Piano Rifiuti, due termovalorizzatori e stop ai viaggi della spazzatura fuori Regione

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti che sarà discusso questa mattina, nel corso della seduta di giunta, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.
“L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile. Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente. Offriamo dunque una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici”.
Il Piano approvato dal presidente Schifani, in qualità di Commissario, consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt.
Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.




Approvato il Rendiconto 2023, Schifani: “Ripianato disavanzo per 3,1 miliardi, grande risultato”

Via libera del governo regionale al Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023. Il documento contabile, presentato oggi in conferenza stampa a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione, Renato Schifani, dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e dal ragioniere generale Ignazio Tozzo, certifica una riduzione delle passività per oltre 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 435 milioni previsti, superando così di gran lunga quanto inserito nel bilancio di previsione. Il documento finanziario fotografa anche una crescita degli investimenti del 44%, con più di 2,6 miliardi di euro erogati. Numeri più che positivi dovuti, in particolare, alle maggiori entrate, pari a 1,7 miliardi, registrate in Sicilia grazie alla crescita economica, all’aumento del cofinanziamento statale sulla spesa sanitaria (200 milioni in più nel 2022 e 300 milioni nel 2023), e ai risparmi di circa 1,2 miliardi dovuti al contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti controllati, ai risparmi sulle locazioni passive, sul funzionamento degli uffici, sulle spese per l’energia elettrica per circa 200 milioni, e alla rinegoziazione di 2,1 miliardi di mutui del Mef con Cassa depositi e prestiti.
“Si tratta di un record senza precedenti – commenta il presidente della Regione, Renato Schifani – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto”.
“Con un disavanzo finale di 897 milioni di euro – aggiunge l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino – siamo ormai vicini alla realizzazione di un ulteriore obiettivo estremamente ambizioso: passare dal deficit al surplus. Si apre un nuovo capitolo nella storia della Regione che consentirà la realizzazione di forti investimenti per lo sviluppo della nostra terra. Ringrazio gli uffici del mio assessorato per avere lavorato alacremente e in particolare i due dirigenti generali, Ignazio Tozzo e Silvio Cuffaro, che hanno permesso la realizzazione dei risultati che oggi vengono sanciti nel documento finanziario. Continueremo su questo percorso per rendere stabile e migliorare ulteriormente il risultato, coniugando rigore e sviluppo, e siamo fiduciosi che il risultato raggiunto potrà contribuire alla più celere definizione del contenzioso con la Corte dei conti, che costituisce una priorità del governo”.
Il Rendiconto generale sancisce anche un forte incremento della liquidità, con il fondo cassa che raddoppia in due anni da 4 miliardi a un totale di quasi 8 miliardi di euro. Alla riduzione del disavanzo hanno contribuito sia le maggiori entrate, derivanti dall’aumento del Pil oltre le stime, sia le politiche di bilancio di contenimento della spesa e di amministrazione delle passività. Il disavanzo da ripianare è stato pertanto ridotto da 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. Dopo l’approvazione in giunta avvenuta oggi, il Rendiconto generale sarà trasmesso adesso alla Corte dei conti per ottenere la parificazione.




Auteri lascia Fratelli d’Italia e passa al misto dopo l’inchiesta di “Piazzapulita”

Carlo Auteri lascia il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia all’Ars e aderisce al “Gruppo Misto”. La decisione è ufficiale e la rende nota il capogruppo di FdI, Giorgio Assenza. Auteri, al centro di polemiche dopo l’inchiesta giornalistica di “Piazzapulita” sui contributi regionali ricevuti da associazioni a lui riconducibili, per attività teatrali, si è autosospeso dal partito, di cui era, al parlamento siciliano, vice capogruppo. Dopo il secondo servizio di Danilo Lupo, andato in onda su La 7, Auteri avrebbe ufficializzato il passo annunciato nei giorni precedenti, probabilmente per togliere il partito dall’imbarazzo dopo la “bufera” che si è abbattuta sul deputato regionale nelle ultime settimane, sfociata nell’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Siracusa e dell’avvio di verifiche da parte della Corte dei Conti. Auteri, ieri, dopo la messa in onda della seconda parte dell’inchiesta giornalistica sui presunti contributi regionali ottenuti da associazioni ritenute riconducibili a lui, per un totale di 800 mila euro, aveva affidato ad un lungo post le sue riflessioni, parlando di “azione calunniosa” e assicurando l’intenzione di andare avanti Leggi qui .




