Omicidio di Avola, le parole di Giuseppe Lanteri: "non volevo uccidere"

“Non volevo uccidere”. Al magistrato che nella notte lo ha interrogato, Giuseppe Lanteri non ha saputo fornire particolari motivazioni circa il suo gesto. Aveva un coltello e – pare – non fosse neanche la prima volta che uscisse per Avola con quel tipo di arma bianca con sè. “Non volevo uccidere”, ha ripetuto mentre gli veniva chiesto conto di almeno due fendenti: quello presumibilmente mortale alla giugulare ed un secondo alla base della nuca di Loredana Lopiano, la mamma di quella ragazza che per tre anni era stata la fidanzatina di Lanteri.
Era lei, la donna, l’unica con cui il ragazzo riusciva a parlare della relazione finita e del suo disagio. Vedeva in lei una sorta di sponda per riallacciare i rapporti con la figlia, interrotti nella primavera scorsa. Il che rende ancora più difficile comprendere e accettare quello che è accaduto ieri mattina.
Giuseppe Lanteri era appostato nei pressi dell’abitazione dell’infermiera. In casa c’erano lei e la figlia, al terzo piano. Non appena Loredana Lopiano è uscita, si è trovata di fronte il ragazzo. Qualche scambio di battute e poi, in quel piccolo androne di due metri quadrati, la tragedia. Sarà l’autopsia a stabilire con certezza quante volte la donna è stata colpita. Ma è un mistero il perchè la discussione sia degenerata fino al dramma. Un movente pare ancora non esserci. Materia da avvocati, con un più che probabile ricorso a perizie per stabilire la momentanea incapacità di intendere e di volere del giovane che, peraltro, parrebbe assumere farmaci (alcuni li aveva con sè al momento del fermo, ndr). “Era lucido e consapevole al momento del fermo”, spiegano gli agenti del commissariato di Avola, senza aggiungere altro. Insomma, sapeva di aver ucciso.
Ma non si è consegnato. Ha preferito la fuga. Solitaria. Ha cambiato i pantaloncini a casa della nonna, nei pressi della piazza dei Cappuccini. Poi, con ancora indosso la maglietta sporca di sangue, la scelta di fermarsi in quella scogliera su cui è difficile scorgere qualcuno.
Ore di silenzio. Anche la sua famiglia lo cerca. Partono messaggi e telefonate. Ma lo smartphone del ragazzo è spento. Si teme il suicidio fino a quando, improvvisi, appaiono i primi messaggi inviati a parenti. In particolare ad un cognato in Puglia. “Ho fatto una c#zzata”, avrebbe scritto in uno di questi. Agganciato quel segnale, gli investigatori arrivano alla sua posizione e, nottetempo, al fermo.
Non oppone resistenza, non prova a scappare. Ancora in maglietta e pantaloncini, affamato e infreddolito, segue i poliziotti prima in commissariato (dove troverà i genitori per un breve incontro) poi in carcere a Cavadonna. Non si danno pace i suoi genitori, una famiglia normale distrutta dalla duplice tragedia.
E gli interrogativi si moltiplicano. Voleva parlare con la ex fidanzatina? Loredana Lopiano lo ha impedito? Perchè l’ha colpita? Per ora domande tutte senza risposta. Rimane la rabbia per una morte senza senso che piega in due dal dolore, lancinante, una famiglia perbene e benvoluta ad Avola. La giovane figlia, l’unica in casa con la madre poco prima della tragedia, è costretta a rivivere i fotogrammi di un incubo. Un rumore sordo, come una caduta. La corsa al piano di sotto, la mamma rantolante in terra, il sangue, il disperato tentativo di prestare soccorso e la drammatica telefonata al 112. L’ambulanza arriva in fretta. Ma per Loredana Lopiano non c’è più nulla da fare. Poco distante, Giuseppe Lanteri cambia pantaloncini e sciacqua braccia e volto prima di dare vita alla sua breve latitanza.




