Festa di Santa Lucia, celebrazioni al via sabato 9 dicembre: tutti gli appuntamenti

Prenderanno il via ufficialmente sabato 9 dicembre i festeggiamenti in onore di Santa Lucia, la Patrona di Siracusa.
A dare inizio alle celebrazioni sarà la cerimonia della consegna delle chiavi della Cappella di Santa Lucia, alle 8:00, da parte dei deputati al maestro di cappello Alessandro Zanghì e con l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro.
Il presidente della deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione parla di “una festa che ha un cuore antico ma ha un’anima e un linguaggio contemporaneo”.
“La novità di quest’anno è la traslazione la domenica, per permettere la partecipazione di tante persone, soprattutto le famiglie.
Giorno 13 Santa Lucia torna nelle strade della città. Una settimana di intense preghiere, pellegrinaggi, veglie e poi l’Ottava, con la processione del rientro in Cattedrale e le tradizionali soste al Santuario e all’ospedale”.
Tra gli eventi collaterali “Sabato alle 19.30 nella chiesa di Santa Lucia alla Badia gli allievi dell’Adda, la scuola di Teatro dell’Inda, rappresenteranno il Codice Papadopulo, la storia del martirio su un testo tradotto dai ragazzi del liceo Gargallo. Il 14, sempre alla Badia, ci sarà il tradizionale concerto Note per Lucia giunto alla sedicesima edizione. Infine c’è l’omaggio dell’artista Nicola Samorì: giorno 14 alle 17.30 Nicola Samorì, verrà qui a Siracusa insieme a Demetrio Paparoni che ha curato questo omaggio, ed Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. Parleremo di quest’opera che è di una bellezza espressiva che lascia senza parole. Un’operazione in collaborazione con la Deputazione di San Gennaro, di pochi anni più antica di Santa Lucia”. Ci sarà un momento dedicato ai giovani di tutta la diocesi che è la Via Lucis, la sera di sabato 16 dicembre. Mercoledì 13 sarà l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, a presiedere il Pontificale alle ore 10.30 nella Chiesa Cattedrale.




VIDEO. La storia di Giorgia che combatte per suo papà Fabrizio, dal 2019 costretto a letto

Fabrizio è un disabile gravissimo, costretto a letto dal 2019 da una patologia neurodegenerativa che si chiama atassia cerebellare. Non può muoversi, ma le sue capacità cognitive non sono intaccate: non parla ma è perfettamente cosciente. Viene seguito amorevolmente dalla sua famiglia, nel confortevole ambiente che è casa, con il supporto di un infermiere specializzato anche in rianimazione che si occupa h24 del suo piano di assistenza domiciliare.
Ma nei giorni scorsi l’Azienda Sanitaria Provinciale – lamenta la famiglia di Fabrizio – ha cambiato la formula dell’assistenza, con ordini di servizio a rotazione per infermieri del Distretto di Noto. “Da lunedì 27 novembre – racconta Giorgia su FMITALIA – senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’Asp, abbiamo iniziato a ricevere a casa le visite di alcuni dei nuovi infermieri coinvolti in questo nuovo programma di assistenza. E questi stessi infermieri, sicuramente bravi professionisti, ci hanno però manifestato sin da subito le loro preoccupazioni perché ritengono di non avere la giusta esperienza professionale per assistere pazienti come mio padre. Peraltro, con poco tempo a disposizione per conoscerlo, non fanno a tempo ad imparare le sue esigenze e il suo modo buffo di comunicare attraverso lo sguardo che subito arriva la rotazione di un altro infermiere”.

Giorgia ha reso pubblica la storia con un elegante post sui social, con la formula della lettera aperta rivolta all’Asp di Siracusa, quasi come fosse una “vecchia” amica. Ed in effetti, la loro storia di “amicizia” inizia tre anni addietro, sul finire del 2020. “A seguito della pandemia – ricorda Giorgia – l’Asp sospende del tutto l’assistenza infermieristica. Assistiti dal nostro legale, abbiamo ottenuto un decreto con provvedimento d’urgenza con immediato ripristino dell’assistenza h24. E da quel momento l’Asp ha fornito regolarmente assistenza, con personale altamente qualificato in pratiche di rianimazione. E tutto è andato bene in questi 3 anni”.
Ma se tutto andava bene, perchè questo cambio improvviso? “Ecco, non lo sappiamo. E vorremmo saperlo. Dal 27 novembre si sono alternati a casa gli infermieri inviati dall’Asp. Mio padre però ha bisogno di un’assistenza che richiede particolari competenze. Abbiamo lottato anni fa contro la decisione dell’Asp di trasferirlo in struttura, per noi papà è una figura fondamentale. Vogliamo sia seguito a casa, perchè è la migliore delle cure”, spiega Giorgia. Poi rinnova il suo appello: “mi rimetto all’umanità dei dirigenti dell’Asp di Siracusa. Il sistema di rotazione va bene per la pubblica amministrazione, ma non per mio padre. Ha un suo piano di assistenza, così stiamo vedendo alterazioni a livello psico-fisico che ci preoccupano. Prima andava tutto bene. Mio papà combatte giornalmente con la malattia, se ci mettiamo anche la burocrazia…”.




La crescita del Sud, Granelli: “con la Zes ma regole da riscrivere”

È una fase di transizione, di economia e di sistema, in cui anche il mondo dell’artigianato e della piccola imprenditoria è chiamato a grandi sfide di innovazione. Nel Meridione, però, non è un mistero il malumore delle associazioni di categoria attorno alla Zes unica disegnata dal governo. Sparito il credito d’imposta per il Mezzogiorno, quelle risorse sono state destinate alla nuova Zes, appunto, ma in un territorio più ampio e con sbarramenti – come la soglia di 200mila euro d’investimento – che sembrano tagliare fuori l’ossatura delle aziende medio-piccole, che costituiscono però la rete imprenditoriale ed artigiana del sud.
Il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, ne ha parlato a Siracusa, durante l’assemblea provinciale dell’associazione di categoria. Anticipa che, da ultimo incontro con il governo, c’è apertura a riscrivere “insieme” le regole.

Tra i più strenui oppositori in Parlamento alla cancellazione del credito d’imposta per il Mezzogiorno e la nuova formulazione della Zes, c’è un deputato siracusano: Filippo Scerra (M5S)

Il mondo dell’artigianato siciliano ha chiesto anche l’intervento della Regione, per aprire un tavolo di confronto con il governo regionale mirato a semplificare quelle che oggi paiono ostacoli insuperabile – a loro giudizio – per accedere alla misura di sviluppo. Questa la risposta dell’assessore regionale alle attività produttive, Edy Tamajo, anche lui a Siracusa per l’assemblea provinciale di Confartigianato.




Tamajo a Siracusa, più liquidità con meno burocrazia per le imprese siciliane

Tra poche settimane migliaia di imprese siciliane riceveranno il bonus energia regionale, per compensare i sovracosti sostenuti a causa dell’aumento della bolletta energetica. Lo ha annunciato l’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo, intervenuto a Siracusa all’assemblea provinciale di Confartigianato.
Ha quindi anticipato quelle che saranno le linee guida degli interventi da mettere in campo con la nuova programmazione dei fondi strutturali europei: “più liquidità per le imprese e meno burocrazia”.
Per Tamajo la Zes unica rappresenta ancora un’occasione importante per il Sud, nonostante le tante critiche piovute sul governo da parte dei rappresentanti di varie categorie produttive e soprattutto della piccola e media impresa. Motivo per cui la Regione sta pensando ad un tavolo tecnico in cui elaborare eventuali modifiche da discutere con il governo centrale.




Il Questore Benedetto Sanna su FMITALIA, “Siracusa realtà bella e complessa”

Ultimo giorno da Questore di Siracusa per Benedetto Sanna. Ore dedicate agli ultimi incontri ed ai saluti istituzionali. Pur nel vortice degli impegni, Sanna ha voluto trovare il tempo per parlare ai siracusani, attraverso FMITALIA.
Gradito ospite, il Questore ha ripercorso alcune tappe della sua importante carriera nella Polizia di Stato: i primi anni a Corleone, l’impegno contro la mafia ed i suoi boss, poi il giro d’Italia come funzionario e dirigente di prima fascia alle prese con delicati reparti, fino alla nomina a Questore di Siracusa.
Diciannove mesi durante i quali ha tracciato un solco preciso: contrastare la crescente domanda di droga, investendo al contempo nella prevenzione a partire dai 9 anni di età. E poi c’è l’emergenza crescente della violenza di genere e dei maltrattamenti in famiglia. L’importanza della denuncia, gli strumenti di tutela e difesa della persona offesa (Codice Rosso, protocollo Eva, protocollo Zeus) e lo strumento che permette di intervenire anche in assenza di denuncia di parte: l’ammonimento del Questore. Utile più di quanto generalmente si pensi.
Di seguito, la conversazione con il Questore Benedetto Sanna.




Obiettivo meno incidenti, “gli over 35 alla guida sono meno responsabili dei giovani”

Il comandante della Polizia Stradale di Siracusa, Antonio Capodicasa, ospite questa mattina di FMITALIA, ha parlato delle iniziative e dei controlli operati a novembre, mese in cui si celebra anche la Giornata Internazionale Vittime della Strada.
Non solo azioni di repressione, ma anche tanta prevenzione e formazione nelle scuole, con i volontari di Protezione civile, gli Scout, personale di Poste italiane e – ovviamente – gli studenti. Con i primi risultati evidenti: i giovani hanno una consapevolezza maggiore, mentre gli over 35 continuano a ripetere gli stessi “errori” alla guida.




Il questore Sanna in pensione: 38 anni in Polizia, 19 mesi a Siracusa. “Qui ricordo bellissimo”

Va in pensione dopo 38 anni in polizia, 19 mesi a Siracusa il questore Benedetto Sanna. Questa mattina, durante l’incontro di commiato, Sanna ha tracciato un bilancio, personale e professionale, dell’anno e mezzo trascorso a capo della Questura siracusana.
Ha parlato di “una pagina importante, che lascia un segno profondo”. Parlando della realtà siracusana, Sanna la definisce complessa.

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“Vado via con un ricordo bellissimo e con la soddisfazione di avere lavorato in maniera proficua e corale per fronteggiare le emergenze del territorio, con un impegno forte da parte di tutti noi, perché il cittadino siracusano merita risposte forti. Un lavoro certamente non facile”.
Quando il questore parla di “realtà complessa”, riferendosi a quella siracusana, si riferisce innanzitutto all’emergenza droga. Quanto a consumo, la provincia di Siracusa si piazza al settimo posto nella classifica nazionale. “E’ una delle emergenze più forti- aggiunge Sanna- per fronteggiare la quale abbiamo attuato un’attività di contrasto sia con le Volanti , sia con gli uffici investigativi e con il commissariato di Ortigia. Il fenomeno è imponente. Su questo fronte abbiamo investito le nostre risorse investigative e di contrasto”.
L’altra emergenza del territorio riguarda la violenza di genere, ha spiegato il questore.
“Un fenomeno che ci accomuna alle altre realtà siciliane purtroppo- Non c’è giorno che trascorre senza interventi nostri legati ad episodi di questo tipo. Vi è la necessità di un intervento di natura preventiva importante, perché l’aspetto repressivo è sempre assicurato”.
Il questore evidenzia la necessità di lavorare moltissimo sulla prevenzione anche sul fronte del consumo di droga. “Deve diminuire la domanda per poter arginare il fenomeno dello spaccio- fa presente- Fino a quando una persona sarà pronta a consumare, dieci saranno pronte a vendere. Le campagne di prevenzione devono partire dalle scuole elementari, già da quando inizia a formarsi la coscienza delle persone, perché siano pronte a dire no alla prima offerta di spinello”.




Dalla parte delle donne, Polizia: “Questo non è amore”, un’altra vita è possibile

La Polizia di Stato rinnova anche a Siracusa il suo impegno dalla parte delle donne, con la campagna “Questo non è amore”. La cultura del rispetto e della consapevolezza è costruita anche attorno ad iniziative divulgative come questa, che affianca l’attività quotidiana dei poliziotti e delle poliziotte della Questura di Siracusa.
L’indignazione da sola non basta, bisogna lotta contro ogni forma di violenze ed, in specie, quella di genere in ogni sua forma. E questo la Polizia lo fa, con numeri che danno la dimensione del problema: sono circa 300 i Codice Rosso attivati dall’inizio dell’anno nel siracusano, quasi uno ogni giorno; oltre duemila gli interventi delle Volanti per liti in famiglia.
A fornire i dati è Giulia Guarino, a capo delle Volanti della Questura aretusea. Con credibilità ed estremo tatto, le forze dell’ordine stanno iniziando ad aprire una breccia nel muro di rassegnazione e omertà che – per un falso retaggio culturale – circonda gli episodi di violenza sulle donne. “Sono in aumento le denunce”, conferma ospite su FMITALIA.
Le storie vere raccolte nell’opuscolo “Questo non è amore” aiutano poi a infondere coraggio nel chiedere aiuto, per venire fuori dall’incubo. E la denuncia è un passaggio necessario Rivolgersi alla forze dell’ordine o contattare la rete nazionale antiviolenza tramite il numero 1522 è fondamentale per poter uscire efficacemente dalla spirale di violenza, fisica e psicologica, di cui si è vittime.
“Non devono sentirsi sole o abbandonate, c’è una rete di vigilanza e protezione”, ricorda la dirigente Guarino.
Contro maltrattamenti, atti persecutori, violenza domestica, vessazioni morali e psichiche, quelle fisiche c’è la possibilità di chiedere aiuto anche attraverso l’app YouPol.




Dalla parte delle donne, Carabinieri: la storia del puntino “salva-vita” e “stanza per sè”

“La violenza ha molte sfaccettature, e può essere, oltre che fisica, anche morale, psicologica ed economica. Può manifestarsi sotto forma di ricatto, intimidazione, vittimismo e privazione e in nessuno di questi casi può essere sottovalutata. Una volta compreso che la propria relazione ha assunto una connotazione nella quale sono frequenti uno o più segnali di questa natura, è necessario fermarsi a riflettere, confrontarsi il più presto possibile con una persona di fiducia e con le istituzioni e non indugiare nel chiedere aiuto”. Rossana Chiriatti è un maresciallo dei Carabinieri in servizio a Cassibile e ben conosce il fenomeno della violenza di genere e di come sia purtroppo presente sul territorio provinciale.
Ospite di FMITALIA, ha raccontato come individuare i primi segnali di comportamenti “tossici” e l’importanza di chiedere aiuto. Nella sua lunga intervista, anche il racconto della storia di due amiche del siracusano. Avevano concordato un “segnale di aiuto” reciproco e segreto, che consisteva nell’invio in chat di un puntino. Ed è stato grazie a quel messaggio con il puntino “salvavita” che sono state disposte tutte le attività necessarie per “salvare” una delle due amiche che, divenuta preda di un compagno che l’aveva privata della libertà e le controllava il cellulare, aveva come unica possibilità quella di sperare nella complicità con l’amica. “Dopo quel puntino, capito il pericolo, è riuscita ad accompagnare l’amica in Caserma e con la denuncia le ha permesso di ritrovare finalmente la serenità”.




VIDEO: Ladro seriale arrestato con un’azione congiunta Polizia-Carabinieri

Era diventato il “terrore” di commercianti e residenti siracusani. Le sue incursioni notturne per derubare in locali o case “selezionate” avevano creato allarme. Ma grazie ad un’azione congiunta condotta da Polizia di Stato e Carabinieri di Siracusa, è stato arrestato il 43enne ritenuto responsabile della scia di furti. Siracusa e già noto alle forze dell’ordine, si trova in carcere a Cavadonna, su provvedimento del Gip del Tribunale di Siracusa.
“L’indagato nel tempo ha dimostrato professionalità a delinquere e determinazione nella commissione delle condotte illecite, oltre che una grande capacità organizzativa, agendo sempre di notte, in assenza di passanti”, spiegano gli investigatori.
Numerosi i suoi precedenti, anche specifici. A suo carico sono stati raccolti “gravi indizi di colpevolezza in ordine a ben 8 episodi di furto aggravato, nella forma tentata e consumata, ai danni di attività commerciali e abitazioni private della città aretusea”.
Per meglio comprendere la pericolosità sociale dell’uomo, Polizia e Carabinieri ricordano che nell’ultimo periodo aveva preso di mira e derubato, oltre che private abitazioni, anche bar, supermercati e ristoranti, causando ingenti danni alle strutture e facendo razzia di merci e di denaro.
Il modus operandi era quasi sempre lo stesso: dopo aver forzato il portoncino d’ingresso delle abitazioni o degli esercizi commerciali con qualsiasi mezzo a sua disposizione (delle volte attraverso un blocchetto di pietra, altre volte sferrando ripetuti calci, altre volte ancora utilizzando un motociclo come ariete, ndr) si impossessava dell’incasso o di altri beni presenti nei locali.
Le indagini, che si sono avvalse anche delle immagini catturate dagli impianti di videosorveglianza, hanno permesso di costruire un solido quadro probatorio.