Pallanuoto, Eurocup. L’Ortigia vince ma in finale (non con pieno merito) va il Telimar

Era già una gara con l’esito scontato, dopo il 10-0 a tavolino dell’andata. L’Ortigia ha comunque onorato l’Eurocup battendo alla Caldarella la Telimar Palermo per 7-6. L’atteso gesto di sportività da parte di squadra e società palermitana non c’è stato. La Telimar va in finale di Eurocup ma rimane il neo di un merito non pieno e certo non conquistato giocando.
Match in costante equilibrio, fino a quando, a 42 secondi dal termine, Klikovac ha trovato il tocco vincente del 7-6, mantenuto poi tenacemente fino alla fine, grazie a una difesa e a un Tempesti bravissimi ad annullare anche l’ultimo uomo in più degli ospiti (in totale ne hanno annullati ben 12 su 14) e a far esultare il pubblico della “Caldarella”.
A fine gara Stefano Piccardo, allenatore dell’Ortigia, non nasconde il rammarico e chiama in causa la Len: “È stata una buona partita di pallanuoto. I primi tempi abbiamo giocato male in fase offensiva, ma era troppo caricata, questa partita. Abbiamo retto bene sotto il punto di vista fisico, sono contentissimo della risposta della squadra. Ora mi piacerebbe chiedere a tutti quelli che fanno sport come me, come mai io perdo una gara nella fase a gironi, una sola gara su dieci in tutta la competizione e non vado in finale. Vorrei che qualcuno mi desse una spiegazione. Ho perso una partita col Vasas nella fase a gironi, poi perdo 10 a 0 a tavolino, vinco 7 a 6 in casa, sul campo, e mi dicono che è finita. Mi rivolgo anche ai miei colleghi, ai presidenti: il giorno in cui vi troverete nella stessa situazione, che farete? Perché se le regole sono uguali per tutti, probabilmente potrà succedere. Questa non è una cosa che dà merito allo sport, credetemi. Non ci hanno neanche dato una spiegazione”.
A fine match parla anche Stefano Tempesti, protagonista di un’altra prestazione maiuscola: “Il presidente del Telimar, Giliberti, dice che nessuno ha mai chiesto un rinvio, nessuno ha mai chiesto niente. Io ho la mia opinione. Non so dove sta la verità, non sono riuscito a capirlo, anche perché non riesco ad avere tutti gli interlocutori, i protagonisti della vicenda, tutti insieme, quindi uno racconta una cosa, uno ne racconta un’altra, uno un’altra ancora. Indubbiamente ci sono state delle grosse vergogne da parte di gestisce la pallanuoto, da parte di chi poteva fare qualcosa di più. Sicuramente, se fosse successo a noi il contrario, le cose sarebbero andate diversamente. Ad ogni modo, in questa semifinale ad aver perso è la pallanuoto. Qualcuno ci ha chiesto di contravvenire a una legge nazionale, andando contro quello che ci aveva detto l’ASP, di presentarci a Palermo malati. Non so cosa avremmo dovuto fare, ritengo sia una vergogna che siamo qui a parlare di un 10 a 0. Quando ne parlo con la gente si mettono a ridere, gli altri sport ci ridono dietro, perché siamo gli unici che continuano ancora a cadere in queste trappole. La pallanuoto non migliorerà mai. Alla fine chi è stato fregato siamo noi, la mia squadra, il presidente onorario Marotta, il presidente Vancheri, l’allenatore, tutto lo staff”.
Proprio il presidente Valerio Vancheri ha seguito il match a bordo vasca. “Poteva essere la festa della pallanuoto siciliana, qualcuno non ha voluto che fosse così. In ogni caso, si è giocato a pallanuoto. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto, con molto agonismo. Perché quando si gioca a pallanuoto, lo spettacolo è questo. Quando non si consente di giocare a pallanuoto, quella che doveva essere una festa diventa una farsa. In qualsiasi sport la prima regola è il fair play, che va di pari passo col fatto che se si fa uno sport è perché si vuole giocare, si deve giocare. Questi sono atleti. Come si può chiedere a un atleta di fare il clown? Per noi chi va in acqua ci va per fare l’atleta. Siamo una società che gioca a pallanuoto. Ci piace giocare e vogliamo farlo. Se vinciamo, vinciamo in acqua. Se perdiamo, perdiamo in acqua. Io faccio l’avvocato e posso dire che non molleremo mai finché ci sarà la possibilità di un ultimo rincorso o un giudice a Berlino al quale rivolgersi. Resta il fatto che il messaggio che proviene dall’Ortigia è che la pallanuoto è un gioco che si gioca solo dentro l’acqua, non altrove”.