L'omicidio di Loredana Lopiano, Avola si stringe intorno alla famiglia

Un fiaccolata in piazza Umberto I e un minuto di silenzio in tutti i luoghi istituzionali. Queste le due iniziative organizzate dall’amministrazione comunale dopo l’omicidio in via Savonarola. Ieri Avola si è svegliata apprendendo della tragica scomparsa dell’infermiera Loredana Lopiano, e scenderà in piazza Umberto I domani, sabato sera, a partire dalle 18,30 con una fiaccolata in memoria della mamma assassinata.
“Questo femminicidio – dice il primo cittadino Luca Cannata – segna profondamente la nostra città. Un’altra vittima innocente della follia omicida di chi dà poco valore alla vita e al rispetto della donna. Il momento di angoscia e di sofferenza, oltre al cordoglio e alla vicinanza a chi vive queste ore di dolore, ci deve spingere a riflettere su quanto accaduto”.
Rinnovando la vicinanza alla famiglia, Cannata chiede al presidente del Consiglio comunale che sia osservato, all’inizio della prima assise utile, un minuto di raccoglimento per ricordare la donna e invita tutte le istituzioni a osservare un minuto di raccoglimento per il giorno in cui avranno luogo i funerali.
“Credo da amministratore pubblico ma soprattutto come uomo e padre di famiglia – conclude – sia necessaria una presa di coscienza nell’educare le nuove generazioni al rispetto dei valori umani. Per questo ritengo necessario continuare con le campagne di sensibilizzazione indirizzate ai più giovani, che dovranno coinvolgere ancora una volta le scuole, perché è opportuno ricordare ai nostri ragazzi quanto la vita sia preziosa”.




Arrestato nella notte il presunto assassino di Avola: ha 19 anni, nascosto in spiaggia

Giovanissimi, volto ancora da ragazzino. Lontano, lontanissimo da un killer. Eppure è lui, Giuseppe Lanteri, il sospettato numero uno dell’omicidio di Loredana Lopiano. Poco dopo mezzanotte è stato rintracciato dai poliziotti di Avola che erano da ore sulle sue tracce. A “tradirlo”, il suo smartphone. Alcuni messaggi sono stati stati intercettati e hanno permesso, attraverso l’analisi delle celle, di restringere il cerchio. La notte aveva deciso di passarla fra i frangiflutti del lungomare di viale Aldo Moro a Pantanello, nei pressi del Lido Cabiria, quasi alla fine del lido di Avola.
Stava tra gli scogli e la sabbia, infreddolito. E’ stato condotto in caserma e subito interrogato. Il movente sarebbe riconducibile alla fine della relazione con una delle due figlie della sfortunata infermiera. Non si sarebbe mai rassegnato, roso dalla gelosia. Sino all’epilogo finale. Drammatico.
Alle 7.30 di ieri mattina si sarebbe presentato alla porta di casa della Lopiano. E non appena hanno aperto la porta, sono partiti i fendenti. Violenti, alla gola. In fuga, avrebbe raggiunto casa della nonna, per cambiare gli abiti insanguinati. Poi la paura e la ricerca di un luogo “sicuro” in cui nascondersi, braccato dalla Polizia.




Palazzolo Acreide. Riattivato il servizio di Radiologia al "Pta"

Riparte il servizio di radiologia del Presidio Territoriale di Assistenza di Palazzolo. Lunedì, prestazioni nuovamente a disposizione dei cittadini della zona montana. Motivo di soddisfazione per Vincenzo Vinciullo, Carlo Scibetta e Luca Russo.
“Un servizio importante, indispensabile-commentano-  per assicurare livelli ottimali di assistenza ai cittadini e per ottenere il quale abbiamo, nel corso del tempo, più volte sollecitato i vertici aziendali dell’Asp”. Scibetta, nel 2010, da sindaco, aveva avviato questo pressing. Dal 26 giugno 2014 l’Asp  aveva stipulato una convenzione con un centro medico di diagnostica al fine di garantire le assistenze radiologiche di cui hanno diritto i cittadini.




