Nuovo ospedale, richieste dai Comuni in provincia ma Italia: "indietro non si torna"

Chi lo vuole vicino all’autostrada, chi a Città Giardino. Sul nuovo ospedale di Siracusa si sono accese le fantasie – e le richieste – anche dei Comuni della provincia. Improvvisamente, quando l’iter sembrava ormai ben avviato verso la progettazione della fondamentale struttura sanitaria alla Pizzuta – area scelta dal Consiglio comunale – si mettono di traverso alcuni Comuni della provincia. Legittima la loro battaglia in difesa degli interessi delle loro comunità ma forse tardiva e rivolta verso un obiettivo forse errato. Non è l’allocazione dell’ospedale di Siracusa che farà la differenza per la sanità siracusana quanto invece una maggiore presenza di servizi sanitari che possono ottenersi solo attraverso un pressing politico su Palermo, sponda assessorato alla Salute.
Settimana prossima si riunirà intanto la Conferenza dei Sindaci. La preoccupazione di molti è che si possa perdere ulteriore tempo in una storia iniziata nel lontano 1984. “Ascolteremo, ma indietro non si torna”, sintetizza il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Ma i sindaci della provincia – i più battaglieri quelli della zona montana – annunciano battaglia: l’approvazione di atti di indirizzo nei rispettivi Consigli comunali per chiedere alla Regione ed al Ministero della Salute di intervenire.




Un cartellone, gli spettacoli e una forte idea di gestione: ecco il Teatro Comunale

Dopo l’agibilità definitiva concessa dalla commissione pubblici spettacoli, si apre una nuova pagina per il teatro comunale di Siracusa. Che può adesso svolgere la sua funzione di contenitore e produttore di cultura e spettacolo in pianta stabile.
In attesa di dirimere l’aspetto relativo all’ente di gestione – pubblico, privato o misto? – ma certi del prezioso contributo della Fondazione Inda, c’è un primo cartellone di spettacoli, per il momento a guida comunale. Ad annunciarlo sono stati il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e l’assessore alla cultura, Fabio Granata, che non hanno dimenticato di ricordare i tanti passaggi di un difficile restauro e le tante personalità che si sono spese per arrivare al risultato odierno.
Già a dicembre i primi appuntamenti, con una rassegna dal titolo “La Luce e il Teatro”. Spiccano “L’abisso”, di e con Davide Enia (3 dicembre) e il Filippo Mancuso e don Lollò di Camilleri con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina (21 e 22 dicembre). Dal 4 gennaio scatta il vero cartellone comunale, che guarda fino ad aprile. Sul palco Sebastiano Lo Monaco con Iliade (4-5 gennaio), papabile direttore artistico del teatro comunale. Interessanti i titoli: Faust prodotto dal Teatro Biondo (23, 24 gennaio), Giovanna d’Arco con Gaia Aprea (26, 27 gennaio), Sui gradini del cielo con Galatea Ranzi (8, 9 marzo) e Le Gesta dell’Orlando Furioso con Salvo Piparo (29, 30 marzo).
Con una autorizzazione permanente, 12 mesi su 12, all’uso della struttura destinata ad ospitare 409 spettatori, si aprono nuove prospettive per il teatro comunale chiuso dal 1956. La prima sfida è rappresentata dalla sua gestione. Una risorsa subito pronta il Comune l’ha in casa: la Fondazione Inda che dispone di know how e di una accademia che potrebbe diventare in futuro base di una compagnia stabile. “E’ il grande sogno”, spiega il soprintendente Calbi. Ma ci sono difficoltà di carattere tecnico da affrontare e definire prima di una scelta definitiva. Che non tarderà ad arrivare. A gennaio scade infati la proroga per le visite ai siti comunali, tra cui il teatro, concessa alla Erga a cui vanno riconosciuti sforzi non comuni per la struttura.




Siracusa. Annunciazione, Sgarbi: "Prestito come opportunità"

“Da imbecilli porre il problema del prestito dell’Antonello da Messina in termini di condizioni di salute del dipinto e di rischi legati al trasporto”. Vittorio Sgarbi non usa mezzi termini commentando la polemica scaturita dall’intenzione, espressa dall’assessore regionale ai Beni Culturali, Tusa, di trasferire l’Annunciazione a Palermo per una mostra in programma a palazzo Abatellis. La levata di scudi di una parte del territorio, secondo il critico d’arte ed esponente politico, non avrebbe senso se posta in questi termini. “Piuttosto ha senso parlandone in termini di opportunità- osserva Sgarbi- Il prestito a Palermo è un controsenso, perchè la Sicilia ha Antonello e Caravaggio in posizioni strategiche”. Il riferimento è a Siracusa, ma anche a Messina e Cefalù. “La questione si  misura con la disponibilità di altri musei che, dall’estero,  prestano i loro quadri. Che lo facciano quelli stranieri e non quelli a due passi diventa grottesco”. Tornando alle condizioni di salute, Sgarbi ribadisce che si tratta di analisi “da imbecilli. Il dipinto -ricorda- è stato restaurato tre volte. E’ sciupato per le condizioni precedenti. Ma una volta restaurato, si può trasportare senza danno , utilizzando la tecnologia di cui disponiamo, ormai all’avanguardia. Il rischio di danno può riguardare l’imponderabile,come in qualsiasi altro caso. La scelta è politica”. Sul Palladini in cambio, Sgarbi è scettico: “Fantastico pittore, ma di cui non importa nulla a nessuno”. Infine la conclusione del critico d’arte. “Antonello da Messina, è piu’ opportuno che sia a Siracusa? Si! Ma è opportuno anche che venga prestato. A mio avviso, o non si organizza la mostra, o Siracusa, Cefalù e Messina possono fare un minimo di sacrificio con il loro Antonello”.




Siracusa. Il porticato di Santa Lucia preoccupa: nuove lesioni e rischio crollo

Occhi puntati sul porticato della chiesa di Santa Lucia fuori le mura. La struttura settecentesca della Borgata, crollata nel 1970 e ricostruita in 4 anni, torna a mostrare evidenti segnali di sofferenza. Lesioni sempre più ampie sulle colonne della delicata struttura e torna la paura che possa ripetersi un nuovo cedimento strutturale. Contattato il Fondo Edifici di Culto per un intervento urgente. Intanto, all’esterno, il porticato è stato recintato per ragioni di sicurezza. Tra pochi giorni, migliaia di siracusani raggiungeranno la chiesa della Borgata che accoglierà la statua della patrona Lucia. E il ritorno dei fuochi d’artificio solleva ulteriori preoccupazioni: le vibrazioni colpo finale per la delicata struttura?




"Nero come il petrolio", passa per Augusta l'inchiesta di Report

“Nero come il Petrolio” è l’inchiesta della trasmissione Report che ha puntato le sue attenzioni sul contrabbando di petrolio lungo la rotta Libia-Malta-Italia. Giorgio Mottola firma un’interessa approfondimento di denuncia. Ricostruisce come il petrolio di contrabbando dalla Libia, attraverso Malta, raggiunga la Sicilia, precisamente Augusta. Qui sarebbe lavorato e venduto spesso a prezzi più bassi rispetto alla media. Un “dumping” che mette in crisi i distributori che si approvvigionano da canali regolari, che – di conseguenza – o si adeguano comprando anche loro dal canale illegale, o chiudono. L’inchiesta giudiziaria è ancora in corso.
Nel corso della puntata, mostrate anche le intercettazioni ambientali della Guardia di Finanza che diversi personaggi coinvolti in recenti operazioni (Dirty Oil, ndr) pranzare in un ristorante di Brucoli, la frazione di Augusta. C’è poi anche la storia misteriosa di un traghetto adesso in secca ma per alcuni anni sotto sequestro al porco commerciale megarese. Per rivedere la puntata clicca qui.




Borderless, l'agente marittimo di Augusta intercettato: "i rifiuti non sono barzelletta"

“Il rifiuto non è una barzelletta, il rifiuto è una cosa seria, che ci vuole un’origine, si deve classificare, c’è l’Europa, l’Italia e tutto un sistema di codici, e se uno parla di una cosa e parla dell’altro qua si finisce in galera”. L’agente marittimo di Augusta, tra i 24 indagati dell’inchiesta Bordless della Procura di Catania, non sapeva di essere intercettato. E con un fornitore di Vos Prudence parlava liberamente, fornendo preziosi indizi agli investigatori impegnati a far luce sul sistema di smaltimento dei rifiuti dei migranti arrivati a bordo delle navi delle ong.
Secondo le indagini, nel periodo dal primo gennaio del 2017 al 10 maggio del 2018 Vos Prudence avrebbe smaltito illecitamente circa 4.500 chili di rifiuti solidi, con un risparmio indebito di più di 50mila euro a fronte di una spesa sostenuta di 14mila euro. Per l’Aquarius l’ipotesi è di aver conferito circa 19.500 chili di rifiuti solidi con un risparmio di oltre 410mila euro a fronte di una spesa sostenuta di 61mila euro.
Una parte del sistema viene illustrata nella intercettazione, con tanto di consigli a proposito dello smaltimento dei vestiti indossati dai migranti. “Voi state creando soltanto cose che già avete l’opportunità di scendere in maniera tranquilla, andando a fare queste informazioni voi rischiate che la spazzatura ve la portate a casa voi. […] Altri porti ti chiedono 3.000 o 5.000 euro o te la lasciano a bordo, perché non vogliono avere a che fare con quel tipo di rifiuti, il rifiuto non è una barzelletta, il rifiuto è una cosa seria, che ci vuole un’origine, si deve classificare, c’è l’Europa, l’Italia e tutto un sistema di codici, e se uno parla di una cosa e parla dell’altro qua si finisce in galera […] Sono già cose da tre anni che facciamo ad Augusta, il discorso dei vestiti, perché dal Burbon (nave Bourbon Argos, ndr) fino adesso abbiamo fatto diverse altre volte, noi la classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchina”.




Smaltimento di rifiuti pericolosi degli sbarchi, Augusta nell'indagine Aquarius

Anche le “soste” in porto ad Augusta nell’indagine della Procura di Catania che ha portato al sequestro della nave della ong Aquarius. E’ finita al centro di una maxi inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti pericolosi degli sbarchi. Da qui la formulazione dell’accusa: traffico illecito di rifiuti. Sequestrati anche 460 mila euro, corrispondenti “al profitto accertato – scrivono gli inquirenti – rispetto ai delitti contestati ‘attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti’, nei confronti sia degli agenti marittimi Francesco Gianino e Giovanni Ivan Romeo, sia delle Ong Medici senza frontiere – Operational Centre Belgium – Missione Italia, Medici senza frontiere – Operational Centre Amsterdam”. Gianino (indagato) è titolare dell’impresa individuale Mediterranean Shipping Agency con sede ad Augusta, intermediario dei rapporti commerciali tra l’ong Medici Senza Frontiere e le imprese imprese incaricate del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di bordo operanti in vari porti d’Italia.
Notificati dalla Guardia di Finanza, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile della Questura di Catania, 24 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle somme di denaro è stato convalidato dal Gip di Catania, che ha anche disposto il sequestro preventivo della nave Ong “Aquarius” attualmente ormeggiata a Marsiglia in Francia.

“I soggetti coinvolti – scrivono i magistrati – a vario titolo, risultano aver sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto delittuoso di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo delle navi Ong Vos Prudence (da marzo 2017 a luglio 2017) e Aquarius (dal gennaio 2017 al maggio 2018) e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco di migranti nei porti di Catania, Augusta, Pozzallo, Trapani, Messina, Palermo nonché in altri porti italiani”.
Le indagini avrebbero permesso di scoprire come le Ong concordassero “con gli agenti marittimi di smaltire sistematicamente rifiuti speciali sanitari pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivati dall’attività di soccorso dei migranti a bordo della nave Aquarius, classificandoli fraudolentemente come rifiuti speciali e conferendoli in modo indifferenziato insieme ai rifiuti solidi urbani”.
In una intercettazione agli atti dell’inchiesta Bordless, Francesco Gianino spiega che i vestiti dei migranti “noi li classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchine”. Parla di “equilibri talmente sottili ormai consolidati in 2-3 anni” e si “va a certificare” l’urina di “gente che possono avere malattie infettive”. Ecco perché, spiega al suo interlocutore, bisogna comportarsi “come una zanzara in una cristalliera, non come un elefante dentro la cristalliera…si spezza il coso poi non posso aiutarti”.
L’accusa, nei confronti delle Ong, è di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti” commesso a loro vantaggio dai diversi soggetti di varie nazionalità. “Gli indagati – sostiene la Procura di Catania – qualificavano, conferivano e smaltivano fraudolentemente, in modo indifferenziato, i rifiuti derivati dall’attività di salvataggio in mare (gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati agli stessi, nonché, i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica) eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva (in ragione della quale gli stessi andavano classificati come pericolosi, sanitari e non, ad alto rischio infettivo)”.
Dalle indagini sarebbe emersa la consapevolezza da parte degli indagati della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti, “in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio, come emergeva tra l’altro anche dai Sar Report Rescues in relazione alle condizioni sanitarie dei migranti assistiti a bordo dell’Aquarius (ove si segnalano frequenti casi di scabbia, HIV, infezioni del tratto respiratorio quali tubercolosi, meningite)”.




Siracusa. Un laboratorio per la produzione di armi clandestine in casa

In casa aveva messo su un attivo laboratorio di produzione e vendita di armi clandestine. Nella sua villetta di Fontane Bianche i carabinieri hanno trovato una pistola “new police”, calibro 8 mm. e priva di matricola, originariamente a salve, trasformata in arma comune da sparo a seguito sostituzione canna, con caricatore contenente 2 cartucce calibro 7,65; una pistola “bruni” new 380, calibro 380 e priva di matricola, originariamente a salve, in via di trasformazione mediante sostituzione canna; 60 cartucce per pistola di vario calibro; 75 cartucce a salve; un involucro in plastica contenente polvere da sparo; 1200 ogive di varia tipologia e calibro, 205 bossoli di vario calibro, privi di ogiva e capsule di innesco; 79 capsule di innesco cariche, per cartucce di diverso calibro; una canna per pistola calibro 8; due cilindri in metallo verosimilmente parti di un silenziatore per pistola calibro 9 in via di realizzazione; 2 tamburi per rivoltelle calibro 38; vari componenti ed accessori per armi (molle, aste, percussori, cani, scovolini, lubrificanti, fondine per porto occulto) e 2 trapani a colonna ad alta precisione.

Il 40enne Antonello Fiaccola è stato posto allora in stato di fermo dopo una breve latitanza. Si è presentato al comando di viale Tica accompagnato dal suo avvocato. Si trova in carcere a Cavadonna, dopo la convalida del fermo. Per gli investigatori, si sarebbe specializzato nella realizzazione di armi comuni da sparo clandestine, prodotte modificando la canna ed i congegni di sparo di pistole scacciacani di libera vendita.
Le indagini dei carabinieri, ancora in corso, punteranno ora a ricostruire la rete di acquirenti delle armi clandestine perfettamente funzionanti ed i fiancheggiatori che in qualsiasi modo abbiano concorso nella loro produzione e traffico.




Siracusa. Il prestito dell'Annunciazione si farà: "resistenze da retroguardia"

L’Annunciazione di Antonello da Messina andrà a Palermo per la mostra dedicata al maestro del 1400. Nonostante la annunciate barricate e le resistenze di Siracusa, l’assessore regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, è chiaro. “Sono veramente imbarazzato, perchè questo tipo di atteggiamento non fa onore ai siciliani. Le mostre si fanno in tutto il mondo e sono eventi ormai codificati che danno un valore enorme alla cultura ed a chi presta e riceve”, l’incipit di Tusa. “E’ una battaglia di retroguardia questa scoppiata a Siracusa. Questo atteggiamento mi imbarazza. Persino la National Gallery farà uscire il San Girolamo di Antonello…”, spiega intervenendo al telefono in diretta su Fm Italia.
Quanto alle condizioni del dipinto e la sua inamovibilità, l’assessore regionale chiarisce. “Intanto il quadro non va via per sempre. E poi oggi ci sono tecnologie di trasporto eccezionali”. Per farla breve, “rischi e pericoli non ce ne sono. Chi conduce questa battaglia ha poca memoria. Il quadro è già uscito due volte e per eventi di bassissimo profilo. Spostarlo a San Cataldo, ad esempio, non è stato un evento di grande spessore. Inserirlo in una mostra a Palermo, capitale della cultura, insieme a opere che arrivano dagli Uffizi e dalla National Gallery è una operazione culturale unica”, argomenta Tusa. Il Bellomo, che custodisce l’opera, riceverà in cambio per compensazione tre quadri di Filippo Palladini: Caino e Abele, Santa Caterina e San Girolamo. “E questo permetterà al Bellomo di offrire una novità che, se ben organizzata e comunicata, porterà nuovi benefici anche al museo”, suggerisce il massimo responsabile regionale dei Beni Culturali. Resta, però, ancora un mistero la data di apertura della mostra palermitana, annunciata per il 26 ottobre ma poi rimandata. “Mi auguro la mostra si faccia al più presto, domani incontrerò gli organizzatori per dirimere ultime difficoltà”.




Mafia e scommesse: "Gaming Off-Line", ancora arresti e sequestri

Dopo RevolutionBet, la Direzione Distrettuale Antimafia assesta un altro colpo alla galassia illegale e criminale delle scommesse on line che anche questa volta tocca in pieno Siracusa. L’operazione è stata ribattezzata “Gaming Off Line” ed ha permesso di sgominare un’intera banda collegata al sodalizio criminale Cappello – Bonaccorsi di Cosa Nostra.
Sono 29 le persone arrestate, che si aggiungono alle 7 dello scorso 12 novembre. Lunga la lista di accuse: associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, accesso abusivo di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato, riciclaggio, intestazione fittizia di beni.

Ecco l’elenco degli arrestati:

Giovanni Orazio Castiglia, 34 anni, già detenuto, custodia cautelare in carcere
Santo D’Agata, 45 anni, arresti domiciliari
Andrea Di Bella, 27 anni, arresti domiciliari
Francesco Nania, 42 anni, arresti domiciliari
Antonino Russo, 38 anni, arresti domiciliari
Salvatore Truglio, 35 anni, arresti domiciliari
Salvatore Bosco, 33 anni, pregiudicato già detenuto, custodia cautelare in carcere
Salvatore Massimiliano Salvo “Massimo ‘u carruzzeri”, 36 anni, detenuto in regime 41 bis, custodia cautelare in carcere
Santo Blanco, 54 anni, arresti domiciliari
Francesco Bucceri, 40 anni, arresti domiciliari
Domenico Caniglia, 47 anni, arresti domiciliari
Orazio Castiglia, 55 anni, arresti domiciliari
Angelo Cavaleri, 74 anni, arresti domiciliari
Ivano Cavaleri, 41 anni, arresti domiciliari
Christian Conte, 25 anni, arresti domiciliari
William Crali, 29 anni, arresti domiciliari
Federico Di Cio, 41 anni, arresti domiciliari
Tiziano Di Mauro, 38 anni, arresti domiciliari
Giuseppe Greco, 58 anni, arresti domiciliari
Lorenzo Greco, 29 anni, arresti domiciliari
Antonino Guasta, 45 anni, arresti domiciliari
Massimo Iannelli, 53 anni, arresti domiciliari
Alessandro Rosario Lizzoli, 46 anni, arresti domiciliari
Giovanni Minutola, 32 anni, arresti domiciliari
Cristian Nania, 29 anni, arresti domiciliari
Andrea Sterzi, 43 anni, arresti domiciliari
Giorgio Tela, 39 anni, arresti domiciliari

Le indagini – una lunghissima serie – sono scattate ad aprile 2016 e sono andate avanti fino a marzo 2017. Il leader del clan, Salvatore Massimiliano Salvo, aveva mostrato un forte interesse verso il mondo del gaming online, ritenuto vantaggioso sistema per ripulire denaro sporco.
Il punto di partenza è l’acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di centri scommesse sotto il nome di PlanetWin365 , con la commercializzazione di software da installare nelle sale di terzi esercitando l’abuso di scommesse sotto il dominio .com (illegale nel territorio italiano). Questi esercizi commerciali erano sotto il controllo dell’imprenditore siracusano Fabio Lanzafame che avrebbe dovuto tenere occulto il sistema grazie alle sue conoscenze tecniche. Lanzafame, da gennaio di quest’anno, ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria. Da precisare che si tratta della vecchia proprietà del brand “planetwin365”, ovvero quella che ha operato fino al 2017, e non della nuova, risultata completamente esterna ai fatti.
Sul versante catanese, gli interessi venivano curati da Giovanni Orazio Castiglia, accusato di concorso esterno, mentre a Siracusa tutto era sotto la “tutela” degli imprenditori Salvatore Bosco e Antonino Iacono. Le associazioni a delinquere, comunque, erano distinte e separate. Attive anche sul fronte del riciclaggio e dell’intestazione fittizia di beni attraverso società operanti all’estero, in Albania, Romania, Malta e Inghilterra.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha convalidato il sequestro in via d’urgenza di 20 agenzie di scommesse/internet point nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa. Il volume di affari è stato stimato intorno a un milione di euro mensili, mentre per gli incassi si stima il doppio.
Il gip del Tribunale di Siracusa, nelle ore scorse, aveva intanto convalidato il fermo dei quattro siracusani coinvolti nella precedente operazione, RevolutionBet. Si tratta del pachinese Nino Iacono, Giovanni Conte, Salvatore Baretta e Gaetano Liottasio. Davanti al giudice, solo Liottasio ha fatto scena muta. Gli altri hanno provato a chiarire la loro posizione, proclamandosi estranei alle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al gioco illecito on line, al riciclaggio e all’autoriciclaggio con l’aggravante della mafia per avere agevolato il clan mafioso Cappello e la cosca mafiosa Santapola-Ercolano.