Siracusa. Qualità dell'aria: rete di monitoraggio e inquinanti. I dati Arpa e la denuncia del verde Bonelli

Aveva parlato di una provincia senza legge, in cui è impossibile per un cittadino sapere cosa respira quotidianamente. Eppure sarebbe un diritto previsto e tutelato. Una durissima denuncia quella del presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. Talmente colpito dal “caso” Siracusa da annunciare di voler tornare sistematicamente come fatto per l’Ilva di Taranto (leggi qui).
A Bonelli risponde con un comunicato stampa il presidente Arpa Sicilia, Francesco Licata Di Baucina. Riguardo l’assenza di dati consultabili e pubblici sull’inquinamento a Siracusa, “cosa che viola le direttive europee e la legge italiana” insiste Bonelli, Di Baucina afferma tra le righe che la rete monitoraggio Arpa a Siracusa non corrisponde a quanto previsto dalla legge e conferma che il limite di legge relativo al benzene e’ stato superato.
“In Sicilia, Arpa non gestisce la rete regionale di monitoraggio. La stessa è ancora gestita da Comuni e Province. In provincia di Siracusa, l’agenzia regionale segue direttamente due stazioni: Megara-Giannalena e Sasol-Punta Cugno”, spiega il presidente di Arpa Sicilia. “Le stazioni non corrispondono comunque ai criteri previsti nel D.lgs. 155/2000 e che pertanto non possono considerarsi rappresentative di tutta la zona industriale”. Poi il dato che farà discutere: “la concentrazione di benzene nella stazione Sasol-Punta Cugno ha presentato, per il 2012, il superamento del limite annuale pari a 5mg/mc”. A cosa sia riconducibile quello sforamento annuale, lo svela la stessa Arpa: “alle attività di lavorazione di sostanze petrolifere. Anche i dati rilevati alla data odierna (17 gennaio, ndr) confermano l’andamento riscontrato negli anni precedenti”.
Nel siracusano sono presenti altre 12 stazioni di monitoraggio, gestite dalla Provincia Regionale a cui è delegato il compito di rendere pubblici i dati in tempo quasi reale. Nella zona industriale è presente anche una rete privata di rilevamento della qualità dell’aria gestita dal Cipa (Consorzio Industriale Protezione Ambiente). I dati sono disponibili alla struttura territoriale di Siracusa sul web, tramite accesso riservato. Dati forniti alla Prefettura, alla Provincia e al direttore sanitario dell’Asp nonchè alla Procura come richiesto dalla magistratura.
I dati Arpa relativi al 2012 sono pubblicati nell’annuario regionale dei dati ambientali. Clicca qui per consultarli. Il comunicato integrale di Arpa Sicilia: qualita_aria_siracusa
Nel pomeriggio arriva il commento di un soddisfatto Bonelli al comunicato Arpa. “Per quanto riguarda la rete Sirvianet a cui il direttore di Arpa Sicilia fa riferimento anche questa non risponde ai requisiti di legge per i seguenti motivi: non misura i livelli di inquinamento di H2S( acido solfidrico) PM 2.5, IPA ( idrocarburi policiclici aromatici ) necessario per conoscere il livello di inquinamento del benzoapirene sostanza altamente cancerogena, non vi sono misure disponibili di CO ( monossido di carbonio ). Ribadisco pertanto che la rete di monitoraggio tra Arpa Sicilia e Provincia presenta oggettivamente problemi seri di rispetto della legge. Lo stesso direttore di Arpa Sicilia afferma  nella sua lettera che la rete di monitoraggio di Arpa e’ in corso di validazione del ministero dell’Ambiente ma questa situazione e’ semplice vergognosa e  scandalosa . Per oltre 14 anni  la rete di monitoraggio dell’aria che avrebbe dovuto dare garanzie e informazioni ai cittadini si e’ trovata in queste condizioni. Io ringrazio il direttore di Arpa Sicilia della sua risposta e attenzione e conosco le difficoltà degli operatori dell’Arpa ad operare con scarsità di personale, mezzi e risorse. Il Presidente Crocetta dovrà’ dare rapide spiegazioni e infatti mi rivolgerò a lui è alla Procura della Repubblica di Siracusa”.

 




Siracusa. Segnalazione di un lettore di SiracusaOggi.it: "Raccolta di abiti usati. Ok, ma chi la fa?"

