Fiera del Sud: i 2,8 mln di euro che il Comune ora conta di riavere

Il sequestro del centro commerciale Fiera del Sud dimostra l’esistenza di debiti della galassia di società del Gruppo Frontino verso diversi soggetti. E tra questi anche il Comune di Siracusa, che conta di rientrare in possesso di quei 2,8 milioni di euro pagati come anticipo di quel risarcimento milionario che è poi stato corretto e riscritto dallo stesso Cga. Esiste anche un decreto ingiuntivo del Tribunale di Siracusa dello scorso mese di giugno. La possibilità che l’ente pubblico possa riavere indietro quella somma è adesso “concreta”. Lo dice il commercialista Francesco Licini che ha affiancato Legambiente nella lunga vicenda processuale sul già citato risarcimento. “Il sequestro dei beni lo avevamo chiesto in tutti i modi possibili”, racconta al telefono su Fm Italia ed Fm Italia Tv. “I magistrati sono riusciti a risalire adesso ai vertici piramidali di quelle società fino ad arrivare ad un trust in Svizzera. Si potrebbe ipotizzare che anche i soldi versati dal Comune siano transitati da quelle parti. Di certo non sono serviti per pagare creditori e dipendenti visto che la Guardia di Finanza dice che molti attendono ancora i pagamenti del dovuto”.
Ma il Comune di Siracusa non mira solo a rientrare in possesso di quella somma. Poco tempo fà, infatti, l’ente si è costituito parte civile a Messina nell’inchiesta sul cosiddetto Sistema Siracusa. E pronta è la richiesta risarcitoria per i danni di immagine e materiali subiti dalla città, finita a più riprese sui media nazionali in maniera poco edificante per vicende che le indagini delle Procure di Messina, Roma e Siracusa stanno in gran parte riscrivendo.
Di seguito l’intervista con Francesco Licini da Doppio Espresso, Fm Italia.




"Araba Fenice". Le mani della mafia su Pachino, arrestato il boss Giuliano e altre 18 persone. Anche un poliziotto

Tra i 19 arrestati nell’operazione Araba Fenice spicca il nome di Salvatore Giuliano, ritenuto esponente di spicco dalla mafia pachinese e recentemente finito in altre vicende di cronaca per le minacce di morte al giornalista Paolo Borrometi che ne aveva denunciato attività ed interessi poco chiari. Con lui arrestato stamani anche il figlio Gabriele, 33 anni. Ma coinvolto nel blitz c’è anche Lorenzo Agatino Nunzio Scalisi, assistente capo della Polizia di di Pachino.
Nell’elenco ci sono anche Rosario Agosta (45 anni); Claudio, Giovanni e Giuseppe Aprile; Antonio e Sergio Arangio; Salvatore Bosco, Massimo Caccamo detto “u rossu”, Antonino Cannarella, Salvatore Cannavò detto “Giovanni Cicala”, “u barberi” Giuseppe Crispino, Giuseppe Di Salvo, Vincenzo Gugliotta, Massimiliano Salvatore Salvo, “u marcuottu” Giuseppe Vizzini e Simone Vizzini.
Le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Siracusa, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania, hanno documentato che da maggio 2015 sino al 2017 tra Pachino e Portopalo era operativa una associazione mafiosa denominata clan Giuliano, capeggiata dal boss Salvatore, che a forza di intimidazioni sarebbe stato in grado di condizionare le attività economiche della zona, traendone indebiti vantaggi. Il catalogo di attività illecite spazia dalle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti, alla commissione di furti ad abitazioni ed aziende agricole.
L’indagine si è incentrata sulla figura di Salvatore Giuliano e sugli uomini di sua stretta fiducia: Giuseppe Vizzini e i fratelli Giuseppe, Giovanni e Claudio Aprile (tutti gravemente indiziati del reato di associazione di tipo mafioso per la loro appartenenza al clan) e sulla progressiva ascesa del gruppo a vero e proprio sodalizio mafioso in grado di acquisire il monopolio nella produzione e nello smistamento dei prodotti ortofrutticoli coltivati nelle numerose serre presenti in quei territori. Salvatore Giuliano è, infatti, considerato l’indiscusso boss della zona, cui tutti devono rivolgersi per poter svolgere le proprie attività nei territori sotto il suo controllo.
Grazie ai legami vantati con il clan Cappello e al patto di non belligeranza siglato con la consorteria rivale dei Trigila, Giuliano si era quindi assicurato lo spazio operativo per dominare incontrastato nei territori di Pachino.
In questo quadro, nel gennaio 2016, a Pachino viene danneggiamento con incendio, aggravato dall’utilizzo del metodo mafioso, ai danni della Dusty s.r.l., azienda che aveva l’appalto del servizio di igiene urbana nel comune di Pachino.
La principale fonte di guadagno del gruppo era rappresentata dal condizionamento del ricco e fiorente mercato ortofrutticolo. Anche per ottenere questo risultato, il sodalizio mafioso aveva dato vita a un’attività imprenditoriale, “La Fenice s.r.l.” (finita oggi sotto sequestro, ndr), le cui quote sociali risultano formalmente ripartite al 50% tra Gabriele Giuliano, figlio di Salvatore, e Simone Vizzini, figlio di Giuseppe. Nel magazzino di Pachino si tenevano le riunioni e gli incontri con gli esponenti di altri clan.
Come emerso dalle numerose conversazioni registrate nel corso dell’indagine, la titolarità delle quote sociali a Gabriele Giuliano e Simone Vizzini era meramente apparente e finalizzata a lasciare in mano al vero dominus, Salvatore Giuliano, la gestione dell’attività di accaparramento del mercato ortofrutticolo.
Per tale ragione Salvatore Giuliano, il figlio e Simone Vizzini risultano gravemente indiziati di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal fine di agevolare l’associazione mafiosa. La “Fenice” non avrebbe operato secondo le regole del libero mercato, bensì ricorrendo a forme di pressione intimidatoria sugli operatori del settore. Fine ultimo di quella strategia era di costringere i produttori a versare il loro raccolto nei magazzini della “Fenice” in modo da ottenere il pagamento di una somma di denaro come corrispettivo dell’attività di mediazione per la successiva vendita della merce agli operatori della grande distribuzione. Allo stesso modo, anche i commercianti che intendevano acquistare i prodotti coltivati nelle serre di Pachino, per immetterli successivamente nel mercato finale, dovevano trattare con Giuliano e il suo gruppo.
Grazie a questo collaudato meccanismo, gli indagati avrebbero preteso il pagamento di una somma di denaro, la cosiddetta “provvigione”, calcolata in percentuale del raccolto prodotto e ceduto agli operatori della piccola e grande distribuzione, che costituiva il corrispettivo per la presunta attività di mediazione contrattuale svolta tra produttori e commercianti.
Un ruolo decisivo, in questa fase era svolto dai fratelli Giuseppe, Giovanni e Claudio Aprile, ritenuti dagli investigatori il braccio armato di Giuliano. A loro il boss sarebbe stato solito rivolgersi quando era necessario incutere timore e far sentire la pressione del clan agli operatori del settore. In alcuni episodi, che hanno visto come vittime i produttori ortofrutticoli di Noto e Rosolini, sarebbe emersa la concorrente partecipazione di Giuseppe Crispino, referente del “clan” facente capo ad Antonio Trigila.
Ma le attività illecite del sodalizio non si limitavano al condizionamento del mercato ortofrutticolo. La capacità di penetrazione era tale da colpire anche le altre principali attività economiche della zona. Anche il settore dei parcheggi a pagamento, situati a ridosso delle zone balneari, era sotto l’influenza del clan. E in tale settore un ruolo determinante era svolto proprio dai fratelli Aprile.
E’ stata, inoltre, contestata a Salvatore Giuliano e Claudio Aprile l’estorsione perpetrata ai danni del titolare di un lido balneare stagionale, costretto a versare al clan una somma di denaro in cambio di un presunto servizio di “guardianìa” svolto in suo favore.
Secondo quanto emerso nel corso dell’attività, inoltre, i fratelli Claudio, Giuseppe e Giovanni Aprile, avvalendosi della complicità di Rosario Agosta, Vincenzo Gugliotta, Giuseppe Di Salvo, Antonino Cannarella e Sergio Arangio si sarebbero occupati della commissione di furti di macchinari agricoli (trattori e mezzi per la lavorazione della terra) che venivano asportati alle aziende agricole nei territori di Noto, Rosolini e Palazzolo Acreide.
Riconosciuta dagli investigatori pure l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti composta da Salvatore Cannavò, Massimo Caccamo e Antonio Arangio che, grazie all’avallo ottenuto dal boss, facevano giungere a Pachino ingenti quantitativi di cocaina per immetterli sul mercato.
Infine, ancora Salvatore Giuliano e l’assistente capo della Polizia di Pachino Nunzio Agatino Lorenzo Scalisi sono gravemente indiziati del tentativo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, posto in essere in danno dei proprietari di un’abitazione condotta in locazione dallo stesso poliziotto. In particolare, il boss con tanto di minaccia, consistita nel presentarsi personalmente dietro richiesta e accordo con il poliziotto, aveva prospettato anche larvatamente pericoli per l’incolumità personale o ai beni delle persone offese, al fine di costringerli a non pretendere il corrispettivo di almeno tre canoni di locazione a loro dovuti dallo Scalisi.




