Yuri Bonafede è il nuovo assessore ai Servizi Sociali e al Randagismo del Comune di Priolo

A Yuri Buonafede, che ha prestato giuramento questa mattina, sono state assegnate le deleghe ai Servizi Sociali e al Randagismo.
“Finalmente arriva un importante traguardo nel gestire le Politiche Sociali. Ringrazio in primis il sindaco Pippo Gianni per la fiducia e per l’importante ruolo assegnatomi. Sono convinto che insieme al gruppo di Orazio Valenti, con Federica Limeri, Marco Aliffi e Nino Cavarra, faremo bene, nell’esclusivo interesse dei nostri concittadini. Ringrazio anche Elisa Pastore per la collaborazione. Nonostante nell’ultima tornata elettorale siamo usciti dal contesto politico, abbiamo continuato ad occuparci del nostro territorio. Come sempre saro’ al servizio delle persone meno fortunate, che hanno particolari difficoltà, come malati oncologici, disabili e tutti i bisognosi, con l’obiettivo di offrire i migliori servizi ai cittadini. Diverse anche le iniziative che porteremo avanti nel settore del Randagismo”. Sono le parole del nuovo assessore, che dopo aver ricoperto il ruolo di Consigliere comunale in diverse legislature ed essere stato presidente della Commissione comunale Servizi Sociali è alla sua prima esperienza come assessore.
“Siamo certi – ha dichiarato il sindaco Pippo Gianni – che Yuri Buonafede svolgerà un ottimo lavoro, d’intesa con la Giunta, il Consiglio comunale e i cittadini di Priolo. Ringraziamo chi ha suggerito il nome del nuovo assessore, il gruppo “Priolo Sogno Comune”.




Stefano Castrogiovanni ha rassegnato le dimissioni da assessore del Comune di Priolo

“Anche a nome della Giunta e del Consiglio comunale – ha commentato il sindaco Gianni – esprimo la mia riconoscenza all’assessore Castrogiovanni, con il quale abbiamo condiviso un percorso intenso di collaborazione, che ha dato ottimi risultati nei settori di competenza. Lo ringrazio per l’ impegno profuso a servizio della comunità priolese e gli auguro il massimo successo per i suoi progetti futuri. Un sentito ringraziamento anche per la particolare carica di umanità con la quale ha inteso caratterizzare il suo ruolo di assessore”. Sono le parole del sindaco Pippo Gianni, in merito alle dimmissioni “per motivi personali” dell’assessore Stefano Castrogiovanni.
Castrogiovanni, che deteneva le deleghe Sport, Turismo, Spettacolo e Pari Opportunità, aveva annunciato già da tempo le proprie dimissioni ma era stato invitato a rimanere dal sindaco Pippo Gianni, per portare a compimento alcuni progetti già avviati.
“Ringrazio – ha affermato Stefano Castrogiovanni – il sindaco Gianni per la fiducia, il sostegno e per la stima che nutre nei miei confronti. Grazie anche al vice sindaco Maria Grazia Pulvirenti per il supporto e a tutta la Giunta. Ringrazio gli uffici comunali e i dipendenti che hanno collaborato in maniera costante ed efficiente, in particolare l’ufficio Sport e Spettacolo. Questa esperienza è stata molto bella e intensa. Ringrazio in particolar modo tutti i miei concittadini, che hanno dimostrato con forza il loro affetto nei miei confronti. Spero – ha concluso Castrogiovanni – di aver fatto comprendere ciò che ho sempre voluto per il mio Paese, unione, aggregazione e spensieratezza, e spero di aver lasciato loro un sorriso ricco d’affetto. Ringrazio la mia famiglia e il mio compagno per avermi sempre sostenuto. Ancora un grande grazie a tutti, di cuore”.




