Fiamme allo Sbarcadero, incendio in un’area di pertinenza dell’hotel di Riviera Dionisio

Fiamme allo Sbarcadero Santa Lucia, questa mattina a Siracusa. Erano da poco passate le 6.30 quando, per cause al vaglio degli investigatori, è divampato un incendio all’interno di un’area recintata di pertinenza del vicino hotel-resort.
A bruciare soprattutto attrezzatura da giardino, poco distante dalla spiaggia di pertinenza della struttura ricettiva.
Una colonna di fumo nero si è levata dall’area ed è rimasta visibile per diversi minuti da gran parte della Borgata. Per domare le fiamme, sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco di Siracusa. Non sono stati rinvenuti elementi utili per risalire alla cause dell’incendio. Nessuna ipotesi, al momento, è esclusa.




La Curia trasferisce il parroco, la reazione dei fedeli: “Arcivescovo, lasci padre Marco con noi”

Tutta Buccheri si stringe attorno al suo parroco, padre Marco Ramondetta. Con provvedimento arcivescovile, la Diocesi di Siracusa ne ha disposto il trasferimento dopo soli 4 anni nella cittadina montana. La popolazione chiede adesso all’arcivescovo Lomanto di rivedere la sua decisione. “Nessuna contrapposizione con la Curia”, spiega il sindaco, Alessandro Caiazzo. “Do voce ad una richiesta di incontro e confronto con la comunità”, aggiunge.
Sui social, il suo appello è diventato virale. “Apprendiamo con sgomento e senso di vuoto della decisione assunta dall’Arcidiocesi di Siracusa di trasferire Padre Marco Ramondetta in altra sede. Sentiamo il dovere di esternare il nostro massimo supporto a Padre Marco Ramondetta affinché si eviti che lo stesso, per decisioni che si possono capire, ma per noi Comunità non condivisibili, venga trasferito”, è l’incipit del messaggio.
Perchè questa levata di scudi in difesa del parroco? “La nostra comunità ha bisogno di continuità, ha bisogno di continuare a contare su una persona che ha fatto del suo sacerdozio una missione di fede e speranza per Buccheri; abbiamo bisogno di padre Marco Ramondetta”, risponde subito Caiazzo.
“Chiederemo a gran voce, a chi di competenza, ed in particolare all’arcivescovo Francesco Lomanto, di guardare più a fondo e di ascoltare la voce dei figli che chiedono di continuare a garantire, per la nostra comunità, una guida spirituale di altissimo profilo come è padre Marco Ramondetta”, rivela anticipando le mosse. “Vogliamo essere tutti con padre Marco e siamo certi che il nostro appello non resterà inascoltato”.




Tentata rapina commessa nel 2019, condannato a 10 mesi un 23enne di Pachino

Un 23enne di Pachino è stato arrestato dai Carabinieri. A suo carico, l’autorità giudiziaria di Siracusa aveva emesso un provvedimento restrittivo perchè l’uomo si era responsabile di una tentata rapina. I fatti risalgono all’aprile del 2019. In primo grado, gli è stata comminata una pena di 10 mesi di reclusione che l’arrestato dovrà scontare all’interno della Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa.




Salvare Isab-Lukoil, M5s e Pd: “garanzie statali” e indicano i precedenti Tamoil e Rosneft

La zona industriale tra transizione e sanzioni è tema preponderante in campagna elettorale. Fiato sospeso per l’avvicinarsi dell’embargo al petrolio russo via mare deciso dall’Ue. Una misura che spingerebbe alla chiusura Isab Lukoil, impianto su cui tiene l’intero polo petrolchimico siracusano.
Il M5s si mantiene fortemente critico “sulla linea attendista dettata dal ministro leghista Giorgetti” definito in una nota del parlamentare Paolo Ficara insieme alla candidata alla Camera dei Deputati, Cettina Di Pietro, “spettatore disinteressato della fine annunciata del polo”
“Da febbraio, inascoltato, il M5s chiede l’introduzione di garanzie statali sul modello seguito dal governo italiano nel 2011 per Tamoil, durante la crisi libica, o soluzioni come il commissariamento. Fa rabbia vedere che quella soluzione sia stata ora adottata dalla Germania per il gruppo Rosneft, sempre russo e sempre nel settore della raffinazione, di cui il governo tedesco ha assunto il controllo. Questo è quanto deve fare un Paese serio: difendere i propri asset energetici e difendere i suoi occupati. Ancora una volta – insistono Ficara e Cettina Di Pietro – chiediamo al premier Draghi di rivedere la sua indolente gestione della vicenda Isab Lukoil”.
Anche il Pd, con Antonio Nicita (candidato al Senato) e Glenda Raiti (candidata alla Camera) indica nella soluzione adottata dal governo tedesco la via da seguire. “Le filiali della Rosneft in Germania, che rappresentano il 12% della capacità di raffinazione del petrolio del Paese, sono state poste sotto ‘amministrazione fiduciaria’ dall’agenzia nazionale che gestisce le reti energetiche. Questa soluzione permetterà alla Germania di superare alcune criticità legate alle sanzioni verso la Russia – dicono Nicita e Raiti – mantenendo gli approvvigionamenti e garantendo l’occupazione in tutta la filiera”.
Il Partito Democratico chiede allora al governo di “valutare il caso tedesco come esempio di uno sbocco possibile anche per la raffineria Lukoil in Sicilia” che rischia di ritrovarsi bloccata nella sua produzione per gli effetti dell’embargo sul petrolio russo.




Fare la spesa o pagare le bollette? Cresce il disagio sociale, la Cgil: “Soldi alle famiglie”

“Un bonus di almeno 800 euro per consentire a chi è più in difficoltà di coprire le spese mensili senza dover scegliere se fare la spesa, curarsi o pagare luce e gas”. A sollecitare l’intervento del governo è anche il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi. “Serve una scelta di campo giusta e coraggiosa e occorre farla subito. Questo farà la differenza. Non possiamo più aspettare i tempi della politica. Subito un tetto alle bollette. L’attuale governo deve agire subito, il disagio sociale non può più aspettare”, il pensiero di Alosi. Ma dove trovare le risorse? “Attraverso la tassazione al 100% degli extra profitti delle multinazionali dell’energia e una convinta e radicale lotta all’elusione e all’evasione fiscale”, risponde pronto il segretario provinciale della Cgil.
“Metteremo in campo tutte le iniziative di mobilitazione possibili perché queste misure siano realizzate”, annuncia. Primo appuntamento, lunedì 19 con un volantinaggio. “Ma proseguiremo per l’intera settimana, in tutti i mercati, fiere e strade principali del territorio e lo faremo in tutti i Comuni della nostra provincia, mobilitando le nostre 21 Camere del Lavoro per porre all’attenzione di quante più persone possibili le rivendicazioni e le proposte che tenacemente stiamo portando avanti. Affinché di lavoro, pensioni, lotta al precariato, alla povertà e alle disuguaglianze, diritto alla salute e alla giustizia sociale i partiti decidano una volta per tutte di occuparsene davvero e lo dicano chiaramente adesso e non dopo”.




Caro-bollette, la provocazione di alcune attività: lavorare al buio, luci e insegne spente

Cosa succederebbe in una città se i negozi spegnessero la luce? Schiacciati dal peso delle bollette energetiche, i commercianti ed i ristoratori hanno dato vita nei giorni scorsi ad una iniziativa simbolica, a partecipazione libera. Hanno spento le insegne dopo le 20 e, in alcuni casi, anche le luci all’interno della propria attività.
A rispondere all’invito della Fipe (Federazione Pubblici Esercizi) sono state diverse attività, alcune anche piuttosto note. Librerie, ristoranti, bar, negozi: in diversi hanno spento la luce. Difficile avere un dato complessivo della partecipazione e della condivisione del momento di protesta. Ma come spiega il presidente provinciale della Fipe, Maurizio Filoramo, “Il buio di un’insegna spenta perchè un negozio, un bar non ce la fa più e chiude, forse non dà nell’occhio. Ma spegnere le insegne di intere vie dà prova di quello che davvero può accadere se non troviamo una soluzione”.

Le luci delle attività commerciali e dei servizi di ristorazione “trasferiscono, visivamente, la vitalità di un tessuto urbano; con il caro energia registrato e che non accenna a diminuire, sono migliaia le aziende destinate alla chiusura e migliaia i lavoratori costretti a rinunciare al proprio impiego”, ripetono le associazioni di categoria nazionali.
“Siamo dinanzi all’ennesima crisi sociale – spiega Filoramo – gli imprenditori sono con le spalle al muro: o pagano le bollette o pagano il personale, consapevoli che la riduzione degli impiegati non consente di fornire il servizio ed il mancato pagamento delle forniture porta alla chiusura inevitabile dell’attività”.




