Applausi convinti al teatro greco di Palazzolo Acreide al termine della messa in scena curata dall’Istituto Sant’Angela Merici di Canicattini Bagni.
Lo spettacolo “Edipo piedi deformi”, libero adattamento dell’Edipo di Sofocle, tragedia con un lieto fine di speranza, è stato un piccolo evento nell’ambito del Festival internazionale del teatro classico dei giovani promosso dalla Fondazione Istituto nazionale del dramma antico.
Una partecipazione unica quella dell’Istituto Sant’Angela Merici di Canicattini, voluta dal responsabile del Festival, Sebastiano Aglianò. Nessun tentennamento, nessuna emozione per il debutto nella cavea: tutti gli attori hanno offerto una splendida prova. Guglielmo Ghioldi, musicoterapeuta, che ha curato l’adattamento e la regia ha scritto le diverse parti in base alle caratteristiche degli attori.
“Fra i tanti personaggi del mondo delle tragedie, Edipo è forse quello che può essere correlate all’esperienza vissuta da molti portatori di disabilità – spiega ancora Ghioldi -. Edipo è zoppo, ha i piedi deformati da una barbarie subita in età infantile; Edipo vive il rifiuto, l’allontanamento, soprattutto patisce la condanna per una colpa di cui non è responsabile”.
In scena un coro di dieci ragazzi, e poi i personaggi di Edipo, Corifea, Tiresia. Ed infine un’orchestra di dieci ragazzi che suonano dal vivo, percussioni, flauto e tastiera. Le scenografie dei maestri d’arte, Angelo Moncada e Sebastiano Accolla; costumi di Gina Costa Pina Bianco e Maria Concetta Napoli.
Personaggi e interpreti: Edipo è Alessio Artale; Corifea è Tiziana Scatà; Tiresia è Luca Corso, l’accompagnatore di Tiresia è il piccolo Lorenzo Arcieri. Il coro è formato da Giovanni Fusca, Valentina La Bruna, Vincenzo Lauretta, Carmelo Licata, Lucia Matera, Salvatore Peluso, Giovanna Raeli, Santi Rubera, Sergio Spina, Salvatore Tivisini, Massimiliano Velasco. Orchestra: Sebastiano Calafiore, Alessandro Di Mauro, Andrea Fazzino, Giuseppa Fazzino, Enzo Gigliuto, Francesco Gurciullo, Cristian Lauretta, Nunzio Micieli, Luigi Occhipinti, Antonio Vinci.
Gli accompagnatori sono Gaetano Bordonaro, Ivana Sbona, Rita Zito, Anna Maria Romano.
“L’Edipo che vive nei nostri interpreti è pieno di risorse, di capacità inaspettate, di bellezza interiore, ma loro non la vedono accecati da loro stessi per poter sopravvivere. È un dramma ma non è una tragedia per cui la speranza che emerge alla fine, è la speranza di essere noi il braccio, la gamba, la parola di chi non ha braccio, gamba o parola”.