Archeologia, copertura del teatro di Eraclea Minoa: ecco l’idea vincitrice

Una sorta di “tetto-giardino” per coprire i resti dell’antico teatro di Eraclea Minoa, nell’Agrigentino. È questo il fulcro del progetto che ha vinto il concorso di idee indetto dal Parco della Valle dei Templi con il coinvolgimento dell’Ordine degli architetti di Agrigento. L’obiettivo è quello di proteggere l’area dagli agenti atmosferici e dall’azione del tempo, ma anche non ostacolare la vista dell’antica cavea, valorizzandola attraverso percorsi accessibili a tutti.
La commissione valutatrice ha decretato vincitore lo studio Cellini di Padova, guidato dall’architetto romano Francesco Cellini.
Il progetto vincitore del concorso di idee prevede, inoltre, una sorta di “cavea verde” sopra le rovine concepita come una struttura completamente reversibile. Una sorta di tetto-giardino schermato dai raggi ultravioletti del sole con un sistema di copertura a travi di protezione in acciaio corten che permette di apprezzare le strutture del teatro ellenistico. Nella parte bassa sono disposte tre file di gradinate, per un totale di circa 200 posti per gli spettatori, che saranno ospitati su strutture temporanee amovibili. Previsti anche il riallestimento dell’Antiquarium, la sistemazione degli ingressi all’area archeologica e al parcheggio, gli spazi per gli uffici amministrativi e servizi al pubblico, un nuovo bookshop, un punto ristoro, l’illuminazione a led per la fruizione notturna.
“Dopo decenni di oblio abbiamo finalmente intrapreso il percorso di valorizzazione di uno dei siti più incantevoli, ma anche più fragili e compromessi della Sicilia – ha dichiarato l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – Abbiamo optato per un restauro che rispetti pienamente l’integrità del sito, ma, soprattutto, che protegga il teatro dagli effetti del tempo e dall’azione dell’uomo”.
“Il Parco Valle dei Templi sta lavorando da tempo a un progetto risolutivo che assicuri la conservazione e la fruizione del sito – ha detto il direttore Roberto Sciarratta – Tre anni fa, con fondi del parco, abbiamo anche eseguito interventi manutentivi di somma urgenza e realizzato uno studio propedeutico sui luoghi e sullo stato dei monumenti”
Da più di trent’anni la copertura, particolarmente invasiva, impedisce al pubblico il godimento dei resti archeologici, alterando i punti di vista da terra e da mare, dello straordinario contesto paesaggistico, che fa da cornice alla città antica. Oltre a produrre un pesante impatto visivo, la tensostruttura richiede interventi sempre più frequenti di manutenzione.




Antincendio, più giornate lavorative per gli operai forestali “settantottisti”

“Mettiamo in campo una risposta concreta per prevenire gli incendi e contestualmente migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della forestale – dichiara Sammartino – Un primo passo per la salvaguardia di un intero comparto. L’intervento è adottato nelle more della riforma complessiva del settore forestale che approderà all’esame della giunta di governo entro un paio di settimane. Una riforma attesa da anni, fortemente voluta dal presidente Schifani e già condivisa con le organizzazioni sindacali, che presto vedrà la luce”. Sono le parole dell’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, riguardo all’incremento delle giornate lavorative per gli opererai forestali “settantottisti”, impegnati nella prevenzione e nel contrasto agli incendi. Lo stabiliste lo stesso assessore regionale all’Agricoltura con un decreto, che incrementa di 23 il numero delle giornate di lavoro per questa categoria (che attualmente ne svolge 78), portandole a un totale di 101.
Gli operai saranno impegnati in lavori di pulizia nelle aree private incolte e abbandonate che spesso diventano “veicolo” di propagazione degli incendi verso aree boschive e centri abitati. Toccherà ai Comuni, attraverso proprie ordinanze, individuare le aree oggetto di intervento, dando priorità a quelle più sensibili e a rischio. Il provvedimento garantisce, inoltre, un rafforzamento dell’azione di spegnimento, destinando i lavoratori in possesso delle qualifiche richieste al completamento delle squadre antincendio del Corpo forestale.




