Guida in stato di ebbrezza, 49enne condannato a 6 mesi di reclusione

Sei mesi di reclusione. Dovrà scontarli un uomo di 49 anni, riconosciuto colpevole di guida in stato di ebbrezza commesso nel 2014 a Venezia. L’uomo è stato arrestato dai Carabinieri di Melilli in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia.
L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato posto ai domiciliari presso la sua abitazione, come disposto dall’Autorità giudiziaria.




I Carabinieri incontrano gli studenti, continua il progetto Legalità

I Carabinieri di Noto hanno incontrato gli studenti delle terze medie del incontrato gli studenti delle terze medie del 1° Istituto Comprensivo Statale “Silvio Pellico” di Pachino, per affrontare argomenti come il rispetto delle regole, l’attenzione all’utilizzo dei social network , il bullismo e le norme di sicurezza stradale,  stradale con particolare riferimento ai veicoli a due ruote.
Nel corso dell’incontro i ragazzi sono stati sensibilizzati a diffidare sempre dell’identità di chi scrive sui social e di tutelare i propri dati personali, di porre particolare attenzione a ciò che si pubblica online e di chiedere sempre l’autorizzazione ai soggetti ritratti prima di pubblicare una foto.
Al riguardo, i dati sull’utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei minori rilevano che al 40% degli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni è stato proposto un incontro da parte di uno sconosciuto, al 47% è stato chiesto di comunicare il proprio nome, cognome e altri dati sensibili.




Sei ore al giorno con il cellulare e crisi di panico, adesso Maria ha paura di tornare a scuola

Maria non vuole più tornare a scuola, la paura delle crisi di panico, che l’hanno quasi soffocata, è tanta.  Da Natale non va più a scuola, Maria (un nome di fantasia) adesso sta meglio, ma i suoi genitori si leccano ancora le ferite lasciate dell’utilizzo eccessivo del cellulare.  Le sue mani non sudano più come prima, tachicardia e formicolio sono quasi spariti, ma le crisi isteriche sono sempre in agguato,  soprattutto se si trova in uno dei tanti studi medici che negli ultimi mesi è stata costretta a frequentare.
“Stava cinque, sei ore al giorno  – racconta Carlo Gilistro,  il pediatra che l’ha in cura – col cellulare in mano, saltando da TikTok a Instagram o ad un altro dei tanti social frequentatissimi dagli adolescenti. Ora il cellulare lo vede pochissimo, non più di un’ora al giorno, ma la strada del recupero totale è ancora lunga. Non vuole persino uscire da casa. Nemmeno il Carnevale, che amava tanto, è riuscita a strapparla dalle quattro mura della sua stanzetta dove si è rifugiata:  i contraccolpi dell’abuso del cellulare sono stati troppi”.
“Nell’ultimo decennio – sottolinea – sono decuplicati.  Alcuni di questi ragazzi svengono spesso,   vomitano di frequente o accusano fortissimi mal di testa, innescando una serie di esami tanto inutili quanto dannosi, anche se a volte basta un colpo di tosse particolare per mettere il medico sulla giusta strada, facendogli capire che alla radice dei malesseri non  ci sono patologie occulte, ma l’uso sconsiderato delle apparecchiature elettroniche. Che va assolutamente regolamentato, prima che sia troppo tardi”.




Cellulari e dispositivi digitali. Gilistro (M5S): “Pronto un ddl. L’abuso sta provocando disastri”

(cs) Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti. E ancora disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali.
Possono essere questi e tanti altri i contraccolpi all’uso sconsiderato di smartphone, videogiochi e altri dispositivi digitali da parte dei bambini molto piccoli e degli adolescenti.
Per correre ai ripari il pediatra-deputato M5S all’Ars Carlo Gilistro, dall’alto del suo osservatorio privilegiato – ha messo a punto un ddl voto che punta a delegare al Parlamento nazionale una legge che miri a realizzare una campagna di informazione sui percoli derivanti dall’uso precoce e smodato di queste apparecchiature e, soprattutto, a vietarle fino a tre anni, limitandone fortemente l’uso negli anni successivi, e sanzionandone l’uso per fini non didattici nelle scuole, “perché, se usate male, possono provocare disastri irreparabili nei nostri bambini e nei nostri ragazzi”.
Il ddl è stato presentato oggi ai giornalisti all’Ars nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre a Gilistro, Nuccio di Paola e Antonio De Luca, rispettivamente coordinatore regionale M5S e capogruppo M5S all’Ars e Salvatore Nocera Bracco, medico e facilitatore dialogico.
“Siamo consapevoli – dice Gilistro – che un divieto del genere è difficile da fare rispettare e quindi da sanzionare: ma la nostra vuole essere soprattutto una provocazione, un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori che molto spesso scambiano un cellulare per un baby-sitter e per tenerli buoni affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un ipad, non sapendo che rischiano di minare per sempre la loro salute psico-fisica”.
“I segnali che abbiamo ormai oltrepassato i livelli di guardia – continua Gilistro – ormai sono tantissimi. È proprio di questi giorni la notizia che il sindaco di New York ha deciso di portare in tribunale TikTok, Faceboook, Instagram e similari, accusando questi gettonatissimi social di aver alimentato una crisi mentale tra i giovani su scala nazionale a livelli che non si erano mai visti”.
Recenti studi dicono che in Italia il 30 per cento dei genitori usa lo smartphone per calmare i propri figli già durante il loro primo anno di vita e che su 10 bambini tra i 3 e i 5 anni , 8 sanno usare il cellulare dei genitori.
“Se i genitori – dice Gilistro – fossero informati dei pericoli cui espongono i propri bambini si guaderebbero bene da affidargli queste apparecchiature, che, è bene sgomberare il campo da possibili equivoci, sono importantissime se usate bene e alla giusta età, ma che se lasciate in mano a bambini piccoli, e per giunta molto a lungo, possono essere un attentato alla loro salute, provocandogli addirittura disturbi permanenti”.
L’idea di dichiarare guerra all’uso sconsiderato di cellulari e apparecchiature digitali in tenera età e nella prima adolescenza nasce per Gilistro qualche anno fa nel suo studio medico a un tiro di schioppo da Ortigia, meta sempre più di frequente di genitori che raccontano di svenimenti, scoppi di rabbia, crisi di panico e altri malesseri dei propri figli “spesso con un unico denominatore: il cellulare e gli apparecchi digitali”.
“I casi – dice Gilistro – si sono decuplicati negli ultimi dieci anni. Quasi sempre i bambini accusano sintomi aspecifici, innescando una serie di esami inutili e dannose radiografie, alla ricerca di inesistenti patologie, cosa che non fa altro che provocare ulteriori danni ai bambini ed evitabili spese alla sanità, contribuendo giocoforza a gonfiare le liste d’attesa”.
Sulla necessità normare l’uso degli apparecchiature elettroniche in età precoce si è espressa recentemente la società italiana di Pediatria emanando le linee guida, recepite dal ddl Gilistro, che bandisce l’uso delle apparecchiature digitali prima dei due anni di età, durante i pasti e prima di andare a dormire e ne suggerisce l’uso limitatissimo negli anni immediatamente successivi.
Un netto altolà a smartphone, tablet e similari è arrivato anche dal mondo della scuola. Nel dicembre del 2022 il ministero dell’Istruzione ha emanato una circolare che ne evidenza i potenziali effetti dannosi, stabilendo un divieto di uso in classe con eccezione per le finalità didattiche e formative.
“Questo ddl – afferma Gilistro – accoglie i suggerimenti della circolare ministeriale e aggiunge anche sanzioni per i trasgressori, lasciandone la regolamentazione agli istituti scolastici”.
La lotta siciliana all’abuso in età precoce dei dispositivi digitali non si ferma al ddl presentato oggi. Giovedì 22 febbraio è in scaletta all’Ars un convegno su questo tema cui sono stati invitati, oltre a medici che hanno studiato a lungo la materia, esperti, insegnanti e i rappresentanti di tutti i partiti per l’elaborazione di una carta dei diritti e doveri dei genitori su questa tematica.
Al convegno saranno collegate anche numerosissime scuole siciliane che hanno risposto all’invito del direttore dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia Giuseppe Pierro, a testimonianza di quanto il problema sia sentito anche tra i banchi di scuola.




Sei morti per Covid in una struttura per anziani: amministratori indagati per omicidio colposo

Omicidio colposo plurimo, aggravato da violazioni in materia di lavoro, e lesioni personali colpose.

Sono le accuse di cui dovranno rispondere due persone, amministratori di altrettante residenze per anziani di Siracusa e Augusta.

La Procura della Repubblica di Siracusa, condividendo in pieno quanto accertato da personale del Commissariato a seguito di una complessa attività d’indagine durata più di un anno, ha contestato ai due soggetti, in concorso tra loro, i reati ipotizzati.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in qualità di amministratori di due residenze per anziani, per svariate violazioni anche delle indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 (Covid) in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali, i due avrebbero determinato il contagio di 23 persone tra operatori della struttura e ospiti, provocando il decesso di 6 anziani pazienti.

Per le stesse negligenze, imprudenze e imperizie inoltre, avrebbero provocato una malattia-processo infettivo con durata inferiori a 40 giorni agli operatori della struttura.

L’indagine trae origine da un esposto presentato nel gennaio 2020 dalla moglie di un defunto ospite della residenza per anziani di Augusta deceduto a seguito delle complicazioni respiratorie dovute alla polmonite da Covid-19.

Secondo quanto ricostruito dal personale del locale commissariato , i due amministratori dopo aver impiegato il 2 dicembre un’operatrice socio-sanitaria presso la struttura di Siracusa, dopo essere venuta a contatto con un’ospite risultata  positiva al Covid, avrebbero disposto che dal 4 dicembre e per i giorni successivi l’operatrice prestasse l’attività lavorativa presso l’altra struttura per anziani, ad Augusta, non ponendo in essere alcun protocollo sanitario per evitare il contagi, arrivando ad omettere le dovute comunicazioni all’USCA di riferimento.I due non avrebbero adottato alcuna tutela, determinando così il contagio di 23 persone tra ospiti e operatori.

Nel giro di circa due mesi, a causa di tali negligenze, sarebbero morti 6 ospiti della struttura per anziani per complicanze respiratorie dovute ad infezione da Covid-19.

 

Foto: generica, repertorio

 




Siracusa e i suoi porti, Di Sarcina: “Per crescere, l’ingresso in AdSP è la strada migliore”

C’è un vento favorevole che cresce attorno all’idea di estendere anche ai porti di Siracusa – il Grande e il porto rifugio – la governance dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. L’AdSp gestisce gli scali di Augusta e Catania e, più di recente, anche Pozzallo.
Per non rimanere isolata nelle politiche di sviluppo portuale e per evitare di rimanere “chiusa” a tenaglia dalle azioni coordinate degli scali a sud e a nord, Siracusa guarda con favore bipartisan alla possibilità. Ma servirà un’unità d’intenti che poche volte si è concretizzata a queste latitudini.
Francesco Di Sarcina è il presidente dell’AdSP della Sicilia Orientale e sull’adesione di Siracusa taglia corto: “è questione di volerlo o non volerlo”, dice intervenendo su FMITALIA.
“Bisogna capire che entrare in un’AdSP significa entrare in una struttura complessa, articolata, coordinata da un ente statale e non locale. Il che vuol dire che si ragiona con logiche nazionali e internazionali. Ad esempio, noi non ci occupiamo banalmente di cambiare lampadine o fare manutenzione. Siamo un ente che governa il porto, cerchiamo i traffici, studiamo le strategie di crescita e lo facciamo utilizzando le nostre risorse, tenendo ben presenti quelli che sono gli interessi dei singoli territori e del sistema nel complesso”, spiega Di Sarcina. “Se un porto vuole crescere, ambire a traguardi importanti come traffici e come ricadute occupazionali dirette e indirette, l’ingresso in AdSP è probabilmente la strada migliore. Se invece si vuole rimanere in una dimensione locale che fa bene le cose che sa fare, senza voglia di confrontarsi con realtà più complesse allora probabilmente non serve ingresso in AdSP”, aggiunge in termini generali ma con una considerazione che pare cucita addosso al caso Siracusa.
Al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale chiediamo allora quel futuro immagini per i porti di Siracusa. “Premetto che mi sono dedicato a pensare a Siracusa solo come esercizio di stile, visto che sento questo dibattito animarsi. La mia oggi è una considerazione generale: la parte di Santa Panagia continuerebbe ad occuparsi di prodotti petroliferi finchè avrà forza di tirare, in sinergia con altri terminali che sono sotto la nostra regia commerciale ad Augusta. Nel porto Grande, invece, crociere. Penso però che debbano essere fatte in maniera tale da non devastare il territorio. Le navi da crociera di ultima generazione sono capaci anche di 4 o 5 mila passeggeri. Ecco – dice Di Sarcina – immaginare due grandi navi in contemporanea al Porto Grande con diecimila persone in Ortigia, non so se sia piacevole. Siracusa, a mio avviso, merita crociere di lusso con meno persone a bordo ma dall’alto potere spendente una volta a terra. Così non sarebbe neanche in contrapposizione con Catania e Pozallo, come avviene invece ora. Sarebbe una realtà integrata in un sistema più ampio”.
Il presidente Di Sarcina rivolge un pensiero anche agli attuali operatori portuali che si sentono minacciati dal possibile ingresso in AdSP. “Chi lavora bene, non deve temere nulla. E non credo che a Siracusa lavorino male. Dico di più, chi conosce il porto ha un vantaggio rispetto ad altri che in caso devono venire da fuori. L’AdSP vuole integrare al meglio le risorse locali, in caso le risorse esterne arrivano dopo e si integrano. L’Autorità non è un ente pubblico che si occupa di sostituire lampadine o torri faro. L’AdSP gestisce e sviluppa un piccolo territorio che si chiama porto, proponiamo vie di sviluppo. Ad Augusta oggi ricevo gli operatori del porto locali che mi vengono a proporre attività, ed io sono ben lieto di aiutarli”, racconta ancora Francesco Di Sarcina.
A questo punto, il tema principale per Siracusa: come fare ad entrare nel perimetro dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale? Insomma, chi deve fare cosa? “Ci sono varie strade. Anzitutto, il porto è regionale e quindi occorre l’intesa con la Regione. Dopodiché, bisogna decidere”, dice Francesco Di Sarcina. “Una strada è quella di richiedere l’estensione della circoscrizione e deve partire dall’autorità portuale. Viene discussa in Comune, non per forza in Consiglio comunale. Serve quindi il parere della Capitaneria di Porto, del Libero Consorzio e della Regione. Solo se tutti sono d’accordo, il ministero avvia l’istruttoria. E’ una strada poco utilizzata perchè, come capite, è particolarmente lunga e farraginosa”. Ci sarebbe, allora, un percorso più agile, come quello seguito da Pozzallo. “Il percorso più veloce e diretto è quello parlamentare: un emendamento che permetta di finalizzare un desiderio politico condiviso. Ma ci vuole la volontà politica e quindi mi fermo perchè esula dalle mie competenze”.
Una delle preoccupazioni principali legate all’ingresso in AdSP è però quella che Siracusa perda “potere” nelle scelte per i suoi porti. “E’ un falso mito quello secondo cui Siracusa non avrebbe rappresentatività”, risponde fermo il presidente Di Sarcina. “Siracusa avrebbe un componente nominato dal sindaco nel comitato di gestione, proprio come Catania e Augusta. Pozzallo, ad esempio, non ha uno. E’ vero che non c’è simmetricità tra le competenze del componente di Siracusa rispetto a quello di Catania o Augusta. Il rappresentante indicato da Siracusa si esprimerebbe su argomenti relativi fondamentalmente ai suoi porti, mentre Augusta e Catania hanno parola su tutto il perimetro dell’AdSP, per una precisa scelta del legislatore che ha voluto favorire le città già sede di Autorità Portuale. Però, se si vedono gli argomenti su cui Siracusa alla fine non potrebbe intervenire, si vedrebbe che si riducono giusto ad un paio e di portata limitata. Inoltre siederebbe in comitato anche la Capitaneria di Porto di Siracusa mentre nel tavolo di partenariato ci sarebbe spazio pure per i rappresentati delle attività private, come Confindustria”.
Temi e passaggi sui cui Francesco Di Sarcina tornerà giorno 1 marzo, proprio a Siracusa, quando parteciperà ad una seduta aperta di Consiglio comunale, dedicata proprio al tema dell’ingresso dei porti del capoluogo nell’AdSP della Sicilia Orientale.




Sit-in a Siracusa per Julian Assange: “No all’estradizione, si alla libertà di informare”

Sit-in anche a Siracusa per Julian Assange. Il cofondatore di WikiLeaks è a un passo dall’essere estradato dal Regno Unito negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere per accuse di spionaggio. Mentre iniziava presso l’Alta Corte di Londra l’udienza dell’appello finale – senza il giornalista australiano in aula perchè ammalato – in viale Santa Panagia, poco distante dal Palazzo di Giustizia, è comparso uno striscione con la scritta “J.Assange Libero”.
Il presidio è stato organizzato dal Pci di Siracusa, Sinistra Italiana e Generazioni Future. Diversi i curiosi o i simpatizzanti che hanno mostrato di condividere l’iniziativa. “Abbiamo voluto manifestare da qui la nostra solidarietà ad Assange. Solidarietà nei confronti della persona e nei confronti di un principio che va difeso ad ogni costo: la libertà di pensiero, di opinione e di stampa”, spiega Giuseppe Galletta, presidente del Pci di Siracusa. Gli fa eco Marco Gambuzza, anche lui presente al sit-in: “Difendere Assange significa difendere la libertà di pensiero e di informazione, il diritto assoluto a conoscere la verità in qualunque vicenda”.
“La vita di Assange è in pericolo. Recentemente ha detto di sentirsi al declino della sua speranza, concludendo con un triste ‘o libero o morto’, perchè l’estradizione negli Stati Uniti equivale ad una condanna al silenzio e forse anche altro. La sua colpa? Avere rivelato gli abusi degli americani in Afganistan e in Iraq. Non possono permettere che quest’uomo continui a parlare”, aggiunge Emanuela Di Bella di Generazioni Future.




Morte dell’attivista russo Navalny, Salvo Sorbello “Siracusa conceda la cittadinanza onoraria”

“Siracusa, città per la pace e per i diritti umani, conceda la cittadinanza onoraria postuma ad Alexei Navalny, martire della libertà.
La democrazia deve essere sempre un valore di essenziale importanza, da difendere e da custodire gelosamente, a tutela nostra e delle generazioni future. La storia della nostra città, le nostre radici sono state a favore di chi lotta per la libertà”. Sono le parole di Salvo Sorbello, ex assessore comunale, in merito alla morte dell’attivista e politico russo Alexei Navalny.
“Si valuti, in alternativa, di intitolare al dissidente morto in Siberia, mentre era detenuto, il 16 febbraio scorso, l’attuale via Unione Sovietica”, conclude Sorbello.




Pesca illegale all’interno della “Baia Santa Panagia”, sanzionato subacqueo

Dopo un’attività di appostamento durante lo scorso fine settimana, i militari della Guardia Costiera hanno identificato un uomo sorpreso in attività di pesca all’interno della “Baia di Santa Panagia”, zona  di mare vietata alla  pesca ai fini di tutelare la sicurezza della navigazione e la salvaguardia dei pesci. I militari hanno multato l’uomo per un cifra di 3.064,00 euro, oltre ad effettuare il sequestro del prodotto ittico catturato e dell’attrezzatura illecitamente utilizzata dal pescatore di frodo.
La Capitaneria di porto di Siracusa ricorda che la normativa attualmente vigente vieta l’esercizio della pesca subacquea in orari notturni e mediante apparecchi ausiliari di respirazione, nonché l’utilizzo delle reti per l’attività di pesca sportiva/ricreativa.
Infine, si rammenta che il “Regolamento di sicurezza della Baia di Santa Panagia”, reso esecutivo con l’Ordinanza n. 95/2001 di questa Capitaneria di porto, vieta l’esercizio della pesca da terra e da mare, sia professionale che sportiva, nonché la pesca subacquea, all’interno della Baia di Santa Panagia.




Meteo, peggioramento previsto per mercoledì 21 e Siracusa resta in allerta gialla

Il Dipartimento Regionale della Protezione Civile ha mantenuto anche per la giornata di domani (21 febbraio) il livello di allerta meteo gialla per Siracusa e la sua provincia. Mentre tutta la Sicilia scende in verde, Siracusa e Ragusa restano in giallo. Secondo le previsioni contenute nel bollettino, sono attese precipitazioni “da isolate a sparse, localmente anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati deboli, fino a puntualmente moderati sulla Sicilia sudorientale, specie sul versante ionico”.
La temperatura scenderà ancora e sarà compresa tra 11 e 13°C. Per quel che riguarda Siracusa, secondo ilmeteo.it mattino e pomeriggio saranno segnati da pioggia, “anche abbondante”. Alla sera, “pioggia alternata a schiarite”. I venti saranno per tutto il giorno forti provenienti da Nord-Est con intensità compresa tra 39 e 49km/h. Lo conferma anche la Protezione Civile regionale, che parla di venti “localmente forti nord-orientali sui settori occidentali e sud-orientali”. Quanto ai mari, molto mosso, localmente, lo Ionio a ridosso delle coste.