Pallanuoto,EuroCup. Domani Ortigia-Telimar, il match della beffa

Una vigilia surreale per chi ama la pallanuoto. Avrebbe potuto essere la vigilia di una grande partita, una sfida europea tra due formazioni siciliane, italiane, pronte a sfidarsi per conquistare la finale, lottando sul campo e accettandone il verdetto. A causa della decisione della LEN sul match di andata, che la società definisce inspiegabile, non sarà così. Il giorno prima di Ortigia-Telimar, ritorno (puramente formale) della semifinale di Euro Cup, si pensa solo a una gara buona per rimettere minuti sulle gambe, rodare i meccanismi un po’ arrugginiti dopo un mese di stop e far rientrare in piena forma i giocatori che hanno avuto il Covid. Non si parla di coppa, né di risultato: l’obiettivo è solo quello di giocare al meglio per ritrovare la condizione e poter affrontare la seconda fase della stagione, che conserva ancora obiettivi importanti. L’Ortigia, domani alle ore 15.00, scenderà in acqua alla piscina “Paolo Caldarella” per disputare la partita e onorare gli impegni, soprattutto per rispetto della pallanuoto e dei valori che contraddistinguono da sempre la società biancoverde. La partita si disputerà a porte aperte (prenotazione obbligatoria, tutte le informazioni necessarie sono disponibili sulla pagina Facebook dell’Ortigia).
Mister Stefano Piccardo fotografa lo stato d’animo della squadra rispetto al match di domani: “Credo che l’ingiustizia che ci è stata perpetrata sia sotto gli occhi di tutti. Non averci fatto disputare una finale nonostante le cause di forza maggiore, penso che seppellisca tutti quelli che sono i valori dello sport. Dal punto di vista umano trovo la decisione della LEN un’ingiustizia enorme. In 3 anni che partecipiamo a questa coppa abbiamo subito due torti giganteschi. Provo un po’ di sconforto rispetto a come è amministrata questa competizione. Detto ciò, proprio perché noi siamo sportivi abbiamo un’unica arma, che è quella di giocare e interpretare la partita nel miglior modo possibile. Per questo abbiamo scelto di giocare. Cercheremo di affrontare la gara allo stesso modo in cui abbiamo affrontato quella di Salerno, sapendo che è una semifinale di una Coppa Europea e che quindi va rispettata per tutto il lavoro che abbiamo fatto e per tutte le partite che abbiamo vinto fino a qui. Sul campo finora abbiamo perso una sola partita, quindi vogliamo dare continuità al nostro progetto, facendo del nostro meglio” .
A 24 ore dal match, anche capitan Christian Napolitano spiega le ragioni che hanno portato l’Ortigia a scegliere di scendere in acqua, malgrado gli inviti di molti tifosi a disertare il match: “Abbiamo deciso di giocare perché non vogliamo scendere al livello di altri. Se non lo facessimo daremmo sicuramente un segnale negativo, mentre il nostro spirito è sempre quello battagliero, che ci spinge a lottare fino alla fine. Abbiamo seguito i social e giustamente i tifosi hanno tutto il diritto di dire la loro, ma noi siamo atleti, andiamo avanti per la nostra strada. Dobbiamo dare l’esempio, andremo in acqua per vincere e per migliorarci”.
Sul piano del risultato sarà una partita piuttosto inutile, ma dal punto di vista tecnico conserva una certa utilità: “Questo match – afferma Piccardo – serve per mettere sulle gambe una gara in più e aumentare minutaggio. Dobbiamo affinare certi meccanismi, ricordiamoci che noi arriviamo dalla pausa di Natale e subito dopo abbiamo avuto 11 giocatori su 13 che contemporaneamente hanno contratto il virus. Il risultato non conta, l’importante è giocare e cercare di farlo il meglio possibile perché ora abbiamo proprio bisogno di giocare”.

