Artigianato: Cna Sicilia, mancanza di una legge quadro, ritardi e differenze interpretative delle norme

(cs) Mancanza di una legge quadro sull’artigianato, ritardi nei tempi di recepimento delle norme nazionali, differenze interpretative delle norme di settore tra istituzioni o enti territoriali della stessa Regione. Sono questi i punti salienti che emergono dall’Osservatorio sulla burocrazia, giunto alla sua quinta edizione, presentato stamani dalla Cna Sicilia a Palermo, presso la Sala Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni.
“Serve una legge quadro – spiegano Piero Giglione e Nello Battiato, rispettivamente segretario e presidente della Cna Sicilia – sull’artigianato che faccia ordine sulla giungla di norme dentro la quale oggi le imprese artigiane sono costrette a districarsi. Chiediamo inoltre alla Regione Siciliana tempi più rapidi per il recepimento, sul piano della formazione professionale, delle norme di settore esitate dalla Conferenza Stato-Regioni. Le imprese siciliane non possono attendere anni”.
“E’ necessario – dichiara Francesco Cuccia, della Cna Sicilia – che le norme siano applicate allo stesso modo dagli enti territoriali in tutte le province. Basti pensare, ad esempio, che nel settore dell’autoriparazione il titolo formativo abilitante all’esercizio della professione viene riconosciuto da alcune Camere di commercio e da altre no”.
“Un capitolo a parte – dice Marco Capozi, responsabile del Dipartimento relazioni istituzionali e affari legislativi Cna nazionale – merita il tema della somministrazione dei prodotti delle aziende artigiane agroalimentari. Questa viene consentita nelle province di Agrigento, Ragusa e Siracusa, mentre negli altri capoluoghi di provincia è subordinata all’acquisizione di un’ulteriore licenza. Inoltre non si capisce per quale motivo la burocrazia abbia deciso che queste aziende non possano somministrare i propri prodotti con posate in acciaio e piatti in ceramica, ma soltanto usa e getta”.
“Anche sulla vendita di bevande alla spina – continua Capozi – c’è disomogeneità. Solo nelle province di Catania, Palermo e Ragusa le aziende agroalimentari artigiane possono venderle, previa acquisizione della licenza commerciale di esercizio di vicinato. Nelle altre province è assolutamente vietato. Così come è consentito alle aziende agroalimentari artigiane siciliane installare dei dehors nelle province di Caltanissetta, Messina, Ragusa e Siracusa, mentre nelle altre questa possibilità è subordinata all’acquisizione di licenze di natura commerciale”.
“Lo Statuto speciale – ha detto Giuseppe Verde, prof dell’Università di Palermo – non sempre ha rappresentato un’opportunità ma uno scudo difensivo per la Sicilia. E’ necessario che le norme nazionali e regionali siano armoniche. Su questo aspetto dò la mia disponibilità a trovare una soluzione”.




Intesa tra Regione ed Ente nazionale per il microcredito. Albano “Rafforzare opportunità occupazionali”

“Attraverso le azioni che deriveranno dal protocollo vogliamo favorire il sostegno occupazionale nei comparti ad alto potenziale competitivo e la messa in campo di incentivi mirati a riqualificazioni, ricollocazioni e assunzioni. Il governo Schifani sta mettendo in atto quanto possibile per sostenere e rafforzare le opportunità occupazionali mediante interventi di politica attiva del lavoro e anche l’accordo siglato oggi va in questa direzione”. Sono le parole dell’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, Nuccia Albano, sul protocollo d’intesa siglato questa mattina con Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il microcredito.
L’obiettivo è quello di rafforzare l’efficacia delle politiche attive per l’occupabilità attraverso l’implementazione di strumenti per l’impiego come la riqualificazione, la certificazione delle competenze, il reinserimento lavorativo e l’autoimpiego.
Il protocollo di intesa è parte di un progetto di supporto al dipartimento regionale del Lavoro che rientra nella riprogrammazione del “Piano straordinario per rafforzare l’occupabilità in Sicilia”, previsto nel quadro del Piano di azione e coesione (Pac) Sicilia 2007-2013 e mirato a fronteggiare l’emergenza occupazionale, con particolare riferimento a disoccupati adulti e lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro. Le iniziative riguarderanno anche progetti di riqualificazione e ricollocazione di personale inserito in bacini di emergenza, in particolare Blutec, in eventuale sinergia con altri assessorati e con operazioni realizzate nel quadro degli altri strumenti previsti dalla politica di coesione o dal Pnrr, comprese le iniziative di cooperazione territoriale di interesse regionale.




Zes Unica, Schifani “Il mio governo al lavoro per far fruttare questa opportunità”

“Lo sportello unico digitale per le attività produttive nella Zes unica del Mezzogiorno può essere un’occasione imperdibile di rilancio dell’economia delle regioni del Sud. E la Sicilia è pronta a coglierla, facendo la propria parte per impiegare al meglio le risorse a disposizione”.  Sono le parole del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sulla Zes Unica.
“La sburocratizzazione e la semplificazione delle procedure – ha aggiunto Schifani – possono spianare la strada per gli imprenditori che vogliano localizzare in una delle regioni del sud le loro imprese e creare così sviluppo e nuova occupazione. Il mio governo ha portato avanti una interlocuzione proficua con il ministro Fitto per far sì che la Sicilia possa sfruttare al meglio le opportunità che si apriranno da questo momento, con le sue specificità. Continueremo a lavorare al massimo delle nostre possibilità per creare infrastrutture e condizioni per favorire le nostre imprese e rendere il nostro territorio attrattivo per nuovi investimenti”.



Sanità, la giunta approva nuova intesa Regione-università su formazione e assistenza

(cs) Partecipazione degli atenei alla programmazione sanitaria regionale, cambiamenti negli assetti organizzativi per le aziende ospedaliere universitarie, differente sistema di finanziamento. Sono alcune delle novità contenute nel nuovo protocollo di intesa tra Regione Siciliana e università di Catania, Messina e Palermo per l’attività assistenziale e quella formativa che ha ricevuto oggi l’apprezzamento della giunta e verrà firmato successivamente.
“Questo schema – dice il presidente della Regione, Renato Schifani – è frutto del dialogo costante portato avanti dal governo con tutti i soggetti che fanno parte del sistema sanità in Sicilia. La nuova visione punta ad adeguare i servizi alle esigenze dei cittadini, attraverso una formazione in linea con l’evoluzione degli standard di qualità. Per il conseguimento di questi obiettivi il rapporto con le università è fondamentale”.
“Il nuovo protocollo – afferma l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo – deriva da un percorso di aggiornamento del precedente che ci è stato chiesto dalle università e rappresenta la base per un rilancio delle azioni di formazione dei medici, presenti e futuri, e di tutto il personale sanitario. Un nuovo modello nel quale Regione e atenei collaborano sia per il miglioramento delle attività didattiche e di ricerca sia di quelle assistenziali, considerandole inscindibili. Una cooperazione che si concretizzerà anche attraverso lo scambio di informazioni su reciproche aree di competenza. Non è un caso che l’accordo (che avrà la durata di 3 anni) fissi il principio della partecipazione delle università alla programmazione sanitaria regionale”.
L’intesa, tra l’altro, individua le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate nelle quali svolgere le attività cliniche e di formazione, necessarie per garantire le funzioni delle aziende ospedaliere universitarie come sede di corsi di laurea e specializzazione.
Semplificate le procedure di nomina dei direttori generali delle aziende ospedaliere universitarie: saranno scelti da una terna che il rettore proporrà alla Regione e i requisiti dovranno essere quelli previsti dalla normativa per le analoghe figure delle altre aziende sanitarie regionali.
Il protocollo introduce anche un nuovo assetto organizzativo, a partire dall’introduzione dei “Dai”, dipartimenti ad attività integrata, come modello esclusivo di gestione dell’azienda ospedaliera universitaria e che potranno anche avere carattere interaziendale. L’organizzazione dipartimentale dovrà avere dimensioni in grado di favorire consistenti economie e adeguate risposte assistenziali, formative e di ricerca. I Dai potranno essere organizzati per aree funzionali; per gruppo di patologie, organi o apparati, intensità di cura; per particolari finalità assistenziali, didattico-funzionali e di ricerca.
La dotazione complessiva dei posti letto delle aziende ospedaliere universitarie è determinata dalla Regione, d’intesa con i rettori, in fase di rimodulazione della rete ospedaliera.
Per l’individuazione delle strutture assistenziali complesse (che rappresentano le articolazioni dei dipartimenti) l’amministrazione terrà conto di parametri come il numero di docenti, studenti, assistenti e della disponibilità di laboratori. Semplificata anche in questo caso la nomina dei responsabili.
Cambia il sistema di finanziamento: le aziende ospedaliere universitarie saranno classificate nella fascia dei presìdi a più elevata complessità e di conseguenza sarà applicata una tariffazione equivalente. Inoltre, è prevista un’ulteriore integrazione del 6 per cento in funzione di peculiari attività di formazione e ricerca.
Infine, la formazione degli specializzandi e del personale sanitario sarà definito sulla base delle esigenze rilevate dalla Regione.




Bonus caro-mutui, oltre 32 mila richieste per richiedere i contributi

“Il nostro governo ha colto nel segno e l’alta adesione delle famiglie siciliane al bando dell’Irfis ce lo conferma – dichiara il presidente della Regione Renato Schifani – Abbiamo deciso di andare incontro con un contributo economico concreto alle esigenze di decine di migliaia di siciliani, soprattutto a basso reddito, duramente colpiti dall’aumento considerevole degli interessi passivi dei mutui a tasso variabile sulla prima casa. La procedura messa in campo dall’Irfis, la nostra finanziaria, sta funzionando, come dimostra l’alto numero delle richieste caricate. Lavoreremo con impegno per concludere tutto l’iter in tempi brevi e garantire così la liquidazione delle somme a tutti coloro che ne hanno diritto”. Sono le parole del presidente della Regione Renato Schifani sul bonus caro-mutui.
Sono 32.643 le domande arrivate alla piattaforma dell’Irfis per richiedere i contributi destinati a mitigare l’aumento dei tassi di interesse dei mutui per l’acquisto della prima casa. L’ammontare delle richieste raggiunge un totale di 54 milioni di euro, una cifra che supera la capienza della misura, pari a 50 milioni, che era stata definita dall’assessorato regionale all’Economia e votata dall’Ars, ma il governo Schifani è già al lavoro per trovare altre risorse e accogliere tutte le domande.
“Quando abbiamo lanciato l’idea – dice l’assessore all’Economia Marco Falcone – in pochi credevano che la Regione potesse assumere efficacemente un ruolo da protagonista nella lotta al caro-mutui e, più in generale, al carovita. Oggi, alla scadenza dei termini del bando, possiamo invece affermare di aver raggiunto l’obiettivo: il bonus contro il caro-mutui ha funzionato e i cittadini hanno colto con convinzione e in gran numero l’opportunità di fruire del contributo stanziato dalla Regione, fino a tremila euro sul biennio 2022/23. La Sicilia ha fatto da apripista rispetto al resto d’Italia, ribaltando quell’idea per cui la nostra regione debba sempre stare in fondo alle classifiche. Grazie alla misura elaborata dall’assessorato all’Economia, con il supporto prezioso di Irfis, riassorbiamo quasi interamente il salato prezzo pagato dalle famiglie siciliane in maggiori interessi sui mutui. Siamo già al lavoro per reperire ulteriori dotazioni finanziarie che possano consentirci di recepire tutte le domande pervenute”.
Per ottenere il contributo i richiedenti dovranno completare un altro passaggio: verrà stilata e pubblicata una graduatoria anonima in base al reddito Isee degli aventi diritto al contributo, quindi sarà richiesto di caricare i documenti necessari per il completamento della domanda. La procedura partirà sulla stessa piattaforma (https://incentivisicilia.irfis.it) che potrà accogliere le istanze a partire dal 5 marzo alle 12 e fino al 26 marzo alle 17, prolungando quindi il termine del 15 marzo che era stato fissato in precedenza.
In questa fase sono richiesti la copia della domanda firmata digitalmente o la copia della domanda scansionata in formato pdf sottoscritta con firma autografa e una copia di un documento di riconoscimento del richiedente. Secondo le previsioni degli uffici di Irfis FinSicilia, a maggio le somme saranno disponibili nei conti correnti dei richiedenti.
Inoltre, a pena di decadenza, dovranno essere caricati sulla piattaforma i documenti necessari per consentire a Irfis i controlli che saranno svolti dopo l’eventuale erogazione del contributo: la copia in formato pdf del contratto di finanziamento e degli eventuali atti aggiuntivi relativi al mutuo a tasso variabile per l’acquisto o costruzione della prima casa; la certificazione della banca mutuante idonea a comprovare l’importo degli interessi pagati nel 2022 e nel 2023; la copia in formato pdf del certificato Isee.