Da Siracusa in soccorso dei centri del catanese alluvionati con i volontari Avcs

C’è anche l’AVCS Protezione Civile Siracusa in soccorso nei territori catanesi colpiti dal maltempo. Proseguono infatti senza sosta le operazioni di rimozione del fango. Nelle ultime ore si è abbattuto un violento nubifragio dove fiumi esondati, strade trasformate in torrenti e macchine trascinate in mare hanno arrecato danni e disagi. I territori più colpiti sono stati quelli di Giarre, Acireale, Riposto e Linguaglossa. Su richiesta del dipartimento Regionale delle Protezione Civile sono 114 i volontari della Protezione Civile impegnati sul campo, suddivisi in 35 squadre provenienti dalle province di Ragusa, Siracusa, Enna, Messina e Catania.
Due squadre siracusane con mezzi e pompe idrovore si sono recati la scorsa notte a Giarre.
“In queste ore difficili per il territorio del Catanese e del Siracusano, seguo con la massima attenzione l’evolversi della situazione, in stretto contatto con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina. La Regione Siciliana sta già operando nelle zone colpite dal maltempo, per le quali ieri era stata diramata l’allerta, ed è pronta a intensificare il proprio intervento per garantire il supporto alle popolazioni colpite e fronteggiare i danni causati dal maltempo. Al momento, comunque, mi informano che non risultano coinvolte persone, ma sono stati causati soltanto danni materiali dalla violenza delle precipitazioni e questo grazie anche al sistema di protezione civile attivato per tempo con la collaborazione dei sindaci”. Così parlava nella giornata di ieri il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile Siciliana, Salvo Cocina, questa mattina effettuerà un sopralluogo nelle zone del catanese maggiormente colpite dal maltempo. Saranno presenti anche il Capo Servizio Regionale di Protezione Civile per la Provincia di Catania, Giuseppe La Rosa, funzionari e referenti operativi.




I piani di Eni e la transizione, incontro a Palermo. Carta: “Garantiti i livelli occupazionali”

Del piano industriale di Eni Versalis si è discusso quest’oggi in assessorato regionale alle Attività Produttive. L’assessore Edy Tamajo, insieme al presidente della commissione Territorio e Ambiente, Giuseppe Carta, hanno prima incontrato i sindacati e poi i rappresentanti dell’azienda.
Nelle settimane scorse, il grande gruppo chimico italiano aveva illustrato le scelte riguardo gli impianti di Priolo e Ragusa. Nel siracusano, in particolare, annunciati investimenti per 900 milioni di euro con la chiusura dell’impianto di cracking e la realizzazione – entro il 2029 – di due nuove linee produttive: biocarburante per l’aviazione e riciclo chimico della plastica.
“Abbiamo chiesto ed ottenuto ampie garanzie sul mantenimento dei livelli occupazioni. Secondo Eni, anzi, ci saranno a regime anche nuove assunzioni”, spiega al termine del doppio incontro proprio Giuseppe Carta. “Gli attuali lavoratori continueranno ad essere normalmente impiegati per tutto il 2025. Nel 2026 inizieranno invece ad occuparsi di bonifiche e supervisione di serbatoi ed impianti e saranno accompagnati con percorsi formativi verso la ristrutturazione dell’azienda. Quanto ai trasferimenti temporanei in altre bioraffinerie, avverranno solo su base volontaria ed avranno principalmente finalità di formazione”, aggiunge.
“Insieme all’assessore Tamajo abbiamo messo a verbale questo impegno di Eni verso il mantenimento di tutto il personale. Abbiamo chiesto le schede dei progetti relativi ai nuovi impianti, in modo da valutare anche un atto di indirizzo al governo regionale nel settore rifiuti, considerando come i nuovi stabilimenti Eni Versalis possono ricevere scarti di potatura e olii e plastica già separata che verrebbe così smaltita senza dover spedire spazzatura fuori regione”, sottolinea poi Giuseppe Carta.
Quanto al momento della zona industriale siracusana, “la nostra intenzione è quella di favorire una riconversione di tutto il multi-sito, senza quindi perdere neanche uno degli stabilimenti oggi attivi. E’ chiaro che vorremo garanzine sull’impatto ambientale ma si deve andare verso una transizione ampia. Confidiamo nel fatto che anche le altre imprese presenteranno progetti di rivitalizzazione complessiva dell’area industriale e non solo di un sito”.
Carta anticipa poi un nuovo incontro a Melilli, città di cui è anche sindaco, con la presenza del governo regionale in occasione della presentazione del progetto dell’area “retroporto” della zona industriale. “In quell’occasione torneremo a discutere di questi aspetti e della compatibilità della chimica con turismo e piccola impresa”, anticipa prima di spendere parole di elogio anche per i sindacati incontrati a Palermo. “E’ emersa la volontà di abbassare l’impatto ambientale dell’area industriale di Siracusa. Li ho visti solidi e collaborativi oltre che decisi a difendere i posti di lavoro. Bene così”, il suo commento.
Positivo il giudizio anche delle segreterie regionali e territoriali di Cgil, Cisl, e Uil e di categoria “per l’avvio di un tavolo permanente che rappresenta comunque un primo passo importante per la tutela dell’occupazione e dello sviluppo industriale”.
Al governo regionale, le parti sociali chiedono maggiore controllo sui piani di Eni. “Le sfide che stiamo affrontando – si legge nella nota dei sindacati – richiedono l’impegno diretto e la presenza costante di tutti gli attori istituzionali, regionali e nazionali. Solo con un’azione sinergica e coordinata sarà possibile garantire un futuro industriale stabile per Siracusa e Ragusa”.
Segnala poi “con preoccupazione” la vicenda Ias che “potrebbe mettere fine alla storia industriale del territorio”. Per Cgil, Cisl e Uil si tratta di un tema centrale “che va affrontato senza indugi, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali, per evitare che la chiusura di un impianto fondamentale per la zona porti a danni irreversibili”.




Maltempo nel siracusano, Schifani: “Pronti a intensificare supporto a popolazione”

“In queste ore difficili per il territorio del Catanese e del Siracusano, seguo con la massima attenzione l’evolversi della situazione, in stretto contatto con il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina. La Regione Siciliana sta già operando nelle zone colpite dal maltempo, per le quali ieri era stata diramata l’allerta, ed è pronta a intensificare il proprio intervento per garantire il supporto alle popolazioni colpite e fronteggiare i danni causati dal maltempo. Al momento, comunque, mi informano che non risultano coinvolte persone, ma sono stati causati soltanto danni materiali dalla violenza delle precipitazioni e questo grazie anche al sistema di protezione civile attivato per tempo con la collaborazione dei sindaci”. A dirlo è il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. La pioggia non ha dato tregua per tutta la notte nel territorio siracusano. Il dato cumulato delle ultime 24 ore è chiaro: 60mmm sul capoluogo, 75mm su Cassibile, 100.4 mm su Melilli e ben 135,5 tra Floridia e Solarino. In un breve lasso di tempo, precipitazioni di un’intera stagione o quasi. Nelle ultime ore un violento nubifragio ha anche colpito il territorio catanese: strade come fiumi e case allagate, con le auto trascinate dall’acqua. I territori più colpiti sono quelli di Giarre, Acireale, Riposto e Linguaglossa.
“Desidero esprimere il mio più profondo ringraziamento – prosegue il governatore – alle Forze dell’ordine, ai vigili del Fuoco, alla protezione civile, ai sindaci e a tutti i volontari che stanno lavorando senza sosta per garantire la sicurezza dei cittadini e portare soccorso a chi si trova in difficoltà. A tutti coloro che stanno affrontando questa emergenza va la nostra vicinanza e il nostro impegno per ripristinare al più presto condizioni di normalità. Il governo regionale non farà mancare il proprio sostegno concreto per aiutare le famiglie e le comunità colpite”.




La Regione riconosce 15 Autorità per la selezione dei progetti di politica territoriale: c’è anche Siracusa

Sono state riconosciute dalla Presidenza della Regione Siciliana le prime quindici delle venti Autorità previste per selezionare gli interventi di politica territoriale del Programma Fesr Sicilia 2021-2027, con una dotazione finanziaria complessiva di oltre 1,2 miliardi di euro. Si tratta di otto Aree urbane funzionali (Palermo, Messina, Catania, Ragusa, Siracusa, Trapani, Gela e Sicilia centrale) con il ruolo di “Autorità urbane”, e di sette Aree interne (Madonie, Calatino, Mussomeli, Troina, Nebrodi, Santa Teresa di Riva delle Valli Joniche e del Corleonese, del Sosio e del Torto) che avranno il ruolo di Autorità territoriali, per il ciclo di programmazione 2021-2027.
Le somme destinate alle Aree urbane funzionali (Fua) ammontano a circa 825 milioni di euro, mentre quelle per le Aree interne (Ai) a circa 397 milioni, dopo la riprogrammazione Fesr 2021-2027 deliberata dal governo regionale il 12 settembre scorso (in linea con il regolamento “Step” dell’Unione europea, che ha permesso di riservare 615 milioni alla promozione delle nuove tecnologie digitali e di quelle per l’energia pulita e la sostenibilità). Il totale delle risorse previste per le politiche territoriali del Programma, che con i Siru (Sistemi intercomunali di rango urbano) e le Isole minori riguardano tutti i Comuni dell’Isola, è di oltre 1 miliardo e 500 milioni. La dotazione finanziaria complessiva del Pr Fesr Sicilia 2021-2027 ammonta a 5,87 miliardi di euro.
A breve il dipartimento Programmazione della Presidenza della Regione Siciliana emanerà i decreti per dare il via libera alle “Strategie territoriali” presentate dalle aree urbane e interne. Da quel momento le quindici Autorità appena riconosciute potranno avviare la selezione dei progetti da finanziare con le risorse del Programma Fesr, secondo quanto previsto dai vademecum approvati dalla giunta regionale nelle scorse settimane.
Le Autorità urbane e territoriali riconosciute, costituite in unioni di Comuni o attraverso convenzioni tra enti locali, si sono già dotate di strutture di governance con uffici condivisi per procedere alla selezione delle operazioni da ammettere a finanziamento e all’attuazione delle Strategie in corso di approvazione. In generale, per quanto riguarda le Aree urbane funzionali, gli obiettivi degli interventi da selezionare riguardano soprattutto i settori “transizione ecologica e digitale”, “innovazione e competitività” e “attrattività e vivibilità”, mentre per i Comuni delle Aree interne la sfida resta quella di arrestare il declino demografico, attraverso l’erogazione di “servizi essenziali” e l’avvio di progetti per migliorare i sistemi produttivi locali e rendere più attrattivi i territori.




Politiche sociali, oltre 17 milioni a persone con disabilità per il mese di ottobre

Oltre 17 milioni di euro per il pagamento del beneficio economico in favore delle persone con bisogno di sostegno intensivo per il mese di ottobre 2024. L’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali ha impegnato la somma a valere sul Fondo regionale per la disabilità.
“Anche per il mese di ottobre – dice l’assessore Nuccia Albano – gli uffici hanno provveduto alla puntuale erogazione mensile dei contributi. Continuiamo a garantire a queste persone e ai loro nuclei familiari la continuità degli interventi e dell’assistenza”.
Le risorse, come sempre, saranno destinate a tutte le Asp dell’Isola sulla base della comunicazione del numero delle persone con necessità di sostegno molto elevato. I soggetti censiti al mese di maggio risultano quasi 15 mila.




Bonus bebè, pubblicata la graduatoria per il primo semestre 2024: oltre 720 mila euro i fondi stanziati

