Elisuperficie a Ferla, ok di Enac: "Emergenze garantite h24"

E’ entrata in funzione, con l’autorizzazione da parte di ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) l’elisuperficie di Ferla, adesso, dunque, abilitata all’impiego diurno e notturno. La struttura è stata inserita nell’elenco di quelle autorizzate per emergenza con eliambulanza, nell’ambito del “Servizio di Urgenza Emergenza Sanitaria (SUES 118)”. Questo significa che l’eventuale servizio sanitario d’urgenza può essere garantito h24. Evidente la soddisfazione del sindaco, Michelangelo Giansiracusa. “Quella di Ferla è l’unica elisuperficie notturna attiva in provincia – dichiara il primo cittadino – oltre a quelle operative presso i presidi ospedalieri di Siracusa, Avola e Noto”. Si conclude, in questo modo, un percorso iniziato anni fa. “Ringrazio-conclude il sindaco di Ferla-  quanti in questi anni hanno lavorato al fine di attivare questa importante infrastruttura per salute dei cittadini”.




Straccia Bollo, la Regione incassa 339 mln: +35% rispetto al 2021

Un aumento del 35 per cento rispetto all’anno precedente.  Nel 2022 la Regione Siciliana ha incassato dalla Tassa automobilistica 339 milioni di euro. Numeri con il segno più che crescono ulteriormente se si fa riferimento all’ultimo trimestre del 2022 e ai primi due mesi del 2023, periodo che ha visto operativa la misura “Straccia bollo” della Regione. La misura potrebbe essere riproposta nei prossimi mesi. A renderlo noto è l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, dopo la chiusura al 28 febbraio della finestra che consentiva, ai contribuenti siciliani, di pagare gli arretrati del bollo auto (anni 2016-2021) senza sanzioni e interessi. «I numeri elaborati dai nostri uffici – afferma Falcone – confermano il successo della regolarizzazione agevolata delle tasse automobilistiche in Sicilia. Nei soli primi due mesi del 2023, ad esempio, la Regione ha incassato dal bollo auto ben 155 milioni di euro, il 50 per cento in più dell’intero primo trimestre 2022. L’impennata era già partita alla fine dell’anno scorso, quando fra ottobre e dicembre avevamo registrato un +87 per cento di entrate: dai 66 milioni del 2021, infatti, siamo saliti a un totale di ben 124 milioni di euro. Il governo Schifani – aggiunge l’assessore – non esclude di riproporre nei prossimi mesi lo “Straccia bollo”, compatibilmente con il quadro normativo, agevolando ancora i cittadini in questa fase di crisi». «Eliminando le sanzioni e alleggerendo gli arretrati – sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – abbiamo concretamente teso la mano ai cittadini che volevano mettersi in regola, nell’interesse dell’amministrazione regionale a recuperare introiti e a costruire un nuovo rapporto di fiducia con i contribuenti. I risultati hanno dato ragione all’iniziativa, recuperando al nostro bilancio nuove risorse che potremo reinvestire in servizi e opportunità per la Sicilia».




Violava l'obbligo di dimora per commettere furti: domiciliari per un 33enne

Violava ripetutamente l’obbligo di dimora nell’arco della notte, per andare a commettere furti. I carabinieri della Tenenza di Floridia hanno arrestato un uomo di 33 anni per questo motivo. I Carabinieri hanno accertato, tramite l’analisi delle telecamere, che l’arrestato era responsabile di alcuni furti avvenuti nottetempo ai danni di attività commerciali della città.
L’autorità giudiziaria ha emesso così il provvedimento di aggravamento ed i militari lo hanno rintracciato e sottoposto agli arresti domiciliari.




Nuovo Dg per Onda Più, Francesco Pagliari succede a Luca Puzzo

Cambio al vertice di Onda Più, azienda del Gruppo Eneron. Francesco Pagliari, 62 anni, ingegnere elettronico esperto in trasformazione digitale e innovazione è il nuovo Direttore Generale. Prende il posto dell’ingegnere Luca Puzzo, che la lasciato dopo circa 15 anni la società di via Savoia.  Pagliari è un manager di lunga e collaudata esperienza maturata all’interno del Gruppo Telecom Italia dove si è occupato di marketing all’interno della Divisione mercato Business e Consumer. In questi ultimi anni ha contribuito con la sua esperienza di prodotto a sviluppare startup innovative in contesti tecnologici legati all’intelligenza artificiale, alla BlockChain ed alla Cyber Security.
Appassionato di pittura astratta ma anche della buona tavola, il nuovo
Direttore generale di Onda Più è stato fortemente voluto dal ceo del Gruppo
Eneron, l’ing. Luigi Martines, per trasferire nelle quotidiane dinamiche
aziendali quel surplus di esperienza maturata anche in scenari internazionali e
particolarmente complessi (sia pur in un campo diverso rispetto a quello
dell’energia) che diventa strategico in una fase storica, qual è quella attuale,
segnata da incertezze, crescenti fibrillazioni su scala globale ed alle prese con
trasformazioni epocali.
“Il settore dell’energia sta assumendo sempre di più un ruolo centrale
nell’ambito degli obiettivi di sostenibilità e la transizione energetica con le
rinnovabili ne è alla base – ha commentato il neo DG di Onda Più ing.
Francesco Pagliari -. Per me questo rappresenta lo scenario perfetto dove
mettere a terra sia le conoscenze maturate nell’innovazione tecnologica e di
business, sia l’esperienza nel marketing e vendita in contesti come quello delle
utilities ma anche lo sviluppo di un nuovo approccio al mercato che pone la
sostenibilità al centro come elemento di differenziazione e innovazione”.




Pista ciclabile Gelone, il progetto svelato: gli spazi, l'ingombro, le auto e gli alberi

Si torna a parlare di piste ciclabile e l’argomento va subito in tendenza, nel termometro dell’opinione pubblica siracusana. L’occasione è fornita dall’avvio – forse non esattamente imminente – dei lavoro per realizzare la pista ciclabile “Gelone” che dall’omonimo corso si allunga fino a viale Santa Panagia. Eppure non si tratta di una idea nuova ed improvvisa.
Almeno dal 2018 è progetto noto con diversi aggiornamenti, soprattutto relativi alle fonti di finanziamento (Collegato Ambientale 2018, Agenda Urbana, fondi strutturali europei). Ed anche un Consiglio comunale di diversi anni addietro deliberò favorevolmente la realizzazione. Ma fino a quando la ciclabile Gelone era solo un “disegno” su carta, non ha attirato grandi attenzioni. Adesso che si avvicina l’avvio della fase realizzativa, in poche ore è diventato tema di grandissima attualità.
Intanto la prima notizia: l’inizio dei lavori potrebbe slittare addirittura ad aprile. Se ne saprà di più domattina, al termine di un vertice tra la ditta che si è aggiudicata l’opera e la struttura comunale preposta. Sarebbero emersi degli “imprevisti”, non meglio specificati, che richiederebbero alcuni approfondimenti.
Ma come dobbiamo immaginare questa pista ciclabile che dalla parte basse di corso Gelone (via Catania) si prolungherà sino a Santa Panagia, attraversando viale Teracati? L’opera sarà omogenea in tutto il suo tracciato e si svilupperà solo su una delle corsie di marcia delle strade interessante. A dividerla dalle sezione riservata alle auto sarà un cordolo in cemento di 50 centimetri. Sarà larga 2,5 metri e potrà essere percorsa – dalle bici – in entrambi i sensi di marcia, rispettando la divisione in corsie interne.
In corso Gelone sorgerà nel tratto in direzione nord, quello che conduce alla rotonda con viale Paolo Orsi e viale Teracati. Qui si sposterà dal lato opposto, costeggiando l’area archeologica alle spalle di Casina Cuti, per poi tornare sulla corsia in direzione viale Santa Panagia subito dopo l’incrocio Teracati-Teocrito. Gli attraversamenti saranno solo tratteggiati sulla sede stradale. A motivare questi cambi di carreggiata, lo studio dei flussi di traffico.
Per fare spazio alla nuova pista ciclabile, scompariranno i posti auto. Diamo i numeri: secondo i dati forniti dagli uffici comunali, spariranno 98 parcheggi. Con una razionalizzazione del sistema di sosta nelle strade limitrofe – ad esempio via mons. Carabelli, via Di Natale, via Mosco – passando dal parcheggio a raso a quello a pettine, si recupereranno 90 stalli (tra gratuiti e a pagamento). Saldo negativo di 8 stalli. Ma – prevengono l’obiezione dagli uffici – lo spirito dell’intervento è quello di promuovere forme di mobilità alternativa alle auto. Per questo si sta predisponendo un nuovo servizio di trasporto urbano ragionato sulle esigenze e gli orari di spostamento della città. O almeno così assicurano dal settore Mobilità.
La realizzazione di una ciclabile in corso Gelone ha già spaccato l’opinione pubblica. Innegabile l’impatto dell’opera su quello che è il traffico ordinario, stanti le condizioni attuali. Una delle critiche principali riguarda il restringimento della strada ed un generale appesantimento della viabilità automobilistica. Considerando il tratto più “stretto” di corso Gelone (6,50 metri), rimarranno a disposizione delle auto 3,50 metri una volta realizzata la pista, contro i 4,40 attuali (2,10m destinati agli stalli auto). Prestando fede al progetto, corso Gelone sarebbe ristretto di 90 centimetri. E i mezzi di soccorso? “Anche oggi, con 4,40 metri disponibili mica ci passano insieme un’auto e un’ambulanza. Non cambia nulla”, allargano le braccia i tecnici di fronte all’obiezione mossa. E gli alberi? Saranno spostati rispetto all’attuale posizione delle formelle presenti su corso Gelone e Teracati. Ma nessuno, assicurano, sarà abbattuto o rimosso. Semmai, è la promessa, curati e meglio sistemati.




La guerra sul teatro greco indispone Palermo, sopralluogo all'Ara di Ierone in attesa del laser scanner

All’indomani della conferenza stampa con cui sindaco e assessore alla cultura del Comune di Siracusa hanno “confermato” i concerti al teatro greco, avvistati movimento attorno all’Ara di Ierone. Non è un mistero che da Palermo, anche per svelenire il clima da scontro totale farcito da esposti in Procura, hanno iniziato a prendere in considerazione la possibilità di spostare i live musicali in un’altra spazio dell’area archeologica. “Aperti a questa possibilità, ma dal prossimo anno”, hanno detto all’unisono Italia e Granata. Ma gli spettacoli potrebbero traslocare anche in questa stagione, secondo alcune indiscrezioni.
E prova ne sarebbe il sopralluogo svolto proprio all’Ara di Ierone dal direttore del parco, Antonello Mano, insieme al soprintendente Savi Martinez ed ai tecnici del dipartimento e dell’assessorato regionale ai Beni Culturali.
Si starebbero sondando le soluzioni possibili per allestire lì, in tempi record, una sorta di arena da almeno 4.500 posti. Scartato l’anfiteatro romano per alcuni problemi logistici, tutti gli sforzi si stanno concentrando sull’Ara di Ierone.
L’Assessorato regionale ha acceso i suoi riflettori sul caso Siracusa. Dall’entourage di Scarpinato filtra un certo fastidio per gli sviluppi della vicenda siracusana. Al punto che se l’analisi commissionata dal direttore del parco archeologico, con ricorso ad un laser scanner, dovesse fare emergere note critiche circa lo stato di salute complessivo del teatro greco, potrebbe anche sospendere gli eventi ospitati nell’antica cavea. Ed in assenza di un’alternativa pronta (Ara di Ierone) a rischio ci sarebbe tutta la stagione turistica e l’indotto – dall’accoglienza alla ristorazione sino ai trasporti – che gravita ogni anno attorno agli spettacoli al teatro greco di Siracusa.
Ci vorranno ancora diversi giorni prima di conoscere l’esito di quel primo esame effettuato sulla roccia calcarea in cui è scavato il monumento simbolo di Siracusa.




Il geologo Pippo Ansaldi: "Non sono i concerti, i decibel e il tavolato i guai del teatro greco"