Comuni in dissesto, nel Milleproroghe il via libera alla stabilizzazione dei precari

Nel Milleproroghe inserita una norma che consente di avviare la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Comuni siciliani in dissesto finanziario o in piano di riequilibrio, anche in deroga ai vincoli esistenti. “E’ un segnale importante di attenzione del Parlamento nazionale verso la Sicilia. Poter finalmente parlare di assunzione per questi lavoratori, garantendone operatività e funzionalità, è una vittoria importante che dà sollievo non solo alle tante famiglie che da anni attendono certezza lavorativa ed economica ma anche alle amministrazioni locali che potranno finalmente contare su risorse certe”. Lo dice l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina.
Le unità di personale che potranno essere interessate nei percorsi di stabilizzazione sono 1.429 e, nel dettaglio, 300 operano all’interno di Comuni in riequilibrio, 612 in Comuni che si trovano in stato di dissesto finanziario, mentre ulteriori 517 sono utilizzati in virtù della legge regionale n. 5 del 2014.




Rifiuti, il presidente della Regione commissario per il completamento impianti

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani è stato nominato, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata del sistema di gestione dei rifiuti. L’incarico avrà una durata di due anni ed è prorogabile o rinnovabile. La nomina arriva dopo l’approvazione della relativa norma nell’ambito del “decreto energia”.
Tra gli obiettivi previsti “la riduzione dei movimenti di rifiuti e l’adozione di metodi e di tecnologie più idonee a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica”, oltre alla realizzazione e localizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione.




Agrigento, si “rialza” il gigante di pietra: ecco il telamone del tempio di Zeus

(Cs) Dopo venti anni di studi, ricerche e restauri il “gigante di pietra” dell’antica Akragas si è rialzato. Il “telamone”, una delle colossali statue antropomorfe che sostenevano l’architrave del tempio di Zeus Olimpio, l’Olympieion, simbolo della Valle dei templi, è stato riportato in posizione eretta.
Stamattina la cerimonia di presentazione del telamone ricostruito con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.
La statua, alta quasi 8 metri, è sostenuta da una struttura in acciaio di 12 metri alla quale sono ancorate delle mensole dove sono collocati i singoli pezzi del monumento riassemblato.
«Oggi – dice il presidente Renato Schifani – è un giorno importante per Agrigento e per tutta la Sicilia. Certifica la grande attenzione del governo regionale per la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale che la nostra Isola custodisce. Il telamone, che oggi consegniamo alla collettività nella sua straordinaria imponenza, rappresenta uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura. Questo gigante di pietra dell’antica Akragas, che dopo tanti anni di studi e ricerche possiamo osservare nella sua posizione naturale, è il cuore di un importante progetto di musealizzazione dell’intera area del tempio di Zeus».
«Tuttavia – sottolinea il presidente della Regione Siciliana – la giornata di oggi non va intesa come punto di arrivo, ma deve servire da stimolo a tutti gli addetti ai lavori, per fare di più e meglio. Occorre migliorare la capacità attrattiva e la fruizione del nostro inestimabile patrimonio culturale. Nonostante i dati sul turismo del 2022 e del 2023 ci dicano che la Sicilia è una delle mete turistiche più gettonate, il rapporto tra patrimonio culturale e flussi turistici non è ancora, a mio avviso, soddisfacente. Si può fare di più e meglio. Dobbiamo migliorare i servizi di accoglienza, soprattutto per le persone con disabilità, dobbiamo aumentare la capacità ricettiva nei confronti dei turisti stranieri, occorre lavorare per rendere attrattivi i nostri gioielli 365 giorni all’anno, nell’ottica di processo di destagionalizzazione dei flussi turistici».
«Il telamone – osserva l’assessore regionale ai Beni culturali, Scarpinato – diventerà uno dei punti di attrazione della Valle dei templi, un nuovo ambasciatore internazionale di un sito archeologico unico al mondo che, proprio lo scorso novembre, ha superato il milione di visitatori in un anno. Grazie a un progetto di valorizzazione che include visite guidate, un progetto di realtà aumentata e anche una particolare illuminazione per favorire le visite notturne, potremo far conoscere questa imponente opera alla comunità internazionale».
L’intero progetto di musealizzazione dell’area dell’Olympieion, che finora è costato 500 mila euro di fondi del Parco, include la prossima ricostruzione a terra di una parte della trabeazione e della cornice del tempio, in modo rendere un’idea più concreta delle dimensioni colossali e dell’unicità del monumento ma, nello stesso tempo, proteggere i reperti.
Nel 2004, il Parco della Valle dei templi ha avviato un’estesa campagna di studi e ricerche sull’Olympieion affidata all’Istituto archeologico germanico di Roma (Dai Rome) e guidata da Heinz-Jürgen Beste. Lo studio, oltre a nuove conoscenze sul monumento, ha portato alla precisa catalogazione degli elementi ancora in situ. Sono stati così individuati più di 90 frammenti che appartenevano ad almeno otto diversi telamoni e, di uno di essi, si conservavano circa i due terzi degli elementi originari che lo componevano. Questo nucleo omogeneo di blocchi è stato utilizzato per la ricostruzione del telamone, “fratello” di quello già ricostruito a fine Ottocento, ospitato al Museo archeologico “Pietro Griffo” dove è tuttora. Il curatore del progetto è l’architetto Carmelo Bennardo, attuale direttore del Parco archeologico di Siracusa, mentre l’esperto scientifico è l’architetto Alessandro Carlino.
«Il lavoro che abbiamo condotto sul telamone e sull’intera area dell’Olympeion – dice Roberto Sciarratta, direttore del Parco della Valle dei templi – risponde perfettamente alla nostra mission di tutela e valorizzazione della Valle dei templi, insieme all’identificazione, alla conservazione, agli studi, alla ricerca e alla promozione di ogni intervento che porti lo sviluppo di risorse del territorio. Sin dal 2019, da quando sono alla guida del Parco, ho fatto mio il progetto del precedente direttore Pietro Meli, ma ho anche risposto al grande fascino esercitato da questi colossi di pietra, dal tempo antico ad oggi».