Ammontano a oltre 720 mila euro i fondi che la Regione Siciliana metterà a breve a disposizione dei Comuni per il pagamento del bonus bebè relativo al primo semestre del 2024. L’elenco dei beneficiari, che percepiranno il contributo economico di mille euro, è stato pubblicato dall’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali. Le somme verranno erogate alle amministrazioni che avevano trasmesso le richieste e che dovranno, a loro volta, occuparsi di effettuare i pagamenti alle famiglie in graduatoria.
“Il tema della natalità è diventato cruciale – dichiara l’assessore Nuccia Albano – ed è doveroso che ogni amministrazione intraprenda iniziative e intervenga con misure efficaci, soprattutto per le fasce più deboli. Il bonus bebè, voluto dal governo regionale, è una misura a sostegno di chi si trova a vivere uno dei momenti più belli, ma anche tra i più impegnativi, della propria vita. Vogliamo far sentire la nostra vicinanza, in maniera concreta, alle famiglie in forti difficoltà economiche”.
Il bonus è destinato ai neo-genitori siciliani o a chi esercita la patria potestà a fronte di un Isee fino a tremila euro. Le richieste vanno presentate direttamente ai Comuni di residenza. Per quanto riguarda il secondo semestre, si procederà, successivamente, alla redazione di una seconda graduatoria in base all’esame della documentazione ricevuta.
La graduatoria del bonus bebè per la prima metà del 2024 è disponibile sul portale istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo.




Siccità, 100 milioni per l’agricoltura danneggiata: stanziamento in due tranche della Regione

Altri 50 milioni di euro destinati agli agricoltori siciliani, alle prese con la siccità e la necessità di contrastarne i danni. La Regione Siciliana annuncia l’erogazione di 100 milioni in totale, la metà dei quali sono già stati stanziati e saranno erogati attraverso un bando, pubblicato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura e relativo al Piano di Sviluppo Rurale 2014-22, misura 5.1, dal titolo “Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”. Gli altri 50 milioni di euro saranno resi disponibili entro fine anno.

«Un aiuto concreto all’agricoltura siciliana – afferma il presidente della Regione Renato Schifani – che sta pagando un prezzo altissimo in termini di perdita di raccolto a causa della grave emergenza idrica di quest’anno. Si tratta del secondo intervento rivolto al settore dopo quello congiunto Stato-Regione di fine agosto del valore di circa 40 milioni. Siamo al fianco degli agricoltori siciliani e stiamo lavorando senza sosta per affrontare l’emergenza, ma anche per prevenire in futuro le conseguenze legate a un fenomeno oramai endemico come la siccità. Il consistente sostegno si è concretizzato grazie alla interlocuzione con il commissario Ue Janusz Wojciechowskie sull’emergenza che sta vivendo la Sicilia e al lavoro degli uffici della direzione generale di Bruxelles che hanno operato in stretta collaborazione con il nostro dipartimento Agricoltura».

I finanziamenti consentiranno la realizzazione e il miglioramento dei sistemi di razionalizzazione delle acque per le finalità agricole e zootecniche (compresa la lotta agli incendi), la realizzazione di bacini di infiltrazione per la ricarica delle falde e lo stoccaggio sotterraneo delle acque, il recupero e il trattamento delle acque reflue e l’introduzione di sistemi di misurazione, controllo, telecontrollo e automazione. E, ancora, la realizzazione di impianti di desalinizzazione a fini agricoli e di sistemi di gestione intelligente della risorsa idrica attraverso remote sensing e proximal sensing, ovvero sistemi di mappatura del suolo attraverso dei sensori a distanza o in prossimità.

«Il governo Schifani – aggiunge l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo – mette a disposizione degli imprenditori agricoli siciliani strumenti essenziali per la realizzazione di interventi di prevenzione. Serbatoi di accumulo, invasi aziendali, ricarica controllata delle falde e impianti di desalinizzazione sono mezzi indispensabili per giocare d’anticipo e non farsi trovare impreparati davanti agli eventi siccitosi che ciclicamente si abbattono sulla nostra isola».

I beneficiari dei finanziamenti sono i singoli agricoltori o associazioni di agricoltori e gli enti pubblici, tra cui Comuni (anche consorziati tra di loro), enti gestori, enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, a condizione che ci sia un collegamento tra l’investimento intrapreso e il potenziale produttivo agricolo.

La scadenza per l’esecuzione degli interventi finanziati è il 30 settembre 2025. I progetti possono avere un costo massimo di 300 mila euro, con un contributo pari all’80 per cento per interventi di prevenzione realizzati da singoli agricoltori e del 100 per cento per gli investimenti in infrastrutture relativi a interventi di prevenzione realizzati collettivamente da più beneficiari o da enti pubblici.