I porti di Siracusa nell’Autorità di Sistema, in Senato arriva il “si”. Ora modificare governance

Approvato in Senato un emendamento a firma di Antonio Nicita, che, anche al fine di valorizzare gli asset strategici del siracusano, inserisce il porto rifugio Santa Panagia e il Porto Grande di Siracusa all’interno dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale. Manca adesso la modifica della governance, per permette al capoluogo aretuseo di avere un suo rappresentante negli organismi interni dell’AdSP, paritario a quelli prodotti da Augusta e Catania.
“Alla prima occasione utile – spiega il senatore siracusano del Pd – mi propongo di intervenire anche sulla modifica della governance, con un emendamento alla legge del 1994 così da equiparare i capoluoghi di provincia della Sicilia e della Sardegna, afferenti alle authorities, alle città metropolitane. In modo da attribuire eguale posizione a tutti i capoluoghi di provincia che afferiscano. Questo sulla base delle oggettive peculiarità dell’insularità sui porti delle isole rispetto alla incidenza delle coste in altre regioni italiane”.
Nicita si dice certo che con questi passaggi “rilanceremo l’attività portuale tutta della Sicilia orientale in generale, e anche di Siracusa in particolare. La politica europea dei porti, tanto in materia di aiuti di Stato quanto in materia antitrust, richiede aggregazioni forti e competitive, in grado di attrarre investimenti pubblici e privati nei porti, nella prospettiva del rilancio del commercio internazionale, della sostenibilità e dell’occupazione”.
Adesso la norma passerà all’attenzione dalla Camera dove si prevede in tempi brevi l’approvazione del medesimo testo già passato in Senato. “Ringrazio per il confronto costruttivo e per l’intesa bipartisan conseguita in Senato, il Presidente della nona Commissione De Carlo, il relatore del DDL Pogliese, il Governo e il Presidente della Regione Siciliana. Ringrazio infine i consiglieri comunali del PD di Siracusa, Milazzo, Greco e Zappulla, e il deputato regionale Spada, con i quali abbiamo istruito assieme il dossier”.
Anche parlamentari siciliani di Fratelli d’Italia (Luca Cannata, Salvo Pogliese, Manlio Messina, Francesco Ciancitto, Eliana Longi, Ella Bucalo, Raoul Russo, Salvo Sallemi, Ella Bucalo, e il deputato regionale Carlo Auteri) hanno espresso soddisfazione per l’approvazione, nell’ambito del DL Ex Ilva, dell’emendamento che ha consentito l’inserimento di Siracusa nell’Autorità del Sistema portuale del mare della Sicilia Orientale.
“Oggi si sana un vulnus – dicono gli esponenti di Fratelli d’Italia – durato per troppo tempo. L’approvazione dell’emendamento consente l’ingresso di Siracusa nell’Autorità del Sistema portuale della Sicilia Orientale rafforzando così l’intero sud est isolano e conferendo nuova linfa e slancio alle opportunità di crescita del territorio. Abbiamo convintamente sostenuto questa opportunità votando favorevolmente l’emendamento in un’ottica di potenziamento dei porti aretusei che porterà benefici sia in ambito turistico e diportistico, sia per quanto concerne l’indotto del Petrolchimico”.
Nel decreto legge è prevista la razionalizzazione all’interno della medesima Autorità di sistema portuale, le attività, la logistica e gli investimenti nelle strutture portuali serventi gli stabilimenti del settore della raffinazione ricadenti all’interno del Polo petrolchimico siracusano e riconosciuti di interesse strategico nazionale. Quindi Siracusa con il porto rifugio di Santa Panagia e il Porto Grande entrano a pieno titolo nell’autorità portuale. “Lo avevo anticipato durante la seduta di Consiglio comunale – conclude Cannata – avevo garantito il mio impegno per arrivare al risultato con Siracusa al centro della portualità regionale con pari dignità e importanza rispetto ad Augusta e Catania. Ho condiviso con il gruppo parlamentare di FdI l’esigenza del territorio e di accelerare e trovare subito soluzione e in Senato abbiamo reso concreto e fattivo l’impegno preso in consiglio comunale. Tutto questo significherà la pari gestione di Siracusa con Augusta e Catania dei fondi e delle risorse PNRR per le infrastrutture portuali. Prossimamente come già anticipato in consiglio comunale nella riforma dei porti provvederemo a valutare la modifica del testo sulla governance. Ancora una volta si dimostra la nostra politica del fare”.




