuti che si erano raccolti sull’arenile anche per effetto delle mareggiate.
Sfruttando qualche ora di bel tempo, i ragazzi che si hanno deciso di mobilitarsi per questa operazione di pulizia hanno raccolto 25 grandi sacchi di rifiuti, avviati adesso a corretto smaltimento. C’erano anche un frigorifero ed una decina di copertoni.
A “guidare” le operazioni il 18enne Sebastian Colnaghi che si era già segnalato per aver “ripulito” l’area della Pillirina, piazzando anche dei cartelli per invitare a non abbandonare rifiuti. Sulla spiaggia della playa, pochi giorni fa, Sebastian aveva trovato un messaggio in bottiglia. Era stato affidato alle onde del mare in agosto da una coppia di coniugi tedeschi. La bottiglia, però, era di plastica ed è adesso finita nella differenziata.




L’ultimo saluto a Gabriele e Manuel. “Vicini ai genitori, con discrezione e tenerezza”

Il lutto cittadino, la commozione e il ricordo ma anche tante testimonianze e applausi. Noto si è fermata per un giorno, lo ha fatto in occasione dei funerali di Manuel Petralito e Gabriele Marescalco, i due adolescenti vittime pochi giorni fa in via Montessori di un incidente stradale. “Ci siamo svegliati nel dolore – ha sottolineato don Angelo Giurdanella, vicario generale che ha celebrato il rito funebre alla Cattedrale di Noto – Ci accostiamo al dolore dei genitori e lo facciamo con tenerezza e discrezione. E’ difficile trovare le parole adatte e non possiamo che stringerci tutti attorno in un simbolico abbraccio per una comunità ancora troppo scossa da quanto accaduto. Gesù è stato mandato per condividere il nostro dolore e stringerci in un abbraccio come segno di amore. E’ il momento della riflessione, della preghiera del pensiero rivolto alle due famiglie ed è per questo che non occorre mai sottovalutare il valore della famiglia. Per questo dico sempre, sin quando si è in tempo, di tenere per mano i vostri genitori, di far capire loro quanto siano fondamentali nel vostro percorso di crescita proprio come lo erano i genitori di Manuel e Gabriele”. Tante le testimonianze e gli striscioni, come quelli esposti davanti alla scuola dei due giovani dalla comunità dei Caminanti, particolarmente colpiti come tutti i netini che oggi hanno perso due figli della propria terra e che ancora non riescono a darsi delle risposte su quanto accaduto.




Noto. Giorno del dolore: Gabriele e Manuel, lasciati soli in strada in quegli ultimi minuti

Oggi Noto si ferma per tributare un ultimo commosso saluto a Gabriele Marescalco e Manuel Petralito, i due ragazzi che hanno perduto la vita nel tragico incidente di via Montessori. Alle 15.30 in Cattedrale saranno officiati i funerali. E’ lutto cittadino: bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio in molti uffici pubblici e scuole. Molte attività commerciali hanno raccolto l’invito del sindaco e terranno le saracinesche abbassate durante la celebrazione. Una partecipazione corale e collettiva, sebbene silenziosa, al dolore di una comunità intera, ancora sotto shock per l’accaduto.
E’ il giorno del dolore, ma anche della rabbia. Due fratelli poco più che trentenni sono stati denunciati per omicidio stradale, uno, e per la sola omissione di soccorso, l’altro. Erano a bordo dell’auto che si è scontrata con lo scooter dei due ragazzi. Subito dopo l’incidente sono scappati, lasciando da soli Gabriele e Manuel – 16 e 17 anni – agonizzanti per diversi minuti. “Abbiamo avuto paura, siamo scappati”, hanno raccontato ai poliziotti di Noto quando si sono costituiti, a diverse ore di distanza dall’incidente. Una versione che non ha convinto per nulla gli investigatori certi vi sia ben altro da raccontare.
Un gesto vigliacco quello di lasciare due ragazzini morenti. Gabriele e Manuel erano ancora vivi dopo il terribile impatto. Respiravano a fatica, con lesioni gravissime che ne hanno causato la morte in pochi minuti. Non più di otto, secondo il medico legale che ha svolto l’autopsia, Francesco Coco. Non potevano essere salvati, neanche da un intervento immediato dei soccorritori. Ma averli abbandonati così, sull’asfalto è stato disumano.

foto Salvatore Morana




Le indagini: cosa sappiamo del drammatico incidente di via Montessori?

A distanza di tre giorni da quel maledetto scontro notturno in via Montessori, a Noto, non è ancora chiara la dinamica dell’incidente. Da una parte lo scooter con Gabriele alla guida e Manuel seduto dietro, dall’altra la Golf con a bordo due fratelli di 33 e 31 anni. Tutto il resto dovrà essere chiarito dalla perizia sui mezzi che la Procura di Siracusa ha fissato per questo pomeriggio alle 15. Consulente tecnico di parte è l’ingegnere Chiarenza. Toccherà a lui ricostruire cosa è accaduto. Dovrà stabilire il punto d’impatto esatto, la velocità dell’auto e dello scooter, le direzioni di marcia, l’avvenuto utilizzo dei dispositivi di sicurezza previsti (il casco, ndr).
Anche sulla scorta di questi elementi il pm deciderà le prossime mosse. I due fratelli che si trovavano dentro l’auto sono a Noto, nella loro abitazione. Denunciati a piede libero, hanno affidato la loro difesa all’avvocato Aldo Ganci. “Siamo di fronte a fatti dalla gravità inaudita, il dolore è di tutti”, premette il legale prima di ogni valutazione. “Anche i miei assistiti sono addolorati”, spiega cercando di non urtare sentimenti altrui. I due fratelli si sono presentati in commissariato alcune ore dopo l’incidente. “Erano spaventati, presi dal panico. Non volevano sottrarsi, tant’è che hanno lasciato la macchina lì. Non hanno messo in moto l’auto e non sono scappati. Forse hanno vagato per Noto terrorizzati, prima di presentarsi in commissariato. Non volevano nascondersi. Ma vedremo di chiarire al momento debito”.
Alla guida dello scooter c’era Gabriele Marescalco. Nell’impatto, sarebbe finito contro l’autovettura, infrangendo il parabrezza e rimanendo incastrato tra lo scooter e il portellone del vano motore della Golf. Manuele sarebbe invece stato sbalzato oltre il parapetto che costeggia la strada, un volo concluso sul selciato di un piccolo dirupo. Le gravissime lesioni non gli avrebbero lasciato scampo.
Agli inquirenti, i due fratelli hanno raccontato la loro versione dei fatti. “Eravamo vicini al ciglio destro della strada e l’impatto è avvenuto sulla parte anteriore della nostra auto, lato passeggero”, hanno detto assistiti dal loro legale. Dovranno però chiarire anche perchè non abbiano chiamato i soccorsi, nè dopo l’incidente e neanche nei minuti seguenti. Intanto, nessuna relazione o perizia tecnica parla di alcol. Ci vorranno trenta giorni circa per conoscere i risultati degli esami tossicologici a cui si sono sottoposti anche i due denunciati.




Augusta. La Dia sequestra beni per 300mila euro a imprenditore vicino al clan Nardo

E’ ritenuto vicino al clan Nardo di Augusta l’imprenditore Giuseppe Petullà a cui la Dia di Catania ha sequestrato beni per 300mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del direttore della Dia, Giuseppe Governale, in sinergia con la procura distrettuale Antimafia. Sono state sequestrate tutte le quote del capitale sociale della società Agenzia del Centro S.r.l. con sede ad Augusta.
Accertamenti patrimoniali hanno evidenziato una netta sperequazione tra il valore dei beni a vario titolo posseduti, il tenore di vita mantenuto e le fonti di reddito documentate dal nucleo familiare.
Il ruolo di Pedullà era già emerso nelle indagini Morsa 2 e Nostradamus: in quest’ultima l’uomo è stato arrestato con Fabrizio Blandino, Renzo Vincenti Marcello e Massimiliano Rizzo, accusati di di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e altro.
Le intercettazioni, svolte dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Siracusa, hanno fatto emergere come Blandino, sottoposto ai domiciliari, avrebbe mantenuto contatti con i vertici del clan “Nardo”, attraverso Giuseppe Petullà e Renzo Vincenti.




Siracusa. Chiude Spaccio Alimentare, tre mesi per ristrutturare: 87 lavoratori in bilico

Chiude, ma solo per tre mesi, l’ipermercato del centro commerciale I Papiri. Era ancora aperto nonostante l’intera struttura sia oggetto di massicci lavori di ristrutturazione. Il gruppo Cambria è stato autorizzato alla chiusura temporanea dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, sezione fallimentare. Il ramo aziendale non sarà dismesso, nessun contratto sospeso e nessuno degli 87 dipendenti siracusani licenziato.
Potranno invece accedere alla cassa integrazione o venire ricollocazione “presso altro punto di vendita in base al piano di rotazione in essere”. Ecco, questo ultimo passaggio è quello che allarma maggiormente i sindacati, in particolare la Filcams Cgil, non essendo su base volontaria.
Possono intanto partire i lavori di ristrutturazione anche all’interno dell’ipermercato. Lavori più che mai necessari. Il centro commerciale è un cantiere e mantenere aperto l’ipermercato appariva un paradosso. Peraltro, la presenza di polveri e materiali edili aveva portato alla richiesta, nei giorni scorsi, da parte degli uffici dell’Asp di più reparti: pasticceria, rosticceria, salumeria, macelleria e ricevimento freschi.
Nei giorni scorsi i dipendenti avevano protestato all’esterno del centro commerciale di Necropoli del Fusco proprio per la incredibile situazione vissuta.




“Sistema Siracusa”, altri arresti per corruzione: c’è anche l’imprenditore Bigotti

Ancora sviluppi nelle indagini che si allacciano con il cosiddetto sistema Siracusa. Sono stati arrestati per corruzione in atti giudiziari e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale l’imprenditore piemontese Ezio Bigotti e Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero Eni. Sono stato posti ai domiciliari.
La vicenda si intreccia con l’operazione “Sistema Siracusa” diretta sempre dalla Procura di Messina e che, nel mese di febbraio dell’anno scorso, ha portato all’arresto di 13 persone sospettate di far parte un “comitato di affari” capace di condizionare il buon andamento della gestione della giustizia nella provincia aretusea e che, successivamente, sulla base delle dichiarazioni rese dai principali indagati (i legali Piero Amara e Giuseppe Calafiore) ha portato a diversi ed importanti sviluppi investigativi.
Nel provvedimento cautelare odierno, in sintesi, sono state ricostruite diverse modalità illecite poste in essere dagli avvocati siracusani con l’obiettivo di favorire – con la loro “rete” – Ezio Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonché in sede tributaria. Inoltre, è stata messa in luce una complessa operazione giudiziaria che sarebbe stata ordita dall’avvocato Amara e poi realizzatasi grazie alle condotte dell’ex pm Longo per ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni.