Targhe con i nomi delle vittime della strada, i familiari: “Idea terribile,si pensi ad un giardino”

Che l’idea della Commissione per la Toponomastica cittadina non brillasse in termini di sensibilità era apparso piuttosto chiaro fin dall’inizio. Niente strade intitolate a persone decedute a seguito di incidenti stradali-la decisione scritta nero su bianco dalla Commissione- ma la volontà di individuare un’area in cui apporre delle targhette con nome e cognome, data di nascita e data di morte, delle persone strappate alle loro vite ed alle loro famiglie sulle strade di Siracusa. Sarebbero affisse su richiesta dei familiari, per 30 anni rinnovabili per altri 30, sempre su richiesta delle famiglie.
A commentare l’ipotesi su cui la Commissione del Comune si è espressa è oggi Deborah Lentini,responsabile provinciale dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, che non sarebbe mai stata consultata sull’opportunità di procedere in questa maniera. Le sue parole sono molto più che chiare. Le affida al suo profilo Facebook. Questo, integralmente, quanto Deborah Lentini scrive:
“Leggendo una delibera della commissione per la toponomastica cittadina di giorno 13 novembre 2023 mi è sembrato davvero molto triste apprendere che si parli di vittime della strada senza chiedere un confronto con l’associazione che le rappresenta in città- scrive la responsabile provinciale dell’AIFVS-
Non so chi abbia chiesto l’intitolazione di una via a nome di una vittima della strada, non interessa nello specifico adesso. La decisione dell’amministrazione comunale può essere condivisa o meno, anche se dopo aver fatto un giro per la città e aver trovato nomi di gente più o meno sconosciuta ci si chieda spesso quale sia il criterio utilizzato, ma aver parlato di vittime della strada senza sentire il parere dei diretti interessati è stato un atto molto triste.
Chi non è stato vittima di violenza stradale, o non è vittima secondaria- mette in evidenza Deborah Lentini- non potrà mai capire chi vive nel dolore costante tutti i giorni. Mai, e chi si permette di parlare di noi senza consultarci risulta solo un insensibile e un superficiale. E mi dispiace apprendere che la mia amministrazione, mia della mia città che amo, abbia preso delle decisioni sulle vittime della strada senza consultare l’unica Associazione, peraltro nazionale, presente in città. Non ringrazio la commissione per la toponomastica cittadina per le decisioni prese. Non ringrazio la stessa commissione per la terribile idea di una bacheca con le cornici “cm 20×15”, cito la stessa delibera, dei nostri amatissimi familiari, ma ricordo alla commissione che sono figli, coniugi, amici, nonni, genitori. Ma i componenti della commissione si sono per un attimo messi dalla parte delle vittime? Ci vogliono concedere una parete, in un luogo da stabilire, magari sperduto e internato in mezzo alle campagne dove non la vede nessuno, con le piccole targhe e i nomi dei nostri parenti? Ma voi della commissione lo fareste per vostro figlio, per il vostro compagno, per vostra moglie, per vostro padre o vostra madre? E che si cerchi di farla passare come “monito contro il ripetersi di incidenti stradali”, cito nuovamente le parole della delibera, mi sembra una delle più grosse stupidaggini sentite dalle mie orecchie negli ultimi 8 anni, da quando mio figlio è stato vittima di omicidio stradale e da quando io sono diventata vittima secondaria.
L’amministrazione comunale e questa commissione si sono mai accorte che la nostra città è piena di gigantografie dei nostri cari? Ad ogni angolo, in alcune vie più e più foto di volti felici e sorridenti, di una vita strappata senza motivo e senza potercene fare una ragione.
La commissione pensa che i familiari mettano queste gigantografie per il puro piacere di ricordare che in quel punto i nostri amori sono stati uccisi? O forse sono messi lì per ricordare alla pazza e indisciplinata cittadinanza che sulle strade ancora si muore e che le vite distrutte sono anche quelle che rimangono con gli occhi aperti e che ogni istante si devono rispettare le regole del Codice della Strada e avere rispetto di tutti?
Forse no, forse qualcuno dall’alto della propria immensa presunzione ha pensato che i familiari si possano tenere a bada con una cornice cm 20×15? E scusate se lo ripeto, ma è veramente imbarazzante per me scriverlo e forse dovrebbe esserlo di più per chi l’ha pensato.
Ce li avete i figli? Ce li avete i compagni le compagne i mariti le mogli? Ce li avete i genitori? Ce li avete i nonni le nonne gli zii le zie? Ce lo avete un amico?
Sareste felici dopo che li avete persi brutalmente sulla strada di avere la parete dei morti con le targhette cm 20×15 con, cito ancora,“l’indicazione del nome, della data di nascita e della morte” e “di stabilire che dette targhe rimangano per un periodo fissato in anni trenta, rinnovabile per altri trenta su richiesta dei familiari”?
Detto questo, ci tengo a ricordare a tutta l’amministrazione comunale che l’Associazione da anni, in collaborazione con la Polizia Stradale, si preoccupa di fare prevenzione parlando ai giovani nelle scuole, ogni anno, e tutte le volte che le scuole ne fanno richiesta durante le assemblee di istituto perché qualche alunno non è più tornato a scuola. Da anni si parla con gli adulti che appartengono ad associazione di vario tipo per parlare di prevenzione. Da anni l’Associazione riunisce i parenti delle vittime e ci si supporta amorevolmente. Noi comuni cittadini, soli, perché l’amministrazione non ci hai mai convocato ad un tavolo per capire insieme come combattere gli scontri e la violenza stradale.
Eppure siamo noi quelli che hanno subito lesioni gravissime. Lesioni al cuore irreparabili.
Ricordo inoltre alla commissione che cerca di dare un monito, che ogni anno la terza domenica di novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale in Memoria delle Vittime della Strada e celebriamo ogni anno una Santa Messa in Santuario in ricordo di tutti i nostri cari, e non mi pare di aver incontrato in quell’occasione qualcuno dell’amministrazione che crede di parlare con cognizione di vittime della strada. Nessuno che sia mai venuto a salutarci, a portare una parola di conforto, un abbraccio o una stretta di mani. Nessuno che ci abbia guadati negli occhi.
Quindi non ringrazio questa commissione né l’amministrazione comunale per la proposta di una bella bacheca dei morticini, ma rilancio l’idea di un confronto costante con la nostra associazione e l’idea di un luogo deputato, al centro della città e non in luoghi sperduti, dove si possa creare, come accade in moltissime città d’Italia, un giardino con delle panchine e uno spazio dedicato a tutte le vittime della strada -conclude Deborah Lentini- che a Siracusa purtroppo aumentano quotidianamente”.

Foto: Deborah Lentini durante un incontro con la Polizia Stradale per sensibilizzare i giovani ai temi della sicurezza stradale




Droga “take away” ad Avola, la Polizia sgomina organizzazione familiare. A capo, una 34enne

Sgominata ad Avola la piazza di spaccio di via Miramare con l’operazione ribattezzata “Mater familias”. A condurre il blitz sono stati gli agenti del commissariato di Avola che portano a casa un altro brillante risultato dopo Gemini in collaborazione con la Squadra Mobile e del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Siracusa, nonché del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale Catania, e con l’ausilio delle Unità Cinofile Antidroga della Guardia di Finanza.
Nella notte scorsa, 50 poliziotti hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip che dispone la custodia cautelare in carcere di 7 persone (di cui un minorenne), il collocamento in comunità di una minore e la misura del divieto di dimora nel comune di Avola nei confronti di un altro soggetto.
Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni che hanno avuto esito positivo consentendo di rinvenire, presso l’abitazione degli indagati principali, 1.890,00 euro in contanti di piccolo taglio, 3 bilancini di precisone, 699 grammi di hashish suddivisa in panetti e 24 grammi suddivisi in dosi, oltre a 10,80 grammi di marjuana, 20,47 grammi di cocaina e 2 proiettili rispettivamente cal. 12 e 38. Come disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, gli arrestati sono stati condotti presso le competenti case circondariali provinciali ed extra provinciali.
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari è stato arrestato e condotto in carcere anche il marito della “Mater Familias” alla luce dell’ingente quantitativo di stupefacente rivenuto e per aver violato con molteplici condotte le prescrizioni imposte dalla misura di sicurezza a cui era già sottoposto.
Sono tutti indagati per “produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”, accusa aggravata dall’avere, in concorso tra loro, organizzato relativa attività di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio di cocaina, hashish e marjuana.
Al vertice dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era una donna di 34 anni che si serviva del contributo degli altri familiari che si occupavano della cessione al minuto dello stupefacente, dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. Nel corso delle indagini, sono state riscontrate più di 180 cessioni giornaliere con conseguenti ingenti profitti economici.
La donna – per l’accusa – è la “Mater Familias” (dal latino, madre di famiglia) che curava interamente l’organizzazione e la gestione di tutta l’attività, garantendo il perfetto funzionamento dell’impresa familiare.
In prima persona si sarebbe occupata delle cessioni, del trasporto, dell’occultamento e del rifornimento dello stupefacente. Nel gruppo anche i suoi figli minorenni che ricevevano le forniture dello stupefacente, occupandosi anche dell’occultamento e del trasporto. Per eludere i controlli, la donna contava sulla loro giovane età e sullo status di incensurati. Il figlio più grande si sarebbe adoperato anche nel reperimento di un’arma comune da sparo che deteneva, con l’assenso della madre, all’interno della propria abitazione.
Nella scala gerarchica ricostruita dalle indagini, alle spalle della donna c’era il genero che l’avrebbe sostituita nelle occasioni in cui era assente. Ma ogni operazione – spiegano gli investigatori – doveva essere sempre preventivamente autorizzata dalla donna.
Le cessioni di droga agli assuntori avvenivano presso il domicilio della famiglia, tramite un sistema stile “take away”. I “clienti” parcheggiavano l’auto in una piccola via retrostante l’abitazione e avvicinandosi ad una persiana semichiusa, effettuavano “l’ordine” introducendo la somma di denaro in una fessura per poi ricevere, immediatamente dopo, quanto desiderato.
La complessa attività imprenditoriale era organizzata in modo tale da poter fronteggiare anche eventuali “rischi di impresa” come i sequestri di droga da parte delle forze dell’ordine. Il gruppo aveva la capacità di approvvigionarsi di partite di droga a credito, al fine di compensare le perdite economiche subite con i sequestri e ripianare eventuali passivi. Il sistema criminale era supportato da alcuni corrieri, messi a disposizione del fornitore.




Edy Bandiera ed il suo movimento politico con De Luca, adesione a Sud chiama Nord

Altra novità in vista nel panorama politico siracusano. Il vicesindaco Edy Bandiera insieme al suo gruppo consiliare ed al movimento “Ho scelto Siracusa” è prossimo all’adesione a Sud Chiama Nord, la forza politica creata da Cateno De Luca. Non a caso, domenica prossima, lo stesso Bandiera parteciperà all’assemblea provinciale di Sud Chiama Nord, a Siracusa. Nelle settimane scorse, i due si sono incontrati ad Enna e si sono ritrovati su di una serie di obiettivi come, ad esempio, la totale non condivisione dell’operato dell’attuale governo regionale. Nota è la dichiarata frizione di Edy Bandiera con Forza Italia ed il presidente Schifani, specie dopo la scelta del candidato sindaco che, al tavolo regionale, è caduta su Ferdinando Messina e non su Edy Bandiera.
L’ex assessore del governo Musumeci ha allora sbattuto la porta in faccia agli azzurri, legandosi con Francesco Italia alla cui rielezione ha contributo forte del quasi 10% ottenuto alle amministrative dopo le circa 5000 preferenze collezionate alle regionali.
Bandiera e De Luca avrebbero anche iniziato a tracciare le linee programmatiche di un cammino verso Palermo dello stesso sindaco di Taormina. L’adesione del gruppo politico del vicesindaco a Sud chiama Nord non comporterà alcuno scossone in seno all’amministrazione comunale aretusea, che già conta sul sostegno del Mpa. Compatto il movimento che si riconosce in Edy Bandiera nell’adesione alla forza politica creata da Cateno De Luca e che già al ballottaggio aveva espresso la sua preferenza per Francesco Italia sindaco.




Sbagliati i tempi di convocazione, salta subito la seduta di Consiglio comunale

E’ durata appena pochi minuti la seduta di Consiglio comunale convocata questa mattina a Siracusa. Appuntamento alle 10 in aula Vittorini per trattare i due punti all’ordine del giorno ovvero la variazione del bilancio di previsione 2023/25 relativa al Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile e quella relativa ai servizi sociali.
Ma in apertura dei lavori, il consigliere Ivan Scimonelli (Insieme) ha sollevato una pregiudiziale sui termini di convocazione del Consiglio. Il regolamento prevede, infatti che per questi temi di programmazione economico-finanziaria, l’assise deve essere convocata con un preavviso “di almeno dieci giorni liberi (lavorativi non comprensivi del sabato e dei festivi)”. E la prima data utile, visto che la convocazione riporta data 30 ottobre, sarebbe stata quella del 15 novembre, non del 14.
Per le opportune verifiche, la seduta è stata sospesa. E il segretario comunale ha dato ragione al consigliere di opposizione, con il risultato che la seduta è stata annullata senza alcun costo per l’ente. Nessuno dei consiglieri, in sostanza, ha maturato gettone di presenza.
“E’ evidente la responsabilità della presidenza del Consiglio comunale che non ha tenuto conto del regolamento, sbagliando i termini per la convocazione”, accusa Scimonelli. “Avere annullato la seduta non mi da soddisfazione, segnala semmai impreparazione. Pensate cosa sarebbe successo se il Consiglio avesse approvato provvedimenti di natura economico-finanziaria che un domani sarebbero stati facilmente impugnati per via della mancata validità della convocazione”, analizza ancora l’esponente di opposizione.
Dalla presidenza liquidano la vicenda come un “refuso procedurale degli uffici che ha portato all’annullamento della seduta”.




Rapina ad un disabile, il sospettato arrestato a Pachino: ha 18 anni

Un tunisino di 18 anni è stato arrestato a Pachino dai Carabinieri. Era destinatario di una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, per rapina in concorso.
L’uomo, irregolare sul territorio nazionale, è ritenuto essere uno degli autori della rapina commessa alla stazione ferroviaria del comune lombardo lo scorso 3 ottobre, peraltro ai danni di un coetaneo disabile.
I carabinieri lo hanno rintracciato nel centro abitato di Pachino e, dopo le formalità di rito, lo hanno condotto in carcere a Cavadonna, come disposto dall’Autorità giudiziaria.




Arrestati i rapinatori della notte, costringevano le vittime a prelevare dal bancomat

Si erano “specializzati” in rapine dal particolare modus operandi: avvicinavano le loro vittime nelle ore serali e notturne per farsi consegnare denaro in loro possesso e “spillarne” dell’altro costringendoli a prelevare dal più vicino bancomat. Si tratta di un 23enne e di una 34enne, bloccati dalla Polizia che era già sulle loro tracce da settembre.
Un agente delle Volanti di Siracusa che aveva appena ultimato il turno di servizio, mentre rientrava a casa, poco dopo la mezzanotte, ha notato l’altra notte i due – già noti – che parlavano animatamente con una terza persona, verosimilmente vittima di rapina. Il poliziotto ha avvisato i colleghi, continuando a monitorare la scena. La donna Quando è arrivata la pattuglia, la donna ha tentato di allontanarsi a bordo di un’auto ma è stata bloccata da un poliziotto che è riuscito a togliere le chiavi dal quadro di accensione. Arrestata ha danneggiato l’auto della Polizia, rendendo temporaneamente inservibile un bene dello Stato. L’uomo in un primo momento si era dato alla fuga a piedi. Ma è stato intercettato e fermato poco dopo in via Testaferrata.
La vittima dei due ha raccontato di essere stato avvicinato dai due mentre camminava in via Roma, verso piazza Archimede. Gli hanno bloccato la strada, intimandogli di salire in macchina. Al rifiuto del ragazzo, il 23enne arrestato è sceso dall’auto, ordinando al malcapitato di consegnare tutto il denaro che aveva con sè, circa 30 euro. Non pago, lo ha costretto a raggiungere uno sportello bancomat in via Santi Coronati dove è poi sopraggiunta la Polizia.
I due sono stati così arrestati. La donna è stata condotta nel carcere di Piazza Lanza, a Catania, l’uomo a Cavadonna. Sono indagati per rapina, resistenza, violenza a pubblico ufficiale e, infine, danneggiamento di beni dello Stato.




Sequestro di beni ad una 67 enne, immobili per 850 mila euro

Sequestro di beni per un valore di oltre 850 mila euro nei confronti di una donna di 67 anni, già detenuta, appartenente alla comunità dei Caminanti.
L’ha eseguito la polizia, in esecuzione di quanto disposto dal Tribunale di Catania -Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Siracusa.
La donna, originaria di Adrano (CT) ma residente a Siracusa, che risulta condannata per numerosi delitti contro il patrimonio e la violazione delle normative sulle armi, sta scontando un cumulo di pene detentive di 21 anni e mezzo.
Le articolate attività eseguite e i complessi accertamenti effettuati hanno consentito di dimostrare la rilevante pericolosità sociale della donna, dotata di manifesta personalità proclive a delinquere su tutto il territorio nazionale.
La donna, infatti, dal 1977 ha iniziato a commettere reati per i quali è stata successivamente condannata dai Tribunali delle province di Reggio Calabria, Sassari, Messina, Viterbo, Catanzaro, Campobasso, Palermo, Ragusa, Napoli, Benevento, Taranto, Catania, Roma, Cagliari, Matera, Latina, Salerno, Potenza e Siracusa, accumulando pene definitive per: 15 furti, 7 truffe, 2 rapine, 2 porti abusivi di armi e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso.
Inoltre, è stata destinataria di 5 Fogli di Via Obbligatorio con Divieto di ritorno emessi dai Questori delle province di Campobasso, Frosinone e Taranto.
La Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Siracusa ha richiesto alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, su proposta del Questore di Siracusa, il Decreto di Sequestro di beni finalizzato alla confisca, ai sensi della normativa antimafia, nell’ambito della strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti da parte delle consorterie criminali e di soggetti dediti alla commissione di delitti dai quali traggono esclusivo sostentamento.
Le indagini patrimoniali svolte dagli specialisti della Divisione Anticrimine di Siracusa, che hanno abbracciato l’arco temporale che va dal 1983 all’anno in corso, hanno evidenziato una rilevante sproporzione tra beni posseduti, direttamente o indirettamente, e i redditi dichiarati o l’attività economica svolta, nonchè la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che essi siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
I notevoli proventi illeciti conseguiti venivano reinvestiti in immobili di pregio, di notevole estensione per un valore di circa 850 mila euro ed in veicoli, uno dei quali, un camper del valore iniziale d’acquisto di 48 mila euro, posto in sequestro al pari degli immobili.
Con l’emissione del Decreto di Sequestro finalizzato alla confisca, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha ritenuto pienamente valide le attività di analisi investigative ed economico patrimoniale, svolte dalla Divisione Anticrimine che, preliminarmente ricostruiva la pericolosità sociale della donna, accertando anche la sproporzione fra le fonti di reddito lecite dell’intero nucleo familiare ed il complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dalla donna.
Il Provvedimento cautelare, ha riguardato due abitazioni di pregio edificate a Siracusa in Contrada “Pizzuta” e a Noto C.da “Arance Dolci”.




Calendario venatorio sospeso, Auteri (FdI): “Indennizzi per i cacciatori”

“Dopo la sospensione del calendario venatorio, adesso serve una rassicurazione anche economica per i cacciatori. Chiedo quindi all’assessore Sammartino di esplorare opzioni quali il rimborso o la proroga della tassa per coloro che hanno già adempiuto ai propri obblighi finanziari in vista della stagione di caccia”.
Il deputato regionale Carlo Auteri esprime solidarietà nei confronti dei cacciatori siciliani, evidenziando il loro impegno nel pagare la tassa annua nonostante le incertezze legate alle decisioni dei tribunali amministrativi. Il Consiglio di giustizia amministrativa, lo scorso 10 novembre, ha emesso un’ordinanza che ha portato all’immediata sospensione del calendario venatorio 2023-24 in Sicilia e l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha firmato il decreto corrispondente, prendendo atto delle decisioni legali. In seguito a questa sospensione, In considerazione di questa situazione, Auteri chiede all’assessore di rassicurare la comunità dei cacciatori siciliani. Gli uffici regionali sono già attivamente impegnati in una nuova istruttoria e una volta completate le necessarie verifiche, l’impegno è quello di emanare un nuovo calendario venatorio che tenga conto della situazione attuale. Ma le incertezze sono troppe. “La rassicurazione – conclude Auteri – contribuirà a mitigare gli eventuali disagi economici subiti dalla comunità dei cacciatori siciliani. Il nostro obiettivo è garantire un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti interessate, lavorando insieme per trovare soluzioni che rispettino sia le leggi vigenti sia i diritti legittimi dei cacciatori. Restiamo fiduciosi che, attraverso la collaborazione, possiamo giungere a una risoluzione equa e sostenibile per tutti”.




“Siracusa in miniatura”, dieci monumenti identitari in formato ridotto: la mostra

Dieci meraviglie siracusane in miniatura, un viaggio curioso e particolare tra alcuni dei monumenti identitario del capoluogo aretuseo. Sono stati realizzati da due studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, fondendo nuove tecnologie come la stampa 3d e tecniche artistiche manuali che assicurano un effetto due volte realistico.
Dalla Cattedrale alla fonte Aretusa, dal teatro greco al Santuario passando per il tempio di Apollo ed il castello Maniace. E’ “Siracusa in miniatura”, l’esposizione permanente che può essere visitata gratuitamente passeggiando nella galleria del centro commerciale Archimede. A proposito, tra le miniature non poteva mancare lui, Archimede, il genio matematico della Siracusa antica a cui nel 2016 è stato dedicato un monumento sul rivellino del Ponte Umbertino.
Al taglio del nastro sono intervenuti il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, il vicesindaco Edy Bandiera e il direttore del Centro Archimede, Fabrizio Di Bella.




Operazione Truck&Bus, 57 mezzi pesanti controllati dalla Polizia Stradale

Gli agenti della Polizia Stradale hanno partecipato all’operazione “Truck & Bus, coordinata da Roadpol, il network europeo a cui aderiscono tutti i paesi membri. Per una settimana, dal 7 al 13 novembre, i poliziotti hanno effettuato controlli straordinari con l’obiettivo di suscitare la consapevolezza che viaggiare alla guida di un mezzo pesante o un autobus inefficiente, senza rispettare i tempi di guida e di riposo o non in regola con le autorizzazioni previste, può costituire un serio pericolo per sé stessi e per gli altri utenti della strada
Il bilancio è il seguente: 57 mezzi pesanti controllati, 32 infrazioni, 6 delle quali per eccesso di velocità, 1 patente di guida ritirata e 27 i punti decurtati ; tra queste vi sono, pure, alcuni veicoli pesanti che trasportavano un quantitativo di merce superiore al peso massimo consentito e, quindi, in sovraccarico ed, inoltre, vi erano altri veicoli commerciali con la “cattiva” sistemazione del carico tale da precluderne la stabilità sia della merce trasportata che del veicolo stesso. Sono stati, inoltre, sottoposti a verifica 37 Autobus a carico dei quali sono state accertate
14 infrazioni e 2 le patenti ritirate.
Roadpol è una rete di cooperazione tra le Polizie Stradali, nata sotto l’egida dell’Unione Europea, alla quale aderiscono tutti i Paesi Membri, tranne la Grecia e la Slovacchia, oltre alla Svizzera, la Serbia, la Turchia ed in qualità di osservatore la Polizia dell’Emirato di Dubai (Emirati
Arabi Uniti). L’Italia è rappresentata dal Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno.
L’Organizzazione sviluppa una cooperazione operativa tra le Polizie Stradali europee, con l’obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada e degli incidenti stradali in adesione al Piano d’Azione Europeo 2021-2030. Tale attività si sviluppa attraverso operazioni internazionali congiunte di contrasto delle violazioni e campagne “tematiche” in tutto il Continente, all’interno di specifiche aree strategiche.
L’obiettivo è quello di elevare gli standard di sicurezza stradale, armonizzando l’attività di prevenzione, informazione e controllo, anche attraverso campagne di comunicazione e operazioni congiunte i cui risultati vengono poi monitorati dal Gruppo Operativo Roadpol.
La finalità della campagna “TRUCK & BUS” è di operare un’intensificazione dei
controlli, effettuati dalle Polizie Stradali di tutta Europa, dei mezzi pesanti adibiti al trasporto di merci, degli autobus e dei veicoli destinati al trasporto di merci pericolose, sia d’immatricolazione nazionale sia straniera.