Alle parole del tecnico biancoverde fanno eco quelle del capitano: “Dobbiamo giocare – conclude Napolitano -, aumentare i minuti in acqua perché la prossima settimana riprende il campionato e dobbiamo puntare a quello. Domani dovremo giocare con la testa, da atleti, da professionisti, poi andremo per la nostra strada. Quello che avverrà domani dovremo prenderlo per buono, perché tanto ormai la decisione di quei burocrati è stata presa. Domani scenderemo in acqua e sarà una battaglia, come tutti i derby, poi penseremo al nuovo obiettivo visto che a breve inizierà quello che, di fatto, è un altro campionato”.




Calcio. Luigi Rossitto nel Siracusa: “Obiettivo playoff”

Luigi Rossitto entra a far parte della rosa dell’ASD Città di Siracusa. Nato a Siracusa il 27 dicembre 2001, dopo la trafila nel settore giovanile del Catania, ha debuttato nel calcio dei grandi il 2 febbraio 2020 con la maglia rossazzurra contro il Monopoli al “Massimino”. Poi il trasferimento al Licata, mentre in questa stagione ha indossato la maglia del Giarre, in serie D, segnando un gol in Coppa Italia contro l’Acireale. L’ultima squadra, prima del ritorno nella città natale, è stata propria quella granata, con cui però non ha debuttato. Per lui una sola convocazione, lo scorso 23 gennaio, contro la Cavese senza comunque entrare in campo. Adesso una nuova sfida per un giocatore che ha le idee chiare. “Ringrazio il presidente Montagno, mister Mascara e il direttore sportivo Merola per avermi voluto a Siracusa – queste le prime parole da azzurro di Rossitto – Sono qui per dare il mio contributo alla squadra perché dobbiamo raggiungere i playoff e abbiamo tutto per centrare l’obiettivo anche se in questo momento la classifica non ci sorride. Carlentini? Ci servono i tre punti e non importa se il campo sarà in terra battuta. Dovremo essere più forti di tutte le difficoltà. Andremo là per dimostrare la nostra forza e vincere”. Rossitto può giocare su entrambe le fasce ma anche in posizione di trequartista o di prima punta. “Mi adeguo – dice – a tutte le situazioni, l’importante è impegnarsi al massimo per questi colori. Sono a disposizione del mister e dei miei compagni”.
Il presidente Salvo Montagno punta ai playoff. “Abbiamo tesserato un giovane che promette bene e che – sottolinea il massimo dirigente – ha indubbie qualità tecniche, potenziando ulteriormente l’organico. Siamo certi che possiamo lottare ad armi pari con le dirette concorrenti per raggiungere i playoff. Siamo all’inizio del girone di ritorno e lotteremo fino alla fine”.
Questa mattina gli azzurri hanno svolto la seduta di rifinitura al “Nicola De Simone”.




Tennis, Salvo Caruso dopo Melbourne: “Troppo clamore, ora punto a rientrare in top 100”

Ha preso il posto di Djovokic a Melbourne, oggi il tennista avolese Salvo Caruso ha già resettato dopo il grande clamore della vicenda e si prepara a nuovi tornei Atp tra India ed Europa. Con ironia, in una intervista all’Ansa, si è definito “lo sfigato più famoso del mondo”, traduzione ironica di quella qualifica di “lucky loser” derivata dal ripescaggio nel tabellone principale del torneo australiano. “Troppo clamore attorno a me. Io ero andato a Melbourne per giocare a tennis. Essendo il primo lucky loser speravo in buona chance. Il mio obiettivo adess è riprendere un buon ritmo partita e rientrare in top 100”, dice all’Ansa l’avolese Caruso.




Euro Cup, l’Ortigia presenta il ricorso. L’amarezza di Napolitano: “Daremo segnale forte”

L’Ortigia ha formalizzato il suo ricorso contro la decisione della Len sulla sconfitta a tavolino (10-0) in gara uno di Eurocup. Falcidiata dal covid, la formazione biancoverde non si è potuta presentare per il match confidando in uno sportivo rinvio. La federazione europea, però, ha applicato senza alcuna elasticità le norme e – forse – senza valutare correttamente le condizioni oggettive.
“Questa decisione ci ha colto un po’ alla sprovvista. Ci ha colpito molto nel morale, perché comunque lavoriamo per un obiettivo tutto l’anno e poi subiamo una decisione come questa, con un 10 a 0 a tavolino e la necessità di recuperare vincendo 11 a 0, impresa fisicamente impossibile. Abbiamo preso molto male la notizia, però la stagione è ancora lunga. Adesso c’è solo da lavorare a testa bassa e rimboccarsi le maniche”, spiega il pilastro dell’Ortigia, Christian Napolitano. Dal ricorso non si attendono comunque grosse novità. “La Len non cambierà le cose, perché loro non sconfesseranno mai la loro decisione, anche se è sbagliata. Sono solo dei burocrati”.
Da capitano, Napolitano prova a scuotere i compagni. “Testa bassa e lavorare. Siccome l’ho vissuta già questa situazione, anzi l’abbiamo vissuta in molti nel 2020, quando per il Covid-19 sono state cancellate le competizioni con noi già in finale di Euro Cup, l’unica soluzione per noi ora è quella di pensare a lavorare sempre di più, per arrivare a raggiungere altri obiettivi. Vuol dire che ci sono cose ancora più grandi che ci aspettano. Noi giocatori non abbiamo altra scelta, possiamo solo andare avanti con la solita professionalità. Certo, il morale è quello che è, perché da 2 anni ci tolgono questa dannata coppa e io non so se l’anno prossimo avrò la possibilità di rigiocarla o se altri miei compagni avranno l‘opportunità di fare altrettanto, visto che molti siamo a fine carriera. Personalmente posso dire, da giocatore, che andare avanti così non ha senso, noi atleti abbiamo degli obiettivi per i quali lavoriamo duramente facendo sacrifici, mentre quelli che decidono queste cose forse non sono mai stati atleti. Secondo me sono più dei segretari, dei burocrati che stanno seduti sulle loro poltrone e non sanno nemmeno se c’è l’acqua in piscina o forse neanche come è fatta una piscina. Purtroppo noi siamo quelli che vengono danneggiati da queste decisioni e possiamo rispondere solo lavorando più forte”. Parole che mostrano tutta l’amarezza che si respira in casa Ortigia.
“Tanti giocatori di altre squadre ci hanno scritto indignati, definendo questa cosa una schifezza”, rivela Napolitano. “Io da sportivo posso dire che non mi piacerebbe vincere una partita in questo modo, perché le partite si giocano sul campo e lì poi ha la meglio chi è più forte. Non troverei stimoli a vincere a tavolino, sarebbe da perdenti, sarebbe un segno di debolezza. Preferisco sempre giocarmela, poi festeggiare se vinco o applaudire e stringere la mano agli avversari se sono più forti e vincono loro. Non giudico il Telimar Palermo, penso a noi. Al ritorno di sicuro daremo un segnale forte. Non aggiungo altro”.