Risveglio con forti raffiche di vento anche nel siracusano, alberi sradicati e pali abbattuti

Alberi divelti dal vento, pali dell’illuminazione pubblica abbattuti, cartelloni pubblicitari e materiale di diverso genere trascinati e riversati lungo la strada.
Sono le conseguenze delle forti raffiche di vento che questa mattina si sono abbattute sulla Sicilia orientale. Improvvise, senza che alcun allerta fosse diramato nelle ore precedenti, le folate hanno riguardato nella prima parte del mattino anche Siracusa. Numerose le segnalazioni di alberi addirittura sradicati o spezzati, che sono pertanto finiti su strada.
In viale Tica come in Largo Dicone, in contrada Spalla come sull’autostrada Siracusa-Catania a Fontane Bianche il vento ha causato problemi che, per fortuna, non hanno avuto conseguenze gravi.
La Protezione Civile comunale sta monitorando la situazione, con diverse squadre sui luoghi. Nel caso di largo Dicone, ad esempio, squadre della Protezione Civile e del settore Verde Pubblico comunale si sono subito messe al lavoro per ripristinare le condizioni di sicurezza laddove il vento aveva sradicato piante ed alberi.
Attivala la Squadra di Siracusa Risorse per l’eliminazione di rami caduti sulla strada provinciale 25 la provinciale 104, nei pressi dell’uscita autostradale verso la bretella di Belvedere. Gli operatori raccomandano massima prudenza alla guida, soprattutto in prossimità di curve, visto il rischio di imbattersi in ostacoli non segnalati.
Oltre a Siracusa, il numero maggiore di interventi dei Vigili del Fuoco ad Augusta e Lentini. Anche qui segnalazioni per alberi sradicati, cavi elettrici e cartelloni.




Conte a Siracusa: “Percettori del reddito oggetto di una indegna campagna di odio”

Bagno di folla anche a Siracusa per il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Dopo Catania e Messina, nel pomeriggio ha raggiunto il capoluogo aretuseo dove, tra le vie del centro storico di Ortigia, c’erano centinaia di persone ad attenderlo.
“Dobbiamo dire basta allo sfruttamento del lavoro, occorre una seria riforma. Si deve ripartire dall’agenda sociale, investire sulle rinnovabili e la semplificazione massima della burocrazia”, ha detto poco prima di rivolgersi alla piazza.
Ha poi preso il microfono e parlato ai siracusani assiepati in largo XXV Luglio. “I percettori del reddito di cittadinanza sono oggetto di una indegna campagna di odio”, ha detto Conte tra gli applausi. “Miglioreremo la misura e il collegamento con le politiche attive del lavoro, ma non permetteremo che il centrodestra, Renzi e Calenda possano boicottare questa riforma”. Un accenno anche al Superbonus ed al recente sblocco dei crediti per circa 40mila imprese “che rischiavano di chiudere”.
Anche da Siracusa è tornato ad attaccare Lega e FdI per il voto sull’Ungheria di Orban. “C’è una relazione documentata che ha certificato la svolta autocratica di quel Paese europeo. Fratelli d’Italia e la Lega, al Parlamento Europeo, hanno votato a favore di questa svolta illiberale. E’ un fatto serio, puntuale”.
Quanto alla fuoriuscita di alcuni pezzi fondanti dal Movimento, Conte ha tagliato corto. “Sono entrati nei salotti e hanno perso la bussola, cedendo alle sirene del potere. La loro uscita è stata la nostra salvezza ed elemento di chiarimento”.




Boato nella notte, ordigno rudimentale esplode in via Lentini: presa di mira una pizzeria

Un boato sordo, nella notte, ha svegliato i residenti della parte alta del capoluogo. Un ordigno rudimentale è esploso nei pressi dell’ingresso di una pizzeria, in via Lentini, poco distante da viale Scala Greca. L’esplosione ha danneggiato la vetrata. Il boato è stato avvertito nitidamente anche alla Pizzuta.
Sul posto è arrivata la Polizia di Stato, con indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura aretusea. Gli investigatori hanno ascoltato il titolare e procedono con l’acquisizione del e immagini degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona. Dalla visione dei filmati attesi elementi utili per ricostruire l’accaduto.
Gli ultimi episodi simili a Siracusa risalgono a gennaio scorso, presi di mira un’attività commerciale di vi a Misterbianco e un autolavaggio di via delle Magnolie a Cassibile.

foto archivio




Poliziotto di Priolo suicida a Milano: la tragedia all’interno del Cpr

Si è sparato un colpo con la pistola d’ordinanza il poliziotto di Priolo che si è tolto la vita a Milano, dove prestava servizio.

La tragedia si è consumata giovedì al Cpr di via Corelli, il centro di permanenza per il rimpatrio. L’agente, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato impegnato in un colloquio con una delle persone ospiti della struttura. Ad un certo punto si sarebbe alzato e poco dopo, nell’armeria, si sarebbe sparato un colpo contro. Vani i tentativi di strapparlo alla morte.

I motivi alla base del gesto estremo non sono ancora noti. Indagini in corso per ricostruire l’esatta dinamica e per comprendere cosa possa esserci stato alla base.