Mentre la situazione torna lentamente alla normalità, è il caso di porsi una domanda: perchè Siracusa si è ritrovata con i rifiuti in strada? Questo avvio di settembre è stato il più complesso nella gestione del servizio di igiene urbana per una serie di concause. Dallo straordinario rallentato per l’agitazione dei lavoratori (con turni di raccolta a macchia di leopardo) alla rimozione di ulteriori cassonetti in zona Akradina, con il risultato di un acuimento della cosiddetta migrazione: sacchetti di spazzatura da ogni parte della città, abbandonati nei sempre meno cassonetti superstiti.
E qui c’è l’alibi e la colpa di Igm, la società che gestisce al momento il servizio, in attesa di gara ponte. L’alibi perchè mentre cresce l’impegno di personale per il porta a porta, bisogna distrarne sempre di continuo una parte per le bonifiche delle mini-discariche create da chi non si piega alla differenziata. Il cane che si morde la coda.
La colpa perchè se fossero già stati rimossi tutti i cassonetti forse oggi ci sarebbe un problema in meno. E di questo c’è consapevolezza, ed autocritica, all’interno della stessa società gestore.
Il capoluogo è stato quasi completamente ripulito. Entro domani saranno concluse le operazioni straordinarie di pulizia, incluse Fontane Bianche ed Ognina.
Nonostante tutto, però, la differenziata tiene e – seppur lentamente – cresce. Ad agosto, quando solitamente calano le percentuali, Siracusa ha fatto registrare un ulteriore +1%. Il dato ufficiale Igm recita 22,5% a cui aggiungere i circa 2 punti percentuali del compostaggio domestico. Siracusa sfiora il 25% e vede da vicino il traguardo del 30% a fine settembre.
Pesa, però, come un macigno il dato delle tonnellate di rifiuti abbandonati, i mucchietti di sacchetti che non dovrebbero finire su strada e che invece sono lì e per i quali la responsabilità diretta non è certo di Igm: 800 tonnellate al mese. Un dato monstre che dice bene come una ampia fetta di città non stia partecipando al cambiamento. In pochi giorni verrà completata la distribuzione delle attrezzature per la differenziata nei quartieri Tiche e Grottasanta che lentamente si stanno “votando” al nuovo servizio. Il ritardo sui tempi previsti c’è ed è nell’ordine dei due mesi. E su questo ha pesato, purtroppo, la decisione del Cga di Palermo dello scorso 29 maggio che – nel rispetto pieno del suo dispositivo – ha mandato a scatafascio il percorso che era stato studiato, concordato ed avviato. Già senza simili inghippi, studi recenti parlando di 12 mesi di necessario assestamento per una città medio-piccola che avvia da zero un servizio di differenziata. Per Siracusa ne serviranno quasi 20.
Non tutto il male viene per nuocere, recita l’antico adagio. La “falsa” partenza del capitolato del 2014 ha permesso di evidenziarne alcune pecche. Da correggere. Una prima: una città come Siracusa deve essere considerata per le sue specificità. Un esempio per chiarire: Ortigia è diversa da Grottasanta, pertanto non può valere lo stesso criterio per entrambe le zone, quando si predispone conferimento e raccolta. Non si può, poi, non tenere conto della stagionalità: trattare Fontane Bianche o Arenella allo stesso modo che sia agosto o dicembre è sbagliato. In estate servono più turni di raccolta, perchè aumentano i residenti e arrivano i turisti, meno da settembre in avanti.
Non a caso, in tempi non sospetti (era maggio), in una lettera indirizzata al Settore Ambiente del Comune di Siracusa, Igm preconizzava quanto poi accaduto. Una missiva con cui venivano richiesti correttivi in modo da poter destinare le corrette risorse umane alla risoluzione delle problematiche che sono poi esplose in estate, nelle contrade balneari e nel centro storico di Ortigia: abbandoni di rifiuti, forte presenza di attività food nel cnetro storico, la mancanza di raccolta la domenica, l’assenza di pronto intervento per Ortigia dal venerdì e la necessità di una risposta per i pannoloni.