Pallanuoto. Sconfitta a tavolino per l’Ortigia in Euro Cup: “Decisione vergognosa”

Dopo la decisione della Len, il circolo Canottieri Ortigia decide di dire la propria e non esclude di poter impugnare il provvedimento. La sconfitta a tavolino 10-0 in semifinale di Eurocup inflitta ai biancoverdi che non hanno potuto giocare la partita per via dei numerosi giocatori risultati positivi al Covid-19, alla società piace affatto, per una serie di ragioni che spiega in una nota diffusa in mattinata. Questo il testo integrale:

“Abbiamo ascoltato molte chiacchiere in queste ore- si legge nel comunicato-  pertanto riteniamo sia giunto il momento di lasciare spazio ai fatti. Nella serata di martedì 11 gennaio abbiamo comunicato per iscritto la positività al Covid-19 di ben 9 giocatori, oltre alla messa in quarantena del resto della squadra. Alla comunicazione abbiamo allegato la documentazione relativa, con i referti dei tamponi molecolari e le certificazioni di messa in quarantena obbligatoria dell’Autorità Sanitaria. Per tale ragione, non è stato possibile essere presenti a Palermo, nel rispetto degli obblighi previsti dalla legge italiana, che se violati avrebbero determinato una denuncia penale. Alle ragioni di legge, inoltre, si aggiunge il senso di responsabilità della nostra società, visto l’evidente manifestarsi di un focolaio Covid all’interno del gruppo squadra. Infatti, tra il 13 e il 14 gennaio, altri due atleti, a seguito di ulteriori tamponi, sono risultati positivi. Se l’Ortigia dunque avesse disatteso gli obblighi della quarantena, presentandosi a Palermo, avrebbe rischiato di contagiare gli avversari, gli arbitri e i delegati LEN. Vorremmo ricordare che, nel 2020, per le identiche ragioni, con lo stesso regolamento (che peraltro, proprio da questa mattina, sul sito ufficiale della LEN risulta non disponibile e in aggiornamento…), la LEN rinviò la semifinale di ritorno tra Eger e Brescia, partita che poi non venne mai disputata, a seguito della decisione di cancellare le competizioni, quando l’Ortigia era già approdata in finale di Euro Cup. Sentiamo la necessità di sottolineare che il Circolo Canottieri Ortigia, nel campionato italiano, ha sempre rispettato le regole e non ha mai chiesto il rinvio di un match, giocando partite anche importanti per gli obiettivi di classifica senza due o più giocatori fondamentali. In questo caso, invece, sussistendo una causa di forza maggiore, il rinvio avrebbe dovuto essere automatico, garantendo il regolare svolgimento della manifestazione. Dal lato nostro, per storia e per valori sportivi, oltre che per il bene della pallanuoto, riteniamo infatti che le partite si debbano vincere sul campo e non a tavolino.Ci lascia perplessi, inoltre, che la decisione della LEN abbiamo dovuto apprenderla dai giornali e dai siti di informazione, dal momento che la LEN non ci ha mai notificato la decisione assunta dalla sua commissione competente.

Ciò detto, a norma di regolamento, chiederemo alla LEN di poter controllare la regolarità delle procedure svolte il giorno della partita, nello specifico i certificati dei tamponi antigenici degli atleti della squadra avversaria, che, per regola, devono essere effettuati al mattino, nel giorno della gara. Inoltre, chiederemo di verificare che i delegati LEN, gli arbitri e la squadra avversaria al completo si siano presentati all’orario previsto per il match e abbiano atteso i 30 minuti necessari, secondo il regolamento, per constatare l’assenza dell’Ortigia.In conclusione, il Circolo Canottieri Ortigia si riserva la possibilità di impugnare la decisione della LEN e di presentare ricorso presso gli organi competenti.




Pallanuoto. Ortigia decimata dal Covid, salta il match con il Telimar

L’Ortigia di pallanuoto decimata dal Covid. Dopo i primi due casi emersi nei giorni scorsi, altri sette tamponi molecolari sono risultati positivi.

Un esito che di fatto blocca la squadra, che domani avrebbe dovuto giocare con il Telimar a Palermo. In quarantena anche altri atleti, in quanto contatti stretti, come da normativa.

