Brucia Pantalica, in fiamme ettari di bosco con la grave certezza del dolo

Un vasto incendio da ieri sera sta mandando in cenere ettari boschivi tra Pantalica e Giarranauti. Le fiamme hanno iniziato a “mangiare” la ricca vegetazione nella serata di ieri, quando nel resto della provincia si dichiarava la cessata allerta. Difficile contenerle, anche per la natura impervia dei territori. Tra Sortino, Ferla e Cassaro sono ore di grande mobilitazione.
Da questa sul posto sono continui i sorvoli ed i lanci di un canadair e di tre elicotteri. Tutte le squadre disponibili del Corpo Forestale sono sui posti, a fronteggiare l’esteso fronte del fuoco sulle cui origini pochi sarebbero i dubbi: “chiaramente doloso”, spiegano fonti vicine alla Forestale. Pare, infatti, che siano stati individuati quattro distinti focolai. Mentre i soccorritori intervenivano in un’area, le fiamme partivano a poche centinaia di metri di distanza. Una battaglia impari, in cui a perdere è solo il territorio e la natura.
All’ingresso dei tre Comuni che stanno assistendo attoniti alla distruzione, disposti per sicurezza i mezzi dei Vigili del Fuoco. Almeno 500 ettari boschivi sarebbero già andati in fiamme.




Le fiamme, la distruzione. La testimonianza, “Ho visto bruciare tutto, c’è un disegno criminale”

“Una giornata fatta solo di paura. Abbiamo assistito, impotenti, al disastro che si è consumato sulla Balza delle Mura Dionigiane. Non è rimasto niente”. Le parole di Carmela Pupillo, imprenditrice siracusana, anima delle Cantine Pupillo, sembrano partire direttamente dal cuore.
Dopo la terribile giornata di incendi che Siracusa ha vissuto ieri, oggi resta la grande amarezza e la rabbia di chi da anni solleva un problema che, nelle scorse ore, ancora una volta, si è reso fin troppo evidente, arrivando a distruggere tutto.
“Da anni parliamo dell’ultimo polmone verde di Siracusa Nord- racconta Carmelo Pupillo- e adesso è andato tutto in fumo, tutto bruciato, niente più ulivi, niente più macchia mediterranea. Abbiamo visto gli animali bruciare sotto i nostri occhi, tentare disperati di fuggire”.
Uno strazio reso ancor meno sopportabile dai precedenti, da quella chiara sensazione, poi divenuta certezza, della mancanza di un impegno serio da parte di chi di competenza. Carmela Pupillo, nonostante il coinvolgimento emotivo, traccia una disamina lucida sull’accaduto.
Parla delle otto ore trascorse nella sua tenuta, prima che arrivassero i soccorsi. “Ci siamo accorti dell’incendio alle 13:30 – il suo racconto- Intorno alle 22:30 sono arrivati i Carabinieri, con una camionetta, insieme ad un mezzo della Protezione Civile. Per 8 ore nessuno ha risposto e quando ho ottenuto un riscontro, è stato per apprendere che non c’erano mezzi, nemmeno per raggiungere l’area in volo. Ogni anno è così ma questa volta quello che è successo ha cancellato tutto”.
L’imprenditrice continua mettendo in rilievo diversi aspetti. “Dietro tutto questo c’è un disegno criminale- premette-Chi ha provocato l’incendio deve essere certamente punito, le pene stesse vanno inasprite. Ci sono, però, delle responsabilità, a tutti i livelli, perché non esiste una programmazione e ogni anno ci ritroviamo a piangere sugli incendi. La nostra azienda -spiega ancora- rientra totalmente all’interno dell’area del Parco delle Mura Dionigiane. A cosa serve, mi chiedo, averlo perimetrato? Il cambiamento climatico ci investe da decenni e non è mai stato mosso un dito. Nessuno si è mai alzato- il riferimento è alla classe politica e dirigente- per dire: abbiamo fallito”.
Dalla tenuta di Targia Carmelo Pupillo è andata via solo in nottata, dopo un ulteriore tentativo di spegnere un fronte che nel frattempo stava ripartendo. Non ne fa affatto una questione economica. Il suo dispiacere è di altro genere. “Gli impianti produttivi non bruciano – spiega – perché sono puliti . La nostra è sempre stata un’azienda anche di paesaggio, di conservazione della biodiversità- Sulla balza avevamo piante reliquia di moscato, reliquie che conservavamo nel loro habitat senza fini di natura produttiva; i canneti, le zone di macchia mediterranea. Le teniamo come rifugio e conservazione di zone per la flora e per la fauna. Anzi, le tenevamo. Oggi, purtroppo, non c’è più nulla”.




Il giorno dopo l’emergenza: danni per milioni di euro. E polemiche: “Prevenzione inesistente”

Ancora nella notte roghi a Targia, zona che insieme a Belvedere, Epipoli e contrada Spalla ha vissuto le ore più calde dell’emergenza incendi a Siracusa. Le associazioni di Protezione Civile, Forestale e Vigili del Fuoco hanno lavorato sino quasi alle prime ore del mattino. Il peggio è passato ma adesso restano sul tavolo le polemiche per una prevenzione non efficace e terreni incolti divenuti innesco perfetto per incendi dietro cui, è il sospetto, possa nascondersi persino una regia occulta. E poi c’è la conta dei danni, secondo le prime stime da quantificare in milioni di euro.
“Ho perso tutto per colpa dei terreni incolti attorno al mio autosalone”, urla Salvo il proprietario della concessionaria di auto usate di Epipoli andata distrutta: le vetture sono solo scheletri anneriti. Il sangue freddo dei gestori dell’impianto di carburante poco distante sono gestiti con sangue freddo ad evitare il peggio,a cnhe attraverso il ricorso a schiumogeni.
Un incendio devastante ha invece distrutto la balza delle Mura Dionigiane di Siracusa. Il rogo si è innescato intorno alle 12:30 di ieri e in pochissimo tempo, alimentato dal vento, ha spazzato via la vegetazione di uno dei polmoni verdi più importanti della città, oltre a causare dei danni incalcolabili alle vigne e alle strutture dell’Azienda Agricola Pupillo risalendo verso le abitazioni.
“Sono passati pochi anni dall’ultimo devastate incendio che distrusse la Balza delle Mura Dionigiane e da allora – dichiara Carmela Pupillo – nulla è stato fatto per mettere in sicurezza il sito. Tutta l’area archeologica dell’Epipoli è in completo abbandono, lasciata a se stessa, senza controlli, senza manutenzione, senza la ben che minima prevenzione in termini di incendi”. Bruciano gli ulivi, le vigne, le pietre antiche, bruciano ettari di biodiversità che erano casa e rifugio di tanta flora e fauna spontanea che differenzia questo territorio dagli sfruttamenti intensivi e dagli impianti industriali, ma più di ogni cosa a bruciare dentro è un sentimento di rabbia e di frustrazione per l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e di contenimento. “Ogni estate – aggiunge Carmela Pupillo – la nostra terra brucia, è un fatto risaputo, ma nonostante questo non ci sono mai uomini e mezzi in grado di contrastare un’emergenza che non è più un’emergenza, ma una consuetudine. Non è mia intenzione – conclude la Pupillo – puntare il dito contro i Vigili del Fuoco, impegnati a fronteggiare le fiamme di altre decine di roghi, ma è evidente che questo sistema di prevenzione e di pronto intervento non funziona e che qualcuno dovrà, prima o poi, assumersi delle responsabilità”.




L’emergenza incendi in Ars, le dichiarazioni dei deputati regionali siracusani

Seduta calda in Assemblea Regionale Siciliana, con le emergenze di questi ultimi giorni a dettare i temi ed i tempi. Anche la deputazione siracusana ha fatto sentire la sua voce. Tiziano Spada (Pd) ha subito ricordato la richiesta dello stato di calamità. “La Sicilia brucia e gli incendi interessano tutte le nove province. Non serve minimizzare e dire che è stata solo questione di sfortuna. Chiediamo che siano stanziati fondi sufficienti a risarcire chi ha subito danni ingenti”. Spada ha denunciato anche la mancanza di un Osservatorio Regionale sui cambiamenti climatici che il gruppo parlamentare del Partito Democratico chiede da mesi. “Qualcuno deve prendersi le responsabilità di quello che sta succedendo. Non ci sono giustificazioni che questo Governo possa dare ai cittadini che hanno visto anni di sacrifici cancellati dalle fiamme. I cittadini siciliani – conclude il parlamentare regionale – pretendono risposte chiare e imminenti, anche dal punto di vista economico-finanziario, da parte di chi amministra la Sicilia. Siamo al fianco di questo governo nella ricerca delle soluzioni che possano fare uscire la nostra regione dalla situazione di emergenza in cui riversa”.
Sempre dai banchi dell’opposizione, duro anche Carlo Gilistro (M5s). “La Sicilia sta vivendo una emergenza continua. Sistema aeroportuale, black-out elettrici, incendi. Dare la colpa solo alle temperature estreme significa voler prendere in giro i siciliani che evidentemente questo governo considera ancora con l’anello al naso. La verità è che il sistema di prevenzione non esiste e non funziona, e gli incendi di questo giorni lo testimoniano: terreni lasciati incolti e non puliti, anche da enti pubblici, proprietà abbandonate, Comuni disattenti, Regione impegnata a blaterare di ponte Sullo stretto e mirabolanti quanto assenti azioni. Intanto cittadini e aziende devono convivere con disagi costanti, dai collegamenti alla qualità della vita”. L’attacco frontale al governo Schifani è netto: “Date la colpa al destino cinico e baro, al cambiamento climatico. La verità è che non siete in grado di prevenire e poi gestire alcuna emergenza. Settimane, mesi dopo ogni problema, viviamo ancora immersi in quel problema”. Poi l’affondo sui soccorsi. “Ieri la provincia di Siracusa è stata da voi abbandonata. La più grande zona industriale siciliana minacciata dalle fiamme, autostrada chiusa, parchi commerciali e acquatici chiusi ed evacuati ma nessun Canadair, nessun rinforzo da altre province. Avete fallito sino a qui. Prendete atto, come hanno fatto i siracusani ed i siciliani. Aspettiamo la prossima emergenza? Continuerete a ripeterci che il ponte salverà tutto? Abbiate un sussulto di dignità e lasciate spazio a chi vuole lavorare per la Sicilia”.
Dalla maggioranza, è stato Giuseppe Carta (Mpa) ad illustrare tutte le criticità vissute dalla provincia di Siracusa negli ultimi due giorni, sottolineando la necessità di richiedere al governo centrale lo stato di calamità per poter aiutare tempestivamente famiglie e aziende gravemente danneggiate dagli eventi estremi.




Nei giorni di fuoco, a Melilli intervento coordinati da due droni con termocamera

In questi giorni di fuoco per la Sicilia, a Melilli hanno debuttato i droni. Mentre impazzava gli incendi, per coordinare priorità ed interventi sono stati utilizzati i mezzi tecnologici di cui il Comune si era dotato per tempo. Di concerto con il Comando di Polizia Locale, guidato da Claudio Cava, è stato creato un “Gruppo Volo” che con l’ausilio di due droni muniti di termocamera, è in grado di rilevare e localizzare tempestivamente il punto esatto dove effettuare l’intervento.
“Interventi mirati, quindi, che hanno consentito in questi due giorni di emergenza di evitare dispendio di unità ed energie, agendo con rapidità e direttamente nella zona colpita, coadiuvando, di fatto, tutte le forze di soccorso in campo. Con i droni si è riusciti, inoltre, ad individuare, prontamente, le vie di fuga e di verificare eventuali ostruzioni di vie e arterie viabilistiche, oltre a permettere la localizzazione di soggetti in difficoltà”, spiegano dal Comando della Municipale iblea.
“L’attività di prevenzione sul territorio rappresenta, dalla prima ora, una delle priorità dell’amministrazione comunale di Melilli, che ha fatto sì che oggi fossimo, come Comando di Polizia Locale, preparati e dotati di un’unità aerea che ci ha consentito di agire con celerità nell’affrontare la criticità emersa”, le parole del comandante del Corpo di Polizia Municipale. “L’intuizione del nostro sindaco, con delega alla Polizia Municipale, che ha voluto fortemente la costituzione del Gruppo Volo, ha consentito alla Polizia Locale di avere gli strumenti per fronteggiare l’emergenza. L’utilizzo dei giusti supporti, in questa circostanza tecnologici, nel caso specifico ci ha permesso di contenere i danni a cose e a persone”.
Adesso in corso un’attenta ricognizione video per comprendere l’eventuale sussistenza di atti dolosi ed i relativi autori.




Incendi, Paolo Cavallaro (FdI) contro l’amministrazione. “Zero gestione del territorio”

Anche se non programmato con un punto all’ordine del giorno, finirà in Consiglio comunale a Siracusa quanto accaduto nelle ultime ore tra black out ed emergenza incendi. A servire l’anticipo è il consigliere Paolo Cavallaro (FdI). “Non credo sia colpa del destino inesorabile, non mi presto al gioco di chi, per sminuire le proprie responsabilità, attacca piromani e caldo eccessivo. Ci sono responsabilità che vanno accertate, quelle dei piromani senz’altro, che sono esistiti ed esisteranno sempre, ma possono operare perché hanno migliaia di ettari su cui realizzare i propri atti criminali”, attacca Cavallaro rivolto in particolare all’amministrazione comunale sul tema della prevenzione e del diserbo.
“Gli spezzoni di terreni abbandonati dal Comune sono troppi, molti ceduti da privati e cooperative. La scusante è sempre quella della carenza di risorse, che fa emergere però in modo chiaro il vero problema: la carenza di adeguata programmazione e gestione del territorio. Chiederò che vengano pubblicati i numeri degli interventi effettuati sui terreni comunali e di quelli programmati, e delle sanzioni comminate ai privati”.
Quanto alla fornitura elettrica, “paghiamo cifre importanti per il trasporto della corrente, ma nessuno viene informato sui lavori fatti e programmati per garantire una rete efficiente”. E ciliegina sulla torta, “la cronica carenza di mezzi e strumenti di protezione civile”.
Per il futuro? Cavallaro ritiene inevitabile “un imponente piano di forestazione. Senza fare scaricabarile, chi ha autorità per intervenire lo faccia, a partire da domani”.




Piscitello (Confcommercio): “Niente prevenzione ed incuria, così danneggiate chi investe”

“Quanto avvenuto nelle scorse ore sul nostro territorio era prevedibile”, è l’accusa che parte dal presidente provinciale di Confcommercio, Elio Piscitello.
Gli incendi hanno evidenziato le carenze del sistema di prevenzione, l’incuria del territorio e messo in ginocchio numerose attività commerciali. Mentre la conta dei danni prosegue, Confcommercio Siracusa intende esprimere “la massima solidarietà a tutti gli imprenditori delle attività coinvolte negli incendi e un accorato ringraziamento al corpo dei Vigili del Fuoco per lo straordinario lavoro portato avanti, seppur impegnato contemporaneamente su diversi fronti, così come al personale della Protezione Civile e a tutti i volontari che si sono spesi per fronteggiare la crisi”.
“Abbiamo sfiorato la tragedia”, dice Piscitello. “E’ tempo di prendere coscienza della mancanza di programmazione e chiedere a gran voce investimenti economici a tutti i livelli di governo per fronteggiare la problematica incendi che non è un’emergenza del momento ma un consueto drammatico appuntamento estivo: servono più canadair per rispondere ai fronti di fuoco, serve un’azione di diserbo preventiva sulle strade urbane ed extraurbane, serve un controllo sull’attuazione delle normative vigenti e delle disposizioni emanate giustamente dall’Amministrazione”.
Confcommercio Siracusa denuncia il danno economico che una cattiva gestione del territorio produce quando, da una parte ci sono gli imprenditori che si impegnano per offrire prodotti e servizi qualitativamente al passo con le richieste di mercato, investendo in attrezzature e formazione, e dall’altra parte mancano tutte le azioni di tutela e di prevenzione. Attività agricole, aree commerciali, strutture ricettive, spazi ricreativi, avvolti o lambiti dalle fiamme, si sono dovuti fermare nel momento di alta stagione, senza prendere in considerazione i danni e i disagi per la popolazione tutta che ha vissuto momenti di concreta paura, fortunatamente senza irreparabili conseguenze.




Dall’inferno di fuoco, salvati anche cani intrappolati dentro box in fiamme

Nella battaglia condotta dai soccorritori in lotta per oltre 12 ore contro il fuoco, non ci si è dimenticati degli animali di affezione. Diversi interventi sono stati condotti proprio per trarre in salvo amici a quattro zampe intrappolati.
Nell’inferno che ieri pomeriggio si è sviluppato tra viale Epipoli e Tremilia, i volontari dell’associazione di Protezione Civile Ross, si sono occupati anche del soccorso di due cani, rimasti all’interno di proprietà minacciate dalle fiamme. I due sono stati temporaneamente accolti da un vicino, in attesa di poter tornare a “casa”. Si trovavano dentro un box al cui interno ha preso fuoco l’auto parcheggiata. Sul posto, oltre ai Ross, anche la Sst Cinofili Archimede.
Pure la Polizia Provinciale si è distinta per il salvataggio di un cane sulla Sp 74, evacuato insieme ai suoi proprietari, una coppia.




Riaperti i centri commerciali Conforama e Parco Belvedere: alle 10 cessata l’ordinanza

Alle 10 di questa mattina ha cessato i suoi effetti l’ordinanza emessa dal sindaco di Melilli relativi ai centri commerciali Conforama e del parco Belvedere di contrada Spalla. Ieri sera, poco dopo le 20, il provvedimento ne aveva disposto la chiusura, nel pieno dell’emergenza incendi. La situazione più critica, al centro commerciale Conforama sotto Melilli. Protezione Civile e gli stessi dipendenti dell’attività commerciale hanno collaborato per evitare che le fiamme raggiungessero l’area, minacciata da vicino. Anche in contrada Spalla situazione complessa: era stata disposta nel pomeriggio anche l’evacuazione dell’acquapark.
Questa mattina, riunione del centro operativo comunale per esaminare la situazione. Ed è arrivato il via libera alla riapertura. “Alle 10 l’ordinanza di chiusura ha cessato i suoi effetti”, conferma il sindaco, Giuseppe Carta. Si spengono le fiamme ma restano i danni, ingenti. “Sono impegnato in decine di sopralluoghi, abbiamo danni per milioni. C’è chi ha perso tutto. E ancora circa 300 persone non hanno potuto fare rientro nelle loro abitazioni, in particolare a Villasmundo”, aggiunge Carta.
Un ringraziamento arriva dal Comune di Melili all’indirizzo di Vigili del Fuoco, Protezione Civile, forze dell’ordine, volontari e quanti si sono impegnati mentre le fiamme avvolgevano il territorio. “Grazie anche ai sindaci dei comuni vicini che hanno messo a disposizione quanto potevano per aiutarci a fronteggiare l’emergenza”, aggiunge il primo cittadino che nella chat dei sindaci di Siracusa ieri pomeriggio lanciava l’sos con un inequivocabile “aiutooooooooo”.




Danni ingenti a Siracusa, pronta la richiesta dello stato di calamità

La giunta comunale di Siracusa delibererà nelle prossime ore la richiesta dello stato di calamità, dopo i devastanti incendi delle ore scorse. “Le immagini dall’alto mostrano la devastazione che ha colpito la nostra città da nord a sud. Nell’immediato la solidarietà mia personale e della giunta a quanti, privati ed imprese, hanno subito danni patrimoniali alle loro attività e ai loro beni”, scrive in una nota il sindaco, Francesco Italia.
Mentre è ancora in corso una prima stima dei danni, è già chiaro che serviranno risorse straordinarie per farvi fronte. Il governo regionale è pronto a dichiarare lo stato di emergenza e richiedere a Roma lo stato di calamità, con lo sblocco di somme destinate ai rimborsi.
Il primo cittadino, intanto, invia un pensiero di sentito ringraziamento “al personale comunale, agli uomini della Protezione civile, alle Forze dell’Ordine, ai volontari per il grande lavoro fatto in spregio al pericolo e che è servito a limitare danni che sarebbero potuti essere ancora più devastanti”.