Dopo RevolutionBet, la Direzione Distrettuale Antimafia assesta un altro colpo alla galassia illegale e criminale delle scommesse on line che anche questa volta tocca in pieno Siracusa. L’operazione è stata ribattezzata “Gaming Off Line” ed ha permesso di sgominare un’intera banda collegata al sodalizio criminale Cappello – Bonaccorsi di Cosa Nostra.
Sono 29 le persone arrestate, che si aggiungono alle 7 dello scorso 12 novembre. Lunga la lista di accuse: associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, accesso abusivo di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato, riciclaggio, intestazione fittizia di beni.
Ecco l’elenco degli arrestati:
Giovanni Orazio Castiglia, 34 anni, già detenuto, custodia cautelare in carcere
Santo D’Agata, 45 anni, arresti domiciliari
Andrea Di Bella, 27 anni, arresti domiciliari
Francesco Nania, 42 anni, arresti domiciliari
Antonino Russo, 38 anni, arresti domiciliari
Salvatore Truglio, 35 anni, arresti domiciliari
Salvatore Bosco, 33 anni, pregiudicato già detenuto, custodia cautelare in carcere
Salvatore Massimiliano Salvo “Massimo ‘u carruzzeri”, 36 anni, detenuto in regime 41 bis, custodia cautelare in carcere
Santo Blanco, 54 anni, arresti domiciliari
Francesco Bucceri, 40 anni, arresti domiciliari
Domenico Caniglia, 47 anni, arresti domiciliari
Orazio Castiglia, 55 anni, arresti domiciliari
Angelo Cavaleri, 74 anni, arresti domiciliari
Ivano Cavaleri, 41 anni, arresti domiciliari
Christian Conte, 25 anni, arresti domiciliari
William Crali, 29 anni, arresti domiciliari
Federico Di Cio, 41 anni, arresti domiciliari
Tiziano Di Mauro, 38 anni, arresti domiciliari
Giuseppe Greco, 58 anni, arresti domiciliari
Lorenzo Greco, 29 anni, arresti domiciliari
Antonino Guasta, 45 anni, arresti domiciliari
Massimo Iannelli, 53 anni, arresti domiciliari
Alessandro Rosario Lizzoli, 46 anni, arresti domiciliari
Giovanni Minutola, 32 anni, arresti domiciliari
Cristian Nania, 29 anni, arresti domiciliari
Andrea Sterzi, 43 anni, arresti domiciliari
Giorgio Tela, 39 anni, arresti domiciliari
Le indagini – una lunghissima serie – sono scattate ad aprile 2016 e sono andate avanti fino a marzo 2017. Il leader del clan, Salvatore Massimiliano Salvo, aveva mostrato un forte interesse verso il mondo del gaming online, ritenuto vantaggioso sistema per ripulire denaro sporco.
Il punto di partenza è l’acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di centri scommesse sotto il nome di PlanetWin365 , con la commercializzazione di software da installare nelle sale di terzi esercitando l’abuso di scommesse sotto il dominio .com (illegale nel territorio italiano). Questi esercizi commerciali erano sotto il controllo dell’imprenditore siracusano Fabio Lanzafame che avrebbe dovuto tenere occulto il sistema grazie alle sue conoscenze tecniche. Lanzafame, da gennaio di quest’anno, ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria. Da precisare che si tratta della vecchia proprietà del brand “planetwin365”, ovvero quella che ha operato fino al 2017, e non della nuova, risultata completamente esterna ai fatti.
Sul versante catanese, gli interessi venivano curati da Giovanni Orazio Castiglia, accusato di concorso esterno, mentre a Siracusa tutto era sotto la “tutela” degli imprenditori Salvatore Bosco e Antonino Iacono. Le associazioni a delinquere, comunque, erano distinte e separate. Attive anche sul fronte del riciclaggio e dell’intestazione fittizia di beni attraverso società operanti all’estero, in Albania, Romania, Malta e Inghilterra.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha convalidato il sequestro in via d’urgenza di 20 agenzie di scommesse/internet point nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa. Il volume di affari è stato stimato intorno a un milione di euro mensili, mentre per gli incassi si stima il doppio.
Il gip del Tribunale di Siracusa, nelle ore scorse, aveva intanto convalidato il fermo dei quattro siracusani coinvolti nella precedente operazione, RevolutionBet. Si tratta del pachinese Nino Iacono, Giovanni Conte, Salvatore Baretta e Gaetano Liottasio. Davanti al giudice, solo Liottasio ha fatto scena muta. Gli altri hanno provato a chiarire la loro posizione, proclamandosi estranei alle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al gioco illecito on line, al riciclaggio e all’autoriciclaggio con l’aggravante della mafia per avere agevolato il clan mafioso Cappello e la cosca mafiosa Santapola-Ercolano.