E’ uno dei grandi misteri d’Italia: la morte di Lele Scieri, il parà siracusano trovato senza vita nell’estate del 99 all’interno della caserma Gamerra di Pisa. Il terribile fatto di cronaca, per cui si cerca ancora giustizia, finisce a teatro. “Emanuele Scieri, vittima della Folgore” debutta il marzo marzo al teatro Documenti di Roma. Regia di Paolo Orlandelli con la consulenza del giornalista siracusano, Aldo Mantineo, autore di un libro sulla vicenda.
Il corpo dell’allievo paracadutista venne scoperto seminascosto ai piedi della scala di asciugatura dei paracaduti, sul retro della caserma pisana. Emanuele era morto la sera del 13 agosto, dopo essere caduto dalla cima della scala sulla quale era stato costretto ad arrampicarsi da alcuni allievi anziani, con la sola forza delle braccia e con le scarpe allacciate tra loro perché non si potesse aiutare con i piedi. Come hanno appurato le perizie, Emanuele è stato colpito violentemente alle mani nel corso dell’arrampicata, perdendo così la presa e precipitando in basso. Emanuele, con la schiena spezzata e varie ferite sanguinanti, non è stato soccorso, bensì occultato, ed è morto dopo un’agonia di diverse ore. Per tre giorni nessuno, all’interno della caserma, ha mostrato di preoccuparsi per la sua scomparsa ed il suo cadavere è stato rinvenuto solo quando ha cominciato a emanare cattivo odore.
Tre inchieste ufficiali (una della Procura di Pisa, una della Procura Militare, e una amministrativa interna alla Gamerra), non sono state in grado di risalire ai nomi dei responsabili del delitto. Nessuno, tra le reclute della Gamerra e i vertici della Folgore, ha infranto il muro di omertà che proteggeva gli assassini.
Isabella Guarino, madre di Emanuele Scieri, assisterà allo spettacolo domenica 9 marzo