La riserva di Vendicari estesa fino a Eloro: audizione in Commissione Ambiente

La riserva naturale di Vendicari sarà estesa all’attigua area Eloro/Pizzuta. La proposta del comitato che presentò tre anni fa la proposta troverebbe la condivisione anche da parte della Regione. La quarta commissione Ambiente dell’Ars ha ascoltato una rappresentanza del comitato per approfondire la questione.”La superficie che si vorrebbe includere nel perimetro della riserva – hanno spiegato gli ambientalisti – ha gli stessi elementi biotici e abiotici che si riscontrano a Vendicari e che nel 1984 motivarono l’istituzione dell’area protetta: la stessa fauna, la stessa flora e vegetazione, gli stessi
habitat. Un altro chilometro di costa che si aggiungerebbe agli otto già protetti, un altro tratto costiero ricco di dune, macchia mediterranea, sabbia, vegetazione alofila e psammofila, scogliere, fauna”. Fabio Morreale di Natura Sicula, spiega che  “lasciare questo patrimonio naturale irriproducibile all’uso e all’abuso di chi non lo rispetta perché vuole solo trarne tornaconto personale, è da irresponsabili. L’area si trova a nord della riserva ed è già soggetta a tre vincoli: archeologico, forestale e paesaggistico. L’inclusione nella
riserva sarebbe opportuno per evitare che i fuoristrada continuino a percorrere le dune per raggiungere comodamente la spiaggia, che gli incivili abbandonino rifiuti, che gli speculatori ci provino con progetti di villette, solarium, parcheggi e altro. Con la riserva si risolverebbero questi problemi e si consentirebbe una più costante fruizione dell’antica città di Eloro, la subcolonia siracusana. I resti di Eloro, ricadenti nell’area da includere alla riserva, sono gestiti dal polo museale di Siracusa”. Il vantaggio sarebbe anche gestionale. “Se diventassero parte della riserva-prosegue Morreale-  verrebbero frequentemente decespugliati dall’ente gestore (l’ex Azienda forestale) e garantita la fruizione, come già avviene per la Cittadella bizantina e l’impianto ellenistico di lavorazione del pesce”. L’iter viene seguito dal deputato regionale Stefano Zito, che ha chiesto l’audizione di martedì scorso come primo passo verso l’avvio concreto dell’iter. Cronologicamente dovranno seguire il parere del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale, l’iscrizione al Piano regionale Parchi e Riserve, il parere della Commissione e la firma del decreto istitutivo.Percorso burocratico particolarmente lungo. Gli ambientalisti incassano, tuttavia, il primo “si”.




Siracusa. Asili nido comunali, porte aperte "presumibilmente" il 29 ottobre

Gli asili nido comunali riapriranno le loro porte il 29 ottobre. E’ scritto nero su bianco sull’atto di indirizzo pubblicato dalla giunta comunale dove, ad onor del vero, è stato aggiunto in via precauzionale l’avverbio “presumibilmente”. Sei gli asili pronti ad accogliere le 376 richieste (anche se alcuni per via del ritardo hanno virato verso strutture private): via Specchi, via Mazzanti, via Servi di Maria, via Cassia, viale Santa Panagia e via Basilicata. Resta fuori, al momento, il Baby Smile di via Regia Corte in quanto servono lavori sulla copertura esterna per oltre 100mila euro. I circa 60 bimbi iscritti – così come gli operatori – troveranno momentaneamente posto in altre strutture comunali.
Per ognuno dei plessi su elencati è stato dato il via libera alle procedure negoziate tramite MePa con aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa. Il servizio sarà garantito fino a dicembre perchè per arrivare fino a giugno 2019 bisognerà attendere l’approvazione del bilancio pluriennale 2019 “e nei limiti delle risorse economiche che saranno destinate dal Consiglio comunale”. Lavoratori garantiti tramite l’inserimento della clausola sociale che prevede il loro passaggio nell’organico dei gestori che verranno.




Pesca: fondi per 2,5 milioni liberati per Avola, Noto, Pachino e Portopalo

Circa 16 milioni di euro per rilanciare il settore siciliano della pesca. Risorse comunitarie messe a disposizione anche di Avola, Noto, Pachino e Portopalo. “L’obiettivo è quello di creare occupazione, attrarre i giovani e promuovere l’innovazione in tutte le fasi della filiera dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e ancora sostenere la diversificazione, all’interno e all’esterno della pesca commerciale, l’apprendimento permanente e la creazione di posti di lavoro nelle zone di pesca, nonché rafforzare il ruolo delle comunità di pescatori nello sviluppo locale e nelle attività marittime”.
Due milioni e mezzo di euro andranno al Flag “Dei due Mari”, che interessa i comuni di Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Ispica, Pozzallo, Modica e Scicli. Le risorse comunitarie saranno destinate prioritariamente alla sistemazione dello scalo di alaggio per natanti da pesca in località Sampieri (frazione di Scicli); riqualificazione dell’approdo in località Calebernardo (frazione di Noto); ripristino dello scivolo di varo e annessa area di manutenzione e riparazione per piccole imbarcazioni da pesca del porto di Portopalo creazione di servizi igienici a supporto delle strutture di vendita gestite da pescatori a Donnalucata e realizzazione di postazioni per lo sbarco del pescato presso il porticciolo di Donnalucata e il molo di Sampieri;
realizzazione di due sistemi di ormeggio per natanti da pesca e di servizi accessori nel porto di Marzamemi; costruzione di pontile galleggiante e passerelle destinati a ormeggio di pescherecci e allo sbarco del pescato nel
molo del porto di Pozzallo; realizzazione dei sistemi antincendio e di distribuzione acqua ed energia elettrica area portuale Portopalo; messa in sicurezza e sistema di videosorveglianza area portuale peschereccia di
Portopalo; costruzione riparo di pesca in contrada Falaride; realizzazione info point telematici; progettazione, sviluppo e gestione di una piattaforma tecnologica evoluta e integrata a supporto dei produttori (imprese di pesca,
trasformazione e vendita); internazionalizzazione delle imprese di pesca; trasformazione, valorizzazione e promozione del pescato siciliano sui mercati esteri; attività propedeutiche alla costituzione di fondi di micro credito gestiti da banche locali e finalizzati a investimenti nel settore della pesca; studio di ricerca applicata ad un intervento di ripopolazione della specie “sepia Officinalis” tra le spiagge “Lido di Avola” e “Pantanello” in Avola; interventi di raccolta, da parte dei pescatori, di rifiuti dal mare in superficie e sui fondali, inclusa la rimozione dal mare di attrezzi da pesca perduti; realizzazione di punti di raccolta dei rifiuti e scarti derivanti
dalla pesca nei luoghi di sbarco.




