Sanità, altra grana: mancano medici per l’Utin di Siracusa, “trasferire gestanti a rischio”

Un nuovo grattacapo per l’Asp di Siracusa. Dopo la chiusura temporanea del Punto Nascita dell’ospedale di Avola, rientrata in 24 ore grazie ad una rimodulazione dei turni dei medici disponibili, adesso tocca alla Terapia Intensiva Neonatale dell’Umberto I di Siracusa.
In servizio sono rimasti solo cinque medici neonatologi, gli altri sono in malattia o congedo familiare. Una circostanza che prima d’ora mai si era presentata in queste proporzioni, se non in epoca covid. Con questi numeri, non è possibile da oggi “proseguire l’assistenza in Utin per i neonati prematuri e non gravi nonchè i parti a termine a rischio o programmati”. Le gestanti a rischio dovranno essere trasferite in altre strutture. La chiusura riguarderebbe anche l’ambulatorio a cui tutta la provincia si rivolge, ad esempio, per le ecografie neonatali in convenzione (circa cento al mese). Il centro nascita di Siracusa è l’unico in provincia di II Livello.
La comunicazione (con data odierna e numero di protocollo) è stata inviata alla Direzione Medica. E rischia di generare nuovo allarme sull’assistenza sanitaria in provincia di Siracusa, specie nel delicato settore delle nascite. Al momento, l’assistenza è garantita per le emergenze-urgenze.
L’unità di terapia intensiva neonatale (Utin) è un reparto che garantisce cure di tipo intensivo e sub-intensivo a pazienti pediatrici in condizioni critiche, di norma con età inferiore ai 30 giorni, che successivamente alla nascita presentano complicanze di tipo congenito, parto pretermine o gravi patologie che ne costituiscono pericolo per la vita. Vista l’alta specializzazione e complessità, una Utin viene collocata in strutture ospedaliere dove sono presenti unità di ostetricia-ginecologia e di neonatologia e alte specializzazioni come ad esempio chirurgia, cardiologia, radiologia, centro emotrasfusionale, anatomia patologica, terapia intensiva/rianimazione.

foto archivio




Pediatria, Cannata replica a Rotondo: “Sanità da costruire, non da distruggere”

“Anziché dare vita a polemiche politiche strumentali, lanciando accuse infondate e fornendo informazioni errate, l’ex senatore Antonio Rotondo potrebbe fare un “mea culpa” o mettersi a disposizione come pediatra”.

Il parlamentare di “Fratelli d’Italia”, Luca Cannata replica così alle accuse lanciate dall’ex primario di Pediatria dell’Ospedale Umberto I di Siracusa dopo la sospensione e riattivazione del Punto Nascita dell’ospedale unico Avola-Noto nella sede del “Di Maria”.

“I problemi di oggi- premette Cannata- sono conseguenza di una politica sanitaria inadeguata operata nel passato, quando lo stesso Rotondo, da senatore della Repubblica, era al Governo e avrebbe potuto incidere. Se oggi ci ritroviamo con una sensibile carenza di risorse umane è perché la programmazione è mancata nel passato, a partire dalla questione numero chiuso per la facoltà di Medicina a cui oggi stiamo ponendo rimedio, ma i cui risultati saranno visibili nei prossimi anni”.

Il parlamentare di maggioranza parla di una “polemica costruita ad arte”.

“Nel Punto Nascita dell’ospedale unico Avola-Noto- chiarisce- sono stati registrati 380 parti in meno di un anno con soli quattro posti letto anziché i 14 inseriti in pianta organica. Non è difficile fare le dovute proporzioni. Anche a proposito della presunta mancanza dei requisiti, le notizie fornite dall’ex primario non corrispondono alla realtà. E nel caso in cui mancassero, la soluzione non sarebbe di certo quella di chiudere ma semmai di individuare una strada per potenziare la sanità di tutto il territorio, perché tutti a tutti i cittadini possano essere assicurato lo stesso diritto”.

Fin troppo ovvio, secondo Cannata, che “non si possa prescindere dalla garanzia di un’adeguata assistenza ai bambini e alle mamme da un lato; della sicurezza e del benessere dei medici, dall’altro. Il vero problema, in questo momento, nasce dal fatto che il reparto, con quattro donne medico attualmente in maternità (aggiungo per fortuna loro e del Paese)- sconta una minore disponibilità di personale. La richiesta del primario è stata, dunque, quella di poter disporre di personale aggiuntivo. Se questo può essere fatto nel rispetto delle regole, bene. Altrimenti, si cercano altre soluzioni. Non si può tollerare, però- dice ancora Cannata – che si dica di lasciare attivo soltanto il reparto a Siracusa, perché si trova a pochi chilometri di distanza. In questo momento, tra l’altro, si vive una fase in cui sono numerose le bronchioliti, è il periodo dell’influenza e la risposta del Pronto Soccorso deve essere immediata”.

Dal punto di vista tecnico, secondo il parlamentare “il direttore generale sta facendo il massimo e continuerà a farlo. Devono agire alla stessa maniera, però, anche i medici, anziché fare polemica. L’Asp ha già predisposto un bando per il rientro dei medici in pensione. Quello per i pediatri è già pronto”.

Infine una provocazione: “Rotondo potrebbe partecipare al bando e mettersi a disposizione se davvero vuol fare qualcosa per risolvere il problema. Le questioni elettorali lasciamole ad altre sedi”.




Pediatria, vietato ammalarsi di notte. Una mamma: “Vi racconto la mia esperienza…”

Sono i giorni in cui si parla molto dei reparti di Ostetricia e Pediatria degli ospedali di Siracusa, Lentini ed Avola. Prima la sospensione di Ostetricia ad Avola e 24 ore dopo la riattivazione, poi il duro “botta e risposta” tra l’ex primario Antonio Rotondo e il sindaco di Avola, Rossana Cannata e le mai sopite polemiche su Lentini e i turni dei medici. In questo quadro, arriva la testimonianza di una mamma reduce da quella che definisce “una terribile nottata trascorsa in ospedale a Siracusa”. Ha accompagnato sua figlia di neanche tre anni al Pronto Soccorso “con la febbre altissima” per ritornare a casa “alle 7:00 del mattino e senza una aver ricevuto un’assistenza adeguata, soprattutto in considerazione dell’età della piccola”. Giusy, questo il nome della mamma della piccola, racconta l’accaduto. “La mia bambina ha iniziato a stare malissimo in preda a tosse, vomito e una febbre altissima, che superava i 39°, associata a dei tremori che ci hanno allarmati ulteriormente. Insieme a mio marito, abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci al Pronto Soccorso. Erano le 2:30 di notte. Una volta sul posto, abbiamo appreso che nessun pediatra era in servizio o, quantomeno, è quello che ci è stato comunicato dagli infermieri in servizio”. Qui Giusy fa una pausa. Poi riprende il racconto.
“La bambina è stata posizionata su una brandina e lì è rimasta fino quasi alle 7:00 di questa mattina. Mentre chiedevamo aiuto, ci è stato spiegato che il pediatra sarebbe arrivato solo per casi gravi. A me questo non sembra affatto normale. Perfino per poter monitorare la sua temperatura abbiamo dovuto fare da soli, addirittura ricorrendo al nostro termometro personale. Alla fine l’unico provvedimento adottato è stato quello di somministrare a mia figlia della Tachipirina. Il momento peggiore è arrivato intorno alle 4:00 di questa mattina, quando tutti sono improvvisamente spariti. Immagino siano andati a riposare, mentre noi eravamo ancora lì in attesa di un’adeguata assistenza per una bambina di neanche 3 anni. Alle 6:30, mentre nulla ancora accadeva, abbiamo chiesto che qualcuno ci spiegasse qualcosa. A quel punto ci hanno consegnato un referto in cui semplicemente si consiglia di rivolgerci al nostro pediatra. La bambina non è stata sottoposta nemmeno ad un tampone per verificare se si trattasse di Covid”.
L’ultimo pensiero è per il delicato reparto di primo soccorso. “Persone sulle sedie e sulle brandine, mi è sembrato davvero inaccettabile. Ero convinta che dopo l’emergenza pandemica, quando si è compresa la necessità di modificare radicalmente il sistema sanitario, si fosse fatto tesoro dell’esperienza vissuta e degli errori commessi. A nostre spese abbiamo purtroppo verificato che non è affatto così”.
E’ corretto però ricordare che il reparto di Pediatria dell’ospedale Umberto I di Siracusa vanta professionisti capaci e preparati, da cui i piccoli pazienti – secondo numerose testimonianze dei familiari – hanno ricevuto e ricevono ottime cure. Il noto problema nazionale della carenza di medici ospedalieri comporta, purtroppo, anche dolorose scelte in tema di sanità, come la difficoltà nel garantire presenza h24 dei vari specialisti, ricorrendo alla reperibilità per i servizi non strettamente emergenziali.




Sanità siracusana e suoi problemi, la Cisl: “Disabili gravissimi, servono più infermieri”

“Dovere garantire l’assistenza ai disabili gravissimi nel Distretto di Noto senza la possibilità di reclutamento di ulteriore personale infermieristico non solo è insostenibile, ma rischia di fare implodere, a breve, anche il sistema del presidio ospedaliero Avola – Noto”. La nefasta previsione porta la firma del segretario provinciale della Fp Cisl Daniele Passanisi e viene condivisa dal segretario territoriale Mauro Bonarrigo. Il sindacato ha chiesto l’intervento dell’assessore regionale della Salute, segnalando la necessità immediata di autorizzare l’Asp di Siracusa al reclutamento del personale infermieristico attingendo dalla graduatoria degli incarichi a tempo determinato.
Passanisi e Bonarrigo segnalano la grave criticità nel funzionamento del modello organizzativo che procura una forte esposizione sia degli operatori interessati (“per il temporaneo trasferimento dal nosocomio al territorio”), quanto degli assistiti (“il cui ambito familiare reclama squadre fisse di personale infermieristico per questo servizio domiciliare”). Parole che sembrano richiamare il caso di Fabrizio D’Amico e la battaglia mediatica condotta dalla figlia Giorgia (clicca qui), a cui ha replicato l’Asp (clicca).
Secondo il sindacato, sono una ventina gli infermieri “presi dalle corsie e dai servizi ospedalieri di Avola e Noto con la mobilità d’urgenza” ed impiegati per l’assistenza. Una procedura che – rileva la Fp Cisl – “sta provocando scompensi in organico e carenze sotto il profilo assistenziale continuativo”. La particolarità della tipologia di servizio h24 al domicilio dell’assistito equivale – per i due sindacalisti – “all’apertura di un nuovo reparto per ognuno di loro”. Con intuibili effetti sui servizi ospedalieri “privati” di personale infermieristico. Alla direzione del presidio di Avola erano state chieste specifiche garanzie. “Avevamo richiesto pubblicità e trasparenza rispetto alla graduatoria utilizzata per gli spostamenti degli infermieri e sul mantenimento di personale infermieristico in sovrannumero in un singolo reparto dello stesso ospedale, nonostante le forti criticità registrate ovunque. Situazioni oscure sulle quali, stranamente, la Direzione Medica ha alzato un muro di gomma, atteggiamento che provoca l’esacerbazione degli animi dei lavoratori ed inasprisce, inevitabilmente, le relazioni sindacali. Abbiamo atteso speranzosi che il grido delle famiglie dei disabili gravissimi e dei lavoratori coinvolti in un tale meccanismo venisse raccolto dalla politica ma ad oggi vediamo messa a repentaglio l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari”, chiosano Passanisi e Bonarrigo.




Porto di Siracusa, la banchina 2 manca all’appello. Il tema: aderire all’Autorità Portuale

Dopo l’incidente in porto Grande di sabato scorso, c’è forte la necessità di porre una domanda: perchè la banchina destinata alle navi di grosse dimensioni (la numero 2) non è ancora entrata in servizio? Il percorso di riqualificazione del porto siracusano iniziò nel 2006 ma solo una decina d’anni dopo – e varie traversie – ha visto la luce “operativa”. Tranne la banchina di testa, la più grande e meglio attrezzata per accogliere anche contemporaneamente anche più grandi navi.
Nelle settimane scorse sono stati effettuati dei rilievi tecnici subacquei che hanno escluso problemi nella struttura. Il pescaggio, però, non è ancora quello richiesto. Bisogna dragare i fondali, spostare il materiale di risulta diversi metri al largo e mettere in funzione finalmente quel pezzo di porto Grande. In un’area Sin come il porto Grande, burocraticamente non è la più facile delle operazioni. Semmai il problema principale è quello delle competenze: chi deve fare cosa? E qui il problema diventa politico, come ha sottolineato in Consiglio comunale il capogruppo Pd Massimo Milazzo.
“Il problema . spiega – risiede nel fatto che oggi il gettito delle tasse di ancoraggio e delle tasse portuali pagate dalle navi che fanno scalo a Santa Panagia e nel porto Grande finisce nelle casse della Regione Siciliana (il 50% della tassa di ancoraggio) e nelle casse dello Stato (il 50% della tassa di ancoraggio ed il 100% della tassa portuale); mentre se Siracusa aderisse all’Autorità Portuale di Sistema della Sicilia Orientale, il gettito di queste tasse (superiore a 10 milioni di euro all’anno) rimarrebbe per intero alla medesima autorità con la possibilità di reinvestirlo in infrastrutture portuali”. Ad oggi, i porti del capoluogo non rientrano nell’area di azione dell’Autorità Portuale di Augusta, Catania e Pozzallo che gestisce investimenti e politiche di crescita di quegli scali. Ci fu un tentativo negli anni scorsi, con l’ex deputato Paolo Ficara (M5S). Il no secco del presidente della Regione – era Musumeci – stoppò però il tutto. Il parere della Regione è vincolante in materia. E Palermo non vuole rinunciare a quegli introiti che il porto rifugio e il porto Grande forniscono ogni anno.
“Il paradosso – prosegue Milazzo – è che con il gettito delle tasse di un solo anno, Siracusa potrebbe vedere realizzate opere che aspetta da tempo quali: il dragaggio dei fondali avanti la banchina numero 2, l’elettrificazione di tutte le banchine, la costruzione di una moderna stazione marittima con un terminal accogliente e funzionale dove dare ospitalità ai passeggeri interessati alle operazioni di imbarco e sbarco.
Il problema politico del rapporto con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale nasce anche dalla considerazione che l’Autorità comprende già i porti di Augusta (ove ha sede), di Catania e di Pozzallo e quindi stringe come in una tenaglia Siracusa: tenaglia in cui il rapporto di forza economica è impari e che rischia di pregiudicare lo sviluppo del porto grande a vantaggio esclusivo dei porti di Catania e di Pozzallo, i quali riceveranno, secondo quanto di recente dichiarato dalla stessa Autorità di Sistema Portuale, importanti investimenti al fine di potenziarli come scali crocieristici.
Per il Pd siracusano, il Comune di Siracusa deve “superare vecchie e anacronistiche logiche campanilistiche” e gestire con intelligenza e con autorevolezza l’ingresso nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale per “scongiurare il rischio di decisioni calate dall’alto”.
Il vicesindaco di Siracusa, Edy Bandiera, apre alla proposta e si dice favorevole all’ingresso dei porti del capoluogo nel perimetro dell’AdSp della Sicilia Orientale. L’ex sindaco Giancarlo Garozzo (Italia Viva), che inaugurò le prime banchine del porto riqualificato, mette però in guardia: “Siracusa deve essere protagonista e l’eventuale ingresso nell’Autorità Portuale deve coincidere con una presenza competente e autorevole nel cda. Altrimenti, si passerebbe semplicemente da un vassallaggio verso la Regione ad un vassallaggio verso l’Autorità Portuale”.
Tocca al Consiglio comunale avviare l’iter, magari con il coinvolgimento della deputazione regionale e nazionale. Anche il sindaco, su mandato pieno del civico consesso, potrebbe aprire canali di dialogo con la Regione per preparare il terreno a quello che appare oggi scelta di buon senso e prospettiva.




L’approdo diportistico colpito e affondato, Cna: “Grave impatto sul turismo nautico”

Il grido di allarme giunge da alcuni operatori turistici e nautici che fanno base al Marina Yachting, struttura gravemente danneggiata dall’incidente causato dallo scarrocciamento della nave da crociera Msc Sinfonia che aveva rotto gli ormeggi.
“La conta dei danni, a pochi giorni dall’accaduto, è impietosa e in ogni caso sarà difficile immaginare un completo ripristino del servizio già per questa stagione. A prescindere dalle eventuali responsabilità e dagli aspetti risarcitori – dichiara Gianpaolo Miceli, segretario provinciale della CNA – occorre iniziare a valutare l’impatto che la vicenda avrà sul comparto turistico locale, legato alla nautica”. E questo per “prevedere misure organizzative di supporto agli operatori coinvolti. È essenziale riconoscere il ruolo economico strategico di una marina dove ogni anno approdano più di duemila barche in visita a Siracusa e dove fanno base diverse attività di servizi nautici tra charter ed esperienze turistiche, senza contare l’indotto generato dalla manutenzione e dagli approvvigionamenti che coinvolge decine di artigiani e commercianti di tutta la provincia”.
Cna esprime solidarietà all’approdo siracusano e agli operatori coinvolti e auspica una sinergia tra istituzioni e imprese per prevedere soluzioni che, seppur in via temporanea, possano venire in aiuto a quei soggetti che durante la prossima stagione non avranno un punto di imbarco per la loro attività.




Scippa anziano del borsello con la pensione, denunciato 42enne di Rosolini

Un pregiudicato di 42 anni è stato denunciato a Rosolini dai Carabinieri. E’ gravemente indiziato di aver scippato un 73enne. La vittima aveva appena ritirato la sua pensione all’ufficio postale, quando è stato affiancato da un uomo che gli ha strappato dalle mani il borsello contenente il contante.
A seguito della denuncia, sono scattate le indagini e attraverso le analisi delle telecamere e gli ulteriori riscontri investigativi emersi, si è arrivati all’identificazione del 42enne.
Per prevenire gli scippi, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Siracusa organizza anche quest’anno diversi incontri in tutta la provincia, in particolare con gli anziani. Si tratta di momenti finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei reati ai danni delle persone avanti con gli anni.




Isab Priolo, incontro Schifani-Urso su depurazione e investimenti per gestione impianti

Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Roma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Al centro del colloquio – spiega una nota stampa – “i dossier relativi allo sviluppo produttivo della Regione, con un aggiornamento sulla procedura del rilancio del polo di Termini Imerese, che si prevede possa concludersi entro il mese, e sull’Isab di Priolo”.
In relazione a quest’ultimo, Urso e Schifani hanno avuto un confronto sulla conclusione dell’iter degli interventi sugli impianti di depurazione e sulla garanzia al 90% su 320 milioni di euro già deliberata da Sace per gli investimenti relativi alla gestione degli impianti, adesso in attesa dell’approvazione da parte del Mef, avvenuta alla luce della dichiarazione di interesse strategico nazionale degli stabilimenti.
Nell’incontro sono stati inoltre affrontati i temi dell’approvvigionamento energetico dell’Isola, della destagionalizzazione del turismo, delle infrastrutture logistiche e dell’attrazione di investimenti esteri, anche in riferimento allo sviluppo del polo di tecnologia green e digitale dell’Etna Valley.




Finanziaria regionale, Gennuso(FI): “Fondi per il Carnevale in provincia”

Figurano anche fondi da destinare all’organizzazione del Carnevale 2024 in provincia di Siracusa tra quelli stanziati nell’ambito della Finanziaria Regionale approvata dall’Ars su proposta del deputato regionale Riccardo Gennuso di Forza Italia.

Il parlamentare dell’Ars annuncia dunque lo stanziamento di 300 mila euro destinati ai comuni di Buccheri, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Rosolini, Solarino per l’organizzazione delle iniziative legate al prossimo Carnevale.

“La Regione – dichiara Gennuso – riconosce che anche il Carnevale può avere una grande funzione per la promozione dei territori, per la valorizzazione turistica e per le ricadute economiche che si possono determinare sulle comunità interessate. Sarà ora indispensabile che tutti i soggetti coinvolti si attivino con gli Uffici della Regione per fare di questi fondi l’uso migliore possibile facendone una risorsa per tutti.”




Droga, sequestrate dosi di cocaina e crack dalla Polizia

Come ogni giorno, nella quotidiana azione di contrasto al consumo di droga, la Polizia di Stato si è soffermata su via Santi Amato. Nella nota piazza di spaccio, agenti del Commissariato Ortigia hanno rinvenuto e sequestrato 22 dosi di cocaina e 13 di crack. Erano pronte per essere cedute ad assuntori della zona da parte di pusher che hanno preferito tagliare la corda alla vista delle divise. Il sequestro garantisce che, anche oggi, delle dosi di droga siano state tolte dal mercato. Un mercato che a Siracusa è purtroppo fiorente, con una richiesta sempre elevata. Le sostanze stupefacenti erano nascoste in un contenitore di plastica occultato in un’aiuola.