Superbonus: Cna Sicilia, stretta del governo duro colpo per le imprese

(cs) “L’ennesima stretta del governo sulle agevolazioni legate al Superbonus è un duro colpo per le imprese, soprattutto nella nostra regione, dove il comparto delle costruzioni, che dà una forte spinta all’indotto, rappresenta uno dei principali settori dell’economia siciliana”. Lo dicono Nello Battiato e Piero Giglione, rispettivamente presidente e segretario della Cna Sicilia.
“Cambiare le regole del gioco in corsa e in modo così frequente e radicale – aggiungono – oltre a danneggiare le imprese, che si erano già attivate per impiantare i cantieri, lascia al palo tutte quelle famiglie e quei gestori degli immobili catalogati nel terzo settore, che avevano avviato l’iter per l’inizio dei lavori in virtù delle rispettive agevolazioni previste dalla normativa in materia. È grave non potersi fidare dello Stato che da un lato è chiamato, in osservanza alle disposizioni dell’Unione Europea, a muovere la leva per adeguare il patrimonio immobiliare alla direttiva “casa green”, e dall’altro stoppa il percorso per alzare la soglia dell’efficientamento energetico nel Paese”.
“Non possiamo poi accettare – continuano Battiano e Giglione – l’esclusione dei paesi della zona etnea dall’elenco delle zone colpite dal sisma, per le quali sono state mantenute le agevolazioni fiscali dello sconto in fattura e della cessione del credito. Chiediamo al governo di ritornare sui propri passi per non discriminare questi paesi, colpiti dal terremoto di Santo Stefano del 2018, per ripristinare le agevolazioni applicate agli enti del terzo settore e a quei cantieri avviati che hanno realizzato lavori ma che non hanno una spesa documentata”. “Facciamo dunque appello al buon senso e alla responsabilità istituzionale del decisore politico – concludono – affinché vengano tenute in debita considerazione queste nostre, legittime, osservazioni, a cui si aggiunge anche la richiesta di non eliminare di botto l’istituto della remissione in bonis, al fine di dare più tempo ai soggetti interessati”.




Cento medici stranieri rispondono alla chiamata della Regione “per far fronte alla carenza di personale”

“Aver già raggiunto in pochi mesi la quota di cento professionisti provenienti da paesi extraeuropei che hanno risposto alla nostra chiamata è sicuramente un ottimo risultato”. Sono le parole presidente della Regione, Renato Schifani, in merito ai cento medici stranieri reclutati e immessi in servizio o in fase di immissione, da parte della regione in seguito all’avviso aperto, emanato dal dipartimento di Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, per sopperire alle carenze di personale del sistema sanitario siciliano. Il fabbisogno rilevato dalle aziende è di 1.494 unità.
“Si tratta di personale con ottime professionalità ed elevate competenze specialistiche. – continua il presidente Schifani – I medici vengono contrattualizzati e immessi in servizio dalle aziende sanitarie e ospedaliere alle quali vengono destinati e sono inseriti prevalentemente nei pronto soccorso, dopo una formazione linguistica e con il supporto logistico dei sindaci dei Comuni dove si trovano le strutture nelle quali operano. Tutta l’attività di reclutamento è seguita dal dipartimento di Pianificazione strategica che in questi giorni valuterà altre candidature. Il mio governo sta facendo il possibile per mitigare il problema della carenza dei medici, in attesa dell’entrata in vigore della norma regionale che prevede un’indennità transitoria ai medici da destinare agli ospedali di frontiera e di soluzioni strutturali come l’aumento del numero di accessi ai corsi di laurea in Medicina”.
Le discipline indicate nell’avviso sono cardiologia, chirurgia, gastroenterologia, ginecologia, medicina di emergenza, medicina interna, ortopedia, pediatria, anestesia, psichiatria, urologia e neurologia. Finora sono stati reclutati 64 medici e risultano già fissati per i primi giorni di aprile i colloqui per ulteriori 36 i cui curriculum sono stati ritenuti idonei. Le richieste sono inserite secondo l’ordine cronologico di arrivo e valutate con cadenza almeno quindicinale da un’apposita commissione formata da capi dipartimenti di diverse aziende.
Su precedenti adesioni, all’Asp di Siracusa per far fronte alla carenza di personale entreranno 3 medici stranieri.




Trasporto locale, avviso della Regione per appalto da 819 mln

Un appalto da 819 milioni di euro per 9 anni. La Regione Siciliana punta ad affidare i servizi di trasporto pubblico locale extraurbano con autobus a partire dal primo settembre di quest’anno. Il dipartimento regionale delle Infrastrutture, della mobilità e dei trasporti ha pubblicato un avviso di preinformazione per la “procedura competitiva con negoziazione”. Si tratta di uno strumento per la scelta del contraente previsto dal nuovo codice dei contratti pubblici nei soli casi di procedura competitiva o ristretta.
“Per la prima volta in Sicilia – dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò – si realizza una gara del genere per il trasporto pubblico locale su strada. L’obiettivo è quello di elevare la qualità dei servizi pubblici per i cittadini e pensiamo che questa procedura potrà essere da stimolo alle aziende del settore proprio per migliorare i propri standard”.
Le tratte da coprire dell’intera rete regionale ammontano a 52 milioni di chilometri su un totale di 64 milioni e l’affidamento dei servizi sarà frazionato in quattro lotti di gara che coincidono con i bacini definiti nel Piano integrato delle infrastrutture e della mobilità. Nello specifico si tratta delle macroaree “Palermo-Trapani”, “Agrigento-Enna-Caltanissetta”, “Messina” e “Catania-Ragusa-Siracusa”.




Enti locali, anticipati i fondi per le spese correnti 2024: “Stabilità e certezze ai Comuni siciliani”

Oltre 288 milioni di euro sono stati ripartiti fra tutti gli enti per far fronte alle attività di ordinaria amministrazione. In anticipo, arrivano nelle casse dei Comuni siciliani le risorse finanziarie relative alle prime tre trimestralità delle somme da destinare alla spese correnti per il 2024.
“Il governo regionale ha lavorato a fondo per mettere in ordine i conti e rispettato la tabella di marcia per l’approvazione della Finanziaria – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – un passaggio chiave questo che ha assicurato così una ripartizione anticipata delle somme destinate ai Comuni della Sicilia per far fronte alle spese di gestione ordinaria del 2024. Nostro obiettivo è garantire il buon funzionamento delle amministrazioni locali e assicurare ai cittadini i servizi in tempi certi”.
Il decreto, che porta la firma congiunta dell’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina, e di quello all’Economia, Marco Falcone, definisce gli importi assegnati a ciascuna amministrazione sulla base dei criteri di ripartizione previsti dalla normativa e che fanno riferimento alla popolazione residente e all’assegnazione relativa al 2019, con un riequilibrio che verrà effettuato in sede di riparto definitivo.
“Abbiamo anticipato di oltre 15 giorni il termine previsto dalla legge per l’assegnazione ai Comuni delle risorse necessarie a garantire la gestione ordinaria – evidenzia l’assessore delle Autonomie locali, Andrea Messina – Un risultato eccezionale che non ha precedenti e che premia il lavoro di squadra riconoscendo l’impegno del governo Schifani per il quale è prioritario garantire alle amministrazioni locali tempi certi nell’utilizzo delle risorse ripartite ed assicurare alla cittadinanza, senza ritardi, i servizi essenziali».
“Manteniamo l’impegno a dare stabilità e certezze economiche agli enti territoriali, nell’interesse dei cittadini che usufruiscono dei servizi e del governo locale – dice l’assessore all’Economia, Marco Falcone – Il via libera anticipato alle trimestralità è uno degli effetti positivi dell’approvazione nei tempi di legge della Finanziaria regionale. Per i Comuni e i sindaci questo significa avere liquidità certa scongiurando il ricorso al mercato del credito, generando quindi risparmi a cascata per la pubblica amministrazione. Tutto ciò è possibile grazie all’azione di riordino e consolidamento delle finanze regionali messo in atto dal governo in questi anni”.




Autostrada Palermo-Catania, conclusi due cantieri Anas a Buonfornello e Catania

(cs) Chiudono altri due cantieri sulla A19, migliorando così la fluidità del traffico sull’autostrada Palermo-Catania. Da ieri pomeriggio, l’Anas ha ripristinato la circolazione senza limitazioni sul viadotto “Fiume Imera” sull’autostrada A19 “Palermo-Catania” all’altezza dello svincolo di Buonfornello, nel Comune di Termini Imerese, e ha completato in anticipo l’installazione delle barriere di sicurezza nello spartitraffico tra lo svincolo Motta Sant’Anastasia e Zia Lisa verso Catania. Lo annuncia il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, nella qualità di commissario straordinario per il coordinamento degli interventi sulla A19.
«Altri due cantieri che si chiudono – sottolinea Schifani – rendendo l’autostrada più sicura e scorrevole, in coincidenza con un periodo caratterizzato da traffico intenso come quello delle festività pasquali. La riapertura senza restringimenti del viadotto Imera permetterà di ridurre i disagi per chi percorre in particolare quel tratto interessato già da altri interventi di manutenzione. L’adeguamento delle barriere spartitraffico sul lato orientale dell’Isola, invece, ridurrà i rischi di incidenti aumentando il livello di sicurezza. Proseguiamo, comunque, nel monitoraggio e nella vigilanza dei cantieri aperti con un impulso continuo sulle imprese perché rispettino i tempi di esecuzione delle opere».
In particolare, il viadotto Imera, della lunghezza di circa 800 metri, era interessato da restringimenti che si erano resi necessari per consentire i lavori di risanamento strutturale. Gli interventi proseguiranno fino alla fine di aprile senza interferire con il traffico. Il valore complessivo dei lavori è di circa 3,8 milioni di euro.
Sul fronte catanese, invece, i lavori di installazione delle barriere in calcestruzzo, progettate e omologate interamente da Anas (Ndba), hanno interessato un tratto di circa quattro chilometri, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.




Sanità, all’Ismett 92 interventi di pazienti pediatrici del Di Cristina “per ridurre liste d’attesa”

(cs) È stato siglato oggi a Palazzo d’Orléans un protocollo d’intesa tra l’Arnas Civico di Palermo e l’Ismett finalizzato a ridurre le liste d’attesa dei pazienti pediatrici del Di Cristina. A firmarlo il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato regionale della Salute, Salvatore Iacolino, il direttore generale dell’Arnas Civico, Walter Messina, e il direttore dell’Ismett, Angelo Luca.
La convenzione prevede la presa in carico immediata da parte dell’Istituto Mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta specializzazione di 92 bambini in attesa di un’operazione chirurgica alla parete addominale. Gli interventi, dopo una prima valutazione clinica, dovranno essere effettuati entro il 30 giugno di quest’anno.
“Si rafforza il nostro impegno per risolvere il problema delle liste d’attesa – afferma Schifani – e quello di oggi è sicuramente un risultato importante perché ci permette di garantire ai piccoli pazienti cure di altissima qualità, grazie a un centro di eccellenza come l’Ismett, che con la Regione ha un rapporto ormai consolidato. In questo nostro cammino, si conferma fondamentale la collaborazione con la componente privata del nostro sistema sanitario per garantire a tutti i cittadini l’accesso alle cure in tempi ragionevoli”.
Il numero delle prestazioni effettuate dall’Ismett sarà comunicato settimanalmente all’assessorato regionale della Salute e, dopo le rendicontazioni, si procederà ai relativi pagamenti, fuori dal budget annuale, secondo il tariffario regionale. Il protocollo avrà validità sino all’azzeramento delle liste d’attesa.
La collaborazione con l’Istituto rientra nelle previsioni del “Piano operativo del recupero delle liste di attesa”, varato dalla giunta regionale il 27 luglio del 2023 con un budget di 48,5 milioni di euro, con l’obiettivo di recuperare le prestazioni in sospeso utilizzando le strutture accreditate, sia di diritto pubblico che di diritto privato. Per il 2024 a disposizione ulteriori 41 milioni di euro, anch’essi ripartiti tendenzialmente a metà fra pubblico e privato convenzionato.




Crisi idrica e agricola, la Sicilia pronta a chiedere lo stato di emergenza nazionale

Il governo regionale è pronto a chiedere lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia. Un provvedimento che punta soprattutto a garantire l’approvvigionamento di acqua potabile ai cittadini, di quella per il comparto agricolo e zootecnico, e per consentire alle imprese di continuare a lavorare e di portare avanti i cantieri nell’Isola. È questa la decisione presa oggi nel corso della riunione del tavolo tecnico, convocato a Palazzo d’Orleans dal presidente della Regione Renato Schifani, al quale hanno preso parte l’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, il capo di gabinetto della Presidenza, Salvatore Sammartano, il segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, il dirigente del Servizio idrico integrato – dissalazione e sovrambito del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti, Mario Cassarà, e gli ingegneri Massimo Burruano e Giuseppe Alesso per Siciliacque spa.
«La situazione è seria – afferma il presidente della Regione Schifani – e il governo regionale sta facendo tutto il possibile per affrontare l’emergenza coinvolgendo tutti i rami dell’amministrazione competenti e chiedendo adesso il supporto dello Stato. In questo modo avremo non solo le risorse economiche necessarie per gli interventi più urgenti, ma anche lo strumento per accelerare le procedure e sostenere il comparto agricolo e zootecnico. Intanto, abbiamo già attivato gli interventi più urgenti nel breve e nel medio periodo. Occorre, allo stesso tempo, sensibilizzare i cittadini a un uso più consapevole e responsabile delle risorse idriche disponibili. Per questo, nei prossimi giorni, avvieremo un’apposita campagna di comunicazione per un uso intelligente dell’acqua».
La giunta Schifani, lo scorso 13 marzo, aveva approvato lo stato di crisi e di emergenza regionale nel settore idrico-potabile fino al 31 dicembre per le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani. E a febbraio aveva proclamato lo stato di calamità naturale da siccità severa per l’intero territorio siciliano e lo stato di crisi idrica sia per il settore irriguo sia per la zootecnia. Il 2023, infatti, è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo e anche i primi mesi di quest’anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato questa tendenza.
«Stiamo intervenendo – aggiunge l’assessore Sammartino – con un cronoprogramma articolato che prevede, tra l’altro, azioni per la rifunzionalizzazione di alcuni impianti di dissalazione già presenti in Sicilia, come quelli di Gela e Porto Empedocle, ma allo stesso tempo ci stiamo attivando per reperire nuovi moduli di dissalazione che ci aiuteranno a fronteggiare la grave siccità in atto. L’impegno del governo regionale, e del mio assessorato in particolare, è rivolto a sostenere agricoltori e allevatori, che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi».




Beni culturali, al Teatro Antico di Taormina si restaura il “portico post scena”

(cs) Sono iniziati al Teatro Antico di Taormina i lavori di restauro conservativo del “porticus post scaenam”, il retro della scena che si apre a sud sul grandioso paesaggio dell’Etna e del mare. Un intervento voluto e programmato dal Parco archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, che segue a distanza di circa settant’anni lo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, al quale si deve l’attuale configurazione del complesso monumentale con cui da allora (1958-59) è conosciuto in tutto il mondo.
I lavori di restauro in corso sono interamente finanziati dal Parco Naxos Taormina per un importo di circa 500 mila euro. Il progetto è del “Laboratorio per l’Architettura Storica stp srl” di Palermo, il direttore dei lavori è l’architetto Saverio Renda, l’impresa esecutrice è la ditta “Siqilliya srl” di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
A sostenere il progetto si è unita anche American Express che, con il coordinamento di Artfin, ha partecipato allo studio progettuale architettonico, propedeutico a questi interventi di restauro e conservazione di uno dei monumenti più iconici del patrimonio archeologico siciliano.
“Anche stavolta, come è accaduto nel 2022 per il restauro delle gradinate, non sarà necessario interrompere la fruizione del sito da parte dei visitatori che anzi, laddove possibile, osservano con interesse e curiosità i restauratori all’opera – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, durante il sopralluogo effettuato insieme con la direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano – I lavori saranno completati entro l’inizio dell’estate e della consueta stagione degli spettacoli”.
Strategica, per consentire la fruizione dei visitatori durante i lavori di restauro, la configurazione del ponteggio “su misura”, realizzato nelle due ali del post scena e che ha salvaguardato lo scenario, unico al mondo, dove il paesaggio e la natura diventano un unicum con il monumento. Una scelta che, se da un lato ha reso più complicato il lavoro dei restauratori – per intervenire sull’intero prospetto devono infatti scendere e salire dalle singole impalcature anziché spostarsi in orizzontale da un lato all’altro del ponteggio – ha consentito di non intaccare il panorama tanto caro ai visitatori, sia pure temporaneamente incorniciato dal cantiere di restauro. Senza contare che, non potendosi agganciare al monumento, il ponteggio ha richiesto una sofisticata soluzione ingegneristica ed è stato progettato come struttura autoportante. Al suo interno comode scale consentono anche agli studiosi di essere “a tu per tu” con la parete del post scena (un grandioso edificio a tre piani di età imperiale romana) e di poter osservare da vicino il monumento e alcuni elementi architettonici e decorativi anche a quote solitamente irraggiungibili. Grazie, infatti, a queste impalcature di oltre 12 metri d’altezza sono stati raggiunti alcuni ambienti dell’ultimo piano con frammenti di scale che conducono al terzo livello della scena e sino ad oggi inaccessibili per gli studiosi.
“È un momento fondamentale per lo studio del teatro – spiega la direttrice e archeologa Gabriella Tigano – L’edificio post scaenam sarà, infatti, oggetto di analisi mirate che consentiranno di acquisire nuovi dati sui materiali da costruzione utilizzati. Come la composizione dei conglomerati antichi, ma anche dei mattoni di rivestimento, sia antichi che moderni, che presentano stati avanzati di degrado: dati indispensabili per procedere con il restauro di questo settore del monumento”.
Nota informativa sull’intervento di restauro: Oggetto di questo primo lotto di interventi è il grandioso edificio a tre piani, ricollegabile alla fase di ristrutturazione d’età imperiale romana, parzialmente distrutto dal terremoto del 365 d.C. (al pari della frons scaenae), al cui interno insisteva, fino a qualche settimana fa, un impalcato di sicurezza, montato in occasione del G7 nel 2017. L’edificio, una costruzione in conglomerato cementizio e laterizi, si sviluppava anticamente su tre piani: uno ipogeico (costituito da un unico lungo corridoio, oggi utilizzato per il montaggio dei camerini degli attori), uno mediano (alla quota della scena, costituito da un portico di grande altezza a sette arcate, coperto da volta a botte ribassata) e uno superiore, che completava da sud la parte superiore della scena.