E’ evidente che il match di domani non potrà essere disputato. Per questa ragione la società ha ufficialmente chiesto alla Len la possibilità di rinviare l’incontro o, qualora non previsto dal regolamento, di rendere note le conseguenze della mancata partecipazione alla gara di andata.




Calcio. Il Siracusa fermato dallo Jonica, al De Simone cerimonia per i 50 anni di Sportivissimo

Si interrompe contro lo Jonica la serie positiva del Città di Siracusa, battuto di misura al “Nicola De Simone” dallo Jonica. Prova sotto tono dei padroni di casa, quasi mai pericolosi in avanti in una gara spigolosa e con poche emozioni. Mascara, in tribuna per squalifica, sceglie Ricca e Catania, preferendoli a Fichera e Melluzzo. Azzurri, in maglia bianca, in campo con il consueto 4-3-3 con l’ex Biancavilla attaccante di riferimento. Avvio promettente degli aretusei che, nei primi 10 minuti, costringono gli avversari sulla difensiva, senza però creare pericoli. Al primo vero tentativo è invece la squadra messinese a passare in vantaggio. Angolo da destra e tocco sotto porta decisivo di Gallardo. Poco prima Paschetta si era immolato sulla conclusione ravvicinata d Micoli, dalla quale era scaturito il calcio d’angolo che ha portato al gol messinese. Doccia fredda per i padroni di casa, che rischiano grosso al 25’ quando Gallardo semina il panico nell’area avversaria e va al tiro-cross che attraversa tutta lo specchio della porta e termina sul fondo. L’occasione buona per il pari capita a Schisciano al 37’ ma il centrocampista non controlla bene di petto su cross dalla trequarti di Giordano e l’azione sfuma.
Nel secondo tempo il Città di Siracusa spinge a testa bassa senza comunque riuscire a sfondare. Lo Jonica si difende con ordine e le folate offensive azzurre si interrompono spesso sulla trequarti campo. Ci prova Ricca al 22’, mandando alto. Al 30’ grande occasione in ripartenza per gli ospiti con la conclusione di Cragnolini deviata in angolo da un difensore aretuseo. Entrano anche Pepe e Sciacca ma il risultato non cambia nonostante i sei minuti di recupero nel corso di una ripresa in cui si è giocato poco o nulla a causa delle numerose interruzioni di gioco. Il Siracusa chiude in 10 per l’espulsione di Magnano e, a fine partita, rosso mostrato anche a Saitta che viene a contatto con il portiere Romano, il quale, uscendo dal campo, applaude in maniera provocatoria il pubblico della tribuna centrale.

Prima dell’incontro, cerimonia in campo per i 50 anni di “Sportivissimo”, con la consegna delle maglie da gioco da parte del presidente Salvo Montagno e del dirigente Marco Salonia al giornalista Paolo Catania e ai figli del compianto Pippo Di Silvestro. In curva Anna presente una quarantina di bambini assistiti dall’associazione “Astrea in memoria di Stefano Biondo” e raccolta alimentare all’interno dello stadio. Minuto di silenzio in memoria delle vittime di Ravanusa.




Siracusa. Real Siracusa-Città di Siracusa nel segno di Santa Lucia: in curva striscione dedicato alla Patrona

Lo scambio di doni e poi l’urlo “Sarausana jè”. E in curva Anna uno striscione dedicato alla vergine e martire siracusana. Asd Città di Siracusa e Real Siracusa Belvedere hanno onorato così, la patrona alla vigilia della sua festa e prima di un derby che, in campo, è stato combattuto ma corretto. Il presidente della deputazione della cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione, ha donato una statuetta del simulacro argenteo e i gagliardetti personalizzati ai due presidenti, Antonello Liuzzo e Salvo Montagno. I massimi dirigenti delle due squadre hanno ricambiato consegnando la maglia delle rispettive compagini alla deputazione, rappresentata anche da don Helenio Schettini (che ha benedetto il momento, recitando la preghiera del Padre Nostro), Elena Artale, Salvatore Sparatore e Sebastiano Racioppo. “E’ stato emozionante, commovente – dice il massimo dirigente azzurro – Abbiamo voluto che questa partita tra le due squadre della città fosse una festa nel segno di Santa Lucia. Noi abbiamo dato l’input, il Real ha raccolto l’idea e per questo motivo ringrazio la società biancorossa, che era quella ospitante e ha dato subito la sua disponibilità per realizzare questa iniziativa. Grazie anche al presidente Piccione e ai rappresentanti della deputazione per la loro presenza”.