Concerti d’estate, ecco il nuovo teatro all’Ara di Ierone: 4.000 posti, palco da 200mq

Mancava solo l’ufficialità, arrivata adesso con le parole dell’assessore regionale Scarpinato. Accanto all’Ara di Ierone, al Neapolis, sarà allestita un’arena per gli spettacoli ed in particolare i concerti estivi a Siracusa.
«La scelta di utilizzare questo spazio, strategico per la sua straordinaria cornice paesaggistica e la conformazione morfologica – afferma l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – nasce per tutelare il teatro antico e preservare il paesaggio archeologico circostante consentendo, al tempo stesso, la fruizione da parte di pubblico e artisti».
Si tratta di un’area di circa settemila metri quadrati, perlopiù pianeggiante, ad eccezione di una piccola vasca posta al centro che verrà appositamente riempita e messa in sicurezza. Un palco di 200 metri quadrati, due palchi minori collegati tramite passerella per favorire una maggiore libertà di movimento degli artisti, cinque settori dedicati alle tribune e sette per le platee, per una capienza complessiva di 4.000 posti a sedere: è questo l’apparato complessivo del progetto approvato dalla Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Siracusa, la cui esecuzione verrà realizzata mediante gara d’appalto. Anche da parte dei Vigili del fuoco è stato rilasciato parere positivo alla realizzazione della struttura provvisoria.
Per l’allestimento del teatro, inoltre, si è scelto di utilizzare strutture a secco, facilmente smontabili, per favorire l’installazione veloce durante la stagione degli spettacoli. Sono stati già appaltati i lavori relativi alle opere di completamento come camerini, impianto elettrico e vie di esodo. Terminate le operazioni di montaggio, il teatro, denominato Neapolis, sarà pronto per ospitare gli spettacoli dal prossimo giugno.
“La forza dei fatti sta ancora tutta qui. Nessun disfattismo ma solo grande voglia di fare vivere Siracusa, per questo troviamo le soluzioni e lavoriamo per arrivare all’obiettivo. Grazie all’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana Scarpinato e al direttore del parco della Neapolis Carmelo Bennardo e grazie a chi ha lavorato per questo grande risultato. Abbiamo trovato il giusto equilibrio per dare spazio a tutti attraverso un lavoro di squadra portato avanti con serietà e in silenzio, nonostante i gufi che continuavano a temere il fallimento della stagione estiva, di cui invece a breve verrà reso noto il programma”. Sono le parole del deputato regionale Carlo Auteri di Fratelli d’Italia, che commenta la nota dell’assessore Francesco Scarpinato che ha reso noto i dettagli per la realizzazione del teatro alternativo per gli spettacoli e i concerti estivi a Siracusa, l’Ara di Ierone.




Mafia e armi, blitz all’alba. La Polizia stoppa la riorganizzazione del clan della Borgata