In Sicilia tra le donne più indebitate d’Italia: sono il 12%

(cs) Il tema di una maggiore indipendenza economica al femminile è un tema sociale fondamentale che incide anche sulle tasche degli italiani. Secondo KRUK Italia, l’esperto del credito che gestisce tutta la filiera del debito, sono le donne a poter fare la differenza in una situazione economica come quella attuale in Italia. Più numerose, più istruite e meno avventate negli investimenti, dovrebbero guardare al futuro con più ottimismo e pretendere di più.
Nel 2023 solo una persona su tre con un debito gestito da KRUK Italia era donna, (con una media nazionale del 63% di clienti uomini e del 37% di clienti donne). La Sicilia risulta in seconda posizione tra le 10 regioni italiane meno virtuose. Sono infatti 12,15% le donne siciliane indebitate vs. una media nazionale al femminile del 5%. Tuttavia se si guarda il divario tra uomini e donne con un debito gestito da KRUK in Italia, il dato siciliano è rispettivamente di 63% e 37%.
Sicuramente il divario tra generi è soprattutto causato dal fatto che in Italia sono più gli uomini che gestiscono il denaro in un nucleo familiare: una problematica, quella della scarsa indipendenza economica femminile che è necessario affrontare. Anche perché secondo un’indagine dell’esperto del credito del 2021 le donne sono state ritenute più responsabili nell’amministrazione del budget, tanto che il 50% dei rispondenti uomini ha dichiarato che le donne sono in grado di gestire meglio le spese della casa e gli alimenti rispetto agli uomini, ed il 70% dei rispondenti maschi avrebbe volentieri lasciato la gestione di un conto di famiglia alla partner perché ritenuta più abile nella gestione del budget. Secondo l’esperto, dunque, una maggiore indipendenza economica delle donne permetterebbe non solo di migliorare la situazione finanziaria di famiglia, ma avrebbe ricadute positive fondamentali anche su altri aspetti critici della situazione femminile, con un beneficio più ampio a livello economico e sociale: se le donne potessero avere maggiore indipendenza economica potrebbero contrastare di più, ad esempio, anche la violenza di genere. “I nostri dati sulla situazione finanziaria femminile sono in parte confortanti, li dobbiamo considerare come una base solida per un processo che potrebbe portare a un miglioramento generale per le donne dal punto di vista economico, con riflessi in tutti i campi della vita, ma anche in generale per l’economia del nostro Paese” commenta Eleonora Lagonigro, Director of Corporate Business Area di KRUK Italia.
Un altro elemento che incide pesantemente sulla possibilità delle donne di gestire autonomamente il denaro viene dai numeri dell’occupazione femminile, che, oggi si aggira intorno al 50% con metà delle donne che non hanno dunque un proprio reddito. Ma, secondo i dati Istat, se l’occupazione femminile arrivasse almeno al 60%, il Pil nazionale crescerebbe di addirittura 7 punti percentuali. Un traguardo, quello dell’aumento dell’impiego femminile, non così irraggiungibile se si pensa che in Italia le donne sono più istruite degli uomini(il 23,5% delle 25-64enni ha una laurea vs. il 17% degli uomini). Come noto e confermato dai dati Istat il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce però in un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (57,3% contro 78,0%), a causa di molteplici cause che vanno dalla scarsità di nidi e welfare di sostegno alle famiglie, a fattori culturali, fino a barriere che ostacolano l’accesso delle donne ad alcune professioni.
I dati dell’esperto del credito evidenziano che le donne hanno meno propensione alla creazione di debiti e secondo KRUK Italia, questa diversità non è da attribuirsi al fatto che sono nettamente meno le donne che si occupano di gestire il reddito proprio o famigliare, ma piuttosto al livello di educazione del genere femminile, che risulta dai dati più alto rispetto a quello degli uomini. Il dato non varia neanche se si mettono a confronto le varie generazioni (boomer, generazione X, Millennial e Gen Z), e rimane pressoché stabile dal Nord al Sud dello Stivale. Nella seguente tabella sono raffigurate le regioni dove risiedono le donne più indebitate dello Stivale tra le clienti di KRUK Italia, comunque sempre in netta minoranza rispetto agli uomini.
KRUK Italia, quale esperto del credito, da anni incoraggia una migliore educazione finanziaria a beneficio di una maggiore consapevolezza nella gestione del denaro e sottolinea come l’indipendenza economica per tutti, soprattutto per il genere femminile, in Italia sia un tema di assoluta importanza per il progresso socio-economico del Paese.




Siccità, intervento da 600 mila euro nel lago di Lentini. Sammartino “In prima linea contro la crisi idrica”

“L’intervento ci consentirà di agire celermente per sopperire allo stato emergenziale di crisi idrica in attesa della realizzazione del più ampio progetto di ammodernamento della stazione di pompaggio i cui lavori sono già stati appaltati e saranno completati entro la fine dell’anno. Il governo Schifani è in prima linea per arginare tutte le criticità legate alla siccità che sta mettendo in difficoltà il comparto agricolo siciliano”. Sono le parole di Luca Sammartino, assessore all’Agricolura, riguardo al contributo straordinario di 600 mila euro dall’assessorato regionale dell’Agricoltura in favore del Consorzio di bonifica 9 di Catania per la realizzazione di due linee di pompaggio provvisorie che permettano di attingere alle acque del lago di Lentini, nel Siracusano. L’obiettivo è quello di garantire l’approvvigionamento idrico alle aree circostanti che ricadono nella Piana di Catania.