Siracusa. Medicane si allontana, venti comunque a 39km/h: i consigli

Giornata caratterizzata da forti venti anche in provincia di Siracusa. Le folate intense sfioreranno i 40km orari tra la tarda mattinata ed il primo pomeriggio, con carattere “da burrasca a burrasca forte” come recita il bollettino della Protezione Civile Regionale. Allerta meteo verde, generica vigilanza. Attenzione al forte vento ma nulla più, insomma. Medicane, la non consueta perturbazione ciclonica, ha spaventato più sui media che alla prova dei fatti. Almeno dalle nostre parti, mentre alta resta l’attenzione in Grecia, verso cui sta dirigendosi.
Per Siracusa non è la prima volta con forti venti a 20/22 nodi. In ogni caso, è bene ripetere alcune semplici regole da seguire per evitare rischi. Aiuta in questo l’associazione di Protezione Civile Avcs di Siracusa.
“Se ci si trova all’aperto occorre evitare le zone esposte, rimanendo in una posizione riparata, per evitare il possibile distacco di oggetti sospesi e la conseguente caduta di oggetti anche di piccole dimensioni e relativamente leggeri, come un vaso o una tegola”, il primo consiglio. “Evitare inoltre di percorrere o sostare in aree verdi e strade alberate. Secondo la Protezione Civile l’infortunio più frequente associato alle raffiche di vento riguarda proprio la rottura di rami, anche di grandi dimensioni, che possono sia colpire direttamente le persone che cadere ed occupare pericolosamente le strade, creando un serio rischio anche per motociclisti ed automobilisti”.
Cosa fare nelle zone abitate o in città. “Prestare la massima attenzione, moderare la velocità e, in caso di forte vento, fare una sosta se ci si trova alla guida di un’automobile o di un motoveicolo: le raffiche più intense tendono a far sbandare il veicolo. Massima attenzione anche nei tratti stradali esposti, come quelli all’uscita dalle gallerie e nei viadotti: i mezzi più soggetti al pericolo sono i furgoni, mezzi telonati e caravan, che espongono alle raffiche una grande superficie e possono essere letteralmente spostati dal vento, anche quando l’intensità non raggiunge punte molto elevate. Sono inoltre a rischio tutte le strutture mobili, specie quelle che prevedono la presenza di teli o tendoni, come impalcature e gazebo”.
Da non sottovalutare il problema mareggiate. “Occorre dunque adottare dei comportamenti adeguati e avere cautela nell’avvicinarsi alle zone costiere e ai litorali, evitando di sostare soprattutto su pontili e moli. Va evitata la balneazione e occorre assicurare le barche nelle aree portuali in modo opportuno”, spiegano dall’Avcs.
“Non sono da trascurare le norme di comportamento anche se ci si trova in casa per evitare che la forza del vento faccia cadere vasi e altri oggetti posti su davanzali o balconi. Occorre dunque fissare preventivamente tutti questi oggetti (anche antenne o coperture e rivestimenti di tetti fissati in modo precario) che si trovano nelle zone aperte esposte al vento”.




Omicidio ad Avola: infermiera assassinata, ricercato il fidanzato della figlia

Porterebbe al fidanzato della figlia, un giovane di 19 anni, la pista privilegiata dagli inquirenti che stanno cercando di far luce sull’omicidio dell’infermiera di 47 anni, Loredana Lopiano, accoltellata questa mattina davanti la porta della sua abitazione, in via Savonarola, ad Avola.
Il giovane sarebbe ricercato dalla polizia, che avrebbe raccolto una serie di testimonianze che condurrebbero proprio al 19enne.
La vittima è stata ferita a morte intorno alle 7.30. E’ stata lei ad aprire la porta di casa, probabilmente quindi conosceva il suo assassino. Secondo una ancora parziale ricostruzione, avrebbe fatto da scudo alla figlia vero bersaglio dell’omicida. Le coltellate, violente, hanno raggiunto l’infermiera alla gola. Al punto che un pezzo di lama è rimasto conficcato nel corpo. Il manico, rotto, è stato ritrovato poco distante.
A lanciare l’allarme, proprio la figlia della donna. Vani i tentativi di soccorso. Sul posto, gli uomini del commissariato e i carabinieri. La donna sarebbe spirata durante la corsa disperata in ambulanza verso l’ospedale. L’omicidio sarebbe maturato per dissidi familiari.




L'omicidio di Loredana Lopiano, il sindaco di Avola: "siamo sconvolti"

“Siamo sconvolti. Quanto accaduto stamattina è veramente un dramma che ha scosso non solo me, ma l’intera comunità avolese”. Queste le prime parole del sindaco Luca Cannata, dopo aver appreso dell’omicidio dell’infermiera Loredana Lopiano.
“Tutta la città si stringe al dolore per la scomparsa della donna che lavorava al reparto di Oncologia dell’ospedale Di Maria ed era impegnata nel sociale”, aggiunge il primo cittadino. “Oggi è il giorno delle lacrime e della richiesta di giustizia. Lasciamo che le Forze dell’Ordine facciano il proprio lavoro, portando alla luce fatti e colpevole di un gesto tanto violento, quanto folle”.