Segnalazioni alla redazione di SiracusaOggi.it. Un lettore ci invia la foto che vedete allegata all’articolo. Quello ritratto è un volantino ciclostilato comparso su portoni e condomini della città. Invita alla donazione di indumenti usati per una raccolta, si presume, a favore di chi è meno fortunato. L’appuntamento è fissato per lunedì alle 8, “anche in caso di ritardo o di pioggia” si legge. Quindi la specifica di lasciare gli abiti, magari imbustati, fuori dal portone esterno e l’avviso che non si risponde “di valori o merce erroneamente consegnata”. Tutto chiaro, tutto bene. Senonchè, il nostro lettore evidenzia come “manchino del tutto informazioni sui soggetti che si occupano della raccolta di abiti usati, a chi saranno donati o da chi distribuiti”. Insomma, spazio a qualche sospetto forse approfittando della buona fede dei siracusani.
Per la verità, non è la prima volta che appaiono questi volantini e sempre con le stesse modalità. E non è stato segnalato, in passato, alcun caso sospetto. E’ facile ipotizzare, quindi, che si tratti realmente di iniziativa a scopo benefico dietro cui potrebbe esserci una o più parrocchie se non direttamente la Caritas. Da Questura e Polizia Municipale specificano che per iniziative simili non sono richieste autorizzazioni particolari e che, comunque, il piccolo giallo non dovrebbe nascondere alcunchè trattandosi di una iniziativa dai chiari contorni di solidarietà.




Augusta. Le armi chimiche non passeranno da qui. Scelta Gioia Tauro. Confermano i ministri Lupi e Bonino

Augusta può tirare un sospiro di sollievo. Sarà il porto calabrese di Gioia Tauro ad ospitare la nave con le armi chimiche provenienti dalla Siria. L’ufficialità è arrivata intorno alle 13, con un intervento ben preciso, durante una specifica audizione alla Camera, dei ministri degli Esteri, Emma Bonino e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. La scelta, come era trapelato già in mattinata, dunque, è  caduta sul porto calabrese che insieme ad Augusta e Gaeta era stato pre-selezionato come possibile scalo.  La possibilità che le armi chimiche potessero essere distrutte ad Augusta era stata presa seriamente in considerazione.




Augusta e le armi chimiche siriane. Giovedì ufficiale il nome del porto italiano che le ospiterà. La paura di proteste organizzate

Giovedì si conoscerà il nome del porto italiano che dovrà ospitare la nave da trasporto danese Ark Futura e il suo pericoloso carico: armi chimiche sequestrate in Sira dall’Onu. Augusta è dalla prima ora uno dei nomi caldi. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le voci di protesta e pressione per evitare che la scelta possa ricadere sul porto megarese. E proprio le “pressioni” popolari preoccupano gli americane se persino il Wall Street Journal ha dedicato un  articolo ai ritardi possibili che le operazioni di stoccaggio e distruzione dei materiali bellici potrebbero incontrare in Italia per via delle resistenze locali. Anche i No-Muos starebbero seguendo da vicinola vicenda in previsione di una possibile mobilitazione a “difesa” di Augusta. La Ark Futura, comunque, non dovrebbe arrivare nel porto italiano che sarà selezionato dagli esponenti Onu prima di febbraio. Bisognerà però capire quanto a lungo vi sosterà in attesa della Cape Ray, la nave americana su cui saranno trasbordati e stoccati i materiali sequestrati in Siria. Tempo che quelle armi dovrebbero trascorrere giocoforza su territorio italiano. O – visto che dal Governo spiegano che non lasceranno mai la nave danese – nelle immediate vicinanze del territorio italiano. Una diplomatica olandese responsabile, della missione Onu, ha dichiarato che difficilmente le navi “resteranno in mare attendendo l’arrivo al porto del restante materiale chimico”.
Cosa c’è a bordo della Ark Futura? Le 1.300 tonnellate di armi e componenti chimici provenienti da 12 siti siriani, stipati in container. Secondo fonti vicine alle Nazioni Unite, il termine per la distruzione di 20 tonnellate più pericolose del carico è fissato per il 31 marzo, il 30 giugno per l’intero carico.
Insieme ad Augusta, restano “in ballo” i porti di Taranto, base Nato,  Gaeta e la base navale di Capo Teulada. I porti di Augusta e Gaeta, sono già off limits rispetto al territorio urbano in quanto riservati alla marina Usa e per questo godrebbero di “favore” in sede di scelta. Ma il timore, specie ad Augusta, è di forti proteste organizzate proprio in stile No Muos.




Siracusa. Governance Poll, sondaggio Ipr Marketing sul gradimento dei sindaci: Garozzo al 36.o posto

Sondaggio Ipr Marketing per il Sole24Ore sulla governance poll 2013, ovvero la classifica di gradimento dei sindaci dei Comuni capoluogo. Per il primo cittadino di Siracusa, Giancarlo Garozzo, posizione numero 36. Nel periodo oggetto del sondaggio, settembre dicembre 2013, ha riscosso il consenso del 54% dei siracusani, con un incremento dello 0,7% rispetto al giorno della sua elezione.
“Dato lusinghiero ma da non enfatizzare”, sminuisce Garozzo. “Andiamo avanti con il programma che abbiamo pensato e che vogliamo realizzare per la crescita della città. E’ innegabile come sul dato nazionale abbia pesato la pressione tributaria che ha trasformato i sindaci in esattori per conto dello Stato. Ma la metodologia usata, con un giudizio complessivo sull’operato del Sindaco ed una specifica domanda sull’intenzione o meno di rivotarlo qualora si andasse al voto per le Comunali, per Siracusa conferma un dato incontrovertibile: la cittadinanza sta capendo il grande sforzo che come Amministrazione stiamo facendo per cambiare la città e per assicurarle una vivibilità migliore”.




Un siracusano al comando degli aerei Nato di 16 nazioni. E' il colonnello Antonio Di Martino

E’ un siracusano il primo comandante italiano a ricoprire, contemporaneamente, l’incarico al vertice dell’Ops Wing e del Training Wing presso l’E-3A Component, Nato. Si tratta del colonnello Antonio Di Martino. A lui spetta il delicato compito di gestire la transizione verso la riorganizzazione dei due reparti, che, al termine del già avviato processo di Force Review, si riunificheranno in un unico Comando. Di Martino ha anche assunto l’incarico di National Senior Representative, Comandante di corpo della componente italiana presso la base Nato di Geilenkirchen nonchè Comandante di corpo.
L’E-3A Component è uno dei due elementi operativi della Nato, Airborne Early Warning & Control Force. E’ la prima unità multinazionale di volo operativo dell’Alleanza Atlantica, unico nella storia militare a cui partecipano 16 Nazioni. La missione del Reparto è quella di fornire aerei e equipaggi addestrati per offrire una piattaforma di sorveglianza e controllo, con impiego su scala mondiale, su richiesta del Comandante della NatoAirborne Early Warning & Control Force (Force Commander), a nome del Comandante supremo dell’Alleanza in Europa (SACEUR).
Il Reparto opera su velivoli E-3A (AWACS), non tutti sempre dislocati sulla Main Operating Base di Geilenkirchen, ma spesso rischierati sulle diverse Forward Operating Base di Trapani, Aktion in Grecia, Konya in Turchia, o Orland in Norvegia.
L’E-3A Component è composta da cinque principali aree funzionali: l’Operations Wing, il Training Wing, la Logistic Wing, l’Information Technology Wing e i cosiddetti Headquarters. Ognuna di queste aree è Comandata da un Colonnello.
L’Ops Wing, in particolare, è responsabile della condotta delle operazioni e nei trascorsi trent’anni di attività ha partecipato a molteplici operazioni importanti, tra le quali l’operazione Afghan Assist, in Afghanistan in supporto della missione ISAF, e l’Operazione Unified Protector, durante la durate la crisi libica.




Siracusa. Affitti: niente pagamenti in contanti o si rischia una multa di 3 mila euro. Controlli delegati al Comune

Novità per il pagamento degli affitti. Non potranno più essere pagati in contanti, qualunque sia il loro importo. Si tratta di una delle nuove norme introdotte con la legge di stabilità ed è già in vigore. Come pagare, allora? Per garantire la tracciabilità, ammessi il versamento su conto del padrone di casa o con un assegno. Il senso della misura è chiaro: combattere gli affitti in nero e la conseguente evasione fiscale. I controlli saranno effettuati dai Comuni  che potranno avvalersi di  “quanto previsto in materia di registro di anagrafe condominiale e civile”. Chi non si adegua, rischia sanzioni economiche che partono da un minimo di 3 mila euro. Sono esclusi dal meccanismo della tracciabilità gli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Il Ministero dell’Economia ha spiegato che non ci sono limiti al prelevamento o al versamento in contanti dal proprio conto corrente poiché, a differenza di altre situazioni, in queste operazioni il trasferimento di denaro è fra lo stesso soggetto. Per il resto rimane in vigore il tetto di 999,99 euro introdotto dal precedente governo Monti. Tutte le spese oltre questa soglia non potranno essere effettuate con “denaro liquido”, ma solamente con assegno o bonifico.




Siracusa. Tutelati i Forestali anche oltre i 50 anni d'età. Cambia il rimborso benzina. Vinciullo: "Siano ora fonte di risparmio con il loro lavoro"

I forestali siciliani in genere, e quelli siracusani in particolare, trovano il supporto di Enzo Vinciullo. Il deputato regionale di Ncd è dalla prima ora un difensore dei lavoratori  in questi giorni al centro di un “caso” regionale (e in protesta sino a ieri sotto Palazzo d’Orleans). “Non li possiamo certo licenziare a 50 anni”, esordisce dopo una serata trascorsa in Assemblea Regionale a discutere anche del suo emendamento in materia. Per Vinciullo il rischio è di perdersi dietro ad un falso problema. “Si discute se sono tanti o meno. Singolarmente, i numeri possono fare impressione. Ma piuttosto dobbiamo considerare il valore di questa forza lavoro che può diventare fonte di notevole risparmio per la Regione”. Dallo scorso anno è previsto che i forestali vengano impegnati anche  per la manutenzione del territorio (strade ex provinciali, autostrade del Cas, incontri in corso anche con l’Anas, ndr), la prevenzione del rischio idrogeologico, la valorizzazione e tutela dei siti archeologici e delle spiagge. Ad esempio, basta pensare alle operazioni di pulizia del parco della Neapolis, a Siracusa, condotte proprio utilizzando forestali. “Si tratta di lavori che solitamente la Regione paga e che ora, invece, possono fare questi lavoratori senza altri costi per le casse regionali. Certo, i forestali, dal canto loro, devono anche capire che lo stipendio va guadagnato”, spiega a SiracusaOggi.it Enzo Vinciullo.
Lavoratori forestali salvi, quindi. Anche a Siracusa. “Rischiavamo di essere ancora l’unica provincia siciliana in cui a 50 anni dovevano smettere di lavorare. Adesso abbiamo agganciato il dato siracusano a quello regionale. Verranno sottoposti ad una visita medica e, se giudicati idonei, proseguiranno nel lavoro fino a 55 anni. Ma io voglio che si arrivi a stabilire come limite non quello dell’età quanto invece quello della idoneità fisica vera e propria”.
Il settore necessita di qualche ‘aggiustata’ ulteriore. Certo, avere razionalizzato il sistema del rimborso benzina è già un passo avanti. Prima, ad esempio, poteva succedere che i forestali di Noto venissero inviati a lavorare a Sortino e quelli di Sortino a Pachino. Con questi spostamenti, tutti avevano diritto al rimborso benzina in proporzione ai chilometri percorsi. Così, se anche quattro lavoratori si recavano sul luogo di lavoro con la stessa auto avevano comunque diritto tutti e quattro al rimborso. “Ed era un sistema insopportabile. Lo abbiamo corretto inserendo per legge il limite massimo di 15 chilometri rimborsabili”, aggiunge Vinciullo. “Il problema non sono comunque i lavoratori. Gli uffici regionali devono imparare a prendere scelte razionali e non cervellotiche”, puntualizza il deputato siracusano.
Le altre novità che riguardano i forestali sono poi costituite dall’unificazione delle graduatorie tra forestali veri e propri e antincendio; e poi le regole del turnover. “Con responsabilità ci stiamo facendo carico di problemi che dovrebbero essere dell’assessore e dei sindacati”, dice a mezza bocca Vinciullo, lasciando intendere come la polemica politica sia ben lungi dal placarsi. E il bersaglio, neanche a dirlo, è il governatore Crocetta.




Forestali. Il caso Sortino e il caos del settore sotto la lente della Regione. "Non si criminalizzino i lavoratori"

La politica siciliana alle prese con il “caso” forestali. “Crocetta non criminalizzi i forestali come ha fatto in questi mesi con gli operatori della formazione professionale”, tuona la Fai Cisl con il suo segretario regionale, Umberto Ginestra. Il tema non è nuovo, torna anzi ciclicamente nell’agenda di governo regionale. Secondo gli ultimi dati, i lavoratori forestali sono 28 mila e costano 480 milioni all’anno. Uno dei casi “limite” è in provincia di Siracusa. Per l’esattezza nel comune di Sortino. Nel piccolo centro di quasi novemila abitanti i forestali sono ben 437. La media è semplice: un sortinese ogni 20 si occupa di tutela dei boschi. Per capire meglio la “portata” del dato, basti considerare che in Piemonte – il dato lo ha pubblicato Il Fatto Quotidiano – i forestali sono in totale 406. Meno che a Solarino.
All’Ars è in discussione la manovra di bilancio e delegazioni di operai forestali sono arrivati dalle nove province dell’Isola, Siracusa inclusa, per un sit-in di protesta davanti a Palazzo dei Normanni. Per la Fai Cisl, la federazione cislina dell’agroalimentare, “il settore ha bisogno di una riforma complessiva “. Ma il governo della Regione, denuncia il sindacato, “non accoglie proposte, non realizza riforme e si ricorda dell’emergenza forestazione solo in vista del varo di Bilancio e Legge di Stabilità”.
Il problema del settore – sulla cui necessità di una svolta radicale nessuno ha dubbi – è soprattutto collegato alle vecchie logiche assistenzialistiche “e di ricatto clientelare”, aggiunge sempre Ginestra. La colpa non è tutta dei forestali che, quando chiamati in causa, dimostrano la loro utilità come nel caso recente delle operazioni di pulizia del parco archeologico della Neapolis a Siracusa. Il fatto è che, oltre ad essere troppi, alle volte sono mal impiegati se non lasciati addirittura ai box. Insomma, sprechi organizzativi. Ma possono essere, anche nel siracusano, una preziosa risorsa per  la manutenzione del territorio, la prevenzione del rischio idrogeologico, la valorizzazione e tutela dei siti archeologici e delle spiagge.
La confusione nel settore sembra quasi creata ad arte. Pensate che sono ben 17 le leggi che lo disciplinano. Senza contare anche il rimpallo Esa-Consorzi di bonifica e forestazione, privi di cabina di regia. Come anche le competenze in materia di manutenzione e antincendio sono prive di un unico coordinamento, essendo funzioni finora distribuite tra gli assessorati regionali all’Agricoltura e al Territorio.

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Siracusa. Il mistero del cargo con le armi chimiche siriane. "No allo stoccaggio ad Augusta", tuona Bandiera

Il presunto “passaggio” al porto militare di Augusta del cargo contenente le armi chimiche sequestrate in Siria rimane avvolto nel mistero. Nei giorni scorsi il caso era stato sollevato dal blogger siciliano Antonio Mazzeo (leggi qui) e poi ripreso dal parlamentare siracusano, Pippo Zappulla (Pd). A poche ore di distanza, un’altra deputata siracusana, Stefania Prestigiacomo (FI), annunciava di aver avuto ampie garanzie da fonti ministeriali sul fatto che il porto di Augusta sarebbe stato “eliminato” dalla lista di scali preselezionati e possibili per il pericoloso carico. Ma in assenza di notizie ufficiali – e difficilmente su di una notizia simile potrebbero esservene, anche per questioni di presunta sicurezza nazionale – il mistero rimane. La stessa  data di arrivo del cargo in un porto italiano – Sicilia o Sardegna le regioni “favorite” – non è nota. Si parla, genericamente, di metà gennaio.
Un altro “no” deciso all’arrivo della nave container e dei gas (nervino in particolare, ndr) trasportati arriva da Palermo. Il deputato regionale siracusano Edy Bandiera (Udc) ha presentato una apposita mozione all’Ars con cui chiede “un no a tutto tondo alla prospettata sistemazione nel porto di Augusta di armi chimiche letali”. L’ex presidente del Consiglio Comunale “sulla difesa e la tutela del territorio” è disposto a battaglie  “anche estreme”. La scelta di portare lo stoccaggio delle armi chimiche ad Augusta “sembra ignorare che c’è un insediamento industriale” a pochi passi, scrive ancora Bandiera. “Chi pensa di portarle da noi ignora che siamo un territorio ad alto rischio sismico e non abbiamo davvero bisogno di altre armi letali”, insiste ancora Bandiera che punta anche l’attenzione sulla necessità di compensazioni (economiche, fiscali e commerciali) per i rischi e l’inquinamento assumendo l’impegno “di denunciare tutti i guasti ambientali”.