L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba. La Polizia di Stato ha posto in stato di fermo 4 persone, tutte siracusane, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa e porto illegale di armi. Farebbero parte del cosiddetto gruppo della Borgata, gruppo mafioso ritenuto vicino al clan Bottaro-Attanasio. Le investigazioni hanno permesso di fare luce sull’attività di riorganizzazione del sodalizio, impegnato in una fase di escalation criminale che si è manifestata anche con l’uso indiscriminato di armi.
Nel corso dell’operazione, eseguite anche perquisizioni che hanno permesso di trarre in arresto altri due soggetti vicini all’organizzazione, per detenzione illegale di armi e droga.
Il blitz arriva a chiusura di una complessa ed articolata attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Catania (S.I.S.C.O.) e dalla Squadra Mobile di Siracusa.
I vertice dell’organizzazione erano da tempo tenuti sotto controllo dalla Polizia che ha saputo ricostruire quelli che sarebbero stati i compiti specifici dei vari sodali. Nel corso delle indagini, emerse condotte tipiche dell’associazione di stampo mafioso come l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi agli associati, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo anche in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.
Di rilievo la disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle. Così il clan accresceva la sua forza intimidatrice per riaffermare con la forza, dove necessario, la propria egemonia sul territorio.
Rientrerebbe in questo quadro l’episodio avvenuto un mese fà, quando alcuni colpi di arma da fuoco vennero esplosi all’indirizzo dell’abitazione di un uomo, poco distante dalla zona della Tomba di Archimede: doveva dei soldi al clan.
Gli investigatori della Polizia di Stato hanno ricostruito la dinamica dell’atto intimidatorio, individuavano il modus operandi e le varie fasi dell’azione criminale ed identificavano i quattro coinvolti.
Certosine perquisizioni hanno poi condotto al ritrovamento, all’interno di un garage, di due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga.
Durate la notte, eseguite altre perquisizioni che hanno permesso di trarre in arresto altre due persone ritenute vicine all’organizzazione, per detenzione illegale di droga e armi; rivenute sei pistole, circa 6 Kg di Hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro.




“Ci vogliono i morti”, le intercettazioni shock dell’inchiesta su mafia e armi a Siracusa

“Bum, bum! Punirne uno per educarne cento”. Era questa la filosofia del sodalizio criminale della Borgata, ritenuto vicino al clan Bottaro-Attanasio. La frase viene ascoltata e registrata durante le indagini, svolte anche con il ricorso ad intercettazioni ambientali e telefoniche. Parole che testimoniano come il gruppo non avesse troppi problemi ad utilizzare armi da fuoco.
“Noi abbiamo armi caro mio…che neanche…”, si vanta uno dei fermati. “Ora sai cosa ci è capitata, cosa ci hanno regalato la 44 Smith!”, aggiunge un altro. La disponibilità di armi non era un problema: “Io ho una 9 ed una 6, ma queste sono mie”, dicono ancora senza sapere di essere ascoltati dalla Polizia. E il consiglio è subito pronto: “E tu queste te le devi conservare”.
Con quelle armi dovevano dare vita ad una “politica” criminale decisa e violenta, per una escalation cui cui riprendere il “controllo” del territorio. La violenza non era un problema. “Oh compare…si può fare questa cosa…questa che dice (nome). Si deve fare ma non si deve sapere niente, con una scusa…ci vogliono i morti…lo vuoi capire o no? Ci vuole la guerra…e non si deve sapere non solo…non si deve sapere che siete voialtri. Per prenderti il paese ci vogliono i morti, perché il mercato è libero…”. Uno spazio in cui inserirsi. “Io… io la penso in quella maniera… appena che…bum bum! Punirne uno per educarne cento! Io ho quella teoria!”.




Operazione Antimafia della Polizia: i nomi dei quattro fermati

Un’ascesa veloce, tanto da imporsi come i nuovi vertici del gruppo mafioso della Borgata, ritenuto vicino al Clan Bottaro.

Con l’operazione di questa mattina la Polizia ha posto in stato di fermo i siracusani Giuseppe Guarino, Steven Curcio, Domenico Piazzese, Luigi Scollo, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.  Sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa e porto illegale di armi.

Guarino, Curcio, Piazzese e Scollo sono ritenuti dagli investigatori direttamente coinvolti nella riorganizzazione del gruppo della Borgata dopo il blitz dei mesi scorsi. La polizia avrebbe dunque interrotto una fase di escalation criminale, caratterizzata anche dall’uso indiscriminato di armi.
Il blitz di oggi è arrivato a chiusura di una complessa ed articolata attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Catania (S.I.S.C.O.) e dalla Squadra Mobile di Siracusa.
I quattro sottoposti a fermo sarebbero stati i nuovi vertici del gruppo della Borgata. Da tempo la polizia li teneva sotto controllo, ricostruendone ruoli e rapporti, caratterizzate anche da condotte tipiche dell’associazione di stampo mafioso come l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi agli associati, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo anche in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.
Di rilievo la disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle. Un veloce percorso verso l’egemonia sul territorio.




Giubbotti antiproiettile e pistole usate con disinvoltura, così “comandava” la Borgata

Armi, munizioni e posti in cui nascondere il tutto non mancavano di certo al sodalizio criminale della Borgata. Proprio la disponibilità di armi ed il loro uso senza ritrosie colpisce nell’analisi dell’attività del gruppo criminale considerato contiguo al clan Bottaro-Attanasio. La violenza per generare soggezione e facile “sottomissione” in quanti non si allineavano ai dettami criminali. Così il clan accresceva la sua forza per riprendersi un ruolo di primo piano sul territorio.
Un episodio in particolare è finito al centro delle indagini che hanno portato all’esecuzione del fermo di quattro persone (clicca qui per i nomi). A fine gennaio, vennero esplosi diversi colpi d’arma da fuoco contro la finestra di un’abitazione, nella centrale area di via San Metodio. Era un avvertimento, diretto e violento, rivolto a chi lì viveva dopo un alterco – spiegano gli investigatori – nato con il sodalizio criminale per una questione di soldi. La luce accesa che trapelava da quella finestra abbassata indicava la presenza dell’uomo nella stanza e così, per essere ancora più “convincenti”, non hanno esitato a mirare e sparare.
In un garage, la Polizia ha trovato due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga. Altre perquisizioni hanno portato al sequestro di 6 pistole, circa 6 Kg di Hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro.
Nelle intercettazioni finite nell’indagine, i quattro della Borgata parlano con disinvoltura di pistole e armi e di come usarle senza remora alcuna.




Morì dopo una trasfusione con sangue infetto, condannato Ministero della Salute

Il ministero della Salute dovrà risarcire con circa 500 mila euro la vedova e dei due figli di un uomo, Nunzio Valenti, morto 29 anni fa dopo aver contratto epatopatia cronica HCV in ospedale, a causa di sangue infetto. Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Catania.
La vicenda risale al 1981 quando la vittima venne ricoverato all’Umberto I di Siracusa. Una emotrasfusione causò il contagio da epatite da virus HCV. Il 3 marzo del 1995 il paziente morì, per via di quella patologia, per cui i legali della famiglia presentarono una seconda denuncia, questa volta per il danno legato alla morte del loro congiunto. Dopo quasi 30 anni, è arrivata la sentenza e nei 500 mila euro di risarcimento sono comprese le spese degli avvocati Dario Seminara e Lisa Gagliano.
In precedenza, il Ministero era stato condannato ad un primo pagamento di circa 530 mila euro, per non aver controllato il sangue dei donatori.

foto archivio




Archiviato procedimento contro il commissario straordinario dell’Asp Alessandro Caltagiorne

“Con riferimento alle procedure per la nomina dei direttori generali delle Aziende Sanitarie e ospedaliere della Sicilia, il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone rende noto di avere ricevuto dal proprio legale copia dell’ordinanza di archiviazione resa dal GIP nella fase di indagini preliminari dell’unico procedimento a suo carico del quale aveva dato regolare informativa all’Assessorato regionale della Salute in sede di presentazione delle autocertificazioni.
Copia dell’ordinanza di archiviazione è stata trasmessa all’Assessorato regionale della Salute ai fini dell’inoltro agli Uffici competenti e alla I Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana.” E’ quanto si legge in un comunicato stampa dell’Asp Siracusa, in merito all’ordinanza di archiviazione del Gip per il commissario straordinario dell’Asp Alessandro Caltagirone.