Accesso agli atti, Cavallaro (FdI): “Sempre più difficile al Comune”

“Sempre più difficoltoso l’accesso agli atti al Comune”.

L’accusa è chiara, è rivolta all’amministrazione comunale di Siracusa e arriva da Paolo Cavallaro, presidente del circolo Aretusa di Fratelli d’Italia.

“La carenza di personale-sostiene il legale siracusano-  non può giustificare le modalità ed i ritardi con cui vengono trattate le pratiche di accesso agli atti ai sensi della legge 241 del ’90. Sono stato costretto più volte a sollecitare, persino scrivendo alla pec istituzionale del sindaco, le istanze presentate come avvocato e come dirigente di Fratelli d’Italia”.

Per Cavallaro è “evidente la carenza di direzione e o di controllo da parte del sindaco e degli assessori, che, a maggior ragione in tempi di assenza del consiglio comunale, dovrebbero dare precise direttive agli uffici perché il palazzo venga percepito dai cittadini in modo assolutamente trasparente”.

Il sospetto del presidente del circolo Aretusa di Fratelli d’Italia è che “alcune mancate o ritardate risposte siano funzionali a limitare il diritto di critica delle opposizioni politiche”.

Poi Cavallaro entra nel dettaglio e cita, come esempio, il tentativo di accesso agli atti sul tema del verde pubblico, per conoscere il numero di alberi piantati per ogni bimbo nato, come prevede la legge 113 del 1992.
“L’assenza di un protocollo automatico digitale sulla posta certificata in entrata, attivo in tantissimi enti pubblici- aggiunge l’esponente del partito di Governo- è ulteriore mancanza di attenzione verso i cittadini”.

Infine una stilettata ed una previsione politica: “Non sono solo le ciclabili insicure e le fontane spente, o l’assenza di programmazione su parcheggi e trasporto pubblico che porteranno i cittadini a bocciare questa amministrazione alle prossime elezioni-conclude Paolo Cavallaro-  ma anche il distacco che ha alimentato con queste condotte, certamente non ispirate a lealtà e trasparenza”.




Droga in via Santi Amato, crack e hashish nascosti in un tavolo

Ancora sequestri di droga in via Santi Amato. Gli agenti del commissariato Ortigia hanno rinvenuto nella zona, considerata piazza di spaccio, 4 dosi di crack e due di hashish, occultate all’interno di un tavolo di plastica posizionato lungo la via. Nel corso di tali  servizi finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, agenti delle Volanti hanno, inoltre, segnalato un giovane di 16 anni, trovato in possesso di hashish per uso personale.




Spara a un cane: denunciato 70enne siracusano

Spara a un cane, colpendolo con un colpo di fucile a piombini.

Un uomo di 70 anni è stato denunciato dagli agenti delle Volanti. Dovrà rispondere di maltrattamento di animali.  L’episodio risale a pochi giorni fa. Era il 28 ottobre. Gli agenti hanno sequestrato, inoltre, una pistola a molla ed una carabina ad aria compressa con i relativi munizionamenti, rinvenuti in casa dell’uomo denunciato.




Violenza e minacce alla convivente: denunciato 37enne di Pachino

Lesioni e minacce ai danni di una donna, la sua compagna di vita.

Un uomo di 37 anni è stato denunciato dagli agenti del commissariato di Pachino. Dovrà anche rispondere di minacce gravi all’indirizzo della convivente.




Affondo Usa, il WSJ contro Isab-Lukoil: attacco all’industria siciliana, la vogliono chiusa?