Molte battaglie a difesa dei beni comuni siracusani portano la firma di Pippo Ansaldi. Geologo di professione, assesta un “colpo” alla tesi secondo cui i decibel dei concerti e la presenza di migliaia di spettatori produrrebbero lo sfarinamento ed il collasso della roccia del Temenite. “Affermazioni assai discutibili”, scrive in un lungo ed articolato post. “Mi sia consentito rappresentare un punto di vista in contro tendenza rispetto alla agguerrita campagna in corso, per richiamare all’attenzione su quanto acclarato nell’ampia letteratura geologica, che ha avuto una parte nella mia formazione universitaria e professionale: il calcare della formazione dei monti Climiti, sul quale i nostri antenati ebbero la provvidenziale idea di realizzare la prestigiosa struttura teatrale a noi mirabilmente pervenuta dopo millenni di utilizzo antropico, è un ottimo substrato di fondazione, tanto è vero che la maggior parte della città è su di esso edificata. La meccanica delle rocce conferisce al calcare una resistenza alla compressione monoassiale di 40-60 MPa, frapponendosi egregiamente all’usura e in parte agli agenti atmosferici. Il degrado della roccia è legato a fenomeni naturali, principalmente alle acque meteoriche e alla presenza naturale di CO2 in atmosfera, che se associata, nelle zone industriali, alla presenza di ossidi di azoto e anidride solforosa, rendono sufficientemente acide le piogge che svolgono un’azione di dissoluzione del carbonato di calcio, in altre parole le piogge ‘sciolgono’ il calcare, ovviamente nel lungo tempo”.
Secondo Ansaldi, l’azione congiunta di questi fattori “per il tramite delle acque meteoriche” determinerebbe una erosione meccanica “penetrando nelle microfratture della roccia, allargandole e favorendo il carsismo tipico di questo tipo di roccia rendendola ‘cariata e alveolizzata’. Ecco il motivo di degrado della roccia calcarea che si manifesta in tempi piuttosto lunghi”.
Cosa fare, allora, per preservare il teatro greco? “Bisognerebbe intervenire, per quel che si può, con una manutenzione ordinaria e straordinaria, mettendo in conto interventi che siano in grado di intercettare e allontanare le acque meteoriche a monte e, contestualmente, realizzare le opere di restauro e di consolidamento ritenute necessarie”, dice Pippo Ansaldi.
Quindi la presenza degli spettatori, della struttura protettiva ed i decibel non causano alcun danno? “Il peso del carico antropico è, a mio parere, assai modesto e quasi ininfluente, tanto più che parliamo di decine di migliaia di presenze turistiche cui si aggiungono a quelle degli spettatori delle rappresentazioni classiche allocate quasi tutte su un tavolato ligneo che ben protegge la roccia sottostante e, comunque, abbastanza compatibile con le esigenze di tutela del sito”.
Viene da chiedere, allora, perchè tante polemiche, così accese da sfociare addirittura in esposti in Procura? “Non riusciamo a liberarci dal sospetto che per alcuni, non tutti certamente, il confronto in atto sia soltanto l’ennesimo pretesto per coltivare spazi di visibilità altrimenti inaccessibili”. Il teatro greco, secondo Ansaldi, andrebbe salvato anche “dalle pretestuose giaculatorie che stagionalmente si ripetono in modo vacuo, fatti salvi, a scanso di equivoci, gli appelli di personalità qualificate, mossi dalla sincera preoccupazione che qui si condivide pienamente”.
Le condizioni dell’antico monumento non sono certo ottimali. Ma, seguendo la tesi di Ansaldi, non sono i concerti, gli spettacoli in genere, o i loro spettatori a pesare sulla salute geologica dell’antica pietra. Lo studio con laser scanner commissionato dal direttore del parco archeologico, Antonello Mamo, sarà disponibile a giorni. E potrebbe fornire altri elementi oggettivi per avviare una seria campagna di tutela (e valorizzazione) di uno dei più amati luoghi di Siracusa.




Gli albergatori perdono la pazienza: "Vogliono mandare a monte la nostra stagione?"

Gli albergatori assistono stupiti alle forti contrapposizioni siracusane attorno alla stagione dei concerti. Da settimane registrano prenotazioni in aumento, anche e soprattutto nel periodo in cui l’offerta culturale (spettacoli classici) e quella di intrattenimento (i live) tocca il suo apice a Siracusa.
““Abbiamo il dovere di salvaguardare il nostro lavoro e non mandare a monte la programmazione della stagione. Al termine si potranno avviare tutte le azioni necessarie per la salvaguardia del Teatro Greco”, sostiene il presidente di FederAlberghi Siracusa, Andrea Carpenzano.
“Si rischia di danneggiare l’immagine di una città che cerca di incrementare il suo posizionamento nel circuito turistico”, aggiunge. “In una città dove si programma con lungimiranza l’attività di marketing del territorio, avremmo dovuto avere, già dallo scorso anno, la possibilità di sponsorizzare gli eventi mediante tutti gli strumenti di comunicazione a disposizione e di creare partnership tra aziende di servizi per costruire pacchetti ad hoc. Oggi avremmo dovuto avere tutte le strutture al completo per quelle date e, così come gli alberghi, prenotazioni in tutte le agenzie di servizi annessi. Ad un paio di mesi dall’inizio della stagione, invece, non si parla di fattiva organizzazione per rendere l’esperienza turistica siracusana impeccabile ma c’è spazio solo per polemiche e per creare terrorismo sul degrado del bene storico più iconico di Siracusa. Nessuno – incalza il presidente provinciale di FederAlberghi – ha riflettuto sulla pessima figura che facciamo agli occhi del pubblico e soprattutto degli artisti che hanno scelto di esibirsi nel nostro teatro greco? Noi di Federalberghi Siracusa riteniamo che la corretta tempistica delle azioni da mettere in campo rappresenti la soluzione per avviare i processi di tutela dei beni storici e culturali che la nostra città ci ha donato e, allo stesso tempo, lo strumento per utilizzarli e gestirli con criterio e diligenza affinché possano creare reddito. Se le criticità del sito sono reali e certificate da organi competenti, a tempo debito, si potrà pensare di destinare ad altro luogo i concerti ma non sicuramente per quest’anno, in quanto estremamente dannoso per l’immagine della città”.




Il mare attacca Ortigia, l'emergenza dimenticata: il "buco" sul muraglione di Levante

Il cedimento della strada in lungomare Vittorini vale come campanello d’allarme. E deve mettere in guardia circa la necessità di difendere le coste esposte di Ortigia dalla forza del mare. Urge una campagna di controllo dei muraglioni, per capire se e dove altri casi di ingrottamento mettono a rischio la sicurezza di persone e mezzi in transito.
Poco distante dal punto in cui in cui ha ceduto la strada, in lungomare Vittorini, c’è il famoso “buco” sul muraglione di Levante. E’ noto dal 2021, quando ha assunto proporzioni tali da rendere necessaria l’inibizione ai pedoni del marciapiede soprastante ed anche la sosta alle auto. Provvedimenti non esattamente rispettati (e fatti rispettare) alla lettera.
Il “buco” è ormai diventato una caverna, alla base del muraglione est di Ortigia. Supera i 12 metri di lunghezza ed i due di profondità. Grazie agli scatti realizzati da Dario Ponzo, la situazione oggi e nel 2022.

E dire che ad agosto 2021, le prime segnalazioni lamentavano una fenditura di appena un metro. Poi, a causa della continua azione del mare, il problema si è amplificato a dismisura. Le mareggiate hanno “mangiato” diversi metri di riempimento all’interno del muraglione su cui poggia via Vittorio Veneto.
“Nessun pericolo di crollo”, assicurano le autorità competenti. Ma dei lavori che dovevano scattare dopo il medicane del 2021m finanziati con un provvedimento di somma urgenza della Pr190mila euro




Cede la strada in lungomare Vittorini, individuata la causa: il mare si era ingrottato

Individuata la causa del cedimento al lungomare Vittorini, a Siracusa. E’ stato il mare, ingrottandosi attraverso una lesione nel muraglione, ad erodere il materiale di riempimento su cui poggia anche la strada. Era una delle prime ipotesi formulate ieri, non appena scoperto il problema. Le indagini effettuate durante la mattinata hanno confermato la tesi. Un lavorio lungo anni, passato completamente inosservato e che avrebbe potuto causare danni anche maggiori. Ancora una volta, una certa buona stella ha finito per mettere in guardia sulla necessità di difendere le coste esposte di Ortigia dalla forza del mare. Urge una campagna di controllo dei muraglioni, senza dimenticare il non ancora risolto problema del muro al vicino muraglione di Levante e gli ingrottamenti segnalati nella zona del forte Vigliena.
In lungomare Vittorini E’ stato necessario allargare la voragine sulla sede stradale, accanto al marciapiede ad affaccio sul mare, per verificare in maniera approfondita la situazione. Con questo intervento è stato anche risolto il problema della tensione superficiale che poteva finire per “premere” sulla vicina tubazione idrica, fino a spezzarla. Secondo i tecnici intervenuti sul posto serviranno dai 3 ai 5 giorni per ripristinare la situazione e “tappare” il buco scavato dall’acqua del mare.
Per il momento, vietato al traffico dei mezzi e alla sosta il tratto del lungomare Elio Vittorini in cui ieri pomeriggio si è verificato il cedimento della strada. Lo stabilisce un’ordinanza del settore Trasporti e diritto alla mobilità con la quale vengono anche regolamenti i sensi di marcia della zona fino a quando sarà in vigore in divieto.
Il tratto di strada interessato è quelle compreso tra il civico 60 del lungomare Vittorini e il largo Bastione Santa Croce. Di conseguenza, i mezzi provenienti da via dei Tolomei, giunti in largo Bastione Santa Croce svolteranno a sinistra per poi girare a destra lungo via Vittorio Veneto, che dunque potrà essere percorsa in senso inverso rispetto all’attuale. Arrivati in largo Forte San Giovannello, i mezzi svolteranno a destra e poi a sinistra per riprendere il regolare senso di marcia.
Chi percorre via Vittorio Veneto, giunto in largo Forte San Giovannello, avrà l’obbligo di svoltare a sinistra, mentre il tratto compreso tra largo Forte San Giovannello e il civico 60 del lungomare Vittorini potrà essere percorso solo dal traffico locale e in entrambi i sensi di marcia. Infine, i mezzi provenienti da via Mirabella, arrivati all’incrocio con via Vittorio Veneto non potranno dirigersi verso il lungomare Vittorini ma dovranno svoltare a destra o a sinistra.