Siracusa. Al Palalobello il replay della finale degli Europei jrs di pallavolo femminile: Italia-Russia

E’ un’amichevole e è il replay della finale degli scorsi campionati europei. Giovedì sera a Siracusa si ritrovano di fronte le nazionali femminili juniores di Italia e Russia. Quattro i precedenti in stagione, due vittorie per parte. Tra cui quella della Russia agli Europei ma con speranza di prossima rivincita per il sestetto azzurro che a Siracusa si incrocia nuovamente sotto rete con le avversarie “storiche”.
Il Palalobello si prepara per l’occasione. Il test-match avrà inizio alle 20.30, biglietto di ingresso a prezzo popolare: 5 euro. Attiva in Cittadella dello Sport la prevendita.




Siracusa. Cani arsi vivi, il Comune valuta la costituzione di parte civile. "Principio di dignità"

Il Comune di Siracusa è pronto a costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento che dovesse partire dopo la morte dei cani arsi vivi. Come denunciato da diversi attivisti animalisti, i cani sarebbero sottoposti a custodia giudiziaria dopo il sequestro e riaffidati alla stessa persona con una serie di obblighi a cui ottemperare. Ma gli sfortunati animali hanno trovato la porte nel corso di un incendio perchè legati con catene agli alberi.
“Il sindaco Italia è d’accordo con me, oggi deciderà la giunta al completo per la costituzione di parte civile. Questo è un messaggio chiaro di civiltà, perchè chi non rispetta gli animali non è capace di rispettare neanche le persone in difficoltà”, ci racconta nella nostra intervista l’assessore alla fauna urbana, Fabio Granata.




Siracusa. Ritorna Oss, il festival con la musica al centro: live performance, dj set e boat party

Riparte dalle 9.000 presenze dello scorso anno Oss, l’Ortigia Sound System. Dal 25 al 29 luglio musica protagonista in Ortigia: live performance, dj set, boat party e proiezioni per un appuntamento che si conferma di respiro internazionale. Salutato con favore dalla stampa di settore internazionale, punta a riconfermarsi vetrina estiva di grande richiamo.
Le novità di questa edizione, illustrate questa mattina in conferenza stampa, sono rappresentate dagli incontri tra i ritmi della tradizione mediterranea e le tendenze della musica elettronica. Di grande richiamo i nomi di James Holden & The Animal Spirits, Omar Souleyman, Kamaal Williams, Call Super, Bad Gyal ed Erlend Oye: piccola parte di una ricca line up che propone cinque giorni di appuntamenti, diurni e serali. C’è spazio anche per la musica giamaicana con Lee “Scratch” Perry, il rap di Jimothy Lacoste e il veterano della scena musicale siciliana Cesare Basile.
L’elenco completo degli appuntamenti, così come le info per i biglietti, sul sito ufficiale di Oss e sulle pagine social. Germano Centorbi è il direttore artistico del festival. La nostra intervista.




Siracusa Risorse e il suo nuovo anno orribile: le mosse del neo amministratore Circo per rivedere la luce

Siracusa Risorse riuscirà a superare anche questo 2018, anno secondo della sua drammatica crisi. E per “smarcarsi” dai destini (di sofferenza) della ex Provincia che è unica azionista e committente, si aprirà ad altri enti pubblici del siracusano offrendo e fornendo servizi. Nel frattempo, i suoi circa 90 dipendenti continuano a lavorare per il diserbo e la manutenzione della viabilità provinciale, anzitutto, nonostante stipendi visti come miraggio.
Siracusa Risorse vanta un credito non indifferente dalla ex Provincia ed attende la firma del nuovo contratto di servizio che dovrebbe arrivare a breve. Spiega tutto il nuovo amministratore della società partecipata, Maurizio Concetto Circo. E’ il terzo nominato alla guida di Siracusa Risorse in questo tormentato 2018.




Siracusa. Cineteatro Verga, Ostello Gioventù ma soprattutto Autodromo: la ex Provincia da segnali di vita, "ci riprendiamo le chiavi"

E’ uno degli anni più complicati nella storia della ex Provincia Regionale di Siracusa. E’ l’anno del dissesto e degli stipendi come miraggio. Ma alla narrazione di un ente quasi inutile, svogliato e privo di iniziative perchè senza soldi il commissario straordinario Carmela Floreno non ci sta.
Ha voluto allora raccontare i suoi sei mesi alla guida dell’ex Provincia rivendicando la bontà di diverse operazioni, come il risparmio ottenuto con la dismissioni di alcuni affitti o su imposte da versare come l’Imu. La Floreno ha ribadito con forza la funzionalità dell’ente che continua ad erogare servizi nonostante tutte le contrarietà. E con l’atteso via libera all’utilizzo di somme vincolate, le prospettive potrebbero ulteriormente migliorare.
A sorpresa, ha annunciato mosse decise su due evergreen: l’autodromo di Siracusa ed il teatro Verga. Sono costati milioni di euro sin qui,con nessun ritorno in termini di utilità o economia. Sull’autodromo, incombe il rischio di un contenzioso con la ditta che aveva aperto l’ultimo cantiere. “Non abbiamo neanche le chiavi della struttura…”, ammette la commissaria, ottimista circa la possibilità di compiere qualche passo avanti. Quanto al Verga, “cercheremo di completarlo e se non dovessimo reperire le risorse la struttura potrebbe essere data in gestione”, ha detto la Floreno. Novità anche per il frigomacello di Palazzolo (è in pubblicazione il bando di gara per cederlo in gestione) e per l’Ostello della Gioventù (“siamo in trattativa per darlo in locazione”).




Siracusa. Qualità dell'aria, il Comune punta deciso al monitoraggio: "non è un atto ostile verso la zona industriale"

E’ stato il primo atto ufficiale della giunta Italia, dedicato al problema dei miasmi provenienti dalla zona industriale e dovuti alle sostanze diffuse nell’aria. E punta anche al risanamento ambientale delle aree Sin di Siracusa e una loro riperimetrazione. Insomma, il tema è quello della qualità dell’aria. Il Comune di Siracusa non arretra e rilancia con la volontà di costituire un tavolo di osservazione permanente. Non un “atto ostile” verso le aziende che operano nella zona industriale siracusana, spiega il sindaco Francesco Italia. La nostra intervista.




Siracusa. Un nuovo mini piano del traffico per decongestionare Ortigia: ecco l'idea

Rivoluzionare l’ingresso in Ortigia agendo su via Malta e utilizzando le corsie preferenziali. A lanciare l’idea è il futuro consigliere comunale Carlo Gradenigo. Un piano di ingresso e uscita che consentirebbe, secondo le sue previsioni, di decongestionare il traffico veicolare e permettere ai bus navetta elettrici di velocizzare e rendere più frequenti le proprie corse, migliorando la qualità del servizio.




Siracusa. Il futuro del parco robinson di Bosco Minniti, parte il confronto: le idee arrivano dalla città

Una soluzione immediata o un progetto preciso per rilanciare il parco Robinson di Bosco Minniti ancora non ci sono. Ma è certo positivo che li si cerchino, coinvolgendo anche la città. L’amministrazione si confronta con i cittadini e le associazioni, le invita all’impegno ed alla proposta mettendo a disposizione l’area ed i servizi. L’obiettivo primo è far si che quel grande parco torni fruibile a tutti e non solo terra di vandali e peggiori istinti.
Se ne è discusso questa mattina all’Urban Center con il sindaco Francesco Italia a fare da padrone di casa, insieme ai suoi assessori. Spazio alle idee ed alle opinioni per costruire insieme un percorso comune di recupero. La decisione ultima spetterà alla giunta, ma intanto spuntano le prime idee: dal velodromo al palco sempre disponibile per la musica. In mezzo tanti altre proposte come il percorso archimedeo con la donazione di opere di Antonio Randazzo. Ma basilare è in primo luogo garantire sicurezza e decoro in un’area per troppo tempo lasciata alla mercè di tutti.