Pallanuoto, Serie A1: troppo Brescia per l’Ortigia, i campioni d’Italia passano a Siracusa

Pesante sconfitta per l’Ortigia, superata in casa da un Brescia spietato 14-5. Troppo forti i campioni d’Italia per i biancoverdi, che hanno sofferto molto la difesa degli uomini di Bovo (completata dalle ottime parate di Tesanovic) e le micidiali ripartenze in velocità. L’Ortigia non era partita male, difendendo abbastanza bene, grazie anche agli interventi decisivi di Tempesti (il migliore dei suoi oggi), che ha anche parato un 5 metri a Di Somma. I biancoverdi però non pungono in avanti, giocando con troppa timidezza e subendo così le rapide transizioni del Brescia che, con Di Somma, Bicari e Gitto, si porta sul 3-0. Nel secondo parziale il copione non cambia e sono ancora i campioni d’Italia a fermare i tentativi d’attacco dell’Ortigia e poi a colpire con l’ex Vapenski (dalla distanza) e Alesiani (in superiorità). Ciccio Cassia, con l’uomo in più, prova a scuotere i suoi, ma, poco meno di due minuti dopo, Renzuto Iodice sigla l’1-6 di metà gara. Nel terzo tempo c’è più equilibrio e, dopo il botta e risposta Lazic-Gallo, i lombardi vanno sul 9-2 con Gitto e Vapenski; quindi il rientrante Mirarchi accorcia ancora a 51 secondi dallo scadere. L’ultimo quarto è tutto per il Brescia, che ne segna cinque di fila (Luongo, Alesiani, Presciutti e due volte Gitto), mentre l’Ortigia riduce il divario solo nel finale con Klikovac e ancora con Mirarchi. Finisce 14-5, con il Brescia che raggiunge momentaneamente il Recco al primo posto, scavalcando proprio l’Ortigia.
A fine gara, parla il numero 1 dell’Ortigia, Stefano Tempesti: “Abbiamo sofferto il loro pressing, la loro capacità di ripartire sempre in contropiede. Però, a prescindere dalla bravura degli avversari che, non dimentichiamolo, sono campioni d’Italia in carica e puntano a vincere scudetto e Champions, la squadra oggi ha perso un treno importantissimo per quella che è la sua crescita. Queste sono partite importanti che ti danno la possibilità di migliorare, provare tanti schemi contro i giocatori più forti del mondo. Sono treni che non passano spesso. La nostra colpa maggiore è non aver espresso il nostro gioco, non aver fatto una partita di altissimo profilo. Ci sta di perdere contro il Brescia, ma non ci sta di affrontare una partita in questo modo, perché sono occasioni di crescita che poi ti vengono a mancare nell’arco della stagione”.
A fine gara ha parlato anche mister Stefano Piccardo: “Nel corso della partita, quando eravamo stanchi, abbiamo commesso errori che si potevano evitare per giocare una partita conservativa contro di loro. Contro un Brescia con questa qualità, con due centri come Bicari e Lazic, con Tesanovic che oggi ha parato benissimo, con la bravura nel difendere con l’uomo in meno, non era facile. Per me non è un passo indietro, ma una presa di coscienza di quello che è il nostro livello e di quello che invece è il top level. Non c’è alcuna crisi, né è il caso di fare tragedie, semplicemente abbiamo perso contro una squadra più forte di noi. I valori tecnici sono sempre quelli che fanno la differenza nel gioco e noi dobbiamo lavorare per migliorare”.