Il Wall Street Journal all’attacco della raffineria Isab Lukoil di Priolo. In una indagine pubblicata anche nell’edizione online, individua nel grande impianto siciliano lo snodo che consente “al greggio russo di aggirare le sanzioni americane per la guerra in Ucraina e di arrivare negli Stati Uniti, tornando a volte in Europa”.
Per gli Usa, il greggio russo “sostanzialmente trasformato in prodotto fatto all’estero” non può poi entrare nel mercato americano. Una volta lavorato nella raffineria di Priolo – la seconda più grande d’Italia e la quinta in Europa, ricordano i media anche quelli italiani che hanno ripreso la notizia – il petrolio russo diventa “prodotto italiano” e rifornisce stazioni di servizio della Exxon in Texas o in New Jersey o le stesse ad insegna Lukoil, che negli Usa vanta 230 punti in 11 Stati.
Isab Lukoil, come noto da mesi, lavora solo petrolio russo a causa di quel fenomeno di overcomplaince che ha portato le banche a chiudere ogni linea di credito per l’acquisto di grezzo da altra fonte. Tanto è vero che, prima delle sanzioni, la raffineria priolese trattava il greggio proveniente da vari Paesi. Ora circa il 93% è russo.
Il quotidiano americano – e quelli italiani – dimenticano però di menzionare come siano state proprio le sanzioni internazionali a creare il cortocircuito e la totale dipendenza della raffineria priolese dal petrolio russo. Ci si dimentica anche che, pochi giorni addietro, la struttura tecnica del Mef ha inviato alle banche una confort letter con cui mette nero su bianco il fatto che Isab Lukoil, la società di controllo, le sue derivate ed i suoi amministratori non sono oggetto di sanzioni. Cosa che potrebbe riaprire quelle linee di credito incomprensibilmente saltate nei mesi scorsi.
Non appare, pertanto, corretto l’affondo americano che – forse – mal travisa interessi a stelle e strisce anche per la vendita in Europa di greggio e suoi lavorati.




Isab Lukoil e il WSJ, Diego Bivona: “Non risulta vendita in Usa di petrolio raffinato qui”

E’ il numero uno di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, a rispondere all’articolo del Wall Street Journal ed all’indiretto attacco all’industria siciliana. Lo fa dall’edizione online del Sole24Ore, il quotidiano economico italiano. “Isab opera sul libero mercato e vende i suoi prodotti liberamente rispettando i contratti in essere e rispettando soprattutto le leggi. Non mi risulta poi che Litasco, la società svizzera che commercializza i prodotti di Isab, abbia venduto negli ultimi mesi un solo litro di prodotto raffinato proveniente dal polo siracusano negli Stati Uniti”, chiarisce subito. Nessuna elusione delle sanzioni internazionali, quindi.
Per il presidente degli industriali siracusani, curiosa è la coincidenza temporale che vede la pubblicazione della video inchiesta del WSJ “nel momento in cui il governo italiano sta lavorando per risolvere il problema della sopravvivenza di Isab”.




Ancora una Casetta dell’acqua danneggiata per rubare pochi spiccioli

Dopo di via Barresi, un’altra casetta dell’acqua vandalizzata a Siracusa. questa volta, ignoti si sono accaniti contro la struttura di via Cuma, alla Borgata. A denunciare l’accaduto è la stessa Siam, società che gestisce il servizio idrico a Siracusa.
I delinquenti si sono introdotti all’interno dell’impianto, danneggiando il frigorifero e rubando pochi spiccioli dell’incasso.
I tecnici della società si sono recati sul posto per verificare l’entità del danno e capire se il frigo sia stato compromesso o se possa essere rimesso subito in funzione.
“Resta l’amarezza di dover raccontare un altro atto grave, incivile, inaccettabile, dentro una città nella quale vandali e microcriminali continuano a danneggiare il bene pubblico e tutto ciò che fornisce servizi alla comunità dei cittadini”, si legge in una nota di Siam.
A questo punto, allo studio c’è il potenziamento del servizio di vigilanza della casetta.
“Ci auguriamo che, qualora qualcuno avesse visto o sapesse qualcosa, vengano informate le forze di polizia”, l’auspicio di Siam.




Decreto anti-rave, le perplessità del giurista di centrodestra Ezechia Paolo Reale

Avvocato, apprezzato giurista, è anche una delle anime del Siracusa Institute e della Fondazione Einaudi. Ma Ezechia Paolo Reale è anche un esponente politico siracusano, riconducibile nell’alveo del centrodestra. E tutte queste caratteristiche, ne fanno un interlocutore al di sopra di ogni sospetto per esaminare il contestato decreto legge “anti-rave” del governo Meloni. “Io dico quello che penso, nell’ottica del diritto alla conoscenza, a prescindere della parte politica che porta avanti una iniziativa”, premette subito intervenendo su FMITALIA.
“Ci sono una serie di criticità evidenti. La prima è proprio il ricorso ad un decreto legge per introdurre un nuovo reato. Non è così pacifico, a mio avviso, che possa essere conforme alla Costituzione. Ricordo che c’è la riserva di legge del Parlamento per l’introduzione nuovi reati e interventi sul codice penale. Insomma, dare potere al governo di inserire una norma senza che il Parlamento l’abbia esaminata, a mio avviso, stride con il nostro ordinamento”.
Secondo Reale, la norma avrebbe poi “un evidentemente problema di grave genericità”. Come recentemente affermato anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, una norma “deve essere chiara e far capire cosa è lecito e cosa no, senza ombra di dubbio. Specie quando la pena è il carcere. Leggendo il testo in questione, l’articolato non permette di comprende con la dovuta precisione di cosa stiamo parlando. Richiama quasi la vecchia norma del codice Rocco, l’adunata sediziosa: quando ci si riunisce in più di dieci si mette a rischio l’ordine pubblico”, continua l’avvocato siracusano.
Siamo di fronte ad un provvedimento liberticida? “Diciamo che non mi appare in linea con la Costituzione, ma non perchè sia liberticda in senso lato. Il principio che viola è quello della necessità che la norma penale abbia delle qualità: punire condotte specifiche di cui il cittadino deve avere piena conoscenza. Se non riesce a farlo capire, si apre una breccia che potrebbe scardinare anche diritti costituzionali. Perchè Tizio può interpretare le norme in un modo, Caio in un altro. Così le nostre libertà potrebbero ritrovarsi in pericolo. Fermo restando che è pacifico che per determinate ragioni, come l’ordine pubblico, alcune libertà personali possano essere limitate. Ma qui si apre alla possibilità di lesioni di diritti individuali personali. Non disconosco l’esigenza di reprimere certe manifestazioni effettivamente pericolose e odiose. Ma gli strumenti li avevamo già. Il rave di Modena, ad esempio, è stato interrotto utilizzando le norme già esistenti, mica il nuovo decreto che certo non è retroattivo”.
Il decreto anti-rave rischia allora di passare per “norma bandiera” anche secondo l’esponente del centrodestra siracusano. “Non mi sembrava il momento per esordire con una misura di questo tipo. Non so se supererà la prova della conversione in legge. Anche all’interno del centrodestra esiste un’anima liberale e farà sentire la sua voce. Non solo con Forza Italia ma anche all’interno di FdI, che con il 30% è ormai un partito che abbraccia più sensibilità”.




Listeria e rischio contaminazioni, blitz dei Nas: 16 ispezioni in provincia di Siracusa

Controlli su scala nazionale sulla filiera agroalimentare, disposti dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. In Sicilia in campo i Nas di Ragusa con 34 ispezioni presso le imprese maggiormente soggette al rischio di contaminazione del batterio Listeria, dopo i recenti fatti di cronaca. Sedici di queste ispezioni sono state svolte in provincia di Siracusa dove sono state riscontrate 7 “non conformità” che hanno portato alla segnalazione di sette operatori del settore alimentare. Elevate 13 sanzioni per complessivi 9mila euro.
Le ispezioni hanno riguardato macellerie, salumifici ed industrie conserviere. Nel caso di due macellerie/salumifici con sede a Rosolini e Noto è stata richiesta la sospensione dell’attività a tempo, per via “gravi violazioni” in materia di igiene e sanità dei locali destinati alla manipolazione, lavorazione e trasformazione delle carni oltre a carenze strutturali. E’ stato sollecitato dai Nas anche l’intervento dell’Asp di Siracusa.
Gli ispettori del Nucleo Antisofisticazioni, nel corso di attività ispettiva eseguita presso un noto salumificio nisseno, hanno riscontrato gravi carenze igienico sanitarie tanto da richiedere l’intervento di personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinario della locale Asp, per l’adozione di provvedimenti urgenti. Riscontrata la presenza di sporco, residui alimentari, macchie di sangue rappreso, residui untuosi, polvere, larve di insetti, sulla quasi totalità della superficie calpestabile della struttura. Nelle celle frigo destinate a contenere gli insaccati pronti per la commercializzazione, oltre a rilevare carenze igienico sanitarie, hanno rinvenuto più di 500 Kg di salumi, di vario genere, di cui gran parte con data di scadenza superata, mentre altri privi di tracciabilità. La merce è stata posta sotto sequestro e sono stati prelevati campioni al fine di ricercare il batterio della Listeria Monocytogenes. Per il salumificio è scattato il provvedimento immediato di cessazione dell’attività mentre al titolare dell’esercizio sono state comminate sanzioni amministrative per diverse migliaia di euro.
Sempre in provincia di Caltanissetta, da un ulteriore controllo presso un’industria di lavorazioni carni e preparazioni gastronomiche, è scaturito il sequestro di 75 Kg di carne di bovino, confezionata e pronta per la commercializzazione, con data di scadenza superata.
A Modica, i Nas hanno individuato una macelleria/salumeria che deteneva, all’interno di una cella frigorifera in precarie condizioni igienico sanitarie, prodotti a base di carne freschi e stagionati “in promiscuità tra loro, con considerevole rischio di contaminazione crociata da batteri”; al fine di salvaguardare la salute pubblica dei consumatori, di concerto col personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria ibleo, intervenuto sul posto, è stato disposto il fermo ufficiale per 670 Kg di carne e il conseguente campionamento per la ricerca della “Listeria”. Al titolare contestate violazioni amministrative per diverse migliaia di euro.
Altri controlli eseguiti dal Nas nell’ambito dell’articolato piano di controllo hanno portato al sequestro, presso una macelleria di Ispica, di 60 Kg di carne destinata alla vendita, priva di tracciabilità che ne attesti la regolare provenienza.
Passate al setaccio anche le industrie conserviere dove spesso è alto il rischio di contaminazione dal batterio della Listeria. In tale contesto a Scicli è stata disposta la chiusura di uno stabilimento di conserve per gravi non conformità igieniche, strutturali, e mancata attuazione dei principi dell’haccp.
In territorio ibleo sono stati ispezionati 10 stabilimenti, rilevando 4 non conformità per le quali sono stati segnalati 4 operatori del settore alimentare alle competenti autorità, contestate 7 sanzioni amministrative per un valore di 10.000 euro.
A Caltanissetta sono 8 gli opifici ispezionati: accertate 5 non conformità con altrettanti operatori segnalati alle Autorità amministrative e contestate 14 sanzioni amministrative per l’ammontare complessivo di 20.000 euro.
Dalla campagna di prevenzione “Listeria” eseguita dal NAS di Ragusa sono emerse irregolarità in 17 strutture (pari al 50%) e sanzioni per 39.000 euro. I provvedimenti di chiusura/sospensione di imprese sono stati 6, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Inoltre l’attività ispettiva ha permesso di sequestrare 1.500 kg di prodotti a base di carne e salumi non idonei al consumo umano.




“Vita difficile per gli ambulanti a Siracusa: impossibile anche mettersi in regola”

“Impossibile lavorare a Siracusa, città in cui non è nemmeno possibile mettersi in regola alla svelta, per gli ambulanti tanti problemi e nessuna tutela”.
Lo sfogo è di un ambulante siracusano. Luciano vende calzature e avrebbe voluto richiedere un posto per prendere parte alla Fiera dei Morti, così come alla Fiera di Santa Lucia del prossimo mese.
Non ci sarà, invece, e ritiene che si tratti di un errore di gestione da parte dell’amministrazione comunale di una questione complessa, che “dovrebbe prevedere una maggiore elasticità, soprattutto nel caso di operatori che intendono mettersi subito in regola”.
Per poter ottenere l’assegnazione di un posto per la propria bancarella è necessario essere in regola con tutti i pagamenti dovuti al comune. “Il canone unico- ricorda l’ambulante- significa non avere alcun debito con l’amministrazione comunale, nemmeno da privato: che sia Imu, che sia Tari, che sia, invece, suolo pubblico. Davvero difficile trovare qualcuno che non ha nulla di arretrato da pagare a dire il vero- osserva Luciano- Nel mio caso, ho avuto un unico problema di suolo pubblico per l’anno 2021, quando si disse che non era necessario pagarlo in virtù di una legge che infine ha avvantaggiato solo le attività con dehors, escludendo i chioschi come quello che avevo io”.
Ci sarebbe un paradosso in tutto questo.
“Come diversi altri miei colleghi, la mia intenzione era quella di mettere tutto a posto subito e di chiedere, pertanto, una rateizzazione. Mi è stato risposto di no, perché questa soluzione non può essere adottata se non dopo il recapito del secondo avviso da parte del Comune. Ma io voglio pagare subito. Davvero si vuole ostacolare anche un’operazione che va a vantaggio delle casse comunali?”.
Luciano prosegue, poi, il suo sfogo: “Non abbiamo nessuna tutela, tento di sistemare questa questione ormai dallo scorso anno, non ho potuto presentare alcuna istanza per l’assegnazione di un posto, visto che il calendario a cui ci si attiene è annuale. Questo problema- conclude- va risolto. In questo modo è impossibile lavorare”.