Il porto Grande di Siracusa era “l’anello mancante” nella rete di sviluppo della portualità della Sicilia Orientale. La definizione è del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Francesco Di Sarcina. Nei giorni scorsi è andato a Palermo a prendere le “chiavi” del porto siracusano di cui assume adesso, ed a tutti gli effetti, la governance, nove mesi dopo la disposizione normativa che ha messo insieme il porto di Siracusa con quelli di Augusta, Catania e Pozzallo.
“Ho già disposto un primo sopralluogo del nostro ufficio tecnico. La prima cosa da fare? Sappiamo che i problemi principali sono legati ai fondali ed alla scarsa manutenzione di alcune bitte e piazzali. Cose spicciole, però mai risolte. E sono le prime urgenze da affrontare”, spiega Di Sarcina intervenuto in diretta su FMITALIA. “Alcune cose le faremo velocemente, altre richiederanno tempo. In particolare, richiederà tempo il dragaggio dei fondali della banchina 2: “è sito Sin, servirà quindi un dialogo con il Ministero dell’Ambiente. Ma si deve fare, e lo faremo. Ovviamente seguendo le procedure previste dalla legge”, spiega il presidente dell’AdSP della Sicilia Orientale.
Nel bilancio dell’ente, approvato ad ottobre, è stata prevista una spesa di 1,5 milioni di euro (entro dicembre 2024, ndr) per il Porto Grande di Siracusa. “E forse negli ultimi 10 anni mai erano state messe in campo risorse così corpose”, rivendica Di Sarcina. Difficilmente saranno spese tutte in poco più di un mese, “ma di sicuro produrremo degli impegni di spesa in modo da dare il via a tutto quello che bisogna fare nel porto di Siracusa”.
E qui è il caso di chiarire che l’AdSP non si occupa solo di manutenzione spicciola. Il suo compito principale è quello di programmare e creare le condizioni per lo sviluppo della portualità e delle aree retroportuali. “Il mio obiettivo principale – conferma Di Sarcia – è trovare la via per il migliore sviluppo possibile del porto di Siracusa, insieme ad Augusta, Catania e Pozzallo. E nel futuro di Siracusa non può che esserci il crocierismo. Francamente, sono inimmaginabili i container al porto Grande…”, ironizza. Poi si fa serio: “Faremo funzionare quello che già c’è, incluso il porto rifugio, e metteremo mano al futuro insieme ai rappresentanti del territorio. Tutto integrato con gli altri porti, altrimenti ci facciamo guerra tra di noi. Guardate, dobbiamo prendere coscienza del fatto che in Sicilia abbiamo tanti porti piccoli. Se non facciamo finta che siano un unico grande porto con tante banchine, non potremo mai essere competitivi con il resto d’Italia e d’Europa”. Ecco allora perchè diventa importante anche per Siracusa contare sulla governance unica della AdSp anche per il suo Porto Grande.
Tra i nodi da risolvere, oltre alla banchina 2, ci sono la questione ex porto turistico – oggi cantiere in abbandono – e la costruzione di una stazione marittima. “L’area dell’ex porto turistico rientra tra quelle consegnate alla mia AdSp. Dobbiamo vedere la documentazione, so che ci sono dei contenziosi. Dobbiamo capire in che stato siano e dove, per studiare come sbloccare la situazione. Anche a augusta c’erano conteziosi eterni. Li abbiamo superati, rimettendo in moto le cose”. Parole che valgono come indicazione di una direzione.
Quanto alla stazione marittima, Di Sarcina ha già un suo piano. “Un porto crocieristico serio e che funziona, non può prescindere da un terminal, altrimenti è barbarie. A Catania ci sono soggetti che remano contro, danneggiando il territorio. Mi auguro, invece, che Siracusa si dimostri più matura. La direzione deve essere quella di fare le cose e non bloccarle. Un piano ce l’ho, infrastrutturale e gestionale. Ma non basterà solo il mio impegno o solo l’impegno della AdSP. Servirà il consenso di tutte le parti interessate. Esorto tutti, allora, a capire che questa è una vera occasione di sviluppo. Mettiamo in campo tutte le energie positive e realizziamo qualcosa